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Autore: kannuki    07/12/2010    1 recensioni
Sembra che il destino si sia accanito contro Caroline Forbes. Dimentica dei fatti antecedenti la sua seconda morte, è costretta a scappare da Praga minacciata dalla stessa persona che si era presa cura di lei fino a quel momento. Si sveglia su un treno diretto in Transilvania, perde i residui della sua innocenza e diventa pura vendetta.
"Continui a credere di essere una pedina sulla scacchiera delle entità superiori... una volta passati da questa parte, noi sfuggiamo le leggi del mondo.”
"Ed io che pensavo che essere una vampira fosse una disgrazia, come un brufolo di sabato sera..."
“Sei una frignante rompicoglioni problematica e senza speranza con una scopa ficcata nel culo, tesoro mio.”
Nevrotica era un aggettivo gentile, in confronto.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Doralice: ma no ma no... dalle il tempo di prenderci la mano e scasserà le balle a mezzo mondo! =)

Ciccipingu: se dormiva era meglio. Per lei. :)
Dark_witch: penso sempre che le sensazioni siano più forti della ragione. Vedremo cosa deciderà quando ricorderà gli eventi della sua ultima morte.
Mhhh.... strana storia con uno strano finale. Non anticipo nulla, ma penso sorprenderà parecchi di voi... a me ha sorpreso! :|


Caroline marciò con decisione verso la finestra e tirò la tenda pesante e spessa. Un attimo dopo lancio un urlo e crollò sul pavimento. Era come ricevere un colpo di ferro rovente in pieno volto. Sentiva l'occhio e la guancia trafitta da mille spilli. Louis tirò il tendaggio e si chinò su di lei che piagnucolava per il dolore e nascondeva il viso. “Ora abbiamo la certezza che la strega che l'aveva incantato è passata a miglior vita” disse spostandole le mani dall'ustione. Le tirò indietro i capelli e osservò la ferita. “Sta già guarendo.”

Sì, ma fa male...” singhiozzò sentendosi davvero una bambina in quel momento. Lo allontanò da se con uno scoppio di rabbia ingiustificata. “Non ho bisogno della balia!”

Louis si rialzò con un gesto elegante ed elastico. “Seguo la vecchia scuola, lady Caroline. Per sua fortuna, le punizioni corporali sono state abrogate!”

Caroline lo fissò col muso che sparì all'istante. “Ma chi diavolo ti credi di essere?!” esclamò piantandoglisi sui piedi e alzando il mento.

Louis abbassò la testa e la fissò. “Ha ragione” commentò drizzando la schiena con un piccolo sogghigno “posso sempre tirare quella tenda e lasciare che il sole la uccida.”

Fallo” lo sfidò sebbene una vocetta interna le dicesse che era pazza a scommettere su una cosa del genere “non si metta contro di me, Louis. E non mi sfidi. Forse non ha idea di cosa vuol dire far incazzare una donna e pagarne le dirette conseguenze!”

Louis la guardò con un certo moto di divertimento e ammirazione. Dov'era finita la personcina timida e bisognosa di cure di qualche ora prima? Il vero carattere di Caroline Forbes si dimostrava appieno, ora, e lui era ben contento di averle salvato la vita. Le sorrise sinceramente divertito.

Caroline si chiede il perché di quel sorriso. Stava escogitando qualcosa di bieco?

Ha fame?”

Fame? Caroline si rese conto che aveva un buco allo stomaco, un bisogno tremendo di fare una doccia e togliersi di dosso quel corsetto fastidioso che quasi non la faceva respirare. “Ha un bagno in questa casa?”

Mi segua.”

E un paio di forbici?”

Louis congiunse le mani in atteggiamento di preghiera e Caroline lo guardò sorpresa. “La prego, non compia atti di violenza..”

Non intendo tagliarmi le vene, volevo solo...”

... sulla sua chioma” concluse sorridendole.

Caroline lo guardò di nuovo, il sorriso divertito, gli occhi rilucenti nella penombra delle candele. Quell'uomo aveva uno strano potere su di lei. Ne era fortemente attratta. Quando se ne rese conto e lo guardò, Louis le fece cenno di seguirlo dopo un istante di esitazione. Caroline gli andò dietro con la bizzarra idea che le leggesse nella mente.

We Rule The World - Dragonette

But let's pretend that we rule the world, We've got the superhero costumes, Know how to change our clothes in a phone booth, So let's pretend that we, we rule the world.. ” Niente atti di violenza, pensò sforbiciando i capelli e acconciandoli in maniera che formassero una lunga treccia con tante ciocche che sfuggivano. Eliminò i 'caduti sul campo di battaglia', li asciugò, sciolse la treccia e i capelli le ricaddero in morbide onde lungo la schiena e le spalle. Mai, in tutta la sua vita, era riuscita a lasciarli crescere così tanto. Qualsiasi cosa avesse bevuto, le aveva donato un aspetto magnifico. E l'aveva fatta guarire, pensò aprendo l'accappatoio e rimirando la pelle liscia fra lo sterno e il diaframma. Il sangue di Louis era meglio di una settimana in una SPA. Guardò le unghie con nervosa attenzione. Se avesse avuto a disposizione il suo necessaire per la manicure, non ci sarebbero stati problemi. “Grrr...” digrignò i denti di fronte allo specchio e atteggiò le mani come una strega “sono il vampiro succhiasangue!”

L'ironia le increspò i lineamenti. E si chiedeva perché tutte le amiche avevano un ragazzo e lei no? Non soffrivano della sua cretineria acuta. Caroline lasciò cadere l'accappatoio bagnato sul water, afferrò un asciugamano pulito e asciutto e aprì la porta della propria camera da letto in cui aveva dormito tre mesi. Tre mesi, pensò incupita. E Liz? Per un momento ebbe pietà di sua madre, poi scrollò la testa, drappeggiando meglio l'asciugamano attorno al seno. I vestiti erano lì. Jeans, stivaletti, camicia nera. Caroline indossò tutto sentendosi a disagio per la mancanza di biancheria intima. Occhieggiò l'armadio socchiuso. Lo aprì e si accorse che c'era una moltitudine di vestiti da donna all'interno. Guardò alle sue spalle con aria sarcastica. Teneva il ricambio per la la donna, o era un feticista? Cominciò ad estrarli uno per uno e li rimirò sentendosi una bambina nel negozio di giocattoli. Uno in particolare attrasse la sua attenzione. Azzurro polvere con pizzo nero alle estremità. E una zip a chiuderlo sotto il braccio sinistro. “Viva la modernità” mormorò e lo gettò sul letto.

Cavolo, pensò rimirandosi allo specchio. Quel vestito avrebbe eccitato il più restio degli uomini. Non hai tempo per questo, si disse spazzolando i capelli. “Vendetta e sangue. Nient'altro” borbottò fissandosi negli occhi “te l'hanno fatta grossa, bella mia.”

Una pendola lontana battè le sette del mattino. Caroline tornò in se ricordandosi dell'appuntamento con Louis per la 'cena'. Che assurdità, pensò raccogliendo l'estremità con due dita dopo aver inciampato un paio di volte nell'orlo. A quell'ora, si preparava per la scuola. Giunse nella sala in cui l'uomo l'aspettava immerso nella lettura del tomo. “Spero che la sua donna non se la prenda se ho approfittato del contenuto dell'armadio...”

Louis udì il frusciare dell'abito ancora prima di sentire la sua voce. “Un'amica che si ferma spesso...” voltò la testa e restò senza parole “... a riposare...”

Che faccia da tonno, pensò per un istante, sentendosi subito lusingata. I ragazzi non la guardavano così. Lo facevano con Elena, non con lei. “Lo prendo come un complimento” disse sollevando un lembo del vestito.

Louis conosceva molte lingue e moltissimi dialetti. Ma non aveva parole per la stupenda creatura di fronte a se. Eileen si sarebbe risentita a morte se avesse scoperto il furtarello di Caroline.

Le chiedo scusa per prima, ho un caratteraccio.”

Louis si alzò senza dire una parola e le fece cenno di accomodarsi. Quando le scostò la sedia, Caroline lo ignorò “non si disturbi, so come si fa a sedersi” disse e gli impedì di concludere l'azione.

Strana donna, Caroline Forbes. Intrigante, pensò e le fece cenno di servirsi. Centinaia d'anni di buona educazione e galateo gettati al vento.

***

Caroline era ubriaca. Viveva fuori dal tempo e la sua vita sembrava essere cambiata. Lei era cambiata, si disse respirando l'odore della notte che proveniva dalla finestra socchiusa. Non si era mai sentita sicura di se, come in quel periodo. Aveva una vendetta da portare a termine e la libreria di quell'uomo strano era ricolma di letture di ogni genere, compreso un bel manuale sui veleni che Caroline avrebbe voluto far ingurgitare a forza a quei due stronzi. Girò la pagina chiedendosi dove poteva prendere dell'acido prussico e dello stramonio. Afferrò il bicchiere accanto a se e ne bevve un sorso. Il whisky la placava quando aveva troppa fame e poiché Louis non la lasciava andare in giro da sola, doveva alcolizzarsi per eliminare parte della fame vorace che l'opprimeva. Aveva costantemente voglia di bere sangue umano. Un effetto collaterale dell'essere tornata in vita?, si chiese giocherellando col bordo del bicchiere e col ghiaccio al suo interno. Louis l'aveva guardata male quando aveva aggiunto i cubetti. A suo dire, l'aveva 'rovinato'. Caroline aveva sollevato le spalle - come faceva con la madre quando la 'importunava' - tornando ad ignorarlo. Gli era grata per tutto, ma era troppo furiosa per ascoltarlo. Doveva recuperare la memoria degli avvenimenti precedenti alla sua seconda morte e poi avrebbe avuto tutta l'eternità davanti per farla pagare a quei due. Caroline dubitava che sarebbe potuta restare lì a lungo, ma Louis non sembrava aver fretta di sbarazzarsi di lei.

Quell'uomo era educato ma impenetrabile. Cortese al limite del ridicolo, poneva fra loro un muro invalicabile. Che le piacesse un po' troppo era un fatto secondario. Non aveva tenuto conto delle volte che si era scoperta a fissargli il collo, vogliosa di morderlo. Non era il sangue in se ad attirarla. Era il ricordo della sensazione che dava essere tenuta fra le sue braccia. Caroline scosse la testa sovreccitata e accaldata. C'erano un sacco di punti che giocavano a suo svantaggio. Complesso di Elettra, si disse una sera osservandolo di sottecchi. Forse sentiva la mancanza di una figura paterna. O di un ragazzo che le dimostrasse un po' di affetto, rimuginò tormentando il labbro superiore con le dita e sfogliando una pagina dopo l'altra. Girò la testa e lo guardò, poco distante da lei. Da quella posizione poteva osservarlo in tutta libertà. Non era così vecchio e lei non aveva bisogno di un secondo padre. Il primo era stato una delusione. Caroline giudicò un'età apparente di trentasei - trentotto anni. Per essere un vampiro, era 'morto vecchio'. E lei troppo presto. Avrebbe avuto per sempre diciotto anni e quell'aria da angioletto innocente E neanche un brufolo, pensò con un sorriso. I vantaggi di essere un vampiro. “Ha nulla sulla tortura alle streghe?” domandò inarcando la schiena mentre si stirava.

Qualcosa...” rispose sovrappensiero, guardandola per un istante e inchiodandole di nuovo gli occhi addosso mentre allungava i muscoli rattrappiti. “Inquisizione Spagnola ve bene lo stesso?”

Perfetto” disse e balzò in piedi muovendo il collo per rilassarlo. I capelli biondi le accarezzarono la schiena e Louis la fissò di nuovo. “Secondo scaffale a sinistra. Sesta fila a partire dall'alto.”

Ciò voleva dire arrampicarsi, visto che non sapeva volare. Caroline portò la sedia in prossimità, ci salì sopra mentre Louis ne seguiva ogni passo. Alzò la testa per leggere i titoli. “In che lingua è scritto?”

Spagnolo.”

Dovrà tradurmelo” lo avvisò occhieggiando le costine polverose e allungando il braccio. Ci arrivava... si, ci arrivava. Oh!, pensò quando lo toccò, scivolò dalla sedia e si aggrappò allo scaffale. “La libreria è inchiodata alla parete?!”

No” rispose sovrappensiero, sprofondato nella poltrona davanti al camino con la prima edizione di Cime Tempestose aperta sulle ginocchia.

Merda!” la sentì esclamare e il legno cigolare sinistramente. Un attimo dopo, la libreria crollò a terra con un frastuono terribile e un urlo. Louis balzò dalla poltrona sollevando il pesante legno di quercia con entrambe le mani e riportandolo contro la parete. “Fatta male?” domandò un po' ironico, scavalcando i libri. Si inchinò accanto a Caroline che tossiva per la polvere e lo spavento. “Su, non è niente...” mormorò divertito, spolverandole il viso e i capelli. Caroline lo scacciò con un gesto, imbarazzata “non sono una bambina...” starnutì e tirò indietro i capelli, diede una sonora testata al naso dell'uomo e quando lo sentì gemere di dolore, lo guardò appena, sogghignando vergognosa “scusi, sono un pò goffa...”

Un po'...” borbottò dolorante “ho spesso rimpianto la mancata discendenza, ma da quando la conosco, lady Caroline, quel desiderio è sparito!”

Caroline tradusse la frase in un istante. Si accigliò e si rimise in piedi spolverando i vestiti con gesti bruschi. “Devo fare quest'effetto a molti, visto che mio padre se n'è andato di casa” mormorò e si sentì stupida ad aver parlato di uno dei tanti argomenti che le facevano male. Cominciò a raccogliere i libri da terra, sentendo gli occhi di Louis addosso. Li scaricò sullo scaffale più basso senza un'ordine preciso. Non era più un problema. Era grandina. Se la cavava da sola. Stava infastidendo un vampiro più forte di lei e ancora se ne andava in giro sulle sue gambe, dopotutto.

Quello no. Lo stavo leggendo” mormorò Louis quando la vide riporre la sua copia di Cime Tempestose.

E' nella lista dei libri scolastici da leggere per l'estate” disse a testa bassa scaricando altri volumi nella libreria. “Ho letto la trama su Internet e mi sembra una cavolata.”

Detesto cordialmente Heathcliff, ma trovo molto appassionante il suo amore violento per Catherine.”

Un'altra Katherine” sibilò arrabbiata “Li vuole in ordine di colore, alfabetico o...”

E' ininfluente” commentò osservandola apertamente. “Cosa succede, lady Caroline?”

La ragazza lo ignorò. Non era suo amico e non era un padre confessore. “L'odio si nutre del disprezzo, e il disprezzo è il nettare dell'odio...

Louis mostrò un certo stupore. “Ha letto le Diaboliche, mia cara?”

Ehm...” Caroline scosse la testa cercando di ricordare “penso di averlo letto su un blog...” borbottò chiedendosi se sapeva cosa fosse un blog.

Louis restò per molti minuti a scrutare fra i tomi rilegati. Le porse il libro che Caroline accettò distratta. “E' una prima edizione?”

Barbey era un ottimo amico. Me la regalò in un eccesso di amore fraterno ed ebbrezza da acquavite di pessima fattura” spiegò accostandosi al fianco destro della ragazza “bisognava che fosse trovato in piacevolissima compagnia per non essere trovato in cattiva compagnia.”

Un tipino niente male” ironizzò “posso leggerlo?”

Louis la guardò perdendo un po' della sua impenetrabilità “i contenuti non sono molti adatti ad una giovane donna come lei...” l'avvertì e Caroline lo guardò senza parole. Annuì come si fa con gli sciocchi per non contrariali. “Credo potrò sopportare qualche descrizione spinta” affermò. “Louis, siamo nel ventunesimo secolo. Ed io sono una ragazza moderna...”

Un termine abusato per descrivere licenziosità di costumi e sentimenti.”

Se non avesse voluto farmelo leggere, non l'avrebbe mai tirato fuori da quello scaffale....” sussurrò schiarendosi la voce con un po' di ironia malcelata. “Sbaglio?”

Il viso di Caroline espresse un sottile e sfacciata malizia che ingaggiò un combattimento all'ultimo sangue nella mente di Louis. D'improvviso sorrise della sua astuzia e piegò il capo indicandole il tomo. “Se dovesse turbarla...”

O santo cielo!” esclamò scoppiando a ridere “so perfettamente come è fatto un uomo nudo e non penso ne troverò qua sopra, non c'è neppure una figura!”

Lady Caroline, lei parla della mera fisicità mentre io discorro di pensieri licenziosi” la prese in giro rallegrato dalla schermaglia verbale. Le tolse gentilmente il libro dalle mani e sfogliò le pagine, ordinato e composto.

La curiosità di Caroline per quell'uomo aumentò in maniera esponenziale.

Voi forse credete che mi cadde fra le braccia per la paura, la passione, per aver perso la testa, come una fanciulla insidiata o che sia lascia insidiare, che non sa più quel che fa quando commette l'ultima delle follie, quando si lascia dominare da quel demone che tutte le donne hanno nascosto in qualche parte: il loro solo padrone, se in loro non ve ne fossero altri due, la Viltà e la Vergogna a contrastargli il passo...”

Louis le lanciò un'occhiata a cui Caroline non rispose. Aveva ricominciato a sistemare i volumi e gli dava le spalle. Girò la pagina e si fermò accanto ai lei, appoggiandosi alla libreria. Caroline restò immobile e guardò fissa la costina di un libro. Cavolo, le era arrivato il cuore in gola!

Allacciata in quel bacio di fuoco e come rapita dalle labbra che penetravano le sue, la portai, sempre avvinghiata a me sul divano di marocchino blu e il marocchino gemette voluttuosamente sotto quella schiena nuda...”

Pausa” mormorò alzando una mano, il volto un po' arrossato dal racconto. Era il suo tono di voce ad eccitarla. “Non vuole che lo legga e mi racconta le parti salienti?” disse girando il collo verso di lui “vuole insidiarmi, Louis?”

L'uomo chiuse il tomo di scatto tornando nella solita posa rigida e militaresca. “Mi dispiace di averle dato quest'impressione.”

Quel tipo strambo era sexy da morire. “Stavo scherzando” mormorò e si chinò a raccogliere altri volumi. Ne avrebbe avuto per parecchio. Allungò la mano per prendere il libro e il vampiro glielo passò con una certa titubanza “se leggerò qualcosa che turberà la mia mente, glielo renderò” disse provando l'assurda serenità che provano le donne quando si sentono in vantaggio sull'uomo che le corteggia. Era piacevole e appagava il suo ego.

Non esistono divani di marocchino blu nella dimora, se vuole saperlo.”

Caroline scoppiò a ridere “meno male o non avrei saputo resistere alla tentazione!” singhiozzò allegra “non prenda tutto così seriamente, stavo scherzando!”

Louis la fissò a lungo e senza ricambiare il suo sorriso. Lentamente si chinò verso di lei e Caroline scorse una punta di divertimento. “Anche io.”

Riguardo il divanetto o lo scherzo?” mormorò e di nuovo la ragazza sogghignò, ritirò il labbro inferiore fra i denti e si accorse di stare flirtando con lui. “Mi piace l'odore delle pagine antiche” disse frettolosa. “Roba da malate.

Piace anche a me...”

Due malati, allora” commentò e lo aggirò per prendere altri volumi. Quando vide un libro completamente devastato dall'incidente, lo guardò con aria colpevole “accidenti...” sussurrò cercando di rimettere insieme le pagine.

Non sarebbe mai dovuto accadere.

Non ha alcuna importanza” la rassicurò vedendo il suo sguardo incupirsi. “Non si dia pena.”

Caroline voltò la testa verso la finestra. Praga era innevata. Quel maledetto libro si era... Caroline morse un labbro con forza, l'allegria evaporata del tutto. Se fosse nata un anno più tardi, se Elena non fosse stata così bella, se sua madre fosse stata più presente, se Katherine non l'avesse uccisa... e se quel fottuto libro non si fosse rotto... tirò su col naso, portò una mano alla bocca e scavalcò la pila di libri che doveva ancora sistemare. Si rintanò nella sua stanza e sedette sul letto, faccia alla finestra e una scorta di fazzoletti. Conoscendosi, se avrebbe avuto a lungo.

Demetrius aggirò i libri a terra, si diresse verso il suo punto preferito e miagolò di indignata insoddisfazione. Louis stava ancora osservando la porta da cui era sparita. Eliminò il tomo dalla poltrona e il gatto ci saltò sopra finalmente soddisfatto. Rigirò Cime Tempestose fra le mani e fece una serie di considerazioni. Se la sua lunga vita gli aveva insegnato qualcosa, era il tempismo. Osservò l'orologio, calcolò mezz'ora e tornò a risistemare il disordine.

***

Quarantacinque minuti dopo, Caroline fu svegliata da un lieve bussare. Si alzò su un braccio, osservò la distesa di fazzoletti bagnati e mocciolosi che costellavano il pavimento e passò le mani sotto gli occhi. Le tirava la pelle del viso e sentiva la testa pesante. Aprì la porta di un centimetro senza alzare gli occhi dal pavimento.

E' una bella serata, pensavo di uscire” mormorò gentile “le va di venire con me?”

Posso mordere tutti quelli che incontro?”

***

La Città Vecchia di Praga lasciava senza parole. Louis camminava e descriveva e Caroline gli andava dietro annuendo di tanto in tanto. Non aveva aperto bocca da quando erano usciti. Si sentiva colpevole dalla distruzione del volume, della sua reazione e persino del fatto di essere venuta al mondo.

Louis era fermo sul ponte, sotto un lampione. Caroline osservò la piega della gamba rilassata, le mani congiunte dietro la schiena, l'ombra che scuriva il collo e la parte posteriore della nuca. Quando si voltò verso di lei e tutto il corpo venne alla luce, rendendo chiaro il suo abbigliamento fatto di una strana mescolanza di passato e presente, Caroline avrebbe voluto essere a mille miglia da lì. Sola.

L'ho annoiata con le mie chiacchiere?”

La ragazza scosse la testa e si infagottò sotto la giacca pesante. Era vagamente congelata. “Quanti anni ha, Louis?”

Il vampiro soppesò la domanda e rispose banalmente. “Qualcuno in più di lei.”

La vampira più vecchia che conosco ha cinquecento anni.”

Ce ne sono di più antichi. Li chiamiamo gli 'Anziani'” disse e le porse il braccio. Caroline lo guardò dubbiosa, poi ci infilò le mani sotto e gli camminò al fianco.

Il mio mentore era uno di loro. Il destino mi fece figlio di una nobildonna e un commerciante di schiavi. Quando morirono, quell'uomo mi prese con se e mi insegnò tutto.”

Caroline lo guardò apertamente. “Perchè ha aspettato così tanto tempo prima di trasformarla?”

Non era il suo obbiettivo. Voleva un figlio a cui insegnare, non un adepto che si inchinasse a lui.”

E poi?”

La peste divorò la mia carne. Avevo trentatre anni e mia moglie era morta di parto insieme a nostra figlia. Accettai la notizia con rassegnazione, quasi con gioia... abbracciai la Nera Signora per poco. Quando mi svegliai, il sole mi fu precluso per sempre” mormorò perso nei ricordi. “Ha mai sentito parlare dei Fenici, mia cara? Erano ottimi navigatori e commercianti scaltri. Si diceva fossero discendenti della fusione fra la popolazione cananea dell'Antica Palestina con i Popoli del Mare che occupavano le coste orientali del Mediterraneo. Nessuno seppe mai da dove provenissero, tranne me... e Melkart.” mormorò e le strinse la mano contro il braccio. “Ha freddo?”

Caroline scosse la testa, ipnotizzata dal racconto e dalla sua voce. Cercava di fare un calcolo approssimativo ma non aveva date a disposizione ed era pessima in storia. “Continui...”

Il 333 A.C. fu la data finale per la civiltà fenicia ad opera di Alessandro Magno. Un diversivo che... sta gelando, lady Caroline. Torniamo a casa.”

Caroline si lasciò condurre con la lingua annodata. Ricordava con quanta facilità Katherine prendeva a calci i due fratelli Salvatore nelle loro risse. Era più forte, era più vecchia e aveva bevuto più sangue umano... quindi lui... Caroline si fermò e ingoiò “come fa a camminare alla luce del sole senza anello magico?”

Dopo alcune centinaia di anni, non ne ho avuto più bisogno” rispose guardandola di sottecchi.

Melkart è ancora vivo?”

Credo sia morto, ma non ne ho la certezza.” Il tremito era aumentato. Percepiva chiaramente la paura della ragazza.

Perchè mi ha aiutato? Nostalgia della famiglia?” domandò cercando di scherzare. La voce le morì in gola e Caroline si allontanò di un passo “sarei una pessima figlia.”

  
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