Nel
frattempo LeClercq, che aspettava quel momento da ore nascosto
dentro la chiesa stessa, può ascoltare finalmente il segnale
che aveva chiesto
nelle sue preghiere. Si precipita fuori dalla moderna cattedrale e la
prima
cosa che vede, nonostante il fumo denso, è la ragazza
immobile a terra, esattamente
lì, a due passi, esattamente dove sei secoli prima era stata
condannata a
bruciare su un rogo. Consegnata evidentemente a lui dal Signore
perché portasse
a termine la sua missione. In tasca ha sempre il suo piccolo revolver
Smith&Wesson, ma l’avrebbe usato solo se necessario,
la storia era chiara e
lei doveva bruciare. “Tu non puoi essere qui! Tu sei
morta!” ripete
continuamente a se stesso. Ma doveva essere purificata dalle fiamme
prima di
morire, così era scritto nei libri. Estrae quindi dalla
borsa a tracolla la
bottiglia di plastica colma di benzina, gettandone il liquido sulla
ragazza e
cercando nelle tasche i fiammiferi necessari per il nuovo rogo.
“Avevano ragione
loro, sei una strega e morirai tra le fiamme! Il Signore”, si
diceva con
orgoglio, “mi sarà eternamente grato per aver
portato a compimento il suo
progetto e purificato attraverso il fuoco questa strega!”.
Subito dopo, nel
mezzo della piazza affollata si scatena il panico, poi
l’inferno. In mezzo alle
grida, il fragore inconfondibile dei colpi d’arma da fuoco.
Quando il fumo
si dirada, con la gente ancora terrorizzata e
i bambini che piangono, della ragazza non c’è
più traccia adesso. Nessuno giace
a terra ferito. Non sembra successo nulla.
A pochi passi
dalla piazza, al 15 di Rue de la Pie, nella
suite del Best Western Hotel Du Vieux Marché, John
riabbraccia commosso Daniel
e Ian, apparsi dal nulla in quella stanza pochi istanti prima. Persino
l’algida
Monika, entusiasta e commossa, rinfodera la sua Beretta 92 FS ancora
fumante
nella fondina ascellare e si lancia tra le braccia del tenente Mitch
McCarthy.
Jodie si sta prendendo cura di Jeanne cercando di farle spazio tra i
militari in
abbigliamento tattico e gli altri in abiti borghesi che, confusi tra i
turisti,
avevano appena condotto lì la ragazza. Jodie, in soggezione
davanti
all’adolescente che aveva davanti ai suoi occhi, asserisce
che non ha nulla, è
solo svenuta per le esalazioni da fumo respirate prima di venire tratta
in
salvo da Ty e Daniel nel medioevo. Per LeClercq, anche lui trasportato
lì,
invece non c’è nulla da fare: giace senza vita su
un tappeto con un foro di 9mm
in mezzo agli occhi. Prima ancora che Jeanne si possa risvegliare,
Daniel come
da accordi col padre, chiede ai militari della USIC di lasciare
l’hotel: l’operazione
Fenice - la ragazza “risorta” dalle sue stesse
ceneri - ovvero la loro missione
di copertura era conclusa. Jeanne era salva. Monika farà
rapporto sulla
missione e il file sarà secretato per ordine del generale
John Freeland,
sepolto insieme ad altre migliaia di fascicoli segreti protetti dal
segreto
militare. Il corpo di LeClercq sarà invece fatto scomparire
e quando sarà
ritrovato nessuno potrà ricondurlo all’operazione
appena conclusa. Daniel riavvia
quindi il gioco dagli stessi portatili da cui avevano lanciato
l’ultima partita
da quella stessa stanza e permette a Ty di ricondurre Jeanne nella sua
epoca,
nello stesso giorno e anno in cui doveva morire: il 30 Maggio 1431. Ma
stavolta
la destinazione digitata su Hyperversum è Chatel Argent,
dove lui è per tutti
Thierry conte di Montmayeur, conte di Ponthieu, feudatario maggiore di
Francia.
Ty, come
già Ian e Isabeau, sa che non tornerà
più a casa, sa
che prenderà il posto del suo omonimo scomparso, sa che
sarà lui nel XV secolo
a impersonare il ruolo del valoroso Falco d’Argento, come
nemmeno nei suoi
sogni più fantasiosi aveva sperato. Sa che
sposerà presto Jeanne, precisamente
tre mesi dopo, il 30 Agosto 1431, come il codice riportava di fianco ad
una
miniatura dei volti di Thierry de Ponthieu e di una giovanissima donna
appena uniti
in matrimonio.
Il nome di lei
trascritto sul codice era J. Anne Romée: pronunciandolo,
sente la sua voce scandire proprio il nome di lei, Je-anne seguito dal
suo vero
cognome materno.
Ty sa che Julie
Anne, come adesso lei si fa chiamare in
ricordo della sua adorata Juliette, liberata da tutti i vincoli,
assolto il suo
compito impossibile, adesso può finalmente vivere la vita
normale di una ragazza
non ancora vent’enne, adempiere alla sua promessa ed essere
felice con l’uomo
che ama.
Ogni sua
minuziosa ricerca aveva dimostrato al di là di ogni
dubbio che dietro il software di Hyperversum non c’era
nessuna tecnologia particolare.
Come Seth Lloyd aveva chiarito, il meccanismo che proiettava i
giocatori nel
passato era assai simile al Quantum Leap
che aveva teorizzato al MIT: le particelle elementari dei corpi dei
giocatori si
dissolvevano, residuando lo stesso quantum
noise, il rumore quantico, prodotto dai fotoni che era
riuscito a
teletrasportare in laboratorio. Ma l’inversione della freccia
temporale
funzionava solo se al momento del salto era presente lo stesso
marcatore
genetico, ovvero la stessa sequenza di DNA di cui la discendenza di Ian
era
portatrice. Ma come e in che modo questo operava in combinazione con
Hyperversum, compiendo il suo prodigio, era ancora un profondo mistero.
La
risposta che Seth aveva infine dato a Monika era stata che una
incredibile
quanto fortuita combinazione di condizioni produceva scientificamente
l’effetto
oppure si doveva asserire che il gioco aveva un suo scopo che
trascendeva la
scienza. Una condizione era tuttavia certa: gli attori, predestinati ad
avere
un ruolo da protagonisti in quella storia, erano soltanto i discendenti
del
misterioso casato da cui provenivano Ian e Ty, una stirpe di cui adesso
sapeva
che faceva parte nientemeno che Jeanne D’Arc. Solo attraverso
di loro
Hyperversum compiva il suo prodigio. Persone in qualche modo speciali
–
rifletteva Monika – chiamate a compiti, piccoli o grandi,
altrettanto speciali.
E chissà quali altri nomi ancora, vissuti nel passato, nel
presente o nel
futuro, avevano lo stesso marcatore genetico di cui Ian era portatore.
Era possibile
risalire al capostipite? In quanti avevano ereditato quel genoma? Aveva
già
preso i contatti col Dipartimento di Biologia Molecolare di Princeton e
fremeva
dalla voglia di cominciare le ricerche, fantasticando quali altri nomi
celebrati
dalla storia sarebbe riuscita a ricondurre a quel patrimonio genetico.
Per non
lasciare nulla di intentato avrebbe iniziato proprio da lì,
l’anno zero d.C.,
in fondo era da quella data che il primo mistero aveva avuto inizio,
no? Tuttavia,
sapeva che qualunque fosse il destino di questi individui, qualunque
fosse la
loro parte nella storia, non spettava certo a lei e a John rivelare al
mondo
questa sensazionale scoperta o peggio ancora depositare quel segreto
nelle mani
sbagliate. Monika di questo era certa e non aveva avuto dubbi nello
scegliere
da che parte stare: quel folle di LeClercq non aveva compreso che lei
non stava
cambiando la storia, ma aveva solo permesso che accadesse quello che
era già
scritto: Jeanne sarebbe vissuta e avrebbe generato lei stessa i figli
che
avrebbero perpetuato la dinastia dei Ponthieu.
Adesso che Ian
vive felice con Isabeau e i suoi figli nel
XIII secolo, Ty con Jeanne nel XV, Daniel e Jodie nel XXI secolo, anche
loro si
domandano se Jeanne fosse uno strumento proprio come loro. Le voci che
sentiva
Jeanne in sogno, i prodigiosi salti temporali di Hyperversum: Ian, Ty e
Daniel
si interrogano se ogni momento storico in realtà non avesse
custodito eventi
inspiegabili secondo la semplice ragione. Si chiedono se a seconda
delle epoche
fossero scelti i mezzi e mosse le pedine. Ma chi può dire
quale sia
l’imperscrutabile quadro finale dipinto dalla storia? Gli
uomini possono
vederne solo una parte e non sono loro a conoscere il dipinto completo.
Loro e
la loro discendenza erano stati scelti. Ma non erano loro a sapere da
chi e per
quale scopo. Non erano loro a poter sapere se il Destino del Falco, il
destino di
Ian o di Ty, si era compiuto in queste gesta o quali altre eroiche
imprese li attendevano
ancora.
Su France2, nell’edizione de “Le Journal de 20h” in coda all’approfondimento sul presunto attentato di Rouen, una coppia di giovani in jeans strappati e piercing ovunque, racconta dell’improbabile apparizione nientemeno che di Giovanna D’Arco ai piedi della chiesa a lei dedicata al centro della piazza di Rouen e di agenti della CIA capaci di viaggiare nel tempo, scomparsi in una nuvola di fumo insieme all’eroina di Francia. Monika spense la tv, si concesse un soddisfatto sorriso e uscì sul terrazzo di casa che si affacciava su Palais Rihour, un tempo residenza dei Duchi di Borgogna lì a Lille. Alzò lo sguardo verso le stelle tremolanti: forse lei si sbagliava, forse era tutto un caso, ma era così intensamente emozionante credere che infine non erano soli e abbandonati al loro destino. Poco dopo si sentì avvolgere teneramente dalle forti braccia del suo nuovo compagno, il tenente Mitch McCarthy. Anche questa era una sensazione straordinariamente emozionante e nuova per lei. E fu proprio allora che, pensando a quei ragazzi, a quanto ognuno di loro avesse lottato contro ogni speranza per il proprio amore, si disse che no, nessuno poteva restare un’isola in quel mondo. In qualunque mondo, in qualsiasi epoca.
***THE*END***