Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: schwarzlight    30/12/2010    4 recensioni
[Facente parte della serie "La Bambina e il Lupo"; non è necessario aver letto prima la storia principale, ma è consigliato, in quanto contiene diversi spoiler]
In quel momento era come se l'esistenza di tutti gli altri fosse svanita. Non c'era più nessuno oltre a loro due.
Solo i loro occhi, azzurro e grigio che si fondevano in un solo sguardo.
Solo le loro voci, lui che le chiedeva di ballare e lei che con vergogna ammetteva di non saper danzare.
Solo le loro mani, quando lui prese la sua e la portò sulla grande terrazza.
Solo i loro passi, quando la musica riprese e con ritmo cadenziato accompagnava i loro volteggi, dapprima incerti, poi sempre più eleganti e leggeri.
Solo uno sguardo, solo un bacio.
Solo loro.
E le danze si fermarono.

Uno scontro tra clan fa da sfondo alla storia d'amore tra i due vampiri Ludwig, erede del clan dei Rosenberg, e Christel, giovane girovaga senza famiglia.
Il passato del Lupo, l'inizio di tutto.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Bambina e il Lupo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
e le fiamme divorarono la luna - capitolo 1
E le danze si fermarono







A quei tempi erano due i clan che si contendevano la regione tedesca.
Wassenberg e Rosenberg, questi i loro nomi. Ma mentre i primi erano un gruppo formatosi in tempi relativamente recenti, i Rosenberg erano una dinastia antica e potente, che governava il territorio da ben milleottocento anni, ben prima che quei luoghi divenissero teatro di guerre di successione al trono, e prima ancora che i romani inglobassero la Germania nella già lunga lista di province che contava il loro impero. Il loro dominio non era mai stato influenzato dalla politica, anzi, si era esteso e rafforzato sempre più con il passare del tempo.
Fin dalle origini avevano fissato la loro dimora principale nella regione settentrionale del territorio da loro controllato, non molto distante dai confini con il regno danese. Il maniero da loro stessi costruito, portava i segni del cambiamento delle epoche negli ampliamenti apportatogli, e dall'alto delle sue torri lo sguardo spaziava su una distesa che sembrava infinita di alberi, i cui confini erano segnati da un accenno di catena montuosa. Il rilievo collinare su cui sorgeva lo rendeva una roccaforte difficilmente espugnabile.
Il clan dei Wassenberg, invece, era originario delle Alpi austriache, e contava diversi elementi provenienti dalla Francia e dalla zona renica. Più che un vincolo di parentela, li legava uno scopo comune: il controllo sull'Europa.
Questa loro ambizione li aveva portati inevitabilmente a scontrarsi più volte con i Rosenberg, la famiglia più potente di quel periodo.

Era il 1319 quando gli scontri si inasprirono.
Era il 1319 quando una fanciulla ammantata fece il suo ingresso nella misera locanda di Rhotburg, piccolo villaggio ai margini della foresta. Al suo ingresso la padrona del locale, una donna robusta dall'aria stanca e scorbutica, abbandonò il pentolone della minestra sul fuoco e si avvicinò diffidente alla nuova arrivata.

- Chi siete?

La ragazza si guardò attorno prima di rispondere. Non c'era molto da osservare a dire il vero... due grandi tavolate e delle panche occupavano lo spazio che intercorreva tra la porta e il focolare, accanto al quale si intravedevano le scale che portavano alle stanze al piano superiore. Era rimasto un solo avventore, un vecchio cacciatore che beveva la sua zuppa.
Lei si tolse il cappuccio del mantello rivelando una cascata di capelli biondi e degli occhi di un azzurro molto chiaro, come sbiadito, ma che impreziosivano il suo delizioso viso.

- Vengo dal villaggio più a sud... cerco solo un pasto caldo. - disse sorridendo lievemente.

Le venne indicato un posto alla tavolata vicina e dopo essersi seduta, le fu servita la stessa zuppa che si stava sorbendo il vecchio dall'altra parte della stanza. La ragazza ringraziò e posò delle monete sul tavolo, di cui la padrona di casa prese solo un paio. Era povera ma onesta.
Il silenzio era rotto solo dal crepitio del fuoco e dal rumore di stoviglie, creando un'atmosfera molto pacata e tranquilla. Alla ragazza tutto ciò ricordava la propria casa, prima che fosse costretta a fuggire in seguito all'attacco di una banda di mercenari. Per rompere il flusso di pensieri e nascondere il disagio che stava cominciando a sentire, chiese alla locandiera a proposito del castello che si intravedeva in lontananza.

- E' dei Rosenberg, ma per quanto ne so potrebbe anche essere disabitato... qui non s'è mai visto nessuno.

- E c'è una strada che porti fin laggiù?

Dopo aver ricevuto le indicazioni, si alzò, porse i suoi saluti e, nonostante la donna cercasse di convincerla a rimanere data l'ora tarda, uscì nella sera, decisa a raggiungere quel luogo. D'altronde non aveva una meta precisa, quindi tanto valeva proseguire finché ne avesse avuto la possibilità.
Ma poco prima di uscire dal villaggio, qualcuno la afferrò per il braccio, costringendola a fermarsi. Girandosi constatò che ad averla raggiunta era il vecchio cacciatore della locanda, che ansimava ancora per la corsa fatta.

- Voi... non vorrete davvero andare in quel posto?

- Perchè non dovrei? - Il suo tono calmo cozzava con l'espressione allarmata e la voce tremante dell'uomo.

- Quel posto è maledetto! Ci vivono dei demoni che usano la magia, io li ho visti! Non ci vada, nessuno è mai tornato!

I farnetichii del vecchio vennero interrotti dalla locandiera, che l'aveva seguito.

- Smettila con queste idiozie, vecchio! Scusatelo, ma poco tempo fa è stato attaccato dai lupi, e non si è ancora ripreso dallo shock.

- Non erano lupi, erano demoni, demoni!

La donna riuscì a riportarlo indietro, cercando di calmarlo, lasciando la ragazza perplessa, ma pur sempre decisa a continuare. Dopotutto, ormai non c'era più nessun pericolo di cui dovesse preoccuparsi.





C'era un fiume che scorreva nel mezzo della foresta. D'inverno si ghiacciava quasi totalmente, rendendone possibile l'attraversamento a piedi. D'estate le sue acque rimanevano gelide, ma sebbene fossero per la maggior parte del tratto impetuose e violente, c'erano anche delle zone in cui si ammansivano creando dei guadi, e uno di questi si trovava proprio nelle vicinanze del maniero della casata dei Rosenberg, obbligandone l'attraversamento a chiunque giungesse da sud.
Era ormai l'alba, e la fanciulla era appena giunta sulle rive del grande fiume, cercando il punto più favorevole per passare. Quando finalmente trovò una sorta di sentiero di ciottoli e pietre appena sotto il pelo dell'acqua, e raccolse la gonna e il bordo del mantello preparandosi a percorrerlo.
Uno, due, tre passi. Dopo l'arrancamento iniziale era divenuto facile avanzare.
Quattro, cinque, sei. La corrente ogni tanto si faceva sentire, e rendeva i suoi passi più incerti, costringendola a un notevole sforzo per non fare un bel tuffo in acqua, quando al settimo passo quasi scivolò.
Otto, nove. Al decimo passo, che segnava oltre metà della distanza, il piede destro la tradì, facendola cadere definitivamente nel fiume.
Si ritrovò seduta su un letto di ghiaia e ciottoli, completamente inzuppata e tremante, con il sottofondo musicale di una risata maschile. Si voltò cercando colui che la stava sbeffeggiando, e a pochi metri da lei vide un giovane uomo dai corti capelli biondo scuro accovacciato sulla riva, che si tratteneva la pancia dal ridere.

- Perchè non mi soccorrete invece di denigrarmi? - esclamò lei indignata.

- Ahah...Vogliate perdonarmi, avete perfettamente ragione... non muovetevi.

- Oh, per quello non c'è pericolo...

Il ragazzo non sentì l'ultima frase sussurrata della donna, e si levò l'ingombrante mantello adagiandolo lì vicino, prima di avventurarsi sul percorso in precedenza effettuato da lei. In pochi secondi la raggiunse e, dopo averla aiutata a rialzarsi, la sollevò senza sforzo trasportandola all'asciutto.  

- Perdonate l'impertinenza, ma... chi siete? E cosa vi ha portato nelle terre dei Rosenberg?

Lei accolse ben volentieri il mantello che le posò sulle spalle intirizzite, e si soffermò a pensare prima di rispondere. Cosa poteva dire? In fondo era pur sempre da sola, ogni scusa che avrebbe accampato sarebbe suonata falsa.
Intanto il giovane l'aveva aiutata a risollevarsi e, complice la netta differenza d'altezza fra i due, cominciava a sentirsi in soggezione sotto lo sguardo indagatore di lui, così decise di sviare completamente il discorso.

- E voi? Siete uno dei demoni che abitano il castello?

Gli occhi scuri di lui si assottigliarono rendendo la sua espressione più tagliente e sospettosa. La squadrò per un interminabile secondo prima di avvicinarsi a lei e piegare le labbra in un sorriso quasi beffardo.

- Se anche lo fossi? Avreste paura?

- ...No, direi di no. - rispose lei abbassando gli occhi, prima di risollevarli con sguardo deciso. - Io stessa sono uno di quei mostri.





Le avevano dato una camera splendida, degna di una regina. Il letto a baldacchino era soffice e caldo, con lenzuola di seta e delle pesanti coperte finemente ricamate. Le ampie finestre ai lati del letto avevano tendaggi color porpora, e i tappeti che ornavano il pavimento erano così elaborati che dovevano esser costati una vera fortuna. La stanza era provvista anche di un caminetto, di fronte al quale erano poste due poltroncine e un divanetto a due posti. C'erano perfino una piccola libreria e una scrivania addossate alla parete accanto il focolare, mentre sul lato opposto era posizionato un enorme armadio ricolmo di abiti raffinati per ogni occasione, così come i vari scrigni e cofanetti posati sul tavolino da toilette custodivano gioielli di ogni forma e colore.
La ragazza si trovava seduta proprio di fronte al grande specchio che lo ornava, mentre le due cameriere a cui era stata affidata le acconciavano i fluenti capelli biondi e l'adornavano con gemme preziose e nastri di raso.
Erano umane, poteva avvertirlo. La loro presenza era diametralmente opposta rispetto a quella del ragazzo che giorni prima aveva incontrato al fiume. E la stessa sensazione che provava alla sua vicinanza, le aveva pizzicato i sensi quando, mentre la guidava per la prima volta attraverso i vasti corridoi, si era fermato a conversare con altre due donne, presentandola.
La servitù invece era diversa. Erano tutti umani, dal primo all'ultimo.
Non come gli altri... non come lei.

- Abbiamo finito, mia signora.

Guardò il suo riflesso.
Non era ancora abituata a vedersi così... perfetta. Anche prima era bella, e il suo aspetto effettivamente non era cambiato. Ma c'era un qualcosa che la rendeva ancor più affascinante. Irresistibile.
Provò a sorridere, ma tutto ciò che ne uscì fu una smorfia incerta. Cosa era andata a fare lì? Certo, era con dei suoi simili, e questo non poteva che farle piacere... si era sentita tremendamente sola fino a quel momento, senza qualcuno che potesse comprenderla.
Però le faceva uno strano effetto esser stata accolta in quel clan così facilmente, che seppur fosse composto da demoni come lei, sempre nobili rimanevano, mentre lei in fondo era sempre stata una girovaga, fin da quel momento.
Tirò ancor di più il finto sorriso, e fissò i suoi denti. Erano bianchissimi e perfettamente allineati. E poi c'erano i canini che risaltavano per la loro lunghezza anormale. Le sue zanne.

Sospirò.

Lei non era più umana e quei denti erano lì per ricordarglielo.
Poi si alzò e si diresse verso il salone, dove la sua nuova famiglia era riunita per una festa.

Dove la sua nuova vita l'aspettava.





Quella sera, nella dimora principale del clan dei Rosenberg, era stato indetto un ballo.
L'occasione era il ritorno del futuro capofamiglia, Ludwig von Rosenberg, fino a quel momento impegnato nella lotta contro il clan nemico ai confini del territorio.
Le danze erano già iniziate quando Ulrich Wiegrefstein fece il suo ingresso in sala. Dopo aver posto i suoi saluti agli anziani, si mise subito a cercare l'amico, che trovò impegnato in una conversazione con alcune attempate nobildonne. Si fermò a osservarlo: lunghi capelli neri che gli ricadevano pigramente sulle spalle, una postura eretta e fiera, l'espressione attenta e cordiale, i lineamenti forti e eleganti, sorriso di circostanza. Solo gli occhi grigi lasciavano intravedere l'immensa noia di cui era preda.
Stava quasi per cadere nella tentazione di alzare i tacchi e lasciarlo in quella situazione tutto sommato divertente, quando il suo animo da buon samaritano prevalse su quello del sadico sbeffeggiatore.

- Mie care dame, permettiate che vi sottragga il piacere della compagnia del nostro Ludwig. Ci sono delle questioni d'affari di cui dobbiamo discutere. - si intromise, afferrando Ludwig per una spalla e trascinandolo via fra mille scuse.

- Ulrich, amico, non sono mai stato così felice di rivederti! - esclamò allegramente il moro.

- Oh, bè - rise l'altro - sarebbe stato un problema se fossi morto di noia... sai che casini con la successione poi!

Si spostarono verso le vetrate che davano sul parco, aggirando la pista da ballo.

- E poi credevo ti piacesse esser circondato dalle donne.

- Certo, magari più giovani però... e a proposito di donne - si interruppe per versarsi del vino, osservando il compagno sorridendo sornione - mi hanno detto che hai portato qui un'orfanella...

- Ah... e quindi lo sai già. speravo di poter essere io stesso a riferirtelo, ma pazienza. In ogni caso dovrebbe essere qui da qualche parte...

Ulrich si guardò attorno alla ricerca della ragazza del fiume. Era sicuro che fosse ancora alla festa: riusciva a percepire la sua presenza, seppur confusa da quelle degli altri invitati. Ma non aveva difficoltà a riconoscerla, anche in mezzo a tutte quelle persone.
Lei era particolare. Avrebbe potuto ritrovarla tra mille altri.
E difatti non passò molto prima che l'intravedesse oltre i ballerini che li separavano.

- Christel!

Appena sentì il proprio nome la ragazza si girò a osservarli. Non vide subito la loro posizione, ma appena Ulrich riuscì ad attirare la sua attenzione, si avviò subito verso i due.
Quella sera indossava un abito azzurro chiaro e bianco, stretto appena sotto il seno da un nastro di raso blu. I capelli biondi erano raccolti in un'elaborata pettinatura che le lasciava scoperto il collo adornato da un pendente in acquamarina. Tutto in lei richiamava l'acqua, perfino il suono del suo nome.
Era splendida, come sempre lo era.
Nel mentre Ludwig continuava a parlare con l'amico e a sorseggiare il proprio vino, quasi noncurante della ragazza che avrebbe incontrato a breve.

Poi lei arrivò.
Lui si girò.
I loro occhi si incontrarono.

E le danze si fermarono.

In quel momento era come se l'esistenza di tutti gli altri fosse svanita. Non c'era più nessuno oltre a loro due.
Solo i loro occhi, azzurro e grigio che si fondevano in un solo sguardo.
Solo le loro voci, lui che le chiedeva di ballare e lei che con vergogna ammetteva di non saper danzare.
Solo le loro mani, quando lui prese la sua e la portò sulla grande terrazza.
Solo i loro passi, quando la musica riprese e con ritmo cadenziato accompagnava i loro volteggi, dapprima incerti, poi sempre più eleganti e leggeri. 
Solo uno sguardo, solo un bacio.
Solo loro.

E le danze si fermarono.








Questo capitolo me lo son veramente sudato °-°
prova ne è il fatto che dovevo pubblicarlo almeno una settimana fa, ma a un certo punto mi son bloccata e non sapevo come continuare ;w;
Per fortuna ho risolto e quindi....siore e siori ecco a voi il primo degli spin-off dedicati a "La Bambina e il Lupo"!*_*/
Spero he possiate apprezzare, perchè io sono molto, molto, ma molto soddisfatta di come è venuto fuori *_*
(tra l'altro non credo di aver mai scritto un singolo capitolo così lungo °°)

Questa storia si articola in soli tre capitoli, ma il prossimo arriverà alla fine di gennaio...motivo: due concorsi in atto e esami >_<
Quindi vogliate perdonarmi in anticipo ;_;

Poi: la colonna sonora.
perchè sì, c'è una colonna sonora XDD e più precisamente di tratta di Pale, dei Within Temptation. Appena ho sentito questa canzone me ne sono innamorata, e vi assicuro che è adattissima come atmosfera a questa storia **
La scena del ballo, invece, l'ho immaginata con questa canzone: The best is yet to come - Metal Gear Solid ending theme
vi sembrerà strano, ma fateci un saltino ad ascoltare u.u

E detto questo spero davvero tanto che abbiate il cuore di fermarvi a lasciare un piccolo commentino, anche solo di due righe :3
mi farebbe immensamente felice sapere la vostra opinione *_*

Grazie di aver letto!
Alla prossima!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: schwarzlight