Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: aresian    26/12/2010    4 recensioni
Dopo l’interpretazione di Ardis ne “Le Due Regine” Maya riceve l’invito a trascorrere le vacanze natalizie sulle nevi di Nagano niente meno che dal Donatore di Rose. La giovane è convinta che sarà un Natale speciale, avrà ragione?…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seulement a Noel - Prima parte

N.d.A.: In primis ringrazio Tetide e Ici Drive per avere recensito anche il secondo capitolo di questa storia. 
x Tetide: Secondo me la "magia del Natale" qualcosa combina....!!! In fondo "Seulement à Noel " significa "Solamente a Natale"...hehe!!!
x Ici Drive: Non anticipo nulla e non smentisco nulla, quello che è garantito è che si vedranno... spesso!!!


Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Seulement à Noël
By Aresian

Parte Terza


Maya giocherellava distrattamente con la forchetta, spostando con fare distratto i pezzi di carota del contorno di verdure che stava innanzi al suo naso. Intorno un clima disteso e divertito mentre Mina e Sayaka discutevano su com’erano vestite le donne presenti nella sala, certamente abituate più di loro al lusso di quella sala da pranzo ricercata e notevole. Rei sorrise divertita ad una battuta fatta da Mina al riguardo di una corpulenta signora che, racchiusa in uno strizzatissimo abito da sera, si ingozzava con una eleganza senza pari di cibo. Notando, con la coda dell’occhio, l’espressione assente dell’amica si volse a studiare il volto di Maya. Da quando erano tornate in albergo, quel pomeriggio, la giovane si era chiusa in uno strano mutismo. Aveva rifiutato, ed era palese viste gli scarsi risultati acquisiti, di proseguire le lezioni di sci e aveva preferito dedicarsi ad una passeggiata in centro a guardare le vetrine. Non aveva insistito, e l’aveva lasciata fare, ma quell’atteggiamento assente la inquietava un po’.

“Non ti senti bene, Maya?” chiese dopo un attimo, con gentilezza. La vide sobbalzare, come punta da un insetto, mentre gli occhi neri si alzavano di scatto dal piatto per puntarsi sul suo volto.
“Oh, no. Sto benissimo. Sono solo un po’ stanca” si giustificò la giovane con un sorriso vagamente forzato.
“Evidentemente la giornata sui campi di sci, per te che non ci sei abituata, ti ha prosciugato un po’ troppe energie. Vedrai, dopo una dormita ti sentirai molto meglio” interloquì Mina in tono comprensivo.
Maya annuì prontamente portandosi, finalmente, il boccone di cibo alla bocca, smettendo di cinciscare con le posate. Rei considerò che probabilmente Mina aveva ragione. Si volse così a studiare l’ampia ed elegantissima sala. Su ogni tavolo troneggiava un candeliere circondato da una composizione floreale di chiaro stampo natalizio e la cristalleria era eccellente. Stava per tornare a prestare attenzione al cibo che il cameriere, comparso quasi dal nulla, le aveva posto davanti quando qualcosa, o meglio, qualcuno attirò la sua attenzione. All’altro capo della sala aveva appena fatto il suo ingresso Masumi Hayami, accompagnato da un paio di uomini un po’ attempati e dalla segretaria Misuki. Non ne era, a dire il vero, così sorpresa. Quell’Hotel a cinque stelle era sicuramente quanto di meglio offrisse quel villaggio turistico ed era ovvio, se non scontato, che Hayami avesse preso alloggio nel medesimo. D’istinto si volse a guardare in direzione di Maya e notò immediatamente la reazione della ragazza, che solo in quell’istante aveva notato la presenza del Presidente della Daito. Maya era impallidita all’istante. Mina e Sayaka non si erano ancora accorte di niente, prese com’erano dai loro pettegolezzi, ma Rei notò il tutto e in particolare notò lo sguardo che Hayami rivolse alla giovane quando, passando poco lontano dal loro tavolo, rilevò la loro presenza. Gli occhi azzurri di Hayami brillarono divertiti mentre un lievissimo cenno del capo palesava un saluto un po’ ironico, era un atteggiamento insolito per l’uomo, si sorprese a constatare…

A Maya era passato del tutto l’appetito. Con un gesto stanco posò le posate sul piatto, accidenti ma proprio a Nagano doveva andare Hayami? Non aveva un altro posto dove concludere i suoi affari? Il pensiero, poi, della figuraccia che aveva consumato quel pomeriggio, finendogli addirittura addosso come un sacco di patate, la fece arrossire sino alla radice dei capelli. Improvvisamente la sedia pareva essere diventata rovente. Iniziò ad agitarsi nel vano tentativo di scordarsi della presenza dell’inviso Presidente della Daito, ignorando lo sguardo attento di Rei posato su di lei. Alla fine, incapace di stare un minuto di più nella stessa sala con quell’uomo, Maya balzò in piedi attirandosi uno sguardo perplesso da parte delle amiche.
“Scusatemi, sono più stanca di quanto pensassi. Credo proprio che andrò in camera” bofonchiò come scusa, mentre un lampo di preoccupazione attraversava lo sguardo di Mina.
“Ma certo. Se posso darti un consiglio, un bel bagno caldo dovrebbe aiutarti a rilassare i muscoli indolenziti” disse prontamente scutando il visino arrossato dell’amica.
“Ok. Farò come suggerisci” disse distrattamente Maya prima di avviarsi a passo deciso verso l’uscita dalla Sala da pranzo, seguita da un paio di occhi di zaffiro con paticolare attenzione.

Masumi, non appena entrato nella sala aveva gettato uno sguardo ai presenti, sapeva perfettamente che Maya alloggiava in quell’Hotel, lui stesso aveva provveduto a farle riservare le due stanze pensò sorridendo lievemente. Non gli era occorso molto per notarla, in un tavolo d’angolo, seduta insieme alle amiche. Si era soffermato a studiare il suo abbigliamento semplice, ma sobrio, che stonava con lo sfarzo di alcune donne presenti agli altri tavoli ma tutto ciò ai suoi occhi non assumeva alcuna importanza. Quando era stato certo che la giovane avesse notato il suo ingresso le aveva volutamente rivolto quel cenno di saluto, appena abbozzato, non resistendo alla tentazione di quella piccola provocazione. Adesso, seduto al tavolo, aveva scorto con la coda dell’occhio la strategica ritirata della giovane, provando al contempo delusione e rabbia. Sapeva che era la sua presenza ad infastidirla e questo non poteva che ferirlo. Ignorando, tuttavia, il dolore sordo al petto che lo aveva colto a tradimento, finse assoluto interesse per la pedante conversazione intrappresa dal Sig. Kagawa, la cui Azienda si apprestava ad inglobare nella multinazionale Daito per conto del padre. Aveva scelto di concludere quell’affare proprio in quella stazione sciistica con la speranza, per altro vana ne era pienamente consapevole, di riuscire a mostrasi a Maya in qual modo diverso. Con un sorriso amaro accantonò definitivamente quei pensieri concentrandosi sul … lavoro.

Quando Rei raggiunse la stanza che divideva con Maya, la trovò calata nella penombra, evidentemente aveva frainteso la reazione della ragazza, doveva essere realmente solo stanca giacchè era già coricata e pareva dormire beatamente. Meglio così, una bella dormita non avrebbe potuto che farle bene.
La mattina seguente, di buon ora, le due ragazze scesero nella hall per unirsi alle compagne in un’abbondante colazione. Maya pareva sprizzare energia da tutti i pori.
“Allora Maya, come ci si sente dopo una bella dormita?” chiese Mina sorridendole gentilmente.
“Meravigliosamente, ne avevo proprio bisogno” disse la giovane, addentando con disinvoltura un profumatissimo ed invitante croissant alla crema. Dopo essersi rintanata, la sera prima, in camera ed avere mentalmente insultato un paio di volte l’inviso “affarista senza scrupoli” della Daito si era ripromessa di non pensarci più. Che consumasse pure tutti i pasti che voleva in quell’albergo, a lei non avrebbe più fatto né caldo né freddo e di certo non avrebbe perso l’appetito per questo.
“Che cosa facciamo oggi, ragazze? Ci tuffiamo lungo la pista come ieri?”chiese in quel momento Sayaka.
Per poco a Maya non andò di traverso il croissant. Ci mancava solo di essere costretta a reinfilarsi ai piedi quei trabiccoli infernali.
“Ah, no. Oggi io passo. Andate pure voi” disse prontamente.
Rei sorrise divertita, era palese che l’amica non trovava entusiasmante lo sci. Tuttavia rimaneva un problema, se lei con Mina e Sakyaka fossero andate a sciare Maya sarebbe rimasta da sola.
“Sai che ti dico, Sayaka. Oggi non mi sento particolarmente in vena per scapicollarmi giù da una pista. Credo che resterò con Maya a valle, magari a curiosare per il villaggio come due beate turiste, magari faccio qualche discesa nel pomeriggio” propose prontamente, guadagnondosi un’occhiata complice da parte di Mina che si ritrovò immediatamente ad approvare. Quando, una decina di minuti dopo, Sayaka e Mina si allontanarono in tenuta da sci Maya disse a Rei.
“Sei sicura che non ti andava di andare con loro? Non devi per forza tenermi compagnia, Rei”. Il tono era vagamente preoccupato.
Rei sorrise apertamente.
“Tranquilla, Maya. Su vieni, andiamo a bearci di questa splendida giornata di sole”.
Convinta dal tono gioviale ed allegro delll’amica Maya si affretto a seguirla. Ben presto fecero amicizia con un gruppo di ragazzini, in gita con la scuola, che stavano dandosi battaglia a palle di neve e Maya, con lo spiritito beato di una quattordicenne, si gettò nella mischia ridendo a crepapelle, prima di scagliare una palla di neve gigante contro Rei, coinvolgendola a sua volta. La battaglia, furibonda, imperversava da una buona mezz’ora, senza esclusione di colpi, sino a che Maya esasperata dall’essere stata presa a bersaglio preferito non prese a scagliare palle di neve a destra e manca, senza neanche prendersi il disturbo di guardare chi colpiva e pertanto rimase assolutamente spiazzata dall’improvvisa frase pronunciata da una voce dannatamente conosciuta.
“Una palla di neve non mi pare sufficientemente appropriata per abbattermi, ragazzina”. Il tono era ironico e vagamente divertito.
Maya si voltò di scatto, con una enorme palla di neve ancora in mano pronta per essere scagliata e un ‘espressione assolutamente allibita e colpevole dipinta sul volto arrossato dal freddo e dall’impeto di quella schermaglia divertente.
Masumi Hayami, nel suo impeccabile soprabito nero si stava indolentemente togliendo della neve dal bavero e dalla spalla, mentre gli occhi azzurri la osservavano attenti e divertiti. Ma possibile che con lui le riuscisse solo di combinare mezzi disastri? Confusa e imbarazzata balbettò un “Mi scusi tanto, non l’avevo vista”.
Al fianco di Masumi Misuki osservava divertita la scena, reggendo con pacata tranquillità la sua ventiquattrore.
“La prendo come buona. Certo che con o senza gli sci nei piedi lei è sempre pericolosa, ragazzina” fu la pronta risposta dell’uomo che lasciò perplessi i ragazzi e strappo un lieve sorriso a Rei che, improvvisamente, coglieva tutta la comicità di quella scenetta. Maya, tuttavia, non parve gradire l’uscita dell’uomo giacchè rispose piccata.
“Le ho già fatto le mie scuse. Che altro vuole?”.
Masumi, tuttavia, ignorò il tono.
“Accettate, non si preoccupi. Piuttosto mi domando per quale ragione oggi non ha deciso di cimentarsi nella discesa a pelle d’orso lungo le piste” commentò divertito, stuzzicandola volutamente.
Maya arrossì sino alla radice dei capelli. Quell’uomo era impossibile.
“Non sono affari suoi” ribattè duramente.
“Ha ragione. Comunque è un peccato non sfruttare un’attrezzatura così costosa, se non aveva intenzione di imparare ha sprecato soldi per niente” fu il laconico commento che le rese.
Rei notò, in quel momento, la sottile tattica dell’uomo. Una tattica che aveva già usato tempo indietro quando aveva portato Maya da un aperto rifiuto ad un astioso accettare l’invito a prendere parte con lui alla rappresentazione di un monologo di Ayumi Himekawa.
Maya, punta sul vivo, giacchè il non poter rendere onore al regalo del “Donatore di Rose” la infastidiva alquanto, balbettò un confuso.
“Non l’ho comprata io”.
Gli occhi azzurri di Masumi si accesero di una luce indefinibile quando si limitò a constatare.
“Ah, ora mi spiego. La sua presenza a Nagano, l’albergo e gli sci debbono essere un omaggio del suo misterioso ammiratore. Chissà come rimarrebbe deluso se sapesse che non ha apprezzato i suoi sforzi per compiacerla”.
Maya chinò il capo oppressa da quell’affermazione.
“Vorrei imparare ma credo di essere negata e poi per insegnare a me le mie amiche finiscono con il non divertirsi affatto” balbettò, prima di darsi mentalmente della stupida. Perché diamine stava dando delle spiegazioni ad Hayami?
Masumi si limitò ad osservare la giovane per un attimo, prima di consultare, con noncuranza, l’elegante e costoso orologio da polso.
“Capisco. A questo si può rimediare facilmente. Ora ho un impegno ma nel primo pomeriggio sono libero. Se vuole posso darle io qualche lezione”.
L’espressione sorpresa apparsa sul volto di Misuki era niente in confronto a quella che albergava su quello di Maya.
“Come ha detto?” balbettò la giovane con gli occhi neri sgranati, prima di riprendersi e rispondere un secco e perentorio “No, grazie”.
Masumi, tuttavia, doveva aver preso sul serio quell’idea giacchè non accennò minimamente ad andarsene e ribattè prontamente.
“Ha paura di sciare o di me?”.
Maya si rese conto di essere caduta in trappola. I ragazzini stavano ridendo apertamente di quello scambio di battute. Aveva appena detto che le sarebbe piaciuto imparare e se ora rifiutava era come ammettere che aveva paura di Hayami, cosa che non si sarebbe mai sognata di fare.
“Nessuna delle due, ma…” iniziò a dire salvo essere zittita dall’affermazione successiva dell’uomo, l’affondo che mise, metaforicamente parlando, Maya con le spalle al muro.
“Perfetto. Alle due e mezzo nella hall dell’albergo, con tuta sci e scarponi, così anche la sua amica potrà dilettarsi a sciare senza doversi preoccupare di lasciarla sola”.
“Ma insomma, io non ho detto di sì…” protestò comunque la giovane, anche se con minor convinzione di prima, ma perché Rei non diceva niente? Con una luce speranzosa si volse ad incrociare lo sguardo dell’amica ma ciò che uscì dalle sue labbra la lasciò alquanto interdetta.
“Sarebbe sciocco rifiutare, Maya. Il Signor Hayami ha una tecnica migliore di quella mia e di Sayaka e poi non ci vedo niente di strano. Avrà cura che non si faccia male, vero?” disse infatti in tono pacato rivolgendo le ultime parole direttamente ad Hayami che, con un lampo vagamente sorpreso nelle iridi azzurre, annuì lentamente.
“Stia tranquilla”.
Maya fulminò con lo sguardo la ragazza prima di voltarsi a fronteggiare Masumi. Due contro uno non era affatto leale, abbassando le spalle con aria rassegnata e bofonchiando un “Accetto, ma poi non si lamenti se si annoierà a morte” al fine si arrese.
Innanzi a quell’affermazione Masumi scoppiò a ridere prima di aggiungere.
“Non so perché, ma credo invece che mi divertirò e molto. A più tardi allora, Misuki” concluse poi rivolto alla segretaria che, sistemandosi gli occhiali da vista, annuì brevemente prima di seguirlo verso l’ingresso dell’albergo seguiti dallo sguardo infastidito di Maya.
“Traditrice”sibilò poi, rivolta all’amica, prima di allontanandosi a sua volta, lasciando Rei a fissarla con un sorriso rassegnato sul volto.
Rei sapeva che Maya era arrabbiata ma sentiva di avere fatto la cosa giuista.. Non avrebbe saputo spiegare esattamente le ragioni che l’avevano indotta ad assecondare la richiesta di Hayami, o meglio le conosceva ma dubitava fortemente che Maya le avrebbe accettate. Era da qualche mese che le sue impressioni al riguardo del giovane presidente della Daito Production avevano subito un sottile mutamento. Quando Maya aveva lasciato la Daito e si era ritrovata senza possibilità alcuna di recitare Hayami si era comportato in modo alquanto insolito. Si era presentato alla rappresentazione di “Sogno di una notte di mezz’estate” ove Maya interpretava il folletto Puck, offrendo una cospicua somma per lo spettacolo di beneficenza, e poi aveva trascinato Maya ad assistere al monologo “Giulietta” interpretato da Ayumi Himekawa. Era stato a quel punto che lei si era convinta che Hayami avesse in realtà l’intenzione di far riemergere in Maya il desiderio di tornare a lottare per la Dea Scarlatta, cosa che a conti fatti pareva assolutamente priva di logica. Con Maya fuori gioco, Hayami avrebbe avuto certamente minori difficoltà ad estorcere ad Ayumi, che era un’attrice Daito, i diritti di rappresentazione una volta che fosse stata ufficilizzata la sua designazione al ruolo dell’ambita parte. Del resto quando Maya si è presentata ai provini per le “Due Regine”, pur se la Daito aveva avuto voce in capitolo, era riuscita ugualmente ad ottenere la parte della Principessa Ardis per non parlare dalla pubblicità a vantaggio di Maya che era scaturita dalla “scommessa” vinta con Hayami. Onestamente cominciava a dubitare di essere in grado di comprendere quali fossero le reali intenzioni di quell’uomo, che una volta agiva contro la Sig.ra Tsukikage per poi avvantaggiare, in qualche modo, Maya. Forse il suo istinto si ingannava, ma inimicarsi completamente Hayami sarebbe stato poco saggio per Maya. Nonostante il successo delle “Due Regine” la sua posizione al riguardo della “Dea Scarlatta” era ancora molto delicata ed appesa ad un filo e Masumi Hayami non era, almeno per ora, intenzionato ad ostacolarla anche se non ne comprendeva il perché, in ogni caso sarebbe stato sciocco portarlo a cambiare idea.

- continua -

  
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