Mi muovo veloce, nel freddo pungente delle prime giornate d’autunno. Davanti a me si aprono porte, passaggi, nascondigli. Percorro una strada che ho percorso molte -troppe- volte. Arrivo nella sala dove tutti mi stanno aspettando.
“Finalmente, Severus. Cominciavo a pensare che ti fossi perso. Accomodati, c’è un posto per te”. Una voce melliflua, che non mi inganna. Faccio un cenno con la testa, il minimo richiesto. Poi vado a sedermi tra gli altri Deatheaters. Poi Voldemort inizia a parlare.
Lo ascolto quel tanto che basta per recitare bene la mia parte, come sempre. All’improvviso, un anellino cade sul tavolo.
Un rumore sordo, comunque più forte di quello che mi aspettavo, forse amplificato dai battiti in sincrono del mio cuore. Ad ogni modo, basta per farmi alzare la testa. Una reazione istintiva, che non desideravo. So già da che mano è caduto quell’anello. Non mi serve aggiungere immagini all’orrore.
Ma contro il mio volere -nulla, ultimamente, ho potuto decidere in piena autonomia- il mio sguardo va a posarsi sulla figura torturata sospesa sopra il tavolo.
“S-Severus… aiutami… noi siamo amici, vero..?”
So che sono le sue ultime parole.
Il mio volto una maschera indifferente. Nel mio cuore una ferita in più.
Angolino autrice. Nel mancato contest (per il quale scriverò altro, credo) dovevo utilizzare il prompt "anello". 200 parole per descrivere una delle scene iniziali dal point of view di Severus. Che ne dite? :)