Capitolo 5
Bella POV
Se n’era andato. Si era
girato e se n’era andato. Per quale diavolo motivo aveva seguito alla lettera
quello che avevo detto? Perché non aveva cercato di opporre resistenza al mio
volere? Perché non aveva cercato di farmi capire che lui ci tenesse ancora a
me? Perché si era limitato a girarsi e andarsene? Mi odiavo. Mi odiavo per
quello che avevo detto. Mi odiavo solo per averlo pensato, ma era quello che
volevo dirgli.
In quel momento odiavo
intensamente il fatto che Edward non potesse leggermi nel pensiero, odiavo che
non potesse sapere cosa realmente pensavo e che doveva ascoltare solo le mie
parole. Le mie stupidissime parole. Perché non riuscivo a tener chiusa la
bocca?
Certo, trovarmelo davanti e
poi scoprire che fosse realmente lui non mi aveva lasciato indifferente.
Rivedere i suoi occhi dorati, il suo sorriso, risentire quella voce vellutata e
bellissima. Mi era mancato. Mi era mancato da morire e in un primo momento
tutta la mia “rabbia” nei suoi confronti se n’era andata. Scomparsa. Volatilizzata.
Come se non fosse mai esistita. Sentivo solo il mio cuore battere
all’impazzata, sentivo solo che il mio amore nei suo confronti non fosse mai
diminuito, che non era mai mutato come non poteva mutare lui: il mio angelo
tentatore, l’amore della mia vita, il vampiro che mi aveva rubato il cuore per
poi spezzarmelo. Non era stato facile rivederlo, non era stato facile sapere
che non se ne fosse mai andato.
Quando chiamai il suo nome e
si girò, una consapevolezza si intrufolò in ogni particella del mio corpo: era
sempre stato Edward. Era sempre stato davvero lui tutte le volte che pensavo di
avere le allucinazioni, tutte le volte che pensavo che era solo una mia
illusione la sua immagine, il suo sorriso, ma in realtà era tutto vero. Era
tutto verissimo. Quella consapevolezza mi rese felice, mi fece quasi scoppiare
il petto perché voleva dire che non mi aveva mai lasciato, che mi aveva sempre
protetto, ma dall’altra parte mi sentivo in un certo senso ferita. Era sempre
stato vicino a me e non aveva mai fatto niente, non aveva mai cercato di
parlarmi assieme. Mi resi conto che forse non era interessato a me, che c’era
un altro motivo se lui era venuto tutte le sere.
Quel piccolo pensiero mi
ricordò cosa avevo passato in quei mesi per colpa sua, quanto avevo sofferto e
quanto stavo soffrendo anche in quel momento. Ero sempre stata consapevole che
non avrei potuto dimenticarlo del tutto, ero consapevole del fatto che una
parte di me avrebbe sempre pensato e voluto Edward, ma non pensavo di
rivederlo, non pensavo di sentire ancora il dolore che mi provocava il pensare
a quel terribile giorno.
Da un secondo all’altro ero
passata dall’amore all’odio profondo che provavo per lui, anche se sapevo che
non fosse vero.
Decisi di prendere un tono
freddo e di tenermi un po’ sulla difensiva. Ok, ero ancora innamorata di lui,
ma non ero pronta a soffrire ancora, più di quello che stessi già facendo.
Mi ero ritrovata a mentire, a
dirgli che amavo Daniel quando non era assolutamente vero. Mi ero ritrovata a
quasi urlargli, cosa che non avevo quasi mai osato fare con lui o con nessun
altro.
Mi resi conto in quel momento
che molto era cambiato in un anno e mezzo: io ero cambiata diventando un po’
più sicura di me stessa, anche se in profondità c’era ancora la mia timidezza. Lui
sembrava cambiato, almeno, ai miei occhi sembrava cambiato. L’unica cosa che
non era cambiata in un anno e mezzo, era quello che provavo per lui. Il mio
amore nei suoi confronti era rimasto immutato, non era variato di una virgola.
Se fossi stata la mia vecchia
me forse l’avrei riaccolto a braccia aperte, appena l’avessi visto gli sarei
corsa incontro e l’avrei abbracciato, ma non ero più quella ragazzina, non ero
più così stupida. Era venuto per me? Doveva guadagnarsi il mio perdono.
Mi aveva lasciato, mi aveva
fatto soffrire, mi aveva fatto passare mesi terribili e tutto per cosa? Per poi
continuare a controllarmi? Per poi mostrarmi la sua presenza ogni sera? Tutto
questo per proteggermi?
Ero del parere che mi avrebbe
protetto meglio se fosse stato al mio fianco, il compito gli sarebbe stato più
facile, ma invece no, lui doveva fare tutto il contrario.
Una parte di me avrebbe
voluto che restasse, che mi dicesse di amarmi, sapevo che per un suo più
piccolo gesto gli sarei caduta ai piedi, ma non fece niente. Non disse niente.
In quel momento una parte di
me si sentì persa, vuota.
Se ne stava andando di nuovo,
mi stava lasciando da sola un’altra volta, ma quella volta me l’ero cercata.
Ero stata io a consigliarglielo. Che stupida.
* * * * *
Era passata una settimana da
quando avevo visto per la seconda volta Edward andarsene. Non si era fatto più
vedere, nemmeno una fugace apparizione.
Se n’era andato. Di nuovo. Ma
con la sua scomparsa tornarono nuovamente gli incubi. Ogni notte ne facevo uno,
ogni notte sognavo di venir lasciata da Edward nei posti più strani e per dei
motivi fuori dal normale. Mi svegliavo sudata e con le guancie rigate di
lacrime.
Sapevo che sarebbe successo
di nuovo.
Ero arrabbiata con me stessa,
con lui, con il mondo intero. Con me perché mi sentivo una stupida. Stavo
soffrendo ancora, stavo soffrendo e non ci potevo fare niente. Era colpa mia se
stava succedendo, era colpa mia se lui se n’era andato una volta per tutte. Ero
arrabbiata con lui perché era tornato, perché aveva deciso di tornare. La mia
vita era perfetta prima che ritornasse lui. Perfetta. Che parolona. Cercavo
solo di andare avanti. Era diversa. Avevo provato a cambiare libro aprendone un
altro contemporaneamente e il risultato era che mi piaceva un ragazzo, ma che
ero innamorata di un altro. Bella situazione del cavolo.
Come potevo essere stata così
stupida? Come potevo anche solo aver pensato che Daniel mi avrebbe fatto
dimenticare Edward? Sapevo benissimo che nessun ragazzo sulla terra avrebbe mai
potuto farmi dimenticare Edward, perché lui era lui. Era perfetto, bellissimo,
dolce. Nessun ragazzo “normale” poteva essere paragonato con lui. Nessuno.
Nemmeno Daniel.
Ma. C’era un “ma”. C’era un
grosso e gigantesco “ma”. A me Daniel piaceva, stavo bene con lui ed il nostro
rapporto era migliorato notevolmente in quella settimana. Certo, ogni tanto il
ricordo di Edward tornava, ma cercavo di far finta di niente e di non far
preoccupare in alcun modo Daniel.
In quella settimana avevo
potuto conoscerlo meglio, passare più tempo con lui ed avevo scoperto che non
era cambiato per niente da quando l’avevo visto l’ultima volta, anzi, forse era
anche peggiorato: era diventato protettivo e premuroso all’inverosimile e ogni
volta che vedeva qualcosa di strano in me, si preoccupava.
In un certo senso era un
fatto positivo che mi rendeva anche felice, ma dall’altro lato a volte
diventava una fatto pesante. Va bene, si preoccupava per me, ma non potevo
starmene persa nei miei pensieri per un secondo che lui subito cominciava a
fare domande su domande. A volte non lo sopportavo proprio.
A parte quel piccolo
inconveniente, le cose tra di noi andavano bene, anzi, forse fin troppo.
Andavamo con calme e tranquillità, ma ormai nei nostri baci c’era sempre
qualcosa di più, o meglio, capivo che Daniel cominciasse ad avere bisogno di
più. Dal canto mio non mi sentivo molto pronta, anzi, non lo ero per niente.
Una parte del mio cervello bacato pensava ancora ad Edward, al fatto che mi
sarebbe piaciuto farlo con lui e non con Daniel. Oltre a questo, non mi sentivo
pronta. Sapevo che sarebbe successo, Daniel era un ragazzo già attivo e mi sembrava normale che volesse
approfondire il nostro rapporto, ma era troppo presto, almeno per me.
I suoi baci erano sempre un
po’ troppo passionali, mi davano quasi fastidio.
Ero strana, davvero strana. Con Edward non facevo altro che cercare di approfondire il bacio e quando Daniel lo faceva mi dava quasi fastidio. Ero proprio un controsenso. In un senso potevo ottenere quello che volevo, ma mi rendevo conto che non era con Daniel che volevo farlo. Il mio cervello, il mio corpo, reclamava ancora Edward nonostante lo avessi visto andarsene solo la settimana prima.
Ero strana, davvero strana. Con Edward non facevo altro che cercare di approfondire il bacio e quando Daniel lo faceva mi dava quasi fastidio. Ero proprio un controsenso. In un senso potevo ottenere quello che volevo, ma mi rendevo conto che non era con Daniel che volevo farlo. Il mio cervello, il mio corpo, reclamava ancora Edward nonostante lo avessi visto andarsene solo la settimana prima.
Ero una stupida, una stupida
che aveva diritto di vivere la propria vita. Ero sicura che con il passare del
tempo il pensiero di Edward avrebbe lasciato spazio a Daniel, una persona in
carne ed ossa, non uno stupido ricordo. Sì, ne ero fermamente convinta, ma
sapevo che mi sarei contraddetta molto presto.
* * * * *
Quella maledetta sveglia mi svegliò
dal mio sonno. Sonno. Se potevo definirlo tale. Anche quella notte avevo avuto
un incubo, un’ulteriore incubo e anche se ormai ci avevo fatto l’abitudine,
quando mi svegliavo mi sentivo sempre scombussolata.
Rimasi nel letto a godermi
quel dormiveglia, rendendomi conto che anche quella mattina avevo la solita
sensazione: avevo come l’impressione che qualcuno fosse stato in quella stanza.
Non sapevo come spiegarlo, non sapevo come potevo percepire la presenza di una
persona quando non l’avevo nemmeno vista, ma lo sentivo. C’era qualcosa
nell’aria, qualcosa di vagamente famigliare che mi faceva sentire strana.
Davvero non riuscivo a spiegare cosa fosse, ma mi faceva sentire stranamente
protetta come non mi ero mai sentita. Anzi, mi sentivo così protetta come quando
stavo con Edward anche se lui pensava che fossi costantemente in pericolo.
Sentii una pioggerella
insolita picchiettare sul tetto. Era decisamente un evento raro a Phoenix. Un
evento che forse non capitava da anni, ma non fu un cambiamento che mi
scombussolò particolarmente: mi faceva ritornare a Forks, mi faceva quasi
sentire come se Edward fosse ancora al mio fianco. In poche parole era un altro
modo per farmi del male.
Mi alzai, uscii dalla stanza
ed andai in bagno a farmi una doccia veloce.
Sotto il getto dell’acqua, mi liberai dell’aria di inquietudine che mi investiva sempre ogni volta che mi svegliavo. Mi rilassai ed uscii avvolgendomi nell’accappatoio.
Sotto il getto dell’acqua, mi liberai dell’aria di inquietudine che mi investiva sempre ogni volta che mi svegliavo. Mi rilassai ed uscii avvolgendomi nell’accappatoio.
Scesi le scale ed andai in
cucina a fare colazione.
Quando entrai trovai mia mamma
ai fornelli che preparava la colazione.
<< Buongiorno >>
dissi con voce roca.
<< Buongiorno. Dormito
bene? >> mi chiese sorridente.
<< Sì, abbastanza
>> feci un lieve sorriso.
Ovviamente mia mamma non
sapeva niente né di Edward né tanto meno degli incubi che avevo ricominciato ad
avere. Non volevo farla preoccupare. Ce la facevo da sola, ormai sapevo
convivere benissimo con gli incubi. Facevano parte della mia vita, una parte
integrante.
<< Come mai sei già in
piedi? >> le chiesi rendendomi conto che mia mamma non era quasi mai
sveglia a quell’ora della mattina. Era troppo presto.
<< Avevo voglia di
preparare la colazione >> sorrise e mise un paio di pancakes in un piatto
e me lo passò.
<< Grazie >>
guardai il piatto davanti a me e mi resi conto di non avere tanta fame. Era una
settimana che non ne avevo molta, ma cercavo di farmi vedere mangiare, anche se
non ne avevo voglia.
Presi la forchetta in mano e
rimasi a guardare i pancakes come se dovessero dirmi qualcosa da un momento
all’altro.
<< Non mangi? >>
mia mamma mi riportò alla realtà.
<< Certo. è solo che
sono ancora un po’ addormentata >> sorrisi lievemente e tagliai un pezzo
di pancake. Lo addentai e lo assaporai rendendomi conto che era da un sacco che
non ne mangiassi uno. Mi venne improvvisamente fame e finii tutti i pancake nel
piatto in pochissimi minuti.
<< Avevi un po’ di
fame? >> mi chiese ridendo mia mamma.
<< No. Non molta
sinceramente >> sorrisi. << Grazie, erano davvero buonissimi
>> mi avvicinai e le lasciai un bacio sulla guancia.
<< Hai visto che piove?
>> mi chiese guardando fuori dalla finestra leggermente perplessa.
<< Sì, ho visto. È un
evento raro. Magari oggi succederà qualcosa >> le sorrisi.
Mi aspettavo che potesse
succedere di tutto, qualsiasi catastrofe. La pioggia a Phoenix poteva solo
preannunciare un disastro ed ero preparata a qualsiasi cosa.
Salii in camera e mi vestii
velocemente rendendomi conto che il tempo fosse passato più velocemente di
quanto avessi pensato.
Mi pettinai, mi asciugai i
capelli e preparai lo zaino.
Mentre stavo scendendo le
scale, suonarono alla porta: era sicuramente Daniel.
Ero a metà scale quando mia
mamma aprì la porta e salutò Daniel.
Non era nemmeno il caso di
dirlo che mia mamma fosse pazza di Daniel. L’aveva sempre adorato, ma da quando
formavamo una coppia gli era diventato ancora più simpatico.
Vedendoli parlare sulla
soglia della porta mi immaginai la stessa immagine, ma con Edward al posto di
Daniel. Chissà cosa ne avrebbe pensato mia mamma di lui? Gli sarebbe piaciuto?
Avrebbe parlato come parlava con Daniel?
Bella, ma a cosa cavolo stai pensando?
Scossi la testa cercando di
scacciare quel pensiero.
<< Ciao >> dissi
avvicinandomi alla porta.
<< Buongiorno amore
>> Daniel mi diede un leggero bacio sulle labbra davanti agli occhi
sognanti di mia mamma.
<< Ciao mamma. Ci
vediamo più tardi >> le sorrisi e mi avviai verso la macchina di Daniel
che mi seguiva sorridente.
Salii in macchina e appoggiai
lo zaino sul sedile posteriore.
<< Come stai? >>
era tutto allegro. Un sorriso di trentadue denti gli illuminava il viso.
Ma cos’avrà da sorridere così tanto? Occhio che ti
viene una paralisi facciale se continui a sorridere così.
Mi stupii del mio pensiero
tutt’altro che amorevole. Non avevo mai detto una cosa del genere, figuriamoci
pensarla. Non era normale che la pensassi, non era normale che mi desse
fastidio che il mio ragazzo fosse felice.
Anch’io lo ero, in un certo
senso. Togliendo gli incubi e il fatto che una parte di me voleva ancora il mio
ex, stavo benissimo. Alla grande.
<< Bene, grazie. Tu?
>> gli feci un sorriso il più sincero possibile. Non volevo subire un suo
interrogatorio alla mattina presto.
<< Benissimo. >>
<< Lo vedo >>
ridacchiai. << Come mai sorridi? >>
<< Sono felice. Sono
l’uomo più felice su questa terra. Ho una ragazza che amo con cui sto bene e
non potrei desiderare di meglio >> guardava la strada con un sorriso
felice, sinceramente felice.
Guardandolo mi domandai se
anch’io avessi quello sguardo quando stavo con Edward, se anch’io sprizzassi
amore da tutti i pori. Mi rendevo conto dei sentimenti che Daniel provava per
me e mi sentivo un po’ in colpa a non provarli anch’io, ma gliel’avevo detto,
volevo provarci, volevo provare ad avere una relazione con lui e sapeva che non
ero ancora innamorata di lui.
Ma nonostante tutto mi
sentivo in colpa, tremendamente in colpa, mi sembrava quasi di prenderlo in
giro e non volevo essere così stronza.
<< Non ti sembra strano
che piova? >> mi chiese improvvisamente dopo qualche minuto di silenzio.
<< Be, sì, ma sono abituata.
A Forks pioveva quasi sempre, ormai ci avevo fatto l’abitudine >> sorrisi
leggermente malinconica rendendomi conto che quel tempo uggioso mi mancasse
terribilmente.
Arrivammo a scuola e
parcheggiò.
Raggiungemmo gli altri ed
incominciammo un altro noiosissimo giorno di scuola. Almeno, lo considerai tale
fino a quando non uscii da scuola.
Come ogni giorno, al suono
della campanella mi diressi verso l’armadietto di Daniel e degli altri per
ritrovarci ed uscire tutti insieme, per parlare, chiacchierare e raccontarci
qualcosa della giornata.
Eravamo tutti insieme: io,
Daniel, Helena, Matt, Mark e Luke.
Stavamo parlando, o meglio,
stavano parlando, ero un po’ sulle mie da quando Edward era tornato, anzi, se
n’era riandato.
Ero persa nei miei pensieri,
nelle mie riflessioni, quando la voce di Helena mi riportò alla realtà.
<< Ma chi è quel
grandissimo gnocco? >> si mise quasi ad urlare. << Guarda che
sorriso e come mai guarda nella nostra direzione? >> sembrava quasi in
adorazione.
Mi sentii osservata.
Osservata da uno sguardo famigliare, troppo famigliare.
Alzai lo sguardo e mi trovai
davanti l’ultima persona che avrei mai pensato di vedere: Edward era appoggiato
ad un muro con le braccia incrociate mettendo in mostra i muscoli dei bicipiti
che si intravedevano sotto la maglietta nera che portava. Un paio di jeans gli
fasciavano le gambe toniche e perfette. Il suo solito sorriso sghembo gli
increspava le labbra. I capelli arruffati e rossicci gli incorniciavano il viso
e gli occhi dorati che mi guardavano, che mi sorridevano. Non solo le labbra
erano increspate in un sorriso, ma anche gli occhi che lo riflettevano.
Mi bloccai improvvisamente
rendendomi conto che fosse realmente lui, che fosse tornato nuovamente. Persi
un battito nel momento esatto in cui me ne resi conto. Era lì, per me. Di
nuovo.
<< Bella tutto bene?
>> mi chiese Helena scrutandomi preoccupata.
Distolsi lo sguardo da Edward
e guardai Helena.
<< Sì, sto benissimo
>> guardai nuovamente il vampiro più bello che avessi mai visto. <<
Ragazzi, voi andate avanti, io vi raggiungo >> sorrisi.
Daniel si avvicinò
preoccupato.
<< Tutto bene? >>
mi chiese scrutandomi ancora più preoccupato di quanto lo fosse Helena.
<< Sì, benissimo. Non
ti preoccupare. Arrivo subito >> sorrisi. Un sorriso più finto di quello
non l’avevo mai fatto.
Ero felice. Ogni fibra del
mio essere voleva correre da Edward, abbracciarlo, baciarlo, dirgli quanto lo
amassi, ma quando mi girai nuovamente a guardarlo mi resi conto che era la
seconda volta che tornava e che poteva andarsene come se n’era andato altre
volte prima.
Improvvisamente mi resi conto
di quanto fossi stata ridicola solo a pensare di corrergli incontro e di dirgli
che lo amavo.
L’euforia e la gioia nel
vederlo era scomparsa lasciando spazio all’arrabbiatura più totale.
Mi avvicinai con passo deciso
e sicuro guardandolo intensamente negli occhi.
Se ne stava lì, appoggiato al
muro come se niente fosse, come se il mio cuore non facesse una capriola ogni
volta che mi guardava o che sorrideva sghembo.
Mi sentivo un contro senso:
il mio cervello aveva deciso di rimanere duro, freddo, arrabbiato con lui per
quello che mi aveva fatto, ma il mio corpo non voleva collaborare, non aveva la
minima intenzione di farlo, anzi, faceva tutto l’opposto.
Quando arrivai a meno di un
metro da lui mi fermai ed incrociai le braccia al petto.
<< Cosa ci fai di nuovo
qui? >> assottigliai lo sguardo cercando di fargli capire che la sua
presenza non fosse gradita, anche se non era assolutamente vero.
Nonostante il mio sguardo, non
la smise di sorridermi sghembo facendomi quasi pentire di essermi avvicinata.
Si staccò dal muro e sciolse
le braccia lasciandole andare lungo i fianchi.
<< Avevo voglia di
vederti >> sorrise.
<< Edward >> lo
guardai torva. << Piantala di fare questo giochino. Sono stufa marcia di
vederti tornare e poi vedere che te ne vai. Te ne sei andato due volte, sei
tornato una volta, adesso basta. Non sono una stupida. Cosa sei tornato a fare
stavolta? Per darmi ancora false speranze e poi andartene di nuovo? Cos’è ti
diverti? Sul serio Edward, dimmi perché sei tornato >> ero dura, fredda.
Il suo caratteristico sorriso
sghembo scomparve.
Distolse lo sguardo e poi
prese un profondo respiro di cui non avrebbe avuto bisogno.
<< Bella, lo so. Me ne
rendo conto che ti ho fatto soffrire due volte. Sono stato uno stupido ad
andarmene una settimana fa, pensavo che fosse la cosa giusta, pensavo che fosse
giusto lasciarti vivere la tua vita senza di me, ma mi sono reso conto che la
mia esistenza non è niente senza di te. Ti amo Bella e sono tornato per
riconquistarti. Farò qualsiasi cosa pur di farti capire che sono ancora
innamorato di te, che il mio sentimento non è minimamente cambiato da un anno e
mezzo a questa parte. Lo so, ti ho fatto soffrire e ti prometto che stavolta
non me ne andrò. Sono tornato per restare >> mi guardava intensamente
negli occhi facendomi perdere in quelle iridi dorate.
<< Edward, sei in
ritardo. Sto con Daniel. Sei davvero sicuro di quello che stai facendo? Sei
sicuro di non essere tornato per poi andartene? >> il mio scudo di
freddezza era andato a quel paese sostituito da una fragilità che mi era sempre
appartenuta.
<< No, sono tornato per
restare e farò qualsiasi cosa, qualsiasi cosa per farti capire quanto tu valga
per me. Tu vali più di qualsiasi cosa al mondo, vali più della mia stessa
esistenza >> si avvicinò e allungò una mano verso il mio viso per
accarezzarmi una guancia.
Mi beai del contatto con la
sua mano fredda e marmorea, di quel contatto che avevo desiderato di sentire di
nuovo su di me da quel giorno nella radura. Era dolce, gentile. Mi sorrise
teneramente facendomi battere all’impazzata il cuore. Gli occhi mi pizzicavano,
ma mi imposi di non piangere davanti a lui.
Si piegò verso di me e mi
baciò teneramente la fronte.
<< Ti amo Bella
>> sussurrò ancora a contatto con essa.
Si allontanò lasciandomi lì,
a guardare la sua figura allontanarsi.
Il cuore mi batteva
all’impazzata e in quel momento mi ritrovai ancora a Forks, a scuola con
Edward, con tutti i Cullen a passare dei momenti bellissimi.
Una parte di me non voleva
minimamente credere alle parole di Edward, ma l’altra mi gridava a gran voce
che dovevo farlo, dovevo credergli, dovevo fidarmi di lui.
Sì, ero sicurissima che
quella volta non mi avrebbe lasciato, che sarebbe rimasto, che avrebbe fatto di
tutto per farmi capire quanto mi amasse, anche se l’avevo già capito.
Io ero pronta, ero pronta ad
ogni sua mossa, ma ero anche pronta a non perdonarlo tanto facilmente, a non
dargliela vinta subito.
Insomma, mi aveva lasciato
per ben due volte, avrebbe potuto farlo anche una terza.
Lo sapevo, non aveva senso.
Dicevo di fidarmi di lui, ma poi dicevo che non dovevo dargliela vinta
facilmente, che non dovevo lasciarmi andare troppo dell’emozione.
Ma poi mi venne in mente un
particolare non poco scomodo: Daniel. Dovevo pensare anche a lui. Cosa dovevo
pensare? Lasciarlo e tornare tra le braccia di Edward senza neanche battere
ciglio o “usarlo” per farlo ingelosire? Scelsi la seconda opzione, anche se mi
sentii stronza all’inverosimile appena lo pensai. Ma dovevo farlo, era l’unica
cosa che potevo fare, anche se sapevo che forse mi sarei cacciata in una
situazione che mi sarebbe sfuggita di mano.
L’avevo detto io quella
mattina: la pioggia avrebbe portato una catastrofe ed effettivamente l’avevo
fatto.
Non so davvero come farmi
perdonare, non so davvero come chiedere scusa per questo madornale ritardo. È
passato un mese dal mio ultimo aggiornamento e non ho scuse. Non ho davvero
scuse, anche se qualche spiegazione devo darvela.
Dopo il capitolo 4 non avevo
più capitoli pronti e a disposizione. Mi sono maledetta per non aver scritto
più capitoli prima di cominciare a postare la storia, ma non potevo più farci
niente. Ma c’è anche un altro fatto che mi ha impedito di aggiornare:
l’ispirazione, o meglio, c’era qualcosa che mi impediva di scrivere e non
riuscivo a farlo. Ci provavo, ogni sera provavo a scrivere, ma continuavo a
guardare quella pagina vuota di word in cerca di un minimo di ispirazione che
mi facesse andare avanti a scrivere. La cosa che mi faceva imbestialire era che
il capitolo era tutto nella mia testa, ma c’era qualcosa che mi bloccava.
Ma alla fine, finalmente, l’ispirazione è arrivata ed ho cominciato a scrivere, capitolo, dopo capitolo. Adesso non sono molto avanti, avrei voluto scrivere più capitoli, ma penso ( e spero) di non farvi mai più aspettare un mese per un capitolo. Per adesso sono arrivata a scrivere 7 capitoli e spero di andare avanti e di portarmi abbastanza avanti.
Ma alla fine, finalmente, l’ispirazione è arrivata ed ho cominciato a scrivere, capitolo, dopo capitolo. Adesso non sono molto avanti, avrei voluto scrivere più capitoli, ma penso ( e spero) di non farvi mai più aspettare un mese per un capitolo. Per adesso sono arrivata a scrivere 7 capitoli e spero di andare avanti e di portarmi abbastanza avanti.
Davvero scusate, spero di non
aver perso lettori, mi dispiacerebbe davvero tantissimo.
Parlo di questo capitolo che
forse è meglio. Avrei voluto farvi aspettare e prorogare il ritorno definitivo
di Edward nel prossimo capitolo, ma non mi sembrava il caso di dedicare tutto il
capitolo alle riflessioni di Bella, sarebbe stato troppo pesante e sinceramente
anche brutto. Sto cercando di andare abbastanza veloce negli avvenimenti di
questi capitoli perché la reale storia comincerà tra qualche capitoli.
Detto questo. Spero che il
capitolo vi sia piaciuto e che come ritorno non vi abbia deluso.
Voglio ricordarvi anche
l’altra mia storia che sto pubblicando: Nothing is as it seems. Mi farebbe
davvero piacere se passaste a darci un’occhiata.
Ringrazio tutte le persone
che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate e a
quelle persone che mi hanno inserito tra gli autori preferiti. Davvero grazie.
*_* Mi rendete davvero felice *_*
Mi sono davvero dilungata
troppo, quindi passo a rispondere alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeeeeeee,
tu in questo momento sarai a Londra a girare con uno starbucks in mano e a divertirti
con la tua best. Ma com’è giusto che sia, devo rispondere alla tua recensione. Noooooo,
ok. È solo da domenica che sei partita e già mi manchi un sacco. Sai già che quando
tornerai dovrai farmi sapere ogni singolo avvenimento. Oddio, ma manca ancora tantissimo
al tuo ritorno, non è nemmeno passata una settimana =(
Va be, mi blocco e continuo a
rispondere alla tua recensioni, anche se non so quando la leggerai e se la leggerai
=)
Lascio stare, volutamente, l’aggettivo
che ha dato al mio capitolo, come se io ci credo. XD
Infatti, noi siamo uniche e chissenefrega
di quello che pensa la gente, ha qualche problema? Se lo risolve, non sono fatti
miei. io vivo lo stesso, forse anche meglio.
Ahahah povera Bella, metti che
Edward non fosse tornato davvero, lei doveva aspettarlo in eterno? Ma anche no.
eh che cazzo. -.-
Ma daiiiiii, Daniel è caruccio.
*_* Davvero molto caruccio *_*
Phil non ha problemi, è solo simpatico
e figo. Se dovessi sapere come me lo sono immaginato io, capiresti subito. Ahahah
È tutti hanno detto un sacco di
stronzate nel vecchio capitolo, soprattutto Bella.
Un bacione Geme. Ti voglio bene.
Non vedo l’ora che torni ^_^
vittoriaKf: Ciao!
Sono davvero felicissima di sapere che la storia ti piaccia.
Bella è una stupida per aver
sempre pensato che Edward fosse un’illusione dettata dalla sua fantasia, è
stata davvero stupida.
Mi sembra più che ovvio che
Bella ed Edward torneranno insieme, ma come? Quando? E dopo quanto tempo? La storia,
ovviamente, non è incentrata solo sulla loro riconciliazione, ma anche su
quello che avverrà dopo che si saranno riconciliati. Ok, sto dicendo troppo.
Meglio che mi fermo.
Ti chiedo immensamente scusa
per il ritardo, non ho davvero scusanti. Spero che ci sarai ancora a seguire la
mia storia. Un bacione ^_^
elisa1755: Ciao
cara! Come stai? Scusa davvero l’immensissimo ritardo, ma tra scuola e piccolo
blocco, non riuscivo davvero a postare prima. Chiedo umilmente perdono. *si
inginocchia*
Ahahahah immagino che in ogni
suo POV avresti voluto ucciderlo, ma risparmialo per i prossimi capitoli. Ci
saranno dei suoi POV in cui lo ucciderai davvero. Ahahahah Davvero, se va di
questo passo non si metteranno più insieme. Ahahah
Spero che sarà ancora
incollata per vedere come va, nonostante sia in ritardo di un mese. Oddio, sto
male solo a pensarci, non sono abituata a fare questi ritardi. =(
Anche a me fa strano scrivere
di Bella che bacia un altro, anche se a me Daniel piace come ragazzo, cioè mi
sta simpatico. Ma ovviamente preferisco Edward. *_* Un bacione. ^_^
vanderbit: Ciao!
Chiedo scusa anche a te per l’immenso ritardo e spero che continuerai comunque
a seguire la mia storia, mi farebbe davvero piacere. =)
Daniel è un impiccio, ma
Bella lo lascerà? Edward vuole morire? E chi lo dice, magari sì, magari no. Ahahah
ti basta seguire la storia e lo saprai =) Un bacione. ^_^
ste87: Ciao!
Sono davvero felice di sapere che la storia ti piaccia. Spero che nonostante questo
mio ritardo continuerai a seguirla e a farmi sapere un tuo parere, ne sarei davvero
felice. =) Un bacione. ^_^
Alla prossima ^_^