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Autore: winry8827    21/10/2010    5 recensioni
Salve a tutti, sono nuova di questa sezione, commentate che mi fa molto piacere sapere i vostri pareri.
Allora questa storia parla di un dottore, Tom, che si imbatte nello strano caso del piccolo Jhon, affetto da una strana malattia, che nessuno sa diagnosticare, ma che naturalmente ha un'origine soprannaturale.
[Modificato prologo e aggiunto il capitolo 12]
[Tom si innamora della madre del bambino e cercherà di sconfiggere l'entità soprannaturale che provaca il malessere del piccolo scoprando però un'amara e dura verità]
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il dottor Tom










Tom Beket era un giovane medico, la cui professione era una vera e propria vocazione.

Dopo la morte di Angy, la sua fidanzata, dovette affrontare momenti difficili, ma proprio la morte della ragazza lo spinse a diventare un medico.
Non accettava l’idea di essere inutile, di non poter aiutare i suoi cari, si sentiva inerme e così decise che avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa, qualsiasi cosa.
Trovò, nella professione del medico, la soluzione alle sue paure e incertezze.
Non avrebbe perso nessuso, non più, se ad occuparsi ci fosse stato lui.
Non poteva affidare la vita di chi amava alle mani di completi sconosciuti, che non amavano, apprezzavano o consideravano la vita dei pazienti, come era era successo ad Angy.
La ragazza era stata affidata ad un vecchio oncologo, molto buono e competente, ma purtroppo era passata da un medico all’altro, da un incompetente ad un altro e purtroppo la diagnosi era giunta troppo tardi.
Ormai il cancro aveva divorato, come una bestia famelica, la vita della giovane Angy, con ferocia aveva strappato la ragazza dalle braccia dei suo cari.
Essere un dottore per Tom non era un mestiere qualunque, non era un lavoro dal quale guadagnare denaro, fama o prestigio, tutto ciò non gli interessava minimamente.
L’esperienza vissuta con Angy aveva cambiato il modo di vivere del giovane Becket, non perse tempo, studiò e si impegno per raggiungere il suo scopo.
L’unico modo per continuare a vivere, per non soffrire era perseguire il suo scopo. Impegarsi a capofitto significava per lui, vivere.
Tom voleva essere un medico per aiutare, voleva curare le persone per non dover dire a nessuno di aver perso un parente, un amico, o un conoscente.
Voleva che nessuno provasse ciò che lui aveva provato, nessuno meritava una simile sofferenza.


Per tutte queste ragioni divenne un medio eccellente, umano e attento,
aiutava chiunque avesse bisogno e proprio in uno dei suoi pazienti ritrovò l’amore, inaspettato e gioioso.


Camy era una vedova, che sola doveva occuparsi del figlio malato, Jhon.
Il suo caso era particolare e nessuno aveva capito quale malattia affliggesse il bambino.
 
Tom lo visitava spesso, quasi quotidianamente e per quanto fosse difficile affrontare quel misterioso caso, provava emozioni contrastanti; la delusione e l’insoddisfazione per non riuscire a curare il ragazzino, dall’altro la gioia nel rivedere la madre.


Camy era una donna forte, attenta e premurosa, aveva lunghi capelli neri, i suoi occhi, anch’essi dello stesso colore, erano profondi, ogni volta che Tom la guardava si sentiva smarrito in un abisso di dolore.
Anche se ella cercava con tutta se stessa di nascondere i suoi sentimenti, Tom aveva visto la ragazza alle prese con la malattia del figlio, con tutte le preoccupazioni e dolori ad essa collegati.
Gli occhi della donna rivelavano tutta la sua sofferenza e le sue difficoltà, ma allo stesso tempo una forza immensa, che solo una madre possiede, la cui fonte inesauribile era l’affetto del piccolo.
 

Una limonata fresca in un giorno d’estate fece capire ad entrambi, che il loro rapporto andava ben oltre la semplice amicizia.
Le due mani si sfiorarono e una scossa attraversò i loro corpi, entrambi titubanti si avvicinarono l’uno all’altra e le loro labbra s’incontrarono in un lungo bacio, interrotto dai lamenti del bambino che chiamava la madre.
 
-Scusa Tom, devo andare
 
Solo questo seppe dire la donna, rossa in viso calò lo sguardo tentando di nascondere –inutilmente- l’imbarazzo.
Tom annuì e uscì.
 
Ciò, che era accaduto, era imperdonabile. Lui era il medico di suo figlio e nonostante fosse un semplice bacio, scatenò sensi di colpa e domande in entrambi. Un turbinio di “se” e “ma” percorse le loro menti.

 
L’uomo s’incamminò verso la sua auto, una monovolume rossa, la tipica macchina da genitore, ampia e confortevole, ma Tom era solo, nessun figlio e nessuna compagna in programma, ma Camy…
Lei lo affacinava e, allo stesso tempo, rincuorava.
I suoi modi e attenzioni materne gli donavano sicurezzza e un senso di calore avvolgente, era anni che non provava più sensazioni simili.

Seduto nel veicolo, ormai vecchio e malandato ripensò a quello che era accaduto poco prima e così un velo di tristezza ricoprì il suo volto ripensando al povero bambino.
Non poteva permettersi distrazioni, soprattutto se questa fosse la madre.
Doveva dedicare tutto se stesso al piccolo, ogni energia o pensiero doveva essere rivolto a lui.
 
La donna intanto saliva le scale ripensando al dottore tanto gentile, non poteva rinunciare al suo aiuto, ma allo stesso tempo sapeva di non poter rinunciare alla sua vita e a un nuovo amore.
Per quanto sapesse che la situazione fosse compromettente per entrambi, non voleva perdere l’occasione di innamorarsi ancora.
 
 





  
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