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Autore: Leuviah_Utopia    02/10/2010    2 recensioni
Il legame che c'è tra Elena Gilbert e i fratelli Salvatore non potrà mai essere spezzato. E se questi fossero legati tra di loro da una storia vissuta centinaia di secoli fa...magari nel Medio Evo? Il destino ha deciso che i nostri giovani eroi saranno uniti per sempre da un nodo "inscindibile", che prima di loro, aveva unito le vite dei loro antenati...
Tutto potrebbe risolversi con una scelta...a meno che...
"Ti manca qualcosa. Sai di avere tutto, ma ti manca qualcosa che forse non potrai mai avere…" Pensò Elena.
La ragazza stava per lasciar andare un pianto silenzioso, come era ormai abituata a fare, quando sentì qualcuno afferrarle i fianchi da dietro e con delicatezza voltarla. Ad Elena si mozzò il fiato quando vide chi l’aveva stretta tra le braccia…
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti, Stefan Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’indomani Elena si era alzata di buon ora, pur avendo dormito soltanto per poco più di due ore. Aveva passato la notte a parlare con Stefan. Di alcuni episodi della vita di Elena in cui Stefan, indirettamente, aveva partecipato. Avevano riso, scherzato e poi si erano ritrovati l’una stretta all’altro ed Elena si era addormentata. Stefan l’aveva distesa nel letto e l’aveva ricoperta con il lenzuolo, con premura.
Elena si sentiva benissimo, come non si era mai sentita in tutta la sua vita, che da lì in poi, stava per cambiare e questo lei lo sapeva.
Passò la giornata a sistemare il giardino che sua madre adorava. Avrebbe potuto affidarlo ai servi, ma era stata una sua scelta quella di prendersi cura di quel giardino in cui sua madre aveva piantato personalmente tantissimi fiori. Ognuno di loro aveva un fiore preciso, tra cui quello di Elena era la rosa rossa, mentre quella di sua madre era la rosa bianca. Suo padre aveva, invece, dei girasoli, che sua madre aveva scelto per lui.
Quando finì di occuparsi di quel piccolo giardino, si recò nel posto in cui amava stare, ogni volta che ne sentiva il bisogno: sotto l’albero di fronte la lapide di sua madre. Si sedette con molta grazia, facendo attenzione a non rovinare il vestito di seta bianco, con ricami di un giallo paglia, che indossava.

Crac

Un verso aveva interrotto i pensieri che affioravano nelle mente di Elena.

Crac

Un altro.

Era quell’uccellaccio che ogni volta stava sempre lì, fermo a fissare Elena e a farla sentire a disagio, nell’unico posto in cui avrebbe voluto essere se stessa. «Vai via brutto uccellaccio del malaugurio!». Elena prese un sassolino che si trovava vicino la sua mano e glielo lanciò delicatamente, perché in realtà non voleva fargli del male, ma voleva soltanto farlo spaventare, così che andasse via. Ma il corvo non si mosse nemmeno di un centimetro. Stava sempre lì, immobile, a fissare la bellissima ragazza che quasi ogni giorno si sedeva lì sotto a parlare con qualcuno che in realtà non c’era più. «Vuoi sfidarmi eh?>>. Elena si mise in piedi e agitando con grazia le mani, finalmente riuscì a far andare via quell’uccello.

Finalmente!

La ragazza si sedette nuovamente e, come sempre cominciò a parlare con la lapide di sua madre. Il corvo in realtà non era andato via. Si era solamente spostato in un altro albero e continuava a guardare Elena, come se comprendesse ciò che lei stesse dicendo. Elena si accorse che il corvo non se ne era del tutto andato, ma decise di non badarci tanto. Talvolta, la ragazza lo guardava e si accorgeva che il corvo agitava il capo frequentemente e lei si sentiva divertita da questo.

È come se capisse di cosa sto parlando.

Pensò Elena, che da quando si era seduta non aveva smesso per un attimo di parlare di Stefan. Del loro primo incontro. Della notte che insieme avevano trascorso a parlare e di come lui, le aveva rimboccato le coperte, come faceva sua madre quando era ancora piccola.
Si era fatto tardi e ormai il tramonto era alle porte. Elena si ricordò che Matt le aveva detto che le avrebbe fatto visita, così si alzò e velocemente si diresse verso il castello.
Matt era già con suo padre ed insieme la stavano attendendo. Elena fece un inchino e si scusò per il ritardo, poi si rivolse a Matt, dicendogli che doveva assolutamente parlare con lui.
Insieme si recarono nella terrazza dove la sera prima, Elena aveva preso “una boccata d’aria”. La ragazza sussultò quando vide che un corvo era appollaiato sulla ringhiera. Era lo stesso che le faceva compagnia sotto quell’albero. Lo stesso corvo nero, con sfumature più lucenti e anormalmente grosso per essere un uccello. La ragazza continuò ad osservare il corvo, perché non riusciva a guardare Matt negli occhi.

E adesso che gli dico?
Ehm…senti Matt, mi sono innamorata di un altro, un vampiro per l’appunto, ma questi sono solo dettagli?
Dannazione!

«Matt, senti, devo dirti una cosa importante…». Elena aveva la voce ridotta ad un sussurro.
«Devo preoccuparmi? ». Domandò il ragazzo serio.
«No…si…lasciami finire». Il giovane annuì. «Matt, io…io non voglio più sposarti, perché be’, vedi, mi sono accorta che non provo gli stessi sentimenti che provi tu nei miei confronti. Io ti voglio bene, ma niente di più». Elena non riuscì a distogliere lo sguardo dal corvo, che la osservava come se comprendesse ciò che lei stava dicendo. Guardandolo si sentì più sicura nel dire tutta la verità…o quasi a Matt, ma non poté fare a meno di sentirsi un verme, per quello che stava facendo a quel povero ragazzo.
«Elena, me lo stai dicendo solo adesso? Perché non l’hai fatto prima? », Matt continuava a mantenere il tono di voce basso, ma a stento riusciva a trattenersi dall’urlare.
«Mi dispiace Matt, credevo che sposandoti, avrei potuto provare qualcosa di più, ma alla fine ho capito che avrei commesso un errore se ti avessi sposato per questo motivo e non perché ero innamorata di te! ». La ragazza non riuscì a fare a meno di piangere. Non sapeva davvero come spiegare a Matt quello che lei provava in realtà. Distolse lo sguardo dal corvo, che era ancora intento a godersi la scena.

Brutto uccellaccio del malaugurio! Ti diverti a guardare eh?

La giovane si voltò verso Matt, che con grande dolore di Elena, aveva lasciato scorrere due lacrime alle due estremità degli occhi. Elena si sentiva davvero malissimo per lui, ma non voleva ingannarlo. Era sicura che la sua era stata la decisione migliore, perché lei non era innamorata di lui.
Matt si asciugò le lacrime con il bordo al limite della camicia rigonfiata proprio in quel punto. «Be’ Elena, se è quello che vuoi, io non posso costringerti, ma sappi che ti sposerei anche se sapessi che non mi amerai mai». A quelle parole Elena sentì un tuffo al cuore. Sapeva quanto Matt fosse innamorato di lei, fin da quando erano dei bambini. La ragazza non riusciva ad immaginare il dolore che stava provocando nel cuore del giovane.
Elena tese una mano verso di lui, che però, con un sorriso mesto, rifiutò con affabilità. «Addio Elena». Matt si voltò e abbandonò Elena lì, su quel terrazzo, in compagnia del rimorso di aver perso il suo migliore amico. Amareggiata per quello che aveva fatto, ma anche sollevata, perché adesso sentiva un peso in meno nel suo cuore, che però, era stato appena sostituito con la mestizia.
Elena si aggrappò alla ringhiera, per non perdere l’equilibrio.

Crac

Sentì che il corvo era molto vicino a lei, così tanto che la fece sobbalzare. «Cosa vuoi brutto uccellaccio? Hai apprezzato la scena? Be’ sono felice per te! ». Elena agitò le mani verso il corvo, che reagendo a quell’affronto, le si scagliò contro. Elena non ebbe tempo di fare altro, se non coprirsi il viso con le braccia, ma l’attacco non arrivò mai. Lentamente la ragazza si tolse le braccia dal viso e vide che davanti a lei non c’era più un corvo. Osservò una forma nell’oscurità uscire dall’ombra e avvicinarsi a lei. Sembrava quasi che le tenebre avessero preso vita e si solidificassero davanti ai suoi occhi, prendendo forma…forma umana, la forma di un giovane. Che fosse Stefan?
«Spero di non avervi messo paura». La voce era piacevole, ma non era quella di Stefan. Era incredibilmente bello. Il volto era pallido ed Elena riusciva a vedere che i suoi lineamenti erano nettamente delineati e quasi perfetti sotto una massa di capelli scuri. Quegli zigomi erano il sogno di qualsiasi scultore e vestiva di nero, colore che ad Elena non andava molto a genio. Stava sorridendo leggermente.
«Voi chi siete? ». Domandò Elena con voce smorzata.
Lui inarcò le sopracciglia e sorrise. «Mi chiamo Damon». Si era avvicinato di un passo e lei si accorse che quegli occhi erano insoliti, erano molto scuri, con una strana luce, ma le ricordavano qualcuno. Si accorse che era rimasta ferma a fissarlo, così si allontanò di qualche passo da lui. Si era creata una situazione imbarazzante, almeno per lei. Nessuno dei due parlava e il silenzio stava diventando quasi assordante.
«Cosa ci fate qui? Come avete fatto a salire fin quassù? », la ragazza cercava di parlare in modo più freddo possibile.
«Cercavo qualcuno», rispose il giovane.
«L’avete trovato? ».
«Oh, si». Il ragazzo aveva gli occhi fissi sulle labbra di Elena. Poi, con un altro passo, si avvicinò a lei. La ragazza non riusciva più a muoversi, sembrava paralizzata da quello sguardo che, con indignazione di Elena, il giovane continuava a tener fisso su di lei. Fece altri due passi e i due si ritrovarono a pochi centimetri l’una dall’altro. Lui si chinò su di lei, piegando la testa sulla sua. Elena stava per socchiudere gli occhi, mentre la sua testa si piegava all’indietro. Era come se stesse rivivendo una scena accaduta non molto tempo prima.

Ma cosa sto facendo? Sto permettendo ad un altro sconosciuto, che non è il mio Stefan, di baciarmi?

Prima di arrivare al punto cruciale, in cui Elena non avrebbe più potuto tirarsi indietro, voltò la testa di lato. Si sentiva come se avesse scansato per poco un oblio senza fine.
Elena pensò a Stefan. Lo voleva tra le sue braccia. Lo voleva lì con lei. Ma di fronte si ritrovava soltanto un ragazzo spudorato che continuava a sorriderle. Stava ridendo di lei. La ragazza sentì la rabbia ribollirle nel corpo. Aveva voglia di prendere a pugni quel tizio, una voglia che non le era mai venuta prima di allora. Elena si girò velocemente, per dirigersi all’interno, ma una mano fredda le afferrò il polso delicatamente. Elena si voltò per guardarlo. Le sue mani erano fredde, proprio come quelle di…Stefan.
All’improvviso un pensiero balenò nella mente della ragazza. Che Damon fosse…
«Damon! ». Un’altra voce si intromise in quell’assurda situazione. Una voce che però Elena conosceva perfettamente. Una voce familiare, l’unica voce che Elena voleva udire in quel momento.
«Fratellino». Rispose il ragazzo che stringeva ancora il polso di Elena. Adesso la presa si era fatta leggermente più tenace.

Cosa? “Fratellino”? Ma…vuol dire che…

«Lui è tuo fratello? ». La voce di Elena interferì tra quella dei due giovani. Stefan rispose annuendo.
«Il maggiore». Aggiunse Damon.
«Lasciala immediatamente! ».  Il tono di voce di Stefan era ostile. Damon mollò la presa ed Elena non poté fare a meno di carezzarsi il polso.
La giovane fanciulla si allontanò da Damon, che guardava suo fratello con aria di sfida e superiorità, sempre con quel sorriso calmo, ironico e divertito, come il suo tono di voce. La ragazza cominciò ad osservare i due fratelli che si trovavano l’uno di fronte all’altro. Adesso Elena si capacitava della somiglianza che aveva intravisto in quel giovane che pochi istanti prima aveva tentato di baciarla. Non erano esattamente identici, anzi, si somigliavano poco, ma in loro c’era qualcosa di familiare: il loro sguardo e la stessa luce in quegli occhi così diversi.

Damon e Stefan.

Stefan e Damon.

Due fratelli. Due giovani così diversi, ma entrambi…vampiri.

«Cosa ci fai qui, Damon? », chiese il fratello minore, che sembrava apparentemente calmo, ma la presenza del fratello non lo faceva sentire per niente a suo agio, soprattutto se lì con loro c’era Elena.
«Potrei farti la stessa domanda e sono sicuro che tu mi daresti la stessa risposta». Damon rispose al fratello con fare ironico e con quel sorriso leggermente irritato. Stefan strinse i pugni, a stento riusciva a trattenere la rabbia, specialmente adesso che gli aveva detto cosa lo aveva portato lì, anche se in modo sottinteso…Elena. «Adesso devo proprio salutarvi». Con un gesto della mano salutò il fratello con nonchalance e si voltò subito verso Elena, chinandosi verso di lei. «Mi dispiace di essere stato interrotto mia cara, mi stavo proprio divertendo». Damon si girò verso il fratello e lo guardò in modo strano, con un misto di irritazione e rispetto forzato. Qualcosa che spaventava Elena. Poi si voltò nuovamente verso la ragazza e con un sorriso rapido e brillante, che però soffocò all’istante, il ragazzo si tramutò in corvo e volò via, con il rumore del battito delle ali che si confondeva con il vento leggiadro tra gli alberi. Quel corvo sparì nell’oscurità, proprio da dove era apparso.
«Stefan! ». Finalmente Elena poté abbracciare il suo amato e stringersi tra le sue braccia. Si sentiva estremamente protetta con Stefan al suo fianco, come non lo era mai stata prima di allora.
Stefan cominciò ad accarezzarle la chioma oro pallido e poggiò la testa su quella della ragazza. Non avevano bisogno di parole per spiegarsi, perché ogni loro gesto era già la dimostrazione di ciò che provavano i due giovani.
«Portami via». La dolce Elena si teneva stretta al suo Stefan, che colto di sorpresa non potè fare a meno di respingerla amorevolmente per poterla guardare negli occhi. Stefan non era sicuro di aver sentito correttamente. Elena aveva un’espressione seria, molto di più di quanto il ragazzo stesso temeva. E adesso? Cosa avrebbe dovuto dirle? Lui l’avrebbe portata via subito se era questo quello che lei desiderava, ma era davvero questo ciò che la ragazza voleva? Stefan si sentiva a disagio in quel momento, perché se fosse stato per lui, sarebbe scappato con Elena e sarebbe andato in qualsiasi posto lei ambisse di andare, perché gli sarebbe importato soltanto di stare con la sua amata…per sempre.
«Oh Elena, io sarei disposto a portarti ovunque tu sognassi di andare, se ciò ti renderebbe felice, ma non sono sicuro che questo sia davvero quello che vuoi». Stefan le stringeva le spalle con delicatezza, mentre ammirava i suoi bellissimi occhi dal color lapislazzuli. Si sentiva premere qualcosa dentro dal forte desiderio che stava pian piano emergendo in lui. Un brama virtuosa di stringerla a se e portarla in un luogo in cui nessuno li avrebbe mai tormentati. Un luogo in cui non c’era male…in cui non regnava odio, ma amore,per far si che Elena fosse rimasta sempre al sicuro…in un posto senza Damon.
«Stefan, questo è davvero quello che voglio. Ho bisogno di andare via da qui, lasciarmi tutto alle spalle. Ormai ho trovato ciò che da tempo cercavo. Adesso, ho trovato te». La ragazza aveva sentito un nodo in gola pronunciando quelle parole, ma non perché provava dolore, anzi, finalmente si sentiva come un fiore che alla fine è sbocciato, perché ha ricevuto il nutrimento necessario di cui aveva bisogno…l’amore.
Stefan non resistette più al desiderio di abbracciare Elena, così spezzò quella misera distanza che si era creata tra i due e l’attirò a se, cingendola forte tra le sue braccia e infine abbassò il suo viso a quello della giovane e con innocenza si scambiarono un bacio innocente.


Note d'autore:

Rieccomi con il secondo capitolo. Come avete visto anche qui ancora non c'è molto, ma purtroppo io sono una che si dilunga -.- , comunque come avete avuto modo di leggere Elena, non sposerà più il suo caro amico Matt perchè crede
di aver trovato l'amore:Stefan. Nel frattempo fa la sua comparsa (a tutti gli effetti) l'affascinante fratello del nostro Stefan...il bellissimo e tenebroso Damon, che comincia già a tramare qualcosa per interferire tra Elena e suo fratello.
Vi anticipo solo che nel prossimo capitolo la nostra Elena prenderà una decisione, ma non allarmatevi, non è ancora
quella che vi aspettate! =)

See you later...Thank you so much!

   
 
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