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Autore: Miwako_chan    04/12/2010    1 recensioni
“Co-mor-bo-si-tà” Sillabo incerto sperando che almeno questa volta abbia capito bene.
“Si, Naruto. Bravo, finalmente ce l’hai fatta.”
Incrocio le braccia imbronciandomi. Giuro, non la sopporto quando mi tratta da stupido.
“Io per te sono come una comorbosità.” Mi spiega Sakura giocherellando con le dita tra le ciocche rosa.
“E quindi?” Domando indisponente, irritato più che altro dal fatto che non ho ancora ben afferrato che cacchio vuol dire sta comorbosità.
“Avrò rilevanti implicazioni nel tuo esito finale.” Mi dici sorridendo. Pari quasi contenta.
“Sarebbe?” Esclamo stranito. È anche vero che sono un emerito baka, ma oggi a Sakura proprio non la riesco a capire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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The boy
, the tree and the dube






Fa nulla. Si asciugò con forza le lacrime. Non importa. Correva ancora con gli occhi offuscati dal pianto. Chi se ne frega.
Si fermò di colpo stringendo tra le braccia tremanti gli abiti. Il peso delle parole di Sai era divenuto troppo doloroso per continuare ad avanzare come se niente fosse. L’avevano ferita, come coltelli affilat, nella sua dignità di donna, nella sua più intima femminilità.
Si morse il labbro inferiore ferocemente, soffocando i lamenti del pianto e diventando rossa in viso dallo sforzo di trattenere le lacrime. Spense i singhiozzi affondando il volto nella bianca camicia che stringeva fra le mani.

E così… a Sai lei faceva schifo.

Il pensiero gli provocò un profondo tuffo al cuore. Sakura s’inabissò ancor più nella candida veste ficcandosi un lembo di questa in bocca.
“Stronzo!” Strozzò il lamento nella stoffa.

Rimase per un lungo periodo nella stessa posizione, immobile in piedi, sprofondata in quella camicia. Poco le importava delle occhiate curiose dei rari passanti.
Rialzò il viso con lentezza, un tetro sorriso a delinearle le labbra. “Fa niente.” Mormorò tra sé e sé.
“Non importa.” Continuò il monologo. “Se Sai si rifiuta di aiutarmi, a me non interessa.”
Assottigliò lo sguardo come pervasa da una spiacevole riflessione. “Non me ne frega niente anche se pensa che sono un racchia.” Sbottò con una lieve incrinatura nella voce.
“Non ho bisogno di lui.” A quel punto scoppiò a ridere mestamente, ma in modo acuto.
“Sono proprio scema! Stupidissima! Ma come ho fatto a non pensarci prima?! Ah Ah Ah!” Si portò una mano alla fronte aggiungendo tono alla risata poi iniziò a rigirare su se stessa. Prendendo la camicia per le maniche la lasciò sventolare sospinta dal movimento delle piroette, mentre i pantaloni e cintura cadevano a terra senza che Sakura ci facesse caso. Proprio come Sai, anche quegli abiti non servivano più a nulla.
Ma come diavolo aveva fatto a non pensarci prima? Possibile che non ci fosse arrivata subito?
Qualunque ninja avrebbe potuto prendere il posto di Sasuke, proprio qualsiasi. Eera sufficiente sapere la tecnica della moltiplicazione del corpo e della trasformazione e poi un qualsivoglia, ordinario e mediocre ninja avrebbe potuto fingersi per pochi minuti un autentico Sasuke Uchiha.

Sakura sorrise radiosa lasciando volteggiare al suolo anche la blusa candida che andò a far compagnia agli altri indumenti. Congiunse le mani per formare i sigilli ed eseguire la tecnica. Un instante dopo, da una nuvoletta di fumo che si dissipò in breve, comparve la sua copia perfetta.
“Stessi occhi rossi di pianto!” Rise Sakura schiacciando il cinque con la gemella. “E ora,” Le mani della copia si posizionarono per la tecnica successiva.
“Tecnica della trasformazione del corpo!”
Davanti a lei comparve in uno sbuffo bluastro niente meno che Sasuke Uchiha. Bellissimo, perfetto in ogni particolare, perché ogni singola caratteristica di quel volto che seguiva con assoluta precisione i canoni di fascino e bellezza, era impresso indelebilmente nella mente della ragazza.
Sakura accarezzò il volto della copia con infinita delicatezza, negli occhi un’espressione sognante e desiderosa, come se fosse rimasta per un attimo confusa dalla vera identità del ragazzo innanzi a lei. Ritrasse la mano di colpo, continuando però ad ammirare con sguardo accattivante la sua creazione. “Ottimo lavoro Sakura.” Commentò a bassa voce.
Si voltarono contemporaneamente in direzioni opposte. Ora doveva solo trovare Naruto, convincerlo a seguirla, e dopodiché la parte più complessa, in altre parole, persuaderlo una volta per tutte che Lui fosse tornato.



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In quanti posti avrebbe potuto trovarsi Naruto? Nel suo monolocale? No, non c’era. A casa della Hyuuga? Meglio scartare l’ipotesi, in qualunque caso non sarebbe andata a verificare. Hichiraku Ramen? Ovviamente.

Il biondissimo ninja era proprio seduto al suddetto chiosco intento nella tipica colazione, o meglio abbuffata mattutina.
Sakura s'avvicinò cauta fino a ritrovarsi dietro le spalle dell’amico, si chinò leggermente andato a solleticargli il collo con i lunghi capelli rosati.
“Buongiorno Naruto-kun.” Soffiò al suo orecchio con voce vibrante.
Il ragazzo mandò giù di traverso gli spaghetti che stava masticando soffocandosi quasi per la sorpresa. Incominciò a tossire e a picchiarsi il petto sperando di riuscire a inghiottire il boccone molesto.
“Sakura-chan couff.. che… couff couff, spavento...” Tossì ancora più volte girandosi appena per guardarla in viso. Lei d’altra parte arretrò di qualche passo stupita dalla reazione di Naruto, di certo non era sua intenzione farlo morire strozzato.
Il ninja si era alzato in piedi continuando con una nuova serie di colpi di tosse, a quel punto Sakura decise di porre fine a quello strazio assestandogli una decisa pacca sulla schiena…
Forse un po’ troppo decisa.

Naruto si ribaltò sopra il ripiano del chiosco sotto gli occhi sconcertati del padrone, più che altro preoccupato che non avesse rotto nessuna scodella o bicchiere. Si rialzò lentamente mugugnando di dolore e massaggiandosi la schiena.
“Ma che dico Sakura sei impazzita per caso?” Sbottò stizzito, se non altro la tosse, almeno quella, gli era passata.
“Ragazzi per favore, cercate di stare attenti o dovrete pagarmeli voi i danni.” Disse il Signor Ichiraku, ma fu prontamente ignorato da entrambi che continuarono nel loro battibecco.
“Ho solo cercato di aiutarti, ingrato!” Sbraitò la giovane portandosi le mani ai fianchi. “Tra un po’ crepavi soffocato!”
“E indovina grazie a chi.” Vociò Naruto risentito. “E poi meglio crepare strozzato che con la schiena spezzata a metà.”
“Esageroso.” Blaterò Sakura sviando lo sguardo altrove.
Naruto sollevò le braccia per stiracchiare la schiena facendola scrocchiare.
“Be’ Sakura, volevi solo salutarmi, erg intendevo, attentare alla mia vita o avevi bisogno di qualcosa?” Borbottò imbronciandosi e incrociando le braccia. La ragazza cercò d’ignorare con tutta se stessa la precisazione ironica di Naruto. Anche se avrebbe voluto continuare a sbraitargli contro aveva bisogno di tenerselo buono, altrimenti tutto il piano sarebbe andato in fumo.
Si sforzò d’addolcire lo sguardo, a rilassare il volto in un sorriso di convenienza, ma che sembrasse sincero, e nello zuccherare a dovere il tono di voce.
“Ecco, veramente ero venuta per chiederti di andare insieme al parco.” Disse fulgida ripiegando i piedi verso l’interno e giocando intimidita con l’orlo dell’abito.
L’espressione corrucciata di Naruto si rasserenò immediatamente, esplodendo in un ampio e caldo sorriso.
“Se me lo chiedi così, certo che vengo Sakura-chan!” Ridacchiò portandosi una mano dietro la testa.
Per quanto innamorato di Hinata, non riusciva a desistere dal fascino che ancora Sakura esercitava su di lui, anche se non sentiva più per lei quel sentimento d’amore, sarebbe stato capace di qualsiasi cosa per renderla felice. E poi andando con l'amica al parco forse sarebbe riuscito ad aprire un dialogo su quello che era successo due notti fa, quando si era intrufolata a casa sua delirando riguardo a Sasuke. Se fosse stato abbastanza bravo l’avrebbe addirittura convinta ad andare a parlarne con Tsunade insieme, come anche Ino gli aveva consigliato, trovando così un rimedio a quella strana fisima e ai suoi comportamenti anomali.


Sakura non riusciva a contenere l’agitazione. Superava Naruto allungando il passo per poi volteggiare su se stessa e girarsi nuovamente verso di lui, univa i piedi e portava il seno in avanti con le mani allacciate dietro la schiena.
“Naruto-kun e daaaai!” Lo esortò con un ampio sorriso mettendosi al suo stesso passo.
“E dai cosa?” Domandò confuso il ragazzo che ancora non aveva compreso la fretta dell’amica.
Sakura ampliò ancor più il sorriso socchiudendo gli occhi in un’espressione serena.
“Chi arriva ultimo è una testa quadra della peggior specie!” Esclamò iniziando a correre via con le braccia tese orizzontalmente come le ali di un pennuto.
Naruto si lasciò sfuggire un lieve sorrisetto divertito prima di iniziare a inseguire la compagna.
“Sakura-chan aspetta!!” Gridò allegro, in quel momento gli sembrava di essere tornato agli albori del team sette.
“Mica sono scema!” Rispose la ragazza scoppiando in una fresca risata.

Volarono sopra i tetti e poi giù per i vicoli più stretti. Ovunque Sakura decidesse di tuffarsi Naruto la rincorreva senza però volerla mai superare.
Ben presto si ritrovarono nel grande parco di Konoha, al margine di un bosco.

Sakura s’inchiodò ai piedi di un’imponente quercia appoggiandosi di spalle al tronco. Rideva affannata, mentre cercava di riprendere fiato. Naruto si mise di fronte a lei inclinando di poco il viso con una particolare espressione felice.
Rimasero per alcuni minuti in un silenzio screziato dalle sottili risate di Sakura, che stramente non era ancora riuscita a ristabilizzare il respiro.

“Testa quadra.” Mormorò sorniona spezzando il silenzio.
Naruto non rispose immediatamente, sorrise soltanto intenerendo lo sguardo celeste. “Lo sapevo già, non sei la prima a dirmelo.” Obiettò pacato.
Sakura capì all’istante il riferimento alla persona, ma decise di non aggiungere commenti.
Vedendo che non pronunciava parola, Naruto decise di iniziare a intavolare un discorso serio. Si era preposto già dal giorno prima di aiutare Sakura e ora era il momento di incominciare a fare qualcosa di concreto.
“Ascolta,” Sviò per un attimo lo sguardo leggermente imbarazzato. “ho pensato molto a quello che è successo due sere fa, quando sei venuta da me per parlarmi di lui…”
“Anch’io ho pensato molto a questo.” Lo interruppe con cipiglio deciso.
“Ah, bene.” Mormorò sfregandosi la zazzera bionda. “Meglio così, perché è proprio di questo che ti vorrei parlare. Non ti arrabbiare però, ma...”
“Dipende.” Lo bloccò guardandosi le doppie punte di una ciocca di capelli.
“Be’, sì ecco, cioè,” S’incartavellò un attimo Naruto per cercare le parole. “sono arrivato alla conclusione che dovremmo parlarne di questa storia con Tsunade-sama, insieme. Sono certo che lei saprà capirti Sakura e non dovrai temere per la vita di Sasuke, perché l’Hokage sa cosa ci lega a lui, è dalla nostra parte, non potrebbe mai permettere che gli accada qualcosa.”
Sakura si rigirò la ciocca rosata tra le dita affilando lo sguardo.
“Che ne dici?” Domandò accennando un sorriso e volgendo i palmi delle mani aperte verso la ragazza. Un pensiero amaro si fece strada nella sua mente, era palese di come stesse trattando Sakura, alla stessa maniere con cui ci si rivolge ai bambini piccoli. Si è gentili, solo all’apparenza accondiscendenti, subdoli nel fingersi dalla loro parte e di credergli, nel tentativo di inculcarli le proprie idee in testa. Lui che usava queste maniere con l’intelligentissima Sakura, la testa quadra ora prendeva la sua bambina per mano e la conduceva verso la giusta via, ruoli che s’invertivano, o meglio deformavano. Assurdo.

“Quella notte mi hai detto che finché non l’avessi visto non mi avresti creduta. Ovviamente ho preso le tue parole alla lettera.” Disse Sakura questa volta sollevando gli occhi su Naruto.
In un certo senso lui già si aspettava che le sue parole finissero ignorate, ultimamente accadeva fin troppo spesso con Sakura, ma decise di non demordere.
“Non cambiare discorso, rispondimi. Andremo a parlarne con Tsunade, vero?” Insistette avvicinandosi ancor di più.
“Sì, va bene, come vuoi. Ora però girati.” Alzò il tono di voce nell’impartirgli l’ordine di voltarsi. Naruto rimase sorpreso per due motivi, sia la facilità con cui Sakura aveva accettato la proposta, sia per l’intonazione brusca e imperante della sua voce.
“Davvero va bene? Da che parte devo guardare?” Le domande scaturirono immediate una dietro l’altra nello stesso ordine dei suoi pensieri.
Sakura gli afferrò con rapidità un braccio strattonandolo con mala grazia. “A sinistra.” Biascicò veloce.

Naruto si voltò di scatto nella direzione suggerita. Non c’era nulla di particolare. Il solito paesaggio, l’erba, il prato, la quercia, il ragazzo dietro l’albero. Assottigliò lo sguardo in quel punto preciso.

L’albero.
Il ragazzo.
Il ragazzo dietro l’albero.

Il cuore gli saltò in gola per poi morirci. Gli occhi celesti s’intorbidarono di blu sgranandosi come non mai, mentre perfino le labbra perplesse sillabavano prive di voce il suo nome.

"Sa-su-ke".

Si rivolse a Sakura per un istante aspettandosi un cenno d’intesa, o qualsiasi altra cosa che gli desse conferma che ciò che vedeva non era solo il frutto della sua immaginazione.
Sakura annuì appena, sorridendo lieve. Subito Naruto tornò a guardare verso quel punto in lontananza, ma niente, di Sasuke non c’era più alcuna traccia. Era bastato un singolo attimo di distrazione perché scomparisse nel nulla.
Naruto non ci pensò due volte, era già pronto a correre via per raggiungere ad ogni costo quella fugace visione, ma Sakura fu brava a intuire con largo anticipo le sue intenzioni afferrandolo saldamente per un braccio.
“Sakura! Dannazione!” Esalò sconvolto tentando di liberarsi dalla presa ferrea.
“Calmati Naruto. Se n'è già andato.” Mormorò mite, seppur continuando a stringere con forza il braccio dell’amico.
“Lo raggiungiamo! Cazzo Sakura lasciami andare!” Urlò più forte guardandola con occhi supplichevoli.
“Ti ho detto di calmarti. Ha già rischiato fin troppo. Non vorrai metterlo ancor più in pericolo incominciando a inseguirlo? Se qualcuno lo scopre ne sarai tu responsabile.” Soffiò con rabbia aggrottando le sopracciglia, mollò poi la presa allontanandolo da sé con veemenza.
Naruto curvò le spalle abbassando il capo, ormai perso ogni entusiasmo. La parola responsabilità aveva nuovamente colpito con il suo pesante fardello.
“Non serve a nulla che sia tu a inseguirlo, cerca di ragionare per una volta! Ora hai finalmente capito che è tornato sul serio, basterà solo aspettare che arrivi la giusta occasione per incontrarci.” Continuò Sakura, completamente ignorata da Naruto.
Il ragazzo alzò poco dopo il viso deglutendo a fatica.
“Davvero c’era? Non l’ho immaginato?” Domandò piano con lo sguardo smarrito.
Sakura sorrise piano intenerita. “No Naruto, è tutto vero, è tornato.” Rispose commossa.
“Sasuke è tornato davvero? Era lui davvero?” Ancora domande accennate con un filo di voce.
“Sì, sì, l’hai visto con i tuoi occhi. Sasuke-kun è tornato finalmente.” Affermò serena, una vena d’allegria a colorirle il tono di voce.
Naruto accennò un sorriso sulle labbra, un viluppo di felicità, imbarazzo, inquietudine e sorpresa.
“Come… come ho potuto non crederti.” Mormorò piano, lo sguardo rivolto alle formiche.
Sakura alzò gli occhi al cielo sbuffando.
“Lasciamo perdere baka, non lo so nemmeno io.” Gli fece la linguaccia scherzosa. Ora che lui le credeva non aveva più alcun motivo per restare seria o esser triste. Il piano aveva funzionato alla perfezione e Naruto c’era cascato in pieno.
“Perdonami. Ancora adesso mi sembra tutto così strano.” Si portò una mano alla fronte stropicciandosi il viso. Non sapeva se scoppiare a ridere di gioia, piangere disperato per aver dubitato di Sakura fino a crederla pazza o rimanere immobile senza far nulla.
Non riusciva a crederci. Dopo averlo inseguito per anni, Sasuke Uchiha faceva il suo ritorno. Appariva, scompariva, riappariva. Voleva realmente tornare alla sua vecchia vita? O semplicemente non era affatto tornato? Eppure l’aveva visto con i suoi stessi occhi, e non avrebbe mai potuto sbagliare, o confonderlo con altri.
“Sasuke è tornato.” Sbottò in una piccola risata. “Io, non so sai, ma non riesco ancora a crederci.”
Sakura non riuscì a nascondere l’espressione cupa che le calò sul volto, tuttavia negli occhi chiari di Naruto poteva cogliere un bagliore fiducioso. Era sicura. Bastava davvero perché lui le credesse completamente.
“E invece è tornato, insomma l’hai visto tu stesso.” Sorrise allargando le braccia. “Il nostro Sas’ke- kun,” Ammorbidì lo sguardo con una nota di malinconia. “ il nostro Sasuke è tornato da noi.”
“Sakura-chan mi avevi detto che gli avevi parlato. Quindi saprai perché ha deciso di tornare, vero?” Domandò Naruto, senza ricevere un’immediata risposta.
“Sakura, per favore devi dirmi ogni cosa, ti prego, tutto.” Incalzò ancora, voleva sapere tutto di quella storia, ogni particolare. Al posto dello sconforto e turbamento iniziale, ora c'era l’eccitazione, la frenesia di venire a capo di quella situazione, una strana sensazione di estasi. In fondo era così facile poter essere felice, bastava crederci. Sì, bastava.

“Io però non so nulla. L’unica volta che ho parlato con lui mi ha solo riferito che sarebbe tornato e io lo pregato di mostrarsi a te, anche solo per un attimo, per far sì che tu mi credessi. Ti giuro Naruto non so altro. Te l’ho detto che rischia molto, non può esporsi.” Cercò di rispondere con sicurezza, ma incespicò più volte nelle parole, anche se avrebbe dovuto esser pronta per una simile domanda.
L’espressione di Naruto si alterò appena, di certo non aveva ben visto quella risposta farfugliata, anzi, non aveva fatto altro che incoraggiare i suoi dubbi. Sakura lo notò e immediatamente decise d’intervenire. Si era stancata di vederlo così indeciso. Lui doveva crederle punto e chiuso, a qualunque costo Naruto avrebbe dovuto fidarsi di lei. Se Sasuke era tornato, Sasuke doveva essere creduto tornato. Sbatté un piede a terra abbassando il viso finché i capelli non le nascosero il volto. Soffocò tra le labbra la stizza, il nervoso e la rabbia. Anche dopo che l’aveva visto con i suoi stessi occhi osava ancora avere dei dubbi, questo la faceva infuriare. Soppresse in una manciata di secondi le colleriche emozioni, per dar fiducia doveva sembrare più equilibrata possibile. Alzò il viso sfoderando un piccolo e timido sorrisetto, l’avrebbe detta grossa, ma del resto un grande rischio per un grande risultato, è così che funziona.
“Eri rimasto solo tu a non credermi. In molti al villaggio sanno già del ritorno di Sasuke.” Disse decisa. E sì, questa era davvero grossa, forse troppo, avrebbe faticato a restare in piedi. Mettere in mezzo altre persone per darsi credito è un’arma a doppio taglio.
Naruto strabuzzò boccheggiando. Tutti sapevano a parte lui, proprio lui, il primo che sarebbe dovuto essere a conoscenza d’ogni cosa, pazzesco.
“Ne ho parlato con Ino di quello che mi avevi detto e lei non ne sapeva proprio nulla.” Buttò lì la frase, d'istinto, non appena gli era balzata in mente.
“Cooosa!!!” Lo strillo acuto di Sakura per poco non lo assordò. Serrò gli occhi portandosi le mani alle orecchie.
“Come hai potuto andare a riferirle tutto?! Come hai potuto fare una cosa tanto stupida quando io ti avevo detto di startene zitto!” Sillabò infine con voce profonda e roca. “Come. Hai. Potuto.”
Narutò rialzò lentamente lo sguardo, con quelle reazioni esagerate Sakura riusciva davvero a incutere timore. Le iridi verdi erano rese sottili da un’espressione accigliata, teneva i denti in mostra e serrati dal nervoso e i pugni chiusi, talmente sigillati che le nocche erano sbiancate.
“Io, credimi l’ho fatto in fin di bene. Ero preoccupato per te Sakura, volevo aiutarti e avevo bisogno di chiedere consiglio a qualcuno. E poi visto che tanto dici che lo sanno tutti, non capisco dove sia il problema.” Farfugliò in fretta.
“Infatti, tu non capisci, è proprio questo il problema. Ti avevo detto di non dire nulla a nessuno e tu che hai fatto? Idiota.” Ringhiò inacidita. La situazione volgeva del tutto a suo favore. Con questa piccola rivelazione da parte di Naruto sarebbe riuscita a fingersi infuriata e a far ricadere il discorso sulla mancanza di buon senso dell'amico, anziché sulla sua fandonia colossale.
“Ma mi hai appena detto che tutti lo sanno e poi…” Cercò di comprendere meglio l’intera situazione.
“E poi niente. Ho detto che in molti lo sapevano, non tutti. Cerca di ascoltarmi mentre parlo.” Lo interruppe brusca.
“Possibile allora che fossi io l’unico a non esserne a conoscenza? È assurdo. Avrei dovuto saperlo prima di tutti non credi? C’è qualcosa che non mi torna.” Espose i suoi dubbi sconcertato iniziando a gesticolare.
“Ma tu ne eri a conoscenza, visto che te ne ho parlato io. Non è colpa mia se non hai voluto credermi. Alcuni lo sapevano già poiché, come anche tu oggi, sono riusciti a vederlo di sfuggita. Per il resto Naruto ne so quanto te.”
“Chi sono gli altri che l’hanno visto?” La domanda sorse spontanea.
Sakura sgranò istantaneamente gli occhi, l’aveva colta di sorpresa, non gli restava altro che riprendere il ruolo dell’offesa arrabbiata a morte.
“Non intendo dirti nient’altro Naruto, come posso fidarmi di te se non riesci a tenere quella bocca chiusa:” Incrociò le braccia parlando in un tono che non avrebbe ammesso repliche.
Ma s’accorse delle intenzioni del ragazzo che nonostante tutto cercava di ribattere e lo azzittì immediatamente.
“Sasuke è tornato punto e basta. Mi credi?” Sorrise appena, amorevole. Se la rabbia non riusciva a far desistere Naruto dall’indagare. Era certa a quel punto che la dolcezza avrebbe spazzato via ogni dubbio.
“L’ho visto con i miei occhi.” Mormorò lieve con la voce che si spegneva nella calura estiva.
“Come posso continuare a non crederti Sakura…” Reclinò il capo mesto, gli occhi socchiusi s’adombrarono di un profondo blu scuro.
“Voglio crederti.” Quelle parole tramavano. Si tuffò sull’amica stringendola a sé in un abbraccio carico di passione.
Dopo un attimo d’incertezza Sakura rispose con pari intensità a quel gesto, delineando sul volto un morbido sorriso. Affogò in quelle forti braccia immergendosi sorridente nell’incavo della spalla, gli coccolò i biondi capelli in tenere carezze legandosi ancor di più a lui. Un naturale sentimento d’affetto materno fece presa su di lei, mentre percepiva il caldo corpo del ragazzo tremante così vicino al suo.
Sospirò piano, comprensiva di fronte ai sussulti incontrollati di Naruto, la sensazione che ora stesse piangendo.


















Angolino Autrice:

Ci tengo a precisare una piccola cosa: nonostante stia maltrattando in questo modo Sakura, non ho assolutamente nulla contro il suo personaggio. Ho solo pensato a un’ipotetica inclinazione, del suo amore per Sasuke, verso l’ossessione, e da qui, l’ho sviluppata fino a portarla all’esasperazione. Mi sono presa quindi una grandissima libertà con questo personaggio. Con gli altri, invece, sto cercando di non farli assolutamente uscire dall’IC, e mi auguro di essere riuscita nell’intento.
Passando ai ringraziamenti, i primi vanno ad obbligo a Vaius ^-^
Grazie infinite per le recensioni, mi stai dando lo stimolo per andare avanti ed impegnarmi di più! Hai proprio ragione, Sakura bisognerebbe inibirla, mmmh, mi sa che mi toccherà chiamare il Dottor House per questo…
Hinata è da un po’ che l’ho persa di vista, ma nel prossimo capitolo ricomparirà di nuovo e resterà abbastanza a lungo!
Infine ringrazio di cuore tutti i lettori e tutti coloro che hanno messo la storia nelle seguite.


Al prossimo aggiornamento.








  
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