Capitolo 50-DISPIACERE
Ancora
il sole non era tramontato ed io me ne stavo rannicchiata tra le braccia di
Edward. Eravamo entrambi sul divano. Dopo aver fatto l'amore, Edward mi aveva
dolcemente rivestita e fatta accoccolare al suo fianco. Insieme vivevamo del
nostro amore. Anche se tra noi regnava il silenzio, l'atmosfera magica che ci
avvolgeva era inconfondibile. Rilassata sul suo petto, sentivo le sue leggiadre
dita pettinarmi i capelli. Con me Edward era sempre premuroso e attento.
Accanto a lui mi sentivo amata e rispettata in tutto,fuori la leggera brezza
mattutina sfiorava le foglie. Essere una vampira non aveva cambiato di molto la
mia vita. Amavo con la stessa intensità di prima ,o forse di più, ed ero più
aggraziata e bella. Edward mi adorava allo stesso modo e sotto le sue dita mi
sentiva ancora calda e morbida. Mi mancava un po’ la mia famiglia ma Edward
riempiva ogni vuoto, ogni mancanza. Non chiedevo altro che lui. Mentre la magia
del momento mi attraversava il corpo, facendomi chiudere beatamente gli occhi
per il sogno presente, sentì le dita di Edward rallentare su di una ciocca dei
miei capelli. Infine si fermò e la sua mano si appoggiò decisa sulla mia
spalla. Era un gesto troppo brusco per non rompere quell'armonia che si era
creata. Mi sollevai dal suo braccio che mi avvolgeva
"Cosa
c'è?" Chiesi quasi sussurrando.
Edward
sospirò calmo e infine rispose
"Devo
andare" Mi accarezzò la guancia e si alzò delicatamente.
"Dove
vai?" mi sentii come abbandonare.
Edward
si alzò dal divano e indossò una nuova
camicia visto che la sua l'avevo strappata ,sorridendo rispose:
"Tra
poco Emmett sarà qui. Carlisle gli ha chiesto di venire a chiamarmi. Mio padre
ha trascorso la notte a studiare la cura per Renesmee e credo ci siano delle
novità"
Edward
era tranquillo, rilassato. Io misi il broncio come una bambina offesa
"Ma
perché non posso venire anche io con te?"
Edward
davanti alla mia buffa espressione rise affettuoso e si avvicinò mentre
richiudeva l'ultimo bottone della camicia. Mi sfiorò la guancia con le dita ed
io mi distesi subito, cambiando espressione.
"Se
dipendesse da me ti incollerei al mio fianco per averti con me ovunque, ma.."
Subito
mi difesi
"Ma....."
Esclamai
arrabbiata.
Chi
impediva la nostra vicinanza? Lui si distanziò appena per avvicinarsi alla
vetrata. Mi dava le spalle
"Bella,
vorrei essere l'ultimo a farti questo tipo di discorso, ma mi vedo costretto ad
ammettere l'evidenza"
Ma
di che diavolo stava parlando? Quegli istanti, prima che proseguisse, per me furono
un incubo atroce.
"Non
sono l'unico ad amarti molto. La gelosia mi divora, impedendomi di dare spazio
alle buone intenzioni, ma devo essere razionale. Non posso più continuare ad
avercela con qualcuno solo perché ti ama" Si voltò verso di me e continuò
"Non amarti è impossibile e non posso colpevolizzare nessuno"
Mi
intromisi subito
"Ma
di cosa parli Edward?Non ti seguo più!"
Lo
fissai con occhi spalancati,lui mise le mani in tasca e rivolse lo sguardo
oltre la vetrata
"Sto
parlando di Andrew. E' rimasto tutta la notte fuori, nel tentativo di dimenticarti,
di starti lontano. Si è rassegnato, in parte, e non ha alcuna intenzione di
portarti via da me"
Ero
ancora seduta sul divano, la mia mente rimaneva indietro. Cosa stava cercando
di dirmi? Diedi voce ai miei pensieri. Mi alzai ed andai verso di lui
"Davvero
non capisco. Con questo, cosa vorresti dire?Sto veramente impazzendo,ti giuro. Prima
abbiamo litigato perché io non ammettevo che Andrew potesse provare qualcosa
per me. Adesso stiamo di nuovo discutendo perché io non mi rendo conto di
QUANTO mi ami?"
Ero
veramente confusa. Forse ancora non riuscivo a viaggiare sulla stessa lunghezza
d'onda di un vampiro centenario.
"NO!!"
Sorrise,e mi sfiorò il viso
"Non
stiamo litigando. Volevo solo farti presente il dolore di Andrew. Non voglio
ascoltare la sua mente e continuare a vederlo cattivo solo perché sono geloso
di lui. Non è maturo questo comportamento. Inoltre, mi fido di te e del tuo
amore. So che sei mia e nessuno potrà portarti via da me"
Arricciai
la fronte, un po’ sconvolta.
"Io
credevo che...lo odiassi e che nei suoi pensieri, la notte della battaglia, avessi
letto qualcosa di malvagio!"
Edward
continuò a parlare rilassato, il discorso non lo innervosiva
"E'
vero, l’ho odiato. Ho odiato la sua dolcezza e la sua disponibilità. Temevo che
davanti ai tuoi occhi, lui, sarebbe potuto elevarsi di più di quanto lo fossi
io. Odiavo i momenti che avevate trascorso insieme e i suoi ricordi su di essi.
Oltre alla gelosia, Andrew, ha fatto scaturire in me anche l'invidia. La notte
della battaglia, ammiravo il suo potere e lo invidiavo. Avrei voluto essere io
a salvarti"
Lo
interruppi di nuovo bruscamente
"Ma
tu mi hai salvata" I miei occhi erano pieni d'amore e rispetto. Edward lo
capì e si sentì onorato. Proseguì:
"L'unica
cosa che non avevo accettato nella sua mente era che per un attimo aveva perso
la ragione. Pur di averti avrebbe fatto di tutto, persino prendersi la custodia
di Renesmee e rimanere qua con noi. Con il tempo sperava di conquistarti.
Adesso però, devo ammettere, che ha riflettuto a lungo ed è arrivato alla
giusta conclusione"
Ero
veramente sorpresa. Edward quando aveva avuto la possibilità di ascoltare tutto
ciò?Nel momento in cui noi....
"Quale
sarebbe questa conclusione?" Domandai per tornare sul discorso, senza
perdermi a pensare alla notte precedente.
"Ha
capito che non ti avrà mai, che appartieni a me. Non tenterà più di
conquistarti perciò credo che dopo due notti passate in completa sofferenza, forse
tu, dovresti scambiare due parole con lui"
Cosa?Edward
era impazzito. Poi, due notti?
"Quale due notti?" Edward rispose subito, aspettandosi la mia domanda”Anche
la notte della battaglia Andrew si era abbandonato al dolore. Jasper era andato
a cercarlo e lo aveva trovato in uno stato..penoso. Per convincerlo a tornare
da noi ha dovuto usare la parola d'ordine :BELLA IN PERICOLO"
Adesso
sì, che ero scossa. Lo fissavo senza parlare.
Sapevo
fin dall'inizio che Andrew non era cattivo, ma mai mi sarei immaginata di
sentir parlare Edward così di lui. Inoltre ero scioccata dalla possibilità che
Andrew soffrisse da giorni a causa mia. Mi sentivo in colpa.
"Edward,
non so.." Lo guardavo negli occhi, cercando di capire cosa volesse
realmente,o forse cosa io volessi realmente. Davvero avrei lasciato che Andrew
soffrisse per me, senza degnarlo di una parola? Edward alzò gli occhi sulla
porta ed un attimo dopo bussarono. Lui prima di aprire, mi baciò sulla fronte
"Bella,
fai ciò che senti. Io sono tranquillo. Ti amo e mi fido di te"
Sorridendo,
mi guardò di nuovo e poi si precipitò ad aprire. Io rimasi pensierosa.-Fai
quello che ti senti- E cosa sentivo? Niente. Assolutamente nulla. Forse ragionandoci
un po’, mi dispiaceva. Va bene! Gli avrei parlato. Una risata vigorosa mi costrinse
a girarmi. Ovvio, era Emmett!
"Bella,
che hai combinato?"
Seguì
i suoi occhi, fissi sul pavimento. In quel momento avrei voluto fuggire via
dalla vergogna. Per terra c'erano sparsi ancora pezzi di ceramica appartenenti
al centro tavola. Accanto, la camicia di Edward strappata. Presi dalla foga
della situazione, non ci eravamo accorti delle tracce lasciate di quella notte
di fuoco. Abbassai il volto a terra, senza aggiungere altro. Edward, vedendomi
spiazzata, diede una spallata al fratello
"Emmett"
lo richiamò.
"Che
c'è? Non ci vedo nulla di strano..sono cose naturali"
Con
il suo tono biricchino, Emmett, si giustificava. Edward,mi salvò dalla
vergogna, trascinando suo fratello sotto braccio
"Andiamo"
Lo inchiodò, sospirando.
Mentre
si dirigevano alla porta, Edward si girò per guardarmi:
"Allora,
a dopo. Ti amo"
Era
uno di quei giorni in cui lo avrei afferrato dal braccio e baciato in
continuazione. Amavo ogni giorno Edward sempre di più ma quella mattina lo
sentivo più mio del solito. Riuscì a distrarmi la faccia buffa di Emmett dietro
di lui, che sbirciava sorridendo, alzando le sopracciglia. Edward lo vide e lo
strattonò. Emmett, impuntò i piedi, per salutarmi con quell’aria assurda.
"CIAO
BELLA...fai la brava"
Fortunatamente
non potevo arrossire. Quel- fai la brava- era riferito alla monelleria che per
lui avevo fatto la notte precedente. Inoltre il suo tono era molto allusivo. A
questo punto Edward dovette dargli una pacca dietro il collo,tanto Emmett non
lo avrebbe sentito. Chiusero la porta di fretta mentre li sentivo ancora
chiacchierare sull'argomento
"Emmett,
ma perché non chiudi il becco" Edward lo rimproverava.
Intravidi
dalla finestra, Emmett mettere un braccio dietro al collo di Edward e strofinargli
i capelli.
"Ti
sei divertito ieri notte, birbone"
Edward
lo allontanò sorridendo con aria distinta e superiore
"Non
sono affari tuoi".
Li
vidi sparire tra gli alberi.
Rimasi per un po’, a fissare fuori, sentendo già la mancanza del mio amore. Lui
era il -MIO- sole. Anche se in cielo rispendeva già la luce del giorno, per me
era sempre notte senza Edward. Ricordai il perché mi trovassi ancora in casa. Edward
mi aveva consigliato di parlare con Andrew ed io avrei seguito il suo
consiglio, ma...dove era Andrew? Non ebbi il tempo di pensarci che intravidi,
in lontananza, una sagoma scura. Era appoggiato ad un albero nel bosco. I miei
occhi da vampira riuscivano a vedere in profondità. Edward sicuramente non
aveva specificato il luogo dove avrei trovato Andrew solamente perché era certo
che l'avrei visto. Aveva ascoltato la sua mente e visto dov'era. Ok. Adesso
toccava a me. Indossai le scarpe e volai fuori.