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Autore: F a i r    28/12/2010    1 recensioni
E se la storia che conosciamo, non sia la vera storia? Se ci fossero avvenimenti di cui ignoriamo l'esistenza o se alcune azioni avessero altri moventi?
La storia di Naminé e Roxas forse non è proprio come ce l'hanno raccontata. O forse sono io che ho sempre voluto che fosse così.
"Alzò il capo e disse al suo migliore amico: «Stalle accanto e prenditi cura di lei, d'accordo?»
La sua era quasi una supplica. Dai suoi occhi traspariva una preoccupazione che non sarebbe dovuta esistere in un Nessuno.
Axel rimase sorpreso dal tanto affetto che Roxas aveva per Naminé.
«Sta' tranquillo» promise. «Lo farò»."

PS: Alcune scene che troverete esistono davvero in KHII, mentre altre sono completamente inventate. Enjoy (:
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Naminè, Roxas, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
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Chapter XI: L’Organizzazione XIII
Non gli era mai piaciuto essere schiacciato da un Heartless, soprattutto se era uno Shadow.
Non ricordava che il pavimento della Fortezza Oscura fosse così duro!
Tutte le nozioni che aveva appreso ancora gli ronzavano nella mente.
Crepuscopoli, i nuovi nemici, Yen Sid e la nuova missione. E ora la Fortezza Oscura di nuovo invasa da Heartless e il Comitato di Restauro.
Ma era certo che ci fossero altre cose delle quali non era cosciente.
Fu raggiunto da Leon che con un colpo di Gunblade fece scomparire lo Shadow che lo stava schiacciando.
«Grazie» disse.
«Sicuro di stare bene?» chiese Leon.
«Sì, certo» rispose Sora. «Sono solo un po‘ arrugginito».
Si rimise in piedi e corse di nuovo verso un Heartless. Alzò il Keyblade pronto a colpire, ma il piccolo Shadow scomparve in una nube scura.
Udì una risata profonda.
Quel che lo sorprese di più fu il fatto che gli risultò tremendamente familiare.
«Ecco il detentore del Keyblade» disse la voce.
Sora corse via dalla balconata, raggiungendo la zona fortificata della Fortezza Oscura. Inseguiva la fonte della voce.
«Ma forse sarebbe stato più fruttuoso in mani più abili».
Si sentì raggiungere da Pippo e Paperino.
Altre voci risero.
«Fatti vedere!» esclamò Sora adirato.
Apparvero sei figure in nero.
Ognuno sembrava avere una propria personalità dalla propria postura e modo di indossare il lungo soprabito nero.
Erano molto più in alto rispetto a Sora. Non li avrebbe potuti raggiungere.
«Fatevi sotto!»
Gli uomini in nero non risposero.
La voce che aveva parlato prima, che Sora scoprì appartenere alla figura centrale, pronunciò altre parole: «Dopotutto non siete così diversi».
Poi tutti e sei scomparvero in dei portali oscuri.
Sora scattò in avanti, rimproverandosi di non aver provato prima a raggiungerli.
Non percorse più di qualche metro, che uno dei sei uomini gli si parò innanzi.
«Levati di mezzo!» esclamò vinto dall'istinto.
«Hey, hey calmati» lo apostrofò l'uomo. «Dovresti avere rispetto per i tuoi superiori».
Sora lo guardò stranito. Era piuttosto stanco di non capire le allusioni che riceveva.
«Cerca solo di cionfonderci» lo avvertì Paperino con voce gracchiante.
«Non ricordi proprio nulla?» chiese l'uomo in nero con grande ironia. Rise.
Sora gli lanciò un'occhiataccia.
«Anche lui mi guardava nello stesso modo» disse l'uomo rispondendo all'occhiata.
Aprì un portale nero e scomparve nell'Oscurità senza un'altra parola.
Sora rimase a fissare il vuoto.
«Secondo voi, cosa voleva dire?» chiese.
«Non lo so» rispose Pippo. «Ma non credo che dovresti dargli molta importanza».
Il ragazzo mugugnò in segno di assenso. «Credo... dovremmo partire subito» aggiunse.
«Sora ha ragione» intervenne Leon. «I mondi hanno bisogno di voi e dobbismo capire cosa sta succedendo».
Paperino e Pippo non sembrarono respingere l'idea.
D'improvviso Sora sentì muoversi qualcosa nella tasca. Vide un piccolo oggetto luminoso emergere dalla stoffa dei pantaloni neri.
Era l'attesta di Membro Onorario del Comitato di Restauro. Che si era illuminato w aveva emanato un raggio di luce bianca.
Questo disegno nel cielo una grande serratura e il Keyblade di Sora si era subito attivato.
Con grande maestria il ragazzo posizionò la chiave verso la serratura luminosa che fu attraversata da un altro raggio di luce.
Aveva appena aperto una nuova strada verso un altro mondo.
La sua missione era appena incominciata.

Ti troverò, Nam. Te lo prometto.

 

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