- PROLOGO -
Incendio.
A
mala pena riuscii a reggermi in piedi, quando vidi le fiamme.
Credo
che sia stato proprio quello a dare inizio a tutta la storia che ora vi
racconterò. Iniziò quel 14 giugno 2010, con le fiamme che avvolgevano il muro
della casa. Poi, avide, penetrarono nella stanza più piccola di tutta
l’abitazione, quella dove mi rifugiavo quando ero triste, o arrabbiata. Quella
che conteneva la mia batteria, i miei libri, i miei progetti, i miei lavori.
Non era la mia camera da letto, ma ero io di sua proprietà. Pensate all’uso del
passato: ero.
Quella
stanza non c’è più. E non mi importa di tutto il resto, ma di quello
sgabuzzino, di quei quattro muri che negli anni passati avevano raccolto le mie
risate e le mie lacrime.
Il
fuoco se l’è mangiata, quel lontano 14 giugno, si è portato via una casa e
tutta la mia voglia di sorridere e di vivere con lei.
Quel
giorno, il sole splendeva e la temperatura era a 35° C. Il giorno dopo, grandinava. Come dire, oltre al danno, la beffa. Sì,
sembrava proprio che ci schernissero, noi cinque poveri relitti, senza tetto,
costretti a subire colloqui coi vigili del fuoco, con i carabinieri, con i
giornalisti (che puntualmente, com’è consono nel loro mestiere, hanno sfornato
articoli per i quali mi son fatta grandi risate: manco l’indirizzo di casa era
giusto, e il resto, ancora peggio).
Si
stavano burlando di noi, tutti. L’intero pianeta si burlava di noi.
Ero
stanca, ero arrabbiata col mondo. Raccontavo minimo tre volte al giorno come
andavano le cose. Mi ricordo che, dopo 5 giorni dall’accaduto, e cioè da dove
inizierà la vera e propria storia, ho visto un’amica, Arianna, che ad un certo
punto mi ha detto: “Non c’è più la tua luce”.
“Come?”
“Sei
sempre stata una ragazza dagli occhi grandi e blu, occhi sognanti. Ora li hai grigi e spenti, voglia zero, occhiaie scavate”.
Guardava
il pavimento, mentre pronunciava queste parole. Doveva avere un certo coraggio
per dirlo, perché in quel momento avrei davvero voluto tapparle la bocca per
sempre. Solo ora mi rendo conto di quanta realtà
invece c’era, in quelle parole, taglienti. E la prossima volta che la vedo,
questo me lo scrivo come promemoria, la devo ringraziare, perché non l’ho
ancora fatto. Le devo un sacco, per una miriade di motivi, che vi spiegherò se
continuerete a leggere.
Ho
recuperato quella luce di cui lei parlava proprio ieri, 5 ottobre. Ricordatevi
questa data.
E
ora, dopo avervi presentato l’antefatto, vi racconto una storia, quella reale,
quella mia, ragazza dal semplice nome quale è Francesca, e lui, ragazzo dal
nome insolito, Zeno.
{ Spazio Harry_Jo.
Questa è una storia VERA. Ho cambiato il mio nome per scaramanzia,
e l’ho trasformato in Francesca.
Dedico proprio a lei questo incipit, perché lei mi ha convinta a
scrivere, e per questo, davvero grazie di cuore. ♥
Vorrei sapere che ne pensate, se volete, i
commenti son ben accetti sempre, soprattutto le critiche costruttive!
Grazie mille per chi la leggerà!
Erica ^^
P.S. : Sì, ho avuto un incendio a casa
proprio quel giorno, ripeto, è e sarà tutto vero.