CAPITOLO
N *
3
Una
notte, quando Nancy aveva cinque anni, Jonh
andò davanti alla sua gabbia e
gliel’aprì.
“Ciao,
Nancy. Vieni.”, le disse l’uomo
sorridendole e porgendole una mano.
“Ma
è notte.”, gli rispose la bimba assonnata,
ancora avvolta dalle coperte.
“Lo
so…Ma voglio portarti in un posto.”, le
rispose l’uomo guardandola.
“Non
andare, Nancy !”, le disse Max dalla sua
gabbia.
“Potrebbe
farti del male.”, aggiunse Fang.
“Perché
la fai uscire di notte ? Vuoi farle
qualcosa di brutto ?”, gli chiese Iggy diffidente.
“No,
ragazzi. Non le farò del male.”, rispose loro
l’uomo sorridendo per rassicurarli.
I
ragazzi si guardarono un momento scettici, poi
Nancy, sentendo di potersi fidare di quell’uomo
uscì dalla gabbia.
“Stai
attenta.”, le disse Max.
“Certo.”,
le assicurò Nancy e seguì Jonh che la
prese per mano e la guidò
lungo un
corridoio che portava al cortile.
“Perché
andiamo in cortile ?”, gli
chiese Nancy sospettosa.
“Perché
andiamo a
fare un giro fuori.”, le rispose
l’uomo in tono calmo,
cercando di mascherare l’agitazione
che provava.
“Fuori
dove ?”, gli chiese la bambina incuriosita
mentre attraversarono il cortile.
“Lo
scoprirai, piccola. Non preoccuparti.”, le
rispose l’uomo guardandosi
nervosamente
intorno.
La
Scuola, di notte faceva ancora più paura, i
corridoi erano bui e deserti.
Si
sentivano solo i passi di Nancy e dell'uomo che
le camminava a fianco.
Nancy,
mentre camminava con Jonh, si guardava
attorno temendo di vedere qualche scienziato o qualche Eliminatore.
La
bambina aveva una gran paura e strinse più
forte la mano dell'uomo.
Jonh,
accorgendosene, le disse: “Stai tranquilla,
Nancy. Andrà tutto bene.”
Nancy
lo guardò per qualche secondo diffidente, ma
poi si calmò.
All'esterno,
un freddo vento spazzava via le
foglie secche degli alberi, ormai cadute da tempo
per terra.
Quando
Nancy e Jonh arrivarono nel cortile, l'uomo
condusse la bambina fino a una porticina marrone, vicino al muro di
cinta.
Jonh,
aveva appena estratto la chiave da una tasca
per aprire la porta, quando una voce minacciosa, dietro di loro
parlò.
“Mccalister,
dove stai portando la mutante ? A
quest’ora dovrebbe essere nella sua gabbia.”, gli
disse un Eiliminatore
materializzandosi dal buio e vendo allo scoperto.
Jonh
si girò e vide che c’erano dieci
Eliminatori intorno
a lui e a Nancy.
Nancy
e Jonh erano circondati.
Nancy
guardò prima Jonh e poi gli Eliminatori,
terrorizzata.
“Stava
facendo casino, così l’ho portata fuori per
farla calmare.”, gli rispose Jonh cercando di essere il
più convincente
possibile.
“Certo,
come no ! Non è che stavi
cercando di portarla via dalla Scuola ? Lo
sai che dopo le sei di sera gli esperimenti non possono uscire dalle
loro
gabbie…Chi credi di prendere in giro, Dottore ?”,
gli disse l’Eliminatore che aveva
parlato prima.
“E
poi, perchè l'hai portata vicino a questa
porta, visto che si può uscire da qui ?”, gli
domandò un altro Eliminatore
ghignando malefico.
Nancy
capì cos'avesse tentato di fare Jonh, voleva
portarla via dalla Scuola.
La
bambina guardò l'uomo preoccupata.
“Maledizione
! E ora cosa faccio ? Se le dico di scappare, la riprenderanno subito.
Senza
contare che non sa ancora combattere…non resisterebbe molto
se si battesse con
loro…”, pensò Jonh
disperato guardando Nancy.
“Davvero
mi volevi portare via ?”, gli chiese
Nancy incredula e felice al contempo.
“Sì,
Nancy…Ma non ci sono riuscito e mi
dispiace…Spero che tu possa perdonarmi.”, le
rispose Jonh tristemente.
Nancy
stava per dirgli qualcosa, ma una voce la
richiamò.
“Mutante,
vieni qui !”, le ordinò un Eiliminatore.
“No
!”, gli rispose Nancy ostinatamente
guardandolo e stringendo la mano di Jonh ancora più forte.
“Bene.
Allora verrò a prenderti
io.”, disse l’Eliminatore
ghignando cominciando
a camminare nella
direzione della
bambina.
Nancy
non sapeva che fare: in fondo aveva solo
cinque anni, non sapeva combattere e quell’Eliminatore era
troppo grande per
lei…
“Aspetta
! Non farle del male.”, gli disse Jonh.
“Tu
stai zitto, traditore !”, sbottò
l’Eliminatore
che continuava ad avvicinarsi.
“Nancy
!”, la chiamò una voce conosciuta.
Tutti
guardarono in quella direzione e videro Jeb,
che era arrivato da poco e stava raggiungendo il gruppo di Eliminatori
con aria
decisa.
Jeb,
che aveva capito la situazione era andato a
prendere Nancy.
“Nancy,
vai da Jeb.”,
le disse Jonh, scambiando un'occhiata d'intesa con il collega.
“Ma
io... non voglio.
Voglio restare con te
!”, esclamò la
bambina con gli occhi lucidi abbracciandolo.
Jonh,
sciolse l'abbraccio della bambina, si
inginocchiò davanti a lei e, accarezandole dolcemente i
capelli, le disse:“Anch’io
lo vorrei. Ma ora devi andare da
Jeb.
Per favore, Nancy. Vai da lui.”
“Perché
? Tu non vieni ?”, gli chiese la bimba
guardandolo preoccupata.
“No,
piccola… Ora vai.”, le rispose Jonh
abbracciandola, poi si alzò.
“Va
bene…”, disse Nancy e, passando in mezzo agli
Eliminatori, che la guardarono senza farle nulla, raggiunse Jeb.
“Prenditene
cura tu, Jeb.”, pensò Jonh
tristemente.
Jonh
la guardò rientrare nell’edificio con Jeb,
poi si preparò ad affrontare
le
conseguenze del suo gesto
Quando
Jeb e Nancy furono nell’edificio, mentre
stavano percorrendo un corridoio…
“Jeb.”,
lo chiamò Nancy fermandosi.
“Dimmi.”,
le rispose lui guardandola.
“Lo
uccideranno, vero ?”, gli chiese
la bimba rassegnata.
“Sì,
Nancy. Ha tentato di rapirti…Mi dispiace.”,
le rispose Jeb circondandole le spalle con un braccio.
Nancy
guardò da una finestra del corridoio che
dava sul cortile e vide gli Eliminatori abbattersi su Jonh.
“No
!!!”, urlò la bambina e fece per
lanciarsi dalla finestra, ma Jeb
l’afferrò e la strinse con le braccia.
“E’
troppo tardi, Nancy. Non puoi farci niente.
Jonh sapeva a cosa andava incontro.”, le disse Jeb tenendola
ancora saldamente.
Nancy
cercò disperatamente di liberarsi e disse:
“Non è giusto ! Voleva solo aiutarmi !”
“Lo
so… Ora calmati.”, le disse
Jeb.
Nancy,
capendo di non poter far nulla smise di
agitarsi e Jeb, prendendola per una mano la riportò nella
sua gabbia.
Quando
la porta della gabbia fu richiusa, Jeb le
disse: “Nancy, cerca di dormire.”, e se ne
andò.
Gli
altri ragazzi, accorgendosi del ritorno di
Nancy e sentendola piangere, le chiesero cosa fosse successo.
“Nancy,
cos’hai ?”, le domandò Max preoccupata.
Nancy
però continuava a piangere.
“Nancy,
cosa ti è successo ?”, le chiese Iggy.
“Nancy,
ti ha fatto del male quel Camice Bianco
?”, le domandò Fang con voce seria.
“No,
ragazzi…Io sto bene è solo
che…”, disse
loro Nancy tra un singhiozzo e l’altro.
“Solo
che cosa ?”, le domandò Max iniziando a
perdere la pazienza.
Nancy
fece un profondo respiro e disse loro :
“Jonh ha cercato di portarmi via
dalla
Scuola, ma degli Eliminatori lo hanno scoperto e…lo hanno
ucciso.”
Ci fu
un momento di silenzio nel quale gli altri
tre ragazzi compresero quello che avevano appena sentito.
“Nancy,
mi dispiace molto.”, le disse Max,
dispiaciuta anche lei per la morte di Jonh.
“Anche
a me, Nancy...Lui voleva aiutarti....Ma
quei maledetti Eliminatori non dormono mai ?!”,
esclamò Iggy.
“Dormiranno
anche, ma forse faranno dei turni di
guardia. Certi sorvegliano di giorno e altri di notte.”, gli
rispose Fang.
Gli
altri ragazzi cercarono di consolare la loro
amica.
Quella
notte Nancy pianse a lungo, ma fu una delle
ultime volte perché si ripromise di non piangere mai più…
Anche
gli altri ragazzi erano rimasti scossi
dalla morte di quel
Camice Bianco tanto
gentile e premuroso nei loro confronti.
FINE
CAPITOLO N * 3