Entro in casa e subito la prima
cosa che mi accoglie é il profumo della cena che sta preparando il mio Mamoru.
Da quando ci siamo sposati non
mangio più cibi surgelati, lui é un ottimo cuoco e prepara la cena tutti i
giorni.
Ah che tesoro!
- Sono arrivata!- urlo
appendendo borsa e cappotto sull’attaccapanni accanto alla porta d’entrata.
La casa dove viviamo é la mia,
tra le due era la più grande e vicina al lavoro e poi, nell’ultimo periodo,
prima che mi chiedesse di sposarlo, stava in pianta stabile da me, tornava nel
suo appartamento solo per dare da mangiare ai pesci.
- Come sta Minako? – mi chiede
uscendo dalla cucina.
- Stanca ma felice... domani
torna Takashi. – gli rispondo dandogli un bacio sulla guancia – Questo bacio
era da parte di Akira. – gli metto le braccia attorno al collo e gli do un
bacio appassionato – E questo é da parte mia.
- Ah...- mormora ridendo sulle
mie labbra – pensavo da parte di Minako!
Gli do un leggero pugno sul
petto.
- Sto scherzando! Sto
scherzando! - ride stringendomi forte –
La cena é pronta... ed é già molto tardi. Vieni a mangiare?
- Adesso non ho fame...
***
Che pace... che silenzio... non posso credere che stamattina ci sia tutta questa calma in ufficio.
- TSUKINO!!
Ho parlato troppo presto.
Mi sembrava strana questa
quiete.
Se con il mio matrimonio pensavo
di aver guadagnato anche un po’ di rispetto da
parte di Jérome mi sbagliavo di grosso, anzi i grandi capi hanno pure
promosso boccuccia di rose responsabile di non ho capito bene cosa. Detto in parole povere: se prima faceva il
minimo indispensabile ora non fa più neppure quello e, di conseguenza, il mio
lavoro è raddoppiato.
La vita é ingiusta.
Il terremoto che preannuncia il
suo arrivo fa tremare le cornici che ho sul tavolo, già sotto il naso sento
l’odore dei suoi sigari e, fortunatamente, ha cambiato marca, l’odore fa schifo
lo stesso ma non é più così nauseabondo come prima.
Eccolo che entra... accidenti mi
sembra ingrassato... come fa a passare dalle porte?
- Dovresti metterti a dieta
Jérome. – gli dico ancor prima che lui possa aprire bocca.
- Fai meno la spiritosa. –
grugnisce come un maiale portandosi davanti alla mia scrivania – Ho un compito
per te. Deve venire da New York un uovo scrittore molto in gamba, voglio che
pubblichi i suoi romanzi tramite noi.
- E io che centro?
- Sta venendo in Giappone per
scegliere l’editore ideale, é un pezzo grosso, famoso e molto bravo... Usagi
voglio quello scrittore!
Alzo gli occhi al cielo...
questa mi mancava!
- E, secondo il tuo cervellino
malato, cosa dovrei fare per convincerlo a scegliere noi.
Vedo gli occhietti di Jérome
illuminarsi pericolosamente, come se avesse un piano ben delineato nel suo
cervello, un piano che, so già, non mi piacerà.
- Stargli alle costole, - mi
dice come se fosse il piano più geniale che gli sia mai venuto in mente... bhe
conoscendo quel lardone pervertito é veramente così – sii carina con lui, fagli
capire che noi siamo i migliori nell’editoria.
Non posso credere alle mie
orecchie.
- Scusa Jérome... cosa intendi
per carina.
Il viso del mio capo diventa
serio.
- Usagi... non mi interessa
quello che farai con lui, portalo in giro, al cinema, puoi anche portartelo a
letto basta che lo convinci a venire da noi!
- Jérome non voglio fare da
balia ad uno scrittore viziato! – protesto scattando in piedi – Perché non lo
fai tu? Sei il mio capo giusto?
Il ciccione tira una boccata dal
suo sigaro cubano.
- Ho da fare. – mi dice
semplicemente – In questo periodo ho parecchio lavoro.
- Tu hai parecchio lavoro? –
urlo arrabbiata – Quelle attrici da due soldi che ti gironzolano intorno le
chiami lavoro adesso?
- Usagi ho bisogno della persona
con più esperienza e, per mia disgrazia, sei tu! Fattela andare bene perché ho
già deciso.
- Mamoru lo sa?
So che é ingiusto... non dovrei
nascondermi dietro mio marito, che tra l’altro e il capo di Jérome, e non
dovrei neppure usarlo per minacciare una persona.
Ma, in fin dei conti, Jérome non
é una persona.
E’ un ammasso di lardo e sudore
che cammina e parla... beh parla... spara stronzate più che altro.
- Certo che lo sa!- mi risponde
lui sicuro – Chi credi che mi abbia consigliato?
Ora sono confusa... Mamoru... il
mio Mamoru, ha detto a Jérome di mandarmi a fare la baby sitter ad uno
scrittore?
Non mi sembra possibile.
Corro nel suo ufficio, Mamoru sa
bene che odio fare queste cose...
Il mio maritino é al telefono,
seduto sull’angolo della scrivania, appena mi vede mi fa un bellissimo sorriso
e un piccolo cenno con la mano.
Annuisco e mi siedo sulla poltrona nera davanti alla sua scrivania.
- Sì, va bene... ho capito..
certo... farò il possibile...- alza gli occhi al cielo esasperato – ok... entro
fine mese. Arrivederci. – mette giù la cornetta e mi guarda – Dimmi amore mio.
Non vorrei esser rude con lui,
mi alzo, gli sorrido e mi avvicino a lui.
- Mamoru, - dico con quel tono
di voce da cucciolo bastonato, quando faccio così mi sento molto stronza – hai
detto tu a Jérome che devo comportarmi bene con un possibile nuovo scrittore?
La sua espressione é stupita...
lo sapevo che Jérome mi aveva detto una palla!
- Jérome mi ho solo detto che
c’é uno scrittore famoso che sta arrivando in città per pubblicare la sua
biografia. Voleva un consiglio su come convincerlo a scegliere noi come editore
e io gli ho detto di prendere il nostro uomo migliore e di convincerlo.
Sono basita... Jérome mi
considera l’editore migliore?
- Ti ha veramente detto di fare
la carina con lui? – mi chiede Mamoru curioso – Devo parlarci io?
In questo instante mi rendo
conto che Jérome ha stima e fiducia in me, crede nel mio lavoro e, a dispetto
di tutte le nostre litigate, lui mi considera uno dei suoi uomini migliori.
- No... – balbetto ancora
incredula – io... io credo di potermela cavare.
Mamoru mi guarda stralunato per
qualche istante poi mi da un lieve bacio sulla guancia.
- Ti ha stupito il fatto che
Jérome ti consideri il suo editore migliore?
Annuisco piano... mi rendo conto
di sembrare una perfetta cretina.
- Lavori con impegno, sei brava,
hai talento...
Gli sorrido e gli accarezzo una
guancia.
- Sei di parte. – mormoro.
- Ho sempre creduto nelle tue
capacità e anche Jérome... forse lui non lo vuole ammettere tutto qui.
- Può darsi... – sospiro e mi
avvio alla sua porta – ve bene, farò questo maledetto lavoro!
- Ah Usagi?
Mi volto in silenzio.
- Non essere troppo carina
con lui. – dice con un lieve sorriso.
- Sei geloso?- insinuo alzando un sopracciglio... é adorabile quando fa il finto geloso.
Ridacchia leggermente, mette le mani dietro la nuca e alza lo sguardo verso il soffitto.
- Chi? Io?
- Lo sai che sei adorabile quando fai così?
Mi lancia uno sguardo e sorride maliziosamente.
- Mi hai sposato per questo no?
Ah... non posso dargliela vinta!
- No, ti ho sposato perché sei il mio capo!
Scoppia a ridere mentre torna al suo lavoro, io chiudo la porta e torno nel mio ufficio dove Jérome mi sta aspettando.
- Va bene. – gli dico scocciata – Ma scordati che io sia carina in qualche modo speciale con lui. Mi comporterò come mi sono comportata con tutti gli altri scrittori.
Jérome mi sventola la mano grassoccia davanti al viso.
- Sì sì va bene... che palle che sei... ma non fartelo scappare o ti mando in Siberia a raccogliere documenti per un libro sui pinguini.
- Almeno dimmi chi é.
- Seya Kou.