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Autore: Fior di Luna    05/11/2005    7 recensioni
Si narra che, in quello che era il Giappone Medievale, esistesse una spada leggendaria chiamata Ryuuza. Questa spada aveva la facoltà di rendere chiunque la impugnasse invincibile. Ma in cambio un siffatto potere, esigeva un prezzo altissimo.
Nonostante ciò empi uomini e scellerati demoni la bramavano.
Fino a che...
N.d.A.:modificato
Genere: Romantico, Avventura, Mistero, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il lupo e la Fanciulla
Di Fior di Luna

Il lupo e la fanciulla I
Il Lupo e la Fanciulla

CapitoloI ~ Persa nella foresta


" Eccoti qui femmina!" Stava arrivando.
Hanako era in trappola: il suo piede sinistro era bloccato, stretto tra i denti metallici di una tagliola. Stramazzò bocconi sul suolo viscido; strattonò con violenza ma riuscì solo a graffiarsi maggiormente le gambe nude. Atterrita iniziò ad ansimare pesantemente. Si appiattì sul terreno per rimpicciolirsi il più possibile, ma inerme come un coniglio sarebbe stata una facile preda. Strizzò gli occhi. Il respiro le si mozzò in gola. È vicino. È giunta la sua ultima ora.
"Amida-Nyorai" Persa nella Foresta (1) la fanciulla pregò sottovoce."Vi prego di perdonare tutti i miei peccati e di accogliermi nel Vostro Parad..." Invece del sibilo del colpo di spada fatale, ci fu soltanto un modesto scricchiolio di rami rotti poi qualcuno le sollevò il piede impigliato.
"Non c'è nulla di rotto solo poche ferite superficiali. Puoi camminare?"così domandò una voce virile avvolgente e intensa come il calore del fuoco
Incredula, la ragazza riaprì gli occhi. Quell'uomo anziché ucciderla come temeva, si era accosciato e le stava esaminando la caviglia.
"Non so.." Balbettò Hanako.
Era troppo buio ed Ella non riusciva a distinguerne perfettamente le fattezze dello sconosciuto; ma sotto la sfumata luce lunare, che filtrava tra gli alberi della foresta, i suoi lunghi capelli legati, alla maniera dei guerrieri, scintillavano argentei.
"Non ti sei dimostrata molto coraggiosa fuggendo. "Lo sconosciuto si rizzò in piedi, era alto e sotto la cappa scura sembrava indossare una corazza di metallo, una lunga Katana nel suo fodero rigido gli pendeva dal fianco sinistro.
"Ma sei solo un femmina inerme. Quei miserabili ti avrebbero uccisa se il vento non mi avesse portato l'odore del tuo sangue."
Hanako cercò di fissarlo ancora una volta in volto. Gli occhi dell'uomo sembravano scintillare, riflettendo la luce come quelli delle bestie selvatiche. Doveva essere l'illusorio chiarore della luna piena ad ingannare in tal modo i suoi sensi, creando bizzarre illusioni.
"Ora alzati: dobbiamo andarcene." Imperioso Egli la distolse dai suoi pensieri.
La ragazza si tastò la caviglia, riusciva a muoverla se pur con qualche spasmo doloroso.
"Allora, puoi camminare?" Egli ripeté.
"Non ne sono sicura, ora ci provo."L'uomo le tese una mano per aiutarla. Disorientata ella tentò di rimettersi in piedi appoggiandosi al tronco alle sue spalle.
"Bene, come supponevo le tue ferite non sono gravi. Ora seguimi dobbiamo andarcene da questo luogo."
"No. Io devo tornare subito al monastero di Sakurai, mi staranno cercando" Si rinfilò i sandali di paglia.
"Dista più di tre giorni di cammino. "
"Non è un problema, conosco la strada" Insistette Hanako poi accennò alcuni passi incerti.
"Sei sola e disarmata."
"Vi sono davvero molto grata, Gentile Signore, ma ora non ho più bisogno dei Vostri servigi." Dopo un breve inchino di commiato Hanako s'incamminò zoppicante, senza prestare attenzione alle parole dell'uomo.
"Come vuoi non sarò certo io, Yotenmaru, ad impedirtelo; però proseguendo in quella direzione troverai solo montagne disabitate...disabitate dagli umani." Egli aggiunse senza seguirla.

Seduto su di una roccia muscosa, Yotenmaru si limitò a guardare la donna inoltrasi nel folto degli alberi.
Come la maggior parte delle femmine, non era del tutto in grado di badare da sola a se stessa; per di più era anche un essere umano, condizione che la rendeva ancor più vulnerabile in quella landa selvatica: la Foresta Kansai.
E' questo il nome dell'aspro groviglio d'abeti e latifoglie che si estende inviolato alle pendici delle Montagne Piovose. Non vi è alcuna strada che l'attraversa, poiché solo gli esseri umani più abietti o più irreprensibili osano addentrarsi tra quei tetri alberi, ma nessuno di loro ha mai fatto ritorno.
Da tempi immemorabili si narra chel'antica e inospitale foresta nasconda molti segreti; alcuni ignoti persino ai demoni più primitivi e selvaggi che vi dimoravano indisturbati in compagnia delle belve.
Il vento era cambiato, furioso agitava le cime degli alberi più alti. C'era odore di pioggia nell'aria notturna. Numerosi ululati provenivano dalle montagne, erano sempre più vicini: il branco si stava avvicinando.
Seccato Yotenmaru si alzò in piedi e si stiracchiò. Doveva seguirla, trovare quella donna prima degli altri lupi.
Se le leggende si riveleranno veritiere, forse proprio lei sarà la chiave per arrivare ad appropriarsi della potente e mitica spada che in molti bramavano da tempo: Ryuuza .
In ogni caso, Hanako avrebbe potuto rivelarsi estremamente utile, forse più utile di quanto lui stesso avrebbe immaginato.
Determinato il demone si addentrò nella foresta. Usando il suo fiuto, egli seguì il tenue aroma floreale della fanciulla, che delicata com'era. non poteva essersi spinta molto lontano.

Sola di notte nel folto della foresta Hanako era sul punto di piangere. Aveva perso l'orientamento, la caviglia le doleva e per di più era completamente intirizzita. Ovviamente i briganti che l'avevano rapita si erano subito preoccupati di rubarle tutti gli indumenti che indossava lasciandole solo un sottile Kosodè (2) bianco e un paio di miseri zori (3) di paglia.
Improvvisamente una nuvola passeggera oscurò la luna e facendo calare la ragazza nelle tenebre.Mise il piede in fallo cadendo bocconi, di nuovo. Disperata si sedette sul terreno umido piangendo e battendo i denti. Intorno a lei c'era soltanto buio, vento gelido e bestie minacciose, dai feroci occhi gialli, pronte a balzare fuori dalle ombre per divorarla. Un prolungato ululato proruppe sinistro in lontananza.. La paura, glaciale come acciaio, le strinse la base dello stomaco,
" Sapevo che da sola non saresti potuta andare lontano." Colta di sorpresa ella sobbalzò. Il suo liberatore l'aveva seguita. Il suono della sua voce era caldo come le mani che le appoggiarono gentilmente un indumento di pelliccia sulle spalle. " Alzati femmina: ti porterò sulla schiena. Qui è pericoloso per te."
"Non sono un'inferma !" Hanako Orgogliosa declino l'offerta. Si udì un altro mucchiare prolungato seguito da un innaturale boato
"Che cosa è stato?" domandò ella con voce tremante.
"Demoni" rispose impassibile lo sconosciuto.
Hanako riconsiderò la precedente proposta " Vi ringrazio, onorevole Signore, accetterò volentieri il Vostro braccio" aggiunse educata, senza indugiare oltre.Non aveva altra scelta.
Se Hanako, in quel momento avesse soltanto immaginato, quanto l'insolita vicenda che stava vivendo avrebbe cambiato il corso della sua tranquilla vita, forse non sarebbe stata così sollevata dall'offerta d'aiuto di quel demone che credeva un uomo.



1 Una delle manifestazioni di Buddha. I giapponesi lo pregano al momento della morte.

2 Kimono di cotone bianco a maniche strette e corte. Veniva indossato come biancheria intima.

3 Sandali di paglia intrecciata, simili a ciabatte infradito.

Note dell'autrice
  • ho bisogno di sapere cosa ne pensate di questa storia per continuare a pubblicarla. dai lasciatemi una recensione e io sarò sempre più motivata a continuare.
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