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Autore: Miwako_chan    09/12/2010    1 recensioni
“Co-mor-bo-si-tà” Sillabo incerto sperando che almeno questa volta abbia capito bene.
“Si, Naruto. Bravo, finalmente ce l’hai fatta.”
Incrocio le braccia imbronciandomi. Giuro, non la sopporto quando mi tratta da stupido.
“Io per te sono come una comorbosità.” Mi spiega Sakura giocherellando con le dita tra le ciocche rosa.
“E quindi?” Domando indisponente, irritato più che altro dal fatto che non ho ancora ben afferrato che cacchio vuol dire sta comorbosità.
“Avrò rilevanti implicazioni nel tuo esito finale.” Mi dici sorridendo. Pari quasi contenta.
“Sarebbe?” Esclamo stranito. È anche vero che sono un emerito baka, ma oggi a Sakura proprio non la riesco a capire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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My little saint Hinata














Il lungo kimono di seta nera la fasciava avvolgendo con grazia ogni curva di quel prorompente quanto celato corpo. I drappi della veste erano riccamente decorati da raffinatissime rappresentazioni floreali sul tema del rosa e del bianco panna, mentre l’obi, portato stretto sotto il seno, riprendeva gli abbellimenti della veste con rose e fiori di ciliegio del medesimo colore frammezzati da una riga centrale che percorreva tutta la cintura di un rosso vivo.
Portava i capelli, solitamente lasciati sciolti, raccolti a un lato del capo in una morbida crocchia che lasciava ricadere alcune ciocche libere sulla spalla, il fermaglio era composto da grosse perle rosate e bianche che dondolavano tra i capelli formando una composizione a grappolo d’uva, imbellettata da piccole fogge di fiori.
Un filo di trucco appena accennato andava a impreziosire il volto niveo di Hinata, la quale pareva una dama, un’eterea vergine dagli occhi da cerbiatta. Le labbra color prugna lievemente socchiuse accentuavano quell’espressione di innocente sorpresa e rammarico per qualche atto disdicevole non ancora compiuto. Le mani si richiudevano tremanti sul grembo a stringere un candido ventaglio dal motivo a boccioli e corolle, con le stecche laccate di smalto malva.

Si osservarono per pochi attimi da un lato all’altro della strada, come incerti sul da farsi, lui sicuramente attonito da così tanta bellezza in una sola volta. Si andarono incontro, uno correndo l’altra a piccoli passi a causa della veste stretta e i tacchi alti delle zeppe.
Naruto la strinse tra le braccia e senza mostrare alcuno sforzo la sollevò facendola volteggiare più e più volte girando su se stesso.
“Sei stupenda Hina-chan!” Esultò con un ampio sorriso.
“E dai Naruto, fammi scendere.” Si lamentò fintamente Hinata ridendo per poi gettargli le braccia al collo.
Naruto obbedì subito posandola di nuovo al suolo. Rimase a guardarla con dolcezza e un mezzo sorriso stampato in volto.
“Lo yukata ti sta benissimo, sembri una principessa.” Proferì a bassa voce creando immediatamente un’intima e calda atmosfera.
Hinata arrossì abbassando velocemente lo sguardo e andando a sfiorarsi con un pugno socchiuso la bocca. Quei complimenti, quel tono di voce terribilmente basso e profondo, e quegli occhi azzurri limpidissimi che non vedevano altro fuorché lei, la stavano facendo letteralmente impazzire.
“Quanti complimenti, non è da te…” Biascicò qualche parola sottovoce e con ciò ogni barlume di sicurezza che forse era presente in lei prima di arrivare di fronte a Naruto, si era impiccato da solo.
“Ma che dici Hinata, ti faccio sempre i complimenti e ricordati che io dico sempre quello penso! E se sei bellissima non posso fare a meno di dirtelo.” Ribatté allontanandole la mano da davanti le labbra in modo da guardarla meglio in volto, senza rendersi per nulla conto dello stato di massimo imbarazzo in cui era caduta la ragazza.
“N-non è uno yukata. È un kimono, apparteneva a mia madre, uno dei pochi ricord…” Mosse le labbra senza quasi emettere suono, le sue parole caddero nel vuoto soppresse da un bacio inaspettato di Naruto che andò a cingerle i fianchi per poi abbracciarla con amore e affetto.
Hinata si aggrappò a lui rispondendo al bacio. Immerse le dita affusolate nella chioma bionda e come sempre spettinata, mentre le lunghe maniche scivolarono giù lasciando scoperte le bianche braccia.



Era sufficiente unirsi a lui per ritrovare tutto il coraggio perso durante la lunga strada percorsa da sola.




“Ho sentito che quest’anno ci saranno i fuochi d’artificio, dobbiamo assolutamente vederli!” Disse Naruto percorrendo accanto a Hinata la via che li avrebbe condotti al fulcro vitale dei festeggiamenti: il viale alberato che si accostava al grande fiume Momonoka.
“Ah, ti sei anche informato e io che pensavo che ci venissi di malavoglia.” Sorrise la giovane Hyuuga portandosi una mano alle labbra nell’imbarazzato tentativo di coprire la lieve risata.
“E dai lo sai come sono fatto, non è che non avessi voglia o non mi facesse piacere venire, è solo che… che ero un po’ giù… cioè, oh insomma, hai capito, no?” Bofonchiò impacciato incrociando le braccia dietro il capo e osservando con occhi smarriti il blu del cielo sovrastante.
“Sì, sì, tranquillo, ho capito tutto.” Mormorò Hinata dolcemente divertita, accostandosi al suo petto. “Se ci tieni tanto a vedere i fuochi non ce li perderemo per nessun motivo.” Continuò poi sollevando il mento per guardarlo in volto nella ricerca costante del suo sguardo di zaffiro.
“Ma ovvio che non ce li perderemo! Sono la parte più migliore della festa!” Si entusiasmò portando un braccio intorno alle spalle della ragazza, nel suo solito modo intriso di suffusa possessività, del resto molto benaccetta da Hinata.
Quei modi un po’ bruschi, vigorosi, ma pur sempre macchiati di sottile delicatezza, la facevano sentire al sicuro, protetta, come cullata dalle forti braccia di un padre.
“Io ho già la parte migliore.” Bisbigliò piano con un filo di voce nascondendo il volto dietro la manica del kimono arancio di Naruto.
“E quale sarebbe?” Ammorbidì lo sguardo divenuto di un blu intenso.
“Sei tu” Non ci fu punto a concludere quelle parole, le labbra a rosa di lei rimasero socchiuse, rapita nel guardare devota, quasi adorante, l’uomo che aveva scelto d’amare.

Naruto si specchiò in quegl’occhi di neve bianca e le posò un leggero bacio sulla fronte tra i fili blu mare della frangia. Non aggiunse nulla a quella frase, non ce n’era bisogno. Solo… solamente percepì una lieve morsa proprio all’altezza dello stomaco, un breve e temporaneo sentore di disagio.
Presto il suo sguardo fu catturato da altro. Le fulgide e sfavillanti luci dei festoni apparvero davanti a loro non appena svoltarono l’angolo che convergeva nella strada principale di Konoha.
Appese da un lato all’altro degli edifici tramite schiere di fili sottili pendevano le tipiche lanterne di carta chochin recanti i kanji di festa, amore e speranza, insieme ad esse sventolavano sospesi vari festoni dagli sgargianti colori sulle tonalità dell’oro e del verde, ricchi di riflessi luccicanti. Le decorazioni principali del Tanabata Matsuri, ovvero le frondose e verdeggianti canne di bambù, erano disposte praticamente ovunque: per strada, davanti alle case, innanzi ai piccoli chioschi e bancarelle, sugli usci, lungo le gronde dei tetti. Ogni ramoscello era ornato con piccoli cartigli rettangolari dalle svariate tinte che pendevano tramite fini spaghi di corda insieme a campanelli piccini infiocchettati di rosso. Ciascun cartiglio portava su di sé, in aggraziata calligrafia di donna, frammenti di poesie d’amore, intensi desideri appena accennati, o trepidanti citazioni d’attesa.

Naruto strinse forte la mano di Hinata andando a crearsi il raro contrasto di pelle bronzea e lattea intrecciate tra loro. Dopo un attimo d’esitazione si tuffo nella folla trascinando la ragazza con sé, la quale con fatica, a causa dell’abito fasciante e le zappe alte, cercava di mantenere il suo passo. Naruto era come richiamato da una strana forza d’attrazione verso qualsiasi bancarella che gli si prospettasse davanti agli occhi, indifferentemente dal tipo di merce che vendesse, si dirigeva svelto a osservarne i prodotti esposti e con ancor più sollecitudine nel caso si trattasse di roba mangereccia.  
“Naruto! Per favore, non potresti andare un po’ più piano?” Si lamentò candidamente Hinata, stanca di essere sballottata da un lato all’altro della strada.
“Hinata guarda là! Un chiosco di mele caramellate!” Vociò, senza aver ovviamente prestato ascolto alle proteste della compagna. Facendosi spazio fra un gruppo di giovani donne con la loro figliolanza, puntò dritto al piccolo baracchino urtando di continuo decine di passanti.
Hinata si svincolò dalla presa del ragazzo lasciandogli la mano, non sopportava più di farsi pressare da tutta quella calca. Naruto si voltò immediatamente non appena sentì la mano di Hinata sfuggir via dalla sua.
“Ehi non lasciarmi la mano, altrimenti rischiamo di perderci in ’sta confusione!” L’avvertì afferandole un polso per riportarla accanto a sé. Hinata di nuovo vicino al suo petto stava per ribattere irritata, ma fu zittita alla vista di quegl’occhi celesti così limpidi su cui si riflettevano le miriadi di bianche luci delle lanterne e da quell’aperto sorriso irresistibilmente caldo e sereno.
No. Non gli avrebbe interrotto il divertimento per delle sciocche lamentele, non ne sarebbe stata capace. Che la trascinasse e strattonasse pure, come e quanto voleva, per quell’impagabile espressione del volto era disposta a continuare a quel modo anche per tutta la serata.

“Hinata tutto ok?” Mormorò Il ragazzo notando lo sguardo perso della giovane. Non l’aveva nemmeno sfiorato il pensiero che forse tutta quella fretta e fuggifuggi da un posto all’altro senza mai chiederle cosa volesse invece fare lei, l’avrebbe potuta infastidire. In fondo prestare attenzione a certe sottigliezze non era propriamente da lui. Il fatto è che aveva un bisogno assoluto di fare qualcosa, di gettarsi di qua e di là nella folla ad esempio, qualsiasi cosa, purché riuscisse a tenere la mente occupata. Occultare sotto strati di azioni frettolose e superficiali ogni pensiero, insieme a quell’inspiegabile sensazione di disagio percepita poco tempo prima di fronte alle dolci parole di Hinata.
“Eh? No, no, tutto bene.” Rispose timidamente abbassando il viso così che la simmetrica frangia andò a coprirle gli occhi. “Forza, andiamo a prenderci una bella mela, che dici?” Aggiunse poi, alzando il viso di scatto e suggellando la breve frase con un bel sorriso radioso.




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“Alla fine la mela l’hai presa solo per me.” Sospirò Hinata guardando sconsolata l'enorme mela rossa infilzata in un esilissimo bastoncino di legno.
Naruto ridacchiò un poco portando i gomiti sul tavolino e appoggiando il viso fra le mani. “Non mi sono mai piaciute molto le mele e frutta simile, ma stai certa che se ci fosse stato il ramen alla mela caramellata l’avrei preso sicuramente.”
La ragazza si esibì in una piccola e spontanea smorfia schifata. “Ma Naruto cosa centra…” Soffiò spazientita, tentando di tirare un morso alla suddetta mela senza assumere un’espressione troppo ridicola. Aprì e chiuse più volte la bocca rigirandosi la bacchetta tra le dita per cercare la parte più comoda da addentare della tondeggiante mela, senza sporcarsi di zucchero colante tutto il mento. Le sue analisi e misurazioni furono presto interrotte dall’allegra risata di Naruto.
“Hina-chan dovresti vederti! Hai una faccia buffissima!” Ridacchiò il biondo lasciandosi scappare un indice della mano puntato verso di lei. Non era davvero riuscito a trattenersi alla vista dolce e comica della sua Hinata boccheggiante, mentre si rigirava la mela davanti al viso.
La ragazza serrò le labbra di colpo discostandosi dal frutto e un tremendo rossore incominciò ad imporporarle le gote.
“Guarda come si fa.” Si affrettò ad aggiungere Naruto amabilmente, come a volerla salvare dall’imbarazzato in cui lui stesso l’aveva impantanata. Le prese la mano che reggeva il frutto caramellato e la portò verso di sé in modo da poter sferrare un bel morso al dolce.
“Visto? Chonk… Non era poi tant.. chonk-chonk... difficile…” Bofonchiò masticando rumorosamente la croccante leccornia. Fu il turno di Hinata di trattenere un crescente risolino tra le labbra guardando Naruto con le guancie piene e la bocca tutta impiastricciata di caramello.
“Naruto sei tutto sporco!” Sorrise passando l’angolo di un tovagliolo sulle labbra di Naruto.
“Adesso sei tu che ridi me, però.” Commentò accattivante, prendendo il pezzo di carta dalle mani della ragazza per terminare l’operazione di rimozione zucchero autonomamente.
Hinata distolse lo sguardo da Naruto nascondendo l’espressione divertita e concentrata nuovamente sul frutto gli diede un timido morso, assaporando poi con soddisfazione lo zuccheroso sapore.
Naruto si stravaccò ulteriormente sulla piccola sedia di vimini tenendosi la testa con una mano e abbassando appena le palpebre.     
“Se non impari a sporcarti, non riuscirai mai a goderti veramente le cose.” Proferì con una lieve nota di malizia nella voce.
La ragazza sbatté più volte le lunghe ciglia a quel commento e solo pochi attimi dopo arrossì lievemente.

Naruto si voltò a osservare il lento scorrere del fiume a una decina di metri al di sotto della bianca ringhiera che costeggiava la strada.
Sospirò forte, leggermente tediato. La confusione della folla, gli schiamazzi dei bambini, le musiche tradizionali diffuse nell’aria, perfino il discreto masticare di Hinata divenne un irritante rumore ad aggiungersi alla schiera di tutti gli altri.
Socchiuse gli occhi bluastri. Solo il calmo fluire del fiume Momonoka sembrava possedere, alle sue orecchie, una qualche piacevole musicalità. In particolare il mormorare delle onde che raggiungeva il suo apice quando esse giungevano alla loro fine, dissolvendosi nell’incontro con la nuda roccia del litorale.

Si alzò di scatto facendo stridere la sedia sul ciottolato. “Possiamo continuare a farci un giro mentre mangi, ti va?” Esclamò. Senza attendere una risposta la prese per mano inoltrandosi di nuovo nella fiumana festeggiante, allontanandosi così dal ciglio della strada dov’erano stati disposti appositamente per la commemorazione i tavolini.
“Naruto aspetta, va’ piano per favore.” Mormorò a mezza voce Hinata, mentre cercava di farsi spazio come poteva in mezzo alla confusione, stando attenta però a non sporcare nessuno con il dolce caramellato ancora da terminare.
Il giovane si fermò di colpo voltandosi verso di lei. “Scusami Hina-chan, non mi sembrava di andare così veloce. Forse dovresti accelerare un po’ tu il passo.” Ora desiderava una rispostaccia. Una di quelle forti, che si meritava in pieno per esser tanto cafone. Una risposta tono su tono, possibilmente che iniziasse con dobe.
“Mi dispiace tanto Naruto, ma non riesco a starti dietro con questi sandali e il vestito. E poi del resto, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, possiamo anche prendercela comoda.” Rispose lieve abbozzando un grazioso sorriso.
No. Nessun dobe, baka o testa quadra, niente di niente. Solo una gentile risposta di gentile gentilezza. Cos’altro poteva uscire dalle dolci labbra di Hinata che era la cortesia, il garbo, la disponibilità fatta a persona? E lui, Naruto, cosa centrava con quella timida ragazzina che non aveva il coraggio di rispondergli a tono, pur avendo tutto il sacro santo diritto di starsene comodamente seduta a finire il suo dolciume, e che arrossiva ad ogni nonnulla? Niente.
Niente, all’apparenza. Superficialmente, detto nel modo più banale, potevano sembrare il sole e la luna, il giorno e la notte, un cane famelico d’affetto e un cerbiatto intimorito. Perfino quel giallo oro dei suoi capelli era il perfetto contrasto del blu notte di quelli di lei.
Così, all’esterno pareva che niente potesse legarli insieme, ma bastava poco, come andare appena al di sotto della pelle, per comprendere quanto le loro realtà fossero simili. Erano le due facce della stessa medaglia. Lo stesso fuoco di ostinata determinazione bruciava in entrambi, lo stesso modo di amare disperatamente, la capacità di gettarsi alla morte per le persone a cui si era dato il cuore, la stessa identica ed estremizzata emotività.
In tutta la strada percorsa lontani, avevano saputo piangere, soffrire, rialzarsi, salvarsi e salvare, e infine le loro vite si erano indissolubilmente unite, nell’estenuante ricerca di comprensione. In fondo gli erano sempre piaciute le persone come lei, gli erano sempre piaciuti quelli come lui.
Gli affiorò alla mente l’immagine di Sas’ke, onnipresente sottofondo dei suoi pensieri, che fece capolino in primo piano proprio nel mezzo di quell’ultima riflessione.
Certo che lui, al contrario di Hinata, gli era opposto in tutto. Anche sotto la pelle, rimanevano costantemente discordanti. Gli mancava, gli mancava terribilmente quell’incompatibilità, l’agonizzante tentativo di riconciliare due estremi. Sasuke, quel nome se l’era marchiato a fuoco nell’anima, era impossibile impedire al pensiero di correre sempre verso di lui. Ad ogni attimo di distrazione, eccolo, emergeva vivido dal marasma di riflessioni e ricordi che scaturivano a fiotti dalla mente di Naruto.
Probabilmente solo quella luce nettamente opposta alla sua che era Sasuke riusciva a farlo sentire davvero completo.














Angolino Autrice:


Questa è la prima parte riguardante la festa, la Tanabata Matsuri, la quale non l’ho inventata e nel prossimo capitolo spiegherò anche di che cosa si tratta esattamente.

Mi sono lasciata prendere la mano con le descrizioni, che saranno terribilmente noiose, ma che posso farci? Le adoro! *-*
Oltretutto scrivendo questo capitolo, mi sono resa conto di quanto sia complesso il rapporto tra Naruto e Hinata. Infatti troverete un Naruto piuttosto strano, giustificato dalla situazione problematica che sta vivendo con Sakura, e anche un po’ insofferente nei confronti di Hinata. Ho pensato ad un Naruto con il cuore ancora occupato da due figure importantissime per lui, Sakura e in particolar modo Sasuke, e proprio per questo non riesce a dare spazio come vorrebbe a Hinata. Insomma non è proprio rose e fiori, ma ho cercato di seguire la mia visione della coppia.

Dopo questo sproloquio passo ai ringraziamenti. E come sempre un grazie di cuore a Vaius per le belle recensioni! Sono davvero molto contenta che ti piaccia come ho trattato Hinata ^-^ e spero di non averti deluso in questo capitolo.
Infine ringrazio moltissimo tutti i lettori!


Alla prossima!

  
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