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Autore: RoseScorpius    17/09/2010    32 recensioni
Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?

STORIA IN REVISIONE
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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4.
La biancheria di pizzo non porta mai bene…

 

Dopo anni di sopravvivenza nell’affollata comunità di cugini Weasley, durante i quali avevo avuto occasione di osservare da vicino svariati comportamenti degni di Discovery Channel, ero giunta ad una conclusione: le persone non fanno mai qualcosa senza un doppio fine losco. Così, alla veneranda età di sedici anni, potevo affermare con sicurezza che un Malfoy non si sarebbe mai scomodato a fare un favore a qualcuno, a meno che ciò non facesse parte di un piano per raggirare e fregare quel qualcuno, e che un Weasley non avrebbe mai comprato biancheria intima sexy per sua moglie, e non c’era un a meno che.
Strano ma vero, per una volta avevo ragione.

 

***

 

Mamma e Draco quella sera tornarono a casa separatamente, prima lui, lei mezz’ora dopo, e senza la minima intenzione di cucinare la cena, per quello che riuscii a capire dalle urla che sentii mentre continuavo a prendere a pugni il sacco. Sorrisi, soddisfatta: non credevo che farli litigare sarebbe stato così facile, ma evidentemente avevo sottovalutato il fattore “Serpeverde-Grifondoro nemici per sempre”.
Poco prima delle sette, distrutta dal duro allenamento ma soddisfatta di aver smaltito la Nutella ed allontanato la minaccia della cellulite, tornai in casa per buttarmi sotto la doccia. La spartizione dei bagni non era stata un granché: mamma e Draco avevano il loro, e io dovevo condividere con Scorpius il mio. Odiavo scoprire che metteva a posto le mie cose quando le lasciavo in giro per il bagno, soprattutto perché poi dovevo cercarle per ore prima di scoprire in quale remoto cassetto le aveva ficcate. Però dovevo ammettere che ultimamente avevo trovato una sorta di sadico passatempo nel lasciare in giro per il bagno assorbenti usati, che puntualmente lui buttava via con guanti in plastica e faccia terribilmente schifata. Ovviamente, se da un lato Scorpius provvedeva a tenere pulito il bagno meglio di quanto avrebbe potuto fare una donna delle pulizie, dall’altro ci doveva pure essere la fregatura. Ed infatti.
« Malfoy, che non ti passi per la testa di entrare in quel bagno! » lo avvertii, prima che il biondastro potesse posare la mano sulla maniglia.
« Scusami tanto se ho dei bisogni fisici da soddisfare. » replicò, ironico.
La parte razionale del mio cervello mi fece notare che non mi stava affatto ignorando, ma la parte irrazionale e paranoica (che aveva vinto con una schiacciante maggioranza le elezioni per la presidenza del mio cervello) la censurò subito, come si fa in ogni regime totalitario che si rispetti.
« Puoi soddisfarli nel vaso di gerani di mamma. » suggerii. Poi storsi la bocca « Tanto puzzano già per conto loro. »
« L’odore dei gerani fa schifo solo alle zanzare. » osservò lui, con una scintilla vagamente divertita negli occhi « E comunque questo bagno mi sembra più che adeguato per soddisfare i miei bisogni. »
« Malfoy, devo farmi la doccia! » sbottai. 
Lui arricciò il naso. « Si, in effetti puzzi. Bhe, anch’io devo fare la doccia, e sono arrivato per primo, quindi... »
Gli rivolsi uno sguardo assassino: stava facendo di tutto per tenere occupato il bagno più a lungo possibile, ne ero sicura.
« Te la sei già fatta stamattina, » gli ricordai « prima di cominciare a stracciare i coglioni al mondo con Beethoven. »
« Bach. » mi corresse lui.
« Indifferente. » sbuffai « E comunque avevi detto di dover soddisfare i tuoi bisogni… »
« Tra cui rientra il mio bisogno » “maniacale” « d’igiene, sì. » m’interruppe, con una vaga espressione di compiaciuta superiorità.
Lo squadrai attentamente, soffermandomi sul suo odioso sorrisetto: sarebbe bastato un pugno ben assestato per cancellarglielo dalla faccia…
Non cedetti ai miei istinti violenti solo per il rispetto che provavo nei confronti della mia persona e della mia libertà, rispetto di cui le punizioni di mamma non tenevano minimamente conto.
« Bhe, vai nell’altro bagno. » suggerii, seccata.
« C’è mio padre. »
Immaginavo che nessuno, nemmeno suo figlio, avrebbe voluto sorprendere Draco Malfoy mentre si tingeva i capelli del biondo Barbie che spacciava per il suo colore naturale. In effetti l’idea era piuttosto raccapricciante… meglio credere che fosse un biondo naturale.
« Bhe, appunto » sbuffai, facendo un gesto esasperato con la mano « Ti sembra che ci possa andare io? »
Scorpius alzò un sopracciglio. « Credevo che voi due aveste un’intricata storia di sesso. »
Gli risposi con uno sguardo che se avesse lanciato saette verdi sarebbe stato un Avadakedavra. « Certo, ci amiamo tanto. » sibilai, sarcastica « In verità lui vuole sposare me, non la mamma. »
« Fantastico. » disse lui velocemente « Ora ho un altro bisogno fisico da soddisfare. Dicesi vomito. »
E sparì dietro la porta del bagno, sbattendomela sul naso.
« Malfoy! Aprimi subito! » urlai, accanendomi sulla maniglia « Sono una donna, ho la precedenza! »
« Credevo di essere io la femminuccia. » sghignazzò lui, da dietro la porta chiusa.
« Ah, certo, sei una checca solo quando ti conviene, vero? »
Cominciai a prendere a calci la porta, come avevo visto fare in qualche film poliziesco babbano, e dopo un paio di tentativi, con mio sommo stupore, scoprii che la televisione a volte insegna cose che nella vita reale funzionano davvero.
Dopo quella mia fantastica scoperta, ne seguirono altre non meno sbalorditive: prima di tutto, constatai che Scorpius Malfoy non era del tutto femmina, almeno a giudicare dalla ventina di centimetri che si ritrovava sul davanti e dal fatto che pisciava in piedi, poi mi accorsi con stupore che sapeva cosa fosse una bestemmia, ed infine ebbi anche l’onore di appurare che sapeva produrre uno schiantesimo da manuale.
L’ultima cosa che scoprii fu che il muro del corridoio era duro, soprattutto se ci sbattevi contro con quella forza.

 

***

 

Seguii con lo sguardo il cardigan grigio di mamma finché non si fu seduta sul divano, con i capelli raccolti in uno chignon spettinato ed il volto teso in un’espressione che non avrei saputo definire. Sembrava arrabbiata, ma anche stanca, depressa e allo stesso tempo preoccupata. Mi chiesi come si potessero provare tutte quelle cose assieme senza scoppiare, ma probabilmente ero io che avevo ereditato la “sensibilità da cucchiaino” di mio padre.
Il lato positivo della vicenda era che per una volta Scorpius era colpevole quanto me, se non di più: io avevo distrutto al porta, lui aveva distrutto me. Me ne stavo seduta su una poltrona con un sacco di ghiaccio premuto sulla nuca, e scrutavo il mio aggressore con aria torva, ripassando tutte le mosse di Karate che avrei potuto usare per spaccargli le ossa quando mi fosse passata quella tremenda emicrania. Mamma e Draco invece erano seduti sul divano, uno accanto all’altra, e sembravano aver momentaneamente accantonato i lori diverbi per coalizzarsi contro di noi.
Mamma si sistemò un ciuffo ribelle nel suo migliore atteggiamento da maestrina ed esordì con il suo discorso. « Lezione di civiltà. »
« Lezione di civiltà? » sbottai, prorompendo in una risata mezza isterica « Accetterò lezioni di civiltà da voi due quando sarete in grado di passare più di due giorni senza litigare! »
« Cioè mai. » concluse Scorpius « Mi associo. »
Era la prima volta che io e Scorpius Malfoy eravamo d’accordo su qualcosa. Strano che succedesse subito dopo che io avevo fatto irruzione nel bagno mentre pisciava e lui mi aveva spiaccicata sul muro con uno schiantesimo.
Draco lanciò un’occhiata velenosa al figlio. « Suonerai d nuovo il pianoforte quando avrai accettato lezioni di civiltà da noi. »
« Mai? » suggerii io, speranzosa. Beethoven mi aveva davvero rotto le palle.
Il mio commento fu seguito da tre sguardi più o meno furiosi, tutti destinati alla sottoscritta. Mi feci più piccola sulla poltrona e scelsi saggiamente di non aggiungere altro.
« Tu non hai diritto di parola. » disse comunque Draco, per evitarmi di cadere in tentazione.
Scorpius mi rivolse un sorrisetto soddisfatto e persino mamma annuì, ma si premurò di guardare male Draco per ricordargli che la coalizione anti-figli era solo momentanea. « Il fatto che per una volta tu non abbia combinato il danno più grave non ti autorizza a parlare come se fossi Dio sceso in terra: Scorpius non sta comunque creando tutti i problemi che crei tu. »
« A parte schiantarmi. » ironizzai.
« A parte quello. » convenne mamma, leggermente esasperata « Ma se tu non avessi fatto irruzione nel bagno mentre si stava spogliando, magari… »
« Dovevo farmi la doccia. » la interruppi.
Mamma mi dispensò un’altra delle sue famose occhiate terroristiche. « Potevi andare nell’altro bagno. »
« C’era Draco che si faceva la tinta. »
Draco impallidì leggermente e si sporse verso di me per sibilare.
« Piccola carogna, io non… »
« Draco, la lezione di civiltà vale anche per te. » intervenne mamma, con freddezza.
« Parla quella che si rifiuta di cucinare. »
Prima che la conversazione degenerasse nell’ennesimo litigio decisi d’intervenire in favore dei miei diritti.
« Io comunque non trovo giusto che mi abbiate confinata in mansarda per aver tirato un innocuo calcetto a Scorpius, e che ora che lui mi ha schiantata nessuno gli dica niente. »
Non avevo bisogno di essere una Legilimens per capire la guerra interiore che si stava svolgendo dietro gli occhi grigi di Draco: da una parte non voleva fare contenta me, ma dall’altra non voleva dare a mamma la soddisfazione di dimostrarsi un genitore peggiore di lei. Alla fine parve scegliere la seconda opzione, perché spostò uno sguardo ostile da mia madre a Scorpius e disse. « Vedi, Scorpius, ho la presunzione di essere un genitore migliore di Hermione. Quindi ti punirò per aver steso sua figlia. »
« Anche io ho punito Rose quando ha messo KO tuo figlio! » protestò mamma, le guance tinte di un lieve rossore.
« Pardon. » si corresse Draco, ironico « Avrei dovuto dire che ti darò una punizione che funzioni. »
Mamma strinse le labbra, e spostò uno sguardo furioso da me a Scorpius. Nell’indecisione su chi guardare male, poi, optò per lanciare un’ultima occhiata assassina a Draco e mettersi a fissare con odio le sue pantofole.
« Molto istruttiva, questa lezione di civiltà. » borbottai, sarcastica. Poi mi voltai verso Draco e gli rivolsi un sorrisino di malcelata strafottenza. « Comunque prego, Draco, continua. Non vorrei certo interromperti mentre assegni una giusta punizione a tuo figlio. »
Se gli occhi di Draco avessero potuto parlare, avrebbero certamente detto “Se non fosse per questa stupida questione di orgoglio parentale tra me ed Hermione ti avrei schiantata io stesso”. Gli occhi di Scorpius invece mi promettevano un altro schiantesimo nel giro di pochi secondi.
« Dunque, Scorpius » esordì Malfoy senior, scegliendo di ignorarmi « Per le prossime due settimane i tuoi libri sono requisiti, e quando Rose uscirà di casa tu dovrai andare con lei. »
Io e Scorpius alzammo un sopracciglio in sincrono, il che mi fece venire in mente con un po’ di preoccupazione la storia dei gemellini.
« Scusa, questa voleva essere una punizione per Scorpius o per me? » chiesi.
Per fortuna Scorpius si era nuovamente chiuso in uno dei suoi silenzi ostili, e non disse le mie stesse parole nello stesso momento: quello sarebbe stato davvero tremendamente inquietante.
« E poi Rose non ha il permesso di uscire di casa » s’intromise mamma, scoccando un’occhiata di sfida a Draco « Sta ancora scontando la mia punizione. »
Sembrava che provasse una sorta di sadico divertimento nel mettergli i bastoni tra le ruote. Draco fece un cenno noncurante con la mano. « Da ora non più. A patto che si porti dietro Scorpius, ovviamente. »
Non avrei voluto essere al posto di Malfoy quando mamma gli rivolse quello sguardo omicida. « Tu non hai il diritto di revocare le punizioni che do a mia figlia! » sbottò.
Scorpius sembrava d’accordo, ma io stranamente mi ritrovai a condividere l’opinione di Draco: dentro o fuori casa avrei comunque dovuto subire la nefasta compagnia di Scorpius, tanto valeva poter uscire. E poi Scorpius avrei sempre potuto parcheggiarlo in qualche libreria.
Perciò, per la prima e presumibilmente ultima volta nella storia, Rose Weasley intervenne in difesa di Draco Malfoy.
« Draco dovrebbe essere una figura paterna di riferimento, per me. Se lo privi dell’autorità di punirmi non vedo come potrò imparare a rispettarlo. »
L’occhiata sarcastica di Draco diceva tutto sulla credibilità del mio discorso. Mamma strinse le labbra e mi fulminò con uno dei suoi migliori (o peggiori, se sono rivolti a te) sguardi da Auror.
« Prima di tutto tu hai bisogno di imparare a rispettare tua madre e le sue decisioni. »
« Se le tue decisioni consistono nell’andare a convivere con un ex mangiamorte ossigenato, scusami tanto se non le rispetto. » sbuffai.
« Signorina, non osare… »
Mi alzai, troncando sul nascere quella che sarebbe sicuramente stata una gran bella ramanzina. « Bhe, io vado a dormire. Domani esco, devo essere riposata. » rivolsi un sorrisetto trionfante a mamma « Buonanotte a tutti. »
Passando accanto a Draco, gli diedi una pacca sulla spalla e sussurrai. « Ti odio sempre, ma grazie. »
« Vai a sparecchiare. » replicò lui, senza scomporsi minimamente.
« Sì, in un’altra vita, magari. » risposi, sarcastica.
Draco mi rivolse un ghigno che non mi piacque per niente. « Non sto scherzando. Hai detto tu che ho il diritto di punirti, no? Quindi, per avermi detto che mi odi, sparecchierai la tavola. »
Gli rivolsi uno sguardo che ribadiva palesemente il mio odio nei suoi confronti e me ne andai in cucina, sibilando una serie di aggettivi ben poco lusinghieri rivolti a lui e ai suoi capelli ossigenati.
Avrei dovuto saperlo che c’era la fregatura…

 

***

 

Il weekend seguente fu semplicemente atroce: Draco aveva trovato il suo nuovo hobby nel tirannizzarmi, e mamma era talmente incazzata con me che lo lasciava fare e se la rideva pure. Scorpius, come al solito, suonava Beethoven a ore improponibili e faceva l’autistico offeso.
L’unica nota positiva in quei due giorni da suicidio fu che Domi, nella sua immensa bontà, mi aveva fatto una ricarica da dieci sterline, rendendo il mio isolamento forzato un po’ meno atroce. Passai la domenica chiusa in camera mia, a messaggiare con Domi, Hugo ed Al, ringraziando nonno Arthur per aver sensibilizzato i suoi nipoti alla tecnologia babbana. Hugo mi aggiornò su papà: pareva che per il momento fosse single, anche se due notti prima aveva dormito fuori ed era tornato a casa la mattina seguente con i vestiti spiegazzati e la solita scusa del turno notturno (che però non giustificava il succhiotto che aveva sul collo). Dominique mi descrisse con dovizia di particolari la sua nuova borsa di Gucci, e mi promise che il giorno seguente sarebbe venuta a trovarmi. Al invece continuava a predicare l’amore nel mondo, con scarsi risultati per quanto riguardava me e Malfoy.
La mattina seguente, alle dieci, Dominique si presentò a casa mia. Era perfetta come al solito, nei suoi vestiti firmati che le calzavano a pennello, con i capelli accuratamente arricciati e le ciglia innaturalmente lunghe e folte. Mi vergognai parecchio di farmi trovare spettinata e struccata, con addosso un paio di pantaloncini da jogging ed una larga maglietta sporca di Nutella.
Domi ebbe il tatto di ignorare la condizione pietosa in cui mi aveva ridotta quella settimana di convivenza forzata con i Malfoy, e mi stampò due baci sulle guance, sebbene guardandosi bene dall’abbracciarmi. Effettivamente la mia maglietta aveva un’aria davvero fetida… Soprattutto l’aria che la circondava, lo era.
« Stavo andando a farmi una doccia. » grugnii.
« Bhe, muoviti, ci aspetta una seduta di shopping terapeutico. » mi liquidò lei, entrando in casa a passo sicuro sulle sue decollettes vertiginose. Pensai con gioia alla faccia che avrebbe fatto Draco se avesse trovato i segni dei tacchi sul parquet nuovo, ma la mia gioia si affievolì nel giro di pochi secondi.
Feci una smorfia seccata. « Dubito che potremo uscire. » vedendo la faccia esterrefatta di mia cugina, mi affrettai a spiegare « Cioè, teoricamente posso farlo, se mi porto dietro Malfoy junior. Ma non credo che lui si lascerà convincere ad accompagnarci in giro per negozi. »
Dom mi rivolse uno dei suoi famosi ghigni da Sex and the City e gettò la sua grande borsa sul divano. « Non c’è problema, lascia fare a me. »
Storsi la bocca. « Sul serio, Dom, quello là è un topo di biblioteca con una forte tendenza alla misantropia. A volte ho il sospetto che sia figlio di mia madre, e che lei e Draco avessero una tresca da molto più tempo di quanto abbiano detto. »
Non lo avrebbe mai convinto, ne ero sicura: se io non ero riuscita a capire come ottenere un misero favore da lui, dopo una settimana di simbiosi (considerato che nella simbiosi ognuno dei due individui fa qualcosa di utile per l’altro non mi sembra la scelta lessicale migliore che potessi fare…), non vedevo come lei avrebbe potuto farcela in una mattina. Comunque se proprio ci teneva ad umiliarsi…
« Dov’è adesso? » chiese Dom.
Decisamente, vuole umiliarsi.
Teoricamente, in veste di sua cugina, confidente e migliore amica avrei dovuto dissuaderla da quel proposito così degradante per la sua condizione di donna emancipata, ma sotto sotto ci godevo all’idea di vederla fallire dove io stessa avevo miseramente fallito.
« Credo che sia rintanato in camera sua a coltivare la sua immensa cultura. » sbuffai, facendole strada su per le scale. Poi decisi di fare la brava cugina. « Sul serio, fossi in te non perderei neanche tempo a tentare di convincerlo. È da ieri sera che ci provo, e ho rimediato solo insulti. »
Dom prese in considerazione le mie parole quanto avrebbe preso in considerazione l’idea di indossare un vestito passato di moda, ed entrò nella camera del biondino. “Bhe, se proprio ci tiene a fare questa figuraccia…
Mi sistemai con la schiena appoggiata al muro del corridoio di fronte la porta, da dove potevo vedere il letto su cui Scorpius era disteso, tanto per cambiare con un libro.
Ma suo padre non doveva avergli requisito tutti i libri? Figurati, quello sa dare punizioni solo a me…
Mi aveva addirittura requisito il cellulare, e il bello era che non aveva nemmeno una vaga idea di cosa fosse e di quale fosse la sua utilità. Ma probabilmente, avendomi già requisito tutto il resto, non gli era rimasta molta scelta…
« È permesso? » chiese Dom, con una voce morbida e vellutata.
Mi fece venire in mente una passata di verdure, ma probabilmente a Malfoy venne in mente ben altro, a giudicare da come sobbalzò sul materasso, arrossendo furiosamente.
Ora la caccia fuori… tre… due… uno…
« Si, ehm, entra pure. »
Che cosa?” se Malfoy si fosse accorto della mia presenza probabilmente si sarebbe messo a ridere della mia faccia scandalizzata e, sospettavo, anche piuttosto incazzatella “Non è giusto! Appena mi avvicino alla sua stanza mi tira dietro schiantesimi e insulti, perché Domi può entrare?
Lanciai un’occhiata ostile alla schiena di mia cugina, mentre lei si accomodava sul materasso accanto a Scorpius, che si era messo a sedere con aria piuttosto imbarazzata. Non mi sfuggì il movimento apparentemente casuale con cui Dominique fece sfiorare le loro gambe, e nemmeno a Scorpius, che arrossì parecchio, ma non si spostò.
Dio, quel ragazzo ha dei seri problemi mentali! Perché continua ad arrossire?
Pensai, pervasa da uno sgradevole sentimento che non riuscii a definire molto bene. Un pizzico di rabbia, qualche goccia di delusione, forse una leggera punta d’invidia e una discreta voglia di rovesciare casualmente la Nutella sui vestiti di Dom.
No, anzi, meglio la passata di pomodoro avanzata ieri sera: la Nutella non va mai sprecata.
« Allora, Scorp » “Scorp? SCORP?” « cosa stai leggendo? »
Chiese Dom, mantenendo la voce da passata di verdure. Quando si gettò un boccolo dietro la spalla, schiaffeggiando leggermente la faccia di Scorpius con i capelli, fui certa che fosse entrata in modalità rimorchio.
Oddio… non ci posso credere. Se Malfoy ci sta è il più grande idiota sulla faccia della Terra. E, bhe, anche di qualsiasi altro pianeta…
« Letteratura babbana. » borbottò lui, a bassa voce, come se avesse paura che Dom gli ridesse in faccia.
Bhe, io lo avrei fatto.
« Oh, davvero? » trillò mia cugina, sbattendo le ciglia « Wow, è… interessante. »
Come se Dom avesse mai letto qualcosa che non fossero i libri di scuola… no, forse neanche quelli.
« Davvero? » chiese Scorpius, inclinando la testa con aria perplessa.
Dom gli rivolse un gran sorriso falso « Certo. »
Scorpius si voltò per posare il libro e si sfilò velocemente gli occhiali, nascondendoli infondo ad un cassetto. “Illuso.”
« Magari posso prestarti qualche libro. » propose lui, con un’espressione terribilmente felice stampata in faccia.
Presi nota mentalmente di sperticarmi in lodi della letteratura babbana la prossima volta che mi fosse servito chiedergli un favore, e mi appuntai anche di colpire erroneamente Dom la prossima volta che avessi tentato di picchiare Scorpius. Non era proprio giusto che lei e i suoi ricci biondi del cavolo potessero entrare in camera di Scorpius e fossero anche trattati gentilmente, mentre io ero considerata la sorellastra stronza di turno! Insomma, neanche fossi stata Anastasia, o Genoveffa (non che non notassi alcune somiglianze tra Scorpius e Cenerentola, ad ogni modo).
Dominique sorrise. « Volentieri. »
Ci fu una pausa durante la quale ebbi modo di studiare i curiosi cambiamenti di colore delle guance di Scorpius.
« Comunque » esordì Dom, arrotolandosi una ciocca di capelli attorno al dito « mi chiedevo se potessi farmi un favore. »
La spallina della canottiera le scivolò lungo la spalla, e dubito di poter dire involontariamente, scoprendo una piccola parte del reggiseno rosa. Scorpius deglutì e si affrettò a spostare lo sguardo sul viso di mia cugina, fingendo con scarsi risultati di non aver appena lanciato un’occhiata estasiata alla sua spalla nuda.
Idiota. Idiota e sfigato. Idiota, sfigato e frustrato sessualmente.
« C-certo, dimmi tutto. »
Ok, fossi stata lesbica probabilmente nemmeno io avrei negato un favore ad una ragazza con sangue Veela ed una canottiera striminzita che le stava scivolando sempre più in basso. Ma Scorpius restava un idiota di prima categoria.
« Sai, Rose ha bisogno rifornire il suo guardaroba, e conoscendola passerà tutta la mattina chiusa in un camerino a provare vestiti. » “Io? Sei tu quella che proverebbe tutti i vestiti di un negozio!” pensai, indignata « E… bhe… » Dom si finse imbarazzata « Mi chiedevo se ti andasse di farmi compagnia, visto che dovrò passare la maggior parte del tempo fuori da un camerino a girarmi i pollici… »
Dom, ci stai spudoratamente provando con un secchione sfigato che tra l’altro di cognome fa Malfoy, e per di più hai scambiato te stessa per tua cugina. Sicura di non aver bisogno di uno psicologo?
Scorpius esitò un secondo, spostando uno sguardo combattuto da Domi al libro che stava leggendo prima che lei lo interrompesse. All’improvviso tutta la mia voglia di uscire da questa villetta del cavolo era scomparsa.
Avanti, dille di no!” pensai, guardandolo intensamente “Non puoi essere così stupido! E soprattutto non puoi umiliarmi in questo modo…
« Ok, va bene. »
Io e Scorpius Malfoy non andremo maid’accordo.
Il finto interesse di Dom nei confronti di Scorpius e dei suoi libri sparì immediatamente. « Fantastico, ti chiamiamo quando siamo pronte. » disse frettolosamente, uscendo dalla stanza con un piccolo ghigno divertito.
Scorpius rimase immobile sul letto, deluso e piuttosto perplesso.
In un altro momento probabilmente mi sarei sbellicata dalle risate vedendo la sua espressione, ma riuscivo solo a sentirmi infastidita dalla facilità con cui Dom l’aveva fregato, mentre io dovevo strisciargli ai piedi anche solo per farmi passare un cucchiaino.
Mia cugina si chiuse la porta alle spalle e mi rivolse un sorrisetto decisamente irritante. « Visto? Non era tanto difficile. »
« Vado a farmi la doccia. » sbuffai, e mi rintanai in bagno sbattendo la porta, come se avessi intenzione di buttarla giù una seconda volta.

 

***

 

  Due ore dopo ero seduta sul divanetto di un negozio di biancheria intima, accanto a un imbarazzatissimo Scorpius. I reggiseni di pizzo evidentemente lo mettevano a disagio. Per quanto riguardava me, più che altro era Dom a mettermi a disagio: veleggiava da una parte all’altra del negozio seminando in giro perizomi e mutandine a fantasie di bignè alla crema e fragole, e stressando la commessa con le sue assurde richieste.
Appoggiai la testa allo schienale del divanetto e chiusi gli occhi, emettendo un lungo sospiro: lo shopping con Dominique era sempre estenuante, se poi ci si aggiungeva un bibliofilo biondo che cercava di scappare in tutte le librerie che incontravamo sulla nostra strada, diventava un vero atto di masochismo.
« Allora, Scorpius, che dici? » socchiusi un occhio per vedere mia cugina che sventolava un completino intimo rosso estremamente sexy sotto al naso arricciato di Scorpius « Lo provo? »
Domi aveva elevato Scorpius a “rappresentante ufficiale del genere maschile”, e come tale pretendeva che esprimesse il suo parere sulla biancheria che aveva intenzione di comprare.
Scorpius mi lanciò uno sguardo supplichevole, ma dalle mie risate silenziose capì che non avevo la minima intenzione di accorrere in suo aiuto, così tornò a guardare il completino rosso con l’aria di chi sta seriamente valutando l’idea del suicidio.
« Ehm… non ne hai già provato uno così, prima? » chiese debolmente.
Dom spalancò gli occhi color “mare da spiaggia dei Caraibi” (come li definiva James), scandalizzata. « No, quello di prima era rosso vino, questo è rosso fuoco! »
Il biondastro annuì debolmente, e Domi lo prese come un invito a barricarsi nel camerino e provare mutande e reggiseno. Scorpius si schiaffò un paio di culottes di pizzo nero sulla fronte, con un gesto molto poco aristocratico, e mi rivolse uno sguardo da cucciolo implorante.
« Sfilerà di nuovo in giro per il negozio in mutande? »
In effetti dovevo convenire con lui che era piuttosto imbarazzante.
« Potremmo darci alla fuga e far finta di non conoscerla. » proposi.
Scorpius annuì con foga. « Ti seguo. »
Strano come le avversità della vita potessero unire persone che si erano sempre felicemente odiate, e che con ogni probabilità avrebbero continuato a farlo una volta che le acque si fossero calmate.
La voce di Dominique, proveniente da dietro la tenda del camerino, ci fece sobbalzare. « Rosie, mi puoi portare le mutande della taglia più piccola? Queste mi coprono praticamente tutte le chiappe, non so come potrei sembrare sexy con una tenda del genere addosso… »
Scorpius arrossì parecchio a quel commento, poi scosse il capo e si avviò verso l’uscita. In un altro momento lo avrei lasciato andare incontro alla sua sorte ed avrei sperato che essa contemplasse un SUV e un ospedale, ma non avevo ancora del tutto perdonato Dominique per averlo convinto ad uscire con noi. Né lo aveva fatto lui, quando aveva scoperto che la persona con la quale avrebbe dovuto chiacchierare mentre aspettava fuori dai camerini ero io. Non che ci fossimo scambiati più di qualche occasionale “vaffanculo, mi hai sporcato le Converse nuove” e “fottiti, e fallo da solo perché se aspetti qualcuno per farlo resterai vergine a vita”.
Mi alzai e lo seguii verso l’uscita. Mentre costeggiavamo un espositore di mutande in sconto, Scorpius rabbrividì.
« Pensavo che la cosa peggiore della relazione tra mio padre e Hermione fossi tu… »
« Ehi, grazie, sono lusingata. » sbuffai, reprimendo l’istinto di infilargli una mutanda in testa.
Scorpius mi lanciò un’occhiata strana. « A dire il vero voleva essere una specie di complimento. »
« O un terribile insulto a Dominique. » lo corressi.
« Sì, messa così è più credibile. » ammise lui.
Improvvisamente Scorpius impallidì e si bloccò, guardando qualcosa alle mie spalle con gli occhi sgranati. Andai a sbattergli contro.
« Ehi, Malfoy, si può sapere cosa…? »
« Provati questo. » m’interruppe lui, ficcandomi in mano un reggiseno di pizzo nero che aveva appena raccolto da una cesta lì accanto.
« Malfoy, ma ti ha dato di volta il cervello? » sbottai.
Scorpius era anche più pallido del solito, e continuava a lanciare occhiatine nervose alle mie spalle. Ma cosa diamine gli era preso? Feci per voltarmi e scoprire cosa ci fosse di tanto terrificante alle mie spalle, ma Scorpius mi afferrò per le spalle e me lo impedì.
« No, davvero, non ti girare. » insistette, precipitosamente, mentre io torcevo il collo per guardarmi dietro la nuca. « Provatelo, è… sexy. » Arrossì furiosamente, ma non mi tolse le mani dalle spalle.
Sollevai un sopracciglio. « Malfoy, so che la tua conoscenza in materia è piuttosto scarsa, ma dovresti essere capace di riconoscere la differenza tra una » controllai l’etichetta del reggiseno « quarta e una seconda scarsa. » conclusi facendo un gesto eloquente in direzione del mio seno non esattamente prosperoso.
Scorpius si morse il labbro, a disagio. « Bhe… ehm… lo prendi in crescita? » la sua più che altro sembrava una domanda. Idiota, per altro.
Spostai le sue mani dalle mie spalle e gettai il reggiseno tra una pila di tanga rosa. « Malfoy, non so cosa stia succedendo ai tuoi ormoni repressi, ma… »
Ammutolii, mentre finalmente capivo cos’era che Scorpius stava guardando, dietro di me, e perché non voleva che io lo vedessi: un uomo alto, con i capelli rossi, stava facendo mettere un completino intimo di pizzo nero in un pacco regalo. 
  

   
 
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