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Autore: Oryenh    12/11/2010    9 recensioni
Mordred incrociò le braccia al petto, scervellandosi per trovare qualche di intelligente e interessante da dire.
“Scegli una carta.”
Gran mossa. Ora da nerd sfigato, passava a nerd psicopatico.
- To Egle -
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Morgana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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A Egle.

happy 12/11 to you!


*un'occhiata all'edit 2 sul fondo prima di leggere!


.donna di picche.



“Ahi” disse atono, senza alzare lo sguardo dall'accendino che teneva tra le dita. Sentiva i polpastrelli di Morgana sfiorargli il dorso della mano, spalmando delicatamente la pomata per le ustioni.

“Se stessi più attento...” mormorò la ragazza prendendo un altro po' di crema sull'indice.

Mordred sollevò lo sguardo, osservando il suo profilo elegante e la pelle diafana.

La sua vicina di casa era incredibilmente bella. Non gli era mai capitato di sentire le famose farfalle allo stomaco davanti ad una ragazza. Almeno finchè Morgana non si presentò per la prima volta sul portico di casa dei suoi.

Quel giorno aveva appena sbattuto il piede contro l'angolo di un mobile e stava ancora imprecando a bassa voce quando, aprendo la porta allo scocciatore di turno, trovò quella ragazza mora e bellissima ferma sullo zerbino di casa.

Sentì istantaneamente la salivazione azzerarsi e lo stomaco contrarsi in modo piacevole. Non si ricordò di parlare, di respirare, di fare qualsiasi cosa che potesse farle credere di non essere di fronte ad un perfetto idiota.

“Ciao” gli sorrise lei, avvicinandosi di un passo.

Mordred si schiarì la voce e cercò di darsi un contegno, ricordandosi contemporaneamente di essere in canotta e bermuda e di non aver tolto dalla testa il cappello scaccia-figa.

“Ciao” rispose, cercando di far sparire il cappellino fashion con la forza del pensiero. Avrebbe dovuto ascoltare i suoi amici il giorno che gli avevano detto che se voleva avere ancora una chance di scopare in vita sua, avrebbe dovuto sbarazzarsene.

“Io sono Morgana. Mi sono appena trasferita qui davanti” il suo sguardo venne catalizzato dalla linea esile del collo quando la ragazza si girò per indicargli la casa a fianco della loro.

Si riscosse bruscamente, imponendosi di fissare la ragazza negli occhi e non pensare a niente di diverso dalle parole che stava pronunciando. Niente figure di merda al primo incontro.

“Mi dispiace disturbare, ma non mi hanno ancora allacciato l'elettricità e avrei davvero bisogno di mettere in carica questo. Giusto il tempo di accenderlo a fare una brevissima chiamata.”

Mordred fissò il cellulare a cui era attaccato un caricabatterie. Gli sembrò l'oggetto più bello del mondo.

“Ah... sì, come no! Entra” si fece da parte per farla entrare.

Nell'istante in cui lo superò avvertì un profumo leggero ed invitante di bagnoschiuma.

“C'è una presa vicino al tavolino in salotto.”

Le indicò il punto e si sfregò la nuca, spostando il peso del corpo da un piede all'altro, fermo sullo stipite.

“Grazie mille” sospirò la ragazza mentre collegava il caricabatterie alla presa.

Incrociò le braccia al petto, scervellandosi per trovare qualcosa di intelligente e interessante da dire. Doveva dire qualcosa.

Qualcosa che non avesse niente a che vedere con World of Warcraft. E con la stupida partita che aveva lasciato in pausa sullo schermo gigante della televisione e che ora aveva catalizzato l'attenzione di Morgana. Qualcosa che, possibilmente, avrebbe potuto migliorare l'immagine di nerd sfigato che era riuscito a costruirsi nei centottanta secondi trascorsi con lei.

“Scegli una carta.”

Gran mossa. Ora da nerd sfigato, passava a nerd psicopatico.

Mordred si schiarì la voce, avvicinandosi e fingendosi una spavalderia che in quel momento non aveva.

I prestigiatori facevano sempre colpo sulle ragazze.

Bastava sorridere, ammiccare e lasciarle credere che non stesse sudando sette camice per nascondere il trucco.

Raccattò il mazzo di carte dal tavolino e glielo porse.

“Scegline una” ripetè, sedendosi sul tavolino davanti al divano.

Osservò Morgana guardare le carte con una strana espressione sul volto. Le sue dita ne accarezzarono la superficie, prima di arcuare gli angoli della bocca e sedersi sul cuscino morbido del sofà. “E va bene... ma ti avviso che sono molto difficile da impressionare.”

Mordred si passò lentamente la mano sul collo leggermente umido.

Sì... Tutte le ragazze credevano di essere più difficili delle altre. Ma lui aveva un paio di assi nella manica che funzionavano con tutte.

“Scelta” mormorò la ragazza, tenendo la carta gelosamente nascosta tra le mani.

Mordred recuperò il mazzo e gli diede una mescolata, senza staccare gli occhi da lei. Quello che aveva intenzione di usare era un giochino semplice, ma molto efficace. Le avrebbe strappato una risata e con quella innocua stronzata avrebbe riacquistato i punti persi per cappello, bermuda e videogioco.

Magari anche per la differenza d'età. Ma quello, più che punti persi, era partire in svantaggio.

Si umettò le labbra e sistemò il mazzo in modo che fosse pronto a rivelargli la carta che aveva scelto. Lo aprì e lasciò che lei scegliesse dove nasconderla.

Carta segnata. Ormai era come scoperta. Bastava far scorrere il mazzo e rintracciare il suo segno.

“Vuoi darci una mescolata?” le chiese gentilmente.

Lei sorrise e scosse la testa. “Mi fido. Fai tu.”

Mordred scrollò le spalle piacevolmente sorpreso. Ancora più semplice così.

Fece scrocchiare il collo e porgendole la prima carta del mazzo.

“Reggi questa” mormorò prima di iniziare a impilare ad una ad una le carte sul palmo della mano di Morgana.

Si finse indeciso su un paio e poi proseguì spavaldo. Così spavaldo che solo dopo aver superato i tre quarti di mazzo cominciò a domandarsi perchè il segno non era ancora comparso.

Eppure era abbastanza certo di averla sistemata più o meno a quell'altezza.

Fece scorrere le ultime carte, cominciando a sentire un filino di panico.

La figura di merda era in agguato.

Ma non era possibile. Nessuno sbagliava quel trucchetto.

Nessuno era così coglionazzo da perdere il segno.

Perchè a lui? Perchè a lui davanti alla supergnocca della nuova vicina?

“Non la trovi?”

Lanciò un'occhiatina veloce alla ragazza.

Oh, l'avrebbe trovata eccome. Si sarebbe fatto uscire la carta dalla narice sinistra piuttosto che ammettere di averla persa.

Le sorrise con la sua miglior poker face e tornò sulle ultime carte viste.

Guardò un sette di fiori e il tre di quadri.

Poteva essere solo una di loro due.

Non era per un cazzo possibile che fosse indeciso. Ma peggio di così..

“E questa?” domandò porgendole il tre.

Sentiva lo stomaco contrarsi poco naturalmente mentre Morgana studiava la carta.

Poté quasi sentire la morsa allentarsi quando le sue labbra si piegarono in un sorriso bellissimo e poté quasi sentire una manciata dei suoi neuroni dargli del coglione quando quelle labbra pronunciarono un “No, mi dispiace.”

Porca troia.

Guardò con odio il sette di fiori, pensando rapidamente a come ribaltare la situazione a suo vantaggio, possibilmente con qualche effetto pirotecnico.

“E' questa” la mano di Morgana scivolò agile verso il suo cappello. Glielo sfilò dal capo e, prima che le sopracciglia di Mordred raggiunsero l'attaccatura dei capelli, ne fece uscire una donna di picche.

Era così scioccato che non gli venne in mente neanche una parolaccia degna di quel nome.

Forse con quella particolare ragazza ci sarebbe voluto un pochino più impegno del previsto.


***


Mordred chiuse con un colpo secco lo zippo ed espirò profondamente mentre Morgana gli sistemava il grosso cerotto sul dorso della mano.

Dopo quattro mesi dal loro incontro aveva appurato che “impegno” era poco meno di un eufemismo. Quella ragazza gli era completamente immune. Non si era mai sentito così insicuro in tutta la sua vita. Mai una ragazza lo aveva preso così poco sul serio. Mai nessuna era riuscita a schivare tutti i suoi approcci con tanta facilità.

Pareva che Morgana lo vedesse come un ragazzino di dieci anni. Maturo per la sua età, ma comunque un bambino.

“Se stessi più attento i miei trucchi continuerebbero a fare schifo.”

La ragazza sorrise lentamente “Non fanno schifo. Devi solo fare esercizio e non affrettare le cose. Si parte dai trucchi più semplici per..”

Mordred roteò gli occhi. “Se se... lo so.”

Fece schioccare la lingua. Si era anche offerta di insegnargli qualcosa una volta.

Quante possibilità aveva di ritrovarsi come vicina l'unica studentessa di medicina con la passione dei giochi di prestigio?

Già.

“Lo sai, ma intanto è la quinta bruciatura.”

“Il trucco merita” le sorrise più sicuro. Meritava davvero. Ci stava diventando scemo, ma se ci fosse riuscito niente sarebbe stato troppo difficile per lui.

Neanche farsi prendere sul serio da Morgana.

“A posto” gli sfiorò il dorso della mano con i polpastrelli. Una carezza leggera. Il solito gesto un po' più intimo che aveva la capacità di confondere Mordred.

Comparivano così dal nulla, nei momenti più disparati. Un abbraccio per salutarlo, una carezza sulle spalle quando gli si avvicinava, il ginocchio contro il suo mentre erano seduti a tavola. Sembrava che succedesse solo quando non era così attenta a quello che faceva.

Erano quei piccoli episodi che avevano convinto Mordred di avere una possibilità.

“Mi fai mangiare qua?” provò a chiederle, inclinando il capo.

“I tuoi non ci sono neanche stasera?”

“Noup... mi hanno lasciato i soldi per la pizza. Offro io.”

“Okay allora. Io ci metto il dessert e il film horror.”


***


Mordred adorava gli horror.

Non si trattava di vedere psicopatici con l'accetta e bionde tettone che correvano come le bagnine di Baywatch per salvarsi. Si trattava dell'alibi incredibile che offrivano per diminuire l'ampiezza degli spazi personali. Si trattava di spalla contro spalla, coscia contro coscia e guancia contro il braccio. Lode agli horror.

Ormai la sfida era diventata quella di cercare il peggiore. Il più pauroso, il più cruento, il più adrenalinico. Quello che avrebbe azionato la modalità “fanciulla spaventata”.

Certo, durante l'ideazione del suo elementare piano Mordred aveva dato per scontato che la fanciulla sarebbe stata impersonata da quella che tra i due aveva le tette.

Durante la visione di Hostel aveva invece tristemente capito che la parte sarebbe toccata a lui.

E poi chi lo accusava di non metterci dedizione nei suoi progetti?

“Dai... è quasi passata la scena. Ancora un po' di sangue...” la mano di Morgana gli copriva gli occhi, tenendolo protettivamente contro la sua spalla. Che era profumata e calda.

E dava uno spettacolare punto di vista sulla sua scollatura.

Non gli importava di ricordarsi di emettere qualche mugolio di disapprovazione ogni tanto. Un versetto poco virile e le dita lunghe della ragazza cominciavano a sfiorargli il viso con fare rassicurante. Negli ultimi dieci minuti avevano cominciato pure ad insinuarsi lentamente tra i suoi capelli.

“Finita” gli assicurò Morgana, dandogli una pacchettina incoraggiante sulla spalla.

Mordred si schiacciò maggiormente contro il suo fianco. “Ora ne comincia un'altra. Me lo sento.”

Sentì il corpo della ragazza vibrare sommessamente contro di lui. Stava ridendo intenerita.

Il suo braccio si stava anche avvinghiando attorno al suo collo, quindi poteva pure soprassedere sulla risata più mortificante ideata dal genere femminile.

Allungò il braccio attorno alla vita della ragazza e con un movimento sicuro se la tirò in grembo, facendole scappare un gridolino.

“Non fa così paura!” la sentì protestare mentre la stringeva con entrambe le braccia.

“Questo lo dici tu.”

Morgana provò a sgusciare via dalla presa, ma Mordred la strinse maggiormente impedendole di muoversi. “Resta qui” borbottò mogio.

Sospiro profondo. Silenzio. Morgana stava cedendo. Ingoiò un sorriso soddisfatto.

Aspettò di sentire il suo corpo rilassarsi contro di lui e poi allentò un po' la presa, deciso a godersi la sensazione.

Adorava il corpo di Morgana.

Le sue curve lo facevano impazzire. Si ritrovava troppo spesso completamente perso nei suoi pensieri sulle rotondità dei suoi fianchi e sulla pienezza dei suoi seni. Cominciava a sentirsi quasi un pervertito.

O un normale adolescente.

Inspirò piano il profumo della ragazza, avvicinando cautamente il viso al suo collo. Finse di volersi appoggiare alla sua spalla e socchiuse appena gli occhi annusando il buon odore della sua pelle.

Ora si poteva togliere quel quasi.

Fece scivolare leggermente la mano verso il bordo della maglietta che Morgana indossava. Ne accarezzò il bordo con finta indifferenza. In qualche punto i suoi polpastrelli sfioravano la pelle scoperta dalla stoffa. Avrebbe voluto far scivolare lentamente le dita sotto il tessuto e far risalire piano il palmo sulla pelle calda del ventre. Avrebbe avvicinato le labbra al suo collo e sfiorato la pelle candida, aspettando solo un cenno da parte sua.

Avrebbe avuto un'erezione di lì a pochi secondi, se non avesse riportato i suoi pensieri sulla retta via immediatamente.

E un'erezione contro la coscia di Morgana era una pessima, pessima idea in quel momento.

Quasi quanto voltare il capo verso il suo viso, sapendo che lei aveva fatto lo stesso.

Perchè un conto è convincersi di non volerla baciare al mattino, quando la vede andare a prendere la posta con i capelli incasinati e il corpo infagottato in una felpa. Un altro è convincersi di non baciarla quando il suo respiro caldo gli solletica le labbra.

E Mordred non ha mai avuto tutta questa forza di volontà in certe questioni.

Se non ne fosse stato così privo, non avrebbe mai accostato le labbra alle sue mentre una di nome Natalya, o qualcosa del genere, stava facendo una gran brutta fine sullo schermo. Non avrebbe fatto scivolare le dita tra i suoi capelli e non avrebbe finalmente assaggiato quella bocca rossa e morbida.

Morgana sapeva di brownies e vaniglia.

L'altra mano scivolò inevitabilmente sotto la maglietta, risalì lungo il ventre bollente e curvò verso la sua schiena.

La bocca di Morgana era morbida e accogliente. Si schiudeva ad ogni tocco e lo invitava ad esplorarla con la lingua.

Ne assaporò il contorno, tracciando una lieve scia su quel profilo. Avvertì un piccolo gemito infrangersi contro le sue labbra. Una fitta di eccitazione gli scivolò dritta verso il basso ventre. Afferrò i fianchi della ragazza e la ribaltò sotto di sé, schiacciandola con il proprio corpo sul divano. Morgana si inarcò sotto di lui, spingendo il seno soffice contro il suo torace.

Cazzo, sarebbe morto davvero molto presto.

Le accarezzò lentamente i fianchi, premendo i polpastrelli sulla pelle calda sopra il bordo dei jeans. Con la lingua assaporava ogni singolo centimetro di quella bocca invitante.

Piccoli brividi di piacere sembravano scivolargli lungo la spina dorsale. Spinse il bacino contro di lei, espirando bruscamente sulle sue labbra. La gamba della ragazza si allacciò al suo fianco, attirandolo maggiormente contro il suo corpo. I loro respiri affannati si infrangevano uno contro l'altro, ora confondendosi ora respingendosi. Le sollevò la maglietta con le mani, facendo scivolare le labbra sul suo collo. Tracciò una scia umida di baci su quella pelle candida. Mordicchiò quell'incavo che aveva sempre trovato così invitante e accarezzò con le labbra la spallina del reggiseno.

“Aspetta!”

S'immobilizzò come se una secchiata di acqua gelata gli fosse appena finita addosso. Sollevò il capo e incontrò gli occhi spalancati di Morgana.

“Cosa-” lo spinse via da lei e scivolò rapidamente giù dal divano imprecando a bassa voce. Era quasi sicuro di averla sentita mormorare qualcosa sulla pedofilia.

“Non posso. Non possiamo. E' una pessima, pessima idea. Hai diciassette anni! Io ne ho ventitré! Sei il figlio dei miei vicini!”

Mordred si sollevò facendo leva sulle braccia. Fissò la schiena della ragazza che continuava a blaterare cose per lui senza senso.

“Morgana...” provò a chiamarla, avvicinandosi. Lei si voltò di scatto, guardandolo con le guance rosse.

“E' meglio se torni a casa.”

Sentì tutto il suo corpo ribellarsi a quelle parole. Che diavolo faceva? Pensava che bastasse dirgli di tornare a casa per liberarsi di lui? Non era un cazzo di bambino.

“Parliamone un secondo. Non è che-”

“Mordred.” ripeté gelida. “Ho detto: vai. a. casa.”

Morgana lo spinse verso l'uscita senza guardarlo in faccia. Le sue labbra erano tirate e il rossore eccitato delle sue guance era quasi sparito.

Lasciò che lo buttasse fuori casa e rimase qualche secondo a fissare il vuoto sul portico.

“Guarda che non puoi evitarmi per sempre” mormorò alla porta chiusa.


***


Invece a quanto pare poteva.

Erano otto giorni che Morgana era letteralmente sparita.

Non la vedeva più prendere la posta, non la vedeva uscire per fare la spesa, non la vedeva tornare a casa distrutta dopo il tirocinio.

Sembrava che avesse deciso di non tornare più a casa.

E ovviamente aveva staccato il cellulare.

Lui non le capiva davvero le donne.

Che cazzo di problema avevano al cervello?

Potevano scartavetrarti le balle accusandoti di essere attratto solo dal loro aspetto, invece che dalla loro personalità, ma quando si trattava di loro e della loro ossessione per uno stupido numero sulla carta d'identità andava tutto bene.

Hai diciassette anni Mordred! Io ne ho ventitre!

Chi se ne frega se da lì a quattro mesi sarebbe stato maggiorenne. Chi se ne frega se neanche una volta si erano sentiti questi cazzo di sei anni di differenza.

Diede fuoco ad un pezzetto di carta tutto piegato, facendo una smorfia. Lo lasciò scivolare sul pavimento in pietra quando la fiamma si avvicinò alle sue dita. Aspettò di vederla spegnersi e poi si appoggiò con i gomiti sugli scalini del portico di Morgana.

Aveva raggiunto nuovi livelli di pateticità.


***


Un'ora e una ventina di foglietti di carta dopo una voce interruppe il flusso dei suoi pensieri nerissimi. “Cosa fai qui davanti?”

Mordred sollevò lo sguardo, incrociando quello di Morgana.

Cazzo... la tecnica del cane randagio aveva funzionato! C'è davvero sempre un'amica dell'interessata pronta a comunicare questo genere di informazioni!

Si alzò in piedi di scatto.

“Ti aspettavo.”

“Mordred, non-”

“Aspetta!” si avvicinò di un passo, con la mano sollevata. “Lascia dire a me una cosa. Poi ti lascio in pace.”

Si umettò le labbra e prese fuori dalla tasca il ventunesimo foglietto.

“Io ti piaccio...” iniziò torcendo il foglio lentamente “...un sacco. E la storia dell'età è una stronzata incredibile.”

Aprì lentamente gli angoli di un lato, strappandone alcuni pezzi sottili per farlo sembrare un fiore.

“Perchè siamo sempre stati bene assieme e questo significa che o io sono incredibilmente maturo per la mia età...”

Mordred si avvicinò di un passo e le porse il fiore di carta.

“...o tu incredibilmente immatura per la tua.”

Quando vide Morgana esitare, prese l'accendino dalla tasca.

“In entrambi i casi sono perfetto per te.”

Diede fuoco al fiore di carta, guardandolo iniziare a bruciare.

“Cosa stai-” un leggero scoppio la interruppe, facendola sobbalzare. Il fiore di carta era sparito in una scintilla di fumo lasciando spazio a una piccola gerbera rossa.

La porse di nuovo a Morgana, avvicinandosi.

“E' dalla figura di merda con le carte da gioco che ci sto lavorando” mormorò guardandola. “Non lascio perdere facilmente, Morgana.”

Aspettò che la ragazza prendesse il fiore e poi chinò appena il capo verso di lei.

“Esci con me” soffiò sulle sue labbra.

Fece appello a tutta la sua forza di volontà per non baciarla e si scostò.

Espirò profondamente, indietreggiando senza staccare lo sguardo da lei.

Non voleva una risposta subito.

Meglio che Morgana ci riflettesse.


***


Un po'.

Che ci riflettesse un po'.

Qualche minuto.

Qualche ora.

Qualche giorno, se proprio voleva torturarlo.

Non una settimana!

Mordred era arrivato al massimo livello di sopportazione.

Credeva di aver fatto un figurone. Il trucco del fiore era fantastico. Quale ragazza non sarebbe caduta istantaneamente ai suoi piedi dopo una cosa del genere?

Morgana.

Ovviamente.

Perchè lo odiava tanto?

Rotolò giù dal divano e si trascinò verso la cucina alla ricerca di qualcosa da bere.

Voleva seriamente darsi fuoco. Lui assieme a tutti i fiori dell'universo.

Il trillo del campanello fece virare la sua traiettoria di qualche grado, verso la porta.

“Scegli una carta.”

Mordred rimase immobile all'entrata fissando Morgana e le carte da gioco che teneva a raggiera tra le mani. Osservò la fantasia blu e rossa sul retro delle carte e poi inarcò il sopracciglio.

“Ma le stai guardando” provò a protestare.

Morgana face un cenno scocciato con la mano. “Lo so! Zitto! Sceglila e basta!”

Il ragazzo arricciò le labbra e fissò concentrato il retro delle carte. Prese la terza da sinistra e abbassò il braccio senza guardare cos'era.

Morgana chiuse il mazzo in un movimento veloce e glielo passò. Le sue labbra si allagarono in un sorriso caldo, che fece venire immediatamente a Mordred la voglia di baciarla. Al diavolo le carte.

“Era proprio quella” gli disse iniziando ad indietreggiare.

Il ragazzo la fissò confuso prima di controllare la carta che aveva scelto.

Una donna di picche. Sul bordo bianco c'era scritto col pennarello “Domani sera alle 8”. Con la fronte corrugata fissò il resto del mazzo che teneva in mano. Lo fece scorrere rapidamente e vide la stessa identica scritta su ogni carta da gioco.

Si fece uscire uno sbuffo di risata dal naso, immaginandola a rovinare un intero mazzo di carte in quel modo.

Sollevò il capo, vedendola già sul portico.

“Questo trucco faceva veramente schifo!” sbottò divertito.

“Per domani ne ho di meglio... tu porta il cappello.”


Due parole.


Allur.. questa fic (che non ha senso, che avrebbe bisogno di un betaggio bestiale, che o la pubblico ora o la brucio) è tutto per Eglina, che oggi compie gli anni ed era convinta di tante brutte cose che sono state smentite (oh! Hai visto, bestia?).

Buon compleanno!


Edit 1 - ah sì! L'uso improprio della poker face è © di Egle.


Edit 2 - mi sono appena ricordata di una cosa importante! Allora.. 1) Mordred è ovviamente Allan Hyde, anche qui © di Egle. 2) Il cappello è invece © di Allan ed esce precisamente da qui: Allan

   
 
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