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Autore: Iurin    28/10/2010    1 recensioni
Un probabile seguito de "La fabbrica di cioccolato!" .....propongo di fare una ola a Willy Wonka!!! xD
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caio nì!!! :D :D

Baby_Barby: tranquiiiiiiiiiiilla il Willy guardone sparirà!! Ahahahahahah ma davvero faceva così tanto ribrezzo? XD XD XD Spero comunque che questo capitolo ti piaccia, ciaoooooooo!!!

Elly_93: e allora muoriiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! MUAHAHAHAHAHAHAH No vabbè....così crudele credo di non esserlo...almeno per ora....xD XD XD Mi raccomando commenta sennò la donna blu non posta più u.ù ciaoooooooooooooo

Ah, questo capitolo è un pò incasinato, ma spero si capisca lo stesso!! :)

 

4 differenti punti di vista

Ho baciato Willy Wonka.
Fu questo il mio primo pensiero la mattina successiva. Mi sentivo euforica come non mai e di conseguenza balzai giù dal letto in preda ad una strana ansia. All’inizio la interpretai come l’emozione di rivedere Willy dopo quanto successo la sera prima, ma poi pensai che forse, anzi…sicuramente quel mio stato d’animo era provocato dal fatto che io non sapevo con esattezza ciò che Willy provava esattamente per me. Eh già, perché riconsiderando gli avvenimenti accaduti dopo la cena non sapevo come valutare il suo atteggiamento: dopo infatti che l’avevo baciato, lui non aveva fatto assolutamente nulla, si era irrigidito come una statua…
“Baciami…” gli avevo sussurrato piano, e lui allora aveva mosso le labbra, ma solo un po’, leggermente. E subito dopo, senza aggiungere altro, era rientrata in casa.
Come bacio era stato molto lieve non come se fosse stato il primo tra due persone che si erano appena innamorate. Era questo che mi spaventava: che Willy avesse risposto al mio bacio solo perché in quel momento non sapeva come comportarsi. Beh, sapete che vi dico? Avrei subito avuto una risposta alle mie domande, perché avevo intenzione di andare immediatamente alla fabbrica di cioccolato.

***


BLBLBLBLBLBL…………….
Una specie di calderone stava bollendo sul fuoco mentre io stavo seduto lì davanti con sguardo perso. Quella notte non avevo quasi chiuso occhio, e non perché stavo male o qualcosa del genere, ma semplicemente perché ero talmente allegro da non avere sonno, e così in quel momento, mentre una miscela sperimentale bolliva, la stanchezza mi piombò addosso, tutta insieme.
All’improvviso la porta bussò, e io mi ridestai con un avanti. La porta si aprì appena, e la testa del signor Buckett spuntò dentro.
“C’è la signorina Davis di sotto.” Mi annunciò lui.
Il mio cuore e il mio respiro accelerarono, e all’improvviso fu come se non riuscissi a pensare razionalmente; di conseguenza il mio lato introverso prese il sopravvento.

***

“E’ occupato.” Mi sentii dire dal signor Buckett.
“Occupato?” chiesi “Ne è sicuro?”
“Me l’ha detto lui stesso!”
“Oh, va bene, ho capito. Ripasserò.” E detto questo aprii la porta alle mie spalle e uscii.
“Occupato…tzè! Dopo ieri è occupato? pensai. “Ma figuriamoci…”
Rimasi lì senza muovermi per qualche secondo, poi aprii la porta dalla quale ero appena uscita e guardai dentro: il signor Buckett se n’era andato, e così io rientrai.
“Nessuno mi liquida con due parole, bello mio.” Pensai, e subito attraversai tutta la stanza di corsa e provai ad aprire la porta che conduceva al giardino. Chiusa. “E che cavolo!” tornai indietro e allora andai nella stanza in cui mi aveva portato Willy quando mi aveva parlato delle endorfine, quella con le due poltrone, una verde e una gialla. Ci andai con la speranza che ci fosse un qualche passaggio per andare nel giardino o in qualsiasi altra parte, ma niente, c’erano solo degli stupidi muri. Mi sedetti allora su una poltrona e mi dissi: “Io aspetto qua finché quello là non si degno di non essere più occupato.” E incrociai le braccia risoluta.

***

“Non credi che dovresti darmi qualche spiegazione?” mi chiese bonariamente il signor Buckett quando tornò nella stanza delle invenzioni.
Io lo guardai un po’ sorpreso e gli domandai: “Perché?”
“Perché vorrei sapere perché hai liquidato così la signorina Davis.”
“Beh…”
“…e non ci credo che sei occupato, perché è evidente che non stai facendo nulla.” Finì abbozzando un sorriso gentile.
Sospirai, e come se mi si fosse stappata la bocca gli raccontai tutto, per filo e per segno, e anche se provavo un po’ d’imbarazzo, specie a fine racconto, questo non riuscì a frenarmi la lingua. Mentre parlavo il signor Buckett mi guardava tranquillamente, e capii dai sorrisi che faceva che contento…molto contento per me.
“Trovo che tutto questo sia molto chiaro ed lampante.” Disse alla fine.
“Questo cosa?”chiesi.
“Perché non me lo dici tu?”
“Ehm…non credo di afferrare…”
“Willy…che cosa provi per lei?” mi domandò infine.
“Beh…” feci allora “Mi sta simpatica…è molto bella…con lei…mi trovo bene.”
“E allora perché ti trovi ancora qui?”
“Uh?”
“Non credi che dovresti rincorrerla? O una qualche pozione con ingredienti di dubbia provenienza attira maggiormente la tua attenzione?” mi fece spalancando la porta, e io senza pensarci due volte mi alzai dalla mia sedia e uscii di corsa dalla stanza ringraziandolo infinitamente.
“E dille quello che hai detto a me!” mi urlò dietro mentre mi allontanavo.

***

“Mi sa che è occupato davvero…” pensai sospirando guardando il soffitto mentre mi annoiavo a morte. “Mi sa che sono una donna di poca fede e non è lui che…”
Tump.
Interruppi i miei pensieri a causa di quel suono che era provenuto appena fuori dalla stanza in cui mi trovavo. Sembrava il rumore di una porta che era stata sbattuta.
Uscii di corsa e ci mancò poco che finissi proprio addosso a Willy…evidentemente aveva appena chiuso la porta che portava al giardino commestibile.
“Che ci fai qui?” esclamai.
“In teoria questa è casa mia, poi boh. Non te n’eri andata?”
“In teoria tu eri occupato, no?” feci imitandolo.
“Beh…ehm…non era vero.”
Alzai un sopracciglio. “Ah sì? Quindi mi avresti mentito? E sentiamo…perché?”
“perché,” disse Willy grattandosi la nuca “ero emozionato…e…”
“Anch’io sono emozionata, cosa credi?” feci interrompendolo.
“Non lo dai molto a vedere…”
Presi le sue mani e gli risposi: “E’ perché sono felice.”
Willy sorrise dolcemente.
“Allora, che ne dici di una passeggiata? O,” aggiunsi scherzando “hai troppo da fare?”
“Credo che tra i miei innumerevoli e importantissimi impegni improrogabili…” mi disse “hai tutto il tempo che vuoi.”
“Bene…”
Mi alzai in punta di piedi, avvicinando il mio volto al suo, con l’intenzione di baciarlo sulla guancia, ma lui all’ultimo secondi girò il viso, e mi baciò sulla bocca.
Fu quello il nostro primo, vero bacio.
Non mi sentivo così bene da una miriade di tempo.
Uscimmo di lì tenendoci per mano.

***

“Qualcosa non quadra.” Pensai a mollo nella vasca da bagno.
L’atmosfera la sera prima era stata troppo formale…sembrava quasi finta. E se fosse stato così? Già…sembrava quasi possibile che si fosse trattato di pura e assoluta finzione. E io c’ero cascata! Oh, ma mia cara Julia, io sono intelligente, cosa credi? Penso proprio che metterò subito alla prova la veridicità della tua storia.
Finii di lavarmi; era come se l’acqua che mi fluiva addosso mi avesse rischiarato le idee.
Indossai l’accapatoio e corsi al telefono non vedendo l’ora di attuare quello che già avevo in mente. Composi un numero e aspettai che dall’altra parte mi rispondessero.
“Pronto Mark? Come stai? Sono Stacy…”

***


Nell’atrio di quella grande casa aspettavo con impazienza, quasi tremante. Tutto mi sembrava più grande di quanto in teoria era, a causa di un inquietudine che mi pervadeva tutto. Era un giorno intero che stavo lì, e ancora non avevo avuto modo di vederlo. Avrei dovuto aspettare ancora a lungo, me lo sentivo, su quella sedia troppo grande per me.
Alla fine però, neanche tanto tardamente come pensavo, la porta in fondo al corridoio si aprì e vidi lui che si diresse in fretta verso di me.
“Ciao. È andato tutto bene?” mi chiese dall’alto della sua altezza.
Annuii senza emettere alcun suono.
“Hai con te la busta?” fece febbrilmente.
Annuii ancora.
“Bene.”

   
 
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