Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Sybelle    18/12/2010    3 recensioni
"Come potevano sapere che quello era l’Inferno? Un Inferno persino peggiore del monastero, persino peggiore dell’Inferno stesso.
Come potevano sapere che quello sarebbe stato il primo passo verso la tragedia?"

Se siete pronti ad entrare negli abissi di una mente disperata, prego...accomodatevi.
Sybelle
Genere: Generale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya, Yuri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vorrei ricordare ai gentili lettori che i fatti si svolgono, per lo più, di notte, poiché di giorno tutti dormono, adeguandosi alla vita dei vampiri.

Too much love will kill you – Troppo amore ti ucciderà

Ogni volta che si ama è quella l'unica volta che si abbia veramente amato. La differenza dell'oggetto dell'amore non altera la sincerità della passione, ma l'intensifica.
-Oscar Wilde-

Quella notte Logan bevve il mio sangue; non lo faceva da tempo e mi colse impreparata.
Mi baciava la bocca stringendomi a sé e fermava la propria brama solo per permettermi di respirare; passava poi al collo e più di una volta mi meravigliai nel notare che spesso lo annusava, prima di baciarlo o leccarlo.
Era appassionato, Logan; nemmeno un momento mi soffermai a ricordare la notte d'amore che avevo vissuto con Armand; il mio biondo amante, possedendomi, annullò tutte le belle sensazioni che avevo provato con l'altro. Esistevano solo lui e la sua bocca.
E proprio mentre era impegnato a baciarmi il collo, usando le labbra con sapienza, sentii i suoi canini penetrare nella carne: un singulto mi uscì di bocca, ma ben presto venne sostituito da un sospiro di piacere che, crescendo, divenne un vero orgasmo.
Era la prima volta che mi mordeva con tanta lentezza e tanta premura e l'estasi in me suscitata fu tale da rendermi succube del piacere: succhiò lentamente, a tratti lenendo la ferita con la lingua, a tratti baciandola con le labbra, per poi tornare ad immergersi nel mio sangue.
Mi sentivo debole ed il mio cervello provò, vanamente, a lanciarmi l'allarme dell'anemia, male di cui in passato avevo sofferto: non lo ascoltai, io; d'altro canto, Logan, attento,  captò il segnale e si adoperò per ripagarmi del sangue ricevuto, donandomi il suo.
Oh, se fossi stata la persona che ero in passato non avrei mai permesso una simile perversione...! Ma la situazione era tale da non permettermi capricci: giacevo inerte sul letto, pallida, disinibita dal sesso e da quella strana ma piacevole intimità creatasi, e quando Logan si tagliò appena il polso, offrendomi il rosso nettare, l'idea di rifiutare non mi si presentò neppur vagamente.
Delizioso ed incantevole fu il suo sangue! Nessun cibo assaggiato mi aveva mai saziata tanto: non mi ero mai accorta, prima, dei vantaggi dell’essere vampiri; davvero il sangue era tanto dissetante? Tanto splendido al gusto? Scivolava lungo la gola, caldo ed appagante, e non trovai nessun liquido che potessi definire migliore.
Purtroppo non furono che poche gocce – eppure mi sembrò di berne litri! - e l’incanto presto svanì.
“Logan, che mi stai facendo?” La mia voce uscì flebile dalle labbra umide; era pura estasi.
Il suo sguardo mi parve smarrito nell’attimo prima della risposta ed il suo tocco sul mio viso fu inaspettatamente delicato e fragile: “Già … Che ti sto facendo?”
Affondò il viso tra i miei seni, segno forse che quella lunga e feroce nottata si era conclusa; coprii entrambi con la coperta ed avvolsi il suo bianco e tiepido corpo con le braccia; era piuttosto strano quel contatto che ci vedeva nudi ed avvinti, ma senza alcun secondo fine.
“Dove sei stato in queste settimane?” Domandai cauta, baciandogli il capo.
“Perché vuoi saperlo?” La sua voce era bassa e profonda, grave; raramente una simile tonalità aveva colorato il suo timbro vocale: vidi il mio amante come mai prima l’avevo visto.
“E tu perché non vuoi dirmelo?” Replicai, passando le mani in mezzo a quei bei capelli soffici; io volevo semplicemente sapere se dovermi preoccupare.
Avevo notato le frequenti e misteriose sparizioni dei vampiri e di certo non ne ero rimasta tranquillizzata.
E poi Logan mi era mancato.
“Sono andato a nutrirmi.” Rispose allora, monografico, e mi cinse a sua volta con le braccia.
“Non mentire: le tue lacrime erano trasparenti.” Sussurrai freddamente.
Sussultò: avevo sbagliato a ricordargli quelle terribili ed umilianti lacrime, me ne rendevo conto solo in quel momento.
Quanto doveva essergli costato aprirsi fino a quel punto?
“Hai ragione.” Esclamò in un soffio, molti minuti più tardi.
“Hai ragione.” Ripeté, sistemando la testa nell’incavo del mio collo.
“Ed allora dove sei stato?” Chiesi nuovamente.
Si lasciò andare ad un lungo sospiro: “Nel mio pianeta d’origine. Dovevo rivisitare quel luogo, dovevo farlo. Per capire … lascia stare.”
Mi sorprese quell’improvvisa interruzione del discorso, anzi, in verità mi sorprese anche la sua rivelazione: nel suo pianeta? Era tornato in quel posto abbietto, sporco e piccolo? Ma lui lo odiava! Cosa avrebbe potuto capire laggiù?
“Raccontami qualcosa del tuo pianeta. Com’è fatto? Come sono i suoi abitanti? Spiegami, ti prego: spiegami perché vuoi conquistare la Terra tramite i Bit Powers.”
“Te l’ho già spiegato tante volte Sarah.” Sussurrò cupo, guardando altrove.
“No invece. Tu non l’hai mai spiegato a me.” Ribattei sicura, costringendolo a guardarmi.
Rotolò via dal mio corpo, sciogliendo l’abbraccio, pur lasciando un braccio sotto la mia schiena, per stringermi.
Sospirò: “Io...”
S’interruppe, serrando le labbra; lo vidi pensieroso e concentrato mentre scrutava il tendaggio che ci sovrastava, come a voler tessere invisibili ghirigori sulla stoffa.
“Il mio pianeta...” Cominciò, ma tacque immediatamente.
Ogni volta che me ne aveva parlato l’aveva fatto piuttosto superficialmente, deridendolo o compatendolo, senza mai soffermarsi su aspetti intimi quali la sua vita là, le sue impressioni, la nostalgia.
Ed ora improvvisamente si ritrovava nella situazione di dovermi spiegare con calma e riflessione un luogo di cui odiava parlare.
“È brutto.” Esordì finalmente.
“Perché?” Insistetti cocciutamente, girandomi verso di lui.
“Perché?” Mi fece eco, ridendo svogliatamente: “Immaginatelo Sarah: un terreno arido ricoperto di piante morte; morti che camminano lentamente, trascinando il proprio putrido corpo per strada; fantasmi che volano cercando i propri cari, piangendo insistentemente perché la ricerca è vana. Immagina!”
“Esistono oltre ai Bit Power vampiri anche Bit Power morti?” Chiesi con angoscia, vedendo con fin troppa chiarezza quel tristo spettacolo.
“Quei fantasmi e quei cadaveri sono ciò che resta degli Animali Sacri dopo la morte. Perché sì, prima o poi anche loro muoiono: ci mettono tempo, ma muoiono. Se non trovano la pace infestano il pianeta d’origine, quindi per evitare di insozzare quei meravigliosi prati il Re e la Regina li spediscono nel nostro, di pianeta, dove siamo relegati noi mostri.” Spiegò, profondamente schifato.
Provai disgusto per quel Re e quella Regina, che tempo prima avevo ritenuto migliori dei vampiri per giustizia e splendore, e la morte dei Bit era un qualcosa di spaventoso che non avrei mai immaginato e che mi raggelò il sangue nelle vene.
Logan proseguì nella descrizione e notai che mentre mi spiegava lui stesso rivedeva quei luoghi e quelle creature.
“Immaginati”, mi diceva, “immaginati il cielo! Un cielo nero e denso, sempre pesante ed opprimente; tetro e perfido, eterno.” Ed alzava le mani sopra il proprio corpo, distendendole e cercando di far sì che al posto del baldacchino vedessi davvero quel cupo aere.
“Dove vivevi là? In una casa, in un palazzo?” Mi interessai, rannicchiandomi.
Rise, ma stava soffrendo: “Oh no, davvero! Là non ci sono abitazioni; ci sono cripte, catacombe, capanne ammuffite... Si dorme dove ci si sente più sicuri, si cambia continuamente regione per la paura di essere rintracciabili. Noi vampiri ci incontravamo per cacciare, ma la nostra era un’esistenza solitaria.”
Provai a vedere il mio Logan sotto terra, tra i vermi ed il fango, scavarsi il proprio rifugio; provai a vederlo in una situazione tanto degradante ed umiliante e mi sentii sollevata nel constatare che ora si trovava sotto calde lenzuola in una lussuosa camera da letto.
“Chi cacciavate? Potete bere il sangue delle altre Creature Sacre?”
Negò: “No, noi siamo gli unici a possedere sangue. Quelli morti ovviamente non ce l’hanno, quelli vivi sono spiriti, più che esseri organici; gli unici a possedere sangue sono i Sovrani, ma sono intoccabili.”
Annuii, attenta: “E quindi?”
“Quindi scendevamo sulla Terra a piccoli gruppi, cercavamo una vittima e ci nutrivamo.”
Prima che potessi aprire bocca mi precedette, sorridendomi: “So perfettamente cosa ti stai chiedendo: ma ai Sovrani non importa che ci siano creature che succhiano sangue in giro per la Terra? Vedi, a loro non interessa: nella loro eterna beatitudine governano giustamente il loro bel pianeta e poco importa loro di cosa accade altrove. Le Bestie Sacre che decidono di andare sulla Terra sanno di perdere la protezione della madre patria una volta toccato il suolo terrestre.”
“Ma è terribile!” Obiettai, guardandolo dritto negli occhi; cercavo la sua approvazione e la trovai.
“Oh sì Sarah, è terribile. È una persecuzione orribile, non trovi?” Mi domandò; la sua voce era incrinata e mi spaventò.
“Logan...”, cominciai a dire titubante, “... Perché conquistare la Terra così, con la violenza? Perché non provare pacificamente?”
Lui distolse lo sguardo e mi apparve molto chiaro che non aveva il coraggio di rispondermi.
Infine parlò: “Noi siamo vampiri, è questa la nostra natura. È così e basta.”
“Ma...!” Provai a ribattere, subito m’interruppe però: “Dormi, devi essere stanca.”
“Io non sono stanca!” Protestai, mettendomi a sedere.
Non mi guardava; si era voltato dall’altra parte e si ostinava ad evitare le mie domande.
Capii ben presto che il suo disagio non dipendeva da me, ma da qualcosa che c’entrava con lui e con lui soltanto. Ma cosa?
“Sarah.” Disse alla fine, serrando le mascelle e assottigliando gli occhi, tenendo a bada un mostro che lui vedeva, ma io no.
“Cosa c’è?” Sospirai con rassegnazione, chinandomi su di lui.
“Non vedere più Armand. Se non per me, fallo per te stessa. Ti prego.”
Mi si mozzò il fiato in gola...
... E, davvero, non seppi come reagire.
Da quando Logan piangeva per me, si apriva con me, mi supplicava?
Mi sentii sperduta: le mie certezze crollarono.
Mi ero convinta in quei mesi di odiare Logan in quanto mio nemico; una parte di me era ancora fortemente legata a questa certezza.
Il mio cuore però vacillava incerto, sospeso in bilico tra un amante e l’altro.
Io odiavo Logan.
O no?
Lo amavo? Era amore?
Ed allora perché il solo pensiero di rinunciare ad Armand mi angustiava?
Amavo anche Armand, forse?
Avevo sempre creduto che si potesse amare una sola persona per volta.
Infatti se già amarne una era faticoso e straziante, come poteva essere amarne persino due?
Ma forse...
Forse io potevo rinunciare ad un amore per l’altro. Forse potevo rinunciare ad Armand per Logan.
Mi aveva detto che Armand era come gli altri ma fingeva meglio...
Fingere cosa? L’amore per me?
Ero cieca fino a quel punto, fino al punto di non accorgermi delle sue menzogne?
Mi sentii terribilmente sola.
Mi coricai nel letto, rendendomi conto immediatamente della mia effettiva stanchezza.

Non ti permetterò di preferire Logan ad Armand!
Taci, è già abbastanza difficile!
Stai pensando soltanto ai tuoi comodi; usa la testa, non il cuore! Logan ti sta nascondendo qualcosa, è evidente!
Ed Armand? Hai dimenticato le parole delle Syrens?!
Non ci riesco, pur volendolo con tutte le forze.
Lo vedi allora?

Decisi che non appena sveglia sarei andata da Armand per chiudere definitivamente il nostro rapporto; ritenni di aver preso la scelta migliore, così mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi il mio amante stava immobile, in piedi, davanti allo specchio.
Rigido, osservava la sua immagine perfetta che si rifletteva di fronte a lui: la sua mascella era serrata, gli occhi freddi.
Aggiustava con movimenti lenti e ben calibrati le maniche della camicia barocca, carezzando il pizzo nero distrattamente: assorto nei suoi pensieri, non si accorse dei miei occhi fissi sul suo profilo.
Stava comunicando telepaticamente con qualcuno: me ne resi conto quando vidi la fronte leggermente aggrottata e gli impercettibili cambi d’espressione.
Sembrava infastidito dalla conversazione che stava tenendo nella sua mente; se non proprio infastidito, scontento.
Non aveva nulla del vampiro che avevo amato quel giorno: quel vampiro dolce e sensibile era completamente scomparso; ma ancora lo intravedevo, celato al di sotto di quella bianca pelle e di quegli occhi stanchi e feriti; Logan stava diventando –lo scoprii solo in quel momento- l’ombra di se stesso.
Come avevo potuto non notarlo prima? Quando era successo?
Il Logan che mi aveva imprigionata e raggirata mesi prima era spavaldo, ilare ed egocentrico; era un bambino, in definitiva.
Ed improvvisamente lo vedevo come un uomo grave e profondo, che faceva mistero dei propri pensieri.

Molto sospetto.

D’un tratto si volse verso di me, così mi affrettai a chiudere gli occhi; mi aveva notata, probabilmente.
Sospirò, per poi uscire a passo sicuro dalla stanza.
Ti amo.
Sbarrai gli occhi, mentre avvertii chiaramente il cuore battere dieci volte più rapidamente: l’aveva davvero detto? Nel pensiero, a me?
Sentii paura.
Paura per lui.

Alzarmi fu faticoso: non avevo mai provato così dolorosamente la sensazione di freddo glaciale che accoglie il corpo al di fuori del letto.
Mi precipitai nella doccia, sperando che l’acqua rovente mi riscaldasse: fu inutile.
Sentivo un disagio, dentro di me... qualcosa di ignoto e di fastidioso che ingombrava i miei pensieri più nascosti.
Spazzolai i capelli –che avevo asciugato- ciocca dopo ciocca, guardandomi attentamente allo specchio: ero molto pallida e gli occhi apparivano chiaramente stanchi.
Cercai di truccarmi in modo da apparire il più rilassata e riposata possibile: fu un’impresa ardua, ma non impossibile.
Osservai il risultato: sembravo la Sarah di sempre, con i soliti occhi profondi, le solite labbra rosse e carnose e...
KEI?!
Avvampai, mentre il cervello ancora cercava di trovare una spiegazione logica a quanto accaduto; avevo davvero visto LUI allo specchio?
Era stato il tempo di un secondo, certo... Ma c’era stato.
Mi appoggiai al tavolo con i gomiti, portando le mani al viso.
Calmati Sarah, calmati. Vorresti davvero poterlo rivedere, ma attualmente non è così. È un sogno, non accadrà. Hai avuto un’allucinazione.


Che peccato.
Già... Questo mi rattrista.
Lo dici a me?

Dovevo abituarmi alla mia pazzia, non potevo continuare ad ignorarla; se l’avessi fatto mi avrebbe annientata.
“Sei una pazza psicopatica.” Dissi alla donna che mi osservava attraverso lo specchio.
“Sei completamente svitata. Irrecuperabile.” Insistetti, provando a convincerla.
Quella biondina era una testarda, mi sfidava con uno sguardo ancora troppo lucido ed intelligente per essere quello di una matta; ma sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo: il suo raziocinio aveva già comprato il biglietto di sola andata, doveva solo partire.
Improvvisamente mi ricordai che quello era il giorno in cui avrei lasciato Armand.
Bizzarro che me ne fossi scordata, no? Veramente bizzarro.
Osservai il vestito bianco che avrei voluto indossare: potevo lasciarlo con un vestito così nuziale?
Sarebbe stato meschino, anche per un vampiro.
Alla fine scelsi un vestito nero con ricami d’oro, dalla gonna ampia e dal bustino rigido: pochi fronzoli, solo qualche elaborato ricamo.
In fondo era giusto che mi sentissi un po’ in lutto, no? Oppure commettevo un torto nei confronti di Logan?
Armand sarebbe rimasto ferito dal mio addio? Sperai di sì.
Speravo che avrebbe fatto il possibile per tenermi con sé; speravo che, come in un film, mi avrebbe trattenuta a sé e mi avrebbe baciata appassionatamente, ribadendo tutto il suo amore nei miei confronti.
Ma queste erano solo favolette frivole proprie di un’immaginazione stereotipata e piuttosto scarsa. In fondo Armand non aveva bisogno di me; ci conoscevamo appena!

Potrei dire lo stesso di Logan. Chi ti dice che sia lui l’amante per te?

Basta, dovevo smetterla di confondermi le idee; l’uno o l’altro, era indifferente: dovevo fare una scelta, una qualunque.
Dovevo togliermi dalla testa almeno uno dei due amanti: Armand era il più recente ed il meno vincolante.
Sì, era giusto.

NO!

L’urlo rimbombò nella testa.

NO!

Risuonò con tutto l’odio e l’astio che provava nei miei confronti.
Ma io avevo già deciso; uscii nel corridoio avvolta nel mio nero abito funebre e con la testa alta.

La risoluzione vacillò non appena mi ritrovai davanti alla porta della biblioteca; ridisegnai con una mano gli intarsi che la percorrevano, riflettendo sul da farsi.
Sarei entrata lì dentro ed avrei annunciato ad Armand la fine della nostra relazione; sarei stata impassibile e convinta di ogni mia scelta.
Lui avrebbe potuto reagire in due modi: avrebbe potuto dirmi qualcosa come “vai, non m’importa di te”, ad esempio. Mi avrebbe ferita a morte, ma mi avrebbe lasciata anche andare.
Oppure avrebbe potuto dare vita alle scene sentimentali e strappalacrime che già avevo immaginato ed allora io avrei dovuto dimostrare grandi qualità d’attrice per uscirne indenne.
Mi convinsi che sarebbe stato come strappare un cerotto: un gesto secco e privo di conseguenze; male che vada sarebbe rimasta solo un po’ di colla grigia sulla pelle.
Aprii la porta.
“Sono pronto a godermi la tua rappresentazione teatrale.”
Era seduto al solito posto, aveva la testa poggiata su di un braccio e mi guardava con una serietà disarmante. Tremai.
“Se sai già tutto allora non mi trattengo oltre.” Biascicai, già pronta a tornare indietro.
“Aspetta. Voglio potermi difendere.” Esclamò.
Sussultai: “Cosa intendi?”
Non mutò né voce (incolore) né posizione: “Non trovo affatto corretto che Logan decida cosa fare della nostra relazione. Perché lui può amarti così egoisticamente mentre io debbo lasciarti? È giusto che tu possa scegliere in completa autonomia.”
“Non renderla più difficile di quello che è. Ho capito di amare Logan, a modo mio. Non c’è spazio per te.” Sussurrai, mentre già gli voltavo la schiena per uscire.
“E Kei che ne pensa?”
Mi sentii svenire: il sangue defluì dalle gote, mentre le ginocchia tremarono; caddi a terra.
“Ah, non l’hai interpellato.” Sibilò.
“Io...” Provai a ribattere, incerta. Ma cosa potevo dire? Era vero, non l’avevo interpellato; avevo paura della sua opinione. Lui non mi dava mai ragione.
Le braccia di Armand mi sollevarono da terra ed anche quando fui di nuovo in piedi non mi lasciarono andare; la mia testa si lasciò cullare dal suo petto, mentre sentivo sempre più viva la consapevolezza di quanto stessi sbagliando.
“Logan si sta indebolendo, l’hai notato anche tu?” Mi chiese con gentilezza.
Risposi che sì, anche io me ne ero resa conto.
“Non credi che un uomo così debole non sia affidabile? Potrebbe tradirti, l’ha già fatto. Ho paura per te Sarah: io ho a cuore solamente te; Logan vive per il suo ideale, non per te.”
Mi strinsi forte a lui, che ricambiò l’abbraccio con la stessa intensità.
Mi amava davvero, ne avevo la certezza.
Mi ama davvero, pensai ancora.
Ed io non posso lasciarlo.
“Perché sono così ingenua da crederti, eh? Perché mi sono innamorata di voi due?” Domandai ad alta voce, pur non volendo una risposta da lui.
“Ti correggo: tu ami me. La Sarah fasulla, quella che Logan è riuscito a fabbricarsi su misura in questi mesi, lei ama Logan. Ma tu ami me.”
Le ultime parole, in particolare, mi sembrarono quasi volermi ipnotizzare: le aveva pronunciate in modo così convinto, marcato e sincero che mi parve improvvisamente di non essere più sola.
Qualcuno, finalmente, mi aveva capita.
Avevo trovato una persona con cui parlare e con cui non avere paura: una persona di cui non dover temere l’ombra.
Cosa dovevo fare?
Desideravo con tutta l’anima rimanere con lui, oramai l’avevo capito.
“Ti amo.” La mia voce fu roca e profonda.
“Non dirlo. Pensalo soltanto... Io saprò sentire la tua unica e vera voce.” Sussurrò nel mio orecchio, premendo poi il mento tra i miei capelli.
Fu come prendere una boccata d’aria fresca; fu come ritrovare tutto ciò che avevo perduto.
“Armand... Se davvero puoi sentirmi, allora ascolta la mia richiesta d’aiuto. La senti? O la sento solo io?” La voce si ruppe, ma resistetti all’impulso di piangere.
Ero così disperata dentro di me! Ero così infinitamente spezzata!
Mi baciò una, due, tre volte, ed altre mille ancora.
Mi abbracciò forte ed ascoltò ogni mio silenzio.
E nemmeno un momento mi soffermai a ricordare la notte d’amore che avevo vissuto con Logan.
Non seppi bene come, ma ci ritrovammo sul suo letto: realizzai di averlo desiderato intensamente.
Così lasciai che accadesse.

Mi lasciò davanti al ponte salutandomi con un affettuoso bacio sulla tempia.
“Tornerò a prenderti.” Mi disse.
Non capii a cosa si riferisse, ma non obiettai.
Arrivai davanti alla cella con un sorriso di scuse sulle labbra: ero stata assente negli ultimi tempi.
Controllai la situazione con una lenta occhiata: non c’erano più i letti e qualche stomaco rumoroso mi fece intendere che anche il cibo era diventato scarso; chiesi quante volte comparisse il bagno in un giorno e mi dissero che compariva due volte per un’ora.
La situazione non era ancora critica, dunque.
Ma quanto potevano resistere ancora? Erano in tanti, troppi, e le risorse si stavano esaurendo, mentre la paura e la stanchezza erano sempre più forti.
Notai, però, che mancavano all’appello gli europei; che sbagliassi io?
“Dove sono Ralph, Olivier, Gianni e Andrew? E Michelle, Mathilda, Cloud e Zak?”
Non c’era dubbio: a parte i due gemelli spagnoli, tutti gli europei erano spariti nel nulla; ebbi un pessimo presentimento.
Takao mi guardò perplesso, come se avessi detto qualcosa di strano: “Non lo sai?”
Mi sentii confusa: “Sapere cosa?”
Si rabbuiò: “Loro... Insomma, hanno lasciato i bit. Così sono stati liberati. Davvero non lo sapevi?”
Fu come sentirsi crollare addosso il mondo; sapevo bene che era nel loro interesse concedere i propri Animali Sacri, perché solo così si sarebbero potuti assicurare la sopravvivenza, eppure la notizia mi turbò ugualmente.
Stavo facendo di tutto pur di mantenerli lì dentro con le loro creature ancora in loro possesso: ritenevo semplicemente giusto che loro lottassero per preservarle.
Ero egoista nel mio intento? Non avevo pensato alla loro fatica. Il presidente Daitenji, povero anziano, mi sembrava debilitato nel corpo e nell’anima.
Non era il solo: il morale era a pezzi.
La morte di Kappa aveva gettato nello sconforto e nel terrore tutti i prigionieri, per questo gli Europei avevano ceduto.
Mi parve strano, però, che avessero ceduto persone appartenenti tutte allo stesso continente; chiesi se ci fosse un motivo.
“Vogliono rimanere vicini per aiutarci... Abbiamo deciso così.” Mi spiegò frettolosamente e con voce quasi inudibile Hilary (bianca come un cencio, poveretta!).
“E voi, voi come state?” Chiesi, sedendomi a terra come di consueto.
Alla mia domanda seguirono risposte allarmanti e confuse: i più vecchi si lamentavano per i disagi e per la paura, i più giovani volevano uscire a tutti i costi senza però dover cedere al ricatto di Logan.
Erano terrorizzati, erano indifesi.
E soprattutto volevano capire perché io non fossi dalla loro parte; volevano sapere il motivo per cui impedivo loro di consegnare i bit Powers.
Takao in particolare era molto agguerrito: in fondo era sempre stato un grande lottatore e dietro al viso arrossato dalle lacrime e pallido per la paura potevo scorgere uno spirito di rivalsa e un coraggio tali che mi sentii colta da grande timore.
Takao era diventato improvvisamente un adulto: fu splendido e spaventoso vederne i progressi.
Io provai a spiegare le mie ragioni ancora una volta, ricordando loro che le Creature Sacre erano troppo importanti e che il piano di Logan non andava assecondato; cercai di confortarli ed incoraggiarli e ribadii che era mia intenzione aiutarli e che avremmo trovato il modo di uscirne.
Assicurai che avremmo salvato la Terra, i bit e tutti gli esseri umani.
Sentivo una grande forza dentro di me: la mia mente tornò ad elaborare piani e strategie, come non faceva da molto tempo.
Avevo Armand, dunque avevo un alleato e molta forza; mi sentii fiduciosa, credetti davvero nel mio discorso e nelle mie parole.
Ma in fondo rimanevo una trottolina nelle mani di macabri giostrai; così, quando Logan apparve all’imboccatura del ponte, compresi immediatamente il mio errore.
Il suo sguardo era cupo e riuscii a percepire la rigidità del corpo anche a metri di distanza.
Dovevo stare calma: Logan mi amava, me l’aveva detto poche ore prima.
Del resto io poche ore prima gli avevo detto che avrei lasciato Armand.
Alla sua comparsa i miei amici si appiattirono contro la parete più esterna, aspettando muti ciò che sarebbe successo; io, proprio come loro, non osavo fiatare.
“Sarah.” La sua voce possedeva una tonalità che non gli avevo mai sentito prima: era lugubre.
“Logan... Lasciali stare.” Fiatai, ponendomi di fronte alla cella.
Egoisticamente provai a convincermi del fatto che fosse lì a causa loro; sperai che fosse giunto per punirli ulteriormente; tutto, tutto purché non fossi io la causa della sua venuta!
“È quello che intendo fare.” Rispose con calma, avvicinandosi; deglutii e mi sembrò rumorosissimo.
Iniziai a muovermi verso di lui studiando ogni sua espressione ed ogni suo movimento, come se stessi cercando di non innervosire una bestia feroce.
Parlò: “Sono stato buono con te Sarah, vero? Non ho mai usato violenza sulla tua persona, né ti ho mai ferita più del dovuto; considerando la mia natura, sono stato un santo. E scioccamente mi sono fidato. Mi sono detto: ‘Dalle un’altra possibilità, lei se la merita! Siete arrivati fino a qui, concedile l’occasione di guadagnarsi totalmente la tua fiducia!’
Così, presa questa decisione, sono stato tranquillo... ti ho donato me stesso... la mia devozione...”
Non potevo rimanere lì ad ascoltarlo senza reagire; dovevo almeno difendermi, farlo ragionare...
Con slancio impetuoso mi gettai verso di lui: “Se è per Armand io posso spiegartelo!”
“Sì, è PER ARMAND!” Tuonò lui, zittendomi.
“Mi hai mancato di rispetto, tradendo la fiducia che avevo riposto in te! Io volevo farti del bene e tu mi hai ingannato e disobbedito! Cos’altro dovevo fare, Sarah? Cos’altro? Ti ho avvisata quanto ho potuto su quel vampiro! Ti ho salvato la vita, concesso di vivere qui, di stare con quei patetici omuncoli là dietro... Io ho onorato il mio patto!”
“Non sempre.” Sussurrai, ma forse non mi sentì.
“Ti credevo mia alleata. Ti ho punita una volta e sono stato ripagato con la morte del tuo punitore; ti ho perdonata e sono stato ripagato dalla tua tresca con un altro.”
Intorno a noi vidi delinearsi i tetri contorni di figure incappucciate, disposte ai lati della stanza; erano gli altri vampiri, che sorridevano soddisfatti godendosi la scena.

Punita verrà la creaturina!
Punita verrà tutta quella spazzatura!
Voi umani siete solo spazzatura!
Tu, umana, sei solo una formica!
SOCCOMBI, SOCCOMBI!
Il sangue scorrerà!
Un banchetto ci aspetta, quanta bontà!
La Terra è nostra, smaltiremo l’immondizia!
Addio piccola, sei solo sporcizia!
Il tuo sangue scorrerà, scorrerà, scorrerà...

Rabbrividii: il loro canto era diverso da quello delle Syrens.
Quelle ammonivano, loro invece esponevano il loro reale punto di vista.
Sperai che Logan non condividesse quel pensiero; sentivo che lui era diverso, che lui non riteneva noi poveri esseri umani solo spazzatura.
Ma se fino a poche ore prima avrei potuto sperare nel suo aiuto, ormai era tardi: io lo avevo abbandonato. Ed ora lui abbandonava me.
“Mi dispiace Sarah, ma tutto ciò che è successo e che succederà è solo colpa tua.” Disse piano, come se avesse voluto che solo io sentissi.

SOCCOMBI, SOCCOMBI!

Il canto proseguiva con maggiore intensità: rabbrividii e mi sembrò che Logan avesse una reazione di stupore e di malinconia insieme.
Le voci dei miei amici, di quella povera spazzatura, mi giungevano chiare e confuse al contempo: erano grida a tratti spaventate, a tratti d’incitamento e d’incoraggiamento.
Chiedevano di risparmiarmi, urlavano qualcosa che non capivo. I più sensibili piangevano.
Perché risparmiarmi? In fondo Logan non mi avrebbe fatto nulla, no?
No?
In un attimo mi fu davanti ed il secondo dopo mi teneva per il collo; i miei piedi non toccavano più terra.
I suoi occhi azzurri erano fissi nei miei, ma non capii il motivo della scintilla di compassione che brillava in essi.
“Addio.” Sussurrò.
Il tempo tornò improvvisamente ad avere un senso: venni scagliata con violenza verso il vuoto ed a malapena ebbi il tempo di capire.
Vidi gli sguardi attoniti dei miei compagni e sentii le loro grida; sentii anche le urla spaventose dei vampiri, che già mi vedevano nella mia bara; poi, per un solo, misero secondo, vidi Logan.
Logan che sembrava quasi sul punto di piangere.
Il mio corpo perse consistenza e valore: ero come un uccello caduto troppo presto dal nido.
Sospesa nel vuoto, pensai a Kappa: anche lui era caduto.
Ed era morto.
Io stavo cadendo, come Kappa; lui non sapeva volare, ovviamente, e così era morto.
Io non sapevo volare, ovviamente, proprio come lui.
In un attimo mi resi conto di tutto quanto: capii di avere sempre sbagliato tutto.
Vidi mia madre, che ricordavo poco, e pensai a quanto era stata migliore di me come donna; vidi mio padre, che ricordavo fin troppo bene, e mi resi conto che per fortuna non ero mai stata come lui.
Vidi i miei amici, vidi Logan, Armand... Vidi l’unica creatura, in cielo e in terra, che mi aveva sempre amata senza volere null’altro in cambio, e che io avevo abbandonato per vigliaccheria.
Mi resi conto di avere peccato.
Mi resi conto di non avere salvato nessuno.
E lì, sospesa nel vuoto, nell’atto di precipitare per sempre là dove meritavo, mi chiesi: è dunque questo, morire?

Sei stata avventata, piccola rosa.
Troppo amore ti ha uccisa.

Fine 10° capitolo


Ta-da-da-daaaaan!
Ebbene sì: l’attuale protagonista sta morendo, proprio in questo momento, proprio mentre state leggendo queste righe.
Credetemi, farla morire è stata una scelta... sofferta.
Ma ho bisogno che questa Sarah muoia, per far proseguire la storia.
Ho i brividi e tanta tristezza nel cuore, ma è così.
Comunque vi assicuro che vi è un motivo più che valido.

Sappiate però che io amo Sarah alla follia, come se fosse mia figlia: quando scrivo questi capitoli smetto di essere me e divento lei; in virtù di questo, non la lascerò andare così.
Lei tornerà, per così dire, in altra forma. Quel che è certo è che non la vedrete mai più con gli stessi occhi di adesso. Dico questo perché la storia è iniziata con lei e finirà con lei: la sua presenza rimarrà costante.
Questa storia diventerà come una casa infestata: i fantasmi non si vedono, ma ci sono.

Ma non voglio parlare troppo di questo capitolo: voglio prima leggere le vostre opinioni.

Curiosità:

La canzone l’ho cambiata ottomila volte: inizialmente era “Tra sesso e castità” di Battiato, poi è diventata –quasi ufficialmente- “Amore e...” di Donatella Rettore.
Vi invito ad ascoltare quest’ultima canzone, che incarna alla perfezione lo spirito della prima parte del capitolo.
Infine ho scelto “Too much love will kill you”, struggente e bellissima canzone dei Queen (non toccatemeli, li amo fino al delirio).
Questa canzone è l’ideale per sottolineare la difficoltà di scegliere un amante tra due (“torn between the lover and the love you leave behind”).
Che altro dire?
Anche in questo capitolo sono presenti finezze che chiarirò alla fine della storia, in una sorta di glossario.
Vorrei comunque che prestaste particolare attenzione ai pensieri di Sarah mentre è nel vuoto...
Capirete perché.
Caso Zefir: la sua morte ha suscitato reazioni divergenti e piuttosto bizzarre! O.ò C’è chi ne gioisce e chi se ne rammarica...
Io non ho dato importanza alla sua morte perché, in quel mentre, la scrivevo dal punto di vista di Sarah (che lo odia) e di Armand (che lo riteneva una nullità); però vi faccio notare che Logan ne è rimasto molto colpito e lo ricorda spesso; lo ricorda anche in questo capitolo.
Io do a Zefir l’importanza necessaria: preferisco citarlo in piccole frasi che in lunghe divagazioni riguardanti il suo passato. Vorrei che voi sentiste il suo ruolo da come viene ricordato da Logan, ad esempio!
Tutto qua!^^’’

Visto che ci sono, vi allego un disegno di Sarah per commemorarla...
http://img580.imageshack.us/img580/7904/tnlnsarah.jpg

Uploaded with ImageShack.us

Bene, a questo punto rispondo alle recensioni:

BenHuznestova: Ciao Ben! =) Tu non hai nemmeno la più vaga idea di quanto io sia felice di ricevere il tuo parere! Io purtroppo sono uno spirito vagante e non recensisco più moltissime storie, ma le tue le ho sempre lette ed ammirate; di conseguenza, ammirandoti, il tuo giudizio è per me fonte di gioia infinita! *O* Sono contenta che tu abbia notato la questione della fiducia... Avrai notato che in questo capitolo, al contrario, Sarah va proprio alla deriva, affidandosi solo al cuore.
Bell’errore, eh?
Mi ha reso piuttosto soddisfatta il tuo notare la musicalità delle ultime parole di Sarah nello scorso capitolo... Mi sento potente X°D!
Che ne pensi di questo capitolo? Aspetto la tua opinione ;)
Bacio!

RobertaLOVESTROTTOLE: Beh, innanzitutto ti ringrazio per aver prestato attenzione alla mia storia; ha un valore immenso questo tuo interesse.
La tua recensione rispecchia molto il mio percorso: anche io ritengo che i primi capitoli siano molto meno interessanti di questi ed è bello vedere che vi sto appassionando!
Ti ringrazio per tutti i complimenti e ti dico una cosa: sono una persona estremamente vanitosa, un poema omerico di lodi mi sarebbe andato bene!
Scherzo ovviamente, in realtà sono una delle persone più insicure di questo mondo, però mi ha fatto DAVVERO piacere la tua recensione.
Questione Syrens: i loro canti li ho scritti senza spunti, sono tutti di mia invenzione. Le Syrens come personaggi, invece, le ho ideate dopo aver ascoltato la canzone “Ghost Love Score” dei Nightwish, dove si parla di sirene, tra le altre cose.
Comunque, ancora una volta, GRAZIE DI CUORE. =) A presto, un bacio!

Aphrodite: ... Ho paura della tua reazione a questo capitolo. O.ò No, sul serio!
Ti avevo detto che questo capitolo ti avrebbe spaventata, ricordi? E ti avevo anche detto che temevo che, un giorno, Sarah ti deludesse. Eccoci al momento fatidico, dunque.
Ebbene sì... Ho ucciso Sarah. O meglio: l’ho fatta uccidere dal tuo personaggio preferito a causa del personaggio che più odi. O___________________O
In pratica mi sono scavata la fossa!
Sappi comunque che leggere le tue recensioni mi diverte come poche cose al mondo: hai un’intelligenza fine e cogli moltissimi particolari interessanti... Resta solo da vedere su quanto hai avuto ragione. Sono rimasta colpita dal fatto che tutte voi vi facciate un sacco di paranoie su quel vampiro dagli occhi belli; io ero convinta che fosse scontata la sua identità. O.O’’
Hai ragione sulla figura di Armand, io stessa lo definisco semplicemente ambiguo.
Hai ragione anche su altre due questioni: le lacrime di Logan sono l’inizio del totale crollo di tutto e, nonostante il suo comportamento, lui ama Sarah molto più di Armand.
Avrai notato che in questo capitolo ho dato molto spazio alla tua coppia preferita. Sia in bene che in male.
Bene, spero in un tuo commento, in privato o in pubblico, poco importa. Un bacione Sister, I love you!

Iria: salve scimmietta! <3
Di Zefir ho già parlato e non dirò nulla di più, proprio perché non ho altro da dire.
Una parte della tua recensione mi ha colpita particolarmente: davvero Sarah ti sembrava schiacciata da altre presenze? Sarei curiosa di saperne di più, a riguardo.
Sarei curiosa anche di sapere la tua interpretazione della canzone delle Syrens: mi sembrava di aver scritto cose chiare e scontate, mi rendo conto solo ora invece di aver sollevato una grande questione o.o!
Logan sta attraversando un momento di grande cambiamento: come dice Sarah, sta diventando l’ombra di se stesso. Verrà chiarito in futuro questo cambiamento a cosa è dovuto.
Armand... Armand lo amo e lo odio: è una figura misteriosissima, eppure in realtà è il più cristallino di tutti. Solo che finge meglio degli altri, come dice Logan.
Ah, è d’obbligo chiederti il tuo parere sul finale. Se volevi che ti sorprendessi, credo d’esserci riuscita.
Arrivederci mon amour, aspetto una tua opinione!
Bacio


Traduzione testo canzone:
Sono solo i frammenti dell'uomo che ero solito essere
Troppe lacrime amare si stanno
riversando su di me
Sono molto lontano da casa
E sto affrontando tutto questo da solo
da troppo tempo
Mi sento come se nessuno mi avesse mai
detto la verità
Su come crescere e sullo sforzo che avrebbe comportato
Nella mia mente piena di confusione
Sto guardando indietro per scoprire dove
ho sbagliato

Troppo amore ti ucciderà
Se non riuscirai a deciderti
Diviso tra l'amante e
l'amore che lasci indietro
Vai incontro ad un disastro
perché non hai mai letto le indicazioni
Troppo amore ti ucciderà - ogni volta

Sono solo l'ombra dell'uomo che ero solito essere
E sembra che per me non ci sia alcuna via d'uscita da tutto ciò
Ero solito ridarti la felicità
Adesso tutto ciò che faccio è deprimerti
Come sarebbe se tu fossi nei miei panni?
Non vedi che è impossibile scegliere?
Non c'è alcun senso in tutto questo
Qualunque strada io intraprenda, devo perdere

Troppo amore ti ucciderà
Come quando non ne hai affatto
Prosciugherà la forza che c'è in te
Ti farà gridare, implorare e strisciare
E il dolore ti renderà pazzo
Sei la vittima del tuo crimine
Troppo amore ti ucciderà - ogni volta

Troppo amore ti ucciderà
Renderà la tua vita una farsa
Sì, troppo amore ti ucciderà
E non riuscirai a capire il perché
Daresti la tua vita, venderesti la tua anima
Ma sarà di nuovo così
Troppo amore ti ucciderà
Alla fine...
Alla fine

 













   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Sybelle