Eccomi qui con l’ottavo capitolo. I protagonisti di
questo tratto della storia sono unicamente Edward e Alphonse. Principalmente,
le frasi sono date dai pensieri del nostro amato ex alchimista.
Spero che sia di vostro gradimento. ^.^
8. CONFESSIONI FRATERNE
-
scusa per oggi,
fratellone.
Edward si alzò dal
letto, guardano dubbioso Alphonse, che si stava mettendo il pigiama. Oh. Era
così bello vederlo... umano. Non che lui non lo sia mai stato. Ma ora era...
ecco... nel suo corpo.
Ed fu invaso da una
strana sensazione di protezione e di felicità. Osservò le manche del pigiama di
Al che si spiegazzavano sulle braccia magre e pallide, ma calde e morbide, non
più rigide e metalliche. Sorrise per un attimo, poi tornò all’affermazione del
fratello.
-
Per cosa?
Al gli si avvicinò e
si sedette sul bordo del suo letto. Sospirò. Ed alzò un sopracciglio, sempre
più confuso.
-
Per avervi
interrotto.
-
Interrotto?
-
Sì, te e Winry.
Cosa? E Al come
faceva a sapere che...
-
Non pensavo che
steste parlando di cose importanti.
L’ex alchimista
inclinò la testa di lato, osservando gli occhi del fratello minore, dorati e
splendenti, proprio come i suoi. Al scosse la testa.
-
Ho sentito quello
che hai detto.
-
Ah.
Sì limitò a dire
Edward, guardando altrove. Alphonse gli toccò gentilmente la spalla, per
chiamarlo e farlo girare. Ed si girò malvolentieri verso il fratello. Non aveva
alcuna voglia di affrontare quell’argomento.
-
Gliel’hai detto?
-
Detto cosa?
-
Ah, sei sempre il
solito. Che la ami, fratellone!
Ed spalancò gli
occhi e arrossì lievemente. Era da quel pomeriggio che non ci pensava. Al,
senza perdere la pazienza, aspettò una sua risposta.
Dopo un lungo minuto
di silenzio, arrivò.
-
No, non gliel’ho
detto.
-
E perché mai?
Perché sono arrivato io? Senti se è così mi dispiace davvero tanto, non avevo
idea che...
-
Chiudi il becco,
Al. Non cominciare. Non è stata colpa tua.
-
E allora perché
non...
-
Perché di no! Al
è troppo difficile da spiegare!
Alphonse non si
scompose. Aveva una grandissima pazienza con il fratello, così come l’aveva con
tutti. Non si arrabbiò nemmeno un po’, anche se Edward continuava a
interrompere i suoi discorsi. Si era abituato a quel carattere, ormai.
-
Sono anni che sei
innamorato di lei.
Anni. Sono anni che
Al aveva capito tutto. Ma era così palese quel suo sentimento verso la bionda
meccanica? Ma da quanto tempo era innamorato di lei? Non riusciva a ricordarlo.
Da sempre, pensò. Probabilmente, fin da quando erano bambini.
Aveva quasi
vent’anni, ormai. Tralasciando i primi 10 anni di vita, nei quali è
praticamente impossibile innamorarsi, secondo i suoi calcoli, Winry gli piaceva
da circa dieci anni. Wow.
-
Quando l’hai
capito?
-
Beh, non ricordo
esattamente, ma molto tempo fa. Di questo sono certo.
-
Umph. Perfetto.
Grugnì stizzito,
camminando un paio di volte avanti e indietro per la stanza. Tolse l’elastico
che legava i suoi capelli e li lasciò scivolare fluenti sulle sue spalle. Una
cacata d’oro puro.
Gettò l’elastico
lontano, e fissò il suo volo finché non lo vide sparire nella penombra. Il
fratellino, dal canto suo, aveva seguito ogni sua mossa con particolare
attenzione.
-
Sai che anche lei
è innamorata di te, vero?
Edward si bloccò in
mezzo alla stanza, immobile. Voltò lentamente la testa verso Al, che lo
guardava sorridendo.
-
Lei non è
innamorata di me.
Il minore dei
fratelli Elric rise, enfatizzando la sua risata con ampi gesti delle mani. Ed
sbuffò seccato e incrociò le braccia sul petto. Si avvicinò al fratello e lo
colpì con poca forza sulla nuca.
-
Non è divertente,
Al.
Disse serio.
Alphonse smise di ridere ma non si arrabbiò con il fratello. Anzi, gli sorrise.
A Edward ribollì il sangue nelle vene. Come faceva suo fratello a non perdere
mai la calma? Mai? Roteò gli occhi e osservò la sua gamba sinistra. Picchiettò
con il tallone un paio di volte sul pavimento di legno, producendo un rumore
metallico.
-
E allora perché
piangeva ogni volta che noi, che tu te ne andavi? Perché non riusciva a
sopportare la tua mancanza? Perché i suoi pensieri e le sue preoccupazioni sono
sempre rivolte a te?
Ed sussultò. In
effetti, il rapporto tra lui e Winry non era più come quello di quando erano
bambini. Era cambiato qualcosa. Ma cosa? Quel che era certo, era che non era
peggiorato. Questo era poco ma sicuro.
Sapeva benissimo di
volerle bene. Anzi, di amarla.
Ma che tipo di amore
era? Non era un amore fraterno, come quello che provava per Al. No. era
qualcosa di diverso, di più forte.
Sapeva benissimo
che, quando le aveva detto quella frase, prima di salire sul treno, prima di
andarsene, voleva dire una cosa precisa. Ok, in quel momento, poco prima di
partire, non lo sapeva. Ma ora sì.
-
Due anni fa,
prima di salire sul treno, le dissi una cosa.
Al si avvicinò a
lui, sempre stando seduto sul letto. Ed rimase in piedi, davanti a lui.
-
Le dissi che
volevo uno scambio equivalente.
-
Cioè? Spiegati
meglio.
-
Certo. Le dissi
che le avrei dato metà della mia vita, così in cambio lei mi avrebbe dato metà
della sua.
Alphonse rimase
senza parole. Non avrebbe mai potuto pensare che il suo fratellone sarebbe
stato capace di dire una cosa del genere.
-
Ma...
-
Ma?
-
Penso che lei non
abbia capito. Mi disse che non mi avrebbe dato metà della sua vita. Mi disse
che me l’avrebbe offerta tutta. E poi si è messa a farfugliare qualcosa
riguardo a delle percentuali... ma non è questo il punto. Al, lei ha capito...
-
... che tu la
volevi accanto a te come amica. Che ci sareste sempre stati, l’uno per l’altra.
Giusto, fratellone?
Ed abbassò lo
sguardo. Fissò il pavimento, stringendo i pugni.
-
Mentre tu...
-
Io intendevo
tutt’altro...
-
Cosa, di preciso?
Forza, ce la poteva
fare. Poteva ammetterlo almeno a lui, a suo fratello. Colui con il quale aveva
affrontato la più grande avventura della sua vita. Certo, lui lo sapeva già. Ma
ancora non l’aveva ammesso con le sue parole. Era forte, era stato il grande
alchimista d’acciaio, il più giovane alchimista di stato della storia. Poteva
farcela.
-
Volevo dire
che... il mio desiderio era di passare il resto della mia vita con lei. Le
stavo chiedendo di... di... ah, non lo so Al. So solo che...
Dai, un ultimo
sforzo. Ammettilo, Edward. Ammettilo.
-
Che... che in
qualche modo, volevo farle capire... che la amo.
Al sorrise e si alzò
dal letto. Appoggiò una mano sulla spalla del fratello. Edward alzò lo sguardo,
cercando quello di Alphonse.
-
È di questo che
stavate parlando prima, vero?
-
Vero.
-
Scusa di nuovo,
per averti interrotto.
-
No, Al. Non
scusarti. E’ stato meglio così. Non era il momento, probabilmente.
Al si allontanò da
lui, dirigendosi verso il suo letto.
Anche Ed tornò nel
suo. Si infilarono sotto le coperte e spensero la luce. Passarono alcuni minuti
di assoluto silenzio, poi Alphonse prese la parola.
-
Ed?
-
Sì?
-
Mi fai una
promessa?
-
Quale?
-
Promettimi che
dirai tutto a Winry.
Edward in un primo
momento non rispose. Dire tutto a Winry... non ce l’avrebbe mai fatta! Ma
forse... in un lontano futuro avrebbe anche potuto...
-
Ti prego...
Sorrise. Non poteva
deludere il suo fratellino, non un’altra volta.
-
Va bene, Al. Te
lo prometto.
-
Grazie.
-
Buonanotte...
-
Buonanotte,
fratellone.
Riuscirà Edward
a mantenere la promessa fatta al suo fratellino? Lo scopriremo presto!
Onyria no, Ed non è gay! xD volevo solo
cercare di andare a passo con la vera storia. Ho pensato che se Winry avesse
detto una cosa del genere a Ed nel manga/anime, lui non avrebbe di certo
pensato male. O almeno, io la vedo così! ^.^ Per quanto riguarda la faccenda
dei vestiti, nei prossimi capitoli cercherò di aggiungere qual cosina, ok?
Grazie dei tuoi consigli e delle tue critiche, mi sono davvero utili! =)
Al prossimo
capitolo, baci.
Ele_
divina