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Autore: small    08/10/2010    2 recensioni
Una ragazza, in un altro mondo, in un altro tempo, si ritrova, contro ogni speranza e ambizione, a lottare senza sapere per cosa, perchè o con chi. L'unica cosa che Dorotea può fare è cercare di adempire al proprio destino, perchè la vita le ha insegnato una sola cosa: non ci può mai tirare indietro.
Dalla storia:
“Non puoi salvare il mondo da sola”
“Devo prima provarci, per saperlo”
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 

Dorotea, che onestamente non capiva da dove venisse il suo nome ridicolo, si sistemò il fermaglio blu elettrico tra i capelli neri. Sorrise, radiosa, al proprio riflesso. Quello era un giorno terribile, avrebbe finalmente scoperto la verità e sapeva che non era una cosa buona. Lo capiva dagli sguardi sconvolti che le persone le lanciavano, da quei sorrisi sicuri e falsi che le rivolgevano, da quella delusione così mal celata che aleggiava sui loro volti. Quel giorno le compiva diciotto anni e avrebbe scoperto se era o no uno Squart. Gli squart erano guerrieri straordinari, che combattevano al servizio dell'umanità con l'aiuto degli elementi. In realtà, ogni squart possedeva una lama, nella quale era rinchiuso l'elemento che dominava: acqua, fuoco, terra e aria. In quella lontana epoca, in quel lontano paesino di Cervill, era nascosta la lama dell'acqua. Poiché il potere squart si rivelava dopo i diciotto anni, così almeno raccontavano le leggende, ogni ragazzo o ragazza che arrivava a quell'età veniva presentato davanti al Fiume. Se era uno squart usciva la lama, altrimenti il Fiume rimaneva calmo e silenzioso. Erano tre secoli che non compariva uno squart. Ormai tutti avevano perso le speranze. Non sapevano se negli altri villaggi fossero comparsi degli squart: a Wordell, Rufgorn e Julws erano custodite le altre tre lame, ma nessuno le aveva mai viste, né toccate, né sentito il loro potere. Tutto taceva in attesa di qualcosa. Quel giorno Dorotea si sarebbe recata a mezzogiorno presso il Fiume e sarebbe diventata l'ennesima delusione del suo paese, del suo stato, della sua terra. Solo quando i quattro squart si fossero ricongiunti, la pace sarebbe tornata, volando sopra le quattro lame scintillanti. La situazione era più grave di quanto sembrasse: se la pace non fosse ricomparsa nel giro di un anno, il mondo sarebbe finito, per sempre. Tutti erano destinati a morire. Una volta, un vecchio di Cervill, aveva detto a Dorotea che la pace era un bellissimo uccello dalle piume rosse come il fuoco, gli occhi azzurri come l'acqua, le zampe marroni come la terra e la testa invisibile come l'aria. Il vecchio giurava di averlo visto, ma nessuno gli credeva, ovviamente. Bisognava prima riunire i quattro squart e poi, forse, si sarebbe potuta trovare la pace. Dorotea indossò il vestito blu, come il Fiume, e si preparò alla lunga camminata che avrebbe dovuto affrontare quel giorno. Il cuore le ballava in petto. Non sapeva cosa sarebbe accaduto dopo. Se fosse stata uno squart, sarebbe potuta rimanere in quel paese, altrimenti avrebbe dovuto abbandonare Cervill. Dorotea, infatti, era un'orfana, trovata per caso da un contadino e cresciuta insieme ad altri cinque ragazzi, anche loro orfani. Probabilmente era figlia di qualche povero abitante di Cervill, o il frutto di un adulterio, di una relazione segreta, o, nella peggiore delle ipotesi, della Matta. La Matta, di cui nessuno conosceva il nome, viveva vicino al Fiume, in completa solitudine, dannata per sempre a causa di una maledizione. Dorotea, allacciandosi il fiocco del colletto, sperò con tutte le sue forse che quello fosse il suo giorno fortunato.

Ecco qui, è l'inzio di quella che spero sarà un'avventura avvincente e appassionante... spero che vi piaccia e mi facciate sapere cosa ne pensate! Grazie!
Ecc 

   
 
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