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Autore: Giava303    11/12/2010    2 recensioni
Ciò che mi sono sempre chiesta però è come sarebbe stata la storia se al posto del Bambino che è sopravvissuto ci fosse stata una Bambina. Chiamatela voglia di immedesimazione o anima femminista,ma alla fine,tempo fa, ho scritto una fanfiction per concretizzare questa mia fantasia.
Dal Capitolo VII : Si chinò verso di lei “Adesso basta parlare,Potter..” le sussurrò all’orecchio.
E,in un attimo,Silente,l’Ordine,il Ministero,persino Voldemort non esistevano più; in quella stanza c’erano solo lei e Fred.
Forse era proprio questo che le piaceva del ragazzo: quando c’era lui,tutto il resto svaniva.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Premessa: Amo la saga di Harry Potter ed ho letto tutti i libri della Rowling con grande entusiasmo e come tutti mi sono affezionata ad alcuni personaggi più che ad altri. Ciò che mi sono sempre chiesta però è come sarebbe stata la storia se al posto del Bambino che è sopravvissuto ci fosse stata una Bambina. Chiamatela voglia di immedesimazione o anima femminista,ma alla fine,tempo fa, ho scritto una fanfiction per concretizzare questa mia fantasia. Il “cambio di sesso” porta ovviamente a dover cambiare la storia originale,soprattutto per quel che riguarda la situazione sentimentale della protagonista(ma non vi svelo nulla a riguardo). Alcune parti saranno fedeli all’originale,nonostante ognuna di esse sia stata reinterpretata dall’autrice me medesima U.U
L’inizio della narrazione coincide con l’inizio del libro “Harry Potter e il calice di fuoco”,il quarto della saga;tutti gli episodi da me raccontati sono da considerarsi come parte integrante del libro e seguono l’ordine cronologico di quest’ultimo.
Date queste piccole informazioni direi che possiamo cominciare… Vi auguro una buona lettura,sperando che qualcuno la legga (e che l’apprezzi anche magari)!!=D
Recensioni/Osservazioni/Dubbi/Critiche sono sempre ben accette!!
Inizio pubblicando 2 capitoli in modo tale da cominciare a farvi entrare in questo strano mondo partorito dalla mia mente!! XD
 
                                                     
                                                                          Capitolo I
 
 
“Insomma,vuoi alzarti o no?!” disse Hermione con quella voce seccata che,lei lo sapeva bene,era il segnale della imminente perdita di pazienza dell’amica. Erano 10 minuti che cercava in vano di svegliarla e se non si fosse alzata alla svelta probabilmente l’avrebbe schiantata fuori dal letto questa volta.
Evelyn aprì gli occhi e fu accecata per un momento dalla luce che penetrava prepotentemente dalla finestra;si alzò,abbandonando con un disumano sforzo il suo letto.
“ Possibile che tu sia sempre in ritardo?! Il signor Weasley ci voleva pronti in cucina per le 8! Certe volte sei proprio uguale a Ronald!”.
Dopo aver concluso la sua arringa Hermione uscì dalla stanza e sentì poco dopo il tono poco soave della sua voce pronunciare il nome dell’amico;di sicuro Ron rischiava di essere sbattuto fuori dal letto con un incantesimo più di lei. Eve sorrise a quel pensiero e andò a prepararsi.
Quando scese in cucina scoprì che Hermione aveva avuto più fortuna della signora Weasley visto che mentre il figlio minore stava facendo colazione,i gemelli erano ancora nei loro letti e Molly inveiva contro di loro al piano superiore.
 
 
Quindici minuti dopo si trovarono tutti a camminare verso una meta ancora sconosciuta.
“Perché è così misterioso tuo padre?” disse Hermione con una punta di disapprovazione nella voce.
“E tu perché non ti rilassi?” rispose sgarbatamente Ron.
“Oh scusa se voglio sapere dove sto andando a passare i prossimi due giorni Ronald! Che pretese assurde che ho!”
“Miseriaccia…” imprecò il ragazzo alzando gli occhi al cielo “Papà!” urlò verso l’uomo in testa alla fila “Dov’è che stiamo andando?!”
“E’ una sorpresa!” rispose gioviale Arthur.
Dopo uno sguardo acido lanciato ad Hermione,la conversazione tra i due finì e il trio che chiudeva il gruppo proseguì in silenzio.
“Oh,finalmente! Che piacere Arthur! E che ritardo! Mi spieghi come mai arrivate a quest’ora? Rischiamo di perdere la…” e si bloccò rendendosi conto che pronunciando quel nome avrebbe rischiato di compromettere la segretezza della loro “operazione”.
“Scusami Amos! Ma alcuni di noi hanno fatto fatica a svegliarsi” disse guardando prima i gemelli e poi Eve e Ron.
“Lui è Amos Diggory” continuò “lavora con me al ministero. E tu devi essere Cedric!”
“Si,signore. Ben arrivati!” e mentre lo diceva saltò giù dall’albero su cui si era arrampicato.
Era un ragazzo molto avvenente e le tre ragazze del gruppo se ne accorsero immediatamente scambiandosi  reciproci  sguardi d’intesa.
“Ma chi si crede di essere?!” questo fu l’unico commento di Ron,al quale evidentemente Cedric non piaceva affatto.
Il gruppo ricominciò ad avanzare con in testa il signor Weasley,seguito dai gemelli e il figlio di Diggory che parlavano animatamente di qualcosa,Quidditch pensò Eve.
“Ah! E tu devi essere Evelyn Potter…Per la barba di Merlino, è un onore!” sobbalzò a quelle parole che la colsero di sorpresa come se Amos fosse sbucato fuori dal nulla.In realtà il signor Diggory aveva salutato uno per uno tutti i componenti della comitiva ed ora era arrivato anche il suo turno,ma lei era troppo distratta dall’osservare Cedric per accorgersi di lui.
“Oh,bhe,grazie. E’ un piacere anche per me!” fu l’unica risposta che potè formulare in quel momento.
Con un gran sorriso Amos raggiunse il signor Weasley ed Eve accelerò il passo per raggiungere Ginny,Hermione e Ron.
 
(……..)
 
La coppa del mondo di Quidditch. Era questa la sorpresa che Arthur Weasley aveva in serbo per loro. “E’ fantastico” si ritrovò a pensare Eve,seduta su una delle sedie intorno al tavolo all’interno della tenda.
 Dopo aver preso quella che i maghi chiamano passaporta,che aveva le sembianze di un vecchio stivale logoro,erano atterrati,non tanto gentilmente,vicino all’accampamento dove un altro milione di tifosi aspettava l’inizio della partita tra Bulgaria e Irlanda. Le strade di Weasley e Diggory si erano separate ed erano andati nella tenda;Ron si era subito fiondato in cucina,nonostante fossero solo passate 4 ore dalla abnorme colazione che aveva fatto alla Tana.
La giornata era passata in tranquillità,tra uno scherzo e l’altro di Fred e George che per passare il tempo avevano deciso di accanirsi contro il loro “adorato fratellino”,come lo avevano loro stessi definito prima di usarlo come cavia delle loro strampalate invenzioni.
“BASTA!! Smettetela subito,lasciate andare vostro fratello!” gridò il signor Weasley quando entrando nella tenda vide Ron legato ad una delle sedie mentre i gemelli stavano cercando di fargli ingerire una strana caramella, frutto di qualche loro esperimento.
Una cena veloce e via tutti a letto,per essere freschi e riposati per l’indomani. Tutti tranne Evelyn. Era dalla notte scorsa,infatti,che non riusciva a smettere di pensare a quel sogno;ecco il motivo per cui aveva fatto così tanta fatica ad alzarsi quella mattina. Quelle immagini,quella voce e la fine che aveva fatto il povero custode babbano di quella casa misteriosa dove Lord Voldemort si trovava. Ma soprattutto non riusciva a dimenticare il male che la cicatrice le aveva fatto e che l’aveva accompagnata tutto il giorno,nonostante adesso fosse solo un fastidioso pizzicore.
Tutto sommato però pensò che non le dispiaceva affatto essere sveglia in quel momento. La tenda era immersa nel buio,percorsa da un irreale silenzio. La sua mente vagò e si ritrovò a sorridere pensando a quanto fosse bella quella strana famiglia che negli ultimi anni si era venuta a creare e che l’aveva accolta con semplicità,non rendendosi conto probabilmente di quanto questo fosse importante per lei che una famiglia non l’aveva mai avuta. Questo le riportò alla mente i Dursley, ma Eve scacciò quel pensiero immediatamente. Non avrebbe permesso a quei tre babbani di incrinare la serenità di quel momento.
“Che diavolo ci fai sveglia a quest’ora?”
Per poco non cadde dalla sedia al suono di quella voce che,nel silenzio,rimbombò in modo eccessivo. Voltandosi si rese conto che era uno dei gemelli;quale dei due fosse era impossibile da capire vista la mancanza di luce. Con un colpo di bacchetta la figura immersa nel buio accese la piccola lanterna che si trovava sul tavolo.
“Ciao Fred. Non riesco a dormire.”
“Sono George!”
La ragazza lo guardò meglio. No,quello era indubbiamente Fred.
“No,sei Fred. E smettila con questo giochetto,sai benissimo che so riconoscervi.”
Era vero,per qualche oscuro motivo aveva da sempre saputo distinguere i due gemelli,a differenza di Ron che ancora faceva una gran fatica ed era per questo soggetto a continui scherzi dei due che si scambiavano identità facendolo impazzire. In realtà Evelyn vedeva una chiara differenza tra i due,non nell’aspetto fisico,ovviamente,ma nei loro atteggiamenti,nelle loro espressioni. C’era delle espressioni tipiche di Fred e altre tipiche di George ed era curioso il fatto che fossero molto diverse le une dalle altre.
“Uffa,non ti si può prendere nemmeno un po’ in giro. Che gusto c’è Sopravvissuta?” disse il rosso andando verso la cucina da cui tornò poco dopo con due tazze di the.
“ The a quest’ora?” domandò Eve osservando con aria scettica la tazza che le aveva posato davanti.
“Tanto non dormiamo comunque no?” rispose l’altro con un sorriso beffardo mentre si sedeva al tavolo.
“E comunque,dovresti smetterla,anzi,dovreste smetterla di chiamarmi in quel modo” La ragazza sottolineò volutamente il plurale.
“Chiamarti come?” disse con faccia fintamente indifferente.
“Sopravvissuta.”
“Ma è la verità! E poi il tuo nome è poco soggetto a storpiamenti…io e George abbiamo provato e riprovato a distorcelo in una forma un pochino divertente,ma niente. Una vera ingiustizia,non trovi?”
“Trovo strano che tu e George perdiate tempo pensando ad un buon modo per prendermi in giro,ecco cosa trovo” sbadigliò.
“Oh,per noi è un piacere Sopravvissuta!”
Se solo Eve avesse potuto usare la magia senza rischiare di farsi espellere da Hogwarts,sicuramente in quel momento la tazza che Fred teneva in mano si sarebbe magicamente liberata dalla sua stretta e gli avrebbe rovesciato in testa il liquido bollente che conteneva.
Dopo alcuni minuti di silenzio e qualche sorsata di the Eve decise che era arrivato il momento di provare a dormire e si alzò.
“Ci vediamo domani Fred”
“Sonno Potter? Alle tre del mattino? Ma che insonne sei?!” la canzonò lui.
Gli rivolse un sorriso e se ne andò a letto. Morfeo la prese tra le sue braccia pochi minuti dopo.
 
(…….)
 
“Divertiti… Finchè puoi”.Quelle parole pronunciate da Lucius Malfoy qualche ora prima avevano acquistato un senso diverso adesso. Urla,gente che fuggiva in ogni direzione,paura e quel marchio apparso nel cielo che aleggiava su tutti come un presagio di morte. Questa era stata la conclusione della coppa del mondo di Quidditch grazie all’assalto di alcuni mangiamorte.
I Weasley,Hermione ed Evelyn erano riusciti a tornare alla Tana sani e salvi,ma quell’evento aveva messo definitivamente fine alle loro spensierate vacanze estive. Episodi del genere,infatti,significavano solo una cosa: Lui stava tornando. Come avrebbe fatto era ancora un mistero,ma ormai si era insinuata in loro la paura dettata dalla consapevolezza che i tempi stavano mutando. Era solo questione di tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                                         Capitolo II  
 
C’era fervore nell’aria. Tutti erano dannatamente emozionati per il Torneo Tre Maghi che sarebbe cominciato di lì a pochi giorni. La presentazione delle due scuole ospitate ad Hogwarts era stato un momento di indimenticabile euforia per studenti e studentesse: i ragazzi erano stati ammaliati dalla bellezza delle allieve dell'Accademia della Magia di Beauxbatons mentre le ragazze si erano concentrate tutte su un unico allievo dell’Istituto Durmstrang,Viktor Krum.
Evelyn,nonostante facesse parte del sesso femminile,non vedeva tutte queste grandi qualità nel ragazzo; oltre a non sembrare molto simpatico,probabilmente a causa di quell’aria da duro che assumeva,il suo viso mostrava lineamenti piuttosto rozzi. Fatta questa considerazione si convinse che l’unico motivo per cui il ragazzo poteva vantare una larga schiera di ammiratrici era il Quidditch e il fatto che fosse considerato il miglior cercatore al mondo. Anche Hermione e Ginny sembravano pensarla allo stesso modo;infatti,nel giro di non molto,si trovarono completamente escluse dallo spettegolare delle altre ragazze Grifondoro.
“Ok. Adesso è veramente troppo!” sbottò Hermione una sera “Potete fare un po’ di silenzio mostrando un po’ di rispetto per le persone che vogliono studiare?!” 
Il piccolo gruppetto che si era formato rimase talmente allibito dal suo tono di voce,e forse anche un po’ spaventato,che si disgregò in pochi secondi per andare a ricomporsi chissà dove.
“Lo sai,alle volte mi fai paura” le disse Eve poco dopo.
“Oh andiamo! Non dirmi che quelle galline non davano fastidio anche a te!”
“Certo che erano fastidiose,ma ho avuto come l’impressione che se avessi avuto in mano la bacchetta le avresti maledette” osservò la ragazza con una punta di ironia.
“Bhe,una bella maledizione Imperio certe volte potrebbe essere utile! Almeno le avrei convinte che c’è qualcosa di più importante al mondo della vita privata di quel Krum!” . E il tono dell’amica non ammetteva replica.
 
(………)
 
“Cosa pensate di fare voi due?! Non funzionerà mai!”
Fred e George si avvicinarono ad Hermione ed Evelyn con le provette contenenti la pozione invecchiante.
Si erano recate nella Sala Grande per studiare Pozioni e avevano trovato una piccola folla urlante che circondava i due gemelli Weasley.
“Che vuoi dire Granger?” chiese George con il suo solito sorriso stampato in faccia.
“Quel cerchio magico è stato tracciato da Silente in persona! Pensate davvero di poterlo superare utilizzando un trucchetto così infantile e balordo?!”
“Certo! E ce la faremo proprio perché è infantile e balordo” rispose Fred scimmiottando Hermione “ E tu Potter? Credi anche tu che non ce la faremo?” disse poi rivolgendosi ad Eve.
“Uhm… Onestamente credo che farete una brutta fine tentando di fregare Silente,si!”
“Allora state a guardare!!” esclamarono all’unisono.
Andarono con passo deciso verso il Calice e si fermarono appena fuori dal cerchio magico che ne delimitava i confini. Silente aveva dovuto tracciarlo proprio perché,per questioni di sicurezza,il Ministero aveva proibito ai maghi minorenni di partecipare al torneo. Questo aveva fatto infuriare molti ragazzi;per  Eve era una cosa del tutto inspiegabile. Come potevano essere così desiderosi di partecipare a prove scellerate mettendo in pericolo la propria vita? Di certo lei non avrebbe mai messo il suo nome nel Calice nemmeno se avesse potuto;di guai a cui pensare ne aveva già abbastanza.
I due Weasley bevvero la loro pozione e saltarono dentro il cerchio. Non successe nulla. La folla intorno a loro cominciò ad applaudire e continuò anche quando misero i loro nomi nel Calice e,ancora una volta,non successe nulla. I gemelli festeggiavano e facevano segni di vittoria rivolti ai loro sostenitori. Ma proprio nel momento in cui si girarono verso le due amiche che poco prima avevano contestato la loro idea qualcosa accadde. Dalla fiamma che aveva bruciato i due bigliettini partirono dei lampi di luce blu che li colpirono in pieno petto sbattendoli a terra. Subito dopo Fred e George si ritrovarono con due lunghe barbe bianche. Lo scoppio di risa fu inevitabile.
“Volevano essere più vecchi no? Eccoli accontentati!”disse una Hermione orgogliosa per aver avuto ragione anche quella volta.
“Mai cercare di fregare Silente!” aggiunse Eve,la quale però non riusciva a smettere di ridere guardando i due che se le davano,incolpandosi a vicenda per l’accaduto.
 
(……….)
 
“Non puoi permettere che partecipi Albus,non puoi!”
“Hai sentito il Ministro,Minerva. Temo di non poter far niente.”
“E da quando daresti retta alle regole che detta il Ministero?!” c’era una punta di rabbia nella voce di Minerva McGrannit e un’espressione preoccupata sul suo viso “E’ solo una ragazza! E ha già avuto la sua dose di prove fino adesso. Non puoi condannarla a questo!”
“Io credo” intervenne Piton con voce che denotava una punta di indifferenza “che se qualcuno ha architettato tutto questo per far partecipare Potter al torneo,dovremmo lasciare che gli eventi si evolvano. E vedere dove ci porta.”
“Dove la porta,vorrai dire! Perché,se te ne fossi scordato,quella che dovrà affrontare le prove rischiando la vita sarà lei! La signorina Potter non è un pezzo di carne!” La professoressa era sprofondata nella collera dopo aver ascoltato l’opinione del collega.
“Minerva!” Silente si voltò a guardare i due insegnanti “Credo che il professor Piton abbia ragione. Dobbiamo cercare di capire quali intenzioni ha colui che ha messo il nome di Evelyn nel Calice e l’unico modo per farlo è lasciare che prenda parte al torneo,mettendo in secondo piano le nostre preoccupazioni. E ti prego di credermi Minerva,sono anch’io molto preoccupato per lei.”
 
(……..)
 
 
“Bell’amica che sei comunque.”
“Ronald!”
“No,Hermione,stanne fuori!”
Evelyn era appena tornata dalla riunione successiva alla scelta dei Campioni del torneo e,come se non fosse già abbastanza,era stata aggredita dall’amico appena aveva fatto capolino nella Sala Comune di Grifondoro.
“Che diavolo hai?!” sbottò la ragazza.
“Che diavolo ho?! Hai trovato il modo di superare il cerchio e non me ne hai parlato! Hai preferito tenertelo per te! Certo,perché la grande Evelyn Potter non sopporta di non avere le luci dei riflettori puntate addosso!”
“Sei impazzito? E’ questo quello che pensi?!” la discussione si era fatta più accesa e i toni si erano decisamente alzati nonostante le occhiatacce che Hermione lanciava all’uno e all’altra facendo loro capire di abbassare la voce.
“Non sono tanto pazza da voler rischiare la vita per avere i riflettori puntati addosso a differenza tua! Non l’ho messo io il mio nome nel Calice e se non credi alle mie parole,bhe,sono solo fatti tuoi. Se quello che hai detto lo pensi realmente,direi che noi due non abbiamo più niente da dirci” disse Eve,scandendo bene le parole dell’ultima frase.
Per qualche secondo tra i due scese il gelo. Poi,dopo una serie di sguardi assassini,se ne andarono nei rispettivi dormitori,lasciando una Hermione molto preoccupata nella Sala.
 
(…………)
 
 
“Che brutto idiota!” sibillò Eve buttadosi sul letto. Non poteva credere che Ron,quel Ron,fosse talmente cieco.
Aveva davvero creduto che lei fosse riuscita ad eludere gli incantesimi di Silente? E che fosse tanto avida di gloria da non condividerlo con lui? Che stupido. Lei non avrebbe mai voluto partecipare a quello stupido  torneo! Eppure era costretta a farlo. Un brivido le percorse la schiena pensando al momento in cui il preside aveva letto il nome scritto su quell’inaspettato quarto biglietto scelto dal Calice. Evelyn Potter. Per i primi secondi era rimasta interdetta,non riusciva a smettere di guardare quel pezzetto di carta che Silente stringeva fra le mani. Non era possibile,aveva sentito male. Eppure tutti gli occhi nella Sala erano puntati su di lei. Evelyn Potter. Di nuovo quel nome. No,non aveva sentito male. Poi la voce di Hermione l’aveva riportata alla realtà e con una spinta l’aveva costretta ad andare incontro al vecchio mago. Di quello che era successo in seguito,alla riunione dei Campioni,ricordava poco o niente. Gli unici pensieri che riusciva a formulare erano “Che diavolo sta succedendo?” e “Chi può essere stato?”. Lei non voleva essere un Campione,dannazione. Il torneo Tre Maghi era,appunto,previsto per tre maghi,non quattro. Ma nonostante questo il Ministro aveva ritenuto necessario seguire le indicazioni di quello stupido bicchiere gigante che sputava bigliettini. Era una Campionessa Tre Maghi e avrebbe dovuto affrontare le tre prove previste. Ed ora all’angoscia si era aggiunta la rabbia per quel litigio con il suo migliore amico. Sapeva benissimo che molti pensavano le stesse cose,ma mai si sarebbe immaginata che Ron fosse tra loro. L’aveva ferita oltre che offesa.
Sentì Hermione sdraiarsi sul letto accanto al suo senza cercare di aprire una conversazione,forse perché convinta che l’amica dormisse. Evelyn però quella notte non chiuse occhio.
 
(……..)
 
Il suo orologio segnava le 4 del mattino quando scese nella Sala Comune. Restare a letto era inutile,anzi controproducente poiché la spingeva a pensare a ciò che era successo e accresceva la sua angoscia,come solo i pensieri fatti quando non si riesce a prendere sonno possono fare. Si era detta che forse sedendosi sul divano a guardare le fiamme mangiare il legno nel camino si sarebbe rilassata un attimo.
Fu grande lo stupore quando vide che non era stata l’unica ad avere quell’idea. Fred era seduto a gambe incrociate ai piedi del divanetto e fissava il fuoco con aria assorta. Eve inizialmente ebbe la tentazione di fermarsi li,a metà della rampa di scale,e guardarlo. Era strano vedere il viso di Fred non illuminato da un sorriso,ma era ancora più strano vederlo attraversato da un’espressione così profonda. Alla fine,rendendosi conto di quanto fosse stupido rimanere li impalata,scese gli ultimi gradini.
“Ancora insonne Potter?”
Quelle parole la stupirono. Da quanto sapeva che lei era li?!
“A quanto pare non sono l’unica” rispose sedendosi di fianco al ragazzo ed incrociando le gambe.
Rimasero lì,in quella situazione surreale,a fissare le fiamme scoppiettare in silenzio. Dopo qualche tempo,forse minuti o ore,Eve non ne era sicura,Fred fu il primo a parlare.
“Io ti credo”.
Evelyn si voltò a guardarlo;lui non si era mosso di un millimetro,ipnotizzato dal fuoco.
“Riguardo a cosa?”
“Al torneo” rispose prontamente “Io credo che tu non abbia messo il tuo nome dentro a quel coso” pronunciò l’ultima parola con disprezzo,ricordando forse ciò che era successo a lui e al suo gemello qualche giorno prima, e per un istante pareva tornato il solito vecchio Fred.
“Forse dovresti dirlo a tuo fratello minore” rispose la ragazza con voce contrariata.
“Ron è solo geloso,gli passerà. Scommetto che due minuti dopo che avete litigato si è dato dello stupido. E poi… bhe,che è un’idiota lo sapevi anche prima no?”
Si girò e si ritrovò a guardare Fred negli occhi;un accenno di sorriso che gli illuminava il viso.
“Grazie”. Non sapeva cos’altro dire. Quella situazione era strana,troppo strana e lei era stanca. Non aveva voglia di pensare né di analizzare i fatti. Semplicemente tutti e due tornarono a fissare il camino,ognuno perso nei propri pensieri.
  
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