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Autore: Darik    13/12/2010    3 recensioni
A Neo-Tokyo 3 arriva un nuovo pilota, che darà il via ad una serie di grandi cambiamenti nella vita dei nostri.
In un graduale e continuo crescendo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Rewriting of Evangelion'
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4° CAPITOLO

“Eccolo lì. Sempre fermo”.

L’informazione dell’addetto al monitor non sorprese lo scribacchino impegnato nell’ennesimo rapporto.

“Ci potevo scommettere” rispose.

Il tempo sembrava davvero essersi fermato lì.

Però la noia si avvertiva comunque.

“Uff, se quelli non fossero impazziti, non ci sarebbe stato bisogno di sottoporlo a un controllo 24 ore su 24” sbottò lo scribacchino.

L’osservatore fece spallucce. “E che ci vuoi fare? I nostri capi non amano spendere inutilmente i loro soldi. Dobbiamo tenerlo sotto costante osservazione”.

“Questo tizio non ha dato problemi per anni”.

“Neanche quegli altri, i superforzuti tontoloni. Poi sei mesi fa è successo il fattaccio”.

“Bah, sarebbe stato meglio se fosse morto anche lui! In fondo sin dalla nascita subirono una prima sfoltita”.

“Perché allora non vai dal nostro principale a chiedergli di completare il lavoro?”

Lo scribacchino mormorò qualcosa d’incomprensibile e controllò il suo ennesimo rapporto.

****

La situazione era quella.

Non sembravano esserci vie d’uscita.

Bloccata in quella stanza senza luce.

Chissà quando sarebbe tornata l’elettricità.

O se sarebbe tornata.

Ma doveva tornare, la Nerv era all’avanguardia nel campo della tecnologia.

Però in tal caso non avrebbe neppure dovuto esserci il blackout.

Mana si mise le mani nei capelli e si sedette su una sedia.

Non poteva fare altro che aspettare.

Se la luce non fosse tornata, alla fine qualcuno sarebbe venuto sicuramente a cercarla.

E lei si sarebbe fatta trovare dove doveva essere.


“Coraggio, Shinji. Adesso è arrivato il tuo turno!”

Quello di Asuka era chiaramente un ordine.

E il povero Shinji dovette impegnarsi non poco per attivare l’apertura manuale di quella porta d’emergenza.

La ruota che muoveva il meccanismo funzionava, ma dalla resistenza che opponeva e dai rumori che produceva, dava l’impressione di non essere mai stata usata.

Alla fine Shinji era stremato, le braccia indolenzite e le mani diventate bianche.

Rei rimase a guardare, mentre Asuka soddisfatta entrò.

I corridoi erano immersi in un buio quasi totale, rotto solo dalle pallide luci di emergenza.

In quella zona solitamente non passava mai nessuno, quindi non si erano certo impegnati per renderla in qualche modo confortevole.

Shinji provò una certa inquietudine.

Asuka invece s’impose arrogantemente come leader, scavalcando Rei che sembrava al contrario molto più capace di fare da guida in quel labirinto silenzioso.

Mentre camminavano, Shinji volle rompere quel silenzio. “Secondo voi cosa è successo?”

“Sarà stato un guasto” ipotizzò Ayanami.

“Il perché non ha importanza adesso” dichiarò Asuka.

“Però mi chiedo cosa ne è stato degli altri. Potrebbero essere nei guai”.

“Ma figurati. Sono tutti adulti e vaccinati. Specialmente il signor Kaji!” Quest’ultimo nome fu pronunciato da Asuka con orgoglio.

“Veramente io mi riferivo a Mana” replicò Shinji “Non sappiamo dove sia. E non sa assolutamente nulla di questa base. Se c’è qualcuno che potrebbe essere in pericolo, è lei”.

“Non capisco cosa te ne freghi di quella stupida. Se non è completamente tonta, allora farà attenzione a non mettersi nei guai” rispose seccamente Asuka.

“Un momento!” esclamò Rei.

Gli altri due si fermarono.

“Sento una voce!” spiegò impassibile l'albina.

Asuka e Shinji rimasero in ascolto.

Poi la udirono.

Era una voce maschile, che arrivava molto attutita e lontana.

“E’ il signor Hyuga!” esclamarono Asuka e Shinji, e gridarono nel tentativo di farsi sentire.

Tuttavia l’annuncio di quella voce li raggelò: “Angelo in avvicinamento! Ripeto: angelo in avvicinamento!”

“Un angelo in avvicinamento!” ripeterono insieme Shinji e Asuka.

Rei propose una scorciatoia, e data l’emergenza, Asuka dovette accettarla.


Mana invece non aveva potuto sentire nulla.

Aveva cercato di dormire un po’, senza riuscirci a causa della situazione.

Il silenzio e il buio diventavano sempre più intensi, e adesso erano accompagnati dal freddo.

Il silenzio ricordava la quiete che precede la tempesta.

Il buio era la sede perfetta per chissà quanti mostri in agguato.

E il freddo ricordava la morte.

La giovane tentò di scacciare quei pensieri, inutilmente.

Sentì gli occhi diventare lucidi, cercò di controllarsi.

Poi chinò il capo.

“Spero davvero di essere ancora la piccola miracolata”.


Shinji, Asuka e Rei stavano attraversando un corridoio, stranamente in salita come notò il ragazzo.

Prima avevano seguito la scorciatoia indicata da Rei, e dopo diversi minuti erano arrivati molto in profondità.

Ma giunti di fronte ad un bivio, Asuka si era nuovamente imposta e aveva scelto lei la strada.

Cosi adesso erano arrivati di fronte ad una porta chiusa.

“Dai Shinji, mostraci di essere un vero uomo” ordinò Asuka sfoderando il suo sorriso da essere superiore.

Shinji girò la seconda, faticosa, maniglia, e anche dopo averla girata a dovere, la porta non si aprì.

Asuka sbuffò. “Tsk, lascia fare a me, stupiShinji!”

Con un forte calcio, la ragazza aprì la porta, e la luce del sole inondò il corridoio.

Erano tornati in superficie.

Prima che qualcuno dei tre potesse dire qualcosa, la luce fu nuovamente oscurata, uno strano oggetto piombò al suolo proprio davanti alla porta, facendo tremare tutto.

Asuka per lo spavento cadde all’indietro.

L’oggetto sembrava un cono rovesciato di colore verde oscuro.

Si sollevò e qualche decina di metri più in là, tra le strade, apparve un corpo immenso con sopra raffigurati degli occhi umani.

E il cono rovesciato era in realtà una zampa.

Come un fulmine Asuka chiuse la porta girandosi verso i suoi due compagni, impassibili.

“Angelo avvistato a occhio nudo. Ora abbiamo un motivo per sbrigarci!” sentenziò con voce saccente.

Poi intravide qualcuno dietro di loro, nell’oscurità.

“Chi è là?” domandò gridando.

Shinji e Rei si voltarono scrutando il buio.

Ci volle qualche attimo perché i loro occhi si riabituassero all’oscurità.

“Kirishima?!” esclamò Shinji.

Il Fourth Children stava in piedi, col braccio destro alzato e un dito puntato verso la porta.

Anche attraverso la fioca luce di emergenza, Shinji si accorse che Mana era sbiancata.

“Kirishima, cosa c’è?” domandò Shinji avvicinandosi.

La ragazza indietreggiò fino a sbattere contro una parete e cadde a terra. “Cos…. Cos’era…. Quello?!”

“Quello? Era un angelo” rispose il Third Children.

Mana lo guardò stupita e sembrò sbiancare ancora di più.

Prima che Shinji potesse dirle qualcosa, Asuka lo scostò bruscamente, prese Mana per le spalle e la sollevò di peso.

“Quello era un angelo! E’ allora? Che credevi? Che fossero dei moscerini? Non hai visto i precedenti?”

Mana annuì. Però una cosa erano dei filmati, un’altra cosa vederli dal vivo.

“Vedi di darti una svegliata! Noi andiamo a fare il nostro dovere! Se non te la senti, resta qui a tremare e non romperci con i tuoi piagnistei!”

Asuka mollò la presa e Kirishima ricadde a terra.

Poi la rossa se ne andò e quasi trascinò via Rei chiedendole quale’era la strada giusta.

Shinji si avvicinò a Mana e le porse la mano. “Dai, ti aiuto ad alzarti”.

“Mi… mi dispiace…” mormorò Mana.

Shinji le sorrise. “E di cosa? Di aver avuto paura? Secondo te io il Terzo Angelo l’ho affrontato in maniera spavalda come un eroe dei cartoni animati? Ero cosi spaventato che stavo per mettermi a piangere”.

“Da…. Davvero?”

“Certo. In una situazione come la nostra, avere paura è normale. Devi solo farci l’abitudine. Ce l’ho fatta anch’io. Non prendertela per Asuka, è fatta cosi”.

“Ti ringrazio” rispose Mana, e prendendo la mano del ragazzo si rialzò.

“Coppia di stupidi, muovetevi!” gridò Asuka sbucando da dietro un angolo e lanciando contro di loro uno sguardo inceneritore.

Il gruppetto si rimise in movimento.

Ormai il ruolo di guida era stato preso del tutto da Rei.

Asuka, che le stava dietro, era troppo intenta a lanciare occhiatacce contro Shinji e Mana, che avanzavano con lei attaccata al braccio di lui.

“Ora dobbiamo passare di qui” avvertì Rei indicando un condotto di aerazione sopra di loro.

A quel punto tornò l’Asuka leader: “Shinji, sali sulle mie spalle e apri la grata, poi vai nel condotto”.

“Eh? Ma forse dovresti salirci tu sulle mie spalle” obbiettò Shinji.

Asuka s’infiammò. “Assolutamente no! Potresti approfittarne per guardarmi le mutandine! E poi cosa vorresti insinuare? Che sono debole? Credi che non ce la faccia a reggerti?”

“No, mai”.

“E allora fai come ti ho detto!”

E cosi fecero: Asuka riuscì a sostenere il peso di Shinji, e rifiutò un aiuto da parte di Mana e Rei.

Quando il ragazzo fu salito, tese le braccia verso Asuka, che ordinò alle altre due di sollevarla.

Dopo Asuka, Rei fece cenno a Mana che era il suo turno.

“First! Sali tu!” esclamò freddamente Asuka.

“Perché?” domandò impassibile Rei mentre Mana rimase leggermente interdetta.

“Perché sei la First, no? Dammi la mano e fatti alzare da Mana. Poi noi due la tireremo sopra”.

Anche le ultime due operazioni si conclusero senza problemi.

I quattro ora si muovevano strisciando nello stretto condotto, con Shinji capofila e Mana all’ultimo posto.

Ad un tratto il ragazzo si fermò.

“Che succede?” gli chiese Asuka che stava dietro di lui.

“Mi sembra che in questo punto la lamiera sia più instaaaaahhhh….”

Il pezzo di condotto sotto di loro cedette all’improvviso, facendo cadere in una stanza sottostante Shinji e Asuka, mentre Rei e Mana si calarono saltando giù senza problemi.

“Siete voi ragazzi!” li salutò contenta una donna.

“Signorina Ritsuko!” esclamò Shinji.

Mana squadrò la bella donna dai capelli biondi e in camice bianco: sapeva chi era ma non l’aveva mai incontrata di persona.


Il liquido del LCL la sommerse rapidamente.

Non era freddo come Mana si aspettava, ma tiepido.

Stare dentro l’LCL dava un’inaspettata sensazione di benessere.

Guastata però da un lieve odore e sapore di sangue, sempre più avvertibile col passare del tempo.

La strumentazione davanti alla ragazza s’illuminò, come pure lo spazio circostante: le pareti dell’Entry Plug furono sostituite dalla visione esterna della gabbia numero quattro.

Mana intravide sulle strutture circostanti i tecnici della Nerv che finivano di installare le batterie d’emergenza e le armi sui supporti dei quattro Eva.

Dalla radio giunse la voce di Ritsuko Akagi, che prima aveva rapidamente fornito loro i dati sull’attacco dell’angelo: “Unità Evangelion, aprite i blocchi con le vostre mani!”

Mana aprì e chiuse più volte i pugni: “Pensa di stare muovendo il tuo corpo. Pensa di stare muovendo il tuo corpo”.

Sospirò e creò nella sua mente l’immagine delle sue braccia che si alzavano e cominciavano a spingere all’indietro le strutture di bloccaggio.

E lentamente l’Eva-03, identico allo 02 ma di colore nero e con due occhi soli, eseguì gli stessi movimenti.

Una volta liberi dagli ancoraggi, bisognava raggiungere la superficie.

Una finestra olografica si aprì davanti a Mana, contenente le indicazioni su dove andare.

E subito dopo i quattro Eva stavano strisciando in un condotto perpendicolare a uno dei tunnel usati di solito per lanciare i giganteschi umanoidi all’esterno.

Era Asuka ad aprire la fila, e fu la prima che cominciò ad arrampicarsi lungo il tunnel una volta raggiuntolo, subito seguita da Shinji e da Rei.

Mana fu l’ultima perché si muoveva più lentamente degli altri, e fu allora che accadde qualcosa: Asuka sembrò scivolare senza motivo, cadde addosso all’Eva-01 che cadde sopra lo 00.

I suoi tre compagni scivolarono lungo il tunnel sparendo dalla vista di un’atterrita Mana.

Inoltre uno strano e viscido liquido arancione cominciò a piovere copioso dall’alto.

“No… non ditemi che sono…”

“Kirishima, dacci una mano!” gridò Shinji via radio.

Lo 03 si sporse in avanti e vide i suoi tre compagni stare poco più giù, uno ammassato sull’altro.

Uno per volta lo 03 li afferrò per le braccia e li aiutò a tornare nel condotto.

“L’obiettivo sta cercando di entrare nella base usando un potente liquido corrosivo” annunciò con freddezza Ayanami.

“Ora che facciamo?” domandò Shinji tramite la finestra olografica.

“Mi sembra chiaro, dobbiamo attaccare” rispose decisa Asuka.

“Si, ma in che modo? I Pallet Gun che portava lo 00 sono caduti in fondo al pozzo e ci rimangono meno di tre minuti di autonomia” replicò Shinji.

Un sorriso audace apparve sul volto di Asuka nella finestra olografica. “Mi è venuta un’idea. Un’unità farà da scudo contro l’acido, un’altra salterà nel pozzo e recupererà i Pallet Gun, per poi lanciarli allo 01 e allo 03, che spareranno contro il nemico”.

Ayanami annuì con un cenno. “Perfetto. Io farò da difesa”.

E la finestra olografica dello 00 mostrò la sorpresa della ragazza quando Asuka reclamò quel ruolo per se.

“Ma è pericoloso” obbiettò Shinji.

“Proprio per questo. Finché non avrò saldato il mio debito per l’altra volta non riuscirò a sentirmi bene. E ora andiamo. Novellina, sei pronta?”

Nessuna risposta dallo 03, il cui pilota non aveva partecipato alla discussione.

Mana cominciò a sentirsi la testa girare, il suo sguardo si alternava tra l’acido che colava a tratti e il timer della batteria che inesorabilmente si avvicinava allo zero.

“Novellina, rispondi!”

La voce via radio di Asuka fece sobbalzare Mana.

“S-si, sono qui” rispose.

“Hai ascoltato il piano?”

“Si… dovrò sparare”.

“ E allora andiamo!” gridò Asuka lanciandosi nel tunnel e volgendo le spalle verso l’altro.

L’acido colò ampiamente sull’Eva-02, che aveva esteso al massimo le braccia e le gambe per ancorarsi alle pareti del tunnel.

I gemiti di dolore di Asuka si udirono via radio.

Lo 00 atterrò sui resti di una paratia erosa dall’acido, recuperò i fucili caduti e li lanciò verso lo 01 e lo 03, che stavano al centro del tunnel, anche loro reggendosi con le gambe e le braccia tese.

I due Eva, ciascuno con un braccio, afferrarono al volo i fucili e li puntarono verso l’alto.

“Asuka, spostati!” gridò Shinji.

E aprirono il fuoco insieme.

Una pioggia di colpi passò affianco allo 02 diretta verso l’alto.

Asuka la osservava soddisfatta.

Poi si accorse che qualcosa non andava: alcuni colpi erano troppo vicini.

E si stavano avvicinando ancora!

Talmente vicini che la Second Children riusciva a distinguere chiaramente le forme dei proiettili.

Asuka guardò in basso: “Mana! Deficiente! Che fai?!”

Il grido di Asuka fece voltare Shinji verso lo 03: quest’ultimo non riusciva a tenere saldo il fucile mentre sparava!

Shinji non perse tempo e con il braccio armato colpì l’arma dello 03 facendola cadere.

Un istante dopo lo 02 precipitò su di loro, preso al volo dallo 01.

Asuka guardò l’unità sotto di lei. “Con questo il mio debito è saldato”.

Poi si accorse di alcuni buchi ancora fumanti su uno dei supporti verticali dello 02.


I quattro Evangelion, attraverso un altro condotto, raggiunsero l’esterno.

Giusto pochi secondi prima che le batterie si esaurissero.

Non erano dentro la città, ma in cima a una collinetta del circondario, dalla quale si poteva vedere tutta Neo-Tokyo 3.

Ormai il sole stava tramontando.

I piloti erano appena scesi dai mezzi.

Mana toccò il suolo con le ginocchia tremanti.

Era spaventata.

E l’oggetto della sua paura era proprio lì: Asuka con passi decisi si avvicinò a lei e la spinse a terra.

Poi le mise un piede sullo stomaco e si chinò in avanti.

Lo sguardo di Asuka emanava una rabbia gelida e controllata. “Stammi bene a sentire, novellina. Visto che questa era la tua prima battaglia, e dato che non hai ricevuto un regolare addestramento, per stavolta lascio correre. Ma fammi ancora un errore del genere e ti faccio ingoiare tutti i denti. Capito?”

Mana annuì.

Asuka allora se ne andò, afferrando per un braccio Shinji, che era intenzionato ad aiutare Mana.

“Non la toccare o rischia di attaccarti la sua stupidità. Andiamo laggiù a goderci il panorama” ordinò portandolo via.

Mana rimase distesa a terra, in silenzio.

 

  
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