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Autore: viovvi    05/12/2005    0 recensioni
tutte le fini hanno un inizio, dal primo momento in cui fu pronunciato ``lord voldemort`` al primo delitto... questo è quelo che penso della ficcy^^
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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PROLOGO:“Tom….”sta invocando un nome uguale al mio, quella donna con gli occhi uguali ai miei, “Tom…” sta gridando dietro ad un uomo che non si volta….”Tom, hai detto che mi ami…”Si aggrappa a lui, tenta di trattenere la sua corsa…Tenta di non farlo andare via, “Tom…”gli occhi sono rossi e la voce si confonde con le lacrime, il volto ormai rigato dal dolore è pallido come un fiore appassito..”Tom,” la sua voce simile ad un urlo mi esplode nella testa”Tom che ne sarà di nostro figlio?” lui si blocca come se avesse visto o sentito parlare il diavolo, ha paura è confuso, vorrebbe scappare, ma non sa dove…”Lui” una voce fredda che ci colpisce come lame”Lui, non è mio figlio, è un mostro, uno come te…” scosta la mano di lei, “Tu non sei umana, tu sei un essere ripugnante, sei figlia del diavolo, “sorride in modo freddo, la sua bocca rossa è come macchiata di sangue, quello di mia madre, “Lui è solo un figlio del demonio…E’ un mostro, come lo sei tu” si allontana, i suoi passi rimbombano, la donna cade a terra, sta piangendo, quell’uomo era mio padre? - SON IO LORD VOLDEMORT- “Tom” una voce di donna echeggiò nell’aria, un misto di paura e disperazione, la donna vestita di nero scosse il ragazzo addormentato, i capelli neri cadevano sul cuscino e l’espressione che aveva il giovane pareva quella di un morto..”Tom, svegliati …Tom..” iniziò ad urlare, molti cedettero di vedere lacrime su quel viso,”Tom..” scosse ancora una volta il ragazzo, e poi più forte sino che i suoi occhi non si aprirono, “Suor Margaret, cosa?” la donna si chinò alo avvolse in un abbraccio, “Ti hanno sentito urlare, poi il tuo corpo era freddo e…Abbiamo avuto paura che non tornassi…” Suor Margaret era giovane, o almeno questo era quello che tutti pensavano, non si sapeva bene quanti anni avesse, di lei si sapeva solo che si occupava degli orfani. I suoi occhi azzurri fissarono il ragazzo, stava dritto seduto sul letto, la fissava come per leggerle nel pensiero, con quei suoi occhi attenti e sfuggevoli, oggi gli occhi di Tom erano rossi, come il tramonto, Rossi come il sangue…Suor Margaret si alzò, asciugò le lacrime che le erano sfuggite e mandò via i bambini che si erano radunati intorno al letto di Tom, alcuni curiosi di sapere, altri preoccupati…Tutti lasciarono la stanza in silenzio, senza protestare, Tom rimase solo…. Si stese sul letto e sospirò, guardo il soffitto e chiuse gli occhi per riassaporare il sogno fatto poco prima, ormai erano sei sere che sognava sua madre, non l’aveva mai conosciuta, ma Suor Margaret teneva una vecchia foto in cui appariva anche la donna che lo aveva dato al mondo, suo padre non lo aveva mai visto, spesso si immaginava a pensarlo, ma i pensieri si confondevano con l’odio…Non sapeva il perché suo padre avesse lasciato sua madre, ne perché lei si fosse consumata di dolore, non glielo aveva mai detto nessuno ne glielo avrebbero mai detto…Ma a Tom non gliene importava, le sue preoccupazioni principali erano ormai comandare i più piccoli e uccidere qualche uccello, tanto ormai sapeva che nessuno lo avrebbe mai adottato…Quando era piccolo Suor Margaret lo teneva nascosto, poi con il tempo si accorse che tutti avevano paura dei suoi occhi, occhi freddi che sembravano poter entrare nel pensiero degli altri, occhi che cambiavano con il cielo e che spesso divenivano rossi…Sentì bussare alla finestra, una, due, tre, e poi così tante volte che non le contò più, si alzò svogliato e si affacciò, nessuno…. Si vestì di fretta, il suo fisico era quello di un ragazzo cresciuto in quattro e quattrotto, il viso fine e sottile nascondeva agli occhi inesperti un animo ribelle, il suo apparir fragile ingannava gli altri e i suoi modi gentili, uniti ad un’abile parlantina convincevano chiunque a seguirlo,i capelli neri lisci si ordinavano intorno al volto e il candore della pelle faceva del ragazzo un qualcosa di terribilmente attraente…tutte le persone che lo vedevano gli davano più anni degli undici che portava, spesso molti lo stimavano mentre leggeva in chiesa o quando lo vedevano prendersi cura dei più piccoli, ma nessuno di loro avrebbe mai saputo chi fosse veramente Tom Riddle… Suor Margaret lo chiamò per la colazione, i bambini quando lo videro scendere si ordinarono in fila ed iniziarono uno ad uno a salutarlo, e poi a portargli da mangiare con un rispetto che spesso faceva impallidire le suore. Suor Micelle portò la posta, bollette, debiti, bollette, era ormai una settimana che non si riceveva nulla di nuovo, ma oggi c’era una lettera, una specie di pergamena ingiallita con delle lettere incise in nero, il nome di Tom era scritto sul destinatario, Suor Margaret impallidì, quella lettera lei la conosceva…Sapeva qualcosa, di quella lettera… Suor Margaret prese la lettera, tremava, sul suo volto apparirono le rughe che solitamente non mostrava, strinse la piccola croce in legno, era una croce importante per lei, la baciò e poi aprì la busta…Pianse, leggendo quelle frasi, poi la porse a Tom, lui la fissò e poi lesse…Stupore, rabbia, curiosità, un misto di emozioni che potevano essere chiamate unite passione ed entusiasmo entrarono nel cuore di Tom…. Il giorno seguente Suor Margaret aveva una valigia, Tom una sacca, stava salutando i bambini:” Tornerò presto, non preoccupatevi..Tom, tornerà a giugno…” “Suor Margaret, perché Tom va via?” “Perché…”alzò i suoi occhi azzurri e vide il ragazzo, sorrise e lo chiamò, poi presagli la mano iniziarono il loro viaggio… Tom non aveva mai visto Londra, la trovò grande e rumorosa, la trovò sporca e provo una strana sensazione nel vedere la gente, gli saliva da dentro e una voce gli diceva “Odiali”… Arrivati di fronte ad un muro, Suor Margaret tirò fuori la croce, colpì una delle mattonelle e si aprì un passaggio, Tom lo attraversò come se fosse una cosa naturale, non si stupì ne fece un fiato…la suora lo guardò, e un milione di ricordi le attraversarono le mente, una voce soprattutto le tornava alla memoria “Margaret, vieni piccola Margaret, non è pericoloso…” “Suor Margaret…” Tom lo stava fissando, i suoi occhi quel giorno erano verdi, sorrise e passò la porta, chiudendo ancora una volta la porta dei ricordi….. “Allora dobbiamo fare un sacco di cose, la bacchetta , il vestito, Tom, vorresti qualche animale?” lui non le rispose, si guardava intorno, stupito ed incoraggiato, c’erano tanti ragazzi intorno a una vetrina , guardavano una scopa..”Quella che abbiamo all’orfanotrofio è più bella…” lo disse svogliato, tanto per fare qualcosa, “Già, ma non vola…” non ascoltò il resto della frase, ma seguì la suora in silenzio, già ambientato in quel mondo che sapeva gli apparteneva, arrivarono di fronte ad un negozio, non lesse la scritta, ma vi entrò… L’aria del negozio era calda, c’erano tante scatole su degli scaffali, lo strambo uomo dietro al bancone si voltò, sorrise, “Margaret, quanto tempo, mi ricordo ancora quando entrasti la prima volta, eri giovane e con te c’era la tua amica, la tua era una bella bacchetta, peccato che…” si bloccò, e fissò il ragazzo, “Come ti chiami?”, Tom lo guardò”Tom Ridde”pronunciò il suo nome quasi con disgusto, e guardò l’uomo…”Bene Tom, allora..”prese una scatola, ma poi si bloccò, si udì un botto dal magazzino, una bacchetta, una fine striscia di legno con una piuma di fenice come cuore, si era destata da un sogno ormai eterno, aveva sentito nell’aria un profumo aveva sentito una voce aveva capito che il suo compagno era ormai giunto…lo strano signore si precipitò nel magazzino, poi sorrise”Sembra che non dovrai aspettare molto, Tom, ti ha trovato da sola” sorrise e Tom ricambiò, sapendo che lui e lei sarebbero stati uniti e insieme…. Uscirono, Tom guardò il cielo, poi sospirò,. “Suor Margaret, come era mia madre?” la suora si bloccò, sapeva che sarebbe arrivato il momento, ma gli occhi di Tom quando ella si voltò erano rossi… Camminarono, mentre lei narrava, la storia era quella di una donna dolce e simpatica, ma Tom la trovò sciocca e troppo sincera, Suor Margaret parlò di una ragazza intelligente, lui la trovò stupida, lei gli disse di una persona speciale, lui la trovò monotona… Il giorno seguente alla stazione Tom aveva gli occhi di sangue, il treno era in partenza, Suor Margaret piangeva, e poi prima di far salire il ragazzo sul treno lo abbracciò, lui non la strinse, era cambiato o si stava mostrando come era davvero, quella immagine ne ricordò un'altra a Suor Margaret, quella di trenta anni prima quando appena stata espulsa dalla scuola aveva stretto la sua più cara amica, Tom ne era il figlio, “Piccola Suor Margaret,” –Piccola Margaret…- i ricordi di quel giorno si offuscavano sulle parole del momento,”Quando tornerò..”-Appena torno a casa- “Io, saprò così tante cose da poter distruggere tutto ciò che può farmi soffrire, tutto quello che non mi soddisfa, quindi piccola Suor Margaret, non mi aspettare….”-Aspettami Margaret…..- Lei lo sapeva ed allora lo chiamò, con il nome che aveva scelto per lui, che aveva scelto per Tom tanto tempo fa, fece cenno di si con la testa e parlò, fu la prima a pronunciare quel nome, quella maledizione che si sarebbe accresciuta con il tempo, quella parola che con gli anni sarebbe diventata un incubo”Come vuoi, Lord Voldemort….- [commento personale, stavolta non so come è venuto] amo voldemort, con il cuore e con l'anima^^ e poiquesta ficcy mi piace molto sisisisisisi^^
  
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