Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Kia85    02/10/2010    7 recensioni
Lei, una cantante di talento, allegra e piena di vita. Lui, guardia del corpo, solitario, nel cui passato si nasconde un segreto doloroso. Riuscirà la musica ad avvicinare due personalità così differenti?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Music, love and…life!”

Capitolo 15: “Wuthering heights ”

Non appena Syaoran sollevò il coperchio del pacco, Sakura emise un urlo e si voltò subito dalla parte opposta. Nella scatola, circondato da fiori di ciliegio appassiti, vi era un piccolo usignolo del Giappone. Il piumaggio verde giada era più scuro sul dorso e sulle ali e diveniva più chiaro verso il petto dove lasciava il posto a piume di un bel giallo solare. Il becco era arancione brillante e gli occhi erano chiusi, perchè l'esile volatile era morto. La sua piccola gola era stata sgozzata e il sangue si era incrostato tutto attorno, sul petto, sulle ali, sui fiori di ciliegio che facevano da letto di morte.

Sicuramente tutto questo era opera di Koichi.

Perciò Syaoran contattò subito l'ispettore Tanemura, che li raggiunse in dieci minuti con quattro agenti: Kamui e Subaru salirono nella stanza di Sakura insieme all'ispettore, mentre Kurogane e Fujimoto rimasero di guardia all'entrata dell'hotel.

Syaoran mostrò al suo superiore e ai colleghi la scatola contenente lo sfortunato usignolo.

“Credo sia opera di chi sappiamo noi, non trova, capo?” esclamò Syaoran, richiudendo la scatola.

“Sono assolutamente d'accordo. Per questo motivo, credo sia meglio sequestrare tutti i filmati delle telecamere delle ultime 24 ore. Kamui, te ne occupi tu?”

“Sì, signore! Vado subito!” esclamò Kamui.

E, così dicendo, Kamui uscì dalla stanza di Sakura.

“La signorina Kinomoto dove si trova?” domandò l'ispettore.

Syaoran appoggiò la scatola sul tavolino, divenendo pensieroso: “E' andata a stendersi sul suo letto. Questa...cosa l'ha scossa non poco.”

In effetti, subito dopo aver visto il contenuto della scatola era corsa via, in camera sua, e Neko-chan l'aveva seguita.

“E' comprensibile. Il riferimento è talmente evidente: l'usignolo è il volatile con il canto più bello e i fiori di ciliegio sono il collegamento più stretto con la sua persona.”

“E' strano, con...Haiko...non si era mai comportato così. Non era arrivato a tanto!” commentò Syaoran.

“Credo che adesso sia molto più sicuro di sé rispetto ad allora. Il che non è certamente positivo. Ma, se siamo fortunati, potrebbe commettere un passo falso e inciampare. E se e quando questo accadrà, noi saremo lì ad acciuffarlo.”

“Intanto credo sia meglio che porti Sakura fuori città per un po'. Se Koichi ha scoperto dove si trova, è oppurtuno far perdere le tracce.” affermò Syaoran.

“Hai ragione, Li. E penso sia necessario cambiare hotel.”

Syaoran annuì: “Sì. Ma se lei è d'accordo, vorrei effettuare la prenotazione in due diversi hotel. Così da confondere di più il signor Mitsuno.”

“Oh, è perfetto. Sono d'accordo. Provvederemo noi alle prenotazioni. Sai già dove portare la signorina Kinomoto?”

“Non ancora. Ho un'idea ma vorrei prima parlarne con lei, se non le dispiace!”

“Molto bene, allora. Aspetterò tue notizie. Nel frattempo, noi analizzeremo i video dell'hotel e questa notte lascerò due agenti al di fuori dell'hotel: inizieranno Kurogane e Fujimoto e poi subentreranno Kamui e Subaru.”

“Grazie mille. Questo ci farà sentira più sicuri!”

L'ispettore Tanemura afferrò la scatola dal contenuto terribile e si avviò verso la porta insieme a Subaru.

“Buonanotte, Li.” esclamarono all'unisono i due poliziotti.

“Buonanotte!”

Syaoran chiuse la porta e sospirò. Era necessario controllare lo stato emotivo di Sakura. Perciò si avviò lentamente verso la sua camera da letto. Si sentiva come se avesse paura di vederla soffrire, il suo cuore avrebbe retto?

Syaoran si sporse per guardare all'interno: Sakura era sdraiata sul letto, girata sul fianco destro a guardare il pianoforte di fronte a lei. Aveva gli occhi aperti e lo sguardo fisso, ma perso nel vuoto. Neko-chan era accoccolato accanto a lei e stava già dormendo della grossa. Syaoran avanzò senza fare troppo rumore: Sakura era estremamente turbata, si capiva perfettamente dalla sua espressione, e Syaoran non avrebbe potuto lasciarla sola in un momento difficile come quello. Così si sedette sul bordo del letto e le accarezzò i capelli.

“Cosa ha detto l'ispettore?” domandò lei, totalmente apatica.

“E' d'accordo con me nel pensare che sia opera di Koichi!”

Finalmente Sakura portò lo sguardo su Syaoran e il suo cuore sobbalzò: gli occhi di Sakura erano lucidi, segno evidente del suo turbamento.

“Syaoran, ora cosa dobbiamo fare?”

Syaoran le baciò la fronte: “Credo sia ora che tu ti prenda una vacanza!”

“Una vacanza?” ripetè lei, sorpresa.

“Sì, andiamo via da Tokyo per un po', sei d'accordo?”

Sakura accennò un debole sorriso e annuì.

“E dove andremo?”

“Ecco, io stavo pensando che mi piacerebbe tanto vedere il piccolo paese dove sei nata e cresciuta.”

Sempre più sorpresa, Sakura sembrava stesse per sciogliersi in un sorriso.

“Vuoi andare a Tomoeda?”

Syaoran annuì convinto: “Certo! Così potrò finalmente conoscere la tua famiglia. Ti andrebbe di presentarmeli?”

L'espressione di Sakura divenne improvvisamente tra le più gioiose che lui avesse mai visto e riuscì a risollevare anche il morale di Syaoran.

“Ci terrei moltissimo, Syaoran.- esclamò lei, abbracciandolo con impeto- E poi è da tantissimo tempo che non vedo papà, Touya e Yukito. Vorrei andare a trovarli!”

“Bene. Domani mattina chiameremo Daidoji per chiederle di annullare tutti i tuoi impegni per almeno una settimana!”

“Se non sbaglio tra un paio di giorni avrei dovuto fare un'intervista con un giornalista di una rivista musicale.” fece notare Sakura, pensierosa.

“Sono sicuro che questo giornalista potrà aspettare una settimana.”

“Dovremmo dire a Tomoyo ciò che è successo stasera? Si preoccuperà molto!”

“Lo so, ma si preoccuperebbe anche se non glielo dicessimo. Cosa credi che penserebbe se così, da un giorno all'altro, decidi di prenderti una vacanza?”

Sakura appoggiò la fronte sul petto di Syaoran: “Hai ragione. Lo capirebbe comunque...”

“Esatto!”

Sakura sospirò e il tono di voce divenne nuovamente mogio e teso: “Syaoran?”

“Dimmi.”

“Perchè...lui...ha dovuto fare una cosa così terribile a un essere totalmente innocente?” domandò.

“Non lo so, ma ti ho detto che ha una personalità instabile. È un uomo con dei gravi problemi.”

“E' tutta colpa mia, prima Tonami, adesso un piccolo essere vivente...” esclamò lei, afferrando la camicia di Syaoran con le mani.

E lui le coprì con le sue, provando a calmarla: “No, non è colpa tua, non devi pensarlo neanche.”

“Ma sono stati colpiti per spaventare me!”

“Sì, ma non significa che sia colpa tua. E comunque adesso abbiamo una pista da seguire, quindi potremmo arrivare a lui molto presto!”

“In che senso?”

“I miei colleghi analizzeranno i video delle telecamere dell'hotel delle ultime ore. Quindi potremmo riconoscere facilmente il ragazzino che ha consegnato questo pacco.”

“E poi da lui potrete risalire al signor Mitsuno?”

“Sì, lo interrogheremo e ci faremo dire dove si nasconde!”

“Speriamo...”

“Andrà tutto bene, Sakura. Te lo assicuro.”

Sakura annuì, poi gli accarezzò le spalle e le braccia con estrema lentezza.

“Syaoran, ti dispiacerebbe dormire accanto a me? Non credo di farcela da sola con Neko-chan.”

Syaoran arrossì lievemente, ma accettò: e non solo per rassicurare Sakura, ma anche per se stesso, perchè era sicuro che non sarebbe mai riuscito a dormire da solo in quella tormentata notte.

Così si sdraiò accanto a Sakura, che, però, gli rivolse la schiena. Inizialmente il gesto lasciò perplesso Syaoran, ma subito la mano di Sakura cercò la sua e, quando la trovò, fece in modo che il braccio di Syaoran le avvolgesse la vita.

“Stringimi, ok, Syaoran?”

“Sì!”

La mano di Syaoran si allargò sul suo addome, avvicinandola a sé.

“Buonanotte!” sussurrò lei.

Syaoran le baciò una spalla: “Sogni d'oro, Sakura!”

*****

Il sole splendeva alto nel cielo estivo di quella meravigliosa giornata di inizio luglio. L'auto di Syaoran sfrecciava veloce sull'autostrada, in direzione di Tomoeda. Syaoran guardò Sakura al suo fianco: stava dormendo tranquillamente, la gabbietta di Neko-chan ai suoi piedi.

La sera prima aveva fatto molta fatica ad addormentarsi, nonostante la vicinanza di Syaoran. E proprio grazie a quel contatto, Syaoran aveva avuto l'occasione di accorgersi quanto battesse rapidamente il suo cuore spaventato. Non sapeva più cosa fare per calmarla. Ma poi improvvisamente il suo respiro rallentò e divenne più profondo. E con la consapevolezza che lei era riuscita ad addormentarsi, anche Syaoran potè finalmente calmarsi e dormire.

Quella mattina si alzarono presto per organizzare l'improvvisa partenza. Innanzitutto Sakura telefonò al padre per avvisarlo del loro arrivo. Il signor Fujitaka sembrò entusiasta di apprendere quella notizia, ma Sakura era sicura che lui avesse capito che qualcosa non andava. Solo che non le aveva chiesto niente, perchè non faceva mai domande, lasciava sempre che i suoi figli parlassero con lui solo se ne avevano davvero voglia.

Poi toccò a Tomoyo, che si preoccupò moltissimo per ciò che era accaduto la notte precedente. Avrebbe tanto voluto raggiungerli, ma era pericoloso anche per lei e Syaoran le consigliò di restare a casa per un paio di giorni. La migliore amica di Sakura li rassicurò che avrebbe seguito il consiglio e rinviato tutti gli appuntamenti di Sakura. Infine avvisarono l'ispettore Tanemura della loro imminente partenza, mentre lui disse che avevano identificato il giovane “postino” ed erano già sulle sue tracce.

Così Syaoran partì più tranquillo e anche Sakura, difatti riuscì ad addormentarsi serenamente in macchina.

Dopo un'oretta entrarono nel paese di Tomoeda e Syaoran svegliò Sakura: la ragazza guardò entusiasta i paesaggi a lei familiari, riconoscendo di tanto in tanto volti e luoghi legati a particolari ricordi.

“Che bello tornare a casa!” mormorò con lo sguardo ancora incollato al finestrino.

Pochi istanti dopo Syaoran fermò l'auto proprio di fronte casa Kinomoto. Sakura scese rapidamente dall'auto, portandosi con sé anche Neko-chan, e corse a citofonare al cancelletto, mentre Syaoran cominciò a scaricare i pochi bagagli che si erano portati dietro. Non ci fu alcuna risposta dal citofono, piuttosto si aprì la porta e comparve un uomo alto, i cui capelli corti erano castani, con qualche ciocca bianca qua e là, e un paio di occhi marroni dietro a piccoli occhiali.

“Papà!”

“Sakura!”

Così quell'uomo era Fujitaka Kinomoto, l'archeologo. Syaoran lo osservò per pochi istanti e notò che aveva l'aria gentile e un sorriso contagioso. Sakura non assomigliava molto a lui, ma certamente quelle ultime due caratteristiche le aveva ereditate da lui. Erano praticamente le stesse.

Il padre di Sakura aprì il cancelletto e subito Sakura si gettò fra le sue braccia.

“Che bello rivederti!”

Il signor Fujitaka sorrise fra sé, accarezzandole i capelli e baciandola sul capo: e in quell'abbraccio entrambi riversarono tutte le preoccupazioni e la nostalgia che avevano l'uno dell'altra. Syaoran lo comprese dalle loro espressioni e dal modo in cui le mani stringevano i loro abiti.

“Ehi, cos'è tutto questo chiasso?”

Sakura si sporse a guardare l'uscio di casa e Syaoran la imitò: vi era un ragazzo ancor più alto del signor Fujitaka, con gli stessi occhi e capelli corti, neri come la pece nonché piuttosto ribelli.

“Touya!” esclamò Sakura.

“Ecco, avrei dovuto immaginarlo che era arrivato il nostro mostricciattolo!”

Dunque quel giovane non era altri che il fratello maggiore di Sakura, l'avvocato. La ragazza si sciolse dall'abbraccio del padre e corse verso il fratello, ma non lo abbracciò. Lo fronteggiò con la testa in alto e le mani sui fianchi.

“Io non sono un mostricciattolo!” affermò convinta.

“Sai benissimo che lo sarai per sempre...almeno per me!” ribattè lui, ridendo e appoggiando una mano sul capo di Sakura.

Un gesto affettuoso che contrastava il suo burlarsi di lei. Ma dai racconti che Syaoran aveva udito da Sakura, in realtà, anche quel prenderla in giro non era che una dimostrazione del suo affetto.

Syaoran capì di aver fatto la scelta migliore portandola a casa sua: d'altronde nessun posto è più bello della propria casa, come diceva quel vecchio film. (nda: il mago di oz, per la cronaca...^^)

Poi finalmente Sakura si ricordò di Syaoran: scese nuovamente i gradini e lo prese per mano, conducendolo di fronte ai due uomini della sua famiglia.

“Papà, Touya, vi presento Li Syaoran, mia guardia del corpo, nonché mio nuovo compagno...” disse lei, arrossendo lievemente.

Syaoran rivolse loro un profondo inchino: “E' un vero piacere conoscervi!”

“Il piacere è nostro, signor Li!” disse Fujitaka, mentre insieme a Touya ricambiava l'inchino.

“Complimenti per la casa, è davvero deliziosa.”

“Grazie. Ma non stiamo qui fuori. Entrate, coraggio!”

Seguendo l'incitamento del signor Kinomoto, Sakura e Syaoran entrarono in casa, seguiti da Touya e dal padrone di casa. L'interno dell'abitazione era semplice: le pareti erano color canarino, nel soggiorno i mobili erano di legno di noce e i divanetti verde chiaro erano ad angolo. L'attenzione di Syaoran venne colpita da una cornice contenente la fotografia di una bellissima giovane donna. Indossava un lungo abito bianco, con il corpetto decorato da ricami molto elaborati. I capelli neri erano lunghissimi e mossi e tra di essi risaltavano delle candide margherite. Il viso era pallido e sottile e gli occhi smeraldini erano così familiari per Syaoran, che li riconobbe all'istante. Erano gli stessi di Sakura e in quel momento proprio lei lo affiancò.

“Bene, Syaoran, ti presento la mia mamma, Nadeshiko Kinomoto!” esclamò lei, con un sorriso.

“Hai preso i suoi occhi.”

“Già. Non trovi che fosse bellissima?” domandò lei, rivolgendo alla donna della foto un sorriso malinconico.

“Sì, lo era davvero!”

“Ma prego...- intervenne Fujitaka-...accomodatevi.”

Sakura e Syaoran, seguendo l'invito, si sedettero sul divanetto di fronte a Touya e al padre di Sakura.

“Il viaggio è andato bene?” chiese Fujitaka.

Sakura ridacchiò: “Papà, è durato appena un'ora!”

“E' stato comunque un viaggio, non trova, signor Li?” ribattè lui, con un gran sorriso.

Syaoran annuì: “Certamente e Sakura ha dormito tutto il tempo!”

“Sempre la solita dormigliona!” intervenne Touya con un ghigno quasi sardonico.

“Touya, non ci vediamo da mesi e le prime cose che mi dici sono le tue solite burle!”

“Beh, sorellina, comprendi bene che la tua visita improvvisa è stata una gran sorpresa per noi. Perciò perdonami se per tutta la mattina non faccio che pensare al motivo di questa improvvisata!”

“Touya!” lo rimproverò il padre.

“Che c'è? È la verità! Sei preoccupato quanto me e abbiamo il diritto di sapere cosa sta succedendo a Sakura!”

Sakura, da ciò che il suo sguardo lasciava trapelare, non potè non sentirsi estremamente a disagio per aver causato la loro preoccupazione. Così si voltò verso Syaoran, il quale la incoraggiò con un cenno del capo e il tocco della sua mano.

“Avete perfettamente ragione. È giusto che sappiate perchè sono venuta qui così all'improvviso.”

“Ovvero?”

“Credo che l'uomo che mi perseguita abbia scoperto dove alloggio.”

“Perchè? Cosa è successo?” si affrettò a chiedere Touya.

Syaoran potè notare chiaramente le linee della fronte di Touya incurvarsi sempre più in un'espressione quasi spaventata. Anche il padre era ansioso, ma era come se stesse cercando di nascondere la sua ansia, perchè il viso era tranquillo e rilassato. E Syaoran non potè fare a meno di chiedersi come riuscisse a restare così sereno in una situazione come quella.

“Vedete, ieri sera mi è stato recapitato un pacco regalo. Pensavo fosse da parte di qualche ammiratore, ma Syaoran mi ha avvisata che avrebbe potuto trattarsi di...lui...e così ha aperto lui il pacco. Dentro vi era un usignolo...un piccolo...usignolo...”

La voce di Sakura tremò e lei chinò il capo. Così Syaoran decise di proseguire il racconto, senza omettere alcun particolare per quanto macabro. Perchè la famiglia di Sakura doveva sapere cosa stava accadendo.

“Un usignolo sgozzato e fiori di ciliegio appassiti.”

Touya non disse nulla, mentre Fujitaka scosse il capo: “E' davvero terribile!”

“Già. È sicuramente opera del signor Mitsuno, per cui ieri sera ho avvisato i miei colleghi che hanno sequestrato la scatola e hanno subito cominciato le indagini. Stamattina mi hanno avvisato che sono riusciti a identificare l'uomo che ieri sera ha consegnato il pacco e sono già sulle sue tracce.”

“E poi?” incalzò Touya, fremente di ansia.

“E poi quando torneremo a Tokyo cambieremo hotel. Farò prenotazioni in più hotel così da confondere maggiormente il signor Mitsuno.”

“Mi sembra giusto!” commentò Fujitaka.

Touya fece intrecciare le dita delle sue mani: “Come mai siete venuti proprio qui?”

“Beh...Sakura ieri sera è rimasta particolarmente sconvolta da quello che è successo. Ed io ho pensato che trascorrere qualche giorno a casa sua, con la sua famiglia, nei luoghi che l'hanno vista crescere fosse un buon palliativo.”

Fujitaka annuì, perfetteamente d'accordo con lui: “Hai fatto bene, sentivamo la sua mancanza!”

“Grazie, papà! Anche voi mi mancavate! - esclamò lei, sorridendo- Ma Yukito non c'è?”

Touya si alzò in piedi: “Viene per mangiare con noi. Sarà meglio che ora vada a portare i vostri bagali nelle camere, poi preparo il pranzo!”

“D'accordo!” disse Fujitaka.

Tutti lo guardarono uscire con passo affrettato e sguardo cupo. Syaoran capì che non gli andava a genio, il che lo rese piuttosto preoccupato perchè sicuramente Sakura ne sarebbe stata dispiaciuta. Ma più che comportarsi in modo cordiale, Syaoran proprio non sapeva cosa fare. Il padre di Sakura invece sembrava abbastanza soddisfatto della scelta di Sakura, ma era anche vero che la sua espressione sempre così tranquilla era altrettanto indecifrabile.

“Syaoran dormirà in camera di Touya?” domandò Sakura.

“Sì. E lui ha colto l'occasione per trasferirsi definitivamente da Yukito.”

“Non vorrei creare problemi.” disse Syaoran.

Sakura gli diede una pacca sulla spalla: “Ma che dici? Era ora finalmente che si trasferisse da Yukito. Quindi non preoccuparti, Syaoran, non crei nessun problema!”

“Sakura ha ragione. Non dai nessun fastidio, figliolo, tranquillo!”

Syaoran, più convinto, annuì.

“Comunque è un po' strano...Touya...è arrabbiato?” domandò Sakura, preoccupata.

Fujitaka sorrise mestamente: “Sai com'è Touya... è solo molto preoccupato per te. Fosse per lui dovresti restare rinchiusa fino a quando non finirà tutta questa storia!”

“Già. Ma non è possibile, considerati tutti gli impegni che ho. E poi c'è Syaoran che mi protegge. Sono al sicuro con lui.”

“Ne sono convinto, Sakura. Ma vedi...è proprio perchè ti amiamo che siamo così preoccupati. Sebbene sia un terribile sentimento, la paura di perderti è forte. Ci fa soffrire e Touya non sa controllare le sue sofferenze. All'apparenza è forte e indistruttibile, ma dentro è pieno di dolore e sofferenza. Perciò non essere troppo severa con lui!”

“D'accordo, papà!”

Fujitaka battè le mani, alzandosi in piedi: “Perchè ora non andate a sistemarvi nelle vostre camere. È ancora presto per mangiare!”

“Sì, ho proprio voglia di rivedere la mia camera!”

“E' tutto come l'hai lasciato, non preoccuparti!” la rassicurò il padre.

“Ne sono sicura! - esclamò lei, rallegrandosi- Andiamo Syaoran, ti mostro la tua camera!”

“Sì, grazie signor Kinomoto!” disse Syaoran, rivolgendogli un inchino.

“Per cosa?”

“Per aver accettato così all'improvviso di ospitare anche me!”

“Oh...è un piacere!”

Sakura trascinò Syaoran fuori dal salotto, lasciando da solo il padre, e lo condusse su per le scale. Non appena giunsero al piano superiore, Touya uscì dalla prima porta del corridoio.

“Ah, siete qui!”

“Sì, vogliamo sistemarci prima di pranzare!”

“Bene allora, non mettete a soqquadro le stanze. Sono tutte pulite e ordinate!”

“Non preoccuparti, Touya. Saremo anche noi puliti e ordinati!” ribattè Sakura, indispettita.

“Vedremo!” rispose lui, con una smorfia scettica.

Detto questo tornò al piano di sotto e Sakura lo guardò scendere le scale con un'espressione mesta.

Syaoran capì il motivo di quella tristezza: “Sei preoccupata per lui?”

“Sì, ma sono sicura che starà bene. Questa visita a sorpresa porterà un po' di sollievo anche a loro.”

“Lo spero. -sospirò Syaoran- Posso farti una domanda?”

“Dimmi.”

“Tuo padre mi sembra strano.”

“In che senso?” domandò lei, divertita.

“E' come se cercasse di trattenere le sue vere emozioni. Insomma, poco fa era così evidente la sua preoccupazione sia per te che per tuo fratello, eppure cercava in tutti i modi di essere sereno e rilassato. Come mai? Come ci riesce?”

Il sorriso le morì sulle labbra, la sua espressione divenne più malinconica e lei prese le sue mani.

“Hai ragione. È proprio come dici tu. Non mostra mai le sue vere emozioni perchè ha fatto una promessa a mia madre.”

“Che genere di promessa?”

“Prima di morire mia madre gli fece promettere che, dopo la sua morte, lui avrebbe sorriso per sempre, qualunque cosa fosse successa. Perchè diceva che il suo sorriso aveva un effetto benefico, tanto che riusciva a farla stare bene anche nei giorni in cui la malattia la faceva soffrire intensamente. E così da quando mia madre è morta, non ho più visto la preoccupazione impossessarsi del viso di mio padre. Può sembrare ingiusto forse, perchè in questo modo lui si sente costretto a nascondere le sue vere emozioni. Ma trovo che sia una bella cosa, se non altro perchè questo dimostra quanto amasse mia madre e quanto ami ancora me e mio fratello. Sa perfettamente che per noi è stato e sarà sempre il miglior punto di riferimento che potessimo avere. E quando qualcosa ti affligge vedere la persona su cui fai affidamento giù di morale o preoccupata quanto te è molto difficile, non ti aiuta affatto. Al contrario se questa persona ti sostiene con la speranza e un sorriso sincero, è sicuro che tutto andrà per il meglio. E così è stato per noi!”

Mentre Sakura parlava, il coinvolgimento sul suo viso aumentava sempre più, fin quando gli occhi cominciarono a inumidirsi e lei non riuscì a trattenere una lacrima.

“Allora adesso capisco perchè anche il tuo sorriso è così bello!” affermò Syaoran, accarezzandole la guancia per asciugarle la scia della lacrima ribelle.

Il giovane appoggiò la fronte su quella di Sakura, senza smettere di accarezzarle la guancia umida e morbida.

“Vorrei anch'io che sorridessi sempre per me...puoi farlo?”

Qualche altra lacrima le sfuggì dagli angoli degli occhi, ma Sakura annuì con determinazione.

“Sì!”

*****

Il mattino seguente Syaoran si svegliò di buon'ora. Si guardò intorno riconoscendo la camera del fratello maggiore di Sakura. Era una camera molto semplice: le pareti erano di un tenue celeste, il classico futon si trovava accanto a un piccolo comodino di legno di faggio, sopra cui si trovava una piccola abat-jour. Di fronte al letto vi era una scrivania e accanto una bella libreria colma di libri. La sera prima Syaoran aveva letto i titoli: erano soprattutto libri scolastici di materie scientifiche e romanzi: storici, classici e thriller. Syaoran ne aveva afferrato uno che sembrava molto interessante, sui samurai giapponesi del periodo feudale. Ma poi si era ricordato dell'impegno che aveva preso con Sakura riguardo Cime Tempestose e, visto che l'aveva portato con sé, aveva infine deciso di continuare a leggerlo. Trovò la lettura più piacevole di quanto se l'aspettasse e assai meno dolorosa.

Decise di lavarsi e vestirsi in fretta per non arrivare tardi alla colazione. Non voleva che anche Fujitaka avesse un'impressione negativa su di lui. C'era già Touya per questo, il quale non si preoccupava minimamente di farglielo notare. Al contrario, il suo compagno Yukito sembrò essere entusiasta di conoscerlo. Era un giovane alto poco meno di Touya, con capelli chiari e occhi color ambra, molto simili a quelli di Syaoran. Era un tipo sempre allegro e cordiale, con un appetito notevole. E Syaoran aveva una buona considerazione di lui, anche se Sakura gli aveva confessato in serata che proprio Yukito rappresentava la sua prima cotta. Ma all'epoca il ragazzo le fece notare che, in fondo, i suoi sentimenti erano più semplici di quanto lei credesse, perchè, Yukito ne era convinto, Sakura lo considerava come uno di famiglia. Comunque tutta questa storia non infastidì Syaoran, perchè apparteneva al passato e perchè Sakura ora amava solo lui. Inoltre, sembrava che Yukito irradiasse gioia di vivere da tutti pori e contagiasse tutti quelli che lo circondavano, perciò Syaoran non riuscì proprio ad averlo a male.

Non appena uscì fuori dalla sua camera, si avviò verso la cucina, percorrendo il corridoio che portava alle scale. Ma si sentì trattenere da dietro per la camicia. Quando si voltò si accorse che era stato trattenuto da Sakura. E subito le rivolse un sorriso.

“Buongiorno, Syaoran!” esclamò Sakura, abbracciandolo.

“Buongiorno!”

“Hai dormito bene nella camera di mio fratello?” gli domandò lei, alzando lo sguardo.

“Sì, direi di sì. Ho dormito molto bene. E tu?”

“E' stato bello dormire di nuovo nel mio letto, circondata dalle mie cose, nella camera in cui sono cresciuta...”

“Lo credo bene!”

Sakura sorrise e poi la sua espressione cambiò: sembrava che le fosse appena venuta un'idea in mente.

“Ehi, ti andrebbe di vedere la mia camera?” propose lei, fremente di curiosità.

“Ah...s-sì...certo...”

Sakura divenne improvvisamente la più felice sulla faccia della Terra. Lo afferrò per la mano e lo trascinò fin davanti la porta di camera sua. Poi l'aprì ed entrò. Syaoran esitò un istante sulla soglia, infine seguì Sakura.

La sua cameretta era di forma rettangolare e molto più piccola di quella di Touya. Aveva le pareti color crema: subito alla destra della porta vi era un armadio grande bianco, mentre alla sinistra il letto di Sakura; accanto un comodino, sopra cui vi erano una abat-jour rosa con decorazioni gialle e una piccola sveglia. All'altro lato della camera vi era la scrivania di Sakura e sopra delle mensoline con tanti libri: Syaoran curiosò fra i titoli, erano soprattutto spartiti musicali, manga e romanzi classici. Trovava quella cameretta molto adatta a Sakura. Era semplice come lei, ma nascondeva delle caratteristiche assai preziose.

Sakura si sedette sul suo letto, sorridendo mentre lo guardava girovagare nella sua camera.

“Allora, ti piace?”

Syaoran si voltò a guardarla e annuì, mentre Neko-chan, alzandosi dal suo lettino, li raggiungeva per fare le fusa.

“Sì, molto. È davvero deliziosa!” esclamò lui, sedendosi accanto a lei.

“Bene, sono contenta!”

“Rispecchia molto come sei tu.”

“Davvero?”

“Ma certo! All'apparenza è semplice, ma se ti soffermi a guardare meglio alcuni angoli, ti accorgi che ci sono cose che non ti aspetteresti da questo genere di camera.”

Sakura scoppiò a ridere, poi si sporse verso la mensolina sopra il letto, piena zeppa di peluches e ne afferrò uno.

“Come questo?” esclamò lei, porgendoglielo.

Syaoran lo afferrò: era un semplice peluche, sembrava un leoncino tutto giallo, senza criniera, con occhietti piccoli e un musetto simpatico e vivace. La testa era molto grande rispetto al resto del corpo e sul dorso vi era un paio di bianche ali.

“Syaoran, ti presento Kero-chan!”

“Kero-chan?”

“Già, è il mio primo peluche. Me lo ha regalato mia mamma dopo la mia nascita. Lo sai, l'ho sempre considerato il mio primo amico. Anche se sapevo che non poteva rispondermi, gli parlavo, gli raccontavo tutto ciò che mi accadeva e avevo la strana sensazione che lui mi ascoltasse pazientemente. Il che era molto d'aiuto quando ero in difficoltà!” raccontò lei, guardando con nostalgia Kero-chan.

“Capisco.”

“Pensi che sia pazza?”

“No. Per i bambini sono normali cose come queste. Non preoccuparti!”

“Bene!” esclamò Sakura, emettendo un sospiro di sollievo.

“Allora, che ne dici se adesso scendiamo a fare colazione?”

“Oh, sì, ho una fame da lupi!”

Sakura sistemò nuovamente Kero-chan sulla mensola e gli toccò con un dito il musetto. Poi si voltò e uscì dalla stanza con Syaoran.

Quando arrivarono in cucina, Fujitaka li stava aspettando: indossava il grembiule e aveva appena terminato di apparecchiare la tavola con una serie di gustose pietanze: l'immancabile riso, pesce, omelette salate, sottaceti...

“Buongiorno!” esclamò Fujitaka, vedendoli arrivare.

“Buongiorno, papà!”

Syaoran accennò un inchino: “Buongiorno, signor Kinomoto!”

“Avete dormito bene?”

“Sì, benissimo, papà!”

“E tu, Li?”

“Oh...tutto a posto, signore!”

“Ottimo! Allora sediamoci e mangiamo!”

Sakura non se lo fece ripetere due volte e subito si sedette a tavola. Syaoran e Fujitaka la imitarono.

“Buon appetito!” esclamò Sakura e, bacchette alla mano, si fiondò su tutto ciò che la tavola offriva.

Syaoran cominciò a mangiare più lentamente rispetto a Sakura. Non l'aveva mai vista così affamata. Chissà che l'aria di casa sua non avesse causato quell'appetito così genuino.

“Allora cosa avete intenzione di fare oggi?” domandò Fujitaka.

“Vorrei portare Syaoran a visitare la nostra cittadina. Dici che si può fare, Syaoran?”

“Sì, direi che non ci sia nulla di male. Non corriamo pericoli. Chi sappiamo noi sa che la polizia è sulle sue tracce e non si muoverà dalla sua postazione.”

“Bene, allora, ci aspetta una bellissima passeggiata in questa splendida giornata.”

“E' una bella idea, Sakura.- commentò Fujitaka entusiasta- Un po' di sano turismo non fa mai male!”

“Grazie, papà!”

E così terminarono la colazione. Syaoran e Sakura ringraziarono il signor Kinomoto per la colazione e sparecchiarono la tavola.

Dopo essersi preparati, uscirono di casa: Sakura aveva indossato un paio di occhiali da sole e un cappello di paglia bianco, ovale, con un nastro di seta a fiori che si chiudeva con un fiocco sulla nuca. Aveva un aspetto proprio da turista e la speranza di passare piuttosto inosservata.

Quel giorno Sakura gli mostrò il suo istituto scolastico: si chiamava Seijo e comprendeva elementari, medie e superiori. Lì aveva stretto molte amicizie importanti e le aveva coltivate a lungo, anche se la più profonda era l'amicizia con Tomoyo.

Nei giorni seguenti Sakura mostrò a Syaoran i luoghi di Tomoeda per lei più rilevanti: il parco del Re Pinguino, dove tante volte aveva passeggiato con i suoi amici e avevano imbastito diversi pic-nic; il negozio di musica dove per la prima volta comprò uno spartito e dove un anno prima comparve il suo primo cd; la merceria dove aveva comprato l'occorrente per cucire un orsacchiotto per Yukito.

Già, un orsacchiotto per lui... ma dal racconto di Sakura, Syaoran capì che lei non riuscì mai a regalarglielo per chissà quale strano motivo. E ora quell'orsacchiotto stava comodamente da qualche parte nel suo armadio.

Da quello che potè vedere Syaoran, il paesino di Tomoeda era assai tranquillo, il luogo più adatto alla crescita di una ragazza come Sakura. E lei guardava con aria nostalgica quei posti così familiari. Nostalgica ma anche felice, perchè felici erano evidentemente i ricordi associati a quei luoghi. In fondo del passato interessano solo i momenti che destano piacere. E così era anche per lei. Sakura riconosceva tutto e tutti, ma così vestita non veniva a sua volta riconosciuta dalle altre persone per strada. Solo pochi individui riconobbero chi fosse, pochi amici incontrati per caso: una giovane esordiente scrittrice di romanzi fantasy, una coppia di amici fidanzati da una vita, che presto sarebbero finalmente convolati a nozze e, infine, una ragazza che, a quanto pareva, aveva un'importante relazione con uno dei loro insegnanti delle elementari.

Tutto sommato, erano stati incontri interessanti. Sakura lo aveva presentato come sua guardia del corpo e ovviamente come compagno. E loro sembrarono entusiasti di fare la sua conoscenza, oltre che preoccupati per Sakura. Le fecero domande sul costante pericolo a cui lei era sottoposta e Sakura rispondeva con tranquillità. Anche se Syaoran sapeva perfettamente che mostrarsi in quel modo, così rilassata, era anche molto difficile per lei.

Ma l'aria di casa era la cura migliore per casi come quello. Il senso di protezione del luogo nativo avrebbe allontanato le minacce e le paure, almeno momentaneamente. E questo non valeva solo per Sakura, ma anche per Syaoran. Il “regalo” inviato da Koichi era stato come un fulmine a ciel sereno, Syaoran non se lo sarebbe mai aspettato e in quel momento, così sorpreso e disorientato, era consapevole che non avrebbe svolto al meglio il suo lavoro. Così aveva preferito portare Sakura in un posto sicuro, in un luogo dove lei avrebbe potuto rilassarsi non solo grazie alla presenza di Syaoran, ma anche grazie al sostegno dei suoi cari, persone che la amavano.

Insomma, erano entrambi in vacanza...

*****

Dopo ormai una settimana di passeggiate e gite, Syaoran sembrava aver sempre vissuto a Tomoeda. Sapeva orientarsi alla perfezione, poteva riconoscere le vie e gli edifici e Sakura ne fu molto sorpresa e compiaciuta.

“Allora, ti piace la mia città?” domandò lei, un giorno di ritorno dalla solita passeggiata.

“Sì, direi di sì. È molto tranquilla e vivibile. Direi il luogo ideale per rilassarsi.”

“Hai ragione. E ti ringrazio per aver avuto questa idea!”

“Era l'unica cosa che potessi fare in quel momento...portarti nel luogo in cui ti saresti sentita più al sicuro!”

“E hai indovinato!”

Sakura gli baciò teneramente una guancia e poi entrarono a casa.

“Siamo tornati!” esclamò lei a gran voce.

Dalla sala uscirono Touya e Yukito, il quale rivolse a entrambi un sorriso, mentre il fratello burbero di Sakura aveva un'espressione imbronciata.

“Era ora! Si mangia tra 30 minuti!” fece notare lui, seccato.

E il cucchiaio di legno che aveva in mano incrementava la sua aria minacciosa.

“Ci dispiace aver fatto tardi, Touya, ma siamo arrivati in periferia. Volevo fare vedere a Syaoran quel delizioso parco, con i viali costeggiati di ciliegi. Peccato che ormai i fiori erano tutti a terra!”

Touya sbuffò, rispondendo poi con un tono decisamente acido: “Sì, beh...è estate Sakura, se non te ne sei accorta!”

Sakura, a sua volta, gli rivolse una smorfia infastidita.

“Me ne sono accorta!!”

“Se posso dire la mia...- intervenne Syaoran-...era comunque molto bello e ti ringrazio per avermelo mostrato!”

Sakura sorrise compiaciuta, dimenticando subito il malumore del fratello: “Di niente, Syaoran!”

Yukito ridacchiò divertito, mentre Touya alzò gli occhi al cielo esasperato. Dopodichè Sakura si infilò le pantofole e si avviò verso le scale.

“Hai detto mezz'ora, Touya?” disse lei.

“Sì, perchè?”

“Vorrei fare un rapido bagno.”

“Il rapido bagno deve essere rapidissimo!”

“Sarò più veloce di un fulmine, promesso!” assicurò lei e scappò al piano superiore.

Syaoran improvvisamente si sentì strano...quasi vulnerabile. Senza Sakura al suo fianco, in quella casa...non è che avesse paura, ma si sentiva come una instabile barchetta in balia della più furiosa tempesta. O perlomeno quella era il suo presentimento. Ma dopotutto era un poliziotto e non poteva mostrarsi così vulnerabile ai familiari della sua protetta. Perciò, facendosi coraggio, raggiunse i tre uomini in sala.

Touya e Yukito cucinavano, mentre Fujitaka stava apparecchiando.

“Posso fare qualcosa?”

“Oh, non ti preoccupare, Li. È già tutto a posto!” disse Fujitaka.

“D-d'accordo...”

“Ti è piaciuto il parco che ti ha mostrato Sakura?” continuò il signor Kinomoto.

“Sì, sì, Sakura avrebbe preferito mostrarmelo nel periodo dell'hanami, ma è davvero grazioso anche in questa stagione.”

“Hai ragione. Ci sono molti passerotti e le aiuole fiorite profumano l'aria con la loro dolce fragranza.”

Syaoran annuì: “Già, e...”

“E ora basta! Non ne posso più!” sbottò improvvisamente Touya, abbandonando con poca grazia il cucchiaio di legno che aveva in mano.

“Touya! Che ti prende?” domandò Fujitaka sorpreso.

Non era il solo a essere sorpreso, anche Yukito sembrava non aspettarsi una reazione tale dal compagno e Syaoran...lui, al contrario, se lo aspettava proprio da un momento all'altro. Ormai aveva capito perfettamente di non piacere a Touya ed era anche convinto che lui non avesse alcuna fiducia in Syaoran. Si capiva perfettamente dallo sguardo diffidente che gli lanciava ogni volta che era accanto a Sakura, dal suo atteggiamento scontroso...

“Non capisco che bisogno c'è di offrire in continuazione Sakura al suo carnefice!” sbottò, furioso.

Fujitaka lo guardava continuando a non capire cosa gli stesse accadendo: “Ma che stai dicendo?”

“Vi sembra il caso di continuare a uscire, esponendo Sakura al rischio di...”

“Touya, per favore. - lo interruppe il padre- Sakura non corre alcun pericolo qui.”

“A me sembra che state tutti sottovalutando questa minaccia. A Tokyo Sakura continua a fare concerti, esce per recarsi nei luoghi più disparati per inutili interviste e, adesso che quel criminale ha scoperto in quale hotel alloggia, la prima cosa che fa è scappare da noi, per continuare a uscire uscire uscire!”

Syaoran si sentì sempre più barchetta nell'occhio del ciclone, ma rispose con tutta la lucidità che poteva dimostrare in un momento come quello.

“Prima di tutto, nessuno in questa stanza sottovaluta il problema a cui Sakura è esposta. Siamo tutti preoccupati per lei e ci impegniamo tutti per offrirle il meglio. Io sono la sua scorta e so fare bene il mio lavoro, altrimenti l'ispettore non mi avrebbe mai affidato questo impiego. E una scorta serve a mantenere una vita se non tranquilla, perlomeno il più normale possibile. Sakura non può restare chiusa fino a quando non avremo catturato il signor Mitsuno. Per lei cantare non è solo un lavoro, è la passione della sua vita. Non può rinunciarvi perchè ciò vorrebbe dire ammettere apertamente di aver paura di quell'uomo. Invece lei sta affrontando questa situazione con coraggio: certo, è difficile, anche Sakura ha i suoi momenti di cedimento, ma in fondo è una ragazza forte, più di quanto lei stessa creda, più di quanto pensassi io all'inizio. E ora che non solo è la mia protetta, ma anche la persona più importante della mia vita, vi assicuro che farò di tutto per proteggerla.”

Touya lo guardava furibondo, i pugni stretti con forza. Poi si avvicinò lui e lo afferrò per il colletto della camicia.

“Belle parole, davvero...hai fatto lo stesso discorso anche alla famiglia della tua precedente protetta?”

La domanda lo colse un po' alla sprovvista, fu qualcosa di completamente inaspettato e colpì Syaoran nel profondo della sua anima, risvegliando per un istante quel rimorso che lentamente stava scomparendo grazie all'amore di Sakura. Ma come poteva Touya essere a conoscenza di quella questione?

“E' stata Sakura a dirtelo?”

“No, sono un avvocato, ho le mie fonti.”

“Bene, buon per te!” esclamò Syaoran, liberandosi e voltandosi come se volesse uscire dalla sala.

Ma Touya lo afferrò per una spalla e lo fece voltare nuovamente: “Aspetta. Significa che Sakura è a conoscenza del tuo passato?”

Syaoran si passò una mano sul viso, accorgendosi di quanto fosse umido, per la tensione, per il rimorso, per l'assenza di Sakura. Perchè l'aveva lasciato solo? Perchè senza di lei la sua fragilità aumentava?

“Sì, certo che lo sa.”

Touya ne fu piuttosto sorpreso, non se lo aspettava davvero a quanto pareva.

“E nonostante tutto si affida ancora a te?”

“Sì, si affida ancora me. Non avrei mai accettato il suo amore se prima non fossi stato del tutto sincero con lei. Per questo motivo le ho raccontato tutto della mia precedente esperienza. E il suo buon cuore le ha permesso di comprendermi con infinita tenerezza. Se tu non lo credi possibile, significa che non conosci bene tua sorella!”

“Ti sbagli, conoscendola...credo che sia possibile eccome. Ma se lei si fida di te, questo non significa che sia la cosa giusta. Lei al momento ti guarda con occhio non obiettivo. Io, invece, che sono suo fratello maggiore e l'ho protetta per tutta la sua vita, non mi fido di te. E se dovesse mai accaderle qualcosa, non andrò a cercare quel criminale, ma te!”

“E io sarei lì ad aspettarti, perchè significherebbe che non ho svolto al meglio il mio lavoro!”

“Adesso basta!” esclamò l'unica voce femminile della casa.

Sakura era tornata: aveva fatto davvero molto in fretta e, avvicinandosi a Syaoran, lui potè percepire l'inebriante profumo di bagnoschiuma al gelsomino che la avvolgeva. Una volta che fu accanto a lui, Sakura gli strinse la mano. La barchetta in mezzo al ciclone stava ritrovando la rotta verso casa.

“Touya, per favore, non prendertela con Syaoran!”disse lei, con estrema calma.

L'espressione dura del fratello sembrò vacillare per qualche secondo.

“Non sei al sicuro con lui, perchè non vuoi capirlo?”

“Ti sbagli!- rispose lei, scotendo il capo energicamente- Non potrei essere più al sicuro con nessun altro!”

“Ma non ti preoccupa quello che è successo nel suo passato? Io non posso credere che ti fidi di lui fino a affidargli la tua stessa vita!”

“Basta, per carità! Perchè continui a dire queste cose su Syaoran?”

Touya fissò l'espressione dispiaciuta di Sakura e chinò il capo.

“Lo faccio perchè sono preoccupato per te.” ammise lui.

Sakura esitò un istante e poi gli sorrise: “Lo so e ti ringrazio, fratellone. Ma Syaoran si impegna con tutto se stesso per proteggermi e sono sicura che adesso anche lui vorrebbe tenermi chiusa in una stanza. E se non lo fa è per non andare contro la mia felicità. Non potrei mai abbandonare il canto, è la mia vita. Nonostante queste minacce e la preoccupazione che mi assale di tanto in tanto, io sono felice perchè mi piace cantare, perchè la mia famiglia mi ama e perchè adesso c'è anche Syaoran nella mia vita. E lui mi protegge e sostiene sempre, con la sua immensa pazienza e con il suo amore. Perciò Touya se non ti fidi di lui, non ti fidi neanche di me perchè sono io a volerlo al mio fianco!”

L'espressione di Touya sembrò calmarsi, con estrema lentezza certo, ma era molto meglio del Touya furibondo di pochi istanti prima. Poi lui si chinò verso Sakura e le prese il viso con una mano, rivolgendole infine un sorriso divertito.

“D'accordo, signorina...ma se ti dovesse accadere qualcosa, allora sarai tu a vedertela con me!”

Sakura lo guardò per un istante, pensando al da farsi. Poi lo abbracciò, avvolgendo le braccia intorno al suo torace: “Andrà tutto bene, tranquillo!”

“Sì...beh...sarà meglio mangiare adesso...”

Syaoran sospirò, più rilassato: la paura e il rimorso svanirono nel momento stesso in cui Sakura gli aveva preso la mano. Era diventata così fondamentale nella sua vita, che non poteva più farne a meno. I suoi sogni si nascondevano dietro al sorriso che lei gli rivolgeva e la sua paura era ammettere che non aveva altri che lei, che non era più nulla senza Sakura.

*****

La cena fu più tranquilla di quanto si aspettasse Syaoran. E sebbene Touya fosse ancora diffidente nei suoi confronti, sembrava che almeno l'astio fosse svanito. Tutto l'affetto che provava per Sakura, gli aveva permesso di accettare la scelta che aveva fatto la sua sorellina e Syaoran poteva dirsi soddisfatto. Sicuramente un giorno avrebbe accettato anche lui.

Dopo cena e dopo aver pulito tutte le vettovaglie, Touya e Yukito tornarono alla loro dimora, mentre Fujitaka rimase in sala a guardare un po' di televisione. Sakura invece trascinò Syaoran al piano superiore.

“Grazie per prima.” disse improvvisamente Syaoran.

“Prima?”

“Sì...per la discussione con tuo fratello. Hai preso le mie parti!”

Sakura ridacchiò: “Scusa, cos'altro avrei dovuto fare? È naturale che fossi dalla tua parte. Ciò che ho detto a Touya non è altro che la pura e semplice verità. E sono sicura che un giorno anche lui la capirà!”

Syaoran le prese entrambe le mani, posando lo sguardo proprio su di esse.

“In quel momento...intendo mentre tu non eri presente...mi sono sentito perso. Era come se stessi per cedere nuovamente al mio senso di colpa, sentivo la forza abbandonare il mio corpo. Ero debole e non era affatto piacevole.”

“Syaoran, ma tu non sei debole!”

“Sì, invece, lo sono se tu non ci sei. - affermò lui, con voce tremante- Perciò non lasciarmi più da solo!”

Sakura gli rivolse un sorriso dei più adorabili e appoggiò la sua fronte a quella di Syaoran.

“D'accordo!”

Detto questo lo abbracciò, stringendolo con forza, e lui affondò il viso nell'incavo del suo collo. Era in pace con se stesso ed era una sensazione assolutamente perfetta. Avrebbe dato tutto l'oro del mondo per far sì che quel momento durasse in eterno. Ma Syaoran sapeva che non era possibile e decise di godere appieno di quegli istanti, fra le braccia della persona che era entrata come un'improvvisa ventata d'aria fresca nella sua vita e più lentamente nel suo cuore. E Sakura era la padrone indiscussa del cuore di Syaoran.

“Sakura, io ti amo.”

Syaoran non potè vedere la sua reazione a quella importante rivelazione, ma era quasi sicuro che stesse sorridendo beatamente, perchè il suo respiro era lento e profondo e il battito del suo cuore regolare e intenso. Lei infatti gli rispose con voce soave.

“Ti amo anche io, Syaoran!”

Ora che la sua felicità era completa, Syaoran decise di godere di quell'abbraccio ancora per un po' e anche Sakura sembrava non volerlo lasciar andare.

Ma poi lei si allontanò da lui e lo prese per mano.

“Voglio farti vedere una cosa!”

“Di che si tratta?” domandò Syaoran, curioso.

“E' una stanza!”

Syaoran, perplesso, si lasciò condurre da Sakura versa la misteriosa stanza che evidentemente ancora non aveva visitato. Sakura oltrepassò la porta della camera di Syaoran, di fronte al quale vi era la camera del signor Kinomoto, e poi la camera di Sakura per arrivare alla porta in fondo al corridoio. Da quando era arrivato Syaoran aveva sempre pensato che si trattasse di un ripostiglio. Invece si accorse che la porta si apriva su un salottino molto elegante. L'attenzione di Syaoran fu subito cattiurata dalla presenza di un bel pianoforte a muro nero, di una famosa marca giapponese. Oltre a questo, vi era anche una grande libreria, colma di libri e al centro una poltroncina bordeaux. Lo stile dell'arredamento era decisamente molto poco giapponese e molto occidentale.

Sakura si avvicinò al pianoforte e Syaoran la seguì: sopra il piano vi erano appoggiate cornici che contenevano fotografie della famiglia Kinomoto. In una risplendeva la madre di Sakura, con addosso un vestito blu oltremare stile primo Novecento e un ombrellino della stessa fantasia. In un'altra vi era Sakura, mentre cantava durante uno dei suoi concerti: Syaoran la trovò assolutamente meravigliosa. E infine in una foto era ritratta l'intera famiglia Kinomoto. La signora aveva in braccio una piccola creatura di pochi mesi di vita, che doveva corrispondere a Sakura. Accanto a lei c'era il padre con in braccio il piccolo Touya. Doveva avere 4 o 5 anni. Tutti sembravano davvero felici e quell'atmosfera familiare serena sembrava irradiare dalla foto e contagiare chiunque stesse osservandola.

“Questa è la stanza più importante della casa!”

“Perchè?”

“Perchè qui ci sono le cose più importanti per ognuno di noi. Ci sono i libri di archeologia di papà, i romanzi di Touya, il pianoforte per me e per mia madre c'è tutta la stanza. Lei adorava rifugiarsi in questa piccola stanzetta per suonare e adorava noi. Per questo mio padre ha voluto arredarla in questo modo! E un giorno, quando avrò una casa tutta mia vorrei avere una stanza proprio come questa. Ma vorrei che fosse tutta bianca, in modo da far risaltare meglio il pianoforte di mia madre. Vorrei che ci fossero tanti libri e piante e fiori e che si affacciasse su un bel giardino. Sarebbe un vero sogno.”

“Sono convinto che riuscirai ad avere la tua stanza, non preoccuparti!”

Sakura annuì, avvicinandosi poi alla libreria.

“Prima qui c'era il pianoforte di mia madre, ma quando papà ha detto che potevo prenderlo io, con il primo compenso ne ho comprato un altro per questa stanza. Non poteva mancare assolutamente.”

“Mi sembra giusto!”

“Sì, e poi in questo modo possiamo curiosare fra le passioni degli altri componenti della famiglia. Touya per esempio riesce a suonare qualcosina al pianoforte e io ho letto tutti i libri della sua libreria. È qui che ho trovato Cime Tempestose!”

“Ah...a proposito...volevo farti sapere che l'ho terminato di leggere!”

Sakura esultò e gli corse incontro: “Davvero? E qual'è la tua impressione?”

“Beh, è certamente angoscioso nella parte centrale e il personaggio di Heathcliff è reso molto crudele. Ma la fine è piena di speranza e penso che finalmente Heathcliff e Cathy sono riusciti a riunirsi!”

“Già, è proprio così!” disse lei sorridendo.

Poi come se le fosse venuta un'idea in mente all'improvviso, lo fece sedere sulla poltrona.

“Aspettami qui!”

Corse fuori dalla stanza più veloce di un fulmine e tornò con altrettanta rapidità. Aveva in mano quello che sembrava molto uno spartito. Infatti si sedette al pianoforte e sistemò lo spartito davanti a sé.

“Vorrei farti sentire una canzone!”

“Di chi?”

“Alla fine degli anni Settanta una cantante scrisse questa canzone ispirandosi a quel romanzo, infatti il titolo è proprio 'Wuthering heights'.”

Syaoran non aveva mai sentito parlare di quella canzone, ma già dai primi arpeggi nel registro acuto del pianoforte capì che la melodia sarebbe stata estremamente dolce. E così fu.

“Out on the wiley, windy moors

We'd roll and fall in green.

You had a temper like my jealousy:

Too hot, too greedy.

How could you leave me,

When I needed to possess you?

I hated you. I loved you, too. “

Anche la melodia cantata era molto acuta, ma la voce di Sakura affrontava i toni più alti con decisione e li sosteneva con potenza. Il risultato era, come sempre, assai gradevole per l'udito di Syaoran.

“Bad dreams in the night.

They told me I was going to lose the fight,

Leave behind my wuthering, wuthering

Wuthering Heights.

Heathcliff, it's me, Cathy.

Come home. I'm so cold!

Let me in-a-your window. “

Il testo rispecchiava perfettamente l'animo straziato, pieno di dubbi e incertezze di Cathy. E Sakura sembrava voler approfondire questi sentimenti, con un canto sommesso e addolorato. Chissà se in quel momento stesse pensando a lui e Haiko... conoscendola, Syaoran pensò fosse assai probabile.

“Ooh, it gets dark! It gets lonely,

On the other side from you.

I pine a lot. I find the lot

Falls through without you.

I'm coming back, love.

Cruel Heathcliff, my one dream,

My only master. “

La cantante che aveva scritto questa canzone aveva centrato in pieno le personalità dei due protagonisti. Sembrava di essere nuovamente nella brughiera attorno la residenza di Cime Tempestose, insieme a Heathcliff e Cathy. Sembrava di vedere la loro sofferenza, il loro dilaniarsi per la separazione.

“Too long I roam in the night.

I'm coming back to his side, to put it right.

I'm coming home to wuthering, wuthering,

Wuthering Heights,

Heathcliff, it's me--Cathy.

Come home. I'm so cold!

Let me in-a-your window. “

Il finale del romanzo dai contorni gotici lasciava un po' di amaro in bocca. Heathcliff e Cathy avrebbero per sempre vagato come anime solitarie nella brughiere inglesi, sfiorando come fossero lievi brezze la morbida erica e il selvatico brugo. Ma almeno sarebbero stati finalmente insieme.

Mentre Sakura cantava quella canzone, Syaoran si era reso conto di essere sempre più come Heathcliff. Anche lui aveva perso una Cathy, anche lui era stato dilaniato dal rimorso e dalla rabbia. Ma a differenza del protagonista di quel romanzo, Syaoran aveva avuto l'occasione di incontrare una seconda meravigliosa Cathy. E questa volta non se la sarebbe fatta scappare per nessuna ragione.

Prossimo capitolo: “Friends”

Ok, ce l'ho fatta! Finalmente abbiamo scoperto cosa c'era in quella maledetta scatola. E non prendetevela troppo per Touya, fa solo il fratello premuroso! ^_^ La canzone di questo capitolo la adoro ed è di Kate Bush. Nel prossimo capitolo eh...vabbè, dico solo che una semplice intervista riserverà molte sorprese...ahahaha

Ringraziamenti...

mamogirl: grazie per la recensione. ti è sembrata abbastanza sfocata la descrizione del regalo di Sakura? ahahah...no seriamente, povero uccellino....sono contenta comunque che ti sia piaciuto e grazie per essere la mia fidata betareader...

lisaangius: grazie per la recensione. come hai letto, sakura non urla di gioia. poverina eh? spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo...

paperella96: ahaha, non c'è la mano nella scatola...mi dispiace. comunque la versione inglese di yume no tsubasa non mi piace molto. preferisco il duetto giapponese con le voci dei protagonisti, perchè quella inglese non è cantata dalla doppiatrice di sakura.

annaly07:grazie per la recensione.spero ti sia piaciuto il capitolo anche se c'era la morte nella scatola...comunque sull'amico di syaoran....eh...vedremo cosa accadrà, magari nel prossimo...ihihih ^_^

laurettachan: grazie per la recensione.allora la trama del film dello scorso capitolo l'ho inventata, ispirandomi a Nana. mentre per la canzone yume no tsubasa anch'io preferisco la versione giappo. ma siccome sto mettendo tutte le traduzioni in inglese delle canzoni, ho fatto lo stesso anche con questa. comunque spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.

A presto

kia85

   
 
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