My Executioner
Il mio carnefice.
Non
sapeva cosa gli aveva dato,
ma Naruto si ritrovò incredibilmente guarito il giorno
seguente, dopo un lungo
sonno in quella strana cella. Si sfiorò con le dita fredde
il labbro inferiore.
Lo sentiva ancora, il solletico
di quelle labbra sulle sue, l’umido bacio che gli aveva
lasciato per fargli
ingerire la pastiglia. Era stato caldo quel bacio, nonostante
l’inesistenze
intenzione. Il solo ricordo più concentrato aveva la
capacità di farlo
arrossire, ma era inevitabile che ci pensasse no?
Si osservò le mani confuso.
Le parole che gli aveva detto,
quel “so benissimo di cosa parli” gli aveva fatto
paura; certo, aveva
immaginato, dalla freddezza con cui aveva trattato il caso di Neji che
non era
uno stinco di santo, ma sentirlo dalle proprie orecchie la velata
confessione
di essere un assassino incallito era un’altra faccenda; una
faccenda che lo
rattristava quasi.
Aveva ricevuto un bacio, uno
sfuggevole e fugace incontro per un motivo sciocco, ma non riusciva a
levarselo
dalla testa; come la sua voce del resto, come i suoi occhi, come il suo
cor…
«Su Uzumaki, direi che puoi
uscire» gli annunciò uno strano tizio sovrappeso,
ma più che concentrarsi su
quello, Naruto focalizzò con attenzione le parole appena
sentite.
«Cosa…?» riuscì a sillabare
mentre l’altro gli liberava i polsi dalle manette.
«Beh che pensavi, che ti
tenessimo qui tutta la vita? Sas’ke ha detto che ormai
è tutto risolto».
Naruto avrebbe riso se la sua
espressione non fosse rimasta glacialmente allibita. Tutto a
posto….certo,
aveva ucciso un uomo, un uomo importante come Neji Hyuuga, come diavolo
faceva
ad essere tutto a posto?
«Come…risolto…io
non…»
«Non preoccuparti Naruto, se Sasuke
dice che è tutto a posto, allora è
così»; la voce quasi rassicurante della
persona davanti a lui, glielo fece credere, anche solo per un minuto.
«Tutto a posto…» sussurrò
mentre
veniva portato fuori dal tizio.
Salì nel taxi che era stato
chiamato per lui, inconsapevole che due occhi neri come la notte lo
fissavano
attenti.
«Sasuke…è davvero tutto
risolto?»
chiese sfacciatamente Karin al suo superiore. Quello la
fissò, lasciando cadere
la sigaretta a terra.
«Lo sarà domani mattina, non
prima».
Hinata
si resettò la lunga gonna
bianca, impaziente.
Suo padre sarebbe arrivato da lì
a poco, sentiva già il suo esile corpo tremare
d’inquietudine, memore di come
ogni volta veniva trattata, fin da subito. C’era sempre
qualcosa che non andava
in lei, sempre. Una gonna, una parola, un sorriso…qualunque
cosa, non aveva
molta importanza la gravità o meno, c’era.
Hanabi invece no, c’era l’inspiegabile
motivo di perdonarle le imperfezioni, in fondo lei era soltanto la
seconda
erede; prima nel cuore di suo padre forse, ma pur sempre seconda di
dinastia.
Suo padre ne era forse meno
rigido solo perché non dipendeva da lei il futuro del suo
Clan; quello spettava
ad Hinata o ad un erede maschio, se sua madre prima di morire glielo
avesse
concesso.
Osservò la sorella di soppiatto,
che rigida nel suo completo nero osservava la strada fiera.
Sembrava un lupo, determinato e sicuro
di sé, mentre attende qualunque cosa, anche la peggiore; lei
invece pareva un agnello,
debole e piccolo, speranzoso di non incontrare il lupo. Alzò
leggermente la
testa quando vide un’auto riconosciuta apparire dalla curva;
si fermò davanti
all’abitazione Hyuuga.
Hinata osservò l’autista
scendere, aprire la porta posteriore e inchinarsi mestamente quando la
persona
uscì. Suo padre fece il suo solito ingresso, osservato da
tutta la servitù che
si inchinò unanime e dalle sue due uniche figlie, che lo
fissavano ostentando
una felicità falsa.
«Padre». Fu Hanabi la prima a
parlare, come al solito. Avanzando sui suoi tacchi neri, si
avvicinò al
genitore, sorridendo, ma non lo abbracciò. Non era solita
farlo comunque. Non
erano una famiglia normale, erano una delle famiglia più
importanti e ciò
imponeva un alto contegno anche all’interno della fascia
famigliare. Quello
salutò Hanabi quasi affettuosamente, avvicinandosi a sua
volta a lei. Vide come
gli occhi di suo padre passarono da sua sorella a lei e per riflesso
incondizionato, chinò di scatto la testa, fissandosi i
piedi. Portava
tacchi troppo alti, pensò.
«Hinata Chan, tu non saluti tuo
padre?».
Hinata scattò di colpo. Mai,
Hinata lo sapeva bene, mai, suo padre aveva desiderato un suo saluto,
preferiva
ignorare la voce della prima figlia ogni volta e concentrarsi sulla
seconda,
così sicura e nobile.
«Certo!» squittì poi, accorrendo
al padre e accennando un inchino «Sono felice che tu sia
tornato a casa».
Bugia, tremenda bugia.
«Mi stupirei del contrario» la
riprese suo padre immediatamente. Ecco, pensò, quella
sicuramente sarebbe stata
la prima situazione ideale per umiliarla. «Ovviamente non
subito mai dell’amore
incondizionato che hanno le mie figlie verso di me».
O forse no, si corresse poi, osservando
il sorriso del padre che pareva, in effetti, rivolto a lei.
Non ci fu nemmeno un momento per
gustarsi quel sorriso, che suo padre si rivolse subito ad Hanabi.
«Beh Hanabi, che ne dici di
deliziarci con una tua composizione? Mi hai scritto che hai vinto un
concorso…»
si allontanarono così, Hanabi e suo padre, lasciandola
indietro per un attimo.
«Hinata non vieni?» chiese suo
padre bonariamente osservandola per un minuto per poi tornare a
rivolgere
attenzione ad Hanabi.
«C..certo…» sussurrò Hinata
piano, per non interrompere il discorso dei due.
Fece uno o due passi, ma i suoi
tacchi, troppo alti continuava a ripetersi, inciamparono nel vestito;
furono
due braccia forti a salvarla dall’asfalto.
«Tutto bene, Hinata-sama?».
Le pupille di Hinata si
dilatarono leggermente, osservando l’autista che la
sorreggeva preoccupato. Annuì,
fissandosi i piedi.
Quello la aiutò ad alzarsi, per
poi tornare all’automobile. «Arrivederci Hinata
sama».
Hinata lo osservò allontanarsi
verso i garage.
Quella voce.
Si lasciò la strada alle spalle
rientrando in casa; vacillava appena sui tacchi, ma non fece nemmeno
attenzione
a risolvere quella sua goffaggine. Pensava.
Arrivederci Hinata sama
____ L'angolino di Hime che non è morta -
Non
pensavate che vi avessi davvero abbandonato? XD diciamo che mi ero
bloccata, su Naruto; c'è voluto una ff su Sakura (non avrei
mai pensato di doverla ringraziare) per sbloccarsi sul Fandom 8D
Beh ormai ci siamo, siamo ad un punto abbastanza importante per la
storia e tra poco ci sarà la fine.
Tenterò di non morire, ma sapere, preferisco non forzarmi XD
vengono fuori scritti molto poco carini se ci tento.