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Autore: Simphony    18/12/2010    13 recensioni
[Partecipante al "The One Hundred Prompt Project"] Merlin e il ragazzo sembravano avere atteggiamenti troppo intimi e si trovavano troppo vicini secondo il giudizio del principe.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Difetti'
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Piccola Shot facente parte della serie “Difetti”. Questa e le altre fic di questa serie partecipano alla “The One Hundred Prompt Project” rimandabile al banner posto qua sotto.


The One Hundred Prompt Project

Spero vi piaccia


Volevo ringraziare LyndaWesley che l'ha letta in anticipo e non mi ha sbranato viva, e anche tutte le ragazze del club (xD) che sono Izumi, GiulyB, Vogue, Shona e Frankie.

I love you! <3


Simphony


*°*


Raccolta n.°4 – Difetti 03


Prompt 73 Gelosia


(P.O.V. Esterno)


Arthur stava osservando dalla torre di guardia Merlin, che era andato a fare la spesa con Gaius.

Pochi minuti prima gli aveva dato il pomeriggio libero, dicendogli che la sua presenza agli allenamenti non era necessaria.


In realtà, non c'era nessun allenamento. Volevo solo guardarlo da lontano, in libertà e solitudine.


Dalla guardiola poteva vederlo ridere, mentre cercava di trattare sul prezzo delle verdure o mentre si lamentava con Gaius, sicuramente su alcune erbe che avrebbe dovuto andare a raccogliere dopo aver finito il suo lavoro con il principe.


Arthur sorrise.


Quando era sulla Torre, Arthur poteva essere sé stesso, come se il titolo di Principe di Camelot non lo riguardasse.


E specialmente, poteva guardare il suo ragazzo senza doversi giustificare con nessuno e senza avere la paura di qualche ripercussione su Merlin stesso.

Se suo padre avesse scoperto la loro relazione, sicuramente lo avrebbe accusato di essere un mago, e senza nemmeno rendersene conto, lo avrebbe visto bruciare su un rogo nella piazza principale.


Cercando di scacciare quei pensieri negativi, Arthur tornò a guardare Merlin. Si era avvicinato ad una bancarella e stava parlando con un ragazzo, probabilmente il venditore.

Merlin e il ragazzo sembravano avere atteggiamenti troppo intimi e si trovavano troppo vicini secondo il giudizio del principe.


Il culmine fu vedere lo sconosciuto che appoggiava i pantaloni su fianchi di Merlin e poi, con fare anche critico, gli mettesse una mano sul sedere ripetute volte, nonostante il suo servitore cercasse in ogni modo di allontanarla.


Ma questo ovviamente Arthur non lo vide. Era già rosso dalla rabbia e si era già catapultato lungo le scale.


Vicino all'ingresso chiamò Leon.


« Facciamo un giro per la città bassa » ringhiò, senza nemmeno pensare ad altro.


Sir Leon non pensò nemmeno di obiettare a quell'ordine lanciato con rabbia. Si vedeva che era furioso e non voleva sapere che cosa fosse successo di tanto tragico per renderlo così sconvolto.


Radunò un paio di guardie e scesero nella città bassa.


Arthur raggiunse a grandi passi la bancarella di vestiti dove aveva visto Merlin poco prima, e lo trovò ancora là, mentre pagava i pantaloni che si era fatto palpare addosso.


« Merlin » ruggì.


L'altro si voltò con un sussulto, sorpreso di trovarlo nella città bassa: durante il turno di guardia quando avrebbe dovuto trovarsi nell'arena a combattere.


« Principe! » esclamò il mago. « Cosa ci fate qua? »


« Io il mio lavoro. E tu? Tu che stai facendo? Non mi pare tu stia pulendo la mia stanza, come è tuo dovere fare » lo aggredì avvicinandosi di un passo per ogni parola, fino ad avere il suo volto a pochi millimetri dal suo.


Merlin, interdetto, non riuscì a parlare per qualche secondo, cosa che lo rese ancora più sospetto agli occhi del principe.


« Arthur, mi avevate detto che potevo accompagnare Gaius al mercato mentre voi vi allenavate. Ecco perché sono qua » rispose indicando il tutore poco lontano da lui « Vi sentite bene? » chiese poi perplesso.


« No. E lo sai perché? » domandò fissandolo negli occhi.


Ah, quello sguardo innocente, come quello di chi non ha niente da nascondere. Ma lo aveva visto. Ah, eccome se lo aveva visto.

Quel viscido ragazzo lo stava palpando e lui non faceva nulla per fermarlo.


« Ti ho visto, prima » sibilò al suo orecchio.


Merlin questa volta assottigliò gli occhi, cercando di capire che cosa avesse visto di così tremendo per farlo arrivare come una furia nella città bassa.


« Cosa avete visto esattamente? » domandò senza capire.


« Mi sono stancato di te » lo afferrò per un braccio, iniziando a trascinarlo e strattonarlo fino al castello, sotto le accese proteste del servitore che non capiva che cosa stava succedendo.


Fu scaraventato con poca gentilezza dentro le stanze del Principe.


« Volete spiegarmi che cosa sta succedendo? » esclamò di nuovo il servitore, per l'ennesima volta, di minuto in minuto sempre più arrabbiato.


« Ti ho visto, al mercato, con quel ragazzo. Ho visto quello che ha fatto. E ho anche visto quello che tu non hai fatto. »


Merlin cercò di fare mente locale sui giri del pomeriggio.


Fruttivendolo per Gaius.

Fabbro per Arthur.

Erborista per Gaius.

Pausa alla Taverna.

Di nuovo dal fabbro per Arthur.

Sarto per...


Merlin guardò improvvisamente il Principe.


« Finalmente te lo sei ricordato! » replicò Arthur sotto l'occhiata consapevole di Merlin.


« Era un sarto, Arthur. Non c'è bisogno di essere gelosi » sbuffò l'altro scuotendo la testa.


« Cos... Io? Geloso? Ma per chi mi hai presto? Lui ti stava palpando il sedere e tu ci stavi! Questa non è gelosia! » si difese quasi indignato il Principe.


« Palpando? Non so cosa avete visto, ma Galydren... ».


« Oh, bene! » lo interruppe Arthur furibondo. « Galydren! Ora lo chiami anche per nome? »


« Arthur, vado da Galydren da quando sono a Camelot. E non mi stava palpando, ma controllando di quanto avrebbe dovuto restringere i pantaloni » continuò Merlin, ignorandolo.


« Quello che ho visto io dalla Torre non era “controllare di quanto dovesse restringere i pantaloni”. L'ho visto chiaramente che ti toccava! E non doveva! »


« Avete visto sicuramente male. Gaius testimone. »


« Gaius! » esclamò ancora Arthur alzando le braccia e facendole ricadere lungo i fianchi, mentre il cappotto che indossava svolazzava ad ogni suo gesto. « Certo. Sicuramente Gaius direbbe qualunque cosa per proteggere il suo pupillo, anche se è un traditore » ringhiò con ferocia.


« Arthur, lo scherzo sta andando troppo oltre. Vi ho già detto che avete sbagliato e che Galydren non mi stava né palpando, né toccando, né tanto meno ci stava provando con me! »


« Come posso crederti se io ho visto tutt'altro? »


Merlin sospirò, esausto. Poi si passò le mani sul volto, prendendo fiato.


« Galydren è sposato, con due figli e in attesa di un terzo » sibilò.


Arthur smise di camminare e lo guardò. Assottigliò gli occhi, squadrando il servo come se dovesse giudicare un condannato a morte.


« Sicuro? »


« Certamente. Ero presente alla nascita del suo secondogenito » sospirò di nuovo, cercando di non ridere della grottesca e paradossale situazione in cui si trovava.


Arthur annuì, guardandosi intorno.


« Indagherò » disse soltanto.


« Va bene. »


« E se menti, due settimane di gogna » continuò cercando di notare qualche vacillamento da parte di Merlin.


« Nessun problema. »


Il servo alzò le spalle, guardando il Principe.


« Puoi tornare al mercato. Gaius dovrà finire il suo giri di compere. »


« Grazie della vostra bontà, Principe Arthur » lo prese in giro Merlin.


Il mago evitò una coppa diretta verso di lui. Alzò la mano in segno di saluto e si chiuse velocemente la porta alle spalle.


*°*


Raggiunto il tutore, Merlin iniziò improvvisamente a ridere.


« Tutto ok, Merlin? » domandò un po' interdetto il medico di corte.


« Si, va tutto bene » si voltò verso la Torre, dove poteva vedere la chioma bionda di Arthur brillare sotto i raggi del sole.


« Normale amministrazione » commentò solo sorridendo e riprendendo a camminare fra i banchi del mercato.


Fine

   
 
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