Salve a tutti. Scusate il ritardo della settimana, ma ho avuto da fare. Oggi farete la conoscenza di Abhadon, anche se minima e molto altro ancora. Buona lettura.
In un’altra dimensione,
nella mistica Oblivion, la
dimensione delle entità primarie, lo scontro era stato visto
da tutti i demoni
di Abhadon tramite un’enorme sfera di osservazione.
Abhadon, l’entità primaria del male, era furioso.
Quest’entità non aveva
corpo: era avvolta da un manto rosso e nero, che lo ricopriva
interamente; il
suo volto era quello di un diavolo, rosso e senza bocca, con due occhi
gialli
che emanavano saette tutt’intorno a lui. Il
suo corpo, si diceva, si trovava in un luogo segreto e nessuno, salvo
pochi eletti, lo aveva mai visto, per questo non si sapeva nulla del
suo vero aspetto.
“Abominon”
disse Abhadon con voce tonante “Immagino
che questo tu non l’avessi previsto vero?”
“No mio signore!” rispose Abominon
“Devono essere
stati davvero disperati se hanno evocato da un’altra
dimensione un nuovo
difensore. Io avevo concesso loro una tregua per aumentare questa
disperazione.
Ma il mio piano è fallito”.
“Fallito?” disse un demone.
Abominon si voltò verso chi
aveva parlato e gli rispose: “Si fallito. Ma è
qualcosa a cui posso rimediare
Dark Marik!”
Dark Marik uno spirito oscuro di
carnagione scura e i capelli biondi alzati a stella,
si avvicinò
ridendo: “Vorresti rimediare? Tu sai bene quanto sia
difficile battere i Sun’s
Warriors e in particolar modo Nick e i suoi numerosi alter ego
sparpagliati in
ogni dannata dimensione”.
“Certo che lo so” rispose Abominon a tono
“E, se non
ricordo male, tu sei stato battuto più volte da ognuno di
loro, disonorando la
tua carica di re dell’inferno”.
“Hai voglia di rinfacciare il mio passato
Abominon?”
rispose ferocemente Dark Marik “O stai semplicemente trovando
un modo per farti
uccidere prima del tempo?”
I due si avvicinarono minacciosi l’uno all’altro. Dark Marik continuò: “Il sommo Abhadon mi ha nominato re dell’inferno perché avevo gli attributi per quella carica. Inoltre sono quello che conosce Nick meglio di chiunque altro, visto che l’ho visto dai suoi albori”. {persino tra alleati ci si litiga}
“Oh! Che belle parole” disse Abominon “Scusami se non ti applaudo. Vuoi sapere perché tu hai ancora quella carica nonostante i tuoi fallimenti? Perché sei risultato più longevo di Lucifero, il primo satana, che si è fatto disintegrare, seguito poi dai suoi figli e dagli altri pretendenti al trono dell’Inferno”.
Questi fatti a cui Abominon sta
accennando risalgono a
molto tempo prima. Si possono brevemente riassumere, per farvi capire
in
maniera
sommaria.
Molti anni prima, in una
dimensione, nota col nome di
N, un alter ego di Nick e i suoi compagni affrontarono l primi
servitori di
Abhadon allora noti come Dark Warriors, di cui Dark Marik era uno dei
due
leader insieme a Raptomort, un potente stregone proveniente da un altro
mondo,
con l’intento di conquistare la Terra.
Il gruppo dei Dark Warriors era stato sconfitto e
aveva cercato l’aiuto di demoni più forti: prima
si erano rivolti a Lucifero
stesso, che aveva mandato i suoi tre figli Arlong, Daakhi e Mammon per
aiutarli
a distruggere i Sun’s Warriors e fallendo. Il re
dell’Inferno aveva
allora mandato contro di loro le stesse bestie
dell’apocalisse e il drago
rosso, citati nel libro biblico, ma furono
sconfitti dai valorosi guerrieri e relegati in una prigione
dimensionale. Alla
fine era stato Lucifero stesso ad andare sul campo di battaglia ma,
dopo uno
scontro tra titani, il potere dei Sun’s Warriors e dei loro
alleati aveva avuto
la meglio anche su di lui.
Altri pretendenti al trono dell’Inferno tentarono di
sconfiggere Nick e i suoi compagni ma anche loro furono distrutti.
Abhadon, che da Oblivion aveva assistito a questi
eventi, aveva richiamato i Dark Warriors e aveva scelto Dark Marik, per
il suo
cuore e la sua anima corrotti, come nuovo Satana.
Nonostante il salto di qualità, Dark Marik era stato
sconfitto, ma non distrutto e aveva chiesto l’intervento
dello stesso Abhadon.
L’entità primaria del male, per porre fine alla
minaccia di Nick e dei suoi compagni, divenuti col tempo sempre
più numerosi,
aveva deciso di scendere sul campo di battaglia, quasi distruggendo
tutto; ma i
Sun’s Warriors avevano compiuto l’ennesimo
miracolo. Al prezzo di numerose
vite, sconfissero
Abhadon e gli
strapparono occhi e cuore, disperdendoli poi tra le dimensioni e
imprigionando
per sempre l’entità primaria in una barriera
dimensionale.
Ma Dark Marik e Abominon, insieme a
tutti gli altri
suoi servitori, erano riusciti a ritrovare il loro signore e le parti
disperse
tra le dimensioni, combattendo contro i Sun’s Warriors e i
principali difensori
delle varie dimensioni.
Abhadon, riavuti i suoi poteri, aveva premiato i più
valorosi dando loro il titolo di generali infernali, con a capo
Abominon e
assegnandogli il compito di distruggere la speranza risiedente nei
cuori dei
mortali e quindi di distruggere Fantasy e tutti i suoi abitanti:
perché creati
da quella speranza e dai sentimenti a essa connessi.
Fatto questo breve riassunto, che verrà più volte
ripreso ritorniamo alla narrazione.
Abhadon fece un gesto imperioso e
invitò i due a
calmarsi dicendo: “Capisco la tua obiezione Dark Marik, ma
è Abominon il
supremo generale infernale e confido nelle sue decisioni, almeno per
adesso.
Abominon, vieni qui.”
Abominon guardò fisso Dark Marik con un ghigno e poi
si inginocchiò davanti ad Abhadon dicendo: “Quali
sono i tuoi ordini, mio signore?”
“Hai solo questa possibilità” disse
Abhadon “Se
fallirai sarà meglio per te toglierti da solo la vita,
perché altrimenti ci
penserò io, personalmente “.
“Siete stato chiarissimo mio signore” disse
Abominon.
{più chiaro di così}
“Molto bene” disse Abhadon “Ora va:
prepara il tuo
esercito e parti alla volta di Fantasy. Portami la testa di
quel nuovo Nick insieme a quelle dei suoi compagni su un trono di ossa
e
sangue”.
“Con immenso piacere mio signore”
disse Abominon “Mi ci vorranno un paio
di giorni per organizzare tutto. Le prometto che entro la fine del
terzo giorno
il Fantasy non esisterà più e nessuno, nemmeno la
divina Arella, entità
primaria del bene e vostra eterna nemica, potrà
fermarvi”.
Un ruggito accolse queste ultime parole. Sembrò che il
giorno del giudizio stesse inevitabilmente per giungere.
Nick fu riportato al castello e
curato da Luce, che si
dimostrò essere un abilissimo medico.
Dopo che l’ebbe curato gli disse: “Le tue ferite
erano
leggere e non hanno richiesto in eccessivo sforzo. La prossima volta,
però, non
lanciarti subito in un combattimento, altrimenti rischi la pelle e
resuscitare
i morti non rientra tra le mie capacità”.
Nick la
osservò intensamente e l’abbracciò .
Adorava quei momenti in cui Luce gli era
vicino: la vedeva quasi come una seconda madre e come tale le voleva
molto
bene, sebbene sapesse che lei lo guardava in un altro modo.
Luce sentiva quell’emozione chiara come il sole e, in
cuor suo, rivedeva in lui lo stesso spirito dell’uomo che
aveva amato.
La giovane donna gli baciò la fronte e, con le lacrime
agli occhi, gli disse: “Per favore non morire anche tu, non
mi lasciare sola di
nuovo. Non riuscirei più a vivere”.
Nick, con delicatezza, si
staccò dall’abbraccio: “Io non sono lui,
ma sai bene che non ti lascerei mai,
nemmeno se morissi”.
Quel momento fu interrotto dalla porta della stanza di
Nick che si apriva. Gabriel entrò di corsa e disse, senza
nemmeno guardare:
“Siamo nei guai! Abominon si sta preparando”.
I tre corsero verso la sala del
trono. Giunti lì, si
trovarono davanti un demone dalle sembianze di un leone grigio. Era
Abdizur,
generale delle forze dell’ordine, fedele servo di Arella
entità primaria del bene.
“Salve
a te Nick” disse con voce solenne Abdizur quando lo vide
“Mi dispiace doverti
conoscere in questa situazione. Comunque io sono Abdizur, generale
dell’ordine,
servitore della divina Arella, entità primaria del
bene”.
“So chi sei” disse Nick “Mi hanno
parlato di te e so
che quando vieni qui, lo fai solo per informarci
di guai. Che è
successo re Galax?”
Galax era seduto sul trono, ma in quel momento si sentiva distrutto sia
nel corpo che nello spirito. Alla domanda di Nick, si ricompose e, con
la voce
a stento ferma, disse: “Secondo quanto mi ha appena detto
Abdizur,
sembra che la nostra
ora sia giunta. Abominon è venuto meno alla sua parola e si
sta muovendo verso Fantasy, per distruggerci tutti.” Non
riuscì a
continuare.
Fu Abdizur a riprendere: “Secondo i nostri
informatori, abbiamo,
due giorni per preparare le difese. Abominon ha promesso ad
Abhadon di
distruggere tutto e vuole farti a pezzi per vendicare il suo servitore
Orochimaru.
Non abbiamo molto tempo. Conosco Abominon e non si
fermerà di fronte a niente pur di ucciderti. Spero che tu
sia pronto”.
Un silenzio glaciale scese nella
sala. Tutti i
presenti fissarono Nick, che era la loro unica speranza.
Il ragazzo strinse i pugni: “So bene a
cosa sto per andare
incontro. Voi tutti mi avete preparato al meglio per sconfiggere
Abominon. So
che non ho raggiunto ancora la potenza necessaria e non riesco ancora a
capire cosa mi manchi, ma combatterò con tutto me
stesso per salvare
tutto questo. Ve lo prometto”.
“Prometterlo?” disse Marina con le lacrime agli
occhi “Gli stessi Sun’s
Warriors hanno detto questo e sono morti. Loro erano molto
forti, più
di te, ma non ce l’hanno fatta. Tu che pensi di fare contro
Abominon?”
Nick
sapeva
bene che Marina aveva ragione e si preoccupava per lui, ma sapeva anche
quanto
ognuno dei suoi amici avesse fatto per prepararlo. Conscio di
questo, disse:
“Marina. So bene di non essere ancora pronto, ma non posso
tirarmi indietro.
Non ora. Ricordo, quando sono entrato per la prima volta in questa
sala: avevo
paura e ce l’ho anche adesso. Ma la differenza è
che non ho paura per me
stesso, ma per tutti voi, che mi avete insegnato qualcosa di
importante, a
credere in me stesso.
Questo
insegnamento
mi è servito a uscire dall’abisso nel quale mi ero
gettato da solo. Non ho
intenzione di deludervi. Abbiate fede”.
“L’abbiamo avuta” disse Blade
“Ma, ahimè, la fede non
permette di vincere le battaglie. Ti abbiamo insegnato tutto quello che
sappiamo e in cui crediamo, sperando col cuore che diventassi
più forte. È vero:
hai battuto un
potente demone, ma non hai ancora la forza necessaria per tipi
più forti e
adesso non
c’è tempo nemmeno per sperare. Non riusciremo a
fermare le truppe di Abominon
questa volta. Temo che moriremo tutti”.
“Non dire così
Blade” disse Anemone “Abbiamo ancora
del tempo per organizzare le difese e per aiutare Nick. Non dobbiamo
demordere ancor prima di aver
iniziato”.
“Questo lo so bene” ribatté Blade
“Ma pensi davvero
che ce la faremo? Forse non ti ricordi che al primo assalto di Abominon
abbiamo
perso quasi il 50% delle nostre forze! Beh io me lo ricordo. Ero sul
punto di morire, ma non è successo grazie
Merlin, sacrificatosi
per salvarmi facendosi esplodere”.
Sentendo questo, Nick si avvicinò a Blade e lo
colpì
con un pugno.
Blade
gridò: “Perché mi hai colpito.
È questa
la verità maledizione e non puoi
cambiarla”.
Nick lo
fissò
con occhi pieni d rabbia: “So bene che cosa gli è
successo. Ma anche
dall’aldilà mi ha aiutato a trovare la forza di
andare avanti. Tu, più di
tutti, dovresti capirlo Blade. È morto per salvare la tua
vita. Ma ora pensi che il suo sacrificio non sia servito a nulla?
È servito perché tu sei
stato uno dei miei maestri e mi hai aiutato più di quanto tu
pensi.
Ma adesso
non riesco più a riconoscerti. Hai davvero così
tanta paura di morire?”
Blade
digrignò i denti: “Si. E tu invece pensi che
arrivi un miracolo che ci salvi
all’ultimo momento? Questo non è uno di quei
racconti che hai letto da bambino,
è la vita vera. E nella vita vera non ci sono
miracoli” detto questo si avviò
all’uscita.
“Dove stai andando?” disse Nick.
Blade si fermò e, senza voltarsi, disse: “A
preparare
le difese. Non c’è altra cosa da fare.
È molto meglio che affidarsi alle preghiere” e
uscì.
Nick stava per inseguirlo, ma fu
fermato da Eric che
gli disse: “Blade crede in te, ma non è mai
riuscito a credere in altro, se non
nella sua spada.
Ognuno di noi crede in te Nick e speriamo che tu riesca a fare
l'impossibile, ma solo tu puoi trovare ciò che manca
affinché ciò
avvenga. Questo lo sai vero?”
Nick annuì.
Che
ve ne pare? Me lo dite o devo
giocare ad
indovinare? Come ho detto, la telepatia non è il mio
forte!
A proposito: le parentesi graffe o le quadre sono dei piccoli
commentini che non sono riuscito a tenermi per me. Dò per
scontato che siano anche vostri.
Detto questo: vi do appuntamento alla prossima. Non mancate!