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Autore: Miwako_chan    02/12/2010    1 recensioni
“Co-mor-bo-si-tà” Sillabo incerto sperando che almeno questa volta abbia capito bene.
“Si, Naruto. Bravo, finalmente ce l’hai fatta.”
Incrocio le braccia imbronciandomi. Giuro, non la sopporto quando mi tratta da stupido.
“Io per te sono come una comorbosità.” Mi spiega Sakura giocherellando con le dita tra le ciocche rosa.
“E quindi?” Domando indisponente, irritato più che altro dal fatto che non ho ancora ben afferrato che cacchio vuol dire sta comorbosità.
“Avrò rilevanti implicazioni nel tuo esito finale.” Mi dici sorridendo. Pari quasi contenta.
“Sarebbe?” Esclamo stranito. È anche vero che sono un emerito baka, ma oggi a Sakura proprio non la riesco a capire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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You haven't choice, you must believe me!







Corse veloce tagliando per i prati pur di accorciare la strada. Avanzava a grandi balzi e guizzi agitando al vento le braccia ogni qualvolta si trovasse sospesa da terra. Le labbra si schiudevano a ritmo di un buffo ritornello dalle rime banali e scontate.

“Oh Sasuke dove sei andato?
Io per anni ti ho aspettato!
Oh mio Sasuke, sei forse tornato?
Non ti ho mai dimenticato.

Tittete, tattete, to,
lui di certo tornò,
e tutto più bello sarà,
tittete, tattete, tà.
 
Che io stia bene non so,
sta di fatto Sasuke tornò,
per amarmi come si deve,
avrò fatto bene a non tagliarmi le vene?”

Ultimo battito di ali e incollò i piedi a terra. Osservò incuriosita l’imponente porta in legno della palazzina recante il numero quattordici. Spalancò leggermente gli occhi verdi da gatta lasciando sfociare un piccolo sorriso sul volto. Si portò una ciocca di capelli rosati dietro l’orecchio e con un forte sospiro strinse ancor più a sé le vesti che teneva in mano: una camicia bianca, un paio di pantaloni scuri e una lunga cintura di corda bluastra. Sorrise nuovamente dandosi coraggio, dopodiché varco la soglia dell’edificio.
Una breve rampa di scale e raggiunse l’appartamento, bussò più volte a colpi cadenzati, quasi a voler ricreare una musicalità.

In breve due occhi di pece incastonati in un avvenente viso si presentarono all’uscio di casa. Leggere occhiaie andavano a descrivere il pallore dell’incarnato, mentre i capelli neri ricadevano scomposti sulla fronte.
“Ciao Sai!” Esclamò Sakura su di giri spostando irrequieta il proprio peso da una gamba all’altra.
“Ciao.” La voce impastata dell’altro rispose annoiata al saluto.
“Mi fai entrare?” Domandò distendendo le braccia davanti a sé, come a voler metter in evidenza il carico d’indumenti.
Sai rimase un istante a fissarla basito, in seguito si fece da parte. “Entra.” Mormorò.
“Grazie.” La ragazza non se lo fece ripetere due volte e avanzò spedita. Arrivata al centro della sala rigirò più volte su se stessa ammirando i vari quadri che ornavano le pareti e le tele sui piedistalli ancora da terminare.
Sai chiuse la porta per poi rivolgersi alla ragazza. “Come stai?”
“Non c’è male, grazie.” Rispose rapida rivolgendogli un ampio sorriso.
“Cos’hai lì?” Domandò avvicinandosi a Sakura e indicò i vestiti.
“Ho portato gli abiti.” Replicò radiosa. Li poggiò su uno dei pochi mobili dell'appartamento, per incominciare a mostrarli uno a uno al ragazzo.
“Questa è la camicia.” Disse aprendogli davanti agli occhi la grande maglia di lino bianco. La portò al viso, immergendosi in essa per odorarne il colletto.
“Lo sapevo.” Annunciò estasiata. “Ha ancora il suo profumo.” Abbassò lo sguardo arrossendo.
Sai schiuse la bocca pronto a ribattere, ma fu subito fermato da Sakura che proseguì con il discorso.
“Guarda, qui i pantaloni,” Mostrò i calzoni morbidi di tessuto nero. “il copri pantaloni, o qualunque cosa sia...” Protrasse l’elenco presentando un manto azzurrognolo. “e la cintura.” Tese tra le mani un lembo della lunga corda strattonandolo, quasi a volerne dimostrare la resistenza.
“Dove li hai presi?” Chiese Sai scostandosi di scatto la frangia dagli occhi.
“Me l'ha dati lui.” Ribatté decisa Sakura, provocando una lieve risata nel compagno.
“No, dai, dico sul serio.” Si dipinse sul viso di Sai un morbido sorriso.
“Il fatto che mia madre sia anche una brava sarta, ti assicuro che non c'entra niente.” Disse sviando lo sguardo altrove.
“Oh sì, infatti, non c'entra nulla, tranquilla.” Replicò Sai divertito.
Sakura si avvicinò ulteriormente a lui offrendogli i vestiti, si tormentava il labbro inferiore e sul viso traspariva una leggera nota di nervosismo.
“Senti, fammi questo favore. Indossa questi vestiti e vieni con me.” Sussurrò dolcemente.
“E perché mai?”
Sakura si stizzì non poco a quella risposta strafottente, ma decise di lasciar correre e provò a spiegargli il suo piano.
“Vedi, Naruto non crede ancora che,” Abbassò rapidamente il tono di voce. “che Sasuke sia tornato.” Ritornò a parlare normalmente. “Perciò ho pensato che se lo vedesse con i suoi occhi, non avrebbe alcuna scusa per continuare a non credermi.”
Sakura assottigliò lo sguardo smeraldo come a voler dare maggior concretezza alle sue parole. “Purtroppo c’è un problema. Sasuke non può esporsi così tanto, accadrebbe un disastro se qualcun altro lo vedesse oltre a Naruto. No, no, no…” Scosse con vigore il capo a dimostrare la sua preoccupazione se si verificasse tale eventualità. “Troppo rischioso.” Puntualizzò.
Sai sospirò di stanchezza. “Arriva al punto, ti prego.”
“Tu assomigli moltissimo a Sasuke, da lontano Naruto non noterà alcuna differenza se indosserai questi abiti.” Addolcì gli occhi cercando di convincerlo. “Lo so che sarebbe come mentire e prendere in giro Naruto-kun, però lo facciamo a fin di bene, ed è questo ciò che conta davvero. Semplicemente lo convinceremo in un modo come un altro che Sasuke è tornato, che poi è la verità.”
Sai mosse il capo in segno di tristezza e un lieve sorriso amaro andò a segnargli il volto cereo.
“Sakura, ma Sasuke non è tornato. È solo qui,” La sfiorò lievemente all’altezza del cuore. “e qui.” Con dolcezza la colpì sulla fronte facendo scattare l’indice con il pollice.
La ragazza s’incupì in un’espressione contrita. Lasciò cadere gli abiti a terra per poi inaspettatamente stringersi a Sai in un abbraccio morboso. Si portò con la schiena al muro incominciando a strusciarsi seducente contro il ragazzo.
“Ovviamente se mi farai questo favore, avrai qualcosa in cambio.” Bisbigliò lasciva ammorbidendo lo sguardo, mentre con una mano gli accarezzava la pelle nivea del collo.
Sai rimase interdetto, colto com’era alla sprovvista, dal tentativo di seduzione di Sakura, ma subito si riaccese in lui il sarcasmo.
“Anche in questo caso, sarei ancora io a farti un favore.” Mormorò sorridendo.
“Non dire così, potresti offendermi.” Si sforzò di mantenersi carina e affabile. Nonostante fosse arrossita in volto dalla rabbia a causa dell’evidente offesa presente in quelle parole, continuò a muoversi sinuosa su di lui e con nonchalance fece scendere le dita sempre più in basso verso la cinta dei pantaloni.

A quel punto Sai si lasciò travolgere dall’impulso dei sentimenti, non si pose domande, smise semplicemente di pensare. Senza quasi rendersene conto annullò la già minima distanza che lo separava da Sakura e cingendole il viso tra le mani posò un casto bacio su quelle labbra rosate. Impresse le labbra sulle sue lasciandole combaciare, ma proprio mentre era già pronto a distaccarsi, presa coscienza di ciò che stava facendo, sentì la lingua di lei entrargli con brutalità in bocca senza alcun permesso. Il gioco di lingue durò pochissimo. Si assaporarono gli umori per un breve attimo.
Gusto melanzana, decretò Sai.
Appena vi riuscì si separò di scatto da Sakura, scansò il volto di lato e sputò sul pavimento.
La ragazza osservò quel gesto con occhi sgranati, terribilmente ferita da quell’atto e dalle parole che lo seguirono.
“Cazzo che schif… s-scusami…” Blaterò appena percettibile Sai, pulendosi di malavoglia le labbra con la manica.
All’improvviso percepì un fortissimo bruciore alla guancia. Lo schiaffo violentissimo di Sakura lo aveva colpito in pieno volto facendolo voltare quasi completamente a destra. Ora sul pallore del viso compariva il nitido segno rosso delle cinque dita di una mano, una bella impronta dolorosa. Sai arricciò le labbra in una smorfia di sofferenza. Si volse verso la giovane con eccessiva lentezza conficcando come chiodi i suoi occhi d’onice a quelli verdi di lei.
“Mi hai fatto male.” Mormorò massaggiandosi la guancia indolenzita, ancora sconcertato dalla reazione violenta della ragazza.
“Te lo sei meritato stronzo!” Sbraitò rabbiosa allontanandolo da sé con una gomitata. Si chinò a raccogliere con furia i vestiti caduti al suolo.
“Sakura mi dispiace.” Cercò di scusarti Sai inutilmente.
Quando la ragazza alzò lo sguardo nel sentire quelle parole, lui si lasciò sfuggire un sorriso appena accennato. Non era un sorriso di scherno, piuttosto era acre e malinconico, ma fu interpretato nel peggiore dei modi da Sakura.
“Bravo continua a prendermi in giro se ti diverte. Per me dovresti solo vergognarti, stronzo.” Commentò aspra, mentre voluminose lacrime incominciavano a farle capolino dagli occhi.
Sakura si diresse spedita verso l’ingresso, ormai completamente rossa in viso e con grosse lacrime a solcarle le guance, non ne poteva più di rimanere in quel posto con lui.
“Non è così, aspetta…” Mormorò Sai allungando un braccio verso l'amica nel tentativo di fermarla, ma lei lo scansò appena in tempo uscendo di corsa fuori dalla porta.

Una volta solo, rimase a fissare immobile la porta di fronte a sé, avvicinandosi di qualche passo lasciò sbattere con forza la propria fronte contro la ruvida superficie in legno.
Come aveva potuto essere tanto stupido?
Come aveva potuto approfittarsi in quel modo di Sakura, per di più essendo anche a conoscenza dei problemi che l’affliggevano? Non riusciva a dare una spiegazione razionale al suo gesto sconsiderato. Aveva baciato Sakura e senza alcun apparente motivo. Era riuscito solo a farla soffrire.
“Coglione.” Si denigrò da solo ad alta voce.
Contro qualsiasi possibile previsione, l’emozioni avevano preso il sopravvento su di lui. Non aveva saputo affrontarle e aveva semplicemente agito sull’onda di quei sentimenti.
Decise di nominarli per farsi chiarezza.
Sì, quel bacio era frutto di compatimento e tenerezza.
















Angolino autrice:

Ed ecco qui sfornato il capitolo cinque, speravo di aggiornare prima, ma questa settimana la scuola non mi ha lasciato scampo -___-
Non dico niente sul capitolo, lascio a voi giudicare le due strane personcine che lo abitano.
Come sempre ringrazio moltissimo Vaius! Sono veramente felice di sapere che la storia t’interessa, e spero di non averti deluso.
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono, che hanno inserito la storia nelle seguite o nelle preferite, ^-^ mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate, discorrere con voi l’evolversi della storia e magari se avete qualche dritta da darmi per aiutarmi a migliorare.


Alla prossima!










  
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