Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: MeggyElric___    07/10/2010    5 recensioni
Prima fanciction su fullmetal Alchemist ^.^
La mia storia inizia alla fine dell'ultimo episodio di FMA Brotherhood, il numero 64 (capitolo 108 del manga). Quindi, se qualcuno non volesse... ecco... rovinarsi il finale, non dovrebbe leggere questa fanfiction.
DALLA STORIA:
" - Tornerò indietro.
Quelle parole uscirono con difficoltà dalla sua bocca, che si chiuse in una smorfia. Il cuore di Winry ebbe un tuffo. Era già arrivato quel momento, quel momento che temeva tanto. Era arrivato troppo presto.
Non voleva lasciarlo andare, non in quel momento. Era sempre stata innamorata di lui e non riusciva a capacitarsi di non vederlo più. Non voleva che quell’abbraccio fosse il loro ultimo addio.
Forse, però, c’era ancora una speranza. “Tornerò indietro”, aveva detto. Aveva paura a credergli. Aveva paura di rimanere delusa, troppo delusa.
Aveva paura, ma voleva credergli. L’avrebbe aspettato anche tutta la vita, se fosse stato necessario.
Avrebbe atteso il suo ritorno, appoggiata al balcone della finestra.
- Sì.
Disse Winry, quasi senza accorgersene. Edward mosse le labbra, senza dire nulla.
- Fai attenzione. "
comunque sia, spero vi piaccia. E' una storia molto lunga, quindi preparatevi ^.^
se non si fosse capito, è sulla coppia Edward/Winry!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui! Sono sempre io, ho solo cambiato nick! Ora solo MeggyElric___ ! Ancora con ritardo, ma minore di quello dell’altra volta!

Un nuovo capitolo scritto a scuola, questa volta durante le ore di matematica, italiano e storia dell’arte. Vi chiederete ma questa a scuola non ha mai niente da fare? beh vi rispondo che avrei MOLTO  da fare, ma quando l’ispirazione arriva, arriva. E non c’è niente da fare. A parte scrivere, ovviamente!

Bene, vi lascio a questo lungo capitolo, che a mio parere esce un po’ da quella che è la trama della storia, ma sinceramente, ho notato anche io che era un po’ tutta rose e fiori, per cui, ecco qui.

Spero che sia di vostro gradimento ^^

15.   FUOCO

Puoi fare di tutto: puoi scappare, dimenticare o cercare di cancellare, ma il passato è indelebile, e per quanto si cerchi di strofinarlo o ricoprirlo con nuovi ricordi, è sempre lì, che si fa strada e riaffiora nella mente.

E a volte, quel passato, per quanto indesiderato, può tornare per un’irritante visitina.

Così ci si ritrova a rivangare vecchi ricordi che ormai si pensavano archiviati, rinchiusi in polverosi scatoloni e gettati nell’angolo più remoto della mente, e un vortice di dolore e difficili scelte torna ad avvolgere tutto.

Un enorme confusione di pensieri, e tutti per una sola irritante persona.

L’aria fresca di ottobre si faceva sentire, quel pomeriggio, e ormai gli alberi che decoravano la campagna erano diventati spogli e impotenti.

L’atmosfera era mutata e i dolci colori autunnali stavano via via scomparendo per lascia posto alle fredde tonalità un po’ spente più tipiche dell’inverno.

Pinako entrò in casa, levandosi la pesante mantella marrone. Posò le buste della spesa sul tavolo, poi si diresse verso la cucina.

Sul divano, Alphonse studiava un vecchio libro di alchimia, ripetendo a bassa voce i concetti più importanti. Accanto a lui, c’era Edward, spaparanzato sullo schienale, con la metallica gamba sinistra posata su un tavolino a rotelle. Sbuffava seccato, mandando di tanto in tanto un’occhiata al grosso volume tra le mani del fratello. Si allungò con il corpo verso Al, che aveva sottolineato un frase sul libro.

-          Stai fermo, Ed!

Gridò stizzita Winry, china sul tavolino dove era posata la gamba dell’ex alchimista. Era impegnata nella manutenzione dell’automail, e detestava dover interrompere il suo lavoro perfetto per colpa di uno stupido libro di alchimia.

Edward grugnì profondamente annoiato, incrociando le braccia al petto e tornando alla sua posizione originaria. La ragazza sbuffò, lucidando con un panno imbevuto di soluzione per acciaio l’automail alla gamba del suo amico d’infanzia, che ormai era diventato molto di più.

Improvvisamente, l’abbaiare furioso di Den fece sobbalzare i tre ragazzi che, stupiti, osservavano la porta di legno, chiusa. Il cane continuò ad abbaiare e pochi secondi dopo, il caminetto della stanza si accese, da solo.

Le fiamme scoppiettavano sul legno, senza che nessuno avesse sviluppato qualsiasi forma di calore.

L’abbaiare di Den si fece più intenso e vicino, e dei passi si udirono chiaramente: qualcuno stava camminando con passo pesante ma perfettamente ritmato sulle vecchi tavole di legno della veranda.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta, ma nessuno si mosse. Edward deglutì, ben riconoscendo quel ritmo regolare di passi e ricordando il potere alchemico di una persona in particolare.

-          Non può essere...

Sibilò l’ex alchimista, così sottovoce che nessuno riuscì a udire le sue parole. Dalla cucina, apparve la vecchia, che attraversò con fare piuttosto irritato il salotto – forse non aveva gradito il fatto che nessuno dei ragazzi si fosse degnato di rispondere – e aprì la porta, rivelando l’identità dell’ospite misterioso.

L’uomo entrò con un ghigno soddisfatto e i capelli corvini leggermente spettinati dal vento. La divisa blu si distinse luminosa della buia penombra della stanza.

Si fermò esattamente davanti al divano, fissando negli occhi Edward con fare di immensa superiorità. Il ragazzo alzò appena lo sguardo e parlò, annoiato.

-          Colonnello Mustang.

-          Comandante supremo Roy Mustang, prego.

Ruggì Roy, ferito nell’orgoglio. Ed non si scompose, né si mosse dal divano. Pinako si avvicinò a Roy, mentre Winry raccoglieva gli attrezzi per la manutenzione e li riponeva con cura nello scaffale in basso accanto alla porta.

-          Cosa la porta qui, comandante?

Chiese la vecchia, cercando di chiudere la porta. Roy la fermò, mettendo una mano sull’uscio, ma non rispose. La nonna si allontanò senza capire.

-          Ah, i  giovani...

Borbottò, raccogliendo le buste della spesa che aveva abbandonato poco tempo prima sul tavolo. Edward fece scendere la gamba dal tavolino e, dopo aver fatto muovere un paio di volte le giunture del ginocchio, si avvicinò all’uomo, in piedi dritto davanti a lui.

-          Cos’è venuto a fare qui?

Chiese, con voce rozza, seccato. Roy alzò un sopracciglio.

-          Quanto sei ostile. Porta rispetto, acciaio.

Ed strinse pugni e l’uomo ghignò soddisfatto. Avvicinò il viso a quello del biondo, chinandosi leggermente fino ad arrivare a pochi centimetri da lui.

-          Oh, scusa.

Disse sorridendo, con una punta d’ironia nella voce.

-          Non sei più un alchimista, Edward.

-          Tagli corto, comandante. Perché è qui?

-          Motivo molto semplice acc... ehm, Edward. Motivo molto semplice.

-          E sarebbe?

-          L’esercito, anche in tempo di pace, ha bisogno di nuove leve, soldati giovani e pronti.

-          E con questo?

-          Come ben sai, l’esercito ha anche bisogno di... cani.

Ed strinse gli occhi riducendoli a due fessure. Dove voleva andare a parare quell’irritante comandante?

-          Ma che cosa va dicendo? Come lei ha già detto, non sono più in grado di utilizzare l’alchimia.

-          Beh, caro Edward. Abbassa le ali. Non tutto gira intorno a te. Ci sono altri ottimi alchimisti, ad Amestris. Ottimi alchimisti che vogliono dedicare la vita allo studio, magari per capire per quale ragione la trasmutazione della loro madre non è andata a buon fine.

Sogghignò, volgendo lo sguardo verso la persona che stava dietro al ragazzo. Edward spalancò gli occhi e scattò avanti verso Roy. Afferrò con entrambe le mani il colletto della divisa e strattonò con forza l’alchimista di fuoco.

-          No! non Al! Non lui!

Alphonse, che aveva da poco lasciato il suo libro, fissava a occhi sgranati le due figure davanti a sé.

-          Io? Un... un alchimista di stato?

-          No Al, non voglio che tu riviva tutte quelle orribili cose che ci hanno afflitto anni fa! Non ricordi Al? Non ricordi?

-          Fratellone...

-          Ti prego, dimmi che non vuoi accettare! Ti supplico!

-          Ma... ha detto che potrei scoprire come mai la trasmutazione della mamma...

-          NO! Sono tutte sciocchezze!

-          E se non lo fossero? Se esistesse veramente un modo giusto per compiere la trasmutazione umana? Non vorresti rivedere la mamma? O il papà? O gli zii Rockbell?

Edward si conficcò le unghie in un braccio e si morse il labbro inferiore. I suoi occhi si inumidirono, ma alcuna lacrima scese lungo le sue guance.

-          Al. Ti prego. Non dire più una cosa del genere. Ovvio che vorrei rivederli! Ma... come puoi non pensare a ciò che ci è successo?

Alphonse indietreggiò, terrorizzato dall’idea di poter tornare di nuovo ad essere un’armatura, che non sentiva alcuna sensazione. Rabbrividì, mentre una lacrima gli solcava il viso. Edward guardò Mustang con occhi di fuoco, poi tornò a osservare il fratello.

-          Al...

-          Hai ragione, fratellone. La trasmutazione umana è impossibile e proibita. Io dovrei saperlo bene. Ma... gli studi che si possono fare come alchimista di stato... non c’è niente che possa eguagliarli! D’altro canto, io non voglio andarmene da qui. È la mia casa, la mia famiglia. Tornare in quel mondo di guerra non mi piace affatto. Fratellone, aiutami. Ti prego.

-          Alphonse, ti prego rifiuta.

-          Io...

-          Decido io.

Si intromise Roy.

-          Ti propongo un patto, Edward. Una sfida.

-          Parli chiaro, Mustang.

-          Comandante Mustang. Ricordalo. Comunque sia, battiti contro di me. Il vincitore avrà diritto di scelta.

-          Non posso... non posso!

-          Mi pare che tuo fratello sia d’accordo.

-          No... no...

-          Beh, a quanto pare, ho vinto in partenza. Peccato, sarebbe stato divertente battermi con te. E ora, tuo fratello viene con me.

-          NO!

Gridò, al culmine della rabbia, afferrando un braccio del comandante e facendolo voltare verso di sé. Non poteva dargliela vinta così, doveva salvare Al, così come aveva sempre fatto, da bravo fratello maggiore.

-          Ok.

Disse, rassegnato, ma con chiaro tono di sfida.

-          Accetto.

Il comandante sorrise, soddisfatto. A quel punto, Winry, che era rimasta zitta e in disparte fino a quel momento, corse verso Ed e s’intromise tra i due.

-          No! non combattete, vi prego!

-          Winry, togliti, o ti farai male.

Raccomandò Ed, con fare affettuoso ma duro. La spinse un po’ troppo violentemente verso destra, e lei quasi cadde a terra. Afferrò un braccio dell’ex alchimista e lo pregò ancora.

Richiesta negata.

Una lacrima si fece strada silenziosa sul suo viso arrossato. Edward se ne accorse, e fu come se la lama affilatissima di un coltello gli avesse trafitto il cuore. Distogliendo lo sguardo da Roy, strinse tra le braccia Winry, che scoppiò a piangere.

-          Smettila di piangere, Win. Scusa.

La ragazza singhiozzò rumorosamente e si strinse tra le braccia del biondo. Edward le stampò un bacio sulla testa e arrossì un po’. Le alzò il mento con un dito, e la guardò negli occhi, ancora colmi di lacrime salate e cristalline.

-          Non preoccuparti. Al rimarrà qui. Costi quel che costi.

-          Ma...

-          Niente ma. Rimani qui, al sicuro.

-          Ed, io...

-          No. promettimelo. Promettimi che non farai sciocchezze.

-          Lo prometto.

-          Brava, Win.

La baciò velocemente sulle labbra, quasi a premiarla per quella promessa, anche se già sapeva che difficilmente sarebbe stata mantenuta. S’imporporò, accorgendosi che tutti gli sguardi dei presenti erano puntati su di lui.

Deglutì, poi si girò verso Roy.

-          Mi batterò con te, ma a una condizione.

-          Quale?

-          Si tolga i guanti.

-          Sei furbo, Edward. Che peccato. E va bene. Riza, vieni.

Riza? Tutti, stupiti, si voltarono verso la porta, dalla quale apparve una donna dai lunghi capelli biondi, raccolti in una comoda coda. Indossava un maglioncino beige e dei morbidi pantaloni neri.

Niente divisa. Poco dopo, scoprirono il perché.

Il tenente Hawkeye – tutto pareva, in quel momento, a parte un soldato – teneva una mano posata sul ventre, gonfio e perfettamente rotondo. Lo sguardo, addolcito da quando aveva visto i ragazzi, ora era posato sulle mani del comandante, che le stava porgendo con gentilezza i suoi fidati guanti con i cerchi alchemici.

-          Tenente lei è... incinta!

Sorrise Winry, strofinandosi una mano sugli occhi color del cielo per asciugarsi le lacrime. Si avvicinò cautamente a lei, osservandola da ogni angolazione e facendole un mucchio di domande, intenerita e un po’ imbarazzata. Riza, costernata, cercò di dare una risposta a ogni quesito di Winry, ma senza grande successo.

Edward guardò con tenerezza Winry, che stava accarezzando con estrema dolcezza il pancione della donna, che sorrideva felice. Ma dovette distogliere lo sguardo da quella scena meravigliosa, perché Roy picchiettò una mano sulla sua spalla e lo fece voltare verso di lui.

-          Allora...

Cominciò il comandante, passandosi una mano tra i capelli e sorrise divertito. Ed stette all’erta, seguendo ogni minimo movimento di Roy.

-          Fammi vedere di cosa sei capace, senza la tua alchimia!

Urlò, scattando verso il biondo avversario che, con un movimento fulmineo, scansò il pugno. Con altrettanta rapidità, gli assestò un violento colpo allo stomaco. Roy mugolò di dolore, posando una mano sulla parte offesa. Riza gli si avvicinò preoccupata, e gli posò una mano sulla spalla, ma lui gliela scostò dolcemente.

-          Non male acc... Edward.

-          Proprio non riesci a eliminare quel nome, vero?

-          Mi dai del tu? Porta rispetto, sono un tuo superiore!

-          Non più!

Disse Edward, con un sorriso pieno d’orgoglio, mentre si lanciava di nuovo verso Roy, che era scattato dalla porta che il tenente Hawkeye aveva lasciato aperta.

L’ex alchimista lo seguì fuori dall’abitazione.

-          Fermati e combatti!

Roy si fermò nel bel mezzo del prato, volgendo lo sguardo alle montagne all’orizzonte. Poco dopo, tornò a osservare il ragazzo.

-          Sei diventato più altro Edward. Non pensavo sarebbe mai successo!

Gridò l’uomo al vento. Edward strinse i pugni dall’irritazione.

-          Taci!

-          Come sei permaloso! Cos’è? ti brucia essere piccolo?

-          Rimangia quello che hai detto!

-          Hahahahaha! È fantastico provocarti!

La risata del comandante si perse nel vento. Edward, accecato dalla raggia, li lanciò nuovamente verso di lui.

Combatterono incessantemente per alcuni minuti, poi Ed perse di vista il suo rivale. Si girò intorno un paio di volte, ma non vide nulla. Solo la solitudine di quel freddo paesaggio di mezzo autunno.

-          Dove sei?!

Ruggì, ma la sua voce sparì in una volata di vento, che soffiava sempre più forte. Ad un tratto, senti una presenza dietro di sé e si girò.

Lo sguardo dorato si soffermò su una sagoma umana, appoggiata ad un albero. La schiena dell’uomo aderiva perfettamente alla corteccia ruvida e le gambe, leggermente piegate, sorreggevano un corpo alto e snello, ma allo stesso tempo forte e virile.

Le braccia incrociate al petto, e un debole sorrisetto di superiorità dipinto sul volto.

-          Mustang!

Lo chiamò Edward, ma l’uomo non rispose. Roy alzò leggermente il braccio destro, facendolo ruotare di novanta gradi, così da trovarselo davanti al viso. Posò il pollice sul medio, incrociando leggermente le dita e assumendo una posizione che il biondo ex alchimista ricordava fin troppo bene. Edward socchiuse gli occhi, per vedere meglio. No, le sue mani erano perfettamente nude. Perché Roy era in quella posizione? Senza i guanti, non poteva utilizzare la sua pericolosissima alchimia.

Lo sguardo infuocato del rivale si fece ancora più rovente. Negli occhi neri un chiaro invito alla sfida.

-          Ma che cosa sta...

-          Ed!

Ed si voltò sorpreso, notando la sagoma di Winry che correva a perdifiato verso di lui.

-          Winry?! Cosa ci fai qui?!

-          Ed! Att...o! Non avvi...na...i!

-          Cosa?! Non sento!

-          Sca...a! ha vi...o la ve...tà!

-          Il vento è troppo forte! Non ti sento!

-          Ha vi...o la ve...tà!

Il vento soffiava impetuoso, offuscando ogni suono, e le parole della meccanica si persero prima gi giungere all’orecchio dell’ex alchimista. Winry accellerò la corsa, avvicinandosi sempre di più.

-          Non avvicinarti! Ha visto la verità!

Gridò, con tutto il fiato che aveva in gola. Edward spalancò gli occhi.

Verità.

È vero, Roy aveva visto la verità! In un momento gli passarono davanti agli occhi le immagini dell’ultima guerra., la morte di Huges, e la trasmutazione umana.

Allora... era capace di utilizzare l’alchimia senza cerchi alchemici!

-          Winry, vattene!

Urlò terrorizzato, ma la ragazza non lo sentì. Spostò lo sguardo verso l’alchimista di fuoco.

-          Non osare...

Disse, paralizzato dal terrore. Fece un passo indietro, rendendosi conto che era troppo tardi per scappare. Roy mosse le labbra in un ghigno vittorioso.

-          Ops!

E schioccò le dita.

Un forte boato scosse tutta Resembool, mentre una fiamma alta e rovente si faceva spazio bruciando senza pietà l’erba umida.

Ed rotolò sul prato, gettato a terra da una spinta provenuta da chissà dove, schivando per non molto il bruciante attacco del rivale che, probabilmente – anzi, quasi sicuramente, a meno che Mustang non fosse impazzito completamente – l’aveva mancato di proposito.

In effetti, da qualche metrò più in la giunse la risata divertita di Roy, che se la spassava alla grande. Edward cercò di spostare con le mani il grande fumo che si era creato, ma non ci riuscì.

Cercò con lo sguardo la sua amica d’infanzia.

-          Winry? Ti avevo detto di stare a casa! Ma guarda te se dovevi venire a...

Si blocco, a bocca spalancata, e con gli occhi totalmente aperti. Davanti a lui, il corpo della ragazza che amava giaceva sull’erba completamente bruciata.

Alcuni lividi le ricoprivano il viso, e dai vestiti strappati si intravedevano tagli e bruciature.

Il cuore di Edward cessò di battere, e il ragazzo si accasciò accanto a Winry. Roy si avvicinò subito, preoccupato.

-          Che è successo?

-          Mi ha spinto per... salvarmi.

-          Stupida! Come ha potuto pensare che ti avrei colpito veramente?

-          Non lo so! Ma lei è così! Si preoccupa sempre! Avanti Winry, apri gli occhi!

Nulla.

-          Winry ti prego...

-          Vado a chiamare la vecchia.

Roy scappò tra la nube di fumo dirigendosi verso casa Rockbell. Edward prese tra le braccia il corpo esanime della ragazza baciandole la fronte bollente.  Si avvicinò a lei e notò con enorme sollievo che respirava regolarmente.

La strinse al petto, mentre grosse lacrime cominciavano a bagnargli il viso e a cadere sulle palpebre serrate di lei.

Desiderò ardentemente vedere quegli occhi azzurri come il cielo, che lo facevano sentire in paradiso.

Sognò di poter sentire la sua voce sussurrargli che l’amava.

Posò la fronte contro quella di Winry e pianse così, stringendola tra le braccia, mentre quelle lacrime che scendevano dal suo viso cominciavano a corrodergli sempre più il cuore e la pelle.

Bruciavano.

Bruciavano più del fuoco.

 

 

Sniff sniff povera Win. Mi è dispiaciuto molto scrivere questa ultima scena, ma Mustang doveva per forza combinare qualcosa. Insomma, vuole tanto vantarsi della sua alchimia di fuoco, facciamogli fare un errore per questa volta.

Anche se, poverino, non l’ha fatto apposta, voleva solo spaventare il povero Ed! xD

Detto questo, ho passato quasi quattro ore a riscrivere questo capitolo da carta a computer modificandolo venti milioni di volte, quindi ora devo correre a fare i compiti. Risponderò alle recensioni la prossima volta!

Baci.

MeggyElric___

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: MeggyElric___