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Autore: Rulka    04/11/2010    4 recensioni
Una tranquilla passeggiata sulla spiaggia di Coney Island.È necessario aver letto "you are my only love" poichè i personaggi sono gli stessi.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, non farò più nessuna previsione sulle mie pubblicazioni, quindi qualsiasi cosa dica non datemi retta -.-‘
Quanto avevo detto? Due settimane? Tzè…saranno passati tre mesi e ancora non concluso neanche la metà delle cose programmate…..comunque, meglio sorvolare…
Salve a tutti!!
Mi rifaccio viva oggi per proporvi questa piccola side story di “You are my only love” (più cerco di scollarmeli di dosso più mi rimangono appiccicati, e adesso si sono aggiunti anche Logan e Van!)
Una cosa piuttosto tranquilla, solo qualche bacetto e un po’ di abbracci, ma come dice il titolo si parla di orgoglio…..quindi se conoscete Nicol sapete un minimo cosa aspettarvi.
Non è niente di che, ma se avete cinque minuti che vi avanzano leggetela, e magari fatemi sapere cosa ne pensate =)

Volevo ringraziare le persone che continuano a commentare le mie storie, e far sapere che anche se non ho risposto a tutti ho sempre letto e apprezzato molto ogni recensione. Quindi vi ringrazio! ^ ^

Buona lettura =3








Era una soleggiata domenica di maggio, e i primi nostalgici dell’estate già popolavano la spiaggia di Coney Island.
Tralasciando qualche surfista solitario, nessuno si era avventurato nelle acque ancora troppo fredde, ma alcuni bambini giocavano a inseguire le onde o a fare castelli di sabbia sotto gli occhi attenti dei loro genitori, gruppi di ragazzi scherzavano tra loro seduti a bere birra, coppie più anziane si godevano i tiepidi raggi del sole.
Una bella giornata per concedersi una passeggiata in riva all’oceano, questo avevano pensato Louis e Nicol svegliandosi quella mattina, e a loro si era unita anche Giselle, la madre del biondino, felice di poter assaporare di nuovo la brezza marina dopo la lunga pausa invernale.

“Non pensate anche voi che l’oceano sia magnifico?” aveva detto la donna appena arrivata in spiaggia, mentre i biondi capelli ricci svolazzavano alle sue spalle assieme al vestito leggero lungo fino ai piedi. Con una mano tenne fermo il cappello di paglia, abilmente confezionato, che il vento cercava di portarsi via, e si voltò verso i due giovani rivolgendogli i suoi ridenti occhi blu.

“Si, hai ragione” rispose Louis respirando l’odore del mare. Era stata davvero una bella idea quella di andare in spiaggia. Dopo giorni di pesante lavoro, e con le vacanze tanto agogniate ancora lontane, la vista del mare era qualcosa che aveva il potere di cancellare dal suo animo tutto lo stress accumulato.

“Forza! Cosa stiamo aspettando?” esclamò allegro Nicol tirando per la mano il compagno “andiamo a rimorchiare qualche bel surfista!”

“Nicol!” lo rimproverò la madre a quelle parole, e il giovane ridacchiò abbracciando Louis.

“Non siamo qui per questo?” continuò scherzoso, ignaro del fatto che fosse proprio da colui a cui si stava stringendo che doveva scappare.

“Tranquilla Giselle, ci penso io” disse infatti Louis con un sorriso complice alla donna prima di afferrare all’improvviso Nicol per le gambe e caricarselo su una spalla.

“Nonononono stavo solo scherzando!” protestò il giovane dibattendosi mentre il compagno lo portava verso la riva “Louis mettimi giùùù!”

La donna si sedette divertita su uno scoglio scuotendo la testa rassegnata mentre li osservava giocare insieme.   
Più gli anni passavano più sembrava che tornassero bambini invece di maturare.
Vide Louis depositare Nicol sulla sabbia bagnata, e subito quest’ultimo cominciò a inveire contro di lui mentre l’uomo rideva fuori dalla sua portata. Il ragazzo però fu costretto a interrompersi quando un onda più violenta minacciò di travolgerlo e allora si affrettò ad alzarsi, partendo subito all’inseguimento del compagno.

Non poteva essere più felice di così per quei due.
Doveva ammettere che all’inizio non era stato affatto semplice accettare l’omosessualità di suo figlio. Gli anni in cui Nicol era stato lontano gli erano serviti molto per riflettere, ed era arrivata alla titubante conclusione che se quella era la sua scelta, lei, come madre, doveva accettarlo e dargli il suo appoggio. Ma aveva compreso appieno il significato di quelle parole soltanto quando si era ritrovata davanti l’immensa fragilità del figlio, a cui era stato sottratto l’amore, e il suo coraggio nel tentare anche l’impresa più folle pur di riprenderselo. In quel momento aveva trovato quell’amore così simile a quello che lei provava per suo marito, che non era riuscita più a trovare un motivo per considerarlo diverso.
E non si era pentita affatto della sua scelta. Nei due anni seguenti al matrimonio mai una volta aveva visto l’infelicità negli occhi di Nicol; potevano esserci state la tristezza e la rabbia per qualche litigio, ma nulla di più.
E ora lei era fiera di suo figlio e del suo compagno, ne parlava con orgoglio e non si sentiva diversa da qualsiasi altra mamma. Si era iscritta ad un circolo per mamme con figli omosessuali con l’intento di conoscere meglio la realtà di Nicol, e così era stato. Aveva sentito storie di ogni genere, conosciuto altre donne che avevano avuto le sue stesse difficoltà, incontrato i loro figli……era persino andata al Gay Pride!!     

Riportò l’attenzione sui due ragazzi che ancora giocavano come bambini, con la differenza che ora era Louis ad inseguire Nicol, e quando lo raggiunse entrambi rotolarono sulla sabbia ridendo, allora Giselle decise che avevano dato fin troppo spettacolo e si avviò per raggiungerli.


“Allora chi è che volevi rimorchiare?” stava dicendo Louis tenendo i polsi del giovane fermi sopra la sua testa con una mano mentre con l’altra gli faceva il solletico.

“Basta! Basta mi arrendo!” riuscì a rispondere Nicol tra le risa contorcendosi nel tentativo di liberarsi “hai vinto!” e a quelle parole l’uomo si fermò soddisfatto facendogli riprendere fiato.

Il ragazzo si accasciò stremato ansimando, ma solo il tempo necessario perché Louis abbassasse la guardia, poi rotolò fuori dalla sua portata e si alzò velocemente in piedi per fuggire ridendo. La sua fuga però non durò molto, perché subito il compagno lo riacciuffò da dietro sollevandolo da terra.
Lottarono tra loro ancora un po’ divertiti, poi Nicol si arrese definitivamente rilassandosi contro il corpo alle sue spalle, voltando il viso per incontrare lo sguardo di Louis e le sue labbra in un dolce bacio.

“Vogliamo farla o no questa passeggiata?” chiese Giselle divertita con le mani sui fianchi attirando l’attenzione dei due.

“Certo, certo!” rispose Louis con un sorriso prima di lasciare Nicol ma rimanendo con la mano intrecciata alla sua. Si avvicinò alla donna offrendogli il braccio e insieme si avviarono lungo la spiaggia.

Fu in quel momento che notarono un gruppo di ragazzi, all’incirca diciottenni, seduti sulla sabbia poco lontano da loro. I giovani avevano osservato il loro giocoso rincorrersi e ora lanciava occhiate divertite nella loro direzione soffocando risatine di scherno.
Subito il sorriso scomparve dal volto di Nicol, che strinse la presa sulla mano del compagno guardandoli con la coda dell’occhio.

Louis lanciò un’occhiata ai giovani.

“Ignorali” sussurrò avvicinandosi per baciarlo dolcemente sulla tempia. Altre risate raggiunsero l’udito del biondino alquanto irritato, ma si costrinse a fare quanto gli era stato suggerito.

Era successo più di una volta di incontrare gente che non approvasse la loro relazione; Louis preferiva ignorare qualsiasi tipo di commento, perché in fondo non gli interessava affatto l’opinione della gente, e non lasciarsi stuzzicare dalle mali considerazioni era il miglior modo per dimostrarlo. Sapeva però che per Nicol non funzionava così. Certo anche lui non si preoccupava minimamente di nascondere in pubblico i loro scambi d’affetto, ma qualsiasi cenno di scherno per lui voleva dire guerra.   

Mentre passavano lasciandosi alle spalle il gruppetto però, uno dei giovani volle farsi bello agli occhi della sua ragazza, e, forte del supporto dei suoi amici, non seppe tener chiusa la bocca.

“Hei finocchi! Non avete letto il cartello?” gridò indicando l’avviso che vietava l’ingresso ai cani nella spiaggia.

“Io non posso entrare” continuò citando la scritta, scatenando così l’ilarità dei suoi compagni e attirando l’attenzione delle persone vicine.

Nicol a quel punto si fermò costringendo anche Louis e Giselle ad arrestarsi. Con calma separò la mano da quella del compagno.

“Nicol non ne vale la pena, sono ragazzini” disse l’uomo, ben sapendo di non poterlo trattenere. Quando si metteva in testa qualcosa era impossibile fargli cambiare idea.
 
“Non preoccuparti, torno subito” rispose il giovane rivolgendogli un sorriso. Un sorriso che Louis non trovò affatto rassicurante.

“Cosa vuoi fare?” gli chiese Giselle avvicinandosi.

“Solo insegnargli un po’ di rispetto” disse lui prima di allontanarsi nella direzione dei ragazzi.

Louis sospirò passandosi una mano sul volto sotto gli occhi della donna.

“Ha ragione Louis, qualcuno deve dirgliene quattro a quei maleducati! Mi meraviglio che tu lo lasci andare da solo!” lo rimproverò lei decisa a seguire il figlio, ma le parole dell’uomo la fermarono.

“Dici così solo perché non sai cosa sta per fargli…...credimi, non ha bisogno del mio aiuto”

“Cosa vuoi dire?” chiese perplessa, ma oramai Nicol era arrivato davanti al gruppetto; tanto valeva capire con i suoi occhi cosa intendeva Louis.

Tra i ragazzi c’erano stati sussurri eccitati quando avevano visto Nicol dirigersi nella loro direzione, e subito si erano alzati ridacchiando in attesa dello scontro. Il giovane spavaldo che aveva parlato sorrise sicuro di sé spalleggiato dai suoi amici e dalla ragazza aggrappata al suo braccio, e quando Nicol si fermò davanti a lui serio in volto, guardandolo dall’alto del suo metro e ottanta non riuscì ancora una volta a frenare la lingua.

“Cosa c’è finocchio, ti piaccio per caso? Mi dispiace non sono un deviato come te, trovati qualcun altro!” disse voltandosi ad accogliere le risate dei suoi compagni.

E anche Nicol sorrise, di quel sorriso la cui pericolosità era ignara a quei giovani. E attese che quel ragazzo biondo si voltasse di nuovo verso di lui prima di dargli la sua risposta.

Rapido come un serpente allungò la mano tra le gambe del ragazzo e strinse con forza i suoi genitali.

Il giovane fece un sussulto strozzato immobilizzandosi, e il sorriso scomparve dalle sue labbra come da quelle dei suoi compagni che si zittirono di colpo. Tutti gli sguardi basiti erano concentrati sulla presa ferrea di quella mano che non prometteva nulla di buono.

Louis, nonostante i metodi un po’ spartani di Nicol, non poté trattenere un sorriso divertito all’espressione sconcertata di Giselle. Di certo si era aspettata di tutto tranne quello dal proprio figlio.

Nicol sollevò un sopracciglio con sufficienza.

“Da come ti atteggiavi pensavo avessi qualcosa di cui vantarti qua sotto” disse calmo “ma c’è ben poco, per non dire nulla” continuò, spostando poi gli occhi verdi sulla ragazza al suo fianco che ancora basita guardava la scena con la bocca socchiusa.

“Non deve essere un granché a letto vero?” chiese, e la giovane si limitò a boccheggiare senza sapere cosa dire.

“Lo immaginavo” constatò Nicol. In quel momento gli altri ragazzi sembrarono riprendersi dallo sconcerto iniziale e si mossero in soccorso dell’amico.

“Vi consiglio di starvene buoni da parte voi” gli intimò “a meno che non vogliate che riduca in poltiglia i gioiellini del vostro compare” concluse stringendo ancora la presa in modo da strappare un gemito acuto al malcapitato giovane, e questo bastò a bloccare qualsiasi intento da parte dei suoi compagni.
 
“E ora ascoltami bene” disse rivolto al ragazzo terrorizzato suo prigioniero, e avvicinò la bocca sensuale al suo orecchio soffiando piano sulla pelle sensibile del collo per farlo fremere.

“Quel finocchio laggiù” sussurrò indicando Louis alle sue spalle “ti batte dieci a uno in quanto a virilità, ed ogni notte sa farmi gridare di piacere come tu non saprai mai fare con la tua ragazza qui presente ne con tutte le altre donne della tua vita. Quindi non permetto a un ragazzino come te e ai suoi amichetti di insultare me ed il mio uomo, intesi?” terminò, e il giovane si affrettò ad annuire non fidandosi della sua voce.

“Bene, allora posso stare tranquillo che non ci infastidirai più, giusto?” chiese ancora mentre il ragazzo scuoteva di nuovo la testa.

“Perfetto” e detto questo tolse la mano facendo un passo indietro, e nello stesso momento il giovane crollò a terra riprendendo a respirare.

Nicol rivolse un ultimo sorriso al gruppo prima di girarsi, ma poi decise di dare un ultimo colpo di grazia.

“Se posso darti un consiglio…” disse attirando l’attenzione della ragazza che ancora sconcertata guardava il proprio fidanzato seduto a terra “…mollalo e trovatene un altro. A sentire come si è eccitato mentre lo toccavo direi che è più dalla mia parte di sponda che dalla vostra”  

Un istante di stasi e tutti gli occhi si posarono inevitabilmente tra le gambe del giovane, che rosso di vergogna si affrettò a coprirsi il ventre con le mani mentre Nicol tornava soddisfatto al fianco di Louis.

“Sei veramente perfido” lo accolse divertito il compagno circondandogli la vita con le braccia. Non poteva evitare di sentire anche lui una punta di soddisfazione quando il compagno spiazzava così i loro oppositori.

“Non credi anche te che la terapia d’urto sia la più efficace? Vedrai che la prossima volta ci penseranno due volte prima di aprire bocca” rispose lui fiero con un sorriso prima di sporsi a ricevere un bacio come premio.

Giselle, ancora esterrefatta, spostò un paio di volte lo sguardo dal figlio al gruppo di ragazzi, poi si portò una mano alla bocca per soffocare la risata che gli era salita in gola, senza tuttavia riuscire a fermarla.

“Sei…sei stato fantastico!” esclamò con le lacrime agli occhi tenendosi la pancia mentre Nicol e Louis si univano alla sua risata.

Poco lontano una coppia di anziani aveva osservato tutta la scena, e ora guardava allibita Nicol. Giselle li osservò divertita, e quando questi incrociarono lo sguardo con il suo gli sorrise ancora di più.

“È mio figlio” li informò orgogliosa indicando il biondino abbracciato al compagno, prima di raggiungere anche lei i due e continuare così la loro passeggiata.                        








E anche questa è fatta!
In fondo non la reputo malaccio, mi sono divertita molto a scriverla ^ ^
Spero che anche a voi non sia dispiaciuta!

Per quanto riguarda i miei progetti futuri: per ora mi sto dedicando alla side story di “take my life” (c’è una lemon che non vuole farsi scrivere quindi sono bloccata…), poi toccherà a un’altra side sul passato di Logan, e infine al seguito di “take my life”. Ho in mente altro ovviamente, non continuerò a scrivere side story per il resto della vita XD ma a quello penserò più avanti.

Bene, non so quanto di tutto questo discorso vi sia interessato ma io l’ho scritto uguale XP

Un abbraccio a tutti quelli che continuano a seguirmi! Siete il mio carburante! ^ ^

A presto! =3  
  
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