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Autore: mistica    12/12/2010    4 recensioni
Chiuse gli occhi, sorridendo amaramente: quando fu sul punto di immergersi, un canto ovattato spezzò la marcia trionfale che riecheggiava nella sua mente.
Erik spalancò gli occhi, adirato: chi osava interrompere le sublimi melodie della morte?
Sollevò le mani di scatto, ringhiando furente mentre cercava di proteggersi da quei suoni coprendosi le orecchie.

[Terza classificata e vincitrice del premio 'originalità' al The Phantom of the Opera Contest indetto da kenjina e da GiulyRedRose]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction realizzata per il The Phantom of the Opera Contest indetto da kenjina e da GiulyRedRose.

Personaggi Erik
Citazione e prompt scelti
   Citazione: You alone can make my song take flight - help me make the music of the night!
                Solo tu puoi far volare la mia canzone - aiutami a creare la musica della notte!
   Prompt: Organo, voce, vento.




Dedico questa storia a chi ha ascoltato
le lugubri note della solitudine.
A chi, come me, sogna un'ispirazione
così accecante e totalizzante da riempire il cuore
e il tempo che verrà.




Like a Shooting Star




There's a pain within
that I can't define.
There's an empty space
where your love used to shine
from the night we met
till the day you died.

Questo è un dolore interno
che non posso definire.
È un spazio vuoto,
dove il tuo amore è utilizzato per illuminarmi
dalla notte nella quale ci siamo conosciuti
fino al giorno della tua morte.
(Kamelot, 'Forever')





Una figura silenziosa giaceva appoggiata all'organo, così ferma da sembrare priva di vita: un inganno delle tenebre, poiché il soffio vitale non aveva abbandonato il giovane.
Era vivo e morto, allo stesso tempo.
Condannati insieme a lui, compagni di solitudine, i ragni tessevano la filigrana del tempo, disegnando sopra il suo capo speranze e preghiere di libertà.
Quella che era divenuta la sua stanza nei sotterranei era intrisa di fili d'argento: per qualche spettrale gioco di luce della notte eterna, sembrava brillare di stelle.

Occhi scuri osservavano quel muto sfavillare, persi nell'oblio tra passato e presente.
Occhi che avevano visto il tempo scorrere e rimanere sempre fermo.
Occhi che avevano versato lacrime infinite, ottenebrati dalla solitudine.

Anche la musica, la sua unica ragione di vita, lo aveva abbandonato, costringendolo a rimanere immobile ore ed ore, piegato sull'organo, pregando nell'arrivo di un'ispirazione dolce e rassicurante che potesse riempirgli il cuore e l'anima.

All'improvviso appoggiò i gomiti contri i tasti, spezzando il silenzio con un rumore sordo, rude, come uno sparo nella notte.
Riecheggiò qualche istante, fino a diventare solo un'eco del gelido sussurrare del silenzio.
Erik rabbrividì, sentendosi inondare dalla più straziante angoscia: la sua anima si stava spegnendo, non si elevava più verso il candore di cori angelici.
La sua dea, la musica, gli aveva voltato le spalle e forse non sarebbe tornata da lui, nonostante le sue suppliche.

La sua vita a quel punto non aveva più valore: forse era giunto il momento di liberare quel mondo crudo, sadico, crudele, dalla sua presenza.
Nessuno lo avrebbe pianto, nessuno lo avrebbe ricordato.

Lo sgabello di legno cigolò con un gemito straziato quando si sollevò di scatto dalla sedia, preso da un'improvvisa follia: poteva morire, poteva smettere di soffrire!
L'acqua che univa la sua stanza ai sotterranei poteva sicuramente donargli la più dolce delle morti: s'immerse, avanzando gloriosamente fino a quando la distesa cristallina non gli sfiorò il mento. Ora poteva udirlo, finalmente, il dolce sussurro dell'acqua che lo invitava ad unirsi a lui!

Era una melodia spietata: percepiva quasi la sadica ironia in quei sinistri fruscii.
Sospirò, sentendo i vestiti fluttuare piacevolmente attorno a sé come se cercassero di avvolgerlo con le loro carezze.

... Era un momento idilliaco, quello della sua morte.
Chiuse gli occhi, sorridendo amaramente: quando fu sul punto di immergersi, un canto ovattato spezzò la marcia trionfale che riecheggiava nella sua mente.

Erik spalancò gli occhi, adirato: chi osava interrompere le sublimi melodie della morte?
Sollevò le mani di scatto, ringhiando furente mentre cercava di proteggersi da quei suoni coprendosi le orecchie.

Nulla, però, poté salvarlo da quei gorgheggi dolci e infantili, permeati di dolore.
Riecheggiavano crudeli al ritmo del suo cuore, provocando in lui una compassione per la vita quasi immensa, dolorosa.
Le mani che prima tentavano di difenderlo dai suoni iniziarono a vibrare e a muoversi rapide nell'aria, come se cercassero di riprodurre quelle dolci melodie nel vento: ardevano, desiderose di creare e comporre.

Come poteva lasciarsi conquistare dalla morte dopo aver sentito quella voce?

L'ispirazione gli riempì il cuore e i polmoni come aria fresca, dando una nuova essenza alla vita: si affannò a raggiungere nuovamente l'organo, ebbro di felicità.
Quando le sue dita ritrovarono fedelmente i tasti dell'organo, la musica dello strumento si unì alla voce della giovane, intrecciandosi con naturalezza.

Il mostro piangeva, pervaso da emozioni così pure e devastanti che gli toglievano il respiro e gli serravano il cuore in una morsa di felicità.
Esisteva, allora! La notte aveva condotto tra le sue braccia una musa!
Avrebbe suonato con lei, avrebbe vissuto per lei!

Continuò a suonare, freneticamente, anche quando il canto s'interruppe: le note sgorgavano dal suo animo come un fiume in piena, unite alle sue lacrime commosse.

"Solo tu puoi far volare la mia canzone... Aiutami a creare la musica della notte!"
Cantò disperatamente, legando quella breve melodia alle note che l'organo faceva vibrare nell'aria notturna.

Forse lei lo sentì e ricominciò a cantare, ancora e ancora, infondendo nel musicista delle tenebre nuove, malinconiche speranze.









NdA

Questa fic si è scritta da sola in un momento buio, in cui è stato facile farmi coinvolgere dai possibili pensieri bui e tenebrosi di Erik.
La sua follia mi ha avvolto in una maniera quasi struggente, spingendomi a scrivere qualcosa di distante dalle mie idee e dalle mie riflessioni sulla vita. Questa fic è breve, ma ha riempito il mio tempo, i miei pensieri, il mio cuore di musiche tenebrose.
Che altro aggiungere...
Spero che il risultato sia piacevole e credibile per voi che, come me, amate il Fantasma dell'Opera!
Critiche e consigli, come sempre, sono ben accetti, quindi... Lasciate un commentino se potete/volete! *.*


Ahem. Grazie per essere giunti fin qui U__U

Con affetto,



Miss





  
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