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Autore: Miwako_chan    17/11/2010    1 recensioni
“Co-mor-bo-si-tà” Sillabo incerto sperando che almeno questa volta abbia capito bene.
“Si, Naruto. Bravo, finalmente ce l’hai fatta.”
Incrocio le braccia imbronciandomi. Giuro, non la sopporto quando mi tratta da stupido.
“Io per te sono come una comorbosità.” Mi spiega Sakura giocherellando con le dita tra le ciocche rosa.
“E quindi?” Domando indisponente, irritato più che altro dal fatto che non ho ancora ben afferrato che cacchio vuol dire sta comorbosità.
“Avrò rilevanti implicazioni nel tuo esito finale.” Mi dici sorridendo. Pari quasi contenta.
“Sarebbe?” Esclamo stranito. È anche vero che sono un emerito baka, ma oggi a Sakura proprio non la riesco a capire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Rose-colored geraniums









Le sinuose stradine di ciottolato fiancheggiate dai negozi dalle grandi insegne colorate, i profumi dei prodotti mangerecci dei piccoli chioschi, le fontane zampillanti e i ruscelli limpidi sovrastati da ponticelli in legno, i vivaci bambini intenti nei loro giochi, i passanti, le donne sorridenti, il cane pisciante al lampione, i gerani rossi delle terrazze. Questo e molto altro ancora era la sua Konoha, il suo villaggio, la sua casa e anche la sua famiglia.
Era stato appena dimesso dall’ospedale, mai sentita negli ultimi giorni notizia più lieta per lui.
Salutava tutti, chiunque fosse a portata di vista.
Con l’immancabile sorriso a trentadue denti sul volto e due spiedini di takoyaki per mano, Naruto passeggiava raggiante e più che mai soddisfatto per le vie di Konoha, soprattutto dopo aver fatto un’ovvia capatina da Ichiraku Ramen.
Decise di avviarsi verso i prati al margine del bosco dei ciliegi, uno dei suoi luoghi favoriti, per rilassarsi un po’ e godere del suo ritorno a casa.

Rimase estasiato di fronte alla verdeggiante e rigogliosa pianura. Un’incantevole contrapposizione di colori faceva sfoggio tra il verde brillante del prato, l’azzurro intenso del cielo privo di nuvole e il rosa dei ciliegi in fiore sulla linea dell’orizzonte. Naruto respirò l’aria fresca a pieni polmoni lasciando che la sottile brezza giocasse indisturbata tra i suoi capelli dorati. Socchiudendo gli occhi assaporò con gioia uno dei primi momenti di tranquillità dopo tanto tempo. Avrebbe tralasciato Sasuke per un po’, - anche se sarebbe stato arduo per lui da farsi -, e lo stesso sarebbe toccato a qualsiasi impegno, obbligo o dovere. Per un bel periodo si sarebbe dedicato solo a se stesso e a nient’altro, aveva bisogno di una lunga pausa di pace e tranquillità per poi…

“Ipodotato!”

No, non poteva essere. Se l’era sicuramente immaginato, oppure sarà stato il vento, dicono che a volte sembri portare con sé delle voci. Naruto socchiuse gli occhi ritrovando la calma, aveva bisogno di pace per poi poter ricominciare nel miglior…

“Ipodotato, Naruto!”

Il sorriso beato del biondo si tramutò in un ringhio contratto con i denti che sfregavano tra loro dal nervoso. Al diavolo calma e tranquillità! Assottigliò lo sguardo fino a individuare un punto nero in lontananza che si sbracciava come un dannato. Iniziò a correre, trovandosi in pochi secondi davanti a Sai in compagnia di uno dei suoi migliori e indefinibili sorrisi.
“Ciao Naruto!” L'artista fece appena in tempo a rivolgergli il saluto che un pugno lo colpì dritto in testa.
“Ti sembra il modo? Ti stavo solo salutando.” Si giustificò il moro massaggiandosi il capo.
“Non m’interessa cosa cercavi o meno di fare. Devi solo smetterla di sfottermi!” Sbottò Naruto guardandolo torvo.
“Non ti stavo offendendo, ti ho solo chiamato con un aggettivo appropriato alle tue qualità.” Spiegò Sai parando agilmente un secondo pugno da parte del biondo.
“Sono contento comunque, vedo che ti sei ripreso.” Cambiò discorso lasciando assaporare a Naruto una perfetta espressione di pura giovialità, trovando che fosse meglio non esagerare con le provocazioni per il momento.
“Be' sì, mi hanno dimesso proprio oggi.” Commentò asciutto, distogliendo lo sguardo da Sai per soffermarsi sul quadro che il ragazzo stava pitturando.
“Cosa ne pensi?” Gli domandò notando l’interesse di Naruto per il dipinto.
Naruto rispose sbuffando sonoramente. Astrattismo come al solito, nulla che lui potesse lontanamente capire.
L’altro ci rimase un po’, a quanto pareva Naruto non era molto entusiasta di parlare con lui.
“Sembra che per te non sia piacevole stare in mia compagnia.” Mormorò con un sorriso amaro.
Naruto si sorprese di quella reazione. Era strano vedere Sai dispiaciuto per qualcosa, nonostante questo gli tornò prontamente in ricordo l’epiteto con cui l’artista si era permesso di chiamarlo poco prima.
“Forse se tu non offendessi le persone, queste avrebbero più piacere a stare insieme a te, non credi?” Lo apostrofò saccente.
“Tu, invece, potresti essere meno permaloso.” Replicò laconico.
Il biondo si morse il labbro seccato, quel Sai aveva sempre la risposta pronta. Decise di mettere giù una frase riconciliante per poter andarsene in tutta tranquillità. Aveva ben altro da fare che starsene a battibeccare con lui.
“Senti io non ce l’ho con te, piuttosto è più credibile che sia il contrario. E poi ci siamo già visti all’ospedale due giorni fa, quando sei venuto a farmi visita, e devo dire che sono stato contento di vederti.” Disse dandogli una leggera pacca sulla spalla. Sai gettò uno sguardo alla mano poggiata su di lui, poi lasciò salire lo sguardo fino a raggiungere gli occhi di Naruto.

E già. Negli ultimi giorni non aveva fatto altro che ricevere visite su visite. Ne era stato felicissimo. Rivedere i suoi amici e compagni tutti così in pensiero per lui, gli aveva fatto capire che era diventato importante per loro, come loro lo erano sempre stati per lui.
Però Sakura… Era riuscito ha incontrarla solo al suo risveglio, dopo la loro piccola discussione non l’aveva più vista.

Stava per andarsene, ma decise di rimanere per chiedere a Sai se ne sapeva qualcosa o se per lo meno aveva parlato con lei in quegl'ultimi giorni.
“Come sta Sakura?” Si limitò a domandargli.
“Bene, credo. Perché me lo chiedi? Dovresti vederla tu più di tutti.” Rispose allusivo l’artista.
“Veramente,” Bofonchiò in imbarazzo. ”non la vedo da tre giorni. Abbiamo avuto una piccola discussione e non si è più fatta viva.”
“Su che cosa avete litigato?”
“Questo non posso dirtelo.” Contestò irritato dalla curiosità dell’altro.
“E non dirmelo.” Ribatté Sai concentrato a dipingere di nero il dipinto.
“Comunque sia, avevo ragione io.” Ci tenne a precisare poco dopo il biondo imbronciandosi.
“Può anche essere, ma tu parti da un torto maggiore nei suoi confronti. Secondo me faresti meglio ad andarla a cercare tu e scusarti.”
“Torto maggiore, ma di che parli?” Lo guardò stralunato inclinando il viso.
“Ti sei forse scordato di come hai lasciato il villaggio sei mesi fa?” Sai alzò lo sguardo sorridendogli cordiale.

In segreto come un ladro, non avrebbe potuto fare diversamente, glielo avrebbero impedito. Aveva lasciato per Sakura una lettera, scritta di fretta come se non gli importasse, nulla di più falso, eppure sarà stata sicuramente quella la prima impressione.
Doveva riportare indietro Sasuke. Ennesimo. Disperato. Tentativo.

“Hai salutato Sakura con una stupida lettera strapiena di errori di ortografia da far spavento, e te ne sei andato per una missione impossibile. Perfino per uno come me che manca totalmente in dimestichezza con i sentimenti è facile capire come possa essersi sentita. Abbandonata per la seconda volta, prima da quel traditore dell’Uchiha e poi da te, il suo amico più caro.”
Naruto non riuscì nemmeno a replicare per quell’abusato appellativo dedicato a Sasuke, tacque, senza parole, mentre il senso di colpa si faceva varco con furia nel suo cuore.
“Penso che abbia provato più dolore in quest’ultima separazione a causa tua che non quando vi lasciò Sasuke.” Sai sorrise socchiudendo gli occhi, quasi divertito.
Quest’ultime parole furono come un colpo di grazia per Naruto. Aveva la sensazione che gli mancasse la terra sotto i piedi. In un attimo, quella parola che fino a poco tempo fa era per lui indifferente, responsabilità, gli piombava addosso con tutto il suo peso. Non poteva più agire a suo piacimento come una volta, ora c’erano delle persone che tenevano a lui, che credevano e contavano su di lui, e non poteva in alcun modo deluderle, in particolare la sua Sakura.
Eppure era convinto di aver agito per il meglio, lui era partito per recuperare Sasuke come anche Sakura avrebbe voluto, non avrebbe potuto però portarla con sé correndo il rischio di mettere a repentaglio la sua vita.

“Volevo riportare indietro Sasuke, esaudire il desiderio di Sakura. Io, credevo di fare il meglio per tutti.” Naruto strinse i pugni con rabbia aggrappandosi alle sue ultime, barcollanti, convinzioni.
“Davvero credevi di agire per il meglio? Hai chiesto forse a Sakura cosa ne pensava? A quanto pare no. E a Sasuke? Nemmeno, anzi, credo che lui sia stato il più infelice di tutti a causa della tua scelta di fare il meglio per tutti. Non per criticare, ma secondo me cercare di riportare indietro qualcuno contro la sua volontà sia una delle peggiori idiozie che abbia mai sentito.” Sai addolcì la violenta ironia delle sue parole con melensi sorrisi, che non fecero altro che rendere più difficile per Naruto digerire quelle frasi.
“Forse hai ragione, ma credimi nella mia situazione non è così immediato poter distinguere il giusto dallo sbagliato.” Il ragazzo parlò sommessamente abbassando lo sguardo intriso di malinconia.
“Ci vediamo Sai.” Concluse velocemente il discorso. Voleva andare a parlare con Sakura, immediatamente,
“Arrivederci Naruto.” Lo salutò con garbo capendo le sue intenzioni, e tornò subito a scrutare il quadro.
Quel giorno aveva imparato una nuova emozione grazie a Naruto e quello stesso giorno avrebbe intitolato la sua opera appena terminata. Sorridendo impercettibilmente guardò il cupo disegno sulla tela, inquietante unione e disgiunzione di linee bianche e nere.
“Afflizione” Sussurrò a fior di labbra. Sì, era il nome adatto.



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Naruto si allontanò dall’artista dirigendosi verso il centro abitato di Konoha. Si sarebbe fatto perdonare da Sakura, ad ogni costo ci sarebbe riuscito. Proseguì lungo il marciapiede, lo sguardo basso, le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni e gli occhi blu rapiti nei propri pensieri.
Ad un certo punto alzò di colpo il capo. Indietreggiando di qualche passo si trovò nuovamente di fronte all’entrata del negozio di fiori Yamanaka.
Ma sì certo! Le ragazze amano i fiori e con un mazzo di quelli in mano probabilmente anche Sakura l’avrebbe trovato altrettanto amabile.
Si risollevò il morale a questo pensiero e col sorriso stampato in volto varcò la soglia del fioraio.
“Signora, un bel mazzo di fiori per farmi perdonare!” Esclamò raggiante.



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Rimase a osservare il singolare mazzo di gerani rosa che teneva in mano aspettando che Sakura aprisse alla porta. Bussò di nuovo, forse non era in casa. O forse sì.
Con forti rumori meccanici scattò la serratura, mentre Naruto faceva appena in tempo a nascondere i fiori dietro la schiena.
“Ciao Naruto, entra pure.” Si ritrovò Sakura di fronte, un mezzo sorriso ad adornargli il viso pallido.
Il ragazzo fece qualche passo all’interno, intanto che Sakura si faceva da parte per poter richiudere la porta. Indossava un corto abito celeste dagli orli bianchi, le ciocche davanti dei soffici capelli erano trattenute da una candida molletta e teneva i piedi scalzi.

Un forte odore di chiuso lo investì da subito. L’appartamento era un po’ diverso da come lo ricordava. Una volta l’ordine e la pulizia vigevano sovrane, ora invece, tutto sembrava essersi ingrigito come se una nube di polvere avesse inghiottito ogni cosa.
Non c’era una finestra aperta. La sala era immersa nella penombra, rischiarata soltanto dai deboli raggi di luce che filtravano dalle tapparelle abbassate. Vestiti e scartoffie giacevano abbandonati sul pavimento nel disordine più totale. Naruto si lasciò scappare una smorfia di disappunto, pareva l’esatto complementare del suo monolocale, ma nella versione più tetra.
“Posso offrirti qualcosa?” Lo richiamò Sakura prendendo da una mensola della cucina due bicchieri.
“No, ma grazie lo stesso Sakura-chan.” Naruto si destò dai propri pensieri tornando a prestare attenzione alla ragazza.
Lei fece finta di niente e si apprestò a riempire i bicchieri d’acqua. Naruto la osservò perplesso.
“Come mai tieni tutto chiuso, stavi forse per uscire?” Domandò facendo caso oltretutto all’abbigliamento curato della ragazza.
“No, no. Ho solo preso l’abitudine di tenere le finestre chiuse.” Rispose candidamente sedendosi con composta eleganza sopra il tavolo.
“Se vuoi la apro.” Continuò facendo cenno alla finestra della cucina.
“Ma se non ti va non farti problemi. È solo che ho notato che sono cambiate un po’ di cose, una volta eri così ordinata Sakura-chan.” Disse Naruto passandosi un dito sotto il naso imbarazzato, mentre Sakura già si avviava verso la finestra per aprirla.
“Lo so, lo so. Preferisco dedicarmi ad altro.” Rispose vaga per poi spalancare la finestra. L’intera stanza fu così illuminata dalla calda luce vermiglia del tramonto.
Quando si voltò verso Naruto, lo trovò reggere fra le mani un incantevole mazzo di gerani rosa con un lieve sorriso ad addolcirgli il viso.
“Sono per te Sakura.” Mormorò piano. “Gerani rosa per farmi perdonare.”
La ragazza inclinò graziosamente il capo cogliendo delicatamente il bouquet dalle mani del ragazzo.
“Ti ringrazio.” Gli posò un casto bacio sulla guancia. “Che cosa devi farti perdonare?” Sorrise sorniona.
Naruto arrossì lievemente al contatto con le morbide labbra di Sakura.
“Vo-volevo chiederti scusa per averti lasciata, per essermene andato senza averti parlato prima faccia a faccia. Per averti fatta soffrire. Sono stato un emerito baka come al solito, ma non ricapiterà più e posso promettertelo. Sasuke, noi lo salveremo insieme e vedrai, sarà così.” Disse Naruto convinto sperando che le sue scuse potessero fungere da balsamo per l’amica.
Sakura però non sembrava riservargli molta attenzione, più che altro era concentrata nel dare una dimora ai fiori. Pose un piccolo vaso vicino alla finestra, dopo di che tirò fuori un paio di forbici da un cassetto, forse per accorciare i gambi e si voltò verso il ragazzo, il mazzo di fiori e le forbici in pugno.
“Quindi mi credi?” Domandò schietta.
“Che cosa?” Naruto rimase sorpreso, pareva che Sakura non avesse prestato la benché minima attenzione alle sue parole.
Le forbici andarono a troncare lo stelo di un geranio facendo volteggiare al suolo i piccoli fiori rosati. A quanto pare, risposta sbagliata.
“Mi credi?” Ripeté la domanda.
“A cosa ti riferisci? Non ti seguo, davvero.” Naruto osservò esasperato il fiore a terra, non riusciva a dare nessuna spiegazione al comportamento dell’amica.
Un secondo geranio cadde al suolo a portare compagnia all’altro.
“Mi credi che ho visto Sasuke tre giorni fa?” Reiterò Sakura spazientita posizionando la forbice aperta verso un ennesimo stelo.
“Eh? Ma che centra ora? Ti sto chiedendo scusa Sakura, ma hai sentito quello che ti ho detto prima?!” Esordì ad alta voce.
“Rispondimi. Mi credi?” Incalzò lei assottigliando lo sguardo e sferrando un nuovo taglio netto.
“No, io non ho visto nulla e non posso credere a una cosa del genere senza averne una prova. Ora, per favore, lascia in pace quei fiori.” Mormorò piano, negli occhi puro sconforto.
Sakura ripose i gerani nel vaso e abbassò il capo come dispiaciuta.
“Dovresti riporre più fiducia in me. Io confido sempre nelle tue parole, anche se alcune, ancora adesso, non sono state mantenute. Perché non puoi fidarti anche tu di me?” Sospirò la ragazza avvicinandosi a lui.
“Forse ti sei sbagliata, un gioco di luci o non so ché, magari era qualcos’altro. A volte si è così impuntati e fissati su una cosa che sembra di vederla ovunque.” Spiegò Naruto cercando di essere il più delicato possibile.
Sakura s’irrigidì fremendo di rabbia. “Non mi sono sbagliata, era lui! Ne sono certa, devi credermi!” Esclamò afferrando Naruto per la giacca e strattonandolo con forza.
Il ragazzo cercò di calmarla trattenendola per le braccia stando attento a non stringere troppo.
“Sakura ti prego, basta.” Disse fievolmente. “Senti, se ne sei così sicura, possiamo andare a parlarne con l’Hokage di questa storia e…”
“No!!!” L’urlò esasperato di Sakura lo interruppe a metà della frase.
Haruno fece scivolare le braccia mollemente lungo i fianchi smettendola finalmente di molestare l’amico. “No.” Ripeté ancora.
“Perché no? Che problema c’è?” Cercò di capire.
“Stupido! Se Tsunade-sama viene a saperlo lo farà catturare e sai bene anche tu qual è la fine dei traditori. Nessuno dovrà mai saperlo, nessuno.” Proferì scrutando Naruto con i grandi occhi color prato. “Nessuno, chiaro? Questo è il nostro segreto.”
Il giovane deglutì rumorosamente. “Non ti riconosco più Sakura.” Mormorò greve.
“Nemmeno io se è per questo. Una volta mi avresti creduto senza esitazioni.” Confabulò aspra.
“Ti sbagli, io non sono cambiato.”
“Allora mi credi?” Domandò rapida.
“Sì.”
Aveva risposto senza pensarci, d’istinto, ma forse era stato meglio così. Una piccola e innocente bugia, almeno Sakura avrebbe di nuovo sentito che lui si fidava di lei. Ragionamento subdolo. Eppure non riusciva a sopportare di litigare con lei e ancor meno accettava di vederla in quello stato d’insania, quasi fosse paranoica.
Sakura sorrise piano, sorriso che durò meno di un istante, subito sostituito da un’espressione cupa e corrucciata.
“Bugiardo.” Sibilò a denti stretti.
“Naruto Uzumaki, tu sei un bugiardo.”
Il ragazzo sgranò gli occhi. Possibile che fosse così palese quando mentisse?
Non aveva la forza di ribattere alle parole di Sakura, lasciò semplicemente che lo sguardo di lei lo trafisse parte a parte.
Sakura rimase in silenzio con i pugni chiusi e le spalle strette. In un fremito reclinò il capo mordendosi il labbro inferiore, mentre si delineava sul viso un’espressione astiosa.
“Fuori!” Tuonò con quanto fiato aveva in gola.
Naruto indietreggiò di poco. “Sakura lasciami spiegare… per favore.” Bofonchiò inutilmente.
“Fuori da casa mia!” Eruppe nuovamente.
Naruto rimase immobile.
“Fuori!” Risuonò il terzo urlo.
“Parliamone.” Mormorò Naruto restando stoico nella stessa identica posizione.
“Esci, dalla mia, casa.” La giovane scandì furibonda ogni singola parola.
Al tentativo di Naruto di avvicinarsi a lei, rispose spingendolo via in malo modo. Stava per ricominciare a intimargli di andarsene, ma non fu più necessario. Il ragazzo si diresse verso l’uscita e Sakura fu subito pronta a richiudere la porta dietro di lui.
Naruto si fermò immobile, in piedi sullo zerbino con la schiena appoggiata alla porta. Sospirò con stanchezza chiedendosi mentalmente com’era stato possibile arrivare a tanto, a far degenerare la situazione in quel modo.
“Merda.” Soffiò con rabbia repressa. Sarebbe voluto rimanere con la forza se necessario, ma cosa avrebbe ottenuto? Solo farla infuriare di più, come minimo.
Spalancò gli occhi dalla sorpresa allontanandosi di un passo, aveva avvertito la porta aprirsi dietro di sè. Che Sakura avesse cambiato idea?

Se la vide davanti e un secondo dopo si ritrovò con un mazzo di gerani rosa schiaffati in piena faccia.
“I gerani simboleggiano la stupidità.” Commentò sprezzante.
Naruto rimase a fissarla a bocca aperta. Nella sua testa non faceva altro che ripetersi l’immagine di pochi secondi prima: i fiori scagliati con rabbia sul suo viso.
“Le peonie si usano per chiedere scusa. Baka.” Disse aspra con il volto arrossato a causa di un pianto imminente. Subito dopo richiuse la porta con un tonfo secco alle sue spalle.

Osservò per svariati minuti la porta chiusa di fronte a sé. Intorno a lui, steli e sciupati petali rosa di splendidi gerani.

Si accostò con la schiena alla porta lasciandosi scivolare stremata sempre più giù fino ad accovacciarsi. Portò le mani al viso cogliendo lacrime.











Angolino autrice:

Prima di tutto ringrazio infinitamente Vaius e Ainsel che hanno commentato il primo capitolo! Grazie davvero!

Ainsel : Hai perfettamente ragione, Tsunade probabilmente sapendo già tutto riguardo le motivazioni di Sasuke non l’avrebbe definito un traditore, ma purtroppo a me non è passato nemmeno per la testa che potesse essere già a conoscenza della storia degli Uchiha, quindi facciamo finta che non ne sappia niente… u_u Mi piace molto come stai attenta ai particolari e spero di ritrovarti.

Vaius: Lo so in questa storia ci sono parecchie cose strane, ma pian piano troveranno una loro spiegazione, o almeno spero! xD
Nel prossimo capitolo farà finalmente la sua comparsa Hinata e diciamo che sarà un’entrata in scena abbastanza appariscente. Sono contenta che trovi il testo scritto bene e spero che anche la trama non ti deluda.

Ringrazio anche tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite e anche chi ha solamente letto ^-^


Alla prossima!








  
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