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Autore: CherryBomb_    04/11/2010    6 recensioni
Bella, dopo essere stata lasciata da Edward, decide di tornare a vivere a Phoenix con la madre. Come sarà la sua vita senza di lui?Riuscirà a dimenticarlo? Il suo amato tornerà a prenderla? Ci saranno Jacob, i licantropi, il ritorno di Victoria, i Volturi? Bella rimarrà incinta? Leggete e lo scoprirete. ^_^ Una What If leggermente OOC perchè ci saranno dei personaggi nuovi che non sono mai stati citati nel libro. Spero di avervi incuriosito. Tratto dal 4 capitolo : - Lo ami?- le chiesi semplicemente. Dovevo saperlo. Dovevo saperlo se lo amasse, se mi avesse dimenticato definitivamente. Se con lui fosse felice. Dovevo sapere che non mi volesse più nella sua vita e me ne sarei andato. Il solo pensiero di andarmene, mi faceva stare male. Io la amavo, volevo stare con lei, ma se lei non mi avesse voluto non potevo fare altro che andarmene. Intorno a noi regnò il silenzio per minuti che mi parvero ore. - Sì - non le tremò la voce, non le si imporporarono le guancie, non ebbe nessuna reazione a quella semplice parola, ma al solo sentirla una parte di me morì per la seconda volta. Lo amava, amava lui e non me. Mi aveva dimenticato, non mi amava più. Era colpa mia, ero stato uno stupido, ero stato io a lasciarla pensando di fare la cosa giusta, ma avevo sbagliato, avevo sbagliato completamente. Lei mi aveva dimenticato e io non potevo fare altro che andarmene. - Allora, addio - due parole che mi costarono tantissimo. Non me ne sarei voluto andare ed ero sicuro che non me ne sarei mai andato definitivamente, l’avrei controllata ancora per il resto della mia vita. Mi girai e feci per andarmene. - Mi lasci di nuovo così? - mi chiese e sentii distintamente il sangue che andò a colorare le sue guancie, mi girai nuovamente e la guardai.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Più libri/film
Capitoli:
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Capitolo 2









Capitolo 5
Bella POV
Se n’era andato. Si era girato e se n’era andato. Per quale diavolo motivo aveva seguito alla lettera quello che avevo detto? Perché non aveva cercato di opporre resistenza al mio volere? Perché non aveva cercato di farmi capire che lui ci tenesse ancora a me? Perché si era limitato a girarsi e andarsene? Mi odiavo. Mi odiavo per quello che avevo detto. Mi odiavo solo per averlo pensato, ma era quello che volevo dirgli.
In quel momento odiavo intensamente il fatto che Edward non potesse leggermi nel pensiero, odiavo che non potesse sapere cosa realmente pensavo e che doveva ascoltare solo le mie parole. Le mie stupidissime parole. Perché non riuscivo a tener chiusa la bocca?
Certo, trovarmelo davanti e poi scoprire che fosse realmente lui non mi aveva lasciato indifferente. Rivedere i suoi occhi dorati, il suo sorriso, risentire quella voce vellutata e bellissima. Mi era mancato. Mi era mancato da morire e in un primo momento tutta la mia “rabbia” nei suoi confronti se n’era andata. Scomparsa. Volatilizzata. Come se non fosse mai esistita. Sentivo solo il mio cuore battere all’impazzata, sentivo solo che il mio amore nei suo confronti non fosse mai diminuito, che non era mai mutato come non poteva mutare lui: il mio angelo tentatore, l’amore della mia vita, il vampiro che mi aveva rubato il cuore per poi spezzarmelo. Non era stato facile rivederlo, non era stato facile sapere che non se ne fosse mai andato.
Quando chiamai il suo nome e si girò, una consapevolezza si intrufolò in ogni particella del mio corpo: era sempre stato Edward. Era sempre stato davvero lui tutte le volte che pensavo di avere le allucinazioni, tutte le volte che pensavo che era solo una mia illusione la sua immagine, il suo sorriso, ma in realtà era tutto vero. Era tutto verissimo. Quella consapevolezza mi rese felice, mi fece quasi scoppiare il petto perché voleva dire che non mi aveva mai lasciato, che mi aveva sempre protetto, ma dall’altra parte mi sentivo in un certo senso ferita. Era sempre stato vicino a me e non aveva mai fatto niente, non aveva mai cercato di parlarmi assieme. Mi resi conto che forse non era interessato a me, che c’era un altro motivo se lui era venuto tutte le sere.
Quel piccolo pensiero mi ricordò cosa avevo passato in quei mesi per colpa sua, quanto avevo sofferto e quanto stavo soffrendo anche in quel momento. Ero sempre stata consapevole che non avrei potuto dimenticarlo del tutto, ero consapevole del fatto che una parte di me avrebbe sempre pensato e voluto Edward, ma non pensavo di rivederlo, non pensavo di sentire ancora il dolore che mi provocava il pensare a quel terribile giorno.
Da un secondo all’altro ero passata dall’amore all’odio profondo che provavo per lui, anche se sapevo che non fosse vero.
Decisi di prendere un tono freddo e di tenermi un po’ sulla difensiva. Ok, ero ancora innamorata di lui, ma non ero pronta a soffrire ancora, più di quello che stessi già facendo.
Mi ero ritrovata a mentire, a dirgli che amavo Daniel quando non era assolutamente vero. Mi ero ritrovata a quasi urlargli, cosa che non avevo quasi mai osato fare con lui o con nessun altro.
Mi resi conto in quel momento che molto era cambiato in un anno e mezzo: io ero cambiata diventando un po’ più sicura di me stessa, anche se in profondità c’era ancora la mia timidezza. Lui sembrava cambiato, almeno, ai miei occhi sembrava cambiato. L’unica cosa che non era cambiata in un anno e mezzo, era quello che provavo per lui. Il mio amore nei suoi confronti era rimasto immutato, non era variato di una virgola.
Se fossi stata la mia vecchia me forse l’avrei riaccolto a braccia aperte, appena l’avessi visto gli sarei corsa incontro e l’avrei abbracciato, ma non ero più quella ragazzina, non ero più così stupida. Era venuto per me? Doveva guadagnarsi il mio perdono.
Mi aveva lasciato, mi aveva fatto soffrire, mi aveva fatto passare mesi terribili e tutto per cosa? Per poi continuare a controllarmi? Per poi mostrarmi la sua presenza ogni sera? Tutto questo per proteggermi?
Ero del parere che mi avrebbe protetto meglio se fosse stato al mio fianco, il compito gli sarebbe stato più facile, ma invece no, lui doveva fare tutto il contrario.
Una parte di me avrebbe voluto che restasse, che mi dicesse di amarmi, sapevo che per un suo più piccolo gesto gli sarei caduta ai piedi, ma non fece niente. Non disse niente.
In quel momento una parte di me si sentì persa, vuota.
Se ne stava andando di nuovo, mi stava lasciando da sola un’altra volta, ma quella volta me l’ero cercata. Ero stata io a consigliarglielo. Che stupida.
 
* * * * *
 
Era passata una settimana da quando avevo visto per la seconda volta Edward andarsene. Non si era fatto più vedere, nemmeno una fugace apparizione.
Se n’era andato. Di nuovo. Ma con la sua scomparsa tornarono nuovamente gli incubi. Ogni notte ne facevo uno, ogni notte sognavo di venir lasciata da Edward nei posti più strani e per dei motivi fuori dal normale. Mi svegliavo sudata e con le guancie rigate di lacrime.
Sapevo che sarebbe successo di nuovo.
Ero arrabbiata con me stessa, con lui, con il mondo intero. Con me perché mi sentivo una stupida. Stavo soffrendo ancora, stavo soffrendo e non ci potevo fare niente. Era colpa mia se stava succedendo, era colpa mia se lui se n’era andato una volta per tutte. Ero arrabbiata con lui perché era tornato, perché aveva deciso di tornare. La mia vita era perfetta prima che ritornasse lui. Perfetta. Che parolona. Cercavo solo di andare avanti. Era diversa. Avevo provato a cambiare libro aprendone un altro contemporaneamente e il risultato era che mi piaceva un ragazzo, ma che ero innamorata di un altro. Bella situazione del cavolo.
Come potevo essere stata così stupida? Come potevo anche solo aver pensato che Daniel mi avrebbe fatto dimenticare Edward? Sapevo benissimo che nessun ragazzo sulla terra avrebbe mai potuto farmi dimenticare Edward, perché lui era lui. Era perfetto, bellissimo, dolce. Nessun ragazzo “normale” poteva essere paragonato con lui. Nessuno. Nemmeno Daniel.
Ma. C’era un “ma”. C’era un grosso e gigantesco “ma”. A me Daniel piaceva, stavo bene con lui ed il nostro rapporto era migliorato notevolmente in quella settimana. Certo, ogni tanto il ricordo di Edward tornava, ma cercavo di far finta di niente e di non far preoccupare in alcun modo Daniel.
In quella settimana avevo potuto conoscerlo meglio, passare più tempo con lui ed avevo scoperto che non era cambiato per niente da quando l’avevo visto l’ultima volta, anzi, forse era anche peggiorato: era diventato protettivo e premuroso all’inverosimile e ogni volta che vedeva qualcosa di strano in me, si preoccupava.
In un certo senso era un fatto positivo che mi rendeva anche felice, ma dall’altro lato a volte diventava una fatto pesante. Va bene, si preoccupava per me, ma non potevo starmene persa nei miei pensieri per un secondo che lui subito cominciava a fare domande su domande. A volte non lo sopportavo proprio.
A parte quel piccolo inconveniente, le cose tra di noi andavano bene, anzi, forse fin troppo. Andavamo con calme e tranquillità, ma ormai nei nostri baci c’era sempre qualcosa di più, o meglio, capivo che Daniel cominciasse ad avere bisogno di più. Dal canto mio non mi sentivo molto pronta, anzi, non lo ero per niente. Una parte del mio cervello bacato pensava ancora ad Edward, al fatto che mi sarebbe piaciuto farlo con lui e non con Daniel. Oltre a questo, non mi sentivo pronta. Sapevo che sarebbe successo, Daniel era un ragazzo già attivo e mi sembrava normale che volesse approfondire il nostro rapporto, ma era troppo presto, almeno per me.
I suoi baci erano sempre un po’ troppo passionali, mi davano quasi fastidio.
Ero strana, davvero strana. Con Edward non facevo altro che cercare di approfondire il bacio e quando Daniel lo faceva mi dava quasi fastidio. Ero proprio un controsenso. In un senso potevo ottenere quello che volevo, ma mi rendevo conto che non era con Daniel che volevo farlo. Il mio cervello, il mio corpo, reclamava ancora Edward nonostante lo avessi visto andarsene solo la settimana prima.
Ero una stupida, una stupida che aveva diritto di vivere la propria vita. Ero sicura che con il passare del tempo il pensiero di Edward avrebbe lasciato spazio a Daniel, una persona in carne ed ossa, non uno stupido ricordo. Sì, ne ero fermamente convinta, ma sapevo che mi sarei contraddetta molto presto.
 
* * * * *

Quella maledetta sveglia mi svegliò dal mio sonno. Sonno. Se potevo definirlo tale. Anche quella notte avevo avuto un incubo, un’ulteriore incubo e anche se ormai ci avevo fatto l’abitudine, quando mi svegliavo mi sentivo sempre scombussolata.
Rimasi nel letto a godermi quel dormiveglia, rendendomi conto che anche quella mattina avevo la solita sensazione: avevo come l’impressione che qualcuno fosse stato in quella stanza. Non sapevo come spiegarlo, non sapevo come potevo percepire la presenza di una persona quando non l’avevo nemmeno vista, ma lo sentivo. C’era qualcosa nell’aria, qualcosa di vagamente famigliare che mi faceva sentire strana. Davvero non riuscivo a spiegare cosa fosse, ma mi faceva sentire stranamente protetta come non mi ero mai sentita. Anzi, mi sentivo così protetta come quando stavo con Edward anche se lui pensava che fossi costantemente in pericolo.
Sentii una pioggerella insolita picchiettare sul tetto. Era decisamente un evento raro a Phoenix. Un evento che forse non capitava da anni, ma non fu un cambiamento che mi scombussolò particolarmente: mi faceva ritornare a Forks, mi faceva quasi sentire come se Edward fosse ancora al mio fianco. In poche parole era un altro modo per farmi del male.
Mi alzai, uscii dalla stanza ed andai in bagno a farmi una doccia veloce.
Sotto il getto dell’acqua, mi liberai dell’aria di inquietudine che mi investiva sempre ogni volta che mi svegliavo. Mi rilassai ed uscii avvolgendomi nell’accappatoio.
Scesi le scale ed andai in cucina a fare colazione.
Quando entrai trovai mia mamma ai fornelli che preparava la colazione.
<< Buongiorno >> dissi con voce roca.
<< Buongiorno. Dormito bene? >> mi chiese sorridente.
<< Sì, abbastanza >> feci un lieve sorriso.
Ovviamente mia mamma non sapeva niente né di Edward né tanto meno degli incubi che avevo ricominciato ad avere. Non volevo farla preoccupare. Ce la facevo da sola, ormai sapevo convivere benissimo con gli incubi. Facevano parte della mia vita, una parte integrante.
<< Come mai sei già in piedi? >> le chiesi rendendomi conto che mia mamma non era quasi mai sveglia a quell’ora della mattina. Era troppo presto.
<< Avevo voglia di preparare la colazione >> sorrise e mise un paio di pancakes in un piatto e me lo passò.
<< Grazie >> guardai il piatto davanti a me e mi resi conto di non avere tanta fame. Era una settimana che non ne avevo molta, ma cercavo di farmi vedere mangiare, anche se non ne avevo voglia.
Presi la forchetta in mano e rimasi a guardare i pancakes come se dovessero dirmi qualcosa da un momento all’altro.
<< Non mangi? >> mia mamma mi riportò alla realtà.
<< Certo. è solo che sono ancora un po’ addormentata >> sorrisi lievemente e tagliai un pezzo di pancake. Lo addentai e lo assaporai rendendomi conto che era da un sacco che non ne mangiassi uno. Mi venne improvvisamente fame e finii tutti i pancake nel piatto in pochissimi minuti.
<< Avevi un po’ di fame? >> mi chiese ridendo mia mamma.
<< No. Non molta sinceramente >> sorrisi. << Grazie, erano davvero buonissimi >> mi avvicinai e le lasciai un bacio sulla guancia.
<< Hai visto che piove? >> mi chiese guardando fuori dalla finestra leggermente perplessa.
<< Sì, ho visto. È un evento raro. Magari oggi succederà qualcosa >> le sorrisi.
Mi aspettavo che potesse succedere di tutto, qualsiasi catastrofe. La pioggia a Phoenix poteva solo preannunciare un disastro ed ero preparata a qualsiasi cosa.
Salii in camera e mi vestii velocemente rendendomi conto che il tempo fosse passato più velocemente di quanto avessi pensato.
Mi pettinai, mi asciugai i capelli e preparai lo zaino.
Mentre stavo scendendo le scale, suonarono alla porta: era sicuramente Daniel.
Ero a metà scale quando mia mamma aprì la porta e salutò Daniel.
Non era nemmeno il caso di dirlo che mia mamma fosse pazza di Daniel. L’aveva sempre adorato, ma da quando formavamo una coppia gli era diventato ancora più simpatico.
Vedendoli parlare sulla soglia della porta mi immaginai la stessa immagine, ma con Edward al posto di Daniel. Chissà cosa ne avrebbe pensato mia mamma di lui? Gli sarebbe piaciuto? Avrebbe parlato come parlava con Daniel?
Bella, ma a cosa cavolo stai pensando?
Scossi la testa cercando di scacciare quel pensiero.
<< Ciao >> dissi avvicinandomi alla porta.
<< Buongiorno amore >> Daniel mi diede un leggero bacio sulle labbra davanti agli occhi sognanti di mia mamma.
<< Ciao mamma. Ci vediamo più tardi >> le sorrisi e mi avviai verso la macchina di Daniel che mi seguiva sorridente.
Salii in macchina e appoggiai lo zaino sul sedile posteriore.
<< Come stai? >> era tutto allegro. Un sorriso di trentadue denti gli illuminava il viso.
Ma cos’avrà da sorridere così tanto? Occhio che ti viene una paralisi facciale se continui a sorridere così.
Mi stupii del mio pensiero tutt’altro che amorevole. Non avevo mai detto una cosa del genere, figuriamoci pensarla. Non era normale che la pensassi, non era normale che mi desse fastidio che il mio ragazzo fosse felice.
Anch’io lo ero, in un certo senso. Togliendo gli incubi e il fatto che una parte di me voleva ancora il mio ex, stavo benissimo. Alla grande.
<< Bene, grazie. Tu? >> gli feci un sorriso il più sincero possibile. Non volevo subire un suo interrogatorio alla mattina presto.
<< Benissimo. >>
<< Lo vedo >> ridacchiai. << Come mai sorridi? >>
<< Sono felice. Sono l’uomo più felice su questa terra. Ho una ragazza che amo con cui sto bene e non potrei desiderare di meglio >> guardava la strada con un sorriso felice, sinceramente felice.
Guardandolo mi domandai se anch’io avessi quello sguardo quando stavo con Edward, se anch’io sprizzassi amore da tutti i pori. Mi rendevo conto dei sentimenti che Daniel provava per me e mi sentivo un po’ in colpa a non provarli anch’io, ma gliel’avevo detto, volevo provarci, volevo provare ad avere una relazione con lui e sapeva che non ero ancora innamorata di lui.
Ma nonostante tutto mi sentivo in colpa, tremendamente in colpa, mi sembrava quasi di prenderlo in giro e non volevo essere così stronza.
<< Non ti sembra strano che piova? >> mi chiese improvvisamente dopo qualche minuto di silenzio.
<< Be, sì, ma sono abituata. A Forks pioveva quasi sempre, ormai ci avevo fatto l’abitudine >> sorrisi leggermente malinconica rendendomi conto che quel tempo uggioso mi mancasse terribilmente.
Arrivammo a scuola e parcheggiò.
Raggiungemmo gli altri ed incominciammo un altro noiosissimo giorno di scuola. Almeno, lo considerai tale fino a quando non uscii da scuola.
Come ogni giorno, al suono della campanella mi diressi verso l’armadietto di Daniel e degli altri per ritrovarci ed uscire tutti insieme, per parlare, chiacchierare e raccontarci qualcosa della giornata.
Eravamo tutti insieme: io, Daniel, Helena, Matt, Mark e Luke.
Stavamo parlando, o meglio, stavano parlando, ero un po’ sulle mie da quando Edward era tornato, anzi, se n’era riandato.
Ero persa nei miei pensieri, nelle mie riflessioni, quando la voce di Helena mi riportò alla realtà.
<< Ma chi è quel grandissimo gnocco? >> si mise quasi ad urlare. << Guarda che sorriso e come mai guarda nella nostra direzione? >> sembrava quasi in adorazione.
Mi sentii osservata. Osservata da uno sguardo famigliare, troppo famigliare.
Alzai lo sguardo e mi trovai davanti l’ultima persona che avrei mai pensato di vedere: Edward era appoggiato ad un muro con le braccia incrociate mettendo in mostra i muscoli dei bicipiti che si intravedevano sotto la maglietta nera che portava. Un paio di jeans gli fasciavano le gambe toniche e perfette. Il suo solito sorriso sghembo gli increspava le labbra. I capelli arruffati e rossicci gli incorniciavano il viso e gli occhi dorati che mi guardavano, che mi sorridevano. Non solo le labbra erano increspate in un sorriso, ma anche gli occhi che lo riflettevano.
Mi bloccai improvvisamente rendendomi conto che fosse realmente lui, che fosse tornato nuovamente. Persi un battito nel momento esatto in cui me ne resi conto. Era lì, per me. Di nuovo.
<< Bella tutto bene? >> mi chiese Helena scrutandomi preoccupata.
Distolsi lo sguardo da Edward e guardai Helena.
<< Sì, sto benissimo >> guardai nuovamente il vampiro più bello che avessi mai visto. << Ragazzi, voi andate avanti, io vi raggiungo >> sorrisi.
Daniel si avvicinò preoccupato.
<< Tutto bene? >> mi chiese scrutandomi ancora più preoccupato di quanto lo fosse Helena.
<< Sì, benissimo. Non ti preoccupare. Arrivo subito >> sorrisi. Un sorriso più finto di quello non l’avevo mai fatto.
Ero felice. Ogni fibra del mio essere voleva correre da Edward, abbracciarlo, baciarlo, dirgli quanto lo amassi, ma quando mi girai nuovamente a guardarlo mi resi conto che era la seconda volta che tornava e che poteva andarsene come se n’era andato altre volte prima.
Improvvisamente mi resi conto di quanto fossi stata ridicola solo a pensare di corrergli incontro e di dirgli che lo amavo.
L’euforia e la gioia nel vederlo era scomparsa lasciando spazio all’arrabbiatura più totale.
Mi avvicinai con passo deciso e sicuro guardandolo intensamente negli occhi.
Se ne stava lì, appoggiato al muro come se niente fosse, come se il mio cuore non facesse una capriola ogni volta che mi guardava o che sorrideva sghembo.
Mi sentivo un contro senso: il mio cervello aveva deciso di rimanere duro, freddo, arrabbiato con lui per quello che mi aveva fatto, ma il mio corpo non voleva collaborare, non aveva la minima intenzione di farlo, anzi, faceva tutto l’opposto.
Quando arrivai a meno di un metro da lui mi fermai ed incrociai le braccia al petto.
<< Cosa ci fai di nuovo qui? >> assottigliai lo sguardo cercando di fargli capire che la sua presenza non fosse gradita, anche se non era assolutamente vero.
Nonostante il mio sguardo, non la smise di sorridermi sghembo facendomi quasi pentire di essermi avvicinata.
Si staccò dal muro e sciolse le braccia lasciandole andare lungo i fianchi.
<< Avevo voglia di vederti >> sorrise.
<< Edward >> lo guardai torva. << Piantala di fare questo giochino. Sono stufa marcia di vederti tornare e poi vedere che te ne vai. Te ne sei andato due volte, sei tornato una volta, adesso basta. Non sono una stupida. Cosa sei tornato a fare stavolta? Per darmi ancora false speranze e poi andartene di nuovo? Cos’è ti diverti? Sul serio Edward, dimmi perché sei tornato >> ero dura, fredda.
Il suo caratteristico sorriso sghembo scomparve.
Distolse lo sguardo e poi prese un profondo respiro di cui non avrebbe avuto bisogno.
<< Bella, lo so. Me ne rendo conto che ti ho fatto soffrire due volte. Sono stato uno stupido ad andarmene una settimana fa, pensavo che fosse la cosa giusta, pensavo che fosse giusto lasciarti vivere la tua vita senza di me, ma mi sono reso conto che la mia esistenza non è niente senza di te. Ti amo Bella e sono tornato per riconquistarti. Farò qualsiasi cosa pur di farti capire che sono ancora innamorato di te, che il mio sentimento non è minimamente cambiato da un anno e mezzo a questa parte. Lo so, ti ho fatto soffrire e ti prometto che stavolta non me ne andrò. Sono tornato per restare >> mi guardava intensamente negli occhi facendomi perdere in quelle iridi dorate.
<< Edward, sei in ritardo. Sto con Daniel. Sei davvero sicuro di quello che stai facendo? Sei sicuro di non essere tornato per poi andartene? >> il mio scudo di freddezza era andato a quel paese sostituito da una fragilità che mi era sempre appartenuta.
<< No, sono tornato per restare e farò qualsiasi cosa, qualsiasi cosa per farti capire quanto tu valga per me. Tu vali più di qualsiasi cosa al mondo, vali più della mia stessa esistenza >> si avvicinò e allungò una mano verso il mio viso per accarezzarmi una guancia.
Mi beai del contatto con la sua mano fredda e marmorea, di quel contatto che avevo desiderato di sentire di nuovo su di me da quel giorno nella radura. Era dolce, gentile. Mi sorrise teneramente facendomi battere all’impazzata il cuore. Gli occhi mi pizzicavano, ma mi imposi di non piangere davanti a lui.
Si piegò verso di me e mi baciò teneramente la fronte.
<< Ti amo Bella >> sussurrò ancora a contatto con essa.
Si allontanò lasciandomi lì, a guardare la sua figura allontanarsi.
Il cuore mi batteva all’impazzata e in quel momento mi ritrovai ancora a Forks, a scuola con Edward, con tutti i Cullen a passare dei momenti bellissimi.
Una parte di me non voleva minimamente credere alle parole di Edward, ma l’altra mi gridava a gran voce che dovevo farlo, dovevo credergli, dovevo fidarmi di lui.
Sì, ero sicurissima che quella volta non mi avrebbe lasciato, che sarebbe rimasto, che avrebbe fatto di tutto per farmi capire quanto mi amasse, anche se l’avevo già capito.
Io ero pronta, ero pronta ad ogni sua mossa, ma ero anche pronta a non perdonarlo tanto facilmente, a non dargliela vinta subito.
Insomma, mi aveva lasciato per ben due volte, avrebbe potuto farlo anche una terza.
Lo sapevo, non aveva senso. Dicevo di fidarmi di lui, ma poi dicevo che non dovevo dargliela vinta facilmente, che non dovevo lasciarmi andare troppo dell’emozione.
Ma poi mi venne in mente un particolare non poco scomodo: Daniel. Dovevo pensare anche a lui. Cosa dovevo pensare? Lasciarlo e tornare tra le braccia di Edward senza neanche battere ciglio o “usarlo” per farlo ingelosire? Scelsi la seconda opzione, anche se mi sentii stronza all’inverosimile appena lo pensai. Ma dovevo farlo, era l’unica cosa che potevo fare, anche se sapevo che forse mi sarei cacciata in una situazione che mi sarebbe sfuggita di mano.
L’avevo detto io quella mattina: la pioggia avrebbe portato una catastrofe ed effettivamente l’avevo fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non so davvero come farmi perdonare, non so davvero come chiedere scusa per questo madornale ritardo. È passato un mese dal mio ultimo aggiornamento e non ho scuse. Non ho davvero scuse, anche se qualche spiegazione devo darvela.
Dopo il capitolo 4 non avevo più capitoli pronti e a disposizione. Mi sono maledetta per non aver scritto più capitoli prima di cominciare a postare la storia, ma non potevo più farci niente. Ma c’è anche un altro fatto che mi ha impedito di aggiornare: l’ispirazione, o meglio, c’era qualcosa che mi impediva di scrivere e non riuscivo a farlo. Ci provavo, ogni sera provavo a scrivere, ma continuavo a guardare quella pagina vuota di word in cerca di un minimo di ispirazione che mi facesse andare avanti a scrivere. La cosa che mi faceva imbestialire era che il capitolo era tutto nella mia testa, ma c’era qualcosa che mi bloccava.
Ma alla fine, finalmente, l’ispirazione è arrivata ed ho cominciato a scrivere, capitolo, dopo capitolo. Adesso non sono molto avanti, avrei voluto scrivere più capitoli, ma penso ( e spero) di non farvi mai più aspettare un mese per un capitolo. Per adesso sono arrivata a scrivere 7 capitoli e spero di andare avanti e di portarmi abbastanza avanti.
Davvero scusate, spero di non aver perso lettori, mi dispiacerebbe davvero tantissimo.
Parlo di questo capitolo che forse è meglio. Avrei voluto farvi aspettare e prorogare il ritorno definitivo di Edward nel prossimo capitolo, ma non mi sembrava il caso di dedicare tutto il capitolo alle riflessioni di Bella, sarebbe stato troppo pesante e sinceramente anche brutto. Sto cercando di andare abbastanza veloce negli avvenimenti di questi capitoli perché la reale storia comincerà tra qualche capitoli.
Detto questo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che come ritorno non vi abbia deluso.
Voglio ricordarvi i modi per contattarmi: Twitter e Facebook. =)
Voglio ricordarvi anche l’altra mia storia che sto pubblicando: Nothing is as it seems. Mi farebbe davvero piacere se passaste a darci un’occhiata.
Ringrazio tutte le persone che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate e a quelle persone che mi hanno inserito tra gli autori preferiti. Davvero grazie. *_* Mi rendete davvero felice *_*
Mi sono davvero dilungata troppo, quindi passo a rispondere alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeeeeeee, tu in questo momento sarai a Londra a girare con uno starbucks in mano e a divertirti con la tua best. Ma com’è giusto che sia, devo rispondere alla tua recensione. Noooooo, ok. È solo da domenica che sei partita e già mi manchi un sacco. Sai già che quando tornerai dovrai farmi sapere ogni singolo avvenimento. Oddio, ma manca ancora tantissimo al tuo ritorno, non è nemmeno passata una settimana =(
Va be, mi blocco e continuo a rispondere alla tua recensioni, anche se non so quando la leggerai e se la leggerai =)
Lascio stare, volutamente, l’aggettivo che ha dato al mio capitolo, come se io ci credo. XD
Infatti, noi siamo uniche e chissenefrega di quello che pensa la gente, ha qualche problema? Se lo risolve, non sono fatti miei. io vivo lo stesso, forse anche meglio.
Ahahah povera Bella, metti che Edward non fosse tornato davvero, lei doveva aspettarlo in eterno? Ma anche no. eh che cazzo. -.-
Ma daiiiiii, Daniel è caruccio. *_* Davvero molto caruccio *_*
Phil non ha problemi, è solo simpatico e figo. Se dovessi sapere come me lo sono immaginato io, capiresti subito. Ahahah
È tutti hanno detto un sacco di stronzate nel vecchio capitolo, soprattutto Bella.
Un bacione Geme. Ti voglio bene. Non vedo l’ora che torni ^_^
vittoriaKf: Ciao! Sono davvero felicissima di sapere che la storia ti piaccia.
Bella è una stupida per aver sempre pensato che Edward fosse un’illusione dettata dalla sua fantasia, è stata davvero stupida.
Mi sembra più che ovvio che Bella ed Edward torneranno insieme, ma come? Quando? E dopo quanto tempo? La storia, ovviamente, non è incentrata solo sulla loro riconciliazione, ma anche su quello che avverrà dopo che si saranno riconciliati. Ok, sto dicendo troppo. Meglio che mi fermo.
Ti chiedo immensamente scusa per il ritardo, non ho davvero scusanti. Spero che ci sarai ancora a seguire la mia storia. Un bacione ^_^
elisa1755: Ciao cara! Come stai? Scusa davvero l’immensissimo ritardo, ma tra scuola e piccolo blocco, non riuscivo davvero a postare prima. Chiedo umilmente perdono. *si inginocchia*
Ahahahah immagino che in ogni suo POV avresti voluto ucciderlo, ma risparmialo per i prossimi capitoli. Ci saranno dei suoi POV in cui lo ucciderai davvero. Ahahahah Davvero, se va di questo passo non si metteranno più insieme. Ahahah
Spero che sarà ancora incollata per vedere come va, nonostante sia in ritardo di un mese. Oddio, sto male solo a pensarci, non sono abituata a fare questi ritardi. =(
Anche a me fa strano scrivere di Bella che bacia un altro, anche se a me Daniel piace come ragazzo, cioè mi sta simpatico. Ma ovviamente preferisco Edward. *_* Un bacione. ^_^
vanderbit: Ciao! Chiedo scusa anche a te per l’immenso ritardo e spero che continuerai comunque a seguire la mia storia, mi farebbe davvero piacere. =)
Daniel è un impiccio, ma Bella lo lascerà? Edward vuole morire? E chi lo dice, magari sì, magari no. Ahahah ti basta seguire la storia e lo saprai =) Un bacione. ^_^
ste87: Ciao! Sono davvero felice di sapere che la storia ti piaccia. Spero che nonostante questo mio ritardo continuerai a seguirla e a farmi sapere un tuo parere, ne sarei davvero felice. =) Un bacione. ^_^

 

 

 

Alla prossima ^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


   
 
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