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Autore: controcorrente    19/12/2010    2 recensioni
raccolta di flashfic su alcuni personaggi di Twilight. Vedrete i personaggi accostati alla mitologia. Dateci pure un'occhiata e fatemi sapere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Raccolte insolite'
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 E’molto tempo che non aggiorno la raccolta e mi scuso per non essermi fatta sentire. Spero però che questo capitolo vi faccia piacere. Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa su Circe e questa è l’idea che è nata. Nel frattempo vi auguro Buone Feste!
 
23. Circe [Zafrina]
La foresta amazzonica si stendeva davanti ai suoi occhi come un’immensa macchia verde. Zafrina scrutava il paesaggio monotono davanti ai suoi occhi. Pur essendo pieno giorno, il cielo perennemente coperto di nubi che incombeva sulla foresta, le permetteva di andarsene in giro tranquillamente senza dare nell’occhio.
Senna e Kachiri erano a caccia, mentre lei aveva preferito rimanersene un po’ da sola.
Non capitava spesso, tranne quando aveva voglia di esercitare i suoi poteri. Solo allora dava sfogo a tutte le sue doti, sicura di non far cadere nessuno vittima delle illusioni create. Zafrina chiuse gli occhi per concentrarsi.
Il paesaggio iniziò lentamente a deformarsi.
Gli alberi dalla chioma piatta e larga lasciarono il posto ad abeti. La fitta vegetazione fu sostituita da una piccola radura circondata da neri boschi, nella quale si trovava una graziosa casetta.
Zafrina sorrise.
L’abitazione divenne sempre più particolareggiata e nell’aria iniziò ad udirsi la risata di una bambina. Poi la porticina della piccola casa si aprì e finalmente la vampira la vide.
I suoi capelli bronzei e riccioluti.
Il viso sorridente e compiaciuto.
La piccola Reneesme era lì davanti a lei e la salutava con la mano.
Improvvisamente con il braccio la invitò a farsi avanti, ma Zafrina non si mosse.
La mezzavampira allora rinnovò la sua richiesta silenziosa e davanti alle sue suppliche sempre più insistenti,Zafrina fece un passo avanti per raggiungerla e fu allora che accadde.
Gli uccelli smisero di cantare ed il cielo cambiò colore.
Il verde scuro dei boschi di Forks lasciò il posto a quello smeraldo della foresta amazzonica.
La casa scomparve.
Reneesme sorrise felice alla vampira poi svanì.
Zafrina fece un profondo sospiro e scosse la testa.
Si era mossa e la sua concentrazione era stata ostacolata dall’istinto.
La magia del suo potere aveva perso efficacia di fronte ai sentimenti affettuosi che nutriva per la mezzavampira.
Era inutile nasconderlo a sé stessa: le mancava terribilmente.
Per secoli aveva vissuto isolata dal resto del mondo, preferendo la natura incontaminata della sua terra alla civiltà. Le sorelle, per affetto e per condivisione delle sue idee, l’avevano seguita nel suo desiderio. Proprio durante questo isolamento aveva scoperto la capacità di creare illusioni. Fu uno dei momenti più belli della sua vita da immortale. Ogni volta che creava nuove immagini, le sembrava di fare una magia. Era una strega con i canini e la cosa la divertiva più del lecito: rispetto ai suoi simili, aveva delle doti extra di tutto rispetto e, cosa ancora più importante, nessuno poteva uguagliarla.
Eppure adesso non riusciva più a trarne lo stesso piacere di un tempo. Non era più in grado di mantenere la medesima concentrazione, pur essendo consapevole che la sua dote non era andata persa. Già da umana aveva queste facoltà, anche se non così forte come adesso.
Zafrina scosse la testa cercando di togliersi dalla mente quel pensiero che non faceva altro che pungolarla da qualche mese.
Era inutile, non poteva fare a meno di pensarla.
Quella bambina, Reneesme,le mancava terribilmente. Un fatto insolito, soprattutto per una vampira che aveva scelto volontariamente di vivere isolata. La piccola immortale era riuscita ad andare oltre quella barriera di diffidenza nei confronti del prossimo, che l’aveva spinta a scegliere una quasi totale solitudine, dopo aver vissuto troppi dolori come umana.
Era andata in uno dei luoghi più remoti della terra, lontana anche dagli stessi umani di cui si nutriva, ed era soddisfatta della vita che conduceva. Eppure aveva nostalgia della piccola Nessie.
Voleva rivederla, ma aveva promesso.
Un giorno la piccola mezzavampira sarebbe venuta a farle visita e allora le avrebbe mostrato il suo mondo. Doveva solo aspettare, anche se quell’attesa la rendeva impaziente. Una cosa rara, per un immortale che aveva per sua natura tutto il tempo che voleva.
Zafrina scosse nuovamente la testa. Era proprio vero quello che diceva sua madre quando era umana: quando si desidera qualcosa e si vive nell’attesa, il tempo sembra non passare mai.
Eppure la vampira non aveva altra scelta. La sua magia poteva giocare sulle illusioni ma non sulla realtà. Malgrado ciò era sicura di una cosa: quel giorno così atteso sarebbe arrivato prima o poi. Per il momento doveva accontentarsi del piacere suscitato dalle sue visioni.
 
Questa shot è stata molto difficile per me, ma spero che abbiate apprezzato lo sforzo. Vorrei ringraziarvi per aver letto i miei capitoli e rinnovo fin da ora i miei auguri di buone feste.
 
cicina

   
 
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