Prologo-Profanatori di tombe
“Hokage!”
urlò un ninja della squadra speciale Anbu. “State
attenta! È dietro di voi!” Tsunade si
girò giusto in tempo per
vedere un membro dell’organizzazione Alba che stava per
sferrarle
un pugno. Immediatamente si gettò di lato, riuscendo a
schivarlo.
Quando si rimise in piedi, tuttavia, dell'aggressore non c'era
più
alcuna traccia.
In
seguito si meravigliò nel constatare che in
realtà il ninja si
trovava alle sue spalle. Deglutendo ed abbassando lo sguardo sulla
sua gola vide un kunai premere su di essa e si domandò come
fosse
stato possibile, dato che non l'aveva nemmeno visto muoversi. Un
rivolo di sangue scarlatto scivolò sul suo vestito,
macchiandolo.
Fortunatamente
uno dei suoi shinobi si gettò addosso all'aggressore,
riuscendo ad
allontanarlo da lei.
Malgrado
questo, il nemico riuscì a liberarsi piuttosto velocemente.
Con un
balzò saltò sulla sua scrivania e fu allora che
Tsunade poté
osservarlo meglio.
Portava
un lungo cappuccio nero calato sul volto che non le permetteva di
riconoscerlo e la tunica dello stesso colore, con delle nuvole rosse,
tipica dei membri dell'Akatsuki.
Tuttavia,
benché non sapesse chi fosse il suo modo di combattere le
era
famigliare. Stranamente le ricordò Jiraya, ma non poteva
essere
perché era morto per mano di Pain. Certamente non poteva
essere
neanche Naruto. Allora chi era?
Non
ebbe neanche il tempo di riflettere su quella cosa che il ninja le
aveva sbarrato nuovamente il cammino.
Si
preparò in posizione d'attacco ed attese che il nemico
facesse la
prima mossa.
Mentre
continuava ad osservare i movimenti lenti e studiati del suo
avversario comprese che quell'individuo fosse un nuovo membro
dell'Akatsuki.
“Dev'essere
così.” mormorò a se stessa.
Lo
shinobi si materializzò alle spalle di un altro Anbu e lo
colpì
facendogli perdere conoscenza.
“Si
può sapere chi diavolo sei?” gridò
Tsunade colma di rabbia.
Non
ottenne alcuna risposta ed infuriata si preparò ad attaccare.
L'Hokage
si lanciò sull’avversario, mancandolo. In compenso
riuscì a
disintegrare le pareti del suo studio.
“Dannazione!”
gridò. “Ed ora chi li paga i danni!”
Si
voltò, pronta per sferrare un nuovo attacco, accorgendosi
che il
nemico l'aveva circondata con una serie di copie.
Circospetto,
l'uomo si mosse in avanti, stringendo nella mano destra un kunai.
“Impossibile!”
esclamò Tsunade incredula.
Il
kunai che aveva davanti possedeva tre punte ed uno strano sigillo
avvolgeva l’impugnatura.
Troppo
concentrata sull’oggetto la donna non s’accorse che
l'aggressore
le era proprio di fronte.
Un
brivido di orrore misto a paura le corse lungo la schiena, quando
incrociò da sotto il cappuccio due occhi azzurri, freddi
come il
ghiaccio.
Si
portò una mano alla bocca. Quegli occhi erano decisamente
troppo
simili a quelli di... Scosse la testa. La sua era un'idea assurda che
non poteva avere senso. Allontanò lo sguardo turbata da
quella
vista.
Poi
accadde qualcosa di strano. Naruto entrò di corsa nel suo
studio e
s’avventò sull’aggressore. Mentre i due
ninja s’affrontavano,
Tsunade ne approfittò per allontanarsi, continuando a
guardarli.
Era
incredibile, ma le sembrò quasi che i due fossero l'uno la
copia
dell’altro. Quando uno si muoveva anche l’altro si
spostava. Ad
un certo punto, però, Naruto perse l’equilibrio e
il nemico
s’avventò su di lui dandogli un calcio allo
stomaco e mandandolo a
sbattere contro la parete. Il ninja si spostò sul ragazzo,
afferrandolo alla gola.
“Naruto!”
urlò Tsunade “Alzati!”
continuò preoccupata per le sue sorti.
Non
appena ebbe finito di pronunciare il suo nome, l'uomo si
bloccò di
colpo, girandosi verso di lei.
Il
membro dell'Akatsuki fissò prima il ragazzo e poi l'Hokage.
Non
sapeva il motivo ma quel nome, Naruto, gli aveva fatto riaffiorare
degli strani ricordi. Una forza a lui sconosciuta gli impose
d’andarsene. Per qualche ragione, lui non poteva fare del
male a
quel ragazzo.
Scomparve
in una nuvola di fumo, mentre un forte dolore alla testa, che gli
impediva di pensare, lo travolse improvvisamente.
Tsunade
attraversò di corsa ciò che restava del suo
studio e si chinò sul
ragazzo, curandogli le ferite che aveva riportato. Lo
abbracciò
dolcemente, ringraziando il cielo di non averlo perso com'era
accaduto per Jiraya.
Successivamente
lasciò Naruto alle cure di Sakura e fece chiamare tre membri
della
squadra Anbu.
C'era
una cosa importante che doveva sapere...
“Perdonami
Jiraya, per quello che sto per fare.” sussurrò.
“Hokage!”
dissero prontamente gli Anbu una volta che le furono di fronte.
“Dovete
svolgere un lavoro molto delicato che dovrà restare
segreto.”
spiegò. “Questa notte vi recherete al cimitero di
Konoha.
Dissotterrerete una tomba!”
I
ninja si guardarono tra loro a metà tra lo sorpreso e
l'incredulo.
Uno di loro intervenne: “A chi appartiene la tomba?”
“Minato
Namikaze, Hokage del villaggio della Foglia!” la voce era
ferma, ma
dentro di lei Tsunade era profondamente turbata.
Un
silenzio assoluto avvolse la stanza. Alcuni Anbu si chiesero se
l’Hokage fosse per caso impazzita.
“Hokage
voi siete sconvolta… Non sapete cosa dite!”
intervenne uno di
essi. “Prendetevi una pausa, siete sotto stress. Prima la
morte di
Jiraya, ora questo attacco. Probabilmente avete bisogno di un
periodo di riposo.” concluse.
“Non
dire stupidaggini! So bene cosa vi sto chiedendo di fare! Fatelo e
basta. Mi prendo io ogni responsabilità per quello che
accadrà!”
pronunciò con un tono di voce duro e che non ammetteva
repliche.
La
sua determinazione non era mai stata più forte che in quel
momento.
*
Il
vento soffiava gelido, quella notte, e le stelle erano oscurate dalle
nuvole. C’era solo una tenue falce di luna che risplendeva
nel
cielo. I tre Anbu camminarono tra le lapidi bianche del cimitero di
Konoha. Sotto i loro piedi, le foglie secche sembravano produrre un
rumore cento volte maggiore del dovuto.
In
lontananza sentirono l’ululato di un lupo solitario.
Le
tre figure, avvolte in ampi mantelli, si diressero verso
l’obbiettivo
della loro missione. Non parlavano, ognuno pensava al sacrilegio che
avrebbero compiuto da lì a pochi minuti.
Profanare
la tomba dell’eroe che aveva salvato il villaggio dal Kyubi,
non
piaceva a nessuno dei tre. Rallentarono il passo, cercando in tutti i
modi d’evitare quell’ingrato compito.
Erano
arrivati e la tomba del Quarto Hokage era proprio di fronte a loro. I
ninja cominciarono a scavare, in silenzio, pregando affinché
qualche
dio potesse perdonarli dell’orribile atto che stavano
compiendo.
Il
badile andò a colpire la superficie della bara e gli Anbu
non
poterono fare a meno di trattenere il respiro. Senza fretta
portarono la bara in superficie.
“Sentite!
Siamo ancora in tempo per tornare indietro.” disse uno di
loro, ma
gli altri due scrollarono la testa. Ormai era già troppo
tardi,
dovevano andare fino in fondo. Sollevarono il coperchio di legno
molto delicatamente, quasi temendo di poterlo rovinare. Cadde per
terra ed i ninja si chinarono per vedere l’interno della bara.
Grida
di stupore proruppero dalle loro labbra, mentre gli occhi erano fissi
sul vuoto.
Il
silenzio si protrasse per alcuni interminabili minuti.
“I-Impossibile!”
bisbigliò quello che portava una maschera a forma di gatto
sul
volto.
Con
un peso non indifferente che gravava sui loro cuori risistemarono la
tomba al suo stato originale e si diressero al palazzo dell'Hokage.
Nessuno
di loro voleva anche solo immaginare cosa sarebbe potuto accadere da
quel momento in avanti.
Tuttavia,
tutti capivano che qualcosa di terribile stava per accadere ed era
qualcosa di totalmente imprevisto...
Dopo
quasi un anno che non aggiornavo più questa storia ho deciso
di
riprenderla in mano, di modificarla e di ripubblicarla con alcune
modifiche.(Naturalmente ho cancellato la precedente versione^^)
Dunque
non vi preoccupate, non l'ho assolutamente dimenticata... ed
ovviamente intendo portarla a termine.
Ringrazio
chi l'aveva aggiunta alle seguite, preferite e ricordate ed anche chi
l'aveva commentata.
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto! A presto^.^