Quella
sporca dozzina
Saint
Seiya - The Sanctuary:
Reloaded
(by
Gold Saints Milo,
Camus
&
Aphrodite)
EPISODE
03
La
prova del Toro! In guardia, Francesco!
Francesco interruppe la
corsa, poi si arrestò, ormai a metà scalinata, tra le
rocce. Il vento gli accarezzò il viso, quando si girò
per guardarsi alle spalle, e il suo sguardo si addolcì,
posandosi sul Primo Tempio.
Grazie, Mu dell’Ariete…!
Pensò. Poi si girò nuovamente e scattò sui
gradini, gli occhi puntati verso il suo obiettivo: le stanze del
Pontefice.
La Seconda Casa si stagliava imponente, bianca come
la luna, nella sera.
Irradiava un’aura di calma serena,
nessun Cosmo ostile giungeva da lì. Francesco aveva cominciato
a capire cosa fosse il Cosmo, pur non avendone conoscenze teoriche
precise – lo identificava con le sensazioni che aveva avuto al
cospetto di Mu. Rimase in attesa tra le due colonne che delimitavano
l’ingresso, cauto. Eppure pareva tanto tranquilla da sembrare
quasi vuota.
Fece un passo avanti ed entrò
nell’ombra.
Cercò di abituare gli occhi all’oscurità,
il viso alzato al soffitto per distinguere qualcosa, ma lo vide solo
scomparire nel buio. Intrigato dall’imponenza del tempio,
ancora con il naso all’insù, finì per sbattere
contro ad una colonna.
“Mapporc!” imprecò,
prendendosi il naso tra le mani e indietreggiando di un passo. Chi
era stato così idiota da costruire una colonna proprio in
mezzo al passaggio? Non fece in tempo a finire di formulare la frase,
perché la colonna si mosse verso di lui.
Non era
esattamente una colonna, ebbe modo di constatare Francesco: si
trattava di un uomo gigantesco, sicuramente sfiorava i due metri.
Almeno almeno.
Il guerriero uscì dall’ombra,
rendendosi finalmente visibile. Come facesse l’ombra ad essere
tanto densa da nasconderlo, prima, resta per lo più un mistero
spiegabile soltanto dal retino di un manga, ma fortunatamente
Francesco non si fece domande in proposito.
Fece un balzo
all’indietro, per poterlo fronteggiare a viso aperto.
“E
tu chi sei?” berciò, tentando di farsi più grande
di quello che era.
“Aldebaran di Taurus, custode del Secondo
Tempio!” fu la pronta risposta “Chi sei tu, che pretendi
di passare indenne per la Casa del Toro d’Oro?”
“Francesco,
il mio nome” sibilò in risposta lui “Di
Prontopizza il fattorino!”
“Prontopizza?”
Aldebaran sollevò un sopracciglio. Era più giovane di
quanto fosse sembrato a Francesco in apparenza. Vestiva abiti comodi,
di stampo classico greco, come quelli che erano soliti mettere gli
abitanti di Rodorio: era evidente che non aveva ritenuto necessario
indossare l’armatura d’oro per contrastare un intruso
privo di Cosmo.
Guardava Francesco dall’alto, come a
studiarlo. Come a leggergli nell’anima. Le braccia conserte sul
petto e le gambe larghe lo facevano sembrare ancora più
imponente.
“Mh” fece l’altro affermativo
“Francesco del Prontopizza”.
Se aveva funzionato con
il Cavaliere di Aries, non vedeva perché avrebbe dovuto essere
ostacolato da quello di Taurus.
“E cosa ci fai qui?”
Gli
occhi castani e indagatori di Aldebaran non lo mollavano un
attimo.
“Intendo portare a termine la mia missione”
ribatté sicuro “E giungere alle stanze del Grande
Sacerdote”.
“Non posso lasciarti passare, ragazzo!
Quindi è meglio per te se rinunci subito!”
I rami
degli ulivi vennero mossi dal vento. La luna uscì da dietro
alle nuvole, illuminando la scena e i due che si
fronteggiavano.
“Rinunciare? Non posso! Non posso rinunciare
e deludere mio padre! Anche a prezzo della mia vita, arriverò
al mio obiettivo!”
Aldebaran spalancò gli occhi e
serrò le labbra, colpito dalla generosità del ragazzo,
dal suo cuore indomito e dal suo spirito di sacrificio.
“Combatti
per nobili ideali, Francesco del Prontopizza”.
Francesco
annuì, secco. Esattamente come aveva visto annuire Mu di
Aries. Imparava in fretta, Francesco.
“E pensi davvero di
riuscire nel tuo intento?”
Senza far freddare quella
pizza, sottintese.
Aldebaran
e Mu erano molto amici e amavano molto la compagnia l’uno
dell’altro nei rari momenti in cui Mu lasciava la sua aspra
regione in Tibet per tornare al Tempio ad Atene.
Tuttavia Taurus
era meno schivo dell’amico e capitava, talvolta, che scendesse
a Rodorio o anche ad Atene con Milo dell’Ottava Casa o con
Aioria della Quinta, il giovane imbronciato che aveva avuto
l’armatura tra le accuse di tradimento. Insieme si aggiravano
tra la gente che li riconosceva e bisbigliava, o tra le persone che
ignoravano la loro esistenza, vivendo la loro vita
quotidiana.
Toccando con mano la realtà del mondo che era
chiamato a difendere in nome di Athena, Aldebaran aveva avuto modo di
vedere più di una pizzeria d’asporto.
E sì, si
ricordava di essere passato perfino davanti al Prontopizza di
Rodorio, ora che riconosceva il logo sulla maglietta del ragazzo.
Non
lo si faceva fesso, Aldebaran di Taurus.
“Non ho alcuna
intenzione di fallire” roco, Francesco affilò lo
sguardo.
Aldebaran lo sostenne: “Anch’io ho un
compito, Francesco del Prontopizza. Ed è difendere questa
Casa. Devi dimostrarmi di essere degno di passare”.
“E
sia! Te lo dimostrerò!”
Ostentando più
sicurezza di quanta ne provasse davvero, il ragazzo si piegò
sulle ginocchia, davanti al suo avversario, pronto a qualunque mossa
dell’altro.
Deglutì e sentì un brivido gelido
sulla schiena: cosa ci si aspettava da lui, adesso? Cosa voleva che
facesse?
“Dimmi ragazzo…” iniziò
l’altro, gettando dietro la spalla i capelli lisci
“Dimmi…”
Seguì una pausa drammatica, in
cui Francesco deglutì a vuoto di nuovo e Aldebaran parve perso
nei propri pensieri.
“Dimmi…”
Francesco deglutì
nuovamente.
“…ne fate di consegne, la
domenica?”
Imponentissimo. Sembrava che lo stesse
interrogando sui massimi sistemi.
“Certamente!”
Francesco si batté una mano sul palmo, trionfante “L’unico
giorno in cui non effettuiamo il servizio è il lunedì
sera!”
Aldebaran rimase immobile. Fermo come una statua,
irradiando dal proprio corpo un’aura d’oro, leggera.
Francesco l’aveva già vista irradiare da Mu e rimase a
guardarla colpito e rapito.
Respirava ormai quasi
impercettibilmente, concentrato com’era sul suo avversario:
perché non si muoveva? Perché non diceva una
parola?
Rimasero fermi per attimi che parvero lunghi ore.
Poi
Taurus accennò un breve assenso con il viso e si spostò
di lato, come a scorrere sui cardini di una grande porta
dorata.
“Molto bene,” disse.
Francesco restò
fermo, le sopracciglia aggrottate sullo sguardo serio: era una
trappola. Di certo. Che significava? Poi però vide il sorriso
sul volto di Aldebaran, la sua espressione serena e abbassò
lentamente le mani strette a pugno.
“Ma cosa…?”
“Puoi
passare. Vorrà dire che quando ripasserai ti farò
un’ordinazione”.
Francesco sentì gli angoli
della bocca sollevarsi in un sorriso. Lo lasciava passare dopo quella
semplice domanda. Era evidente che voleva solo metterlo alla prova,
non desiderava ostacolarlo davvero!
“Tu… tu hai
deciso di…?”
Aldebaran di Taurus annuì di
nuovo. Ebbene sì: se il Grande Sacerdote voleva una pizza, chi
era lui per fermare il coraggioso che intendeva
portargliela?
“Dimostri audacia e grande onore nel portare
avanti i tuoi ideali, ragazzo. Buona fortuna”.
“Io…”
Francesco gli si avvicinò, fermandosi davanti a lui prima di
proseguire. “Io non dimenticherò mai le tue parole! Né
le tue, né quelle di Mu dell’Ariete!” lo guardò
con gli occhi lucidi, il petto gonfio dell’onore che quei due
grandi uomini gli avevano insegnato “Mi daranno la forza per
andare avanti!”
“Un ultima cosa, Francesco del
Prontopizza”, lo trattenne Aldebaran prima di lasciarlo
proseguire.
Francesco stava già lanciandosi in corsa, ma si
fermò, fiero.
“Che pizza è?” fece
Taurus, inquisitorio.
“Una Quattro Stagioni. Con una Coca
Cola” Francesco fece un sogghignetto sghembo, quasi complice
“in omaggio”.
Aldebaran annuì, poi gli diede le
spalle, nascondendo un sorriso orgoglioso: ne avrebbe fatta di
strada, quel ragazzo!
“Ripetetemi il vostro nome,
Cavaliere!”
“Aldebaran. Aldebaran del Toro”. E
senza aggiungere altro, il Gold Saint si ritirò nell’ombra
da dove era venuto. Probabilmente sarebbe tornato nelle sue stanze a
finire quel puzzle con le ninfee.
“Aldebaran del Toro.”
Ripeté Francesco con gli occhi luccicanti d’ammirazione.
“Verrò con un ordinazione per te, presto. Molto
presto”.
E corse via, pensando che di sua iniziativa e con
il suo appannaggio avrebbe aggiunto sia una Coca che una Sprite.
Ma
ora la Terza Casa lo attendeva, sopra di lui, minacciosa.
E già
al suo interno una presenza vegliava, scrutando l’intruso
dall’ombra.
L’angolo
del ProntoPizza
(anche
servizio d’asporto)
L'orologio
ticchetta, il tempo scorre! Presto, non c'è tempo! Devo
correre più forte che posso per arrivare in cima al Santuario!
Siete con me?
Non mancherò, Shinji! Nemmeno
nel consegnare una pizza in Inghilterra, se il trasporto è
pagato! Adesso che il mio zaino è stato riparato, niente è
impossibile!
Ruri, ringrazia da parte mia la gentile
nonnina: il suo talismano mi darà forza! E anche se tu minacci
grandi scontri alla Terza Casa, sappi che io non temo nulla. Il
nobile Aldebaran aspetta me per una nuova ordinazione! Ho dei debiti
da ripagare!
Devi essere forte, Beat: non lasciarti
abbattere da così poco, la strada è ancora lunga. Il
nobile Mu tanto ha fatto per me, ma avrò bisogno anche del
vostro sostegno per andare! Avanti!
Charm_strange, come hai
visto il custode della Seconda Casa si è rivelato nobile e
comprensivo... ma la Quattro Stagioni è sempre con me, come tu
dici! Non fallirò!
Bada alle tue parole, Ai91, non
tollererò nessuna offesa al Grande Mu, col quale avrò
per sempre un debito... se non fosse per lui, ora non sarei sulla
scalinata fra la Seconda e la Terza Casa a leggere le vostre missive
mentre corro! E il mio zaino è più resistente che
mai!
Grazie anche a te, Diana924...
alle vostre parole sento la pizza ardere nello zainetto!
Kiki
May, comprendo che l'emozione
possa giocare brutti scherzi. Abbi cura dei tuoi Batticuori, come io
conserverò gelosamente i biscotti che il nobile Mu mi ha
donato! Sento che serviranno, nel corso della mia
avventura...
Confida in me, _Hal_, io
ce la metterò tutta per non deludervi! Né voi, né
mio padre, né i nobili saint che credono in me... presto, devo
correre alla volta della Terza Casa con questa speranza nel
cuore!
Keyra93,
non devi temere. Le autrici sono state molto più ritardatarie
di te. Ma adesso che ho ripreso in mano la situazione, ci penserò
io! Non sia mai che una pizza del ProntoPizza arrivi in ritardo! Le
tue parole mi danno forza! Grazie! E ora via, in marcia!