Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: VaniaMajor    13/10/2010    3 recensioni
La battaglia al Monte Hakurei ha posto fine alla vita di Naraku, la Sfera si è dissolta e il futuro sembra sorridere a Inuyasha e ai suoi compagni. Solo per Sesshomaru nulla è cambiato, almeno finché una donna dai misteriosi poteri non compare per magia, sconvolgendo di nuovo la vita di tutti.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Author's note: Finalmente è entrato in scena Inuyasha! Solo che...le cose si complicano! E anche molto! Sesshomaru, si sa, non è un tipo comprensivo...Read and enjoy!

CAPITOLO 6 - SOLO UNA SPADA

L’aveva sentita arrivare già da un po’, ma non avvertiva alcun istinto aggressivo in lei, così si era limitato a rallentare un po’ il passo per non incrociarla. Invece quella yokai, dopo averli superati, aveva arrestato bruscamente la sua corsa ed era balzata loro innanzi. Non aveva idea di cosa volesse, ma non intendeva correre rischi.
Inuyasha nascose Kagome dietro di sé per precauzione e sguainò Tessaiga, brandendola in direzione della yokai.
«Che diavolo vuoi, donna?» chiese in un ringhio, notando nei suoi occhi un lampo di riconoscimento che non gli piacque. 
Inuyasha era grato del fatto che il suo cuore umano fosse sufficiente per utilizzare ancora la spada del padre, nonostante lui fosse ormai uno yokai a tutti gli effetti. Non tutti i demoni sapevano che la Sfera degli Shikon era scomparsa e spesso lui e gli altri subivano ancora attacchi fastidiosi. Quella inu-yokai sembrava piuttosto agile, ma se cercava rogne Inuyasha sarebbe stato ben lieto di ingaggiare battaglia.
«Vi prego di ascoltarmi. Ho bisogno del vostro aiuto.» disse quella, venendo avanti. Inuyasha aggrottò la fronte e Kagome gli pose una mano sulla spalla. La sua Kagome…ancora non poteva credere di avere la possibilità di vivere assieme a lei per l’eternità.
«Inuyasha. – mormorò la ragazza – Non mi sembra minacciosa. Proviamo a parlare con lei.»
«Feh! Non farti incantare solo perché tiene una bambina in braccio! Quella tipa ha un odore che mi irrita.» rispose Inuyasha.
E lo irritava davvero! Non solo c’era qualcosa di assolutamente estraneo alla natura di yokai in lei, ma al suo odore era legato quello di qualcun altro e gli stava dando sui nervi.
«Chi sei? – chiese Kagome alla yokai, lanciando un’occhiata di rimprovero a Inuyasha – Cosa vuoi da noi?»
«Ehi!» protestò vanamente Inuyasha, quando Kagome si fece avanti, uscendo dal raggio della sua protezione. La yokai sorrise brevemente.
«Il mio nome è Anna. E questa è Rin.» La bimba fece un saluto con la mano. «Vi prego, terreste la bambina con voi fino al mio ritorno?» chiese di getto, sbalordendoli.
«Cos…» cominciò Inuyasha.
«Tenere la bambina? Perché?» chiese Kagome.
Anna si morse un labbro. Non sapeva da dove cominciare e ogni parola sarebbe stata un istante perso.
«Per avere spiegazioni, chiedete pure a Rin. – disse, mettendo la bimba a terra – Io devo aiutare una persona che è presa da una battaglia. Non posso mettere Rin in pericolo, così vorrei che la teneste al sicuro fino al mio ritorno.»
«Chi credi che siamo, stupida? – disse Inuyasha, mettendosi una mano sul fianco e appoggiando la spada sulle proprie spalle– Ti sembro una balia?»
«Va bene, la terremo noi.» disse Kagome, con un sorriso. Inuyasha quasi cadde per terra.
«Come sarebbe: la teniamo noi?!» esclamò, mentre Kagome si avvicinava a Rin. La ragazza si voltò verso Inuyasha con un sorriso radioso.
«Oh, avanti! È così carina!»
Di fronte al suo bellissimo sorriso, Inuyasha non poté che capitolare.
«Feh! Fai come ti pare!» borbottò, rinfoderando Tessaiga. Anna sorrise.
«Grazie mille, Kagome e Inuyasha!» mormorò, prima di sparire nella foresta con un balzo.
«Di nulla!» disse Kagome, salutandola insieme a Rin. D’un tratto, però, il sorriso le morì sulle labbra. Si voltò verso Inuyasha, con espressione sconvolta.
«Beh? Che c’è?» chiese Inuyasha, a braccia conserte.
«Come sapeva i nostri nomi?» chiese Kagome. Inuyasha e la ragazza si scambiarono un’occhiata sorpresa. «Rin-chan, sarà meglio che ci racconti tutto.» disse Kagome.
«Ma certo! – disse la bimba, lieta di avere tutta quella attenzione – Rin vi racconterà la storia di Anna nee-chan!»

***

«Certo che quella yokai era proprio strana…» borbottò Inuyasha, mentre si mettevano comodi per ascoltare la storia di Rin. Un fuoco era stato acceso per tenere lontana la notte imminente, mentre aspettavano il ritorno di Anna.
«Oh, Anna nee-chan è una yokai ma è anche umana.» disse Rin, con noncuranza, mentre mangiava con gusto le provviste uscite dallo zaino di Kagome.
«Che…che cosa?!» gridò Inuyasha, alzandosi in piedi per la sorpresa. Rin annuì.
«Anna nee-chan era come Rin e Kagome-chan, prima. – ribadì la bambina – Poi, uno yokai cattivo ha cercato di farle del male, ma lei lo ha sconfitto e gli ha preso tutti i poteri. Me lo ha raccontato lei!»
Inuyasha e Kagome si guardarono, sorpresi.
«Ma…è possibile?» chiese Kagome. Inuyasha si grattò un orecchio.
«In realtà, non lo so. – borbottò – È Miroku l’esperto in queste cose. Però il suo odore mi era sembrato molto strano. Questo potrebbe essere il motivo.»
«Rin è stata felice quando nee-chan si è unita a noi. – disse la bimba, con un sorriso – Lei aveva aiutato Rin a ritrovare gli altri e più tardi ha deciso di viaggiare con noi perché non sapeva nulla su come essere uno yokai.»
«Con noi chi, Rin?» chiese Kagome. Evidentemente, la persona che Anna voleva disperatamente salvare era uno del gruppo.
«Con Rin, Jaken e Sesshomaru-sama!» rispose Rin. La bimba rimase un attimo perplessa vedendo che sia Kagome che Inuyasha la fissavano a bocca aperta in perfetto silenzio.
«Con Se…Ses…» biascicò Inuyasha, incapace di formulare la domanda.
«Sesshomaru? – chiese Kagome, portandosi le mani alla bocca – Ma è impossibile!»
«Conoscete Sesshomaru-sama? – chiese Rin, entusiasta – Lui ha salvato la vita a Rin, quando i lupi l’hanno attaccata. Lui si prende cura di Rin e la fa vivere nella sua grande casa.»
«Dev’esserci un altro Sesshomaru, è l’unica spiegazione. – disse Inuyasha, incredulo – Quel bastardo non riesce nemmeno a guardare un essere umano senza assumere un’aria schifata.»
«Ma, Inuyasha, – obiettò Kagome – non può esistere un altro inu-yokai col suo nome che si fa accompagnare da un Jaken!»
Inuyasha si rifiutò di parlare. Sesshomaru non si era mai comportato così. Non era proprio possibile che quel ghiacciolo senza cuore avesse salvato una bambina.
«Sesshomaru-sama ha accolto anche Anna nee-chan. – continuò la bimba – Lui non sta molto con noi, ma io credo che le voglia bene, perché la ascolta sempre.»
«Feh! Ecco, questo prova che non può essere quel maledetto! – disse Inuyasha, con espressione soddisfatta – Lui l’avrebbe fatta fuori, ma anche se per qualche motivo l’avesse tenuta in vita non le avrebbe mai permesso di spiaccicare parola!»
«Tu somigli molto a Sesshomaru-sama! – disse Rin, sorridendo – Hai gli stessi capelli e gli stessi occhi. Però lui non ha quelle orecchie così carine!» 
Ridendo, Rin si inerpicò sulla schiena di Inuyasha e cominciò a tastargli le orecchie morbide, ma lo yokai era troppo preso dai suoi pensieri perfino per intimarle di smetterla. Kagome lo guardò, preoccupata.
«A questo Sesshomaru manca un braccio?» chiese Inuyasha, improvvisamente.
«Prima sì. – rispose Rin sorpresa, smettendo finalmente di torturarlo – Ma ora nee-chan gliene ha regalato uno nuovo.»
«Questa prova è inconfutabile, Inuyasha.» mormorò Kagome. Inuyasha annuì ma non parlò. Poco dopo, quando Rin giaceva profondamente addormentata sotto una coperta di Kagome, la ragazza si avvicinò al taciturno yokai e gli si sedette a fianco.
«Cosa pensi?» mormorò, appoggiando la testa sulla sua spalla. Inuyasha, con volto grave, sospirò, ma le passò un braccio attorno alle spalle e se la strinse al petto.
«Questa storia non ha senso. – mormorò Inuyasha – Sesshomaru non è…insomma, lo conosci anche tu! È freddo e crudele. Non ha un briciolo di cuore. Non riesco a capire le sue azioni.»
«Forse sta iniziando ad assomigliarti un po’…» scherzò Kagome, per tirarlo un po’ su, ma ottenne solo un breve sorriso. Kagome sospirò e prese a grattare distrattamente la base di un orecchio di Inuyasha, che mostrò di gradire avvicinando la propria testa alla sua.
«Forse sta davvero cambiando. – continuò Kagome – Dopotutto, avete lo stesso sangue. Era anormale che foste così diversi. Probabilmente, a Sesshomaru serve qualcuno che gli insegni a provare sentimenti.»
«Non puoi provare sentimenti senza un cuore.» ringhiò Inuyasha.
Kagome corrugò la fronte.
«Non sei felice che stia cambiando?» chiese, dopo un po’. Inuyasha sbuffò.
«Feh! Non cambierà mai! – rispose, acido – È sempre stato un bastardo, il suo unico divertimento è fare del male. Sono sicuro che entrambe avranno di che pentirsi di essersi fidate di Sesshomaru anche per un solo istante.»
Kagome affondò il viso nel petto di Inuyasha, sorridendo.
«Mi piaci quando ti preoccupi per gli altri.» disse. Inuyasha non poté esimersi dall’arrossire e Kagome ridacchiò.
«Comunque sia, non vedo motivo per cui la bimba possa essergli utile. – osservò la ragazza – L’ha salvata perché la voleva viva. Questa è una bella cosa da parte sua.»
«E la donna? – disse Inuyasha – Sono certo che la tiene accanto a sé apposta per combattere, ho avvertito il suo potere!»
«Non pretendere subito la luna, Inuyasha! – replicò Kagome – Probabilmente è vero, ma io non credo che Anna stia con lui solo per dovere.»
«Cosa vuoi dire?» chiese Inuyasha, perplesso. Kagome si sciolse dall’abbraccio, mettendosi più comoda.
«Non hai notato che sguardo preoccupato aveva mentre parlava della persona che doveva salvare?» chiese. Inuyasha scosse il capo, nella più completa ignoranza. Kagome sospirò. «Ho l’impressione che quella yokai sia innamorata di Sesshomaru.»
La mandibola di Inuyasha subì improvvisamente una forte spinta gravitazionale verso il basso.
«CO…» cominciò a gridare, prima che Kagome gli si gettasse addosso, premendogli le mani sulla bocca.
«Ssh!! Svegli la bambina!» gemette Kagome.
«Cos’hai detto?!» disse Inuyasha, in tono più contenuto.
«Che credo sia innamorata di…» ricominciò Kagome.
«Nessuno può amare un essere del genere! È un sentimento autodistruttivo!» disse Inuyasha, sedendosi a braccia conserte con aria cocciuta e disgustata. Kagome non replicò. Dopo un po’, Inuyasha disse: «Era quello l’odore irritante che le sentivo addosso. L’odore di Sesshomaru. Devono essere stati vicini per diverso tempo.»
«Forse anche lui prova qualcosa per lei. – disse Kagome, abbracciandolo – Lei potrebbe cambiarlo, no?»
«Lui non cambierà.» disse Inuyasha, scuotendo la testa. 
Kagome lo guardò con tristezza. Pur non ammettendolo, Inuyasha avrebbe senz’altro voluto un vero fratello, invece di uno yokai alla sua perenne caccia con l’intento di ucciderlo. Soprattutto durante l’infanzia, la cosa doveva essergli pesata molto. Inuyasha aveva iniziato a confidarsi di più con lei, ma non parlava quasi mai di Sesshomaru. Erano in viaggio da un po’ perché Inuyasha desiderava vedere il grande Palazzo di suo padre, sperando che Sesshomaru non fosse in casa. Per quel che ne sapeva lei, lo yokai aveva sempre e solo attentato alla vita di Inuyasha le rare volte in cui si erano visti. Eppure avevano lo stesso sangue nelle vene. Perché Sesshomaru aveva sempre provato quest’odio per Inuyasha?
«Non cambierà mai.» mormorò ancora Inuyasha. I due rimasero abbracciati, in silenzio.

***

Anna uccise l’ultimo yokai che la teneva occupata, quindi volse lo sguardo su Sesshomaru. In quel momento, l’inu-yokai stava tenendo uno dei nemici per il collo, bloccandolo contro un albero.
Era contenta di aver preso la decisione di ritornare. Sesshomaru poteva farcela da solo, ma gli aggressori erano stati raggiunti da molti rinforzi e, dopotutto, era nei patti che lei combattesse per lui. Sesshomaru non aveva subito nemmeno un graffio e ora si accingeva a interrogare l’ultimo superstite a quella strage. Anna distolse lo sguardo dai corpi insanguinati con una smorfia. Per fortuna, Rin era ben lontana.
Si voltò giusto in tempo per vedere la testa dello yokai rotolare via. Sesshomaru si pulì la mano insanguinata sul tronco dell’albero.
«Chi li ha mandati?» chiese Anna. 
«Non lo sapeva. – rispose Sesshomaru – Questi erano solo un avviso. Qualcuno ha intenzione di sfidarmi. Spero che faccia presto, lo combatterò con piacere.» Si accorse solo in quel momento che Anna non avrebbe dovuto trovarsi lì. «Dov’è Rin?» chiese, stringendo gli occhi. Anna fece un sorrisetto nervoso.
«Al sicuro, non preoccuparti. Ho pensato che il mio aiuto ti sarebbe stato utile.»
Sesshomaru annuì, volgendole le spalle. Sentire la ragazza dargli del tu gli faceva uno strano effetto.
«Va bene. – disse, freddamente – Andiamo a prenderla e torniamo a Palazzo.»
«No!» esclamò Anna, facendolo voltare. Anna si mordicchiò un labbro. «Ehm…no, Sesshomaru. Lascia stare, ci vado io. Tu precedici pure.»
«Ho detto: andiamo a prenderla e torniamo a Palazzo.» ripeté lo yokai. Anna imprecò mentalmente. Era meglio non far incontrare i due fratellini, o non sarebbero ritornati a casa tanto presto.
«È meglio che vada solo io.» borbottò. Sesshomaru corrugò le sopracciglia. Iniziava a seccarsi.
«Dove l’hai lasciata? In un villaggio di umani? – chiese – Non li sterminerò, se è questo che temi.»
«No, io…» cominciò Anna.
«Dove l’hai lasciata?!» chiese Sesshomaru, con tono imperioso. Anna deglutì nervosamente. Al diavolo, non poteva girarci attorno per sempre.
«Ho incontrato tuo fratello Inuyasha, e…» disse. Sesshomaru la afferrò per le spalle con un movimento fulmineo.
«Mio…fratello? – chiese Sesshomaru, con un sibilo poco rassicurante – L’hai lasciata con quel mezzosangue?»
«Sarà al sicuro. Ora vado a prenderla e chiudiamo la questione.» disse Anna, arrabbiandosi a sua volta.
«Lui non deve permettersi di avvicinarsi a ciò che è di mia proprietà.» disse Sesshomaru, stringendola fino a farle male. Quindi la lasciò e spiccò un balzo, allontanandosi nella boscaglia nella direzione da cui era giunta Anna.
«Sesshomaru!» lo chiamò lei, correndogli dietro. Maledizione! Cominciava a pensare che incontrare Inuyasha e Kagome non fosse stata una vera e propria fortuna.

***

Una voce femminile si fece strada nella mente immersa nel sonno di Kagome. Aprì gli occhi a fatica, rendendosi conto di essere sdraiata per terra, accanto al fuoco. Si alzò a sedere di scatto quando non vide Inuyasha accanto a lei.
Lui era in piedi, teso e con la spada già sguainata, e le dava le spalle.
«Sesshomaru!» si sentì echeggiare nella foresta. Poteva essere Anna?
«Inuyasha…» iniziò a dire Kagome, alzandosi.
«Sta arrivando. – mormorò Inuyasha senza voltarsi – Allontanati assieme alla bambina.»
«Ma…» tentò di protestare Kagome.
«Portala via.» disse ancora Inuyasha. Kagome annuì e prese in braccio la bambina addormentata, allontanandosi di qualche metro tra gli alberi.
In quel momento, una velocissima sagoma bianca uscì dalla foresta, gettandosi contro Inuyasha, che balzò all’indietro e menò un fendente con la spada, che però l’altro evitò. Il tutto si svolse a una pazzesca velocità, tanto che Kagome si rese conto che entrambi gli attacchi non erano andati a segno solo quando vide i due fratelli osservarsi con astio senza segni evidenti di ferite.
Sesshomaru osservò il fratello con sguardo critico, a braccia conserte, mentre Inuyasha continuava a tenere la spada di fronte a sé, con aria buia.
«Sei diventato più veloce. – considerò Sesshomaru, senza eccessivo entusiasmo – Combattere con te, ora, potrebbe rivelarsi più stimolante.»
«Feh! Ti sconfiggerei ancora più facilmente di quanto facevo in passato.» replicò Inuyasha, con un sorriso feroce sul volto.
«Sarebbe interessante fare un prova, caro il mio fratellino…» mormorò Sesshomaru, stringendo impercettibilmente gli occhi. In quell’istante, Anna balzò fuori dagli alberi. «…ma ho avuto il dispiacere di incontrarti solo a causa di Anna e Rin. Ridammi la bambina.» finì. Anna si avvicinò a Kagome e Rin, che stava ancora dormendo.
«Vedi? Rin sta bene! – disse Anna, mostrando Rin a Sesshomaru con una punta d’ira nella voce – Lascia stare tuo fratello!»
Sesshomaru sentì crescere in sé la contrarietà. Per quale motivo Anna prendeva le difese di quell’insulso essere che nemmeno conosceva? Anche per questo odiava quell’idiota dalle orecchie da cane. Persino il padre lo preferiva a lui, un bastardo mezzosangue occupava nel cuore del genitore il posto a cui l’erede non avrebbe mai potuto ambire. E ora Anna, che era a tutti gli effetti sua e dipendente da lui, osava contraddirlo e porsi in difesa di Inuyasha?!
«Stai zitta.» disse, freddamente. Un bagliore rosso gli accese gli occhi per un istante.
Inuyasha rise con ironia, reagendo con cattiveria ora che finalmente aveva il potere di combattere alla pari con Sesshomaru. Era stanco di essere l’oggetto del sarcasmo del fratello, quell’iceberg che sapeva solo uccidere e che gli aveva reso la vita un inferno.
«Non sapevo che ti fossi trovato una ragazza, Sesshomaru! – disse, provocandolo – Noto che sei sceso sulla terra e hai smesso di farti riverire come si conviene al Principe degli inu-yokai! Segui il consiglio della ragazza, la tua salute ne guadagnerà!»
«Inuyasha!» disse Kagome, osservando preoccupata la reazione di Anna e Sesshomaru. Capiva l’astio di Inuyasha, ma stava andando troppo oltre. La tensione che si stava accumulando attorno a Sesshomaru era impressionante. Anna era mortalmente pallida. Sesshomaru attaccò senza preavviso, sfoderando Tokijin. Le due lame si scontrarono con un tremendo clangore, mentre Inuyasha indietreggiava leggermente, subendo la potenza dell’attacco.
«Non sono più quello di una volta!» gridò Inuyasha, contrattaccando. 
Sesshomaru dovette ammettere con se stesso che i movimenti di Inuyasha erano diventati molto più difficili da prevedere. Somigliavano ai suoi in maniera impressionante. Schivò un altro paio di attacchi. Sesshomaru, però, conosceva le proprie capacità alla perfezione, mentre Inuyasha non era ancora abituato alle nuove abilità che aveva acquisito. Non poteva perdere. Mimò un nuovo attacco con la spada, mirando in realtà alla mano con cui Inuyasha impugnava l’elsa di Tessaiga. Colpì la mano di Inuyasha con forza incredibile, facendogli cadere la spada, quindi lo afferrò per il collo e lo sollevò da terra.
«Credevi di essere migliore di me? Rimarrai sempre un essere inferiore!» disse Sesshomaru.
«Urgh!» gemette Inuyasha, mentre cercava di liberarsi dalla ferrea presa di Sesshomaru. Il veleno del fratello gli stava già bruciando la pelle.
«No! Inuyasha!» gridò Kagome, spaventata, mentre Rin si svegliava. La bimba guardò con orrore la scena e si aggrappò ad Anna, terrorizzata. La yokai imprecò. Non voleva che Rin vedesse il lato peggiore di Sesshomaru.
«Basta!» gridò Anna, prima che Inuyasha colpisse con incredibile violenza il viso di Sesshomaru, liberandosi della sua presa e facendo volare il sorpreso yokai contro un albero. Sesshomaru si tirò in piedi con aria divertita, passandosi una mano sul volto ammaccato, mentre Inuyasha si teneva una mano sulla gola.
«Non male, fratellino.» mormorò Sesshomaru.
«Vieni, che ce n’è ancora.» ringhiò Inuyasha, facendo un gesto d’invito.
Kagome decise che la cosa era durata abbastanza. Afferrò il proprio arco e si preparò a tirare una freccia a Sesshomaru, ma Anna la fermò.
«No, ti prego! Non voglio che Rin veda queste cose!»
«Ma se non li fermiamo…» disse Kagome. In quel momento, Sesshomaru e Inuyasha ricominciarono a combattere.
«Ci penso io. – disse Anna, con tono urgente – Ti prego, non tirare la freccia.»
Kagome fece per replicare, poi vide l’intensità del sentimento che bruciava negli occhi della yokai e annuì. Anna sorrise brevemente in segno di ringraziamento, quindi si voltò e colpì appena Rin sulla nuca. La bimba svenne.
«È meglio che tu non veda oltre, Rin.» mormorò Anna, lasciandola a Kagome e scattando verso i due contendenti.
Né Sesshomaru né Inuyasha si resero conto del suo avvicinarsi, presi com’erano dal proprio combattimento personale, e questo facilitò le mosse della yokai. Anna si gettò con violenza su Sesshomaru, impattando contro di lui e spedendolo lontano da Inuyasha, che colpì lei invece del fratello.
«Tu?! – esclamò Inuyasha, sbalordito – Ma cosa…»
Sesshomaru era così stupefatto di essere stato colpito da Anna che rimase seduto, senza parole. Non seppe se stupirsi ulteriormente quando Anna afferrò Inuyasha per le spalle e iniziò a sottrargli l’energia vitale. Inuyasha cadde su un ginocchio e Kagome gridò.
«Anna, cosa fai?!» disse, portandosi le mani alla bocca per l’orrore. La yokai gli stava portando via la vita! In quel momento, Anna lasciò Inuyasha, che rimase in ginocchio.
«Spero… – disse Anna, ansimando per la potente energia che aveva assimilato – spero che ora vi sia passata la voglia di combattere.»
Inuyasha la guardò con un’espressione così perplessa e irata che Anna dovette distogliere lo sguardo. Non le piaceva quello che aveva fatto, ma con le buone maniere non avrebbe mai fermato quei due testardi. Sesshomaru si alzò e le andò incontro. Inuyasha tentò di alzarsi, ma invano. Quella donna gli aveva sottratto troppe energie e sarebbe passato un po’ di tempo prima che fosse stato in grado di muoversi.
Dannazione, sono alla loro mercé.” pensò, preparandosi a subire l’attacco del fratello. Invece, davanti ai suoi occhi, Sesshomaru colpì violentemente Anna alla faccia. La yokai cadde per terra senza una parola.
«Non osare…» disse Sesshomaru, stringendo le mani a pugno. L’indignazione che gli tremava nella voce era grandissima. «Non osare mai più colpirmi!» disse. Inuyasha rimase basito e così Kagome. Non avevano mai visto Sesshomaru perdere in quel modo il controllo.
Lo sapevo. – pensò Inuyasha – Sapevo che le avrebbe fatto del male. Mio fratello è un bastardo idiota e lei è una stupida.” Nonostante questo pensiero, non poté fare a meno di provare una stretta al cuore di fronte a quella scena.
«Tu mi appartieni! Il tuo valore corrisponde al massimo a quello di una spada! – disse ancora Sesshomaru, afferrando Anna per il vestito e alzandola a livello del suo viso – Non tollero che tu…»
Si fermò quando vide l’espressione assente sul volto di Anna. Non c’era emozione sul suo volto, nemmeno una traccia. Non piangeva né aveva un’espressione addolorata. Le sue parole avevano il preciso intento di ferirla, ma sembrava che lei fosse priva di ogni emozione. La lasciò andare e le voltò rigidamente le spalle. Si sentiva addosso gli sguardi di suo fratello e di quella dannata donna umana. Come aveva potuto perdere in quel modo il controllo?!
«Vattene. – disse, gelido – Porta Rin a Palazzo.»
Anna si alzò da terra e si diresse verso Rin e Kagome.
«Come desiderate, Sesshomaru-sama.» disse, con voce inespressiva. Inuyasha fu l’unico in grado di vedere che, a quelle parole, Sesshomaru era trasalito. Anna si inginocchiò accanto a Kagome e prese Rin dalle sue braccia. Kagome vide che una guancia della ragazza era gonfia e l’occhio era quasi chiuso. La cosa spaventosa del volto della yokai, però, era la sua totale inespressività.
«Anna…» mormorò Kagome, incerta. Anna fece un sorriso che le trasmise i brividi. Non c’era nulla in quel sorriso.
«Mi dispiace. È stata colpa mia. – mormorò Anna – Avrei voluto incontrarvi in altre circostanze.»
Si alzò, quindi si allontanò tra gli alberi, scomparendo velocemente. I tre rimasero in silenzio, poi Sesshomaru diede le spalle a Inuyasha e si incamminò tra gli alberi.
«Sei uno stupido.»
La voce di Inuyasha lo fece voltare. Suo fratello si stava rimettendo in piedi con l’aiuto della sua donna umana.
«Ti conviene lasciarmi stare, Inuyasha. – disse Sesshomaru – Non sono in vena di ascoltare le tue ramanzine. Ringrazia che non ho intenzione di finirti.»
«È sempre così. – continuò Inuyasha, imperterrito – Quando trovi qualcosa di prezioso, lo distruggi. Quando ti renderai conto di essere solo, cosa farai, Sesshomaru?»
Sesshomaru si oscurò in volto.
«Io, nella mia imperfezione, mi sono reso conto dello sbaglio che facevo allontanando tutto e tutti! – esclamò Inuyasha – Ora sono felice! Tu puoi dire altrettanto?»
Sesshomaru fece una smorfia irata e disgustata.
«Voi e i vostri stupidi sentimenti umani. – sibilò – Sia maledetto il giorno in cui ho cominciato a darvi ascolto.»
Sesshomaru si voltò e se ne andò, lasciando Inuyasha e Kagome da soli. Kagome abbracciò Inuyasha, affondando il viso nel suo petto.
«Ehi, Kagome…» disse Inuyasha, stringendola a sé.
«Avevi ragione tu. Non cambierà mai.» disse Kagome, la voce soffocata dalla stoffa. Inuyasha sospirò. 
«Forse, invece, sta cambiando. – mormorò – Ma non so se lei resisterà abbastanza da compiere il miracolo.» 

***

Sesshomaru rimase nella foresta per tutta la notte.  Lei gli si era ribellata. Aveva salvato la vita di quell’imbecille di suo fratello. L’aveva colpito per distoglierlo dalla battaglia.
Imperdonabile. Imperdonabile!
Aveva fatto più che bene a colpirla. Se l’era cavata fin troppo facilmente. Nessuno contrariava il grande Sesshomaru senza pagare con la vita. Lei se l’era cavata con un semplice colpo al viso. Il suo bel viso, acciaccato e senza espressione.
Alzò la mano che aveva usato per punirla. Un semplice colpo al viso, nulla di più. Lui aveva ricevuto lo stesso trattamento da Inuyasha qualche istante prima e non provava nemmeno più dolore, quindi…Ma cosa stava facendo? Stava cercando giustificazioni?! L’aveva colpita, punto e basta. Era quello che meritava.
Ma lei l’aveva chiamato di nuovo Sesshomaru-sama. C’era odio nella sua voce? No, non c’era nulla. Ce l’aveva con lui perché l’aveva colpita? O perché aveva detto che era solo la sua spada? Era la verità, e non c’era alcun bisogno di giustificazione per la verità. 
Ma non c’era risentimento nella sua voce. Non c’era proprio nulla. Poteva essere un altro blocco emotivo temporaneo.
«Quando le passerà, sentirò il suo odio per me.» mormorò. E allora? Era abituato a essere odiato e temuto, su questo si fondava la sua esistenza.
Il mio nome è Sesshomaru.
Quant’erano delicate le sue dita tra i suoi capelli. Quanto era bello il suo nome sulle sue labbra. Perché?
«La costringerò a chiamarmi di nuovo per nome.» disse alla notte. Ma sapeva che in questo modo esso avrebbe avuto un suono amaro e non gli sarebbe piaciuto. Il viso che aveva colpito, una volta aveva avuto la tentazione di accarezzarlo. Che sensazione sarebbe stata? Sarebbe stato più soddisfacente dell’impatto derivante dal colpire?
Suo malgrado, credeva di sì.
Tu distruggi tutto ciò che hai di prezioso.” aveva detto quell’idiota di Inuyasha. Perché, era preziosa quella stupida femmina che aveva osato colpire il suo padrone? “Quando ti renderai conto di essere solo, cosa farai, Sesshomaru?” Lui era sempre stato solo. E andava benissimo così.
Lei se ne andrà.
Il pensiero gli attraversò la mente come un fulmine doloroso.
«E dove? – disse, sarcastico – Perché dovrebbe?»
Eppure sapeva che era vero. Lei se ne sarebbe andata. 
Distruggi tutto ciò che hai di prezioso.
«Non m’importa se se ne andrà.» disse. Invece gli importava. Non voleva che se ne andasse. Si era abituato alla sua presenza, era interessante argomentare con lei, quando si sentiva in vena.
«Non se ne andrà.» disse ad alta voce. Forse, invece, l’aveva già fatto. «Non glielo permetterò.» disse ancora. 
E come, la colpirai di nuovo?” chiese una voce beffarda nella sua mente. Sesshomaru abbassò di nuovo lo sguardo sulla propria mano. Colpirla lo aveva riempito di uno strano disagio. Non gli era mai successo prima. Aveva sempre colpito e ucciso senza un minimo di ripensamento.
«Non voglio più colpirla.» mormorò.
Allora non riuscirai a fermarla. – disse ancora quella voce – Perché vuoi che resti?
Perché era interessante litigare con lei.
Perché gli piaceva sentirla cantare.
Perché lei gli sorrideva.
Perché sognava di lui e lo chiamava per nome.
Perché gli piacevano tutte queste cose e ancora non era riuscito a capirne il motivo.
«Non le permetterò di andarsene.» disse.
Lasciò l’albero su cui era seduto e si diresse a gran velocità verso la propria casa. Quando vi giunse, fu come l’arrivo di un tornado. Tutto e tutti dovettero fargli largo per non essere travolti.
«Donna!» chiamò, entrando con furia nella stanza della ragazza. Lei non c’era. Sesshomaru si voltò. L’odore di lei portava ai suoi appartamenti.
«Donna!» chiamò ancora, entrando nella grande sala che utilizzava per consumare i pasti. Nulla. Più avanti?
«ANNA!» esclamò, sbattendo una porta. Sentì che nella casa i servitori bisbigliavano tra loro, incapaci di comprendere il comportamento del padrone. Arrivò alla porta che collegava i suoi appartamenti alla Sala del Trono. Lei era lì, seduta composta, che lo aspettava.
«Sesshomaru-sama.» lo salutò con un lieve cenno del capo. Sesshomaru si bloccò.
«Ah, sei qui. Rin riposa?» disse, indifferente.
«Sì, Sesshomaru-sama.» disse lei, fredda quanto lui. Sesshomaru nascose un moto di stizza.
Piantala di chiamarmi così!” pensò. 
«Allora puoi ritirarti. – disse, voltandosi di nuovo verso la porta – Delle tue azioni di stanotte, parleremo domani.» Si incamminò nuovamente verso i suoi appartamenti. Era meglio porre ordine nei suoi pensieri prima di compiere altri gesti sconsiderati. L’importante era che lei non se ne fosse andata prima che lui potesse capire…
«Sesshomaru-sama, gradirei che ne parlassimo ora.»
La voce di Anna lo fece voltare.
«Perché mai?» chiese. 
Il volto della yokai era ancora privo di qualunque emozione, benché il segno della mano di Sesshomaru fosse pressoché scomparso dalla sua guancia. Capì improvvisamente come doveva apparire lui stesso agli occhi degli altri: una cosa fredda e senza vita. Anna abbassò per un attimo gli occhi, come cercando le parole giuste, quindi sospirò.
«Perché, Sesshomaru-sama, domani tornerò a casa.»

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: VaniaMajor