Note
dell’autore: Eccovi il terzo capitolo dell’episodio “Impatto
solare” della mia terza stagione con Rose. Spero davvero che sia di vostro
gradimento anche questo capitolo, alla fine ricordatevi di recensire.
Capitolo 3
Vicino alla morte
“Dottore chiuda il portello adesso.” Gridò Scannell, Rose
corse nella sua direzione, preoccupata non vedendolo più rispondere. Le porte
si aprirono e lui era inginocchiato a terra con gli occhi chiusi.
“Dottore!” lo chiamò preoccupata, inginocchiandosi
accanto.
“Sta lontano da me.” Le disse strattonandola lontano, la
ragazza non capì, ma si rese conto che qualcosa non andava. A carponi l’uomo
superò la stanza accasciandosi a terra definitivamente.
“Dimmi che ti succede?” chiese lei, avvicinandosi ancora,
mentre lo vedeva contorcersi, la paura che cresceva.
“Dottore, Dottore.” Chiamò Martha avvicinandosi con Riley.
“Rose sta lontano ti prego.” Le disse ancora una volta
con la voce sempre più sofferente. Le sembrava di rivivere il momento in cui si
era rigenerato, aveva una gran paura di perderlo.
“Che sta succedendo?” chiese Martha.
“Non lo so. Dottore dimmi che sta succedendo?” chiese
ancora Rose, con le lacrime agli occhi. Il Dottore si voltò verso di loro,
appoggiando le spalle alla parete.
“Sta lontano da me.” Disse, stavolta aprendo gli occhi,
rivelando alle due ragazze di essere stato infettato, Rose deglutì spaventata.
“Rose fa come dice.” Disse Martha cercando di farla
allontanare.
“No, Dottore.” Disse disperata tra le lacrime.
“Che sta succedendo?” chiese il capitano, arrivando di
corsa in quel momento.
“E’ colpa tua capitano McDonnell.” L’accusò il Dottore, Riley
e Martha la guardarono, mentre Rose rimase concentrata sul Dottore.
“Riley, vai nell’aria dieci e aiuta Scannell con le
porte, vai.” Ordinò al ragazzo che con qualche esitazione ubbidì.
“Hai scavato nel sole.… e usato la superficie come
carburante.” Accusò il Dottore mentre cercava di contenere la cosa dentro di
lui, le altre due non sapevano che fare, Rose era disperata, doveva trovare
subito una soluzione, doveva salvarlo.
“Dovevi vedere se c’era la vita.” Le urlò ancora.
“Non capisco.” Disse la donna.
“Dottore di cosa stai parlando?” chiese Martha, ma lui
urlò ancora per il dolore.
“Quel sole è vivo, è un organismo vivente. Gli hanno estirpato
il cuore come carburante e ora lui grida.” Spiegò ancora con il dolore che
cresceva.
“Che vuol dire, un sole non può essere vivo, come fa ad
essere vivo.” Continuò il capitano.
“Perché sta vivendo in me.” Disse, Rose si asciugò le
lacrime e gli strinse la mano, non poteva lasciarlo soffrire i quel modo, non
poteva perderlo, si ricordò di cosa avevano fatto per contenere l’altro.
“Rose allontanati.” Le urlò di nuovo.
“Te lo scordi, Martha aiutami a portarlo in infermeria.”
Ordinò, mentre metteva il braccio del Dottore sulla sua spalla.
“Che vuoi fare?” chiese seguendo l’esempio della bionda.
“Lo dobbiamo congelare nella camera di stasi.” Le spiegò
mentre il Dottore si dimenava e urlava dal dolore.
“Lasciate che vi aiuti.” Disse il capitano avvicinandosi.
“Non avvicinarti, hai fatto anche troppo.” L’accusò Rose
fulminandola con gli occhi.
“Devi riuscire a portarmi a meno di duecento gradi.” le
indicò il Dottore, mentre le due lo sostenevano.
“Mi userà per uccidervi.… più ci avviciniamo più aumenta
il legame.” Spiegò ancora una volta tra le urla.
“Martha tu sai usarla vero?” chiese la bionda.
“Certo.” Rispose entrando nella stanza.
“Avanti Dottore resisti.”gli disse Rose, l’altra lasciò la
presa del Dottore e si avvicinò alla macchina per prepararla.
“Rose …. Rose.” Chiamò lui, mentre la bionda lo aiutava a
distendersi.
“Sono qui, eccomi.” Lo tranquillizzò stringendogli la
mano.
“Mi sta bruciando.… non riesco più a tenerlo …. Rose.”
Disse ancora tra le urla, Martha la guardò.
“Potrei ucciderti …. potrei uccidervi tutti. Non voglio che
succeda .… non voglio farti del male.” Disse stringendo la presa sulla mano
della ragazza.
“Ho paura Rose .… ho molta paura.” Le confessò, la
ragazza deglutì lentamente.
“Non voglio andarmene.… devi sapere una cosa .… Rose .…
prima che io muoia.… devi saperlo.” Continuò.
“Non ci provare Dottore, non puoi morire.” Gli urlò, si
avvicinò al suo orecchio.
“Non ti lascio solo, io sono qui per te …. per sempre.”
Gli sussurrò nell’orecchio, il Dottore le strinse ancora di più la mano.
“Devo dirti una cosa” continuò lui.
“Me la dirai sul Tardis, davanti ad una tazza di te
caldo.” Insistette lei forzandosi di sorridere, Martha le si avvicinò.
“Rose è il momento.” Le disse, Rose annuì chiudendo gli
occhi, senza lasciare la mano del Dottore.
“Io sono qui, per te.” Gli sussurrò ancora, per poi
baciarlo delicatamente sulle labbra. Si allontanò da lui, lasciandogli la mano,
mentre Martha con un comando lo faceva entrare all’interno della camera e
impostava i gradi.
Le due sentirono le urla di dolore del Dottore, Rose
chiuse gli occhi e deglutì, continuando a ripetersi che sarebbe andato tutto
bene, che il Dottore sarebbe stato bene. Improvvisamente la macchina si spense.
“No, non potete fermarvi, non ancora.” Urlò il Dottore da
dentro la camera di stasi.
“Che succede? Martha che sta succedendo?” chiese Rose
avvicinandosi all’ altra.
“Non lo so …. io non lo so. Non c’è energia.” Disse
ricontrollando i pulsanti.
“Ok, ok non facciamoci prendere dal panico.” Rifletté
Rose a voce alta, camminando nervosamente.
“Scusate, ma qualcuno ha tolto l’energia dalla sala
macchine.” Disse la voce del capitano dal microfono.
“Chi diavolo c’è lì?” chiese Martha.
“Non vi preoccupate, ci penso io.” Disse la donna. Il
Dottore continuava ad urlare, mentre si scongelava sempre più velocemente, le
due cercavano un modo per far ripartire la macchina.
“Ascoltatemi, ho solo un minuto .… dovete andare a prua
per scaricare i motori, liberate le particelle di sole nei serbatoi.” Disse il
Dottore continuando a dimenarsi.
“Nessuna di noi andrà via, capito!” disse Martha
continuando a pigiare tasti, Rose si fermò.
“Devi andare Martha.” Disse improvvisamente, la ragazza
la guardò.
“Non posso lasciarvi.” Insistette.
“Devi farlo.” Ordinò Rose a voce alta.
“Ma .…” cercò di dire guardando verso il Dottore, Rose la
prese per le spalle.
“Martha, mi serve che tu liberi quelle particelle, ti
prego. Io ho bisogno che tu lo faccia.” Le disse con più calma. Martha guardò
ancora verso il Dottore e andò di nuovo via.
“Dottore, cerca di resistere, capito!” gli urlò Rose
avvicinandosi di nuovo alla macchina.
I minuti continuavano a passare, ma la macchina non si
azionava e lei non sapeva più che inventarsi, improvvisamente il Dottore uscì
dalla camera di stasi.
“Dottore.” Disse avvicinandosi a lui.
“Che ci fai ancora qui?” chiese strattonandola lontano da
lui.
“Non ho alcuna intenzione di lasciarti da solo.”
Insistette avvicinandosi ancora.
“Ti prego Rose, non lo controllo più.” Le urlò
strisciando via.
“Non mi importa, non ti lascio.” Insistette ancora.
“Non riesco a combatterlo.” Disse ancora appoggiando le
spalle al pavimento.
“Devi farlo, non puoi mollare proprio adesso.” Continuò a
dirgli.
“Brucia con me Rose, brucia con me.” Disse aprendo gli
occhi, a quel punto la ragazza fece un passo indietro, urlò ancora una volta,
più forte di prima.
“Rose, va tutto bene?” sentì la voce di Martha arrivare
dal microfono.
“Cerca di muoverti dannazione!” le rispose invece.
Il Dottore aveva richiuso gli occhi e Rose si avvicinò di
nuovo, mentre lui continuava a dimenarsi, ma quando fu vicina, le bloccò le
braccia.
“Brucia con me Rose, brucia con me.” Le disse riaprendo
gli occhi, la ragazza chiuse gli occhi terrorizzata, non riusciva a muoversi.
“Ti prego Dottore, sono io …. sono Rose.” Gli diceva tra
le lacrime. Quella era la prima volta che aveva paura del Dottore, sperava che
Martha si sbrigasse. Riuscì a strattonarlo lontano, in un momento di debolezza,
iniziò a strisciare lontano da lui, ma le afferrò la caviglia, bloccandola.
“Ti prego Dottore.” Lo implorò, sempre più disperata, poi
improvvisamente, lo sentì urlare ancora una volta e vide che i suoi occhi
tornavano normali.
“Dottore?” lo chiamò con la voce che le tremava, lui alzò
lo sguardo su di lei.
“Rose?” chiese intimorito, sicuramente da quello che
aveva appena passato. Gli sorrise tranquillizzandosi, si avvicinò a lui e
l’abbracciò più che poteva.
“Sei tu, sei tornato.” Disse aggrappandosi a lui,
lasciando che le lacrime le bagnassero il viso. Il Dottore la stringeva sempre
di più, ridendo felice per riavere la sua Rose. Martha che aveva corso per
raggiungerli, si fermò a guardarli, lasciandoli il loro momento.
Fine
Capitolo 3