Epilogo
a Bologna, qualche tempo
dopo.
Libreria
Feltrinelli di Via Ugo Bassi. Proprio accanto alle due torri, l’Asinelli e
-Questo
libro sarà un best seller, me lo sento.- disse Cremonini –Bravo, figliolo! L’ho
sempre saputo che avevi la stoffa, tu!- esclamò, dando una leggera pacca sulla
schiena al suo pupillo.
-Se
continua così, dovremo aumentare la tiratura- disse preoccupata Lucilla, con
quegli occhioni blu nascosti dalle lenti degli occhiali a tartaruga ed il
ciuffo di capelli biondi che immancabilmente le ricadeva dalla fronte.
-Non
c’è problema, vorrà dire che l’aumenteremo.- Thomas si guardò intorno, mentre
editore ed agente avevano preso a chiacchierare. Aveva perso di vista Alberto,
ed era preoccupato. Aguzzò la vista per cercare di scorgerlo, ma non lo vedeva
proprio più. Continuò a firmare autografi per gli ultimi che erano rimasti, quindi
uscì dalla libreria lasciando gli altri a sbaraccare il tavolino.
-Alberto?-
chiamò. –Alby, dove sei?- Era preoccupato all’idea di aver perso il suo
fidanzato, il vero e proprio amore della sua vita. Prese il cellulare,
meditando di chiamare i carabinieri e denunciarne la scomparsa, quando
all’improvviso si sentì toccare la spalla e vide un mazzo di rose rosse. Da
questi spuntò fuori Alberto, che glielo porse con un sorriso. Thomas si mise a
ridere della sua stessa preoccupazione. –Ciao amore- lo salutò, arrossendo.
Dopo solo qualche mese Alberto era riuscito a conquistarsi totalmente il cuore
di Thomas, e pensare che solo pochi mesi prima entrava in casa sua di
soprassalto per fracassarlo di botte. –Ma dove sei andato?- gli chiese,
prendendo in mano le rose.
-Scusa
tesoro. Mi ha squillato il cellulare, era Fabrizio. Ci sono ottime notizie in
vista.- disse, con un sorriso raggiante. Thomas scostò il ciuffetto di capelli
rossi dagli occhi, rivelando un paio d’occhi sorpresi ed allo stesso tempo
felici. L’espressione di intesa di Alberto diceva tutto.
-Vuoi
dire che … Oh…. No, non ci posso credere!!!-
-Invece
sì. Fra nove mesi, Fabrizio diventerà Papà.-
Thomas
si portò una mano alla bocca, quasi piangendo dalla felicità. Dolcemente,
Alberto lo abbracciò e lo strinse a sé, aspirando il suo profumo di pulito.
-Amore…-
disse Thomas –Ma è stupendo…-
-E
non è finita. D’ora in poi Fabrizio non lavorerà più per
-Bene,
mi fa molto piacere- Guardò le rose. –Ma… perché le rose?-
-Per
farmi perdonare della mia assenza, no?- rispose Alberto, facendo l’occhiolino
al suo partner. Thomas arrossì, quindi si guardò intorno e rubò un dolce bacio
sulle labbra ad Alberto, che lo strinse nuovamente a sé e rispose al bacio.
Rimasero lì a baciarsi tranquillamente, senza badare alle chiacchiere, alla
folla di studenti universitari che accedevano a Via Zamboni, o agli sporadici
clacson delle auto, fino a che qualcuno non toccò il braccio di Thomas.
-Mi
scusi- era un ragazzo giovane, aveva potuto avere circa venti o ventuno anni.
–Potrebbe farmi un autografo?- domandò a Thomas, porgendogli una copia del suo
libro.
-Ma…
ma certo.- Rispose Thomas, un po’ titubante. Il ragazzo era veramente carino.
La bocca così larga sorrideva benevola, e lo stesso gli occhi azzurro cielo,
che erano una piacevole vista anche rispetto ai capelli biondi pettinati
all’insù con il gel. Con un gesto da vero scrittore, Thomas appose la sua firma
sulla prima pagina del libro. –A chi lo dedico?-
-Scriva
“A Tiziano”.-
-A
Tiziano… con affetto.- disse Thomas, mentre scriveva. Poi chiuse il libro e
glielo restituì con un sorriso.
-Grazie.
Sono il tuo ammiratore numero uno.- Disse Tiziano. Mentre lo diceva, una strana
scintilla gli sfavillò negli occhi.
-Dicono
tutti così. Questo ragazzo ha talmente tanti ammiratori numeri uno che
bisognerebbe fare una fila in orizzontale.- Ridacchiò Alberto. –Se ci puoi
scusare, per noi si è fatto tardi.-
-Ma
certo. Grazie ancora, Thomas.- disse Tiziano, con un occhiolino.
-Prego,
non c’è di che.- Rispose Thomas, mentre prendeva il braccio di Alberto e si
faceva accompagnare. –Cosa facciamo stasera?- chiese Thomas.
-Io
suggerirei di festeggiare la vendita del tuo libro con dell’ottimo champagne.-
-Oh,
sì. Bella idea!- sorrise Thomas, accoccolandosi sempre di più ad Alberto,
mentre risalivano verso Via Ugo Bassi, diretti all’Hotel Jolly, vicino alla
stazione ferroviaria.
-Sicuramente
in albergo ne hanno. Ci prendiamo una bottiglia e festeggiamo.-
-Sììì!-
esultò Thomas. –Ah… Alberto?-
-Sì,
Thomas?-
-Ti
amo.-
-Anch’io
ti amo, cucciolo.-
E
continuarono la loro camminata. Dietro di loro, il ragazzo a cui Thomas aveva
appena firmato il libro, aveva preso a seguirli da lontano.
“Thomas…
sei il ragazzo della mia vita.” Aveva pensato Tiziano.
E
mentre il sole salutava Bologna anche per quel giorno, i due innamorati se ne
tornavano in albergo, beati e tranquilli e soprattutto innamoratissimi l’uno
dell’altro.