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Autore: LarcheeX    12/10/2010    4 recensioni
Dopo la morte di Xemnas, le istanze dittatoriali di un certo Re cominciarono a farsi troppo ambiziose e avide di potere, portando quello che era un universo che aveva faticosamente guadagnato la pace e la serenità a diventare un oscura distorsione di sé stesso.
Ma come ogni dittatura porta consensi, volenti o nolenti, e dissensi, un gruppo di Ribelli ritornati in vita capitanati dai traditori traditi dal loro migliore amico è pronto a sorgere dalle macerie dei ricordi e farsi avanti per distruggere il Re.
.
Tornata in vita non si sa come, LarcheeX torna alla carica dopo un imbarazzante numero di mesi: qualcuno la seguirà? Boh. Vedremo.
Penumbra is back.
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Kairi, Naminè, Organizzazione XIII, Riku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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rieccomi qua!
 

allora! vado subito con il capitolo di cui ho perso il conto... ehm... comunque! Buona Lettura e le risposte alla fine con qualche spiegazione...
 


Il rituale
 

 

Camera di Kairi e Naminé, ore 17.00.
 

 

La stanza le stava stretta. Ora se ne era accorta. Non vedeva l’ora di uscire e vendicarsi. Ora che sia lei che Kairi sapevano il rituale sarebbero scappate di lì a qualche giorno, per far risorgere l’Organizzazione. Ora che Riku era in prigione la sua determinazione era letteralmente raddoppiata, visto che senza di lei Kairi sarebbe stata da sola contro tredici Nessuno. Non che con Naminé a proteggerla fosse al sicuro, ma era sempre meglio essere in due.
Riku le aveva donato il suo Keyblade, “La Via Per l’Alba”, e aveva scoperto di avere riflessi abbastanza pronti, dato che aveva completamente disintegrato due Heartless alle sue spalle, in giardino con l’amica. Almeno era in grado di difendersi da eventuali nemici che, chissà perché, le sembrava che avessero tutti le sembianze del numero XI. La stava torturando persino dall’aldilà, e ora che stava per ritornare la opprimeva ancora di più.
Ma se c’era una cosa che Marluxia non sapeva era che Naminé non era rimasta quella ragazzina ingenua che seguiva i suoi ordini, e ora lei non era più disposta a sottomettersi a lui in alcun modo, non ora che aveva anche un Keyblade. Aveva acquistato questa consapevolezza nel momento in cui aveva ucciso gli Heartless. Ora era un Nessuno a tutti gli effetti.
Kairi entrò con il passo strascicato di chi è esausto e si buttò sul letto esalando un lieve: “Uff.” chiuse gli occhi un attimo, per poi mettersi a sedere. “Re Topolino ci ritiene inoffensive.” Proruppe, infastidita. “Probabilmente perché siamo donne. Comunque… stavo pensando a quando dovremo fare quella cosa.” Cominciò. Avevano deciso di non nominare mai apertamente il rito, perché il rischio di essere spiate era molto alto.
L’irritazione di Kairi svanì in un attimo, e il suo viso assunse un’espressione corrucciata: “Non lo so, anche se credo che non dovremmo aspettare molto, no? Prima facciamo e prima arriviamo alla fine. So che tu…”
“Io ho preso la mia decisione. Ti aiuterò e mi lascerò il passato alle spalle.” La interruppe Naminé: “Per il bene comune.” Finì con un mezzo sorriso, pensando a quello che aveva fatto Riku per convincerla, fino al giorno prima, quando era stato catturato.
Kairi annuì, visibilmente soddisfatta della risposta, e rassicurata dal fatto che non sarebbe stata sola: “Domani sera c’è la luna piena. Ci recheremo nel bosco vicino Crepuscopoli, per seguire meglio tutte le istruzioni che Malefica ci ha dato.” Decise. A Crepuscopoli, da quando era stato conquistato, l’alternarsi di giorno e notte sembrava aver preso il sopravvento, per questo avevano deciso di svolgere lì il rituale, perché la gente, essendo abituata al sole perenne, nelle ore notturne non usciva mai. Il buio veniva spesso associato al pericolo.

 

 

Prigioni del Castello Disney, ore 20.00
 

 
Riku stava morendo di fame. Si ricordava che ai prigionieri veniva servito una specie di rancio, ma da quando era stato sbattuto lì non aveva visto nemmeno l’ombra di un pezzo di pane. E la ferita inflittagli da Sora continuava a sanguinare, copiosa, anche se si stava richiudendo lentamente.
“Dovresti metterci qualcosa, amico.” Disse Sparrow, infine, rompendo il silenzio. Lui gli gettò un’occhiata sarcastica: “E cosa? L’unica soluzione è evitare che si infetti troppo.” Concluse, amaro.
Cloud si girò a guardarlo, incuriosito: non aveva mai visto un ragazzo così forte. Lui, non appena era stato incarcerato due anni prima da Léon, al quale avevano modificato la memoria, aveva perso ogni speranza. Aspettavano che perdesse abbastanza forze per farlo stravolgere dalla ragazzina che modificava i ricordi. Ma in due anni aveva resistito e l’aveva sempre respinta, anche se sapeva che presto sarebbe crollato per fame – il rancio era poco e niente – e stanchezza.
“Stai pensando a una possibile evasione?” sussurrò, le prime parole che diceva da ormai due anni. Aveva sempre mantenuto il silenzio per paura di tradire, anche per sbaglio, l’unica amica che rimaneva in libertà.
Riku si stupì di quelle parole sottili e perspicaci, che avevano colto in poco tempo tutte le sue speranze e i suoi pensieri. Annuì semplicemente. Non vedeva l’ora di scappare.
 

 

Castello di Yen Sid, ore 01.30.
 

Kairi aveva sonno. Si erano svegliate presto per scappare inosservate e avevano sfruttato una porta che mandava direttamente nella camera degli specchi della casa di Yen Sid, come per magia. Era stata creata dal mago in persona in modo da velocizzare ogni visita e contatto con il Re, che ovviamente si spostava dal Castello alla dimora di Yen Sid. Speravano solo di non essere viste. Erano tutte e due terribilmente pallide per la tensione, perché se Yen Sid le avesse viste avrebbero dovuto inventarsi delle scuse decenti per continuare nel loro percorso e di sicuro non avrebbero potuto prorompere in un allegro: “Ah, no, passavamo di qua e pensavamo di fare risorgere l’Organizzazione…”, quindi avevano pensato di dire che erano state mandate da Sora per controllare se Pence fosse tornato a Crepuscopoli, visto che anche lui era latitante. Ma Pence, per quanto grassoccio, imbranato e tontolone, non era mica stupido, ed era diventato estremamente prudente da quando Hayner e Olette, i suoi migliori amici, lo avevano pugnalato alle spalle per catturarlo, cinque anni dopo la scomparsa di Roxas. Quindi evitava di farsi vedere in giro.
“Vieni.” Sussurrò Naminé, facendo cenno alla rossa di avanzare, entrando nello studio di soppiatto, dove Yen Sid era indaffarato a leggere, assonnato, alcune formule scritte in rune, decifrandone il contenuto con le sue conoscenze. Era talmente concentrato – o addormentato – che non fece caso al Nessuno che strisciava a gattoni dietro di lui e gli dava un colpo di Keyblade sulla nuca, per farlo svenire. Cadde dalla sedia, senza un suono.
“Bene, ora andiamo, abbiamo un treno da prendere.” Disse Kairi, prendendola per un braccio e trascinandola fuori dalla porta.
Scesero la Scalinata Imprevedibile di corsa, e quando giunsero alla base della torre si fermarono nel giardino antistante, ansimanti e esauste. Fecero in tempo a riprendersi minimamente dal fiatone per essere aggredite di spalle da una voce burbera: “Ehi, chi siete?”
Naminé e Kairi sobbalzarono all’unisono, per poi girarsi e trovarsi di fronte a una specie di cane molto grosso da una grande mandibola tremolante. “Pietro?” chiese Kairi, perplessa alzando un sopracciglio. “Eh no, quello sono io, ma chi siete voi?” chiese Gambadilegno sospettoso, indicandole con un dito grassoccio.
Kairi stava per aprire bocca, ma Naminé la interruppe, fermando la sua voce con un gesto della mano: “Nessuno. Ora vai via, questo non è posto per te.” Pietro sbatté le palpebre, confuso. “Ma Malefica mi ha mandato qua…” ma non fece in tempo ad aggiungere altro che le due si stavano allontanando. “Malefica è morta. Vai e salvati la vita, piuttosto.” Concluse Naminé, saltando sull’unica carrozza del treno magico che portava a Crepuscopoli.
Non appena anche la rossa salì, le porte si chiusero di scatto e la carrozza si mise in moto sferragliando rumorosamente come meccanismi che erano rimasti immobili da tanto tempo.
“Sai, Naminé, mi dispiace un po’ per Pietro.” Cominciò Kairi, mentre si sedeva su uno dei tanti seggiolini: “Infondo serviva ancora la sua padrona… anche se non sapeva che era morta.”
Naminé lasciò vagare lo sguardo sul paesaggio nebuloso che andava mano a mano definendosi, non più soggetto alla magia: i campi verdi che circondavano la Stazione erano pieni di erbacce, ingialliti e deturpati dall’Oscurità che permeava nell’aria, come un cappotto troppo stretto. Nuvole malsane coprivano la luna tonda, minacciose, come intenzionate a far sparire l’unica luce rassicurante in un modo altrimenti oscuro. Si sarebbe anche lei dispiaciuta per Pietro, ma non poteva, quindi il problema non si poneva nemmeno.
Evidentemente Kairi si accorse del suo sguardo vacuo, per poi arrossire e scusarsi. Certe volte faceva fatica a credere che Naminé fosse senza cuore, lei era così buona e gentile con tutti che sembrava impensabile, piuttosto non avrebbe scommesso su quello di Sora, che sembrava essere stato spazzato via.
Il treno giunse alla Stazione un po’ prima due del mattino, e le due ragazze poterono verificare con un’occhiata di quanto la situazione fosse cambiata. Naminé si stupiva del fatto che la Stazione fosse così malmessa, anche perché l’ultima volta che c’era stata risaliva a un mese prima. Le mattonelle dei vialetti erano sconnesse e piene di buchi, e sembravano aver perso il loro caratteristico colore arancione, forse perché l’eterno sole era stato oscurato, almeno la sera, dal buio, e i muri erano logori e pieni di muffa, per non parlare dell’aria pesante e tesa che riempiva quei luoghi, anche se erano le due del mattino. “L’Oscurità fa brutte cose, vero?” sussurrò Kairi, mentre guardava allibita il tram distrutto e tenebroso fermo al capolinea. L’unica cosa in movimento sembrava un gatto troppo coraggioso che era uscito che si rifugiò immediatamente nel buco dal quale era spuntato fuori, impaurito da quelle figure notturne. Naminé annuì.
Crepuscopoli le era sempre piaciuta, per molti motivi: per prima cosa era il luogo dove Diz l’aveva portata dopo averla liberata dal Castello dell'Oblio, poi lei apprezzava davvero il tramonto, e poterlo rimirare anche nelle ore mattutine le dava sollievo, e per ultima cosa, ma non meno importante, era proprio a Crepuscopoli che aveva conosciuto Roxas per la prima volta. Uno dei pochi ricordi piacevoli che conservasse. Ma, per quanto le fosse piaciuta in passato, ora le incuteva timore. Il buio non le era mai piaciuto, perché Marluxia e Larxene spuntavano nella stanza dove era rinchiusa attraverso le tenebre.
Basta! Non devo più pensare così! Sarò io a riportarli in vita e saranno in debito con me! Esclamò Naminé mentalmente, scuotendo leggermente la testa.
“Naminé tu sai dov’è il buco? Io non riesco a orientarmi qui, di notte.” Le chiese Kairi, insicura. Crepuscopoli non le era mai rimasta impressa nella memoria come un ricordo piacevole, sin dalla prima volta che c’era stata. Infatti, la prima volta, che risaliva a quindici anni prima all’incirca, era stata rapita da Axel proprio mentre stava parlando con Pence, Olette e Hayner, gli amici di Sora.
Lei annuì, e la guidò verso la piazza del tram, dove si poteva già intravedere una fessura in un muro.
“Kairi…” disse Naminé, all’improvviso. Avvertiva una sensazione opprimente nell’aria, come se fossero…
“Circondate!” gridò Kairi, evocando il suo Keyblade, pronta al combattimento. C’erano almeno una ventina di Heartless, tutti in torno a loro, che si muovevano nella loro danza confusa. Ma non c’erano solo quelli.
“Ma quelli sono Nessuno!” disse, riconoscendo uno dei Ballerini che Demyx era in grado di evocare. Stava ballando vicino agli Heartless, che nel frattempo erano aumentati, e con ogni mossa ne eliminava uno. Riconobbe man mano tutti i tipi di Nessuno che l’Organizzazione era in grado di evocare. Ma, per uno strano motivo, erano dalla parte loro.
Naminé non ebbe il tempo di indugiare oltre, perché uno dei tanti Heartless che erano spuntati la atterrò con un colpo particolarmente violento e cerco di rubarle il cuore, infilando un artiglio ombroso nel suo petto. Fu disintegrato da un fendente della bionda. Hai cercato nel posto sbagliato pensò, con una punta di ironia.
Kairi saltava qua e là, schivando ogni colpo di Heartless e uccidendoli, senza, ovviamente, toccare i quattordici Nessuno che le stavano intorno, aiutandola. Percepiva che non erano manovrati da Re Topolino, anche se egli ne aveva conquistato l’obbedienza, ma da qualcun altro. Come se l’Organizzazione cercasse di portare dalla sua parte coloro che cercavano di farla risorgere.
Gettò uno sguardo sulla bionda, per vedere come se la cavasse e rimase sbigottita: Naminé non si era mai allenata con lei e Riku e, paragonata alla rossa, era assai brava! Non credeva che un corpo così fragile, perché infondo lei era ancora sotto le sembianze di una ragazzina, potesse essere così agile e scattante anche senza un allentamento.
Kairi pagò caro quell’attimo di distrazione, poiché fu sbattuta al muro vicino alla fessura da due Heartless, che si stavano avvicinando pericolosamente. L’avevano ormai inchiodata alla parete quando fu liberata dal Berseker che le stava vicino. Buffo, l’aveva salvata il Nessuno dell’uomo che l’aveva rapita, quindici anni prima. Quando si dice un gioco del destino.

 

Se avessi un cuore probabilmente mi metterei a ridere.

“Eh!?” esclamò, stupita. Aveva appena sentito la voce di Saïx nella sua testa. E l’aveva sentita non appena aveva sfiorato il corpo lucido del suo Nessuno. Rimase ancora qualche secondo sbattendo le palpebre, presa alla sprovvista da quel contatto inaspettato. Rabbrividì leggermente: quella voce era gelida come in ghiaccio infilato nella maglietta.
Naminé non si accorse degli avvenimenti successi tra Kairi e il Berseker, perché era troppo impegnata a finire di eliminare tutti gli Heartless rimanenti, che, con l’aiuto dei quattordici Nessuno, era riuscita a uccidere nella gran parte.
Quando ebbe finito si appoggiò alla parete vicino al buco, accanto a Kairi, ansimante. “Cre… credi che li abbia mandati il Re?” chiese, mentre l’aiutava a rialzarsi. Kairi fece segno di diniego: “Forse gli Heartless, ma i Nessuno sono dalla nostra parte. Ci hanno aiutati a ucciderli. So che non sono del Re.” Concluse, gettando un’occhiata a un Cecchino che se ne stava tranquillamente appeso a testa in giù.
Un Nessuno Stregone si avvicinò svolazzando, mentre i suoi cubi gli giravano intorno secondo geometriche mosse.

 

Il rito.

Ricordò con la voce di Xemnas, come se fossero lì perché avevano sentito qualcosa sul loro piano. Kairi sbatté le palpebre ancora una volta, rivolgendosi a Naminé: “L’hai sentito? Ha parlato!” la bionda la guardò, stupita: “Come? Io non ho sentito niente.”
Quindi lei non li sentiva. Curiosa capacità, quella di capire ciò che dicevano i Nessuno di Alto Rango. “Dobbiamo muoverci. Sai…” disse, guardando obliqua lo Stregone che sembrava essere a capo degli altri: “Il rito.”
Naminé annuì con vigore, e si diresse verso il buco nel muro, infilandocisi con facilità.
 

 

Prigioni del Castello Disney, ore 02.57
 

Cloud guardava malinconico fuori dalla finestra della cella, godendosi un piccolo raggio lunare che filtrava attraverso le sbarre. Ogni tanto gettava un’occhiata pensierosa a Riku, steso sopra un piccolo angolo di pavimento a cercare una posizione comoda che non infliggesse al braccio fitte di dolore. Se lo ricordava molto bene, prima di finire in prigione. Era andato a trovarlo per chiedere aiuto, per trovare un modo di nascondersi insieme a Léon, Yuffie, Tifa e Aerith, ma Sora li aveva trovati prima che potesse fare altro. Aveva catturato lui, Tifa e la sua amica con le trecce che, sfortunatamente,  ci misero poco tempo per crollare sotto il potere della bambina bionda dagli occhi tristi. Lui resisteva ancora solo perché sapeva che fuori c’era Yuffie che era ancora libera. Sospirò: quando quell’incubo avrebbe avuto una fine?
Un cigolio di chiave che apriva e porta scricchiolante che si spalancava lo distrasse dai suoi cupi pensieri e vide l’immagine di Sephiroth stagliarsi in contrasto con la luce delle candele, svegliando Jack, che era immerso in un sogno abbastanza movimentato, e Riku, che balzò a sedere con una smorfia riferita al braccio gocciolante di sangue.
Sephiroth rivolse loro un’occhiata di disprezzo, poi prese Riku per il bavero e gli puntò la Masamune alla gola: “Il Re” cominciò: “È molto arrabbiato. Sostiene che hai convinto le due ragazzine a fuggire. Dove sono?” gli soffiò a due centimetri dal volto. Riku provò a dire qualcosa, ma se avesse emesso un suono, il suo collo sarebbe stato affettato dalla lama poggiata sulla pelle. Raccogliendo il messaggio silenzioso del prigioniero, Sephiroth lo lasciò andare, facendolo cadere rovinosamente al suolo dove un secondo prima c’era il pirata.
Riku pensava. Se Kairi e Naminé non c’erano probabilmente si trovavano da qualche parte a svolgere il rito. Doveva depistarli. A Crepuscopoli non sarebbero andate di sicuro, lì dimorava Yen Sid e sicuramente avranno considerato il pericolo… sì, era sicurissimo che a Crepuscopoli non ci sarebbero state. “A… a Crepuscopoli. Da Yen Sid.” Disse. Almeno avrebbero perso tempo a interrogare il mago.
 

 

Radura nel bosco di Crepuscopoli, ore 03.00
 

Kairi prese un bel respiro. Un altro. Un altro ancora. Di lì a una mezz’ora si risarebbe ritrovata davanti all’Organizzazione. Doveva prepararsi. Soprattutto per il rito. Naminé si era inoltrata nel bosco per cercare alcuni elementi utili e ancora non tornava. Al suo arrivo tutto sarebbe cominciato. Malefica aveva detto che quel rito prosciugava le energie di chi lo compiva e in alcuni casi portava alla morte. Sperava solo di farcela, perché non aveva voglia di lasciare Naminé da sola con Marluxia alle costole. Solo lei sapeva quanta fatica aveva fatto per autoconvincersi.
Kairi perse un battito quando vide il Nessuno tornare con un mucchio di ramoscelli per il fuoco e dei petali di rosa rosa. Con le mani tremanti dispose i bastoncini in cerchio, e cercava di raddrizzarli alla bene e meglio. I quattordici Nessuno dell’Organizzazione avevano cominciato ad agitarsi e muoversi tra gli alberi, strusciando i loro piedi sulle foglie secche.
“Cominciamo.” Disse, forse per incitarsi da sola.

 

Un raggio di luna piena colpì in pieno il cerchio di bastoncini.

“Luna. Saïx, il numero VII. Torna a danzare sulla luna.”
 

Sussurrò Kairi, mentre alzava il Keyblade in aria gridando “Thunder!”
 

“Fulmine. Larxene, il numero XII. Torna, ninfa selvaggia.”
 

Il fulmine creato andava ad accendere un fuoco incendiano i bastoncini in cerchio intorno alle due.
 

“Fuoco. Axel, il numero VIII. Torna, fiamme eterne.”
 

Cominciò a spirare un vento impetuoso, mentre il cerchio, lo spazio, si restringeva.
 

“Vento. Xaldin, il numero III. Torna, signore delle tempeste.
 

Spazio. Xigbar, il numero II.  Torna a tirare, cecchino dalla mira infallibile”
 

La terra cominciava a bruciarsi intorno al fuoco, creando polvere.
 

“Terra. Lexaeus, il numero V. Torna, signore dei terremoti.
 

Polvere, il nulla. Xemnas, il numero I. Torna a essere Il Superiore, signore dei Nessuno.”
 

Kairi sentiva le forze venir meno, ma continuò ugualmente, sapendo di non poter lasciare il lavoro a metà. Le sue ginocchia stavano per cedere cominciava a vedere illusioni
 

“Illusioni. Zexion, il numero VI. Torna a tessere i tuoi fili, Burattinaio Mascherato”
 

Ansimò.
 

Naminé, attenta, fece ghiacciare il terreno sotto i piedi dell’amica.

“Ghiaccio. Vexen, il numero IV. Torna a sperimentare, Freddo Accademico”
 

Non riusciva a reggersi in piedi, anche perché il terreno ghiacciato la faceva scivolare. Prese una carta dalla tasca e la lanciò nel fuoco, mentre ulteriori energie l’abbandonavano.
 

“Carte. Luxord, il numero X. Torna a continuare la tua sfida contro il tempo.”
 

Il momento cruciale per Naminé. Prese i tre petali di rosa e li lanciò sul terreno ghiacciato, dove furono cristallizzati.
 

“Fiori. Marluxia, il numero XI. Torna a mietere, Leggiadro Sicario”
 

Kairi stava per cadere in ginocchio. L’ultimo. Mancava l’ultimo.
 

“Acqua. Demyx, il numero IX. Torna a suonare nella notte.”
 

E detto questo una cascata d’acqua si infranse sul luogo del rito, sul loro due, sulla terra ghiacciata.
Kairi cadde a quattro zampe, esausta. Era in fin di vita, lo sentiva. Ma non doveva perdere la concentrazione, né tanto meno abbassare la guardia.
Naminé la soccorse, lasciando che l’amica si appoggiasse a lei per rimanere in piedi, mentre il rito finiva.
Da quando era caduta l’acqua erano apparse delle figure, come statue, che rappresentavano ogni membro dell’Organizzazione, escluso Roxas, nell’ultimo istante di vita.
Sembravano respirare, anche perché i capelli e i lembi delle loro vesti si muovevano a ogni alito di vento residuo del rito. Quelle che rappresentavano Xemnas, Vexen e Marluxia erano sospese in aria, come se l’ultimo istante l’avessero passato volando. Il Superiore aveva ancora la sua veste bicolore. Saïx, invece, aveva una mano protesa verso il cielo. Kairi se la ricordava bene, la sua morte, nonostante l’avesse vista solo da lontano. Era rimasta stupita di come anche lui, il freddo, spietato secondo in comando, lasciasse cadere la sua maschera impassibile ormai infranta per rivolgere un’ultima prece e Kingdom Hearts. Anche Zexion era leggermente sollevato da terra, ma meno degli altri tre, forse perché, in effetti, non stava volando, ma era stato sollevato per il collo dal clone di Riku. Larxene era piegata su sé stessa, come se stesse per cadere in ginocchio. Axel era sdraiato per terra. Sora aveva raccontato che l’aveva salvato suicidandosi. Xigbar era in ginocchio, con ancora una delle sue pistole stretta nella mano destra. Demyx era in ginocchio, mentre Xaldin era in piedi, a braccia aperte, il viso rivolto verso il cielo. Lexaeus era leggermente piegato, con la bocca socchiusa, anche se il suo sguardo e la sua espressione erano impassibili come al solito. Luxord era in ginocchio, vicino a un albero frondoso. Su ogni volto era dipinta un’espressione di intensa sofferenza, disperazione, la stessa disperazione di chi ha perso l’unica occasione della propria vita.
Naminé fece scorrere lo sguardo su ogni volto, rievocando a ogni vista diversa tutti i ricordi, piacevoli o meno, che quei dodici Nessuno le avevano impresso nella memoria, mentre reggeva una Kairi con la vista appannata dallo sforzo. Sussurrò a mezza bocca un incantesimo per ripristinare le energie, ma non le riuscì. Era l’unica magia che doveva ancora imparare.
“Gua… guarda!” esclamò Kairi, appoggiandosi a un albero. I Nessuno di ogni membro stavano entrando dentro la statua dei loro padroni. Il Ballerino di Demyx si accostò al suo corpo con la sua eterna danza e, con un balzo degno di un atleta, lo attraversò, restituendogli la vita. Dopodiché il Ballerino svanì nel nulla. Così fecero tutti e dodici i Nessuno.
Il Samurai di Roxas e il Simile fecero come per guardarsi intorno, spaesati, poi svanirono con un grido acuto che solo le orecchie di Kairi percepirono.
Ma la rossa non poté pensare molto al lamento dei Nessuno, perché l’Organizzazione si stava cominciando a muovere. Zexion, Xemnas, Vexen e Marluxia caddero a terra con un gemito strozzato, mentre Axel si stava alzando con l’espressione di chi aveva un gran mal di testa e Luxord e Demyx barcollavano leggermente sopra le gambe appena riconquistate. Larxene cadde a terra di sedere, con una smorfia di disappunto dipinta sul volto.
Poi, insieme, realizzarono che, per qualche strano motivo, erano vivi. Di nuovo.
“Bentornata Organizzazione XIII.” 







dunque, ribadisco... Rieccomi qua! XD
Ikumi91: già già, non sei l'unica a odiare Sora. Lo trovo schifosamente puro e innocente... XD ehh, Malefica è passata a miglior vita... *partecipa al mini funerale della strega*
ahhh, che bello! anche tu pensi che Jack, Riku e Cloud siano una bella squadra! è da tempo che sognavo di farli collaborare...
sono contenta che trovi la mia fic originale! in effetti ho provato un "esperimento" capovolgendo i ruoli del buono e del cattivo... e ovviamente a vantaggio dell'Organizzazione ^_^

su Sephiroth non ho detto niente perchè... oh, va bè ma non dico nulla *fischietta* così come Yuffie e Cid... dico solo che saranno entrambi importanti^_^ (Cid, però è stato convertito al "puro lato oscuro" di Sora nda)
e la pazzia è un bene che va preservato, sì XD

Fantasy is my passion: caVissima! ehehe Sora ha i suoi informatori... comunque, per curiosità tua, Riku si era dimenticato l'atlante nella sala segreta dei progetti, e Sora ci ha messo poco a fare 2 + 2... (incredible! nella mia fic l'ho fatto più intelligente di quanto non fosse! nda) Naminè... evabbè! ti anticipo tutto!? ma anche no!

Mikhi: ciaoo! sono contenta che la trama ti ispiri! devo dire che è abbastanza articolata, quindi faccio fatica anch'io a gestirla tutta e tutta insieme, ma ce la farò! (anche perchè sennò mi prende il blocco dello scrittore nda) Cloud mi ispirava in prigione ù.ù e poi, diciamocelo, era sempre meglio che al fianco di Sephiroth e Sora, no? e Jack e la sua ironia io credo che siano sempre fuori luogo. Kairi è meno utile di un cucchiaio bucato, devo ammetterlo... XD
beh, per schierarti devi vedere da quale punto di vista vedi la luce *lampadinaaa *-* <-- ok, questo lo puoi anche eliminare
Cloud verrà liberato al più presto^^

clicexion_kh forever: welà! sì, Sora, tu sei un bastardo, inutile che ti illudi! Non mi strozzare Marluxia, poverino, è già morto, e poi mi serve! per Xaldin e Demyx: beh, dovete prima leggere! dai che siete tornati *li spupazza*

  

  
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