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Autore: Clou Jeevas    23/10/2010    0 recensioni
Raccolta di Drabble sulle capitali, incentrate principalmente su un determinato periodo, o evento storico.
Buona lettura a tutti quanti! I commenti sono sempre graditi.
[ Berlin / Deutschland ]
[ Paris / France ]
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Ahhhh, mia bella Parì! tu  sì che resti sempre  magnifica cherie»
Parigi lanciò un’occhiataccia a Francia. Era tornato a casa un’altra volta ubriaco, tanto per cambiare. Lo faceva  spesso da quando era iniziata la guerra e i tedeschi avevano invaso la Francia. Era depresso, si sentiva impotente di fronte a Ludwig-mangiapatate. E allora beveva, ma non Champagne. Lo Champagne  costava troppo. Francis si ubriacava di vino rosso di scarsa qualità in compagnia  di tutto l’esercito francese. E ridevano, e piangevano, e  maledicevano i crucchi mentre erano costretti a subire le loro angherie.  Parigi storse le labbra, assumendo un’espressione quasi di sufficienza di fronte al biondo, « Mon dieu, Francis, devi smetterla  » sussurrò acida invitandolo in casa.
Il francese si accomodò, muovendosi lungo il muro, non riusciva a reggersi in piedi dalla nausea, e seguì la donna in camera sua ridacchiando ebete.
« Sto per uscire, ti pregherei di non toccare nulla , e non osare vomitare  sul  tappeto nuovo» l’avvisò la capitale andandosi a sedere sulla toilette da camera  bianchissima  dopo aver afferrato la spazzola. Francis scosse la testa, buttandosi sul letto a peso morto, e rimanese dapprima immobile. Odorò poi le lenzuola  di cotone ricamate a mano, ah, come profumavano di Parì, come profumavano di  giglio fresco. Quel profumo era pura estasi francese. La crem de la crem. Quasi lo faceva venire.
Nel frattempo, Parigi aveva iniziato a spazzolarsi i capelli biondi cenere, seguendo le leggere ondulatore sui bordi, e facendo attenzione a sciogliere con cura ogni singolo nodo. Poi passò al trucco , terminandolo con un  rossetto color Fever Matte,  che risaltò notevolmente l’incurvatura e voluminosità delle labbra. Francia non si perdeva un passaggio o un gesto della ragazza, ne era affascinato, ammirava con quanta perfezione ,quanta delicatezza, quanta bellezza, quanta classe, Parigi muoveva le prorie mani sul suo corpo e il suo viso. Ahhhh, Parì, mon cherie.
Avrebbe tanto voluto averla.  
Dannazione.
« Cherie, starai fuori tutta la notte, vero?» chiese il biondo alzandosi in piedi e raggiungendo la ragazza per avvinghiare le proprie mani al suo petto voluminoso. La bionda annuì, increspando le labbra, e sospirando malinconicamente ,tentò di alzarsi.  Il biondo sbuffò, avrebbe voluto tenere le mani lì per molto più tempo, ma quando il dovere chiama non si può  tardare. « Allora ti aspetto» aggiunse Francis riandandosi a stendere sul letto con espressione di  blasfemia. Parigi si guardò allo specchio, ancora una volta, e si sistemò meglio il Tajer  mettendo in bella vista il suo decollettè.
« Quante precauzioni per un tedesco  » commentò Francia acidamente mentre  avvertiva uno strano nodo allo stomaco, come uno strano senso di preoccupazione, ma allo stesso tempo  gelosia e rabbia.
Dannati crucchi, dannato Ludwig, dannati mangia patate che toccano la mia bella Parì e la trattano come una puttana.
La ragazza si avvicinò poi alla porta afferrando i tacchi color pece per  coordinarli al suo cappotto di cotone. « Allora io vado » avvertì facendo risuonare il tacco per il corridoio.
 « Au revoir, moncherie… Au revoir mon Parì »
Francia passò una notte a dir poco terribile. Provò ad addormentarsi, più e più volte, ma ogni volta gli ritornava in mente il volto della sua bella Parigi in mano a quei crucchi. Era riuscito a non farla  bombardare -come Londra- , ma il prezzo era stato alto lo stesso. Al solo pensiero che quei tedeschi in quel momento la stessero toccando.. No..No. Si sentiva  malissimo,  la nausea dovuta alla sbornia aumentava ancora di più, ma soprattutto la sua ansia aumentava . A un tratto si alzò di scatto, gridando il nome di Parigi, mentre la testa chiedeva pietà. Girava,girava,girava. Svenne ansimando.
« ……..  »
« ……..  »
« Cherie? »
« ……..  »
« Vieni qui mon amour » sussurrò Francia abbracciando la bionda mentre la copriva con le sue stesse coperte. La strinse a sé, consolando il suo pianto, e carezzandole i capelli dolcemente le mormorò alcune parole rassicuranti. Non si osò soffermasi più di tanto sulla sua camicia strappata, i capelli in disordine, la gonna slacciata, il collo pieno di segnacci viola. Era evidente  quello che era successo.
Presto finirà tutto.
Presto spediremo quei dannati crucchi all’inferno. Te lo prometto… non lascerò che ti tocchino ancora…
 
   
 
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