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Autore: Miwako_chan    24/11/2010    1 recensioni
“Co-mor-bo-si-tà” Sillabo incerto sperando che almeno questa volta abbia capito bene.
“Si, Naruto. Bravo, finalmente ce l’hai fatta.”
Incrocio le braccia imbronciandomi. Giuro, non la sopporto quando mi tratta da stupido.
“Io per te sono come una comorbosità.” Mi spiega Sakura giocherellando con le dita tra le ciocche rosa.
“E quindi?” Domando indisponente, irritato più che altro dal fatto che non ho ancora ben afferrato che cacchio vuol dire sta comorbosità.
“Avrò rilevanti implicazioni nel tuo esito finale.” Mi dici sorridendo. Pari quasi contenta.
“Sarebbe?” Esclamo stranito. È anche vero che sono un emerito baka, ma oggi a Sakura proprio non la riesco a capire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Turn out to be true













Non era riuscito a chiudere occhio. Un’intera notte insonne.

Mattina presto. Avanzava a passo stanco per la strada sbadigliando spesso, senza prendersi la briga di coprirsi la bocca spalancata con la mano.
Era stato qualcosa di così strano, preoccupante. Dopo che se n’era andata non era più riuscito a riprendere il sonno, non aveva fatto altro che starsene con occhi sbarrati a guardare il soffitto, migliaia di domande e pensieri ad affollargli la mente.
Non poteva più continuare a ignorare, fingere che andasse tutto bene. Era evidente che Sakura avesse un problema.
Un problema serio.
E lui non era in grado di aiutarla o comunque, in qualunque caso, da solo non avrebbe potuto farlo.
Voleva parlarne con Hinata, ieri notte gli era parsa una buona idea, ma poi ripensandoci lei non era la persona più adatta. Sarebbe stato meraviglioso per lui confidarsi, però Hinata di Sakura sapeva così poco e metterla in mezzo in quella faccenda probabilmente non era poi tanto giusto.
Forse avrebbe dovuto parlarne con Tsunade, in fondo era il capo del villaggio, un medico e soprattutto la sensei di Sakura.
Nel pensare all’Hokage si ricordò improvvisamente le parole che la ragazza gli aveva rivolto nel suo appartamento.

“Lo farà catturare e anche tu sai qual è la fine dei traditori.”

Scosse il capo con furia tentando di liberarsi dal ricordo di quella frase detta con tono sprezzante. Che stupido, adesso cosa faceva si era messo a crederci anche lui? Doveva ammettere che fin dall’inizio aveva avuto un piccolo barlume di fiducia verso le parole di Sakura. Quando diceva di aver visto Sas’ke, gli rimaneva sempre l’incertezza in qualche angolo remoto dell’anima che fosse tutto vero. In fondo al cuore ci sperava davvero che fosse lui a sbagliare a non crederle. Ma dopo l’ultimo avvenimento era divenuto palese che qualcosa in lei non andasse, la conosceva bene e quei comportamenti non facevano parte di Sakura, era come ossessionata, paranoica, sembrava quasi che provare a darle corda non avrebbe avuto altro risultato che farle del male.

“Ehi stai attento a dove vai, testa bacata!”
L’urto con una graziosa bionda lo distolse immediatamente dalle sue riflessioni. Guardò con aria stranita la giovane sbucata da una stradina attigua, sembrava leggermente piccata.
“Stavo andando dritto per la mia strada, sei stata tu a venirmi addosso.” Ribatté atono.
La vide sbuffare e assottigliare l’iride azzurra dell’occhio non coperto dalla frangia.
“È così che si tratta una signorina? Chiedere scusa almeno? Le buone maniere dove le hai messe? A patto che tu le abbia mai avute.”
Naruto subì paziente lo sputare acido di domande a raffica di Ino.
“Hai finito?” Chiese con strafottenza.
Riuscì a distinguere chiaramente il rapido colorarsi delle sue guance di un rosso rabbioso.
“Se cerchi guai li hai appena trovati.” Sibilò risentita incassandosi nelle spalle.
Se ora lo colpiva con un pugno sarebbe stata la perfetta copia di Sakura.
Già, Sakura assomigliava molto a Ino. No.

- No, no - pensò subito dopo. Non poi così tanto almeno, forse solo per due cose: infatuazione compulsiva per Sasuke e altissimo grado di suscettibilità.
Ino era anche la migliore amica di Sakura, o meglio lo era stata, ma se quell’ intesa e comprensione che una volta le univa fosse rimasta viva nel tempo? Ino sarebbe stata la persona più adatta per aiutare Sakura.
Forse c’era la possibilità che si fosse confidata anche con lei riguardo alle apparizioni di Sasuke, l’avrebbe scoperto con qualche domanda e se così fosse, probabilmente sarebbero riusciti a trovare un modo per dare un aiuto a Sakura.

“Non cerco guai, credo di averne già abbastanza. In verità, cerco te.” Disse Naruto sorridendo accattivante.
Ino sgranò gli occhi sorpresa per poi tornare all’espressione seccata di poco prima. “Be’ mi hai trovata, che vuoi?”
“Vorrei parlati di una cosa, non ti farò perdere troppo tempo.”
“Se mi chiedi scusa per essermi venuto addosso, forse potrei anche decidere di ascoltarti.” Sentenziò aspra alzando il mento con fare altezzoso.
Naruto storse la bocca con insofferenza, non la ricordava così petulante. Confabulò qualcosa a denti stretti sviando lo sguardo, indeciso se dargliela vinta o meno, ma intanto che pensava, Ino l’aveva già superato avanzando oltre, impettita e con le mani ai fianchi.
“Dove vai?” La richiamò con crescente irritazione notando che la ragazza se ne stava andando via.
Si voltò sferzando l’aria con la coda di cavallo bionda. “Che fai ancora fermo? Devo andare al negozio dei miei, forza muoviti che ne parliamo lì.”
Naruto obbedì seguendola con un’espressione seccata dipinta sul volto. Si domandò per un attimo che fine avesse fatto la sua voglia di ricevere delle scuse, ma sorvolò subito quei pensieri, era del tutto inutile cercare di analizzare i processi mentali di Ino, tanto non li avrebbe capiti ugualmente. Con le braccia incrociate le stette dietro scrutando con riprovazione il provocante ondeggiare, forse voluto, del sedere della Yamanaka, da cui però non riusciva in alcun modo a staccare lo sguardo.

Raggiunsero in poco tempo il negozio di fiori. Ino aprì la porta d’ingresso a vetrata con irruenza. All’interno tutto era immerso nelle festose tinte di fiori d'ogni foggia e colore, dai più vivaci alle delicate sfumature pastello.
“Ciao kaachan!” Salutò di fretta la madre dietro al bancone che gli rispose con un ampio sorriso.
“Ino! C’è anche Naruto, che bella sorpresa!” Commentò la donna dai lunghi capelli biondo cenere.
Ino procedette a passo spedito verso il piccolo uscio bianco in fondo al locale. Prontamente colse le intenzioni della madre che stava per attaccar bottone con lei e Naruto.
“Kaachan, Naruto ha fretta, deve parlarmi di una cosa. Lo annoierai con le tue chiacchiere più tardi.” Disse senza rivolgerle lo sguardo.
“Ma Ino…” Mormorò Naruto con tono di rimprovero notando l’espressione dispiaciuta della signora.
“Oh fa niente, andate pure.” Mormorò accennando un lieve sorriso sul volto stanco, ma dalla bellezza ancora vivida.
“Dai Naruto muoviti, andiamo a parlare di qua.” Ino coprì con voce scoppiettante quella di sua madre.
Il ragazzo si vide costretto a seguirla, seppur seccato dal comportamento insolente della biondina.
Una volta entrati, Ino si affacciò allo stipite della porta e mandò un bacio alla madre schioccando le labbra, dopo di che richiuse l’entrata.

Quell’ingresso a quanto pare conduceva alla serra degli Yamanaka. Naruto spalancò lievemente gli occhi meravigliato guardandosi attorno.
Filodendri, celatee, kenzie, azalee e ficus erano posti in fila dentro i vasi occupando ogni lato del locale. Quelle piante dalle grandi foglie, insieme alla luce che penetrava dalle ampie vetrate verdi, contribuivano a lasciar all’interno della stanza un particolare chiarore verdastro, pareva di ritrovarsi immersi in un’oasi naturale.
Ino si sedette sul massiccio tavolo di legno posto al centro dell’ambiente, incrociando con velata malizia le gambe da una parte e poi dall’altra.
Naruto rimase fermo in piedi vicino alla porta sviando lo sguardo ghiacciato di Ino che lo stava scrutando dalla testa ai piedi.

“Come mai già in piedi di mattina presto?” Prese l’iniziativa visto che il biondo non si decideva a spiccicar parola.
“In verità non ho chiuso occhio stanotte, tanto valeva che mi alzassi.” Replicò Naruto grattandosi il capo.
“Vedo che ti stai dando da fare con Hinata-chan se non hai il tempo neppure per dormire.” Ino rise maliziosa, ricevendo di risposta un’occhiataccia intimidatrice.
A quanto pareva Naruto non era in vena di battutine provocatorie.
Restarono in silenzio per qualche minuto, finché Ino spazientita sbottò.  “Allora?” Domandandosi perché Naruto non si decidesse a cominciare il discorso.
Uzumaki alzò finalmente lo sguardo affrontando quello di Ino.
“Di che mi devi parlare?” Rimbeccò acida, osservandosi con interesse le unghie laccate di violetto.
Il ragazzo s'avvicinò di qualche passo incrociando le braccia. “Di Sakura.” Rispose secco.
Sul volto della ninja comparve un sorrisetto smorzato. “Che problema c’è?”
“E chi ti ha detto che c’è un problema?” Chiese Naruto stupendosi di se stesso, quell’attenzione eccessiva alle parole degli altri non era da lui.
“Eh? Ma io non lo so! Sto solo chiedendo.” Si giustificò lei piuttosto offesa dal tono brusco usato dall’altro.
Naruto sviò lo sguardo sbuffando, poi aspettò qualche secondo per cercare le parole adatte. Non sapeva come introdurre la questione senza essere troppo esplicito.
“Non hai notato che Sakura è un po’ strana in questo periodo?” Domandò infine tentennando.
La risata cristallina di Ino riempì immediatamente il locale.
“Sakura strana? E cosa c’è di strano?” Giocò con le parole divertita gesticolando con grazia.
“Nel senso che si comporta in modo anomalo, non ci hai fatto caso? Non ti ha mai parlato di certe cose?” Insisté Naruto irritato da quell’inopportuna ilarità.
“Fronte spaziosa è sempre stata strana.” Rispose con la voce frammista a una risata.
Naruto sbuffò portandosi una mano alla fronte. Ino non lo stava ascoltando seriamente, continuava solo a ridere come un’oca.
“Poi sarà anche una brava ragazza non lo nego, ma è sempre stata isterica, banale e sì, mi dispiace aggiungerlo, ma anche un po’ racchietta.” Seguitò allungando le labbra rosate in un sorriso.
“Non c’è niente di divertente, Sakura-chan sta passando un brutto periodo. C’è qualcosa che non va, la trovo cambiata, sta male e non sto scherzando.” Ribatté risentito, senza però ottenere una repentina reazione da parte dell'altra.
“Sai che ti dico? Credo di aver sbagliato a voler parlare con te, pensavo fossi sua amica.”  Aggiunse secco.
Ino scese veloce dalla scrivania e avanzando a grandi falcate si fermò a meno di un metro da lui.
“Fronte Spaziosa che problemi ha?” Forse una lieve nota di preoccupazione velava la sua voce squillante.
Naruto storse il viso in una smorfia contrariata. “Non posso dire gli affari suoi a chiunque.”
La ragazza si avvicinò ancora e a pochi centimetri da lui iniziò a strepitare. “Io secondo te sono un chiunque? Chi cazzo vuoi che l’abbia consolata, mentre tu non c’eri? Chi vuoi che sia stato? Io e Sai, Sai ed io. Io sono stata la spalla su cui ha pianto, io ero lì a confortarla, mentre tu dov’eri? Eh, dov’eri? Sakura ha dovuto patire l’addio di Sasuke e come se non bastasse ha visto anche te partire senza dirle una parola! Se ha qualche problema Naruto, se c’è qualcosa che non va, fattene una ragione, prenditene la responsabilità. Perché la colpa è tua!”

Aveva visto quelle labbra chiudersi, contrarsi e inasprirsi a un soffio da lui senza batter ciglio. Nuovamente, in una tonalità molto meno pacata rispetto a quella di Sai gli venivano sputate in faccia le sue mancanze. Ancora una volta la voragine del senso di colpa, ricucita abilmente da Hinata in un mese, si stava riaprendo sotto le affilate come coltelli parole di Ino. Abbassò lo sguardo di fronte alla ragazza che con un ampio respiro riprendeva fiato.
“Dimmi cos’ha Sakura.” Ordinò impellente portandosi le mani ai morbidi fianchi.
A questo punto non poteva far altro che raccontargli tutto, mentre i ricordi della notte precedente tornavano a fargli visita più vividi che mai…




“Psst, psst.”
Naruto si rigirò nel letto dormendo.
“Psst, psst.”
Mugugnò qualcosa d’incomprensibile, voltandosi di schiena tra le lenzuola ancora immerso nel mondo dei sogni.
“Hey Naruto, sveglia dai.”
Sgranò gli occhi nell’oscurità destandosi di soprassalto. In un lasso di tempo decisamente lungo i suoi sensi si erano fatti vivi interrompendogli il sonno di fronte a quei seccanti bisbigli.
Si guardò attorno assottigliando lo sguardo per riuscire a scorgere qualcosa nel buio, un groppo alla gola lo attanagliava, mentre il cuore accelerava il battito impazzito. Si lasciò prendere dall’angoscia finché non distinse la figura di Sakura nell'oscurità.
La giovane in piedi davanti alla finestra spalancata, le cui tende volteggiavano sospinte della brezza notturna, sorrise irriverente quando lo sguardo di Naruto si posò su di lei.
“Sakura?!” La chiamò in un soffio di fiato che mal celava la voce palpitante dal turbamento.
La ragazza allungò ancor di più il sorriso avvicinandosi al letto.
“Si può sapere che ci fai qui?” Naruto si alzò di scatto gettando le lenzuola al suolo.
“Scusa se mi sono introdotta di nascosto e per di più a quest’ora, ma avevo un assoluto bisogno di parlarti Naruto-kun.” Mormorò con i grandi occhi verdi che brillavano di eccitazione.
Il ragazzo storse la bocca, contrito.
“Oggi,"
“Oggi cosa?” Naruto la calpestò con la voce.
“Oggi volevo parlarti.” Si accostò a lui sfiorandogli il braccio. “E-era per questo che nel pomeriggio stavo di fronte a casa tua. Dovevo parlare con te.” Pronunciò esaltata, quasi fosse un intimo segreto.
“Però c’era Hinata e quindi non potevo, ma siccome è una cosa importante non sopportavo di aspettare fino a domani.”
“Sei entrata dalla finestra.” Osservò Naruto con gli occhi blu persi nel vuoto, la mente affogata in un turbinio di pensieri.
“Sì sì dalla finestra, ma che importa? Ascolta quello che ti devo dire.” Continuò lei scrollandolo per una manica del pigiama per ricercare il suo sguardo.
“Mi avevi detto che eri uscita per Sai, mi hai mentito.” Continuò Naruto con una punta di dispiacere. Pensava già che quella di Sai fosse stata solo una scusa, ma non ne aveva ancora la certezza come ora.
“Dai, ma allora? Una piccola bugia a fin di bene, volevo parlarti quando eravamo da soli. Ora ascoltami.” Disse leggermente imperante nel tono.

- Sì, va bene. L’amica arriva in piena notte a casa sua passando per la finestra per dirgli qualcosa d’importante, potrebbe anche starci -.
Cercava di autoconvincersi della normalità dei comportamenti di Sakura, ma era tutto troppo atipico, troppo strano. Avrebbe desiderato così tanto urlare - Rivoglio la mia Sakura! - invece di rimanere fermo a fissare il nulla con pensieri crucciosi ad aggrovigliarli lo stomaco.

“Naruto.” Sakura lo richiamò.
Il ragazzo si volse verso di lei, negli occhi aveva un’incredibile sfumatura di malinconia come se avesse ormai intuito ogni cosa.
“Dimmi.”
“Ho visto Sasuke.” Sibilo appena percettibile.
Ora in quello sguardo languido riverberò un fuoco di rabbia ridotta a frustrazione. Afferrò con forza il braccio di Sakura strattonandola. Una sola voce nella mente che ruggiva - La mia Sakura! La mia Sakura! Ritorna in te! Ritorna in te! -.
La giovane si ritrasse spaventata da quella presa ferrea, senza però riuscire a liberarsi.
“Non hai visto nessun Sasuke! Smettila di farti delle illusioni, non capisci che è tutto nella tua testa?!” Alzò la voce disperato.
“Lasciami mi fai male.” Il lamento di lei fu reso silenzio dallo sfogo di Naruto.
“Tu non hai visto niente! Dimmi che non hai visto niente!”
“Ma io l’ho visto Naruto e ci ho anche parlato! Mi ha detto che è tornato per noi, Naruto-kun!” Sakura incominciò a urlare a sua volta per sovrastare la voce dell’amico.
“Non è possibile, è assurdo! Sakura ti prego, torna com’eri un tempo, basta con queste stronzate!”
“Non sono affatto stronzate! Devi credermi, che cosa ci guadagnerei a mentirti? Ti sto dicendo la sola e unica verità, tu sei l’unico con cui posso confidarmi. Credimi Naruto!” L’esasperazione di Sakura fluiva fuori da quelle labbra rosate a ogni parola.
Naruto lasciò la presa di scatto così che la ragazza smise di divincolarsi. Sentiva piccole lacrime pungergli gli occhi e il rinascere del dubbio sconcertante che forse Sakura era sincera, che il loro Sas’ke era veramente tornato. Quanto avrebbe desiderato che fosse vero.
“Scusami.” Bofonchiò notando che si massaggiava il braccio dolente.
“Non fa nulla.” Rispose atona tenendo lo sguardo basso e torturandosi il labbro inferiore con i denti. “Questa volta mi ha parlato, ha detto che era tornato per noi e per sempre.” Continuò con l’ovvio soggetto di Sasuke.
Naruto sbuffò sedendosi pesantemente sul letto.
“Non è da lui fare una cosa del genere.” Disse, un sorriso amaro sulle labbra.
“No, infatti.” Confermò Sakura. Entrambi si erano calmati, come consapevoli che litigare e imporsi con forza non avrebbe giovato a nessuno dei due e se mai, peggiorato soltanto la situazione.
“Cosa devo fare perché tu mi creda?” Domandò la giovane sospirando demoralizzata.
Naruto alzò il volto incontrando quegli occhi di smeraldo.
“Finché non lo vedo, non ci credo.” Rispose con un sorrisetto ironico, seppur triste.
Vide gli occhi di Sakura sgranarsi appena, come se fosse rimasta colpita da quella frase di certo poco seria.
“Scusami ancora per prima, per averti urlato contro.” Mormorò ancora, in quel momento Sakura gli sembrava così indifesa e terribilmente fragile.
“Mi hai già chiesto scusa, a posto.”
“Vorrei che tornassimo come prima, alla normalità di sempre. Vorrei che mettessi da parte questa faccenda di Sasuke. Io ti capisco Sakura, non sempre si riesce ad esser forti e a non farsi sovrastare dal dolore. A volte si può rimanere ossessionati dalle persone che si amano e che ci hanno fatto soffrire, può accadere anche di non riuscire più a distinguere ciò che è reale da ciò che…”
“Mi stai dando della pazza?” Lo fulminò con lo sguardo.
Naruto negò leggermente con il capo, ma non riuscì ad aggiungere altro.
“Ascoltami bene. Io ti dimostrerò che Sasuke è davvero tornato, riuscirò a fartelo incontrare se è questo quello che ti serve per credermi. Ora scusami se ti ho disturbato a quest’ora di notte. Me ne vado.” Disse greve con lo sguardo verde più penetrante che mai.
Il ninja si portò una mano al volto per poi passarsela tra i capelli spettinandoli. Non riusciva a reggere il confronto con quegli occhi verdi carichi di delusione.
Sakura raggiunse la finestra sedendosi sul davanzale, poi si voltò di nuovo verso Naruto con la lunga chioma rosa scompigliati dalla brezza.
“Non te ne andare Sakura-chan.” Il suo debole sussurro fu inghiottito dall’oscurità del monolocale. Il ragazzo rivolse lo sguardo alla giovane resa di una bellezza rarefatta dai riflessi della luce lunare che faceva capolino dallo spicchio di cielo alla finestra.

“Naruto, ti auguro con tutto il cuore che tu sia sempre creduto da tutti e che non ti ritroverai mai nella mia stessa situazione.”
Un sorriso labile e poi scivolò via nella notte.





















Angolino Autrice:

Bene, bene, anzi, male, male, ecco a voi un nuovo capitolo! Diciamo che non succede granché, è il tipico capitolo di transizione insomma, il prossimo magari sarà già un po’ più carino, o così spero.
Ringrazio moltissimo come al solito Vaius, mio unico e speciale recensore :) Dico sul serio, apprezzo tantissimo che ti prendi la briga di leggere e lasciarmi sempre una recensione, spero che comunque non ti sentirai mai obbligato a farlo, visto che sei l’unico. Con o senza commenti sono decisa a portare avanti questa storia fino alla fine!
Ringrazio anche Archangel e brody87 che hanno messo la storia tra i preferiti e tutti coloro che leggono.


Alla prossima.















  
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