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Autore: valentina_black_cullen    13/12/2010    16 recensioni
Capii subito le sue intenzioni ed iniziai a piangere. -Ti prego Jacob, cerca di ragionare- dissi, alzando la voce. -Shh, vedrai ti piacerà- sussurrò, tappandomi la bocca con le sue labbra. Poi, con ferocia mi tolse il vestito che avevo indosso e le sue mani presero a toccare avide il mio corpo. Era inutile piangere. Era inutile chiedere aiuto. Era inutile cercare di farlo ragionare, perché lui era più forte di me e avrebbe vinto comunque. Così chiusi gli occhi, inerme, sperando che finisse tutto al più presto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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DISCORSI IMBARAZZANTI...

POV BELLA


--Io... io-- cercai di dire, diventando rossa. --Se tu vuoi-- e deglutii. --Io non ti dirò di no--
--No, no-- urlò e le mie mani che fino a un secondo prima si trovavano sul suo petto, toccarono il vuoto.
Edward si trovava dall'altro lato della stanza con lo sguardo basso.
--Che fai lì?-- domandai stranita.
--Non voglio che pensi questo di me-- sibilò tra i denti.
Aggrottai le sopracciglia. --Non ti capisco-- e gli andai incontro prendendogli le mani. Lui mi accarezzò una guancia.
--Io non sono quel tipo di uomo, non voglio che tu creda che io ne abbia bisogno, visto che non ho mai...--
D'un tratto capii quello che voleva dire e iniziai a ridere.
--Ah bene, adesso ridi di me-- e sbuffando si grattò la nuca.
Quando tornai seria, gli diedi un bacio a fior di labbra e parlai. --Volevo solo farti capire che adesso tutti i fantasmi del passato non ci sono più e che se un giorno succederà-- lo guardai negli occhi. --Bè quello, io sarò pronta ad affrontarlo--
--Adesso rido io-- disse facendo una risata maligna. --Quello succederà solo quando ti avrò messo la fede al dito--
--Credimi, tu mi stai facendo cambiare idea sul matrimonio, ma come posso pensare a una cosa così importante visto che tra meno di un mese dovremo tornare a scuola?--
--Tu sposami, cosa ci importa della scuola-- esclamò serio.
--Non credo che piacerai più così tanto a mio padre, se verrà a sapere questa cosa--
Sorrise. --Infatti scherzavo. Aspetteremo il diploma, non c'è fretta--
Alzai gli occhi al cielo. --Andiamo all'ospedale da Charlie che è meglio, dolce verginello dei miei stivali--
Ero pronta a scappare dopo quelle parole, ma la sua reazione mi lasciò di stucco:
Si avvicinò a me, fece combaciare la mia schiena con il suo petto muscoloso ed io chiusi gli occhi. --Sta' tranquilla che il verginello qui presente,
quando farà l'amore con te, ti farà vedere il paradiso-- mi sussurrò sensuale ad un orecchio.
Deglutii a vuoto, non mi sarei mai aspettata quelle parole da Edward. Ma in fondo aveva ragione, se già con delle semplici parole mi aveva fatto
andare lo stomaco in subbuglio chissà...
Aprii gli occhi in cerca di aria e trovai di fronte a me lui che se la rideva alla grande. --Che succede, piccola, non ti senti bene?-- domandò, finto innocente.
Sbuffai. --Stupido vampiro-- ed entrai in macchina.

Entrati in camera di mio padre, trovammo Renèe e suo marito già lì.
--Bella, questa sera io e Phil alloggeremo da te invece che in albergo, Charlie ha insistito tanto--
--Ma certo, nessun problema-- dissi con un sorriso.
Io, ero seduta vicino a mio padre, Edward era in piedi di fronte a me e mi guardava intensamente. Dopo quello che c'eravamo detti a casa mia non avevamo più parlato.
--Ragazzi avete litigato?-- disse mia madre, accorgendosi del silenzio tra noi due.
Lui fece una risata melodiosa. --No, niente affatto--
--Forse è meglio che andate a farvi una bella passeggiata in centro, no?-- e mi fece l'occhiolino.
Arrossii, pensando a quello che avrebbe potuto dirmi quando saremmo stati da soli. --In centro, a Forks?-- dissi facendo una risata isterica.
--Allora a Port Angeles--
--Di nuovo? Ma ci siamo stati a mezzogiorno--
--Dovrete pur cenare, no?-- e fece una sorriso soddisfatto.
Mamma ti sto odiando in questo momento, pensai. --Okay, allora andiamo-- dissi non guardando neanche mezza volta in viso Edward.
--Ciao papà, ciao Phil, ciao mamma-- dissi con un tocco di acidità.
Il silenzio era spezzato solo dal rumore dei nostri passi.
Poi, mentre ci dirigevamo, con l'auto, verso Port Angeles Edward frenò di botto.
--Ma cosa fai? Sei pazzo?--
--Finalmente mi parli-- disse nervoso, guardando fuori dal finestrino.
Non risposi e abbassai il capo, non riuscivo a dire che quello che mi aveva detto quel pomeriggio a casa mia mi aveva instabilizzata parecchio.
--Allora, dimmi perchè non vuoi parlarmi, che ho fatto?-- disse, cercando di farsi guardare negli occhi.
--Non riesco a non pensare a quello che mi hai detto nell'orecchio prima-- e rabbrividii al pensiero.
--Eh, gli ormoni si fanno sentire piccola mia--
--Quello che non capisco e che prima di conoscerti, non avevo mai provato nulla di simile per un ragazzo--
Non rispose, aspettando che continuassi.
--Sai, quando Jacob ha fatto... quello, io non ho provato niente. Né piacere, né dolore, solo paura. Tu invece, con quelle parole mi hai fatto sentire un vortice dentro lo stomaco, qualcosa mai provato prima. Ecco, l'ho detto-- e feci un sospiro.
Lo guardai in attesa di una risposta ma lui continuava a guardare fuori.
--Parlami-- mormorai, prendendo la sua mano fredda tra le mie.
--Neanche io ho mai provato tutto questo per una donna e non parlo solo di amore-- e finalmente si voltò, guardandomi in maniera intensa.
Sapevo cosa intendeva con quelle parole. --Quindi, non lo so. Mi sento così inesperto e ho paura che quando arriverà il momento non sarò abbastanza-- e sospirò.
--Ti sbagli. Non devi avere paura di questo, no. Perchè in quel momento il cuore ti dirà cosa fare--
--Ma io sono un morto, non ho un cuore-- esclamò, per alleggerire l'atmosfera.
Sbuffai. --Ecco, io ti parlo di cose serie e tu fai battute squallide. Ma sei sicuro di avere più di cent'anni?--
Mi fece l'occhiolino e ripartimmo.
--Prego, madame-- disse, poi, aprendomi la portiera.
--Grazie--
--Le va una passeggiata, prima di una romantica cena a lume di candela?--
--Certo, andiamo--
Mentre camminavamo, senza mai abbandonare la stretta tra le nostre mani, notammo un gruppo di ragazzi non del tutto sobri.
Edward al mio fianco strinse i denti, emise un verso simile a un ringhio e mi strinse più forte a se.
--Che succede?-- mormorai spaventata.
--Andiamo via di qui-- e velocemente tornammo verso l'auto.
--Certa gente non dovrebbe stare in circolazione--
--Okay, forse avevano cattive intenzioni, ma perchè tutta questa rabbia? Io non avevo paura perchè tu eri al mio fianco--
--E se io non ci fossi stato? Non ho intenzione di lasciarti sola, mai. E questa sera rimarrò con te--
--Bè, mi sembra logico-- esclamai, cercando di strappargli un sorriso. Ci riuscii.
Quando arrivammo sotto casa mia, vidi che la luce della cucina era accesa.
--Io vado a lasciare la macchina, ci vediamo dopo in camera tua-- mi sussurrò prima di baciarmi.
--Ehi sono io-- esclamai entrando in casa.
--Ciao-- gridarono entrambi.
--Io non capisco come a fine agosto possa fare così freddo-- disse mia madre, accendendo il riscaldamento.
--Tutta questione di abitudine, io sono qui solo da due mesi e mi trovo benissimo--
Mi sorrise maliziosa. --Tutto questo grazie ad Edward--
--Anche-- e arrossii, per me era difficile parlare di certe cose.
--Ma cosa avevate questo pomeriggio?--
Diventai ancora più rossa. --Niente, un discorso in sospeso--
--Tu mi nascondi qualcosa--
--Io? No-- e abbassai lo sguardo.
--Oddio figlia mia, non dirmi che...--
--No mamma, non è successo niente tra noi due!--
Rise. --Lo so che è imbarazzante, ma io sono tranquilla perchè so che sei una ragazza responsabile--
--Buonanotte, io vado a letto-- dissi salendo le scale, non mi andava di parlare di 'quello' anche con lei oltre che con Edward. Quel giorno era stato tutto troppo imbarazzante. E non mi importava nulla che non avevo neanche cenato, avrei recuparato domani a colazione.
--Ah, un'altra cosa. Ti ho comprato qualche capo intimo carino. Si trovano tutti sul tuo letto--
Strabuzzai gli occhi e corsi, sperando che lui non fosse ancora arrivato.
Aprii la porta velocemente e la scena che mi si parò davanti, mi fece rimanere di sasso:
Edward era lì e guardava soddisfatto tutta la lingerie poggiata sul letto.
--Oh, no-- dissi esasperata e rossa di vergogna.

 


Angolo dell'autrice: Ed eccomi dopo due mesi di assenza di nuovo su EFP.
Se vi chiedo scusa per non aver aggiornato in questo periodo, mi perdonate? Dai vi prego, perdonatemi :)
Inoltre questo capitolo non mi convince, quindi penso che mi odierete anche per questo. >.<
Un bacio, Vale.


 

  
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