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Autore: veroamore84    21/12/2010    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta cosa c’è dopo Breaking Dawn… Pensate cosa succederebbe se a sconvolgere le giornate dei Cullen ,arrivasse un ospite misterioso?Cosa succederebbe se Alice avesse un orribile visione del futuro e Edward cadesse nella totale depressione?Cosa accadrebbe se una nuova specie si rivelasse ai Cullen dando loro la possibilità di cambiare le loro esistenze? Heart è il raccoglimento di tutto ciò. Qui troverete la gelosia di Edward,la rabbia di Bella,l’arrivo di un nuovo Clan e di una nuova bellissima vampira,il cambiamento radicale delle loro esistenze grazie a nuove nascite.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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50h

Capitolo 50-DISPIACERE

Ancora il sole non era tramontato ed io me ne stavo rannicchiata tra le braccia di Edward. Eravamo entrambi sul divano. Dopo aver fatto l'amore, Edward mi aveva dolcemente rivestita e fatta accoccolare al suo fianco. Insieme vivevamo del nostro amore. Anche se tra noi regnava il silenzio, l'atmosfera magica che ci avvolgeva era inconfondibile. Rilassata sul suo petto, sentivo le sue leggiadre dita pettinarmi i capelli. Con me Edward era sempre premuroso e attento. Accanto a lui mi sentivo amata e rispettata in tutto,fuori la leggera brezza mattutina sfiorava le foglie. Essere una vampira non aveva cambiato di molto la mia vita. Amavo con la stessa intensità di prima ,o forse di più, ed ero più aggraziata e bella. Edward mi adorava allo stesso modo e sotto le sue dita mi sentiva ancora calda e morbida. Mi mancava un po’ la mia famiglia ma Edward riempiva ogni vuoto, ogni mancanza. Non chiedevo altro che lui. Mentre la magia del momento mi attraversava il corpo, facendomi chiudere beatamente gli occhi per il sogno presente, sentì le dita di Edward rallentare su di una ciocca dei miei capelli. Infine si fermò e la sua mano si appoggiò decisa sulla mia spalla. Era un gesto troppo brusco per non rompere quell'armonia che si era creata. Mi sollevai dal suo braccio che mi avvolgeva

"Cosa c'è?" Chiesi quasi sussurrando.

Edward sospirò calmo e infine rispose

"Devo andare" Mi accarezzò la guancia e si alzò delicatamente.

"Dove vai?" mi sentii come abbandonare.

Edward si alzò dal divano e indossò  una nuova camicia visto che la sua l'avevo strappata ,sorridendo rispose:

"Tra poco Emmett sarà qui. Carlisle gli ha chiesto di venire a chiamarmi. Mio padre ha trascorso la notte a studiare la cura per Renesmee e credo ci siano delle novità"

Edward era tranquillo, rilassato. Io misi il broncio come una bambina offesa

"Ma perché non posso venire anche io con te?"

Edward davanti alla mia buffa espressione rise affettuoso e si avvicinò mentre richiudeva l'ultimo bottone della camicia. Mi sfiorò la guancia con le dita ed io mi distesi subito, cambiando espressione.

"Se dipendesse da me ti incollerei al mio fianco per averti con me ovunque, ma.."

Subito mi difesi

"Ma....."

Esclamai arrabbiata.

Chi impediva la nostra vicinanza? Lui si distanziò appena per avvicinarsi alla vetrata. Mi dava le spalle

"Bella, vorrei essere l'ultimo a farti questo tipo di discorso, ma mi vedo costretto ad ammettere l'evidenza"

Ma di che diavolo stava parlando? Quegli istanti, prima che proseguisse, per me furono un incubo atroce.

"Non sono l'unico ad amarti molto. La gelosia mi divora, impedendomi di dare spazio alle buone intenzioni, ma devo essere razionale. Non posso più continuare ad avercela con qualcuno solo perché ti ama" Si voltò verso di me e continuò "Non amarti è impossibile e non posso colpevolizzare nessuno"

Mi intromisi subito

"Ma di cosa parli Edward?Non ti seguo più!"

Lo fissai con occhi spalancati,lui mise le mani in tasca e rivolse lo sguardo oltre la vetrata

"Sto parlando di Andrew. E' rimasto tutta la notte fuori, nel tentativo di dimenticarti, di starti lontano. Si è rassegnato, in parte, e non ha alcuna intenzione di portarti via da me"

Ero ancora seduta sul divano, la mia mente rimaneva indietro. Cosa stava cercando di dirmi? Diedi voce ai miei pensieri. Mi alzai ed andai verso di lui

"Davvero non capisco. Con questo, cosa vorresti dire?Sto veramente impazzendo,ti giuro. Prima abbiamo litigato perché io non ammettevo che Andrew potesse provare qualcosa per me. Adesso stiamo di nuovo discutendo perché io non mi rendo conto di QUANTO mi ami?"

Ero veramente confusa. Forse ancora non riuscivo a viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda di un vampiro centenario.

"NO!!" Sorrise,e mi sfiorò il viso

"Non stiamo litigando. Volevo solo farti presente il dolore di Andrew. Non voglio ascoltare la sua mente e continuare a vederlo cattivo solo perché sono geloso di lui. Non è maturo questo comportamento. Inoltre, mi fido di te e del tuo amore. So che sei mia e nessuno potrà portarti via da me"

Arricciai la fronte, un po’ sconvolta.

"Io credevo che...lo odiassi e che nei suoi pensieri, la notte della battaglia, avessi letto qualcosa di malvagio!"

Edward continuò a parlare rilassato, il discorso non lo innervosiva

"E' vero, l’ho odiato. Ho odiato la sua dolcezza e la sua disponibilità. Temevo che davanti ai tuoi occhi, lui, sarebbe potuto elevarsi di più di quanto lo fossi io. Odiavo i momenti che avevate trascorso insieme e i suoi ricordi su di essi. Oltre alla gelosia, Andrew, ha fatto scaturire in me anche l'invidia. La notte della battaglia, ammiravo il suo potere e lo invidiavo. Avrei voluto essere io a salvarti"

Lo interruppi di nuovo bruscamente

"Ma tu mi hai salvata" I miei occhi erano pieni d'amore e rispetto. Edward lo capì e si sentì onorato. Proseguì:

"L'unica cosa che non avevo accettato nella sua mente era che per un attimo aveva perso la ragione. Pur di averti avrebbe fatto di tutto, persino prendersi la custodia di Renesmee e rimanere qua con noi. Con il tempo sperava di conquistarti. Adesso però, devo ammettere, che ha riflettuto a lungo ed è arrivato alla giusta conclusione"

Ero veramente sorpresa. Edward quando aveva avuto la possibilità di ascoltare tutto ciò?Nel momento in cui noi....

"Quale sarebbe questa conclusione?" Domandai per tornare sul discorso, senza perdermi a pensare alla notte precedente.

"Ha capito che non ti avrà mai, che appartieni a me. Non tenterà più di conquistarti perciò credo che dopo due notti passate in completa sofferenza, forse tu, dovresti scambiare due parole con lui"

Cosa?Edward era impazzito. Poi, due notti?
"Quale due notti?" Edward rispose subito, aspettandosi la mia domanda”Anche la notte della battaglia Andrew si era abbandonato al dolore. Jasper era andato a cercarlo e lo aveva trovato in uno stato..penoso. Per convincerlo a tornare da noi ha dovuto usare la parola d'ordine :BELLA IN PERICOLO"

Adesso sì, che ero scossa. Lo fissavo senza parlare.

Sapevo fin dall'inizio che Andrew non era cattivo, ma mai mi sarei immaginata di sentir parlare Edward così di lui. Inoltre ero scioccata dalla possibilità che Andrew soffrisse da giorni a causa mia. Mi sentivo in colpa.

"Edward, non so.." Lo guardavo negli occhi, cercando di capire cosa volesse realmente,o forse cosa io volessi realmente. Davvero avrei lasciato che Andrew soffrisse per me, senza degnarlo di una parola? Edward alzò gli occhi sulla porta ed un attimo dopo bussarono. Lui prima di aprire, mi baciò sulla fronte

"Bella, fai ciò che senti. Io sono tranquillo. Ti amo e mi fido di te"

Sorridendo, mi guardò di nuovo e poi si precipitò ad aprire. Io rimasi pensierosa.-Fai quello che ti senti- E cosa sentivo? Niente. Assolutamente nulla. Forse ragionandoci un po’, mi dispiaceva. Va bene! Gli avrei parlato. Una risata vigorosa mi costrinse a girarmi. Ovvio, era Emmett!

"Bella, che hai combinato?"

Seguì i suoi occhi, fissi sul pavimento. In quel momento avrei voluto fuggire via dalla vergogna. Per terra c'erano sparsi ancora pezzi di ceramica appartenenti al centro tavola. Accanto, la camicia di Edward strappata. Presi dalla foga della situazione, non ci eravamo accorti delle tracce lasciate di quella notte di fuoco. Abbassai il volto a terra, senza aggiungere altro. Edward, vedendomi spiazzata, diede una spallata al fratello

"Emmett" lo richiamò.

"Che c'è? Non ci vedo nulla di strano..sono cose naturali"

Con il suo tono biricchino, Emmett, si giustificava. Edward,mi salvò dalla vergogna, trascinando suo fratello sotto braccio

"Andiamo" Lo inchiodò, sospirando.

Mentre si dirigevano alla porta, Edward si girò per guardarmi:

"Allora, a dopo. Ti amo"

Era uno di quei giorni in cui lo avrei afferrato dal braccio e baciato in continuazione. Amavo ogni giorno Edward sempre di più ma quella mattina lo sentivo più mio del solito. Riuscì a distrarmi la faccia buffa di Emmett dietro di lui, che sbirciava sorridendo, alzando le sopracciglia. Edward lo vide e lo strattonò. Emmett, impuntò i piedi, per salutarmi con quell’aria assurda.

"CIAO BELLA...fai la brava"

Fortunatamente non potevo arrossire. Quel- fai la brava- era riferito alla monelleria che per lui avevo fatto la notte precedente. Inoltre il suo tono era molto allusivo. A questo punto Edward dovette dargli una pacca dietro il collo,tanto Emmett non lo avrebbe sentito. Chiusero la porta di fretta mentre li sentivo ancora chiacchierare sull'argomento

"Emmett, ma perché non chiudi il becco" Edward lo rimproverava.

Intravidi dalla finestra, Emmett mettere un braccio dietro al collo di Edward e strofinargli i capelli.

"Ti sei divertito ieri notte, birbone"

Edward lo allontanò sorridendo con aria distinta e superiore

"Non sono affari tuoi".

Li vidi sparire tra gli alberi.
Rimasi per un po’, a fissare fuori, sentendo già la mancanza del mio amore. Lui era il -MIO- sole. Anche se in cielo rispendeva già la luce del giorno, per me era sempre notte senza Edward. Ricordai il perché mi trovassi ancora in casa. Edward mi aveva consigliato di parlare con Andrew ed io avrei seguito il suo consiglio, ma...dove era Andrew? Non ebbi il tempo di pensarci che intravidi, in lontananza, una sagoma scura. Era appoggiato ad un albero nel bosco. I miei occhi da vampira riuscivano a vedere in profondità. Edward sicuramente non aveva specificato il luogo dove avrei trovato Andrew solamente perché era certo che l'avrei visto. Aveva ascoltato la sua mente e visto dov'era. Ok. Adesso toccava a me. Indossai le scarpe e volai fuori.

 

  
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