N.d.A.:
In primis ringrazio Tetide
e Ici Drive per
avere recensito anche il secondo capitolo di questa storia.
x Tetide: Secondo
me la "magia del Natale" qualcosa combina....!!! In fondo "Seulement
à Noel " significa "Solamente a Natale"...hehe!!!
x Ici Drive: Non
anticipo nulla e non smentisco nulla, quello che è garantito
è che si vedranno... spesso!!!
Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Seulement à
Noël
By Aresian
Parte Terza
Maya giocherellava distrattamente con la forchetta, spostando con fare distratto i pezzi di carota del contorno di verdure che stava innanzi al suo naso. Intorno un clima disteso e divertito mentre Mina e Sayaka discutevano su com’erano vestite le donne presenti nella sala, certamente abituate più di loro al lusso di quella sala da pranzo ricercata e notevole. Rei sorrise divertita ad una battuta fatta da Mina al riguardo di una corpulenta signora che, racchiusa in uno strizzatissimo abito da sera, si ingozzava con una eleganza senza pari di cibo. Notando, con la coda dell’occhio, l’espressione assente dell’amica si volse a studiare il volto di Maya. Da quando erano tornate in albergo, quel pomeriggio, la giovane si era chiusa in uno strano mutismo. Aveva rifiutato, ed era palese viste gli scarsi risultati acquisiti, di proseguire le lezioni di sci e aveva preferito dedicarsi ad una passeggiata in centro a guardare le vetrine. Non aveva insistito, e l’aveva lasciata fare, ma quell’atteggiamento assente la inquietava un po’.
“Non
ti senti bene, Maya?” chiese dopo un attimo, con gentilezza.
La
vide sobbalzare, come punta da un insetto, mentre gli occhi neri si
alzavano di scatto dal piatto per puntarsi sul suo volto.
“Oh,
no. Sto benissimo. Sono solo un po’ stanca” si
giustificò
la giovane con un sorriso vagamente forzato.
“Evidentemente
la giornata sui campi di sci, per te che non ci sei abituata, ti ha
prosciugato un po’ troppe energie. Vedrai, dopo una dormita
ti
sentirai molto meglio” interloquì Mina in tono
comprensivo.
Maya annuì prontamente portandosi, finalmente,
il boccone di cibo alla bocca, smettendo di cinciscare con le posate.
Rei considerò che probabilmente Mina aveva ragione. Si volse
così a studiare l’ampia
ed elegantissima sala. Su ogni tavolo troneggiava un candeliere
circondato da una composizione floreale di chiaro stampo natalizio e
la cristalleria era eccellente. Stava per tornare a prestare
attenzione al cibo che il cameriere, comparso quasi dal nulla, le
aveva posto davanti quando qualcosa, o meglio, qualcuno
attirò
la sua attenzione. All’altro capo della sala aveva appena
fatto
il suo ingresso Masumi Hayami, accompagnato da un paio di uomini un
po’ attempati e dalla segretaria Misuki. Non ne era, a dire
il
vero, così sorpresa. Quell’Hotel a cinque stelle
era
sicuramente quanto di meglio offrisse quel villaggio turistico ed era
ovvio, se non scontato, che Hayami avesse preso alloggio nel
medesimo. D’istinto si volse a guardare in direzione di Maya
e
notò immediatamente la reazione della ragazza, che solo in
quell’istante aveva notato la presenza del Presidente della
Daito. Maya era impallidita all’istante. Mina e Sayaka non si
erano ancora accorte di niente, prese com’erano dai loro
pettegolezzi, ma Rei notò il tutto e in particolare
notò
lo sguardo che Hayami rivolse alla giovane quando, passando poco
lontano dal loro tavolo, rilevò la loro presenza. Gli occhi
azzurri di Hayami brillarono divertiti mentre un lievissimo cenno
del capo palesava un saluto un po’ ironico, era un
atteggiamento insolito per l’uomo, si sorprese a
constatare…
A Maya
era passato del tutto l’appetito. Con un gesto stanco
posò
le posate sul piatto, accidenti ma proprio a Nagano doveva andare
Hayami? Non aveva un altro posto dove concludere i suoi affari? Il
pensiero, poi, della figuraccia che aveva consumato quel pomeriggio,
finendogli addirittura addosso come un sacco di patate, la fece
arrossire sino alla radice dei capelli. Improvvisamente la sedia
pareva essere diventata rovente. Iniziò ad agitarsi nel vano
tentativo di scordarsi della presenza dell’inviso Presidente
della Daito, ignorando lo sguardo attento di Rei posato su di lei.
Alla fine, incapace di stare un minuto di più nella stessa
sala con quell’uomo, Maya balzò in piedi
attirandosi
uno sguardo perplesso da parte delle amiche.
“Scusatemi,
sono più stanca di quanto pensassi. Credo proprio che
andrò
in camera” bofonchiò come scusa, mentre un lampo
di
preoccupazione attraversava lo sguardo di Mina.
“Ma certo.
Se posso darti un consiglio, un bel bagno caldo dovrebbe aiutarti a
rilassare i muscoli indolenziti” disse prontamente scutando
il
visino arrossato dell’amica.
“Ok. Farò come
suggerisci” disse distrattamente Maya prima di avviarsi a
passo deciso verso l’uscita dalla Sala da pranzo, seguita da
un
paio di occhi di zaffiro con paticolare attenzione.
Masumi, non appena entrato nella sala aveva gettato uno sguardo ai presenti, sapeva perfettamente che Maya alloggiava in quell’Hotel, lui stesso aveva provveduto a farle riservare le due stanze pensò sorridendo lievemente. Non gli era occorso molto per notarla, in un tavolo d’angolo, seduta insieme alle amiche. Si era soffermato a studiare il suo abbigliamento semplice, ma sobrio, che stonava con lo sfarzo di alcune donne presenti agli altri tavoli ma tutto ciò ai suoi occhi non assumeva alcuna importanza. Quando era stato certo che la giovane avesse notato il suo ingresso le aveva volutamente rivolto quel cenno di saluto, appena abbozzato, non resistendo alla tentazione di quella piccola provocazione. Adesso, seduto al tavolo, aveva scorto con la coda dell’occhio la strategica ritirata della giovane, provando al contempo delusione e rabbia. Sapeva che era la sua presenza ad infastidirla e questo non poteva che ferirlo. Ignorando, tuttavia, il dolore sordo al petto che lo aveva colto a tradimento, finse assoluto interesse per la pedante conversazione intrappresa dal Sig. Kagawa, la cui Azienda si apprestava ad inglobare nella multinazionale Daito per conto del padre. Aveva scelto di concludere quell’affare proprio in quella stazione sciistica con la speranza, per altro vana ne era pienamente consapevole, di riuscire a mostrasi a Maya in qual modo diverso. Con un sorriso amaro accantonò definitivamente quei pensieri concentrandosi sul … lavoro.
Quando
Rei raggiunse la stanza che divideva con Maya, la trovò
calata
nella penombra, evidentemente aveva frainteso la reazione della
ragazza, doveva essere realmente solo stanca giacchè era
già
coricata e pareva dormire beatamente. Meglio così, una bella
dormita non avrebbe potuto che farle bene.
La mattina seguente, di
buon ora, le due ragazze scesero nella hall per unirsi alle compagne
in un’abbondante colazione. Maya pareva sprizzare energia da
tutti i pori.
“Allora Maya, come ci si sente dopo una bella
dormita?” chiese Mina sorridendole
gentilmente.
“Meravigliosamente, ne avevo proprio bisogno”
disse la giovane, addentando con disinvoltura un profumatissimo ed
invitante croissant alla crema. Dopo essersi rintanata, la sera
prima, in camera ed avere mentalmente insultato un paio di volte
l’inviso “affarista senza scrupoli” della
Daito si
era ripromessa di non pensarci più. Che consumasse pure
tutti
i pasti che voleva in quell’albergo, a lei non avrebbe
più
fatto né caldo né freddo e di certo non avrebbe
perso
l’appetito per questo.
“Che cosa facciamo oggi,
ragazze? Ci tuffiamo lungo la pista come ieri?”chiese in quel
momento Sayaka.
Per poco a Maya non andò di traverso il
croissant. Ci mancava solo di essere costretta a reinfilarsi ai piedi
quei trabiccoli infernali.
“Ah, no. Oggi io passo. Andate
pure voi” disse prontamente.
Rei sorrise divertita, era
palese che l’amica non trovava entusiasmante lo sci. Tuttavia
rimaneva un problema, se lei con Mina e Sakyaka fossero andate a
sciare Maya sarebbe rimasta da sola.
“Sai che ti dico,
Sayaka. Oggi non mi sento particolarmente in vena per scapicollarmi
giù da una pista. Credo che resterò con Maya a
valle,
magari a curiosare per il villaggio come due beate turiste, magari
faccio qualche discesa nel pomeriggio” propose prontamente,
guadagnondosi un’occhiata complice da parte di Mina che si
ritrovò immediatamente ad approvare. Quando, una decina di
minuti dopo, Sayaka e Mina si allontanarono in tenuta da sci Maya
disse a Rei.
“Sei sicura che non ti andava di andare con
loro? Non devi per forza tenermi compagnia, Rei”. Il tono era
vagamente preoccupato.
Rei sorrise apertamente.
“Tranquilla,
Maya. Su vieni, andiamo a bearci di questa splendida giornata di
sole”.
Convinta dal tono gioviale ed allegro delll’amica
Maya si affretto a seguirla. Ben presto fecero amicizia con un gruppo
di ragazzini, in gita con la scuola, che stavano dandosi battaglia a
palle di neve e Maya, con lo spiritito beato di una quattordicenne,
si gettò nella mischia ridendo a crepapelle, prima di
scagliare una palla di neve gigante contro Rei, coinvolgendola a sua
volta. La battaglia, furibonda, imperversava da una buona
mezz’ora,
senza esclusione di colpi, sino a che Maya esasperata
dall’essere
stata presa a bersaglio preferito non prese a scagliare palle di neve
a destra e manca, senza neanche prendersi il disturbo di guardare chi
colpiva e pertanto rimase assolutamente spiazzata
dall’improvvisa
frase pronunciata da una voce dannatamente conosciuta.
“Una
palla di neve non mi pare sufficientemente appropriata per
abbattermi, ragazzina”. Il tono era ironico e vagamente
divertito.
Maya si voltò di scatto, con una enorme palla di
neve ancora in mano pronta per essere scagliata e un
‘espressione
assolutamente allibita e colpevole dipinta sul volto arrossato dal
freddo e dall’impeto di quella schermaglia divertente.
Masumi
Hayami, nel suo impeccabile soprabito nero si stava indolentemente
togliendo della neve dal bavero e dalla spalla, mentre gli occhi
azzurri la osservavano attenti e divertiti. Ma possibile che con lui
le riuscisse solo di combinare mezzi disastri? Confusa e imbarazzata
balbettò un “Mi scusi tanto, non l’avevo
vista”.
Al fianco di Masumi Misuki osservava divertita la
scena, reggendo con pacata tranquillità la sua
ventiquattrore.
“La prendo come buona. Certo che con o senza
gli sci nei piedi lei è sempre pericolosa,
ragazzina” fu
la pronta risposta dell’uomo che lasciò perplessi
i
ragazzi e strappo un lieve sorriso a Rei che, improvvisamente,
coglieva tutta la comicità di quella scenetta. Maya,
tuttavia,
non parve gradire l’uscita dell’uomo
giacchè
rispose piccata.
“Le ho già fatto le mie scuse. Che
altro vuole?”.
Masumi, tuttavia, ignorò il
tono.
“Accettate, non si preoccupi. Piuttosto mi domando per
quale ragione oggi non ha deciso di cimentarsi nella discesa a pelle
d’orso lungo le piste” commentò
divertito,
stuzzicandola volutamente.
Maya arrossì sino alla radice
dei capelli. Quell’uomo era impossibile.
“Non sono
affari suoi” ribattè duramente.
“Ha ragione.
Comunque è un peccato non sfruttare
un’attrezzatura così
costosa, se non aveva intenzione di imparare ha sprecato soldi per
niente” fu il laconico commento che le rese.
Rei notò,
in quel momento, la sottile tattica dell’uomo. Una tattica
che
aveva già usato tempo indietro quando aveva portato Maya da
un
aperto rifiuto ad un astioso accettare l’invito a prendere
parte con lui alla rappresentazione di un monologo di Ayumi
Himekawa.
Maya, punta sul vivo, giacchè il non poter
rendere onore al regalo del “Donatore di Rose” la
infastidiva alquanto, balbettò un confuso.
“Non l’ho
comprata io”.
Gli occhi azzurri di Masumi si accesero di una
luce indefinibile quando si limitò a constatare.
“Ah,
ora mi spiego. La sua presenza a Nagano, l’albergo e gli sci
debbono essere un omaggio del suo misterioso ammiratore.
Chissà
come rimarrebbe deluso se sapesse che non ha apprezzato i suoi sforzi
per compiacerla”.
Maya chinò il capo oppressa da
quell’affermazione.
“Vorrei imparare ma credo di
essere negata e poi per insegnare a me le mie amiche finiscono con il
non divertirsi affatto” balbettò, prima di darsi
mentalmente della stupida. Perché diamine stava dando delle
spiegazioni ad Hayami?
Masumi si limitò ad osservare la
giovane per un attimo, prima di consultare, con noncuranza,
l’elegante e costoso orologio da polso.
“Capisco. A
questo si può rimediare facilmente. Ora ho un impegno ma nel
primo pomeriggio sono libero. Se vuole posso darle io qualche
lezione”.
L’espressione sorpresa apparsa sul volto di
Misuki era niente in confronto a quella che albergava su quello di
Maya.
“Come ha detto?” balbettò la giovane con
gli occhi neri sgranati, prima di riprendersi e rispondere un secco e
perentorio “No, grazie”.
Masumi, tuttavia, doveva aver
preso sul serio quell’idea giacchè non
accennò
minimamente ad andarsene e ribattè prontamente.
“Ha
paura di sciare o di me?”.
Maya si rese conto di essere
caduta in trappola. I ragazzini stavano ridendo apertamente di quello
scambio di battute. Aveva appena detto che le sarebbe piaciuto
imparare e se ora rifiutava era come ammettere che aveva paura di
Hayami, cosa che non si sarebbe mai sognata di fare.
“Nessuna
delle due, ma…” iniziò a dire salvo
essere
zittita dall’affermazione successiva dell’uomo,
l’affondo
che mise, metaforicamente parlando, Maya con le spalle al
muro.
“Perfetto. Alle due e mezzo nella hall
dell’albergo,
con tuta sci e scarponi, così anche la sua amica
potrà
dilettarsi a sciare senza doversi preoccupare di lasciarla
sola”.
“Ma
insomma, io non ho detto di sì…”
protestò
comunque la giovane, anche se con minor convinzione di prima, ma
perché Rei non diceva niente? Con una luce speranzosa si
volse
ad incrociare lo sguardo dell’amica ma ciò che
uscì
dalle sue labbra la lasciò alquanto interdetta.
“Sarebbe
sciocco rifiutare, Maya. Il Signor Hayami ha una tecnica migliore di
quella mia e di Sayaka e poi non ci vedo niente di strano.
Avrà
cura che non si faccia male, vero?” disse infatti in tono
pacato rivolgendo le ultime parole direttamente ad Hayami che, con
un lampo vagamente sorpreso nelle iridi azzurre, annuì
lentamente.
“Stia tranquilla”.
Maya fulminò
con lo sguardo la ragazza prima di voltarsi a fronteggiare Masumi.
Due contro uno non era affatto leale, abbassando le spalle con aria
rassegnata e bofonchiando un “Accetto, ma poi non si lamenti
se
si annoierà a morte” al fine si arrese.
Innanzi a
quell’affermazione Masumi scoppiò a ridere prima
di
aggiungere.
“Non so perché, ma credo invece che mi
divertirò e molto. A più tardi allora,
Misuki”
concluse poi rivolto alla segretaria che, sistemandosi gli occhiali
da vista, annuì brevemente prima di seguirlo verso
l’ingresso
dell’albergo seguiti dallo sguardo infastidito di
Maya.
“Traditrice”sibilò poi, rivolta
all’amica, prima di allontanandosi a sua volta, lasciando Rei
a
fissarla con un sorriso rassegnato sul volto.
Rei sapeva che Maya
era arrabbiata ma sentiva di avere fatto la cosa giuista.. Non
avrebbe saputo spiegare esattamente le ragioni che l’avevano
indotta ad assecondare la richiesta di Hayami, o meglio le conosceva
ma dubitava fortemente che Maya le avrebbe accettate. Era da qualche
mese che le sue impressioni al riguardo del giovane presidente della
Daito Production avevano subito un sottile mutamento. Quando Maya
aveva lasciato la Daito e si era ritrovata senza possibilità
alcuna di recitare Hayami si era comportato in modo alquanto
insolito. Si era presentato alla rappresentazione di “Sogno
di
una notte di mezz’estate” ove Maya interpretava il
folletto Puck, offrendo una cospicua somma per lo spettacolo di
beneficenza, e poi aveva trascinato Maya ad assistere al monologo
“Giulietta” interpretato da Ayumi Himekawa. Era
stato a
quel punto che lei si era convinta che Hayami avesse in
realtà
l’intenzione di far riemergere in Maya il desiderio di
tornare
a lottare per la Dea Scarlatta, cosa che a conti fatti pareva
assolutamente priva di logica. Con Maya fuori gioco, Hayami avrebbe
avuto certamente minori difficoltà ad estorcere ad Ayumi,
che
era un’attrice Daito, i diritti di rappresentazione una volta
che fosse stata ufficilizzata la sua designazione al ruolo
dell’ambita parte. Del resto quando Maya si è
presentata
ai provini per le “Due Regine”, pur se la Daito
aveva
avuto voce in capitolo, era riuscita ugualmente ad ottenere la parte
della Principessa Ardis per non parlare dalla pubblicità a
vantaggio di Maya che era scaturita dalla
“scommessa”
vinta con Hayami. Onestamente cominciava a dubitare di essere in
grado di comprendere quali fossero le reali intenzioni di
quell’uomo,
che una volta agiva contro la Sig.ra Tsukikage per poi avvantaggiare,
in qualche modo, Maya. Forse il suo istinto si ingannava, ma
inimicarsi completamente Hayami sarebbe stato poco saggio per Maya.
Nonostante il successo delle “Due Regine” la sua
posizione al riguardo della “Dea Scarlatta” era
ancora
molto delicata ed appesa ad un filo e Masumi Hayami non era, almeno
per ora, intenzionato ad ostacolarla anche se non ne comprendeva il
perché, in ogni caso sarebbe stato sciocco portarlo a
cambiare
idea.
- continua -