Arrivo alla clinica in orario, mi presento alla segretaria
della dottoressa e mi siedo sulle poltrone di pelle marrone della sala
d’aspetto.
Mi sento uno schifo... avevo immaginato questo giorno in
mille modi diversi, ma mai una volta mi trovavo sola e dopo aver litigato con
Mamoru.
Intono a me ci sono un sacco di donne col pancione, tutte
sorridenti e radiose.
La mia faccia assomiglia a quella che aveva la
protagonista del film l’esorcista.
Sospiro e cerco di rilassarmi, non fa bene tutto questo
nervosismo al piccolo.
- La prima ecografia vero?- mi chiede una ragazza non
molto più grande di me ma con un pancione di dimensioni notevoli.
Cacchio... che balena che diventerò!
- Si vede così tanto?- cerco di fare un sorriso tirato ma
non credo che mi sia riuscito benissimo.
- Beh... sì...- lei é radiosa, non credo che anch’io
diventerò così – piacere sono Kazumi.
- Usagi. – le rispondo stringendole la mano – Di quanti
mesi sei?
- Sette. – risponde accarezzando il pancione – Ma sembro
di nove, vero? – ridacchia notando il mio sguardo fisso su quella pancia che
non sembra di sette mesi - E’ uno dei problemi maggiori quando si aspettano due
gemelli.
- Ah... ora capisco... due é un bel colpo. E tuo marito é
qui?
- No, é a casa con l’altro nostro figlio. Ha solo quattro
anni.
Però...
- Il tuo invece? Si è spaventato e ti da dato buca?
Sussulto a sentire la semplicità con cui ha fatto questa
domanda.
- Beh... sì.
Scoppia a ridere... cos’é ti faccio pena?
- E’ normale! – dice guardandomi dolcemente – Scommetto
che ti sarai infuriata!
Annuisco senza dire una parola.
Il suo sorriso di allarga sempre di più.
- E’ un classico... molti uomini si spaventato alla prima
ecografia. Anche mio marito non é venuto la prima volta di nessuna delle due
gravidanze.
Paura? Il mio Mamoru avrebbe paura?
- Mio marito desidera molto questo figlio. Non credo che
abbia paura.
Kazumi annuisce comprensiva.
- Anche il mio adora i bambini e devi vedere com’é
premuroso e dolce con il nostro Yaten. Ma la prima ecografia... li spaventa...
non so spiegarti il motivo. E’ come se, da quando sentono il loro piccolo
cuoricino, il bambino che porti in grembo diventa reale. Non credo che sia il
bambino in se a spaventarli ma la gravidanza. Noi possiamo dare la vita e a
loro spaventa questo lato del nostro corpo.
Sono sbalordita... che abbia ragione?
- Senza contare tutte le domande che si fanno.
Credi che non possa esser un buon padre?
Questo mi aveva chiesto poco fa... e io che credevo fosse
arrabbiato... magari voleva solo una conferma. Voleva che lo rassicurassi e io
cos’ho fatto? Gli ho urlato contro quanto sia egoista.
Sono una cretina!
Sono egoista, pensavo solo al mio stato di salute senza
contare i dubbi che potevano crescere in Mamoru!
E io che gli ho urlato tutte quelle cose orribili?
Dio... come si sentirà ora?
Se non vorrà più questo bimbo?
Sto per piangere di nuovo...
Perché devo esser rosa dai dubbi?
Sto per chiamarlo ma la dottoressa mi fa entrare in
ambulatorio.
La stanza é illuminata solo dalla luce al neon sul
soffitto, nessuna finestra, le pareti bianche sono spoglie, c’é solo il lettino
e il monitor per l’ecografia.
- Si sieda pure sul lettino, io la raggiungo tra qualche
minuto. – mi dice la dottoressa prima di uscire dalla stanza.
Mi accomodo e affondo le mani nei capelli.
Mamoru... mi dispiace tanto...
Sento la porta che si apre, mi asciugo in fretta le
lacrime e alzo lo sguardo.
- Siamo pronti dottore... Mamoru cosa ci fai qui?
Ha gli occhi lucidi, si avvicina e mi abbraccia.
- Scusami...- mormora con un esile filo di voce – sono uno
stupido. Scusami Usagi... non litighiamo più, ti prego!
Scoppio a piangere e lo stringo forte.
- Sei tu che devi scusami... io... ti ho trattato male e
ho insinuato che non saresti stato un buon padre ma non é vero Mamoru. Io sono
certa che sarai il padre migliore del mondo!
- Solo perché sarò affiancato dalla madre migliore del
mondo. – mi scioglie dal suo abbraccio e mi asciuga le lacrime – Ora però basta
piangere Usagi. Altrimenti la dottoressa penserà che sono un mostro di marito!
Sorrido e gli sfioro le labbra con un delicato bacio.
La porta si riapre ed entra la dottoressa:
- Vedo che suo marito l’ha raggiunta... molto bene...
andiamo a conoscere il vostro bambino.
Mi sdraio e sollevo il maglione, la dottoressa mi mette il
gel e accende la macchina.
- Non stupitevi se vedrete molto poco, il bambino é ancora
piccolo.
Poco... diciamo che non vediamo nulla!
E’ tutto nero, si vedono delle ombre... dei movimenti...
ma nulla di più.
- Signori.. ecco vostro figlio. – ci fa la dottoressa
indicando un punto sul monitor – Vedete questo che sembra un filo bianco? E’ la
spina dorsale... e questo..- continua puntando il dito sul motor - é il suo
cuore. Ora vediamo se é tutto regolare. – schiaccia un paio di pulsanti e il
suono di un piccolo tamburo risuona nella stanza.
Mamoru mi stringe la mano... io sorrido e mi mordo un
labbro impedendomi di piangere di nuovo.
- E’ così veloce. - mormora Mamoru con lo stesso sorriso
che ho io, anche lui ha gli occhi lucidi.
- Tutto sotto controllo, - dichiara la dottoressa
passandomi una salvietta e spegnendo la macchina - é della lunghezza giusta, si
sta sviluppando in maniera normale e il cuore va benissimo – Programmiamo la
prossima visita?
Usciamo dalla clinica, mi mette un braccio sulle spalle e
mi stringe a se.
- E’ stato bello vero?
- Una cosa unica... – mormora sorridente – e io che me lo
stavo perdendo.
Accidenti la riunione!
- Mamoru... ma la riunione importante?
- Ho lasciato tutto a Jérome... non mi interessa la
riunione. Solo tu e il bambino contate ora.