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Autore: Doralice    20/11/2005    14 recensioni
Ronald Bilius Weasley aveva un piccolo, sciocco, insignificante vizio... il miele.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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HONEY-MAN

Prologo



Ronald Bilius Weasley aveva un piccolo, sciocco, insignificante vizio. Il miele.

Una mania – se così vogliamo definirla – della quale solo la sua famiglia era conoscenza. Perché? Perché Ron se ne vergognava: la giudicava troppo leziosa, poco virile per i suoi standard.

E così, a suon di minacce e corruzioni, riuscì a mantenere questo terribile segreto entro le mura domestiche.

Per lo meno, per 17 anni.


Ma cominciamo dal principio.

Tutto iniziò quando, all’età di otto mesi, la madre ebbe la malaugurata idea di fargli assaggiare il succitato prodotto delle api, senza ovviamente avere la minima idea di cosa avrebbe comportato tale apparentemente irrilevante gesto.

Le conseguenze furono devastanti.

A tre anni lo trovarono semi arrampicato su per la credenza della cucina, come una scimmia, nell’atto di cercare di raggiungere il tanto agognato barattolo.

Appena un anno dopo, arrivarono in ritardo, e lo colsero sul fatto: appollaiato sul ripiano del mobile, imbrattato di miele da capo a piedi.

A sette anni riusciva a scovare il barattolo nei luoghi più impensabili, vanificando gli sforzi della madre, la quale tentava di occultarlo in tutti i modi, magici e non.

A 12 anni era ormai troppo alto e troppo furbo: Molly si ritirò per esaurimento e da allora Ron ebbe campo libero.

Fu allora che Ron coniò il suo motto: qualsiasi motivo è un buon motivo per sbafarsi del miele.

Gradualmente, il vasetto del miele divenne il suo inseparabile compagno. Nel corso degli anni, durante duri allenamenti, imparò una tecnica segreta per svuotarlo, da solo, a tempo di record.


Dopo questo escursus nella storia gastronomica di Ron, possiamo passare ad eventi più interessanti. Quelli, cioè, che segnarono un’importante svolta nella sua vita e che lo portarono svelare la sua doppia natura, il suo volto segreto, il Mr Hyde dietro il Dr Jekyll.

Insomma, le circostanze che fecero conoscere al mondo la vera identità di Honey-man (© by Fred and George Weasley).

Ciò che stiamo per narrare, avvenne alla Tana, il giorno prima del cinquantesimo compleanno di Arthur.


.:°:.


La cucina della Tana era completamente sottosopra. Non che negli altri giorni fosse particolarmente ordinata, ma, con un evento incombente come quello, l’ordine era andato definitivamente a babbanate.

Molly stava preparando la torta per il compleanno del marito, che le aveva espressamente chiesto di fargli quella con il miele e l’uvetta, la sua preferita. La torta doveva necessariamente essere di dimensioni considerevoli, perché potessero almeno assaggiarla tutti i Weasley più qualche invitato, dunque non deve stupire se la cucina era invasa di barattoli di miele e sacchi di uvetta.

« Ronald, che ci fai qui? » disse Molly in tono inquisitorio, appena vide il figlio entrare.

« Ehi, voglio solo guardare… è vietato? » replicò lui in tono indignato.

« Non sono mai tranquilla quando sei vicino al miele. – sbuffò la madre – E questo non è proprio il momento giusto per combinare guai, chiaro? »

« Chiarissimo. » disse Ron alzando le sopracciglia.

Che il concetto gli fosse chiaro, non si possono avere dubbi. Il problema è che, come tutti sappiamo, di fronte all’istinto, la ragione dà le dimissioni.


L’errore che poi commise Molly fu dettato, indubbiamente, dallo stress accumulato negli ultimi tempi. Dunque, non la si può certo incolpare per ciò che accadde in seguito. Ma una cosa è certa: fu lei che fece cadere in tentazione il figlio con la seguente richiesta: « Ronnie caro, non riesco ad aprirlo, puoi aiutarmi? »

Ron, da bravo figliolo, prese il vasetto che la madre gli porgeva e lo aprì.

Ebbene, puntuale come un orologio svizzero, nel preciso momento in cui il ragazzo udì il “clack” – quel meraviglioso, armonioso, delizioso “clack” – del coperchio che si apriva sotto le sue dita, ogni barlume di razionalità venne spazzato via dal suo cervello.

« Ronald Weasley! »

L’esclamazione della madre riportò Ron alla realtà. Ed egli si rese conto, con enorme disappunto, di avere una mano semi immersa nel vasetto.

« Ti avevo chiesto di aprirlo, non di sbafarti il contenuto! » lo rimproverò Molly, strappandogli dalle mani il corpo del reato.

« È colpa tua! Che razza di idea farmi aprire un barattolo di miele, sapevi come sarebbe finita! » ribatté il ragazzo, leccandosi le dita.

Molly aprì la bocca, con tutta l’intenzione di fargli una lavata di capo, ma venne bloccata da una fragorosa risata, che fece voltare entrambi verso la porta d’ingresso.

Ginny era poggiata allo stipite: era paonazza e si teneva la pancia dal gran ridere.

Ron era come pietrificato. E in un atteggiamento pregiudizievole: un dito in bocca, colto nell’atto di succhiarsi via il miele residuo, il tutto coronato da un’espressione orripilata.

Perché?

Non certo per la presenza della sorella, che l’aveva visto in simili situazioni centinaia di volte. Ma perché a fianco a lei c’erano le ultime due persone dalle quali Ron avrebbe voluto esser beccato in una tale circostanza: Harry e Hermione.

Soprattutto, Hermione.

Sì, proprio lei, che in quel momento lo stava guardando come se fosse un Therstral impegnato in un saggio di il tip-tap, come un Pygmy-Puff con la schizofrenia galoppante, come uno Schiopodo Sparacoda che cantava Yellow Submarine.

Insomma, Hermione, con un’espressione che, in sette anni da che la conosceva, non le aveva mai vista dipinta in faccia.

Ora, secondo voi, come avrebbe dovuto reagire il povero Ron? O meglio, riformulando la domanda: voi, come avreste reagito?

Bene, ora che avete doverosamente riflettuto su tale importante quesito, passiamo a quella che fu la reazione di Ronald Bilius Weasley:

  • Fase Uno: orecchie in fiamme.

  • Fase Due: intero viso in fiamme, più tachicardia ventricolare.

  • Fase Tre: reazione a catena: sussulto, ritiro del dito dalla bocca e contemporaneamente scatto in pedi, con conseguente rovesciamento della sedia.

  • Fase Quattro: onorevole fuga.

Hermione rimase inchiodata alla porta.

Nel mentre, Harry si asciugava le lacrime (era ignominiosamente scoppiato a ridere appena aveva realizzato la situazione) e aiutava Ginny a rialzarsi da terra, dove aveva spudoratamente rotolato dalle risate fino a quel momento.

Borbottando frasi dal significato misterioso, Molly tornò al suo lavoro, aiutata da un Harry ancora con la faccia da beota di chi ha fatto un’overdose di sghignazzamenti.

Ginny, alla quale ovviamente non era sfuggito il turbamento di Hermione, ora la osservava con lo sguardo di chi la sa lunga.

« Cosa c’è? » balbettò arrossendo.

La ragazza non rispose. La prese per un braccio e la trascinò di corsa su per le scale.

« Ginny! » strillò Hermione.

Ma l’altra non aprì bocca finché non furono dentro la sua camera.

« Si può sapere che ti prende?! » le chiese Hermione una volta che si furono chiuse dentro.

« L’ho visto, sai? » replicò la ragazza, eccitata.

Hermione alzò un sopracciglio: « Visto cosa, di grazia? »

« Il tuo sguardo: te lo stavi mangiando con gli occhi! » ridacchiò lei sedendosi sul letto.

Hermione saltò su come una molla.

« Non dire idiozie! »

« Non m’incanti! – replicò Ginny – Avevi uno espressione che… oh, per Merlino! »

Hermione non seppe mai come sarebbe terminata la frase, perché Ginny riprese a sghignazzare incontrollatamente.

« Ginny, insomma! – la rimproverò – Oh, e va bene, lo ammetto… »

L’altra si arrestò all’istante.

« Non vorrai mica… »

Hermione sospirò nervosamente.

« Sì? Dillo… avanti… » incalzò Ginny.

« Ea cssssi… » biascicò Hermione.

« Come come? – disse Ginny portandosi una mano all’orecchio – Puoi ripetere? Non credo di aver sentito bene… hai detto qualcosa come “era…”? »

L’atra le scoccò un’occhiata furente.

« Sexy. » sibilò tra i denti.

« Oh, su, sei arrivata fin qui… fai un piccolo sforzo! » fece Ginny, più perfida che mai.

« Tuo fratello era sexy! – scandì Hermione – Sensuale, erotico… »

Ginny cercò di fermarla mimando un conato di vomito, ma ormai lei era inarrestabile.

« … provocante, eccitante, seducente… è chiaro così?! »

Ginny non replicò: era nuovamente piombata in un attacco di risolino.

   
 
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