Aquilone
Bella’s pov.
Da piccola avevo un
aquilone.
Era… bello.
Non era nulla di così
speciale, ma era bello, a modo suo.
Era di forma rombica,
colorato; una striscia formata da piccoli triangoli isosceli, di diverse
tonalità, posti l’uno dentro l’altro in ordine crescente che partiva dalla
punta inferiore e si allargava man mano che raggiungeva la parte opposta.
Passava dall’azzurro al verde al giallo e infine al rosso, mentre agli angoli
due triangoli di un bel viola prugna tingevano la tela, donando luce ai colori
centrali. Dalla coda, il filo che lo teneva legato a me si confondeva in mezzo
a tre nastri, lilla, rosso e crema, che ogni volta che ondeggiavano creavamo
mille disegni astratti nell’aria.
Mi piaceva
quell’aquilone.
I colori brillavano
alla luce del sole. In contrasto con quell’oscuro viola i colori prendevano
vita. Grazie alla luce del sole, poi, anche l’ombra nera ne assumeva le
sfumature colorate, dipingendo il terreno ai miei piedi.
Renèe diceva sempre
che una vita colorata è una vita felice. Diceva che il filo della sua vita
doveva essere di uno splendente giallo sole, caldo e frizzante.
Io amo il sole. Lo amavo.
Amavo quando mi
accarezzava la pelle, quando tentavo vanamente di abbronzarmi. Amavo quando
rischiarava il cielo dopo
Amavo il mio aquilone.
Era bello.
Avevo sette anni
quando me lo regalarono. Fu Phil, a regalarmelo.
A quel tempo ero
piccola, e né io né mia madre avremmo mai potuto pensare che quell’uomo sarebbe
potuto, un giorno, entrare nel nostro piccolo mondo.
Mamma voleva imparare
a giocare a baseball. Aveva detto che era il passatempo americano per
eccellenza. Aveva così iniziato a portarmi a numerose partite, per imparare le
“basi”, anche se, come me, non riusciva a seguire molto quel gioco. Alla fine, ammettemmo entrambe
che il motivo per cui continuavamo ad andarci era la sospensione di “Sex and
the City” in tv.
Non ho mai visto “Sex
and the City” da piccola. Mamma lo adorava. Costringeva Phil a guardarlo ogni
volta.
Phil mi ha regalato
l’aquilone.
Era buono, Phil.
Gentile.
Avevo sette anni
quando si presentò a casa nascondendolo dietro la schiena.
Doveva partire. Andava
a giocare in Canada. Vi rimase per quattro anni.
Mi sorrise. Era bello
il sorriso di Phil. Pensai che anche il mio papà dovesse sorridere così. Forse.
Mi diede l’aquilone.
Lo rifiutai,
arrossendo. Non lo sapevo maneggiare, non potevo giocarci, spiegai.
Sorrise ancora. Mi
prese in baraccio, reggendo l’aquilone nell’altra mano. Lo fissai stranita, ma
lui sorrise rassicurante. Andammo in cucina, e disse a Renèe che mi portava al
parco, per insegnarmi a farlo volare.
Mamma venne con noi,
divertita dalla scena.
Parlarono tanto, lungo
il tragitto fino a parco. Io mi limitai a fissare incantata l’aquilone. Volevo
tanto toccarlo.
Ma non potevo. Io
l’avrei rotto. Io non sapevo come usarlo.
Phil mi portò in
braccio tutto il tempo. Mi mise a terra solo dopo che fummo arrivati.
Renèe si sedette sul
prato, poco lontano da noi.
Phil si inginocchiò al
mio fianco e mi tese il giocattolo. Mi disse di toccarne il tessuto.
Lo feci.
Era sintetico, ruvido
e liscio allo stesso tempo. Sfiorai il contorno, lo scheletro, il tessuto,
scendendo verso i nastri chiari, sul filo trasparente. Sentivo calore. Ogni
volta che le mie dita sfioravano l’aquilone, il calore si diffondeva in tutto il
mio corpo. Ne rimasi incantata.
Phil me lo fece tenere
da sola. Poi, mi spiegò come fare per farlo volare.
Lo ascoltai con
attenzione, stringendo al petto il giocattolo. Poi, Phil mi disse di tentare.
Allungò le mani per
riprendere l’aquilone, e io mi scansai stringendolo più forte. Non volevo che
me lo portasse via. Lui sorrise, e mi spiegò cosa voleva fare.
Glie lo lasciai
prendere, ma non gli staccai gli occhi di dosso.
Non volevo che me lo
portasse via.
Si allontanò. Poi, mi
disse di iniziare a correre, tenendo a mente i suoi consigli su come muovere il
filo.
Lo feci. E l’aquilone
si librò in aria, libero dalla presa di Phil.
Lo fissai ammaliata,
senza smettere di correre. Anzi, accelerai. E quello volò più in alto,
supportato dal vento.
Scoppiai a ridere. Il
mio aquilone volava, volava davvero.
E io con lui.
Piansi quando dovetti
tornare a casa.
Quando dovetti
smettere di volare.
Il giorno dopo
ritornai, da sola. Mamma era al lavoro, Phil anche. E così ancora il giorno
dopo, e quello dopo ancora. Per anni.
Ogni volta, prima di
lasciarlo libero nel cielo, confidavo al mio aquilone la mia giornata, i miei
sogni, le mie speranze. Perché il mio aquilone aveva un compito ben preciso.
Lui doveva riferire a papà Charlie tutto quello che mi accadeva.
Mamma aveva detto che
papà era in cielo e, anche se io non lo vedevo, mi avrebbe sempre protetto.
Bastava che gli parlassi, e lui avrebbe sentito.
Ma io avevo una voce
piccola, non sarebbe mai arrivata fin sulle nuvole. E non volevo urlare, non
era buona educazione. Allora, affidai le mie emozioni all’aquilone.
Gli diedi un nome. Rainbow.
Quando la mia
calligrafia fu più leggibile, inizia anche a scrivere lettere, che allegavo a Rainbow. Le facevo volare, alte, sulla scia
colorata dell’aquilone, perché raggiungessero Charlie. E quando lo richiamavo a
terra, sottraendolo al solletico del vento, non aveva più sul suo dorso il mio
foglio di carta.
Lo aveva portato al
mio papà perché potesse leggerlo.
Fino a quando compii dieci
anni, tutti i giorni in cui il tempo lo permetteva, volavo fuori con il mio aquilone,
per parlare con mio padre.
A mamma non avevo
detto nulla. Era una corrispondenza segreta, la mia.
Tante volte gli chiesi
di rispondermi, ma papà non lo fece mai.
Mamma diceva che io
avevo il carattere di Charlie. Era timido anche lui, quindi?
Non lo ricordavo… non
ricordavo niente.
Ma attraverso Rainbow, sentivo che c’era. Sentivo che era con me.
Amavo il mio aquilone,
perché amavo Charlie.
E grazie a Rainbow, ci potevo parlare.
Il mio aquilone era
bello.
Anche Charlie lo era.
Credo.
Charlie era bello?
La mamma si è
innamorata di lui, per forza doveva esserlo.
“Tu non meriti l’amore”
Perché non lo merito?
La luce tinge ogni cosa di un bianco accecante, così puro da venir
detestato. Il nero confà invece all’uomo, che più facilmente si abbandona alle
tenebre.
L’ultima volta tirava
vento. Un vento forte, un vento violento.
“Violenza e sangue fanno parte di te. Tu sei violenza e sangue. E
pianto. E desolazione.
Tu sei un mostro”
Non è vero. La mia
mamma dice… cosa dice la mamma?
...
È Esme, la mia mamma?
Ma io dovevo consegnare la lettera a Charlie. Lo dovevo fare, lo capisci, mamma? Io gli dovevo dire della recita, altrimenti non sarebbe venuto!
E quella volta, invece, era per il regalo, vero? Il camioncino…
Il vento tirava. Iniziò a piovere. Io tentavo di reggere ancora l’aquilone. Ma il vento era più forte.
Pensai “NO!...
… Non voglio! Io non voglio! Non sono la tua spia! Io voglio solo… non voglio far loro del male!”
“Tu farai quello che ti ordiniamo, chiaro?”
Chiamavo aiuto, ma non c’era nessuno. Piansi, tirando il filo.
“Charlie! No!”
Le luci erano rosse e blu. C’era gente. Tanta gente. Papà dormiva
sull’asfalto…
“Altrimenti li uccideremo”
Luci rosse come il sangue…
Il filò si spezzò.
L’aquilone volò via, lontano dalle mie mani, sempre più in altro, tirato dalle correnti, sferzato dalla pioggia.
Come la mia libertà.
Come la sua vita.
Per colpa mia.
Mi avrebbero abbandonato anche loro.
E ricordo il fragore, e il colore. E ricordo di aver pianto.
Perché un fulmine aveva colpito il mio aquilone.
Bruciò, nell’aria, precipitando al suolo.
La sua carcassa ricadde a terra.
“… Sì. Va bene, lo farò”
Renèe urlava, impazzita dal dolore. Io non potevo distogliere lo
sguardo da papà.
Perché la mamma urlava? Papà stava solo dormendo…
Mi avvicinai a Rainbow.
Non piangevo.
Nemmeno quella volta piangevo, in effetti.
Avrei pianto, almeno, per la loro morte?
La lettera bruciava ai
miei piedi, accartocciandosi su se stessa, lentamente, come a volermi deridere.
“Sei violenza, e distruzione. Sei
E a quel punto capì.
Charlie era morto.
In un modo o nell’altro, sarei stata la causa della morte dei Cullen.
Non avrei mai più
potuto avere Charlie vicino a me.
E a quel punto, urlai.
Avrei voluto, almeno durante la mia incoscienza, che i
ricordi mi lasciassero in pace.
Invece...
Perché? Perché diavolo
ogni volta che ero felice doveva succedere qualcosa?
Questo pensiero [questa verità] accompagnò le lacrime che mi
scorrevano sulle guance, mentre con riluttanza riacquistavo la piena coscienza
di me, guidata da un brusio indistinto.
Alla fine, sarebbe stata colpa mia. Anche la loro morte.
Io ero un mostro. E i mostri distruggono ogni cosa.
Soprattutto ciò che amano di più.
Due mani fredde mi stavano sfiorando la fronte in ansiose
carezze.
Avrei voluto dire gridare a Carlisle di smettere di fare
così; di non provare ad aiutarmi, a curarmi, a farmi star bene.
Avrei voluto allo stesso modo inveire contro Eleazar, che
invece di disprezzarmi si dava la colpa, credendo che il mio perdono per lui
non fosse che una lontana illusione.
Avrei voluto urlare agli altri di smetterla di preoccuparsi
per me, di lasciarmi morire, di porre fine a tutta quella mia sofferenza.
L’unica cosa che avrei voluto chiedere loro era di
uccidermi.
Uccidermi, e porre fine a tutto quello.
Mandarmi a scontare tutti i miei peccati tra le fiamme
dell’Inferno, pur di trovare pace. La mia pace.
Le voci mi giungevano confuse e ovattate, distorte.
Era uno strazio. Mi trapanavano il cervello, così…
Ero confusa, stordita. Non capivo, non capivano.
Perché? Perché non
capivano?! Perché?!
Perché mi volevano costringere ad aprir loro gli occhi?!
“Perché… state facendo tutto questo?”
Finalmente ottenni il silenzio. Mi sentii osservata, più di
prima.
Pensavo di aver solo immaginato quelle parole. Invece, a
quanto sembrava, le dovevo aver pronunciate ad alta voce.
Con difficoltà riaprii gli occhi, sbattendo le palpebre per
spazzar via le lacrime che mi istruivano la vista.
Cullen e Denali circondavano il divano su cui ero distesa,
le facce stravolte dalla paura.
Inginocchiati vicino a me, Carlisle ed Eleazar mi fissavano,
chini sul mio volto.
Vidi le labbra di Carlisle muoversi. Forse si stava
rivolgendo a me, ma non ne ero sicura.
Qualche giorno fa sognai un aquilone, un aquilone che volava
alto, molto alto.
Mi ricordo di aver paragonato l’aquilone di quel sogno alla
mia felicità.
Volava alto, sempre più alto, imitando l’ascesa dei miei
sentimenti. Ma mi ero dimenticata il perché, da quel sogno, mi ero risvegliata
in lacrime.
Il filo dell’aquilone si era spezzato. Era tutto finito.
Proprio come con Rainbow.
E non volevo, per l’ennesima volta, veder scivolar via dalle
mie mani ciò che più avevo caro al mondo.
Stavolta sarei stata io a lasciarlo andare.
Mi alzai lentamente, rimettendomi in posizione eretta e
sbattendo per un attimo le ciglia, eliminano l’ostacolo delle lacrime.
Spostai lo sguardo verso di loro, fissandoli uno per uno,
senza realmente vederli, fino a posare il mio sguardo su Carlisle.
“Ti senti bene?” chiese.
Sbattei le palpebre. Per l’ultima volta avrei trasgredito
agli ordini.
Per ripagare calore che mi avevano donato in quei brevi mesi.
“Perché ti stai preoccupando per me?” chiesi atona.
Si fermarono tutti, sorpresi dal mio tono calmo e razionale.
Perché mai, poi? Avevo fatto una domanda più che lecita. Mi sembrava ancora
così strano che tutti si dessero tanta pena per me...
“Stai bene? Senti dolore?” chiese Eleazar, apprensivo.
Spostai lo sguardo su di lui, senza prestargli attenzione (o
forse non vedendolo realmente), per poi tornare a guardare Carlisle.
Sentivo di doverglielo, almeno a lui che per un attimo aveva
creduto in me.
“Perché vuoi prenderti cura di me?” ripetei calma “Non sono
tua figlia”
Sentii i Cullen irrigidirsi. Con la coda nell’occhio, vidi
Esme che più di tutti, forse, era stata colpita dalle mie parole. Sembrava
sull’orlo delle lacrime.
Carlisle sembrò, invece, non aver nemmeno sentito le mie
parole. Mi prese una mano tra le sue e, pacato, rispose: “Mi pare di averti già
fatto questo discorso. Tu sei mia figlia, lo sai”
“Ma tu non sei mio padre” riposi quasi con ovvietà. Per un attimo,
gli occhi di Carlisle si fecero vitrei.
Mi liberai dalla sua presa con gentilezza, e ripresi, calma.
“Io non ti considero mio padre” ripetei “Non potrei mai. Io sono qui soltanto
perché è mio dovere distruggere la tua famiglia, Carlisle”
Un altro tuono squarciò il silenzio che si era creato,
amplificandolo. Che buffo, il lampo abbagliante aveva per un secondo illuminato
i tratti dei presenti, infondendo loro un’aria ancora più grave. Sembrava una
scenografia trita e ritrita di uno di quegli splatter tragici senza futuro che
davano sempre in televisione.
“C-che cosa stai dicendo?”. Jasper. Il riflessivo, composto
Jasper. Abituato com’era a mantenere calma e controllo, era logico che fosse
lui il primo a riprendersi e a partire con le domande.
Mi voltai verso di lui per fissarlo negli occhi. Si era
spostato leggermente in avanti, pronto a proteggere Alice, se necessario. Era
pronto a combattere. Eppure, nei suoi occhi leggevo tormento, e disperazione.
Per me?
Ne dubitai.
“Esattamente quello che ho detto, Jasper” risposi tranquilla
“Io sono stata mandata qui con il preciso compito di distruggere il clan
Cullen”
“Tu menti”
Mi voltai a fissare Edward con solo un accenno di sorpresa
negli occhi.
L’immagine di quell’angelo straziato sarebbe rimasta impressa
nella mia memoria per sempre, ma in quel momento non mi toccò. Non mi toccò il
suo sguardo straziato dal tormento, la sua postura rigida, il tremore delle sue
membra.
Una macchina non prova pietà, giusto?
“Perché dovrei mentirvi?” risposi “Ti ho detto che io non
posso affezionarmi a voi”
Schioccò la lingua, nervoso. “Mi pareva di aver chiarito questo
punto, o sbaglio?” ringhiò.
Che buffo che era. Come poteva pensare che lui, un misero
vampiro, da solo avrebbe potuto sconfiggere l’intera Guardia?
“Non ci posso credere”.
Il sussurrò di Eleazar venne seguito da un’imprecazione da
parte della sua compagna. Fissai entrambi per un breve momento.
“Dimmi che non è quello che penso” sussurrò Carmen, quasi
implorandomi.
“Pensavo che due Guardie scelte ci sarebbero arrivate prima”
commentai.
Pensavo che appena mi avessero visto lì, in mezzo ai Cullen,
lo avrebbero capito subito. Pensavo che mi avrebbero eliminato immediatamente,
invece...
Che buffo, forse le teorie di Aro su quanto il sangue
animale annebbiasse il cervello erano vere.
“Non può essere!” esclamò Carmen “Aveva detto che mai...”
“Parliamo sempre di quel gran bastardo di Aro, Carmen”
sibilò Eleazar “Con lui, tutto diventa possibile. Ucciderebbe persino sua
moglie se ciò gli conferisse maggior prestigio e potere”
“Di che accidenti state parlando, tutti e tre?” sbottò
Emmett furioso. “Per quale maledetto motivo Aro dovrebbe darci rogne? E perché
“Allora dovresti uccidermi subito, Emmett. Anche se forse
poi ti ritroveresti contro tutta Volterra” dissi tornando a fissare il
capostipite dei Cullen, ancora inginocchiato di fronte a me.
Carlisle non aveva distolto gli occhi dal mio viso. Era
serio, attento, e sospettai molto turbato da tutti quei discorsi. Ma era anche
un bravo bugiardo, e sapeva come nascondere tutte le sue emozioni dietro una
maschera di inflessibile distacco.
Gli sfiorai il volto con due dita, dalla tempia al mento,
distendendo quella sottile ruga della fronte, unico segno della sua ansia.
“Ti sei fidato troppo in fretta di me, Carlisle” dissi con
una punta di dolcezza nella voce “Non avresti dovuto. Ho ripagato la tua
generosità condannandovi a morte. Io... io in questa casa fungo da esca. Fungo
da esca per attirare i Cullen nelle schiere di Volterra”
L’assenza di reazioni da parte di tutti gli altri fu, quasi
ridicolmente, prevedibile. Ciò che mi sorprese fu invece la reazione di
Carlisle. Si alzò, allontanando la mia mano come fulminato, indietreggiando di
due passi senza però perdermi di vista.
Riabbassai la mano senza interrompere il contatto tra i
nostri occhi. Avevo ottenuto ciò che volevo, no? Si era finalmente reso conto
della grane infame che ero, giusto?
E allora perché il mio cuore bruciava così tanto?
“Bravo. Devi proteggere la tua famiglia, Carlisle, non me”
dissi solo “Io appartengo a Volterra”
“Appartieni ad Aro,
giusto? È questo che sta cercando di dirci?!”. Il ringhiò furioso di Edward saturò
l’aria.
Trattenni un sorriso. Sbaglio, o quella sera pareva non
riuscire a trattenere le sue emozioni come al solito?
“Dov’è la differenza?” sussurrai.
Ma prima che potesse replicare, Tanya intervenne. “Papà,
mamma, di che cosa state parlando?”
Eleazar sospirò e tornò a fissami, e Carmen prese la parola. “Aro ha sempre avuto... diciamo
delle mire nei confronti del clan Cullen” disse la donna “Aro ti teme.
Carlisle. Ti ha sempre temuto. Hai una visione della vita completamente diversa
dalla sua, e questo lo spaventa. Ha visto l’influenza che eserciti sulle
persone, ha visto quanto le tue idee trovino facilmente un vasto pubblico
disposto a seguirle, e senza che tu debba ricorre alla violenza! E se non
bastasse questo, sei comunque tollerante e disponibile verso tutti,
indifferente alle disuguaglianze vigenti tra voi. Ti sei fatto amico di tutti i
clan che a lui danno più noie. E bada, non sei un loro alleato, ma un loro amico. I tuoi legami sono più profondi
di quelli che lui crea basandosi sul terrore che incute la sua figura. La sua
egemonia è basata su paura e violenza, mentre la tua sulla tolleranza. Hai
amici potenti, che si schiererebbero volentieri al tuo fianco in caso di
battaglia. In più, nella tua famiglia sono presenti elementi dalle potenzialità
illimitate, che metterebbero in difficoltà anche i combattenti più esperti di
Volterra”
“Sono secoli che Aro si finge tuo amico, Carlisle” prese
Annui tra me e me. Tutto tornava.
Quel movimento destò l’attenzione di Eleazar, che tornò a
fissarmi. “Ma non riesco a capire... come la tua presenza possa influenzarli”
disse.
Un sorriso amaro piegò le mie labbra.
“Le loro reazioni non bastano come esempio?” dissi senza guardare nessuno in
particolare, ma facendo scivolare lo sguardo su tutta la stanza “Aro aveva
bisogno di una spia all’interno del clan Cullen, ma sapeva che con un dono come
quello di Edward era impossibile che qualcuno dei suoi fidatissimi potesse
riuscire a introdursi in questa famiglia. E sapeva che io stavo morendo. Se
fossi rimasta un altro paio di anni in quel luogo, sarei impazzita, diventando
molto probabilmente l’ombra di me stessa, inutile per lui. Decise così di
prende due piccioni con una fava, credo si dica ancora così. Io avrei funto da
spia, grazie al mio scudo mentale, e intanto avrei ripreso le forze”
Una volta mi avevano detto che dire
la verità dopo averla a lungo taciuta rende l’anima più leggera.
Eppure, a ogni parola da me pronunciata
stavo sempre peggio.
Alzai gli occhi al soffitto,
riordinando i pensieri.
“Credo che... il primo pensiero di
Aro, una volta che divenni di sua proprietà, fosse sviluppare i miei poteri e poi
scatenarmi contro di voi, costringendovi o alla morte o a un’alleanza con di
lui. Ma credo di aver deluso le sue aspettative, visto che non sono la gran
combattente che si aspettava”.
Mi scappò una risatina. Era
assurdo... era tutto così fottutamente assurdo... Volevo urlare gridare, distruggere
qualcosa, invece... invece stavo lì, calma e tranquilla, discorre con loro dei
piani di un folle.
“Penso che Aro ti abbia convito a
venire a Volterra presentandomi con una scoperta eccezionale, Carlisle. Facendo
leva sulla tua seta di conoscenza, insomma. Ma sono anche sicura che Aro
sapesse che, una volta narratoti le condizioni in cui vivevo laggiù, la tua
compassione sarebbe comparsa, impedendoti di lasciarmi anche un solo altro
istante laggiù. Che buffo... Aro sa sempre gli esatti tasti da toccare per
smuovere gli altri”
Scossi il capo, per poi puntare gli
occhi in quelli Carlisle. “In quanto a me, appena ho avuto dinnanzi la
possibilità concreta di evadere da quel posto, non ho esitato un istante. Avevo
capito che c’era qualcosa dietro, anche che molto probabilmente ti avrei messo
in percolo, ma... ma volli essere egoista”
Feci nuovamente mente locale, tornando
al mio racconto prima che uno di loro potesse interrompermi. “Per un istante,
appena usciti dall’aeroporto di Seattle, pensai di fuggire” ammisi “Scappare
lontano e passare la vita
“Settimane?” disse Alice. La sua voce era un debole pigolio
indistinto.
Annuii. “Non avrei mai pensato che Aro potesse separarsi dal
suo esperimento per più di qualche settimane. Invece, sono trascorsi quasi tre
mesi. Per un po’ mi illusi che forse Aro mi volesse davvero concedere
Tacqui, e nessuno aprì la bocca, tutti troppo sconvolti da
quelle rivelazioni orripilanti.
Ma loro avevano voluto sapere
Una risata isterica irruppe nel silenzio.
Fissai incuriosita Edward, che puntava il suo sguardo verso
un punto impreciso della stanza sghignazzando senza ritegno.
Si scompigliò i capelli con una mano, portandosela poi alle
labbra, tentando di reprimere quella risatina incontrollata.
I suoi occhi erano gelidi, carichi di rabbia. Stonavano con
il suo sorriso, facendolo apparire pazzo.
“Ed...?” lo chiamò Garrett, preoccupato un po’ come tutti
per la sua sanità mentale.
“Sto bene. Benissimo” disse Edward anticipando
E scoppiò nuovamente a ridere, ilare, mentre la furia balenava
nelle iridi color miele.
“Non ti sto mentendo. È la verità” affermai, guardandolo.
“Oh, questo lo so”
disse, fissandomi “Quello che invece non capisco è come pensi che avresti
potuto cambiare quello che tutti sentiamo per te dicendoci la verità”
“Prego?” chiesi, confusa.
“Pensi davvero che ora che finalmente, lasciamelo aggiungere, ci hai detto tutta la verità,
noi ti riconsegneremo a quel... mostro,
e ritorneremo alle nostre esistenze come se tu non fossi mai apparsa nelle
nostre vite?”
Iniziavo a irritarmi di quel suo tono indisponente. Non
l’avevo mica chiesto io che si affezionassero a me. Anche io li amavo, e avrei
dato la mia vita per loro. Li avrei protetti a qualsiasi costo. Ma non era
colpa mia se io ero una schiava e loro no. Se io sarei dovuta tornare a soffrire
e loro no.
Io li avrei protetti a costo della mia vita. Non mi sarei di
certo messa a fare scenate come qualcuno.
“Oh, scusa tanto.
Non mi ero resa conto dei tuoi straordinari
poteri” replicai acida, incrociando le braccia “E dimmi, mio eroe, hai
intenzione di sconfiggere Volterra con le tue sole capacità, o porterai qualche
altro cretino a morire con te? Giusto per sapere, sai, nel caso al tuo funerale
dovessimo piangere anche altri caduti”
Il labbro superiore di Edward si arricciò, scoprendo i
denti, aggressivo. “Non ti lascerò tornare lì a morire, mettitelo in testa”
sibilò.
Stavolta fu il mio turno di ridere, scettica. “Non credo che
abbia bisogno del tuo permesso, sai? Non sono una bambina”
“Ma ti comporti benissimo come tale!” ringhiò lui.
Mi alzai, pronta a fronteggiarlo. “Scusami? Senti un po’,
tu, non ti permetto di farmi la paternale! Non hai idea di ciò che ho passato
io, laggiù...”
“Questo perché tu non ne parli mai!” replicò lui, alzando
ancora i toni, iniziando ad avanzare verso di me proprio nello stesso istante
in cui lo facevo io.
“E cosa vuoi che ti dica? Non credo che ti farebbe molto
piacere sapere i vari metodi di tortura che ho dovuto subire nel corso della
mia vita!” ringhiai avanzando verso di lui.
“Ma sembra che non ti siano poi tanto dispiaciuti, se brami
dalla voglia di tornare in quella fogna!” urlò lui, ormai a un palmo da me.
Come poteva pesare una cosa simile? Non capiva perché lo
volessi fare? Per chi?
“Oh, ma certo! Non vedi, tremo dalla gioia di tornare a
subire violenze e a uccidere innocenti! Mi manca l’essere costretta a nutrirmi
di sangue umano e a farmi chiamare con gli epiteti più spregevoli che esistano!
Sono masochista, pensavo l’avessi capito!” urlai.
“È un problema tuo se ti piace farti del male, ma non ti
permetterò di immolarti come un agnello sacrificale! Cazzo, Isabella, io...”
“Certo, tu. Se il
problema è che non mi vuoi sulla tua coscienza, benissimo! Dimenticami! Ma non
impedirmi di fare quello che voglio!”
“Ma ti senti quando parli?! Quello che vuoi?! La tua massima aspirazione farti ammazzare o essere schiava di quell’essere
per tutta l’eternità?”
“Se significa sapervi al sicuro sì!” urlai furiosa,
alzandomi sulle punte per fronteggiarlo. Accidenti, ma quando diavolo era alto
questo idiota?!
“Benissimo!” sputò “Vuoi farti ammazzare tornando in Italia?
Bene, vai! Ma io verrò con te!”
“Forse non ci siamo capiti bene” iniziai, tremando per
riuscire a restare calma “Credo di aver sopravvalutato la tua intelligenza.
Quale parte di <
“Tu puoi fare quello che vuoi, mentre io non posso?”
“Non è questione di volere, maledizione!” gridai “Dammi un
motivo valido per giustificare questa tua ultima cazzata! La tua vita ti rende
tanto infelice da farti contemplare il suicidio? È questo che vuoi, lasciare
tutto e morire? O forse l’idea di essere un brattino nelle mani di Aro ti
aggrada a tal punto da farti abbandonare la tua famiglia?!”
“Se tutto questo significa proteggerti e starci accanto sì,
lo farei!” urlò lui di rimando “Lo farei cento, mille volte ancora pur di
saperti al sicuro!”
“MA SEI CRETINO O COSA?!” urlai “Vuoi gettare tutta a tua
vita al vento per una che consci da meno di tre mesi?! Guarda qua” dissi,
indicando con la mano i presenti “Questa
è la tua famiglia. Queste sono le persone che devi proteggere! Loro, non me. Loro! Non una cretina che per un po’
d’aria fresca era pronta a vendervi al demonio!”
“Non iniziare a fare la vittima, ora!” sbottò lui “Non sei
una sconosciuta. Tu sei la mia famiglia!”
“Ti affezioni proprio a tutti, vedo” dissi dura.
“Non ti lascerò tornare laggiù” promise, lo sguardo
infuocato.
“Bene, benissimo!
Perfetto! Sono curiosa di vedere come ti farai ammazzare!” sbottai alzando le
braccia in aria “E dimmi, hai pensato a cosa farebbe la tua famiglia, dopo la
tua inutile e sciocca dimostrazione di stupidità? Ti sei fatto un’idea di cosa
lasceresti dietro di te, o come tuo solito hai pensato solamente a te stesso?
Come reagirebbero i tuoi fratelli? E tua madre? E tuo padre? Abbandoneresti le
persone a te più care per una che non vuole il tuo aiuto?”
Si morse il labro, finalmente preso in contropiede. Era un
tiro sporco, lo sapevo, giocare sul dolore che avrebbe arrecato alla sua
famiglia. Ma dovevo tentare il tutto e per tutto pur di salvarlo. Tutto.
Se lui non fosse sopravvissuto, non avrei saputo che fare.
“Ovviamente noi andremo con lui”
Mi voltai raggelando verso Esme, che mi fissava con lo
stesso sguardo di infuocata determinazione del figlio. No... non era possibile,
era un incubo...
“Se mai dovesse accaderti qualcosa sta tranquilla che non
sarebbe solo Edward a combattere per salvarti” disse decisa, senza darmi la
possibilità di distogliere lo sguardo.
“Dammi... dacci la possibilità di proteggerti” aggiunse
calmo Eleazar, trovando la sua famiglia concorde. Come poteva anche loro... anche
loro...
“Non devi affrontarli da sola, Isabella” disse Tanya
dolcemente.
E come un sol uomo, Cullen e Denali, animati dalla stessa
scintilla, annuirono alle parole sue parole.
No... Vi prego, no...
non per me...
Nel mio sogno, l’aquilone volò via, in alto, sempre più in
alto.
E poi, improvvisamente, cadde al suolo avvolto dalle fiamme,
punito per aver sfidato la potenza del Sole.
Il destino dei Cullen era segnato.
“Visto? Qui siamo tutti pronti a morire per te” disse Edward
“Io morirò per te, se necessario”
In trappola. Mi sentii in trappola.
La rabbia, la paura e il tormento presero il sopravvento,
rendendo tremolante la mia vista, appannandomi il cervello. E sapere che Edward
sarebbe morto per me fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Quando le prime lacrime scesero dai miei occhi schiarendomi
la vista, mi ritrovai con un braccio alzato, la mano aperta a palmo. Di fronte
a me, Edward aveva la testa piegata verso sinistra, l’ombra della mia mano
sulla guancia.
“Vuoi morire?” sibilai. Tremavo. “Benissimo. Muori. Ma non aspettarti che pianga per
te, dopo”
Gli diedi le spalle e mi intanai nella mia stanza,
richiudendomi violentemente la porta alle spalle.
Poco dopo, l’eco di un ringhio frustrato precedette di poco
lo sbattere della porta d’ingresso.
Scivolai lungo la parete, portandomi le braccia al petto, e
prima che i singhiozzi mi precludessero l’udito riuscii a sentire Emmett
sospirare:
“E anche oggi dovrò intonacare la porta”
Ben tornati a tutti al solito tramtram quotidiano!
Spero vi siate divertiti in vacanza, e che abbiate passato un'estate incredibile. Io mi sono divertita, e tanto per la cronaca sto affrontando il primo liceo classico [terzo anno di liceo, tradotto] con stile, cioè ammalandomi la terza settimana. E, botta di sincerità, aggiorno solo perchè sto male e sono riuscita a scrivere. Bah!
Allora, allora, allora, parliamo di questo capitolo. Bella è ovviamente sotto shock, per questo è così ripetitiva, oltre a essere così calma e traquilla. Ha fatto esplodere il salotto dei Cullen e ora si è momentaneamente placata. Mentre Edward ha rivelato il suo lato psicotico. Carina, vero, la risata isterica? Non so perchè, ma io lo vedo troppo come pazzo maniaco. Poi dite voi. Altra notizia, ho iniziato a revisionare tutti i capitoli, QUINDI molto presto li aggiornerò: dico questo perchè i primi sono assolutamente, completamente differenti, quindi, mi fareste cosa gradita se li rileggeste una volta aggiornati, anche senza lasciare un commento.
E ora, rispondiamo alle recesioni:
Lau8910: Welcome in our big crazy family! Sono contenta di
scatenare tanto entusiasmo! Mi dispiace essere mancata per così tanto tempo, ma
ho avuto un’estate movimentata e con l’inizio del liceo sono stata sommersa di
lavoro. Goditi il capitolo, a presto!
vanderbit: Welcome in our big crazy family! Mi dispiace ancora, ma
questo capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere… spero che sia
venuto bene, tutto sommato. Si sono svelati molti altri altarini, ma non tutti.
Tenterò di mettere altre verità sconvolgenti qua è là! Per quanto riguarda la
storia d’amore, è leggermente lontana, ancora, ma non troppo. Edward è deciso,
ma Bella ancora di più. Vedremo poi come si svolgerà. Un bacio.
gemellina_93: Prezzemolina! Hai cambiano nick?
È carino! Addirittura Bellatrix? xD Sai che vorrei iniziare a scrivere una
raccolta su HP? Ma si vedrà poi... bah! Ho troppa ispirazione e poco tempo!
Povera Bellina e Povero Eleazar! Vediamo come reagiranno tutti in questo
capitolo. Un enorme abbraccio!
ColeiCheAmaEdward: Viv! Come stai? Ti è
arrivata la mail? Va tutto bene? Spero di sì. Nell’ultimo capitolo ti ho
davvero trasmesso tanto? Eleazar è fantastico, mi piace come personaggio. Credo
che la sua psicologia sia molto complessa. Libero ma in un certo senso ancora schiavo
verso i Volturi. Molto probabilmente perché era lì che aveva acquistato il suo
prestigio. Lì era cresciuto, e, dopo essere stato a lungo un diamante di
Volterra, fuori da lì credo si senta spaesato, fuori dal mondo, esposto. Ma
Eleazar ha sempre avuto un cuore, è questo che l’ha spinto a lasciare Volterra.
Ormai non riusciva a vivere più seguendo il regime dei Volturi. Inoltre, ha
sempre saputo la sorte che sarebbe toccata a Bella, senza però credere che le
torture a cui l’hanno sottoposta potessero effettivamente venir usate. Pensava
solo la tenessero lì prigioniera, e invece no. Per questo tende a prendersi
(giustamente) la colpa. Bella si ricorda perfettamente di ogni istante da
quando ha visto il suo amico morire in poi. Mentre a sua memoria umana tende a
svanire, dalla sera della sua trasformazione tutto resta nitido, perciò si
ricorda di Eleazar così bene.
MimiMiaotwilight4e: Ciao bellissima! Hai visto, ce l’ho fatta ancora a
risorgere dal mio torpore! Con un capitolo niente male, dopotutto. Eleazar… sai
che lo amo? È un personaggio così complesso e misterioso che non si può non
rimanere ammaliati da lui. Anche se dice certe cose brutte a Bella. Non si fa,
non si fa… Sono contenta per l’immagine che ti ho trasmesso di Edward, un
angelo straziato, era proprio quello a cui miravo. La sua immagine, non il
fatto che soffra! E spero di non aver deluso con Bella. Mentre Esme, ah, Esme è
il mio idolo! E avrà una parte importante nel prossimo capitolo! W la mamma
Cullen! A proposito dell’amicizia su Faccialibro, non so se mi è arrivata o tu
ho già aggiunto, perdona la svista, ma se nel caso ti avesse già tra i miei
amici di faccia libro, visto che in chat non sono molto presente, scrivimi sulla
bacheca, per favore. Un bacio!
Human_: welcome in our big crazy family! Tranquilla, se vuoi la
scorta eterna di Kleenex te la pago io. Sono felicissima di riuscire a
scatenare emozioni simili in te. Scrivo appunto per regalare emozioni, e
sinceramente non mi piace chi scrive tanto per fare. Lo trovo un po’ brutto…
spero di aver scritto abbastanza bene anche questo capitolo, forse un po’ più
lontano dalla mia ottica. Non vorrei aver esagerato, ma doveva essere così.
Comunque, tutto si svelerà anche nei prossimi due capitoli. Alla prossima.
_zafry_: carissima! Sto
seguendo la tua ficcy, ma non trovo veramente mai il tempo di recensire come
merita. Spero di poterlo fare ora che sono malata. Anche io vivo in un mondo
felice, infatti ho sempre paura a scrivere questi capitoli più oscuri e
macabri, temo sempre di esagerare. Spero di non aver esagerato neanche questa
volta. Alla prossima, un bacio!
Bella_Cullen_1987: Cara, bentornata! Sono contenta che ti piaccia
ancora la storia. E sono felice che ti abbia invogliato a postare. Non vedo
l’ora di leggere qualcosa di nuovo. Eleazar è costretto a essere stronzo per
salvaguardare la sua famiglia – alla fine, Bella per lui rimane un’estranea –
ma fa bene a strigliarla costringendola ad aprire gli occhi. Deve toccare il
fondo, prima di poter risalire… alla prossima!
Smanukil: Carissimo! ho visto che mi hai aggiunto su faccia
libro (uso l’italiano per stare sul sicuro, eheh!). Ti chiedo perdono per non
aver ancora parlato con te via chat, o comunque non ti ho ancora ringraziato
per avermi aggiunto. Lo farò a breve! A proposito, se vuoi posso eleggerti mio
correttore di lingue straniere! Devo revisionare l’intera storia, quindi, se
hai notato alcuni errori nei titoli in inglese, non esitare a comunicarmelo!
Passando al capitolo, creare casini è il mio lavoro principale: sinceramente
provo un piacere quasi sadico nel vederli in difficoltà. Purtroppo, il capitolo
non mi convince troppo, sai? questo, non il precedenze. Però va benissimo! In
quanto a bei libri, ancora non ho trovato nulla che mi appassioni veramente
tanto. Ho letto CIME TEMPESTOSE e ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, e l’ultimo l’ho amato
in particolar modo. Poi sto leggendo Calvino, per poi passare a CAOS CALMO, ma
ancora è tutto da vedere. Appena troverò un bel libro te lo farà sapere
immediatamente! A presto!
LazioNelCuore 1711: cara! Ben trovata!
Sono contenta di sentirti! Addirittura merito la deliranza?! Quale onore! xD
adoro Jhonny Depp, sai? ho sempre pensato che Edward sarebbe capace di staccare
la testa ad Alice quando si tratta di Bella, come del resto Alice lo farebbe
per Jasper. (non so perché utilizzo loro due. Forse perché voglio scrivere
qualche scena fratello/sorella con loro), questa è la parte di Bella, in cui
lei la prende razionalmente, non elaborando bene ancora ciò che è successo.
aLbICoCCaCiDa: carissima! Ecco
fatto! Ho guadagnato una nemica! Alla fine ho dovuto dividere Edward e Bella
per divergenza di idee, ma adesso dovrò pur rimetterli insieme, no? In fondo,
la storia si incentra su di loro. E neanche si sono realmente dai un bacio! Non
va bene, così, non va proprio bene! Ho visto che hai lasciato due capitoli, e
che la tua storia, al contrario della mia, procede su un terreno pianeggiante.
Che bello, un po’ di amore! xD Alla prossima! :*
titty88: chiedo
perdono per il principio di astigmatismo che sto causando, ma ho visto che
Erika ha provveduto a porre dei pulsanti per aumentare il carattere. Santa
admi! Spero che il pov di Bella non ti abbia deluso, alla prossima!
bigia: sono onorata per le
tue parole! Grazie per i complimenti che non merito affatto, è sempre bello
riceverne. L’immagine finale con la distruzione del salotto di casa Cullen è
parallela al crollo psicologico di Bella, che non solo ricorda ciò che le è
successo a Volterra, ma anche i suoi precedenti trascorsi brutti. La morte di
Charlie per cui si da la colpa, la rovina dei Cullen e tutto i resto… Insomma,
si è leggermente arresa. Capita a tutti. Spero di non aver completamente
strafatto con questa seconda parte. A presto.
Giulia miao: sarebbe troppo bello
e troppo facile far mettere Bella e Edward insieme. E sarebbe troppo scontato
anche far finta che i cattivi siano solo i Volturi. Tutti hanno un ruolo, in
questa recita. Ovviamente Bella tende a darsi la colpa di tutto, un po’ per il
suo carattere, un po’ per quello che ha dovuto subire. Bah, speriamo per il
meglio! Un saluto!
irly18: Ciao Fede! Chiedo
venia, chiedo venia! Non temere, non voglio attentare al tuo stato mentale, non
potrei mai farlo! In quanto alla mia vita privata, me la passo più che bene per
ora? Tu, invece? Riguardo al capitolo hai ragionissima, segnerò Ed e Bella ad
un corso per l’autostima! Spero di non incappare nella tua ira funesta con
questo aggiornamento in superritardo, ma ormai lo sai che sono fatta così! Un
bacio!
valinacullen89: una
bella litigata è quello che ci vuole! No, non è vero, non posso farli litigare
a lungo… o forse sì. Bah, si deciderà poi! Ma povero Eleazar, perché odiare
lui, povero bimbo? È così buono… bah speriamo di riabilitarlo presto. Un bacio!
MusaTalia:
Carissima! Com’è andato l’esame? Bene, spero. Io ho iniziato l’ultimo triennio
al classico, e devo dirti che l’ansia per la maturità già sta attanagliando il
mio povero cuore, e i miei poveri nervi! xD E’ stato tanto difficile? Visto che
Eleazar ha avuto una parte sorprendente nel precedente capitolo, manterrò la
suspence finché posso! Comunque, lui si sente praticamente il boia di Bella, ed
è disposta a fare qualsiasi cosa pur di aiutarla. Ovviamente, questo verrà
spiegato più avanti. Ovviamente, con il suo carattere severo e “militarizzaro”
(perdona la parola puramente inventata) forse è l’unico che riuscirà a
scrollare Bella. O forse no. Comunque, per quanto riguarda l’Evoluzione, è
stata una sorpresa anche per me. Ho sempre pensato che per i Vampiri debba
esserci stata una breve evoluzione: magari, nella preistoria, mentre noi
eravamo semplici scimmie che si bruciavano con i fulmini, loro erano già
arrivati al periodo classico greco. per la freddezza di Bella, c’è da dire che
ormai è arrivata al punto di non ritorno. Tra un po’ scoppierà, o è già
scoppiata. Mi dirai tu di questo capitolo.
lisa76
: ciao lisa! Alla fine, bella è forse quella che soffre di più, sebbene
tenda sempre a minimizzare i suoi problemi. Anzi, proprio perché non parlarne
mai fa di lei quella povera, dolce vampira complessata che ci piace tanto.
Eleazar ha capito che, alla fine, è l’unico al di fuori della famiglia che può
farla reagire, perché lui vuole il bene di Bella, e grazie al suo addestramento
militare è disposto anche a farla soffrire pur di vederla felice. I denali e i
Cullen sono troppo uniti per continuar a lungo questa “lotta”: certo, se
Eleazar o chi per lui toccasse bellina, beh, lì ci sarebbero fuoco e fiamme, ma
questo non succederà mai. Vedremo poi come aggiusterò le cose. Un bacio!
Fc27: sono
contenta che ti piaccia! Ovviamente Eleazar ha una sua visione del mondo, ma
essendo principalmente buono è sempre portata a fare la scelta giusta.
Ovviamente credo che Eleazar si senta legato a Bellina, un po’ come tutti
(certo che Bella ha una fortuna...). bah, speriamo di non aver esagerato qui!
Alla prossima!
vanessa_91_: ciao carissima! Lo
so, lo so, ho esagerato! troppo ritardo e troppe informazioni tutte in una
volta. Sono contenta d averti sconvolto in maniera positiva almeno spero!
Bellina e Edward si dichiareranno tra un po’, si spera, bel tempo permettendo!
xD alla prossima
mylifeabeautifullie: Ciao splendida! Visto come si è evoluta la situazione?
Sono contenta di aver sconvolto tutte le aspettative. Grazie mille a te per i
complementi! Sis, sai che io Tanya un po’ la comprendo? Certo, in molte storie
non si può far a meno di odiarla, ma alle volte è di aiuto. Un bacio^^
Elfa
sognatrice: cara, è sempre un piacere risentirti! Ho avuto
molti timori riguardoso scorso capitolo, perché è abbastanza delicato scriverei
tali argomenti e ho avuto paura i osare troppo. Spero di non aver esagerato
anche in questo. fammi sapere, un bacio!
AgehaNight: Welome in our big
crazy family! Sono contenta che ti
sia piaciuto, soprattutto Bella vs Bella. Sai, in realtà quel capitolo non mi
piace più di tanto, l’ho riscritto e spero di poter presto postarlo
revisionato! Mentre il capitolo di Jazz e Bella alle elementari mi piace molto,
veramente.
GiorgiaCullenHale: Welcome in our big crazy family! Cara, ben venuta!
Grazie mille, sono felice di averti conquistato con questo scritto. Riguardo
alle tue domande sì, ovviamente ci sarà un continuo, non lascerò la storia in
sospeso! E credo che nel prossimo capitolo vedrai se Bella rimarrà a casa
Cullen o no...Per quanto riguarda le
mille domande, prego, fa pure! Sono contenta di risponderti. Un bacio!
Wind: Carissima! Scompaio e riappaio come un coniglio nel
cilindro! Ok, dopo questa scomparirò per molto, molto tempo! Grazie mille dei
complimenti, sono onorata. Sai, stavo rileggendo qualche tuo lavoro, ieri, e
devo dire che la tua mancanza si avverte su EFP. Spero tu possa tornare presto.
Bacione!
mistica88:
E di che! Fa sempre piacere accogliere nuove amiche, o amici! xD Credo che
comunque, anche se la nostra parte razionale ci dica di essere clemente, che la
scelta sia giusta, alla fine se si ha un trascorso come quello di Bella è
logico mandare a Putt**e la razionalità! Ritrovandosi davanti l’uomo che
avrebbe potuto salvarla e non l’ha fatto, credo che il timore e la paura
l’abbiano sconvolta, soprattutto scoprendo che essa è amica della famiglia di
cui stai iniziando a fidarti. Speriamo che Super Edward la salvi, come al
solito! A presto!
vampirellamatta93: welcome in our big crazy family! Grazie mille, spero che questo ti sia
gradito!
romina_cullen: welcome in our big crazy family! Grazie mille, spero ti piaccia anche
questo!
stellababi: Carissima Betina! Grazie mille dei complimenti! Eleazar,
alla fine, anche se sta con i cattivi è sempre buono! Bella, si spera, ma non
c’è molta sicurezza, riuscirà a uscire dal tunnel, ma Edward si deve dare una
svegliata. Eh, ragazzo, svegliati! Anche se a quant pare si è dato una bella
svegliata. Finalmente sta capendo cosa realmente prova per
Rosella: welcome in our big crazy family! Grazie mille, a presto!
vale_129: Welcome in our big crazy family! Spero che ti piacciano
anche I prossimi sviluppi, e che continuerai a recensire. A presto!
luisina: la mia sister super
impegnata! Visto, dopo la nostra chiacchierata di ieri sera finalmente mi sono
decisa a concludere il capitolo! Ti regalo questo capitolo così lunedì, dopo
aver finito l’esame, te lo potrai godere con calma. A proposito, la prossima
volta che ci sentiremo voglio sapere che cosa ne pensi del tuo regalo! Sai, in
principio avevo in mente di far esprimere Edward durante il flash di Eleazar,
ma poi stonava totalmente con l’intero. Anche scrivere mezzo capitolo, o tutto,
con il pov di Eleazar mi sembrava una scelta molto azzardata, visto che non
saprei entrare così bene nell’ottica del Generare di Volterra. Esattamente
l’idea di dare distacco al ricordo era perfetta, un po’ come qui che Bella
sembra viaggiare e non capire ciò che succede intorno. Questa Bella è molto
problematica, vero? Poverina! Non vedo l’ora di scrivere di Charlie! La storia
della “vivisezione dei bambini” fa molto horror, ma ho immaginato che i Volturi
abbiano anche un lato “scientifico”, e che questo aspetto li interessi
parecchio. Il problema è che non hanno morale... bah! Per quanto riguarda, alla
fine ero più preoccupata di far bruciacchiare Edward da Bella, invece mi sono
accontentata di un semplice schiaffo, una reazione piuttosto umana, a dir
_julia_ : welcome in our big crazy family! Non
scherzare, hai perfettamente ragione, sono sempre in ritardo! Spero questo ti
piaccia!
Vanilla_sky: Welcome in our big crazy family! Sono contenta di
ricevere una tua recensine, fa sempre molto piacere. Grazie mille per i
complimenti, spero ti piaccia anche questo!
Sally_96: welcome in our big crazy family! Sono contenta di
realarti emozioni così intense. Grazie per I complimenti, spero ti piaccia
anche questo!
Ringrazio
ancora:
I coraggiosi che mi hanno messo tra i preferiti, i
nuovi arrivati e quelli che resistono: Grazie. Grazie, grazie,
grazie infinite, miei splendidi angeli, ormai saliti a 419; che
la vostra luce continui a farmi da guida.
Le stelle che seguono e vegliano costantemente su di me:
silenziose, dolci e indispensabili anche se intangibili, mille grazie a voi, 263
stelline mie.
I fantastci 37 che hanno deciso di
ricordarmi.
I
supereroi che mi hanno messo tra gli autori preferiti.
I tantissimi che continuano a seguirmi in silenzio, come Protettori.
E a
tutti quelli che mi mandano mail, e a cui chiedo di avere pazienza, perché
non sono proprio un fulmine nel rispondere.
Novità: Su FACEBOOK
sono MARZIA ZIVERI. Se volete potete aggiungermi, ma ditemi chi siete, ovvero, il nickname di
efp. ^^