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Autore: HOPE87    09/10/2010    1 recensioni
Un cielo pieno di stelle... e la consapevolezza di non appartenere a nessuna di esse. Quanto luminosa può essere la strada di chi sa di dover brancolare nel buio totale?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Mu, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro di scatto gli occhi, trattenendo il fiato a causa della paura e avvertendo qualcosa urtarmi il gomito

Misunderstandings

 

 

 

 

 

 

 

 

Apro di scatto gli occhi, trattenendo il fiato a causa della paura e avvertendo qualcosa urtarmi il gomito. Riesco a ritornare completamente alla realtà non appena mi rendo conto del disastro che ho combinato.

-         Cazzo… - impreco sottovoce, chinandomi a recuperare la catasta di libri che ho urtato nel risvegliarmi di colpo dall’ennesimo incubo che ho avuto.

Ho ancora il cuore che mi batte all’impazzata… se non avvertissi nitidamente il fondoschiena intorpidito ben aderito alla sedia mi sembrerebbe quasi di star correndo ancora…

Di nuovo. Ho sognato di nuovo di scappare, di essere inseguita da… bah… un’ombra, una forma indefinita che protende le braccia verso di me, procurandomi la pelle d’oca anche adesso che sono sveglia.

Com’è frustrante sognare di scappare! Per un brevissimo lasso di tempo, nel sogno, avverto la necessità di fermarmi a guardare da chi sto scappando… ma alla fine la fifa – che io tendo accuratamente a definire invece “istinto di sopravvivenza” per non farmi arrivare il morale a terra più di quanto già non lo sia – ha il sopravvento.

Eppure qualcosa mi dice che anche se riuscissi a voltarmi e a guardare il mio inseguitore, molto probabilmente non vedrei niente… se non, forse, una forma dai lineamenti femminili.

Kalì.

È lei il mio incubo, dopotutto… e ciò basta a spiegarmi il perché di tutti questi risvegli traumatizzanti. Scappo da un qualcosa di cui non conosco nemmeno la forma… perché in fin dei conti, discorsi eroici a parte, me la faccio sotto.

Sospiro pesantemente, mordendomi poi il labbro inferiore e continuando a recuperare i tomi volati giù dal tavolo sul quale precedentemente erano ordinatamente posizionati, maledicendo il genio che me li ha posizionati così vicino!

… e naturalmente dovevo anche urtare la testa sotto al tavolo. Nulla da fare… non si diventa tanto facilmente come me… ci si deve solo nascere in certe condizioni…

La persona che ho di fronte solleva il volto dal tomo che stava consultando quel tanto che basta a ricambiare il mio stesso sguardo perplesso. Semmai si possa parlare di “sguardi” e “perplessità” con…

-         Cosa… ? – chiedo confusa, rendendomi conto di essere rimasta con la bocca aperta troppo a lungo. – Dov’è…? - . Saga. Dov’è Saga? E soprattutto: quando recupererò la facoltà di parlare?

-         È andato via un’ora fa, aveva altre faccende di cui occuparsi – risponde nel suo classico tono monocorde il mio interlocutore, come un automa.

Mi gratto il mento distrattamente, facendo vagare lentamente lo sguardo attorno a me, constatando – con un certo disappunto - che io e lui siamo le uniche anime vive presenti nell’immensa biblioteca della tredicesima.

Inspiro profondamente, tentando di allentare la tensione.

-         Mi… mi spiace essermi addormentata… - quasi sussurro, sperando comunque di esser stata abbastanza udibile, dal momento che era quella l’intenzione …

I suoi occhi rimangono incollati alla pagina che sta consultando.

-         Ricordi il motivo per cui sei sussultata? - .

La sua voce giunge alle mie orecchie come una stilettata. Così fredda…

-         Il solito – rispondo sbrigativamente, abbassando gli occhi per non dover più incrociare i suoi.

Quando l’istinto mi fa rialzare lo sguardo… noto il suo volto diafano leggermente rivolto verso di me.

Abbasso gli occhi, automaticamente, afferrando con agitazione un libro qualsiasi accanto a me e prendendo a sfogliarlo distrattamente, cercando così di non dar l’impressione di esser turbata… ma riuscendo a fare, molto probabilmente, il contrario.

Improvvisamente un gesto secco della sua mano attira la mia attenzione, distogliendomi dalle mie elucubrazioni…

Ha chiuso il tomo che stava consultando.

-         Shaka – pronuncio prima che il raziocinio me lo impedisca… pentendomene poi subito dopo. Che mi salta in mente?

Com’era ovvio che accadesse, ormai voltatosi e datemi le spalle, volge appena il capo al di là di una di quest’ultime, indicando così di starmi ascoltando… ma io non so cosa dire.

-         … vai via? – chiedo con un filo di voce, intendendo in realtà porre un “perché” dinanzi alla domanda.

Se non fossi così impegnata a pensare febbrilmente a cos’altro dire per trattenerlo, adesso sarei più che sicura che quello che mi è sembrato fuoriuscire dalle sue labbra fosse un sospiro.

-         Mi sembra ovvio – lo sento poi rispondere alla mia domanda nel momento in cui abbasso la testa, rassegnata, sollevandola per puntarla di nuovo sulla sua schiena.

-         Perché? – non posso fare a meno di chiedere, incapace di vedergli compiere quel gesto. Sono tante le cose che vorrei dirgli… ma non riesco ad esprimerne neanche una.

Non mi aspettavo di dover vivere una situazione che coinvolgesse me e lui da soli dopo tutto quello che…

Ed evidentemente deve essersi accorto che non sono a mio agio con lui… ma continuo a non comprendere…

-         Abbiamo entrambi un lavoro da sbrigare e una situazione di tensione non gioverebbe a nessuno dei due – mi risponde sbrigativamente, sorprendendomi.

-         …deve esserci necessariamente tensione tra di noi? – trovo il coraggio di chiedergli, seppur ancora con voce flebile.

Perché sono consapevole di aver sparato l’ennesima stronzata.

Mi dichiara il suo amore - seppur a modo suo - per giunta baciandomi, ed io lo ripago rispondendo al bacio ma pensando ad un altro. E adesso mi aspetto anche che si comporti come nulla fosse accaduto. Bella stronza egoista che sono.

Il rumore conseguito allo spalancarsi delle porte della biblioteca della tredicesima mi fa ritornare coi piedi per terra… costringendomi a risultare impassibile quasi quanto l’uomo che ho davanti.

Shaka accenna un leggero saluto col capo come suo solito quando Mu lo saluta, nello stesso identico modo, venendo poi a sedersi accanto a me, non prima di avermi carezzato dolcemente il capo per rendermi nota la sua presenza.

Ancora a disagio, cerco di mascherare questo stato d’animo voltandomi – dando così le spalle a Shaka – e sorridendo gioviale al custode della prima casa… che mi fa gelare il sorriso sul volto.

Quando i suoi occhi – precedentemente socchiusi – si riaprono e mi osservano interrogativamente… mi rendo conto di essere indietreggiata… impedendogli di baciarmi.

-         I volumi del terzo scaffale li ha Dohko – sento pronunciare improvvisamente Shaka… che, in cuor mio, ringrazio – seppur paradossalmente - per avermi tirata momentaneamente fuori da questa situazione. – Quelli del secondo li prendo io – c’informa, salutando nuovamente con un cenno del capo, questa volta entrambi, e avviandosi verso la porta.

Una volta sparito, l’espressione di Mu – da pura cordialità – prende a riconcentrarsi su di me, cercando insistentemente i miei occhi… che io mi premuro di rivolgere altrove… da brava codarda quale sono!

-         Come stai? – mi chiede dopo un po’, nel suo classico tono gentile, mentre io fingo di essere impegnata a cercare qualcosa nell’indice del libro che ho davanti, con uno pseudo sorriso da “non-chiedermi-nulla-ti-prego-non-so-che-inventarmi” stampato in faccia…che io tendo, però, a far passare per un sorriso rilassato. In maniera poco credibile, naturalmente.

-         Bene – indugio nel rispondergli, ben consapevole di averci messo troppo tempo per farlo. Lui, infatti, non distoglie lo sguardo da me nemmeno per un attimo. – Beh, gli incubi non mi lasciano in pace, ma… - .

-         Scusami - .

… decido di voltarmi verso di lui, lentamente, tentando di capire cosa sia successo.

-         Non intendevo metterti in imbarazzo - .

In imbarazzo…?

-         Tu non… - tento di dire, non trovando però le parole. Tu non, cosa? Tu non c’entri nulla, sono io che non me la sento di baciarti davanti a Shaka ben sapendo cosa possa significare per lui assistere ad una scena simile?

… dannazione.

Prima che riesca a trovare le parole giuste per esprimermi, Mu mi afferra delicatamente una mano e me la bacia, sorridendomi, facendomi così intendere di non preoccuparmi a trovare una risposta… mentre il senso di colpa galoppa incontrastato, facendomi abbassare nuovamente lo sguardo.

-         Cosa dicevi a proposito degli incubi? – mi viene in soccorso il cavaliere dell’ariete, cambiando discorso. Non avendo alcuna idea su come affrontare il discorso che tentavo in tutti i modi di apprestarmi a fare, decido di cogliere la palla al balzo.

-         Fondamentalmente niente di nuovo – dico, per poi sospirare. – Stessa storia di sempre, ma credo che questa volta siano chiari segnali di spossamento psicologico… tanto per cambiare – decido di scherzarci su, vedendolo sorridermi con una leggera punta di disapprovazione in viso.

Per lui sto affrontando questa situazione egregiamente…ma la sua valutazione non è certamente obiettiva, dunque non fa carta.

Sorrido a mia volta, soffermando lo sguardo su ogni particolare del suo bel viso gentile, afferrandogli delicatamente il volto con entrambi le mani e sporgendomi verso di lui…

Un tossicchiare imbarazzato c’interrompe prima ancora che le nostre labbra si sfiorino, facendoci voltare la testa verso l’entrata della sala.

-         Perdonate il disturbo – si scusa Dohko, avanzando lentamente nella sala per darci il tempo di ricomporci, durante il quale ho avuto modo di osservare il volto di Mu andare in fiamme.

Beh, involontariamente adesso siamo pari. Anche se non è proprio la stessa cosa.

Trattengo forzatamente una risata, concentrando il mio sguardo sul cavaliere della bilancia che, depositati dei libri sul terzo scaffale – quelli a cui si riferiva Shaka probabilmente – si accinge ad abbandonare la sala.

-         Ah, Mu – esclama Dohko, ritornando sui suoi passi. – La riunione di stasera è stata anticipata di un’ora - .

Apparentemente incurante della comunicazione, improvvisamente focalizzo la mia attenzione sulla frase del cavaliere di Libra non appena quest’ultimo abbandona definitivamente la sala.

-         No…  - mi lascio sfuggire, sconsolata, comprendendo cosa comporti.

Mu si gira a guardarmi, inarcando le sopracciglia, visibilmente sorpreso dal mio pseudo gemito contestatario.

-         Niente – mi affretto ad aggiungere, rendendomi conto che fondamentalmente la mia potrebbe risultare una contestazione superficiale. Ma il suo sguardo, stavolta, sembra non voler abbandonare il mio fino a quando non mi sarò spiegata.

-         È che… - inizio, prendendo ad arrossire prima ancora di dare delle spiegazioni. - …contavo di… beh… stare un po’ insieme - .

E che ti basti e avanzi, Grande Mu, come spiegazione.

Diamine, non voglio credere che sia l’unica a cui manchi un po’ d’intimità. E per intimità intendo coccole, anche se ogni volta che associo questo termine alla faccia di Milo – che è la persona più spudorata che conosca – capisco quanto possa essere facilmente fraintendibile come termine.

Ma no, io e Mu…

Insomma no.

… anche se quella sera in cui portò una mia mano al suo petto per farmi sentire quanto battesse il suo cuore… beh… ci sfuggì un tantino la situazione di mano.

A giudicare dal caldo che sto avvertendo il mio volto deve essere diventato incandescente… ma tu guarda che razza di pensieri devo fa-…

-  Mi dispiace – mi sussurra il cavaliere di aries avvicinandosi pericolosamente al mio volto, avvolgendo entrambe le mie mani con le sue e conducendole alla bocca per baciarle. – So di essere stato poco presente in quest’ultimo periodo, ma le riunioni sono fondamentali - .

Già, anche se non riesco pienamente a comprendere in che senso siano fondamentali. Insomma, sono indubbiamente utili, confrontare più teste in maniera abbastanza frequente prima o poi darà i suoi frutti…

No, la verità è che queste riunioni non servono a un cazzo. Infiniti bla, bla, bla trita e ritrita che fondamentalmente non fanno altro che far venire l’emicrania a chi vi partecipa.

-         Potreste proporre a Saori un’interruzione dei synagein… - azzardo, cogliendo subito il cambiamento improvviso del suo sguardo, che sembra essersi quasi scandalizzato. - … almeno fino a quando non avrete nulla di concreto da comunicarvi, Mu! – aggiungo, facendogli così intendere cosa esattamente intendessi, vedendo nuovamente il suo volto cambiare espressione, tramutandosi in uno sguardo determinato.

-         Non ci riuniremmo se non lo considerassimo necessario - .

-         Mh, necessario a cosa? – gli chiedo dunque, avvertendo una sua mano abbandonare le mie e indicare alcune delle librerie presenti, dagli scaffali vuoti.

-         Intere generazioni di professionisti hanno scritto quei libri, e ritengo fuori discussione che la loro conoscenza possa rivelarsi inutile - .

Sospiro profondamente, distogliendo lo sguardo dal suo, sconsolata, e prendendo a cercare un tomo che stavo consultando poco prima che mi addormentassi.

-         Non ho mai considerato i vostri tentativi di approfondimento sulla materia inutili - .

-         Ma contesti la necessità di scambiarci informazioni grazie ai synagein - .

-         Esattamente! – replico ostinata, lasciandomi andare ad un ennesimo sospiro – questa volta liberatorio – quando riesco a trovare il volume che m’interessava. – Contesto l’inutile dispendio di energie a cui vi sottoponete - .

Prima che possa replicare a sua volta, sfoglio velocemente il tomo fino a quando non ritrovo il paragrafo che m’interessa, per poi mostrarglielo.

… e non mi sfugge l’ombra che gli attraversa gli occhi, turbandolo.

-         Secondo… - sollevo leggermente il libro che ha ora tra le mani Mu, leggendone il nome impronunciabile dell’autore. - …questo tizio – capitolo infine.  – Un’ipotetica reincarnazione di Parvati dovrebbe assumere le fattezze della divinità che reincarna. Ora, premettendo che io non arrivo neanche lontanamente alla bellezza di quest’ultima… - mi blocco, vedendo lo sguardo di Mu sollevarsi lentamente dal tomo e passare in rassegna ogni parte del mio corpo e del mio viso… facendomelo andare in fiamme.

-         Consentimi di dissentire – quasi sussurra, allungando la mano che non regge il libro per avvolgermi delicatamente una mano, prendendo ad accarezzarmene il dorso con il pollice, mentre il suo sguardo ritorna al tomo ed io tento di non andare in iperventilazione. – Continua – m’incita poi a fare.

-         … Qualora Kalì si svegliasse – riprendo, dopo essermi schiarita la voce. – Il corpo che ospita la divinità dovrebbe subire delle mutazioni a causa di un particolare processo… - m’interrompo, allungandomi verso di lui per voltargli la pagina di riferimento, per poi gesticolare in maniera molto vaga, a fargli intendere che non ricordo esattamente per filo e per segno il procedimento lì descritto. - … che coinvolge l’aura dell’essere umano che funge da scrigno e il cosmo della divinità. – riassumo, distogliendo lo sguardo dall’illustrazione di Kalì e concentrandolo sul volto di Mu, contratto in un’espressione seria e tesa.

Avvolgo entrambe le mani attorno alla sua, carezzandone dolcemente le dita, finchè non riesco ad attirare nuovamente la sua attenzione.

-         Beh, come vedi niente pelle bluastra e altre braccia che mi escono dai fianchi – scherzo, cercando di smorzare la tensione e vedere un sorriso affiorare sul suo volto… ma tutto ciò che ottengo è, sì, un sorriso, ma amaro.

-         Per concludere… ciò che prima cercavo di spiegare è che, per quanto tutte queste persone abbiano tentato di studiare il fenomeno della reincarnazione… nessuna di esse lo è mai stata. - .

Gli occhi di Mu tornano a riconcentrarsi sull’immagine di Kalì che riporta il tomo.

-         Quindi… non è affatto inutile che voi tentiate di documentarvi, solo che è chiaro che le informazioni che memorizziate non possano mai essere attendibili al cento per cento… non possano mai esservi concretamente utili… - .

Faccio perdere lo sguardo nel vuoto, in un punto imprecisato alle spalle di Mu, venendo colta improvvisamente da una sorta d’illuminazione…forse…

-         No - .

Monosillabo secco, che mi fa sobbalzare e ritornare con lo sguardo sull’uomo che ho davanti, che sembra stia perforandomi con quelle iridi dal verde intenso che si ritrova.

-         … non posso distrarmi un attimo, eh? – chiedo retoricamente, riferendomi al fatto che non ci abbia pensato su due volte a leggermi nel pensiero in un momento in cui avevo lasciato cadere momentaneamente la barriera mentale.

Il suo sguardo torna ad addolcirsi, mentre la mano che sorregge il tomo chiude quest’ultimo con un colpo secco e raggiunge il mio volto, prendendo a carezzarlo lievemente.

-         Non accadrà…-.

Sospiro profondamente.

Anche a me piacerebbe esserne così tanto sicura.

Prima ancora che i miei pensieri si riconcentrino troppo sulle orribili prospettive che vedono avverarsi le supposizioni del dannato paragrafo che ha attirato la mia attenzione, avverto una mano di Mu andare ad appoggiarsi delicatamente su una mia guancia, per poi avvolgermi la nuca e condurmi verso il suo volto…

-         Oh… scusate! – esclama la voce di un Aldebaran imbarazzato che, a giudicare dai rumori che seguono alla sua entrata nella biblioteca, deve aver fatto cadere qualcosa.

Riapro gli occhi nello stesso momento in cui li riapre anche Mu, scoppiando a ridere insieme a lui per l’ennesima interruzione.

 

 

 

*********************************

 

 

 

Sbadiglio sonoramente, conducendomi solo alla fine dell’atto una mano alla bocca, intravedendo subito dopo Camus lanciarmi uno sguardo ammonitore di sbieco.

-         Che c’è? – gli chiedo, in procinto di farne un altro.

-         Aspetta almeno di essere uscito dalla tredicesima - .

-         Perché? Credi sia in grado d’identificarmi? Fino a prova contraria potresti essere stato anche tu – scherzo, vedendolo sorridere divertito subito dopo.

-         ‘Notte, ragazzi! - .

Provo a rispondere ad Aldebaran ma uno sbadiglio mi riempie nuovamente la bocca, così sollevo una mano per salutarlo, mentre Mister Ice, accanto a me, si limita a rivolgergli uno dei suoi soliti cenni col capo.

Che poi non è che disponga di svariati cenni, è l’interpretazione che varia.

Lo stesso cenno sta per: “Buongiorno”, “buona sera”, “buona notte”, “arrivederci”, “addio”, “accomodati”, “non provarci nemmeno”, “ti uccido”… Ouch!

-         Ehi! – protesto, cercando di rimanere serio e trattenere la risata.

-         E la gomitata per cosa sta? - .

-         “Ti pesto?” - .

-         Promosso, Scorpio – mi rende noto Camus, scuotendo la testa quando io scoppio a ridere di nuovo.

-         Buona notte a tutti – ci saluta Aioria, venendo ricambiato subito dalla maggior parte di noi… no, mi correggo.

La maggior parte di noi se l’è già filata… sono così rintronato da non essermene accorto? All’ennesimo sbadiglio, suppongo di sì.

Oh, Athena.

Cosa vedono i miei occhi…

-         Che fai? – mi chiede Camus seccato, quando poggio un mio braccio grossolanamente su una sua spalla, impedendogli di avanzare.

-         Mi godo la scena… - .

A quel punto il cavaliere di Aquarius si volta, guardando nella stessa direzione verso cui sono diretti i miei occhi.

-   Ehi! – protesto nuovamente quando una sua mano va a chiudersi attorno ad un mio polso, trascinandomi lontano da lì come un peso morto.

-   Pur finirai col combinare qualche guaio… – mi spiega Camus nel suo classico modo spicciolo, trovando non poca difficoltà nello spostarmi a causa della mia profonda reticenza ad allontanarmi da lì.

-   Non mi sembra che tu abbia bevuto qualcosa di diverso dall’acqua durante la riunione, Milo – ci si avvicina Dohko improvvisamente, allontanandosi dal duo che aveva attirato la mia attenzione.

-  La stanchezza riesce a metterlo fuori uso più della sangria di Shura… - borbotta Camus accanto a me, continuando a reggermi e a tenermi sufficientemente lontano dai cavalieri su cui i miei occhi si depositano nuovamente, per poi spostarsi sul volto del cavaliere di Libra, davanti a me, che ha chiuso gli occhi, evidentemente per aver compreso quali siano i miei pensieri.

-   Cosa ti spinge a cercare una verità che non ti riguarda? – mi chiede ad un certo punto, dopo aver sospirato.

-   Curiosità, direi – gli rispondo sinceramente, spostando nuovamente gli occhi da lui ai due e dai due a lui.

-   Non è sufficiente per ficcanasare nella vita degli altri, direi – mi fa il verso lui, riprendendomi bonariamente. A quel punto mi sento in dovere di mettere i cosiddetti puntini sulle “i”.

Punto i miei occhi nei suoi.

-         Il “ficcanasare”, come lo chiami tu, non implica lo “sparlare”… due delle tre persone di cui voglio delle informazioni sono miei amici…- .

Dohko, di tutta risposta, inarca un sopracciglio, con scetticismo.

-         Ma mi hai preso per una vecchia pettegola?! -.

Il cavaliere di Libra, dopo aver sorriso per lasciarmi intendere di avermi preso in giro, punta i suoi occhi nei miei, stando ben attento a incanalare i suoi pensieri solo e unicamente nella mia direzione… facendomi letteralmente sbiancare.

Spalanco la bocca, facendo vagare lo sguardo da lui a loro e da loro a lui nuovamente…

-         Fila – praticamente mi ordina quando capisce di avermi scioccato, incurante, come me, di Camus, al mio fianco, il cui sguardo sta – invece – spostandosi da me a Dohko e da Dohko a me, tentando probabilmente di capirci qualcosa.

Dobbiamo essere un bello spettacolo visti dall’esterno.

Mi autoimpongo di non rivolgere più il mio sguardo verso Shaka e Mu, che nel frattempo stanno ancora amorevolmente parlando, incuranti del fatto che i loro affari privati siano stati condivisi in pubblica piazza. Specie il primo.

… Non posso crederci.

-         Filo – concordo, lanciando uno sguardo d’intesa al cavaliere di libra, dando una pacca sulla spalla a Camus a di saluto e urlando un saluto anche agli altri due, decidendomi a percorrere di corsa le scale.

Devo assolutamente averne la certezza.

 

 

 

Mi basta un sì o un no, un sì o un no, un sì o un… eccola!

-         Sh! – le intimo non appena mi ci trovo di fronte, mettendole una mano davanti alla bocca per impedirle di urlare. Devo averle fatto prendere un colpo a giudicare da come ha spalancato gli occhi, terrorizzata. – Ahi! – urlo subito dopo io, ritirando la mano che ha impedito alla sua bocca di far uscire anche solo una sillaba, per poi osservarmene i danni avvicinandomela agli occhi, alla luce di una lampada esterna alla prima casa. Cavoli, che morso! – Hai delle tenaglie al posto dei denti… - .

Lei continua a guardarmi, giustamente, esterrefatta.

-         Ma ti sei rincoglionito?! – sbraita poi improvvisamente, facendo un passo indietro e guardandomi dall’alto in basso come uno strano esemplare vivente da cui stare alla larga. A quel punto mi limito solamente ad alzare entrambe le mani verso di lei per intimarle di abbassare la voce, per poi sillabare attentamente la parola “scusa”, affinché possa calmarsi.

Solo allora mi accorgo della tazza che regge tra le mani, ma nel momento in cui il mio sguardo si posa sulle sue mani, sollevate a metà busto, lei conduce una mano a chiudersi all’altezza del petto la leggera vestaglia che indossa.

-         Conto fino a tre. Se entro tale termine non mi avrai dato una motivazione sufficientemente esaustiva per spiegare la tua presenza qui, a mezzanotte passata: ti castro! - .

-         Shaka ti ha baciata? - .

Apre la bocca in una pseudo espressione orripilata… per poi richiuderla ed aprirla di nuovo, prendendo ad annaspare.

-         Cosa? – mi chiede con un filo di voce, facendosi nel frattempo di un altro passo più lontana da me, spalancando gli occhi.

Oh, Athena.

Questa volta tocca a me spalancare gli occhi, per poi ridurli a due fessure nel tentativo d’impedirmi di scoppiare a ridere.

-         Non posso crederci…- dico tra una risata trattenuta e l’altra, vedendo gli occhi di Reiko spalancarsi, se possibile, ancor più di prima.

-         Ma che… diamine di domanda è, Milo? – mi chiede, rimanendo a bocca aperta, basita dal fatto che stia continuando a ridere.

-         Athena, che donna! Hai la capacità di risvegliare i morti, tu! – esclamo, prodigandomi in diversi inchini per renderle omaggio a mo di sfottò, venendo afferrato improvvisamente per la maglia dalla mano che regge la tazza e venir coperto di pugni dall’altra.

Continuo a ridere, incapace di fermarmi, afferrandole entrambe le mani con la mia e capovolgendo la situazione, neutralizzandola e facendole il solletico con l’altra.

-         Idiota… ma che vi siete bevuti al synagein?! – riesce a chiedermi, non riuscendo a trattenersi dal ridere anche lei.

-         E brava la nostra Reiko… sei riuscita a smuovere il cavaliere di Virgo! -.

-         Ma piantala! Di che diavolo stai parlando?! - .

-         Del fatto che il tuo volto abbia assunto delle tonalità imbarazzanti non appena ho associato il nome “Shaka” al termine “bacio”… Athena! Altro che Kalì, questa è la fine del mondo! – non posso impedirmi di scoppiare a ridere nuovamente, avvertendo i pugni di Reiko colpirmi vari punti del torace, con un certo impegno. Devo averla innervosita parecchio.

-         Ok, smammo! – esclamo improvvisamente, rendendomi conto che sta passando troppo tempo. – Grazie per l’informazione, spogliati di più e buona notte! – le dico tutto d’un fiato, afferrandole la testa per baciargliela, facendole un occhiolino e lasciandola lì su due piedi a inveirmi verbalmente contro, con tanto di pugno alzato a di minaccia.

Riprendo a ridere, risalendo le scale velocemente, pensando all’assurda situazione… finchè non sono costretto a fermarmi.

Alzo lo sguardo, trovandomi puntati addosso un paio d’occhi familiari… ora per niente amichevoli.

Cazzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice…

 

 

Come al solito, no. Non avevo abbandonato la storia J ma avevo la storia della mia vita da scrivere e gestire… che ultimamente non sta ottenendo affatto dei buoni epiloghi.

Non intendo ammorbarvi, ognuno ha la sua storia da scrivere e gestire dopotutto, spero solo che stiate tutti bene e che questa storia continui – nonostante i mostruosi ritardi – ad appassionarvi.

 

 

-         erica0501: costituisce un onore per me l’essere riuscita a dar voce a un membro appartenente alla cricca silenziosa J e mi rende ancora più onorata il sapere che addirittura la passione per la mia storia t’induca a rileggerla più volte da capo… vorrei poter offrire a te, così come ad altri come te, una decente puntualità per gli aggiornamenti, ma – con tutto il cuore – proprio non ci riesco. Se può bastarti, sappi che indipendentemente possa far passare tra un capitolo e l’altro, non l’abbandonerò J qualora vorrai seguirmi – al costo di essere ripetitiva – ne sarò onorata *inchino*;

-         Ai91: Shaka presume che Kalì possa manifestarsi in Reiko… non so se con quest’altro capitolo la cosa ti sia più chiara. Siccome questi benedetti thugs sembrano essere molto interessati alla povera ragazza… e siccome, nonostante le svariate occasioni, nonostante qualche ammaccatura riportatele, non le hanno mai torto un capello, Shaka ha riflettuto sul fatto che probabilmente il motivo dipenda dal fatto che Reiko, oltre che essere la reincarnazione di Parvati, sia anche quella di Kalì, dal momento che quest’ultima venga generata dalla prima, nella religione induista. Spero adesso ti sia più chiaro J eventualmente non esitare a chiedere ancora! Sono qui per questo! =D ;

-         ChiaraFilo: … ci son stati nuovi sviluppi sul fronte sentimentale J spero valgano lo stesso. Come prenderà Mu l’aver scoperto quel particolare su Shaka? J

 

 

Un ringraziamento profondamente sentito alle 40 persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite, alle 20 che l’hanno aggiunta tra le seguite e a tutti i silenziosi lettori! *inchino*

 

Ci rileggiamo presto, spero.

Buon proseguimento a tutti J

[E, se potete, scusatemi ancora una volta…]

 

 

 

HOPE87

 

 

 

   
 
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