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Autore: Dean Lucas    06/10/2010    3 recensioni
Ian riabbraccia Isabeau ma scopre il prezzo del perdono di Ponthieu: i ragazzi si vedono costretti a ritornare con Isabeau nel presente in cerca dell'unico manufatto che può convincere Guillaume. Nel passato, una donna mette alla luce una bambina, senza sapere che avrebbe scritto alcune delle pagine più importanti della storia di Francia. Il suo destino si intreccerà con quello di Ian, Daniel, Isabeau e Ty, tra guerre e assedi, sconfitte e vittorie e soprattutto un nuovo amore più forte di ogni cosa. E quando tutto sembrerà ormai perduto, e la vita della misteriosa ragazza e il segreto stesso di Hyperversum saranno in grave pericolo, una donna dovrà prendere la decisione forse più importante nella storia dell'umanità. Chi c'è dietro Hyperversum? I ragazzi forse l'hanno sempre saputo, ma quando arrriverà finalmente il momento di conoscere la risposta, questa li sorprenderà più ancora delle loro incredibili avventure.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza aspettarselo, a poco a poco, scortandola e aiutandola nelle incombenze quotidiane, Ty si innamora di quella giovane, così devota al suo scopo, così determinata, con una volontà incrollabile, così sicura di sé, così genuina, così pura, così diversa da tutte le ragazze di cui si era vagamente infatuato nel XXI secolo. Un sentimento che fin dall’inizio gli sembra blasfemo sapendo chi e cosa lei rappresenta, eppure inestinguibile e innegabile. Lei non fa nulla per incoraggiarlo: porta i bei capelli castano chiari piuttosto corti per l’epoca, veste quasi sempre in abiti maschili anche quando si leva l’armatura, per non attrarre l’attenzione degli uomini e proteggere la sua purezza. Ciò nondimeno, Jeanne, accorgendosi dei sentimenti di Ty, pur apprezzando i modi gentili di quel giovane conte, deliziata da certi suoi imbarazzi quando la guardava e vedendolo così diverso dai nobili arroganti e brutali ch’ella conosceva, gli parla chiaramente: l’unico suo sposo è il Signore per il momento, aveva fatto voto di castità fino a quando a Dio fosse piaciuto e gli spiega che sarebbe stato Dio stesso a indicarle quando non sarebbe più servita ai suoi scopi e sarebbe quindi stata libera di dedicarsi ad un uomo. Prima del successivo scontro di Les Tourelles, pur disperandosi perché sapeva dai libri di storia che non sarebbe mai accaduto, Ty riesce ad ottenere da lei che quando quel giorno arriverà, sarà lui quell’uomo: un bacio quanto mai casto ma infinitamente prezioso per entrambi, suggellerà il loro patto segreto. Da quel momento crescerà in Jeanne un lacerante tormento interiore che la dividerà tra il giuramento fatto a Dio e a Juliette di guidare l’esercito francese alla vittoria scacciando tutti gli inglesi e il desiderio crescente e irresistibile di abbandonare tutto e vivere il suo amore con Ty. Lei era solo una ragazzina di 17 anni, perché non poteva vivere come tutte le sue coetanee?

Jeanne comunque non perde tempo e riforma l'armata trascinando con il suo esempio le truppe francesi e imponendo uno stile di vita rigoroso: fece allontanare le prostitute che seguivano l'esercito, bandì ogni violenza o saccheggio, vietò che i soldati bestemmiassero. Impose loro di confessarsi e fece riunire due volte al giorno, intorno al suo stendardo, l'esercito in preghiera. Il primo effetto fu quello di instaurare un rapporto di reciproca fiducia tra la popolazione civile ed i suoi difensori i quali, invece, avevano l'inveterata abitudine di tramutarsi da soldati in briganti quando non erano impegnati in azioni di guerra. Soldati e capitani, contagiati dal carisma della giovane, dal sostegno del conte Thierry de Ponthieu e dai suoi fedelissimi falchi d’argento come erano conosciute le sue milizie, sostenuti dalla popolazione di Orléans, si preparano alla riscossa.

Ian nel frattempo si allena ogni giorno, con feroce determinazione. Temprato nel fisico e nella volontà dalla vita severa cui si era sottoposto nei molti mesi di soggiorno nel monastero di Saint Michel, si adatta velocemente alla nuova armatura a piastre personalizzata per la sua stazza e secondo le sue richieste e ad uno stile di combattimento differente, diventando in poco tempo uno dei più terribili guerrieri di cui l’armata francese dispone e guadagnandosi la stima assoluta dei falchi d’argento, suoi compagni d’arme.

Gli inglesi intanto avevano accerchiato Orléans e avevano occupato otto fortezze intorno alla città, dalle quali la tenevano in scacco: le Tourelles, le bastie degli Augustins, di Saint-Jean-le-Blanc (sulla riva meridionale della Loira), di Saint-Laurent, di Saint-Loup, le tre dette "Londre", "Rouen" e "Paris" (sulla riva settentrionale), ed infine di Charlemagne (sull'isola omonima). Gli assediati erano tuttavia riusciti a tenere libera la porta di Bourgogne e quando Jeanne giunse sulla riva meridionale, in sella ad un destriero bianco, di fronte al piccolo borgo di Chécy, il 29 aprile, trovò ad attenderla il cosiddetto Bastardo d'Orléans, comandante delle forze a difesa dell’assedio.

Il comandante francese la pregò di entrare in città per quella via mentre i suoi uomini compivano manovre diversive, l'esercito ed i rifornimenti invece - necessari per sfamare la popolazione allo stremo - avrebbero atteso di poter essere traghettati attraverso il fiume non appena il vento fosse divenuto favorevole.

L'incontro tra il comandante e la ragazza fu subito burrascoso; dinanzi alla decisione di attendere che il vento girasse in modo da consentire l'ingresso dei rifornimenti e dei rinforzi, Jeanne, appena 17enne, rimproverò aspramente l'esperto uomo di guerra, sostenendo che suo compito sarebbe stato solo quello di condurre lei e l'esercito direttamente in battaglia, avrebbe preso lei le decisioni necessarie. Il Bastardo d'Orléans non ebbe neppure tempo di replicare poiché pressoché subito il vento mutò direzione e divenne favorevole al transito sulla Loira, consentendo l'ingresso per via d'acqua dei rifornimenti e dei rinforzi - circa 4000 uomini - che la ragazza aveva recato con sé.

Gli inglesi erano ora guidati da Lord Glasdale dopo che il precedente comandante, Thomas Montaigu conte di Salisbury, ferito gravemente al volto da alcuni detriti sollevati dal fuoco dell'artiglieria e ormai morente, era stato soffocato nel sonno dallo stesso Glasdale bramoso di prendere subito per sé il potere e avere via libera nel comandare l’assedio col pugno di ferro e disporre a suo piacimento dei prigionieri.

Nonostante la veloce conquista di una delle fortezze minori in mano agli inglesi, lo scontro decisivo sembrava tuttavia dover attendere ancora, quando un giorno gli informatori dei difensori riportarono a Ty la notizia che la notte del 7 maggio gli inglesi avrebbero ucciso, nel tentativo di fiaccare la morale degli assediati, proprio davanti agli occhi dei loro cari, tutti i prigionieri catturati. Le donne “eretiche” sarebbero invece bruciate vive sui roghi. Per Ty, Ian e Daniel è facile convincere Jeanne della necessità di sferrare l’attacco decisivo prima di quel massacro. E così facendo pianificano lo storico attacco a Les Tourelles.

Mattina del 7 maggio 1429, Orleans: iniziò l'attacco decisivo agli inglesi, barricati dietro al portone fortificato de Les Tourelles, secondo il copione dell'assalto frontale in voga ai tempi. La stessa sera, già ultimati tutti i preparativi per i roghi, secondo i piani di Glasdale sarebbe stato consacrato al sacrificio di tutte le dame francesi che aveva catturato. Inclusa Isabeau.

In testa alla formazione francese c’erano Ty e Ian. E ovviamente lei. Sebbene non le fosse stata affidata formalmente nessuna carica militare, Jeanne era la figura centrale nelle armate francesi: vestita da soldato, impugnando spada e bandiera bianca con raffigurato Dio benedicente il fiordaliso francese ed ai lati gli Arcangeli Michele e Gabriele, si rivolse così alle truppe schierate: “Agite e Dio agirà! Gli uomini d'arme si batteranno e Dio darà loro la vittoria!” e pronunciando alla fine le famose parole “Chi mi ama, mi segua!”. Il piano elaborato da Ian prevedeva come prima cosa di insidiare, mediante alcune chiatte incendiate, gli archi del ponte, che servivano in parte come struttura muraria di base della fortezza. Quando Glasdale si accorge di Ty, l’uomo che lui sapeva di aver ucciso e gettato a marcire nel fiume, di fianco a Jeanne, in prima fila, senza elmo e con ben in evidenza i colori del Falco d’Argento, un superstizioso terrore si impadronisce di lui, prima di riprendere poco dopo il controllo di se stesso e gettarsi con folle ferocia nel combattimento.

Nel mezzo dello scontro, Jeanne fu colpita come lei stessa aveva predetto il giorno prima. Pur ferita da una freccia tra il collo e la scapola, non smette di combattere né cerca di farsi curare sino al termine delle ostilità, difesa con coraggio da Ty e tra le grida di incitamento dei suoi uomini che nel fatto straordinario videro la conferma del disegno divino che stava per compiersi: avrebbero vinto poiché era Dio a volerlo.

Verso sera, quando ormai il comandante francese si stava preparando ad ordinare il disimpegno dallo scontro per il buio ormai incombente, Jeanne lo convinse a ritardare il proponimento, convinta a sua volta da Ty e Ian a trovare le forze necessarie per affrontare quella prova: Ian sapeva dai libri di storia che quella sera ci sarebbe stata la battaglia decisiva e non voleva dare tregua agli inglesi, che potevano impiegare quel tempo per mettere in atto il massacro dei prigionieri che avevano progettato.

Nel frattempo, Glasdale, furibondo per le perdite subite e per la paura irrazionale che attanagliava le sue truppe dinanzi agli straordinari comandanti dell’esercito nemico, decise che era il momento di sferrare un duro colpo al morale dei nemici e ordinò di portare immediatamente tutti i prigionieri e le donne ai roghi già allestiti. 

  
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