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Autore: RoseScorpius    01/10/2010    25 recensioni
Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?

STORIA IN REVISIONE
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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6.
I Weasley sono sempre i Weasley, e i Malfoy sono sempre i Malfoy…
O forse no?

 

 
Nella vita ci sono persone di cui puoi fidarti, e persone di cui faresti meglio a non fidarti nemmeno quando ti dicono che Natale è il 25 dicembre. Il problema è che generalmente la gente non gira con scritto in fronte “sono un infido doppiogiochista”, e quando qualcuno lo fa, di solito meriterebbe molta più fiducia di quella che la gente tenda a riporre in lui.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata certa: che i miei cugini girassero con scritto in fronte “sono un idiota” (vedi James), “sono anoressica” (Dominique aveva finalmente raggiunto l’obbiettivo di infilarsi un paio di jeans taglia trentotto senza aprire il bottone) o “sono un hippy” (e qua non c’è bisogno di fare nomi), di loro avrei sempre potuto fidarmi. A quanto pareva, invece, Scorpius Malfoy faceva parte della categoria di idioti che giravano con scritto in fronte “sono un infido doppiogiochista”. Che poi lo fosse davvero e fosse idiota a farlo vedere, o che non lo fosse e fosse idiota a dimostrare il contrario, una cosa era certa: Scorpius Malfoy era un idiota.
 

 

***

 
Quella mattina mi svegliai con la sgradevole sensazione di essermi addormentata in un ovile. Arricciai il naso e mi liberai dal braccio di James, che nel sonno si era stretto attorno alla mia vita, chiedendomi come facessero gli sposini a dormire tutti appiccicati nelle afose notti di fine giugno. Sperai che ciò potesse dissuadere mia madre dal dormire abbarbicata addosso a Draco.
Scesi dal letto inciampando in una rivista di Quidditch abbandonata sul pavimento e mi diressi verso il bagno: urgeva una doccia fredda. Sia per il caldo, sia per la curiosa fragranza animalesca che James mi aveva lasciato addosso. Mi ripromisi di buttare in doccia anche lui, appena si fosse svegliato.
Mi sfilai i vestiti velocemente e scivolai sotto il getto di acqua gelida con un sospiro di sollievo. Non avevo mai capito che problema avessero i maschi con le docce, ma qualunque cosa fosse doveva essere una patologia grave.
Mentre mi strofinavo i capelli con il sapone – non avevo trovato la shampoo – mi ritrovai pensare ad Albus e James. Al era sempre stato il mio migliore amico, forse perché avevamo vissuto in simbiosi dalla culla ad Hogwarts, e non avevo mai rimpianto di avere un cugino come lui (bhe, quasi mai…), nonostante tutte le sue stramberie. Ma James aveva qualcosa che a suo fratello mancava, quel pizzico di Grifondoro nell’animo che distingueva le persone leali fino alla morte, che non si preoccupavano minimamente di finire nei guai per aiutare un amico. Chiamatela stupidità, o incoscienza, se volete, ma non ero mai stata più grata a James di essere l’idiota irresponsabile che era.
Uscii dal bagno cinque minuti dopo esservi entrata, avvolta in un enorme accappatoio verde scuro (vecchia roba dei Black, immaginai: James non avrebbe mai neanche toccato qualcosa di quel colore) e trovai un grosso barbagianni ad aspettarmi appollaiato su una delle teste di Elfo Domestico appese nel corridoio.
Bleah… non c’è bisogno di essere mia madre perché questa cosa faccia schifo… ma chi diamine era l’arredatore dei Black?
Tesi il braccio verso l’uccello, che mi depositò la lettera in mano e, dopo avermi lanciato un’ultima occhiata torva, volò via. Avevo una discreta paura di scoprire che il mittente della lettera era mia madre incavolata nera, perciò fui quasi sollevata di leggere le iniziali S.M. sotto il sigillo di ceralacca verde.
 
Weasley, dovunque tu sia, torna a casa immediatamente.
Non puoi lasciarmi da solo con questi due pazzi!
S. Malfoy
PS. Ah, tra parentesi, tua madre ti vuole uccidere. Sempre che non l’abbia già fatto qualcun altro…
 
Accartocciai la pergamena e la lanciai in bocca ad uno dei tanti Elfi appesi lungo il corridoio, poi, soddisfatta, trotterellai nella camera di Sirius. James, durante la mia assenza, si era espanso anche nella mia metà di letto, ed ora se ne stava disteso a pancia in giù, con la faccia spiaccicata nel materasso, il cuscino sotto la pancia, e braccia e gambe aperte a stella marina, che pendevano fuori dal letto. Mi lasciai scappare un sorrisetto: poteva anche essere maggiorenne, adesso, ma restava sempre un bambino troppo cresciuto.
Raccolsi da terra una maglietta ed un paio di pantaloncini che mi sembravano puliti e li infilai, stringendo l’elastico dei calzoni perché non mi cadessero, poi mi avvicinai a mio cugino, gli sfilai il cuscino da sotto la pancia e lo buttai giù dal letto. Letteralmente: tirai verso l’alto le lenzuola che gli si erano arrotolate addosso, facendolo cadere sul pavimento con un tonfo sordo.
« Ouch! » James scattò a sedere, guardandosi attorno con aria confusa.
« Buongiorno, Jamie. » ghignai.
Nessuno poteva buttare James Sirius Potter giù dal letto alle otto di mattina e chiamarlo Jamie restando impunito. Avrei dovuto saperlo che io non ero nessuno, ma non potevo certo sapere che i riflessi da Cacciatore di mio cugino fossero attivi e perfettamente funzionanti anche appena sceso (volontariamente o non) dal letto.
Dieci minuti dopo James, da sotto la doccia, mi stava accusando di avergli disarticolato la spalla, ed io mi stavo massaggiando la chiappa destra, maledicendo il gancio sinistro di mio cugino. Io e James ci azzuffavamo da quando avevamo rispettivamente due e tre anni e giravamo per casa dei nonni con il ciuccio in bocca: ai nostri genitori ci erano voluti anni di urla e punizioni per capire che noi lo consideravamo un gioco. Anche se effettivamente, con i bicipiti che aveva messo su Jamie giocando a Quidditch, e con la mia conoscenza del Karate, le nostre zuffe erano diventate un tantino violente, negli ultimi tempi. Non potevo lamentami, comunque: Jamie era l’unico cugino Weasley che si offrisse volontario come cavia per i miei allenamenti di arti marziali.
James uscì dalla doccia con un asciugamano avvolto attorno ai fianchi, e mi fece una linguaccia. Era più alto e robusto del fratello, ma a quanto pareva aveva superato la fase “voglio essere un palestrato tutto pompato”.
« Ti sono andati via i cubetti. » osservai, con un sorrisetto.
« Non mi piacevano più. » grugnì « E comunque me li rifaccio quando voglio. »
« Certo, certo… » sghignazzai, mentre lui si chiudeva in stanza, offeso.
Jamie era parecchio permaloso. Per fortuna i suoi musi duravano meno dei suoi rari momenti di intelligenza. Per dare un’idea della durata dei suoi colpi di genio, James uscì da camera sua due minuti dopo, asciugato e vestito, e mi rivolse un gran sorriso. Scendemmo in cucina assieme, spintonandoci per le scale.
« Che si mangia? » Chiese, piazzandosi davanti alla dispensa aperta con un atteggiamento da Cristiano Ronaldo in procinto di battere una punizione. « Ah, per la cronaca, non so cucinare. »
Come se non lo sapessi. Per James era già complicato scartare una merendina.
« Neanch’io. » ammisi.
James alzò le spalle. « Uhm… facciamo cioccolata e patatine? » propose.
« Mi sembra perfetto. » approvai, e presi al volo la barretta di cioccolata che mi lanciò.
Mentre ruminavamo la nostra colazione improvvisata, seduti a gambe incrociate sul lungo tavolo della cucina (eravamo sempre stati i due cugini Weasley meno civilizzati), mi trovai a pensare al compratore di mutande, a mamma, a Draco, e alla destinataria delle mutande. Deprimersi non aveva molto senso, considerato che il massimo risultato che avrei potuto raggiungere, proseguendo per quella strada, sarebbe stato il suicidio. Non troppo allettante, vero?
Mi serviva un piano d’azione, una strategia per far tornare assieme mamma e papà. Lanciai uno sguardo a James, che si era fatto finire una patatina nella maglietta, ed ora stava ripescando le briciole dalle mutande, imprecando. “Per essere idiota è idiota” valutai “ma se c’è qualcuno su cui posso contare per architettare un piano diabolico, quello è lui. Certo, prima devo riuscire a fargli entrare in testa che il problema non è la mia squadra di Quidditch…
Provai a sondare il terreno. « James, se ti dicessi che ieri non era per i Cannoni di Chudley… tu cosa diresti? »
James lasciò perdere gli scavi archeologici per la riesumazione delle briciole e mi rivolse un’occhiata accigliata.
« Direi “Cazzo, Al aveva ragione!” E sai quanto odio che Al abbia ragione. »
« Bhe… » replicai, staccando un morso dalla mia barretta di cioccolata « Non per rovinarti la giornata, ma non seguo più le partite dei Cannoni da anni… »
 

 

***

 
Martedì pomeriggio, nel salotto di Grimmuald Place numero dodici, era riunito il consiglio di guerra del Clan Weasley-Potter. James si era districato dai suoi doveri di oste dicendo « Bhe, siamo cugini, casa mia è casa vostra. Servitevi. » ed ora se ne stava stravaccato sul divano con un tappo di birra in bilico sul naso e la bottiglia in mano. Quella mattina lo avevo spedito al supermercato a comprare un deodorante per ambienti e un vasetto di Nutella, ed il genio era tornato con una boccetta di Chanel numero cinque ed una cassa di birra. Ai piedi del divano, sul liso tappeto verde, era distesa Lily, con gli anarchici capelli rossi costretti in due treccine contorte e gli occhi azzurri ed agguerriti. Su una sedia poco più a sinistra stava seduta Lucy, che stringeva tra e mani una cartella piena di fogli. Dominique aveva colonizzato due poltrone: una per la sua enorme borsa, ed una per il suo minuscolo sedere. Se ne stava seduta a gambe accavallate, in un atteggiamento da tronista, e si guardava attorno arricciandosi una ciocca di capelli sul dito con aria annoiata. Accanto a lei c’era l’atletica Roxanne, in piedi come al solito, che stava contrattando con Fred il pagamento di una scommessa persa. Ed infine, sulla grande scrivania di mogano, uno accanto all’altro, erano seduti i tre modelli di casa Weasley: Louis, Hugo e Albus. Uno biondo, uno rosso ed uno moro, tutti e tre dimostravano quattordici anni (con la differenza che Louis e Hugo li avevano veramente, Al invece ne aveva quasi sedici) ed erano tutti e tre decisamente carini. Louis più che carino era proprio un gran pezzo di figo, ma d’altronde con la madre e le sorelle che si ritrovava sarebbe stato più strano il contrario. Hugo, nel senso oggettivo del termine, era il meno bello dei tre, ma aveva un fascino del tutto particolare, che alle ragazze generalmente non passava inosservato. Ed infine c’era Albus, con i suoi occhioni verdi da cucciolo ed i tratti delicati da bambino. Le ragazze lo trovavano tremendamente dolce. Ed io lo trovavo semplicemente disgustoso, quando mi toccava ascoltare le conversazioni di arrapate dodicenni convinte che Al fosse un principe azzurro dolce e zuccheroso. Evidentemente non avevano notato la spilla di Serpeverde che gli brillava sul petto.
Mi schiarii la gola. « Bene, gente. » mi interruppi per un paio di secondi, aggrottando le sopracciglia « No, in effetti non va molto bene. Ma comunque, non è questo il punto. » lanciai un’occhiata di sottecchi a Hugo « Come sapete, la regola numero uno del clan Weasley-Potter, è che quando uno di noi è nei guai, gli altri cugini devono accorrere in suo aiuto. Bhe, io sono nei guai. Parecchio nei guai. »
« Si, bhe, si era capito. Vivi con i Malfoy. » m'interruppe James.
Si, bhe, si era capito. Sei un idiota.
« Vi prego, qualcuno lo sopprima. » sibilò Dominique, lanciandogli un’occhiata disgustata.
« Lo farei io » si offrì Fred « ma così non potrei più avere i cinque Galeoni che mi deve. »
« I compiti delle vacanze di Pozioni che ti ho passato valgono almeno dieci Galeoni! » s’indigno James.
Fred ghignò. « D’accordo, vedrò di restituire a Molly i suoi dieci Galeoni. »
James lanciò a terra il tappo della birra, esibendo un’espressione profondamente offesa. « Non hai idea di cosa ho dovuto passare per convincerla a farmeli copiare! »
« Gente, stiamo divagando. » m’intromisi. Fred si bloccò con la bocca aperta per ribattere e il dito indice alzato. James si affrettò a nascondere il medio dietro la schiena, nonostante tutti lo avessero visto sventolare in direzione di Fred.
Sbuffai, esasperata: i meeting del clan Weasley-Potter erano peggio di riunioni condominiali. « Prima che qualcuno mi interrompesse con un commento opportuno quanto intelligente, » fulminai James con un’occhiataccia « stavo dicendo che sono nei guai. Come saprete, mamma ha deciso di andare a vivere con Malfoy, e… »
« È quello che ho detto io! » esclamò James.
« James, un’altra parola e ti faccio evanescere le birre. » minacciai.
James lanciò un’occhiata preoccupata alla bottiglia vuota che teneva in mano, e decise saggiamente di restare zitto. Annuii, compiaciuta, e ripresi il mio discorso.
« Bhe, ve la faccio breve, prima che qualcun altro possa interromperm… sì, Lucy? » ringhiai, in direzione di mia cugina, che aveva alzato la mano timidamente.
« Sì, ehm… so che quando Ron » storsi il naso « e Hermione hanno divorziato, la custodia legale dei figli è stata affidata a tua madre per te, e a tuo padre per Hugo, dico bene? »
Hugo annuì. « Bhe » continuò Lucy « mi sono documentata un po’, e ho scoperto che se vuoi andare a vivere da tuo padre la procedura per cambiare l’atto legale non dovrebbe essere lunga, ammesso che entrambi i genitori siano consenzienti. » fece un piccolo ghigno « E per quello, obiettivamente, c’è l’imperio. »
Lucy all’apparenza era una banalissima studentessa di Corvonero, con voti troppo alti ed un numero di decimi di vista troppo basso. Era di statura media, di corporatura media, di bellezza media. Insomma, all’apparenza era terribilmente banale. Riusciva a passare inosservata persino con i suoi capelli rosso Weasley. Eppure, sotto a tutta quella sconcertante banalità, si nascondeva una mente criminale del tutto geniale.
Già, sarebbe un piano stupendo, se non fosse per l’insignificante dettaglio che…
« Io non voglio andare a vivere con mio padre. »
Mezza dozzina di voci sconcertate, contemporaneamente, dissero. « Ah no? »
« No. » confermai « Ed è qui che entrate in gioco voi. »
Lily alzò un sopracciglio. Roxanne tese la mano aperta verso Fred che, sbuffando, vi fece scivolare dentro alcuni Falci. James si sistemò meglio sul divano, guardandomi con un certo interesse.
« Dovete aiutarmi a far tornare assieme mamma e papà. »
« No, ma perché? Hermione e Draco stanno così bene assieme! » esclamò Al.
« È completamente andata. » sbuffò Domi.
« I filtri d’amore sono illegali. » osservò Louis.
« È l’idea più idiota che abbia mai sentito » convenne James « … mi piace! »
Al e Dominique lanciarono due identiche occhiate scandalizzate al primogenito di Harry Potter.
« Io ci sto. » si unì Fred.
Al voltò bruscamente il capo verso di lui, la mascella che minacciava di cadere sul pavimento polveroso.
Roxanne annuì. « Dieci Galeoni che non ce la facciamo, ma puoi contare su di me. »
« Dieci galeoni che si. » intervenne Lily, rivolgendomi un largo sorriso.
Hugo mi strizzò l’occhio. « Lo sai che devo tenerti d’occhio, sorellina. Perciò non ti aspettare di liberarti di me tanto facilmente. »
Louis ridacchiò. « E filtro d’amore sia. »
Lucy sistemò i fogli con aria molto professionale e scrisse qualcosa sul bordo superiore della cartella. « Ci servirà un piano. » spiegò, e mi rivolse un piccolo ghigno da teppistella.
Albus e Dominique si rivolsero una lunga occhiata, constatando di essere rimasti i soli che non avevano aderito alla mia idea.
Fantastico, gli unici due che non mi vogliono aiutare sono i miei migliori amici… ma come cavolo me li scelgo, gli amici?
Alla fine Domi alzò le spalle. « Mi sono sempre piaciute le mission impossible… »
Si, certo, perché c’era Tom Cruise” pensai, infastidita. Non le avevo ancora del tutto perdonato la storia di Scorpius.
Al si guardò in giro con aria tradita e alla fine i suoi occhi verde smeraldo si soffermarono su di me, con un’espressione di profondo disgusto. « Tu sei l’anticupido, Rose! » affermò, con aria teatrale.
« E tu sei l’antiPotter. » sbuffò Lily.
« Sul serio, » annuì James « non puoi essere mio fratello. Dev’esserci stato uno scambio nella culla. »
Dopo aver costretto Al ad unirsi all’operazione L-S-D (Leone-Serpente-Donna [il nome lo avevano proposto James e Fred, naturalmente]), spiegai nel dettaglio l’incasinata situazione familiare in cui ero, mio malgrado, immersa fino al collo.
« Quando si dice nella merda fino al collo… » ironizzò Fred, e non gradii particolarmente il paragone tra la mia famiglia e lo sterco, ragion per cui mio cugino si ritrovò con lo stemma dei Black, che si trovava inciso su un boccale d’argento sfortunatamente situato vicino alla mia mano, stampato sulla guancia.
Dopo quel commento prontamente tacitato, non ci furono più interruzioni, a parte un sonoro tonfo, quando raccontai la parte della biancheria di pizzo e Hugo cadde dalla scrivania, e le imprecazioni Pixiane che ne seguirono.
L’ho cresciuto proprio bene, il mio fratellino” pensai con orgoglio, quando un plateale « Merlino e Morgana, mortacci vostri, non potevate usare il preservativo? » risuonò per la stanza.
« E miseriaccia a quella maiala di Circe, poteva almeno fare un’offerta tre notti paghi due! » Fu così che terminò la lunga e fantasiosa sequela d’insulti ai maghi più illustri della storia, lasciando la stanza nel silenzio. Hugo si guardò attorno, tra le facce attonite dei presenti, e tornò a sedersi sulla scrivania, sbottando con aria infastidita un perentorio « E che cazzo! »
James si lanciò in un applauso entusiasta. « Ben detto, cugino! »
Fred sghignazzò. « Quella di Circe me la devo segnare. »
« Se sta uscendo con una Serpeverde giuro che lo uccido. » grugnì Hugo, indifferente ai complimenti appena ricevuti.
Annuii con fervore. « E poi uccidiamo Draco. »
« Sicuro. » convenne lui « E anche la stronza con cui esce papà. »
« La impicchiamo con il reggiseno di pizzo. » proposi.
« E poi la tagliamo a cubetti e ci facciamo lo spezzatino con la ricetta di Nonna Molly. »
« E la serviamo per cena a Grop. »
« E quando l’avrà cagata, costringeremo Malfoy a mangiarla. »
« Prima di uccidere anche lui. »
« Ovvio. »
Quando io e mio fratello finimmo di esporre il nostro brillante piano di vendetta, Al si afflosciò sulla scrivania, in preda ad un attacco di ridarella selvaggia. Il resto del clan Weasley-Potter gli rivolse delle occhiate più o meno confuse, e sentii James borbottare « Lo dicevo io che ha qualche problema mentale. »
Al, ancora scosso dalle risate, si appoggiò alla spalla di Louis per non cadere dalla scrivania. « U-un p-po’ ma-cabra, ma n-on senti-vo una bar-barzelletta c-così spas-sosa da se-secoli! » sghignazzò, e si asciugò le lacrime dagli angoli degli occhi con la manica della camicia.
Io ed Hugo ci scambiammo uno sguardo perplesso. « Barzelletta? » chiese Hugo.
« Spassosa? » ripetei io, altrettanto sconcertata.
Le risate di Al cessarono immediatamente, ed il secondo maschio di casa Potter impallidì vistosamente. « Perché voi stavate scherzando, vero? »
Hugo corrugò le sopracciglia. « Bhe, forse sulla parte di impiccarla con il reggiseno… » ammise « insomma, non sono sicuro che si possa impiccare qualcuno con un reggiseno… »
« Forse anche sullo spezzatino di nonna Molly...» m’inserii « Credo di aver perso la ricetta durante il trasloco. » Le labbra di mio fratello si afflosciarono in una smorfia delusa « Ma possiamo sempre farci degli spiedini. » mi affrettai ad aggiungere.
Al spalancò la bocca, il viso pietrificato in un’espressione di orripilato sconcerto. Rimase in silenzio così a lungo, talmente immobile da non sbattere nemmeno le ciglia, che cominciai a chiedermi se James non gli avesse lanciato un Petrificus Totalus per divertirsi un po’. Ma poi mi ricordai di avergli sequestrato la bacchetta quella mattina, quando era tornato a casa con le birre al posto della Nutella.
Forse è stato Fred…
Lucy tossicchiò. « Ok, ragazzi, che ne dite di trovare un piano che non finisca con il bacio di un Dissennatore? »
 

 

***

 
Giovedì mattina la prima pagina della Gazzetta del Profeta recitava a caratteri cubitali: “FIGLIA DEI SALVATORI DEL MONDO MAGICO SCOMPARSA. Vendetta dei Mangiamorte o colpo di testa adolescenziale? Articolo a pagina 6.
Vendetta dei Mangiamorte, certo” pensai, con sarcasmo “mi sembrava che Draco si fosse già vendicato abbastanza.
Spostai un calzino sporco di James dal divano e mi ci sedetti, aprendo il giornale a pagina 6.
 
Rose Weasley, sedici anni compiuti questo aprile, figlia dei noti Auror Ronald Weasley ed Hermione Granger, è scomparsa lunedì mattina, a Londra. L’ultimo a vederla è stato Scorpius Malfoy, coetaneo e compagno di scuola di Rose, nonché figlio dell’attuale convivente della Granger, Draco Malfoy. Il ragazzo, interrogato dagli Auror, ha detto di averla vista per l’ultima volta a Piccadilly. « Là ci siamo persi di vista, tra la folla. Avevamo deciso di trovarci alle undici e mezza in Piccadilly Circus se ci fossimo divisi, perciò all’inizio non mi sono preoccupato. Poi, quando non si è presentata all’appuntamento, ho pensato che si fosse attardata in qualche negozio, e che sarebbe tornata per conto suo con il Nottetempo, perciò sono andato a casa senza aspettarla. Non ho la più pallida idea di dove possa essere, adesso. »
Neanche gli Auror ce l’hanno, a quanto pare. Il capo dell’Ufficio Auror, Harry Potter (tra l’altro zio della ragazza scomparsa), non ha voluto lasciare dichiarazioni, ma una fonte molto attendibile ha confermato che il Ministero brancola nel buio, e non è stato trovato uno straccio di prova.
Nonostante ufficialmente non sia stata ancora avanzata nessuna teoria sulla scomparsa di Rose, il padre ha dichiarato che « L’ipotesi che i Mangiamorte abbiano a che fare con la sparizione di mia figlia non mi pare affatto improbabile. A meno che i Malfoy stessi non ci siano dentro, cosa che non escludo. ». La teoria del signor Weasley sul coinvolgimento dei Mangiamorte pare piuttosto fondata, considerando la disgrazia che colpì la famiglia Malfoy sette anni fa. A detta del celebre psicologo Edwin Ludwig, infatti « I Mangiamorte potrebbero aver considerato come un affronto il fatto che un ex Mangiamorte – il signor Malfoy – abbia deciso di convivere con l’eroina della seconda guerra magica – la signora Granger, e di conseguenza non è da escludersi che abbiano deciso di vendicarsi prendendo in ostaggio la figlia della signora Granger. ». Lo stesso Ludwig, però, ha ammesso che l’assenza del Marchio Nero sul luogo del rapimento sarebbe insolita, se i rapitori fossero davvero i Mangiamorte. Inoltre non è arrivata nessuna minaccia ai familiari di Rose, cosa che scredita ulteriormente l’ipotesi che la ragazza sia stata presa in ostaggio.
Per quanto riguarda l’ipotesi che Rose sia stata rapita e/o uccisa da dei malviventi babbani, il signor Weasley ci ha assicurato che è impossibile. « Rose, oltre ad essere un’esperta di arti marziali (un tipo di lotta babbana a mani nude NdA) è una strega molto dotata, e sono certo che porti sempre la bacchetta con sé quando esce: glie l’ho insegnato io stesso. Non si sarebbe mai fatta sorprendere da un Babbano ». Il fatto che Rose sia stata rapita da un mago che si trovava lì per caso pare altrettanto improbabile, poiché al momento della sparizione la ragazza si trovava nella Londra babbana.
L’ipotesi del rapimento, dunque, dopo un’approfondita analisi, pare piuttosto improbabile. Ed è a questo punto che avanza una seconda teoria: che fosse tutto un colpo di testa adolescenziale, e Rose sia semplicemente scappata di casa?
« Bhe, se mia madre fosse andata a convivere con Draco Malfoy, io lo avrei fatto. » ha commentato il signor Weasley « Ma in tal caso sarebbe venuta a casa mia. No, devono essere stati i Mangiamorte.»
« Sinceramente, non credo che i Mangiamorte siano interessati a Rose Weasley. » ha detto invece Draco Malfoy « Avendo avuto modo di conoscere il suo pessimo carattere, ritengo molto più probabile che sia semplicemente scappata di casa. »
Ed è a questo punto che viene fuori la notizia che nessuno si sarebbe mai aspettato: Scorpius Malfoy ha dato delle false informazioni agli Auror. Il ragazzo ha negato, ovviamente, ma Dominique Weasley, cugina di Rose, che era a Londra assieme ai due il giorno della sparizione, intervistata dalla sottoscritta ha dichiarato. « L’ultima volta che ho visto Rose eravamo in un negozio di biancheria intima, in Brookmill Road. È uscita mentre mi stavo provando un completino intimo di Victoria’s Secret in un camerino, e poi non l’ho più vista. », versione confermata da un altro testimone oculare.
Ora, chiunque abbia anche una vaga conoscenza di Londra, saprà che Brookmill Road si torva dall’altra parte della città rispetto a Piccadilly Circus, luogo dove Rose si sarebbe trovata prima della sparizione, secondo Malfoy. Che Scorpius stia coprendo la fuggitiva?
 
Rimasi a fissare la pagina per parecchi minuti, dopo aver finito di leggere. “Non ha alcun senso… la Skeeter si è inventata una storia completamente assurda anche per i suoi standard!
Non che io non fossi scappata di casa – su quello dovevo ammettere che ci aveva preso – ma Scorpius che mi copriva era la cosa più idiota che avessi mai sentito. Altro che magia, quella era fantascienza!
E poi si può sapere cos’è questa presunta disgrazia che ha colpito i Malfoy sette anni fa? La Skeeter sta davvero perdendo colpi…
 

 

***

 
Quel pomeriggio James tornò a casa piuttosto pallido, e senza la Nutella che lo avevo mandato a comprare tre ore prima.
Cristo Santo, in due volte che è andato al supermercato non è riuscito a ricordarsi di comprare un misero vasetto di Nutella? Neanche gli avessi dato una lista della spesa lunga tre metri: solo quello doveva comprare!
« Wow » sbuffai « ci hai messo tre ore per non comprare un vasetto di Nutella. »
James si lasciò cadere pesantemente su una sedia, in cucina, e fece un gesto esausto verso la dispensa. « Whisky. » biascicò.
Gli lanciai un’occhiata sospettosa: sembrava che avesse appena visto un fantasma. Forse qualche sorso di Whisky gli avrebbe davvero fatto bene. Quando i sorsi, però, diventarono mezza bottiglia, mi affrettai ad allontanare il Whisky dalla portata di mio cugino.
« Allora? » chiesi, seccata. Nessuno poteva negarmi un vasetto di Nutella senza un motivo meno importante della fine del mondo.
« Tua madre… » sussurrò lui.
Mi accigliai. « Mia madre cosa? »
« L’ho incontrata per strada. » spiegò James, con voce flebile « E mi ha chiesto se potevo aiutarla a portare delle borse nel suo ufficio. » Non cominciava bene, come discorso. « E quando siamo arrivati là, mi ha fatto una specie di terzo grado. » Non continuava bene, come discorso. « Dov’è Rose? Quando è stata l’ultima volta che l’hai vista? Ha cercato di contattarti? E, bhe… » esitò « Tua madre non è una Legilimens, vero? » E non finiva per niente bene, come discorso.
« Cazzo! » esclamai.
James divenne ancora più pallido. « Oh, sterco di drago! È davvero una Legilimens? »
« Non ne ho idea… » ammisi. Cercai di ricordare qualche situazione in cui mi avesse dato l’impressione di leggere nella mente, e… « Porca miseria, ecco come fa a sgamarmi sempre quando le racconto una palla! »
James si afflosciò sulla sedia. « Siamo davvero davvero nella merda, Rosie. » Fece un gesto depresso verso la bottiglia e gracchiò. « Whisky. »
« Scusa, ma tu hai già bevuto prima. » mi giustificai, prima di attaccarmi al collo della bottiglia.
 

 

***

 
Un’ora dopo il consiglio di guerra del clan Weasley-Potter era nuovamente riunito nel salotto di Grimmuald Place. Io e James eravamo distesi sul divano, uno addosso all’altra, distrutti dal mal di testa e dalla nausea (“Dannato Whisky!”), mentre gli altri cugini si aggiravano per la stanza, tutti discretamente isterici.
« Papà mi ammazza. » disse Lucy, da dietro il grande libro che stava sfogliando freneticamente.
« Hermione ci ammazza. » la corresse Al. Poi lanciò un’occhiata torva in direzione di James. O di me. O forse di tutti e due. O magari stava guardando qualcun altro… difficile da capire, quando ci vedi doppio. « E non ditemi di non dirvi che ve l’avevo detto. Perché lo dirò. »
Per tutta risposta James ruttò e biascicò. « E se non ti sposti e ti vomito addosso, poi non dirmi di non dirti che te l’avevo detto. »
Al si affrettò a seguire il consiglio del fratello, e andò a profetizzare orribili sfighe dall’altra parte della stanza, dopo averci lanciato un’ultima occhiata disgustata.
« Potremmo nascondere Rose da un’altra parte… » propose Lily.
Roxanne annuì. « Sì, e potremmo far finta che sia stata rapita davvero… »
« Oh, si, io sono il Mangiamorte! » esclamò Fred, entusiasta « Potremmo tatuarci il Marchio con l’henné, e… »
« Te lo tatuo sulla fronte, il Marchio, se non stai zitto! » strillò Dominique, brandendo la sua enorme borsa di Gucci con aria minacciosa.
« Ok, ok, calma ragazzi! » esclamò Lucy « Non facciamoci prendere dal panico: forse siamo ancora in tempo per tirarci fuori da questo casino… »
Dal piano inferiore provenne uno schianto assordante, che fece trasalire tutti, ed una voce autoritaria esclamò.
« Polizia magica! Consegnatevi senza combattere e non si farà male nessuno! »
« O forse no. » gracchiai. 

 

   
 
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